22 November, 2024
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Quarta e ultima giornata, oggi a Cagliari, per Forma e Poesia nel Jazz: ed è un’altra giornata fitta di appuntamenti quella che accompagna al suo epilogo la ventunesima edizione del festival.

Il primo impegno in agenda è alle 10.00 del mattino con la guida escursionistica Stefania Contini per una nuova passeggiata “extra moenia”: la meta, in questa ultima occasione, sono le Tombe dei Giganti di Is Concas e Murta Sterria, siti di particolare interesse archeologico e naturalistico a una trentina di chilometri da Cagliari. Per prenotarsi occorre chiamare il numero 348 9305607. E per i partecipanti è previsto uno sconto del 20 per cento sull’ingresso ai concerti.

All’ex Manifattura Tabacchi, “campo base” del festival, le attività prendono invece il via alle 10.30 con il secondo dei due laboratori creativi-musicali per bambini “Un mondo di suoni”, curato dall’associazione culturale Spazio per Tempo.

Origini, sviluppo e metamorfosi del sassofono, nato come parente lontano del clarinetto e divenuto uno degli strumenti simbolo del jazz: questi i temi della masterclass in programma alle 11.00 di Attilio Berni, musicista e collezionista presente al festival con una preziosa esposizione di sassofoni: ben 65 esemplari in mostra, compresi diversi pezzi rari, come il gigantesco sax subcontrabbasso e un clarinetto appartenuto al grande Benny Goodman.

Con l’ultima giornata si completa anche la serie di “Narrazioni in jazz” condotte dal musicista e musicologo Enrico Merlin: tema dell’incontro nella Sala delle Officine, con inizio alle 18.00, il rapporto reciproco tra jazz e cinema.

Alle 19.00 microfoni e amplificatori accesi per il primo dei tre set della serata: apre il trittico Musica Ex Machina, quartetto sardo attivo dal 2006 e formato da musicisti che hanno saputo fondere le proprie differenti estrazioni musicali, sublimandole in un progetto nel quale coesistono sapientemente stili e approcci eterogenei alla musica. Sul palco il pianista Guido Coraddu (proveniente dal conservatorio e dalla ricerca di avanguardia), il trombettista Francesco Bachis (cresciuto nel mondo bandistico e storico membro dei Ratapignata, altra band molto nota in terra di Sardegna), il bassista elettrico Mauro Sanna (attivo nel mondo della musica pop-rock della Sardegna isolana), e il batterista Simone Sedda (musicista eclettico con interessi che spaziano fino all’avanguardia elettroacustica). La formazione, che ha pubblicato di recente l’album “BURP” (Hopetones Records, 2018), negli anni ha collaborato e suonato con musicisti come Louis Sclavis, Roy Paci, Daniele Sepe, Marco Rovelli, Victor See Yuen, Cecilia Smith, Kenny Brawner, Fred Johnson, Hasan Bakr, esibendosi in numerosi contesti musicali, teatrali, letterari e cinematografici.

Al centro dei riflettori, alle 20.00, uno dei nomi di punta di questa edizione del festival, Remo Anzovino. Considerato da critica e pubblico tra i più originali e innovativi compositori in circolazione, il pianista friulano (che affianca all’attività di musicista anche quella di avvocato penalista) è uno dei massimi esponenti della musica strumentale italiana. Al suo attivo cinque album registrati in studio e uno dal vivo, un progetto speciale dedicato a Pier Paolo Pasolini e uno dedicato a Muhammad Ali, scritto a quattro mani con Roy Paci. Numerose le collaborazioni di grande prestigio e trasversalità: da Lino Capolicchio a Simone Cristicchi, da Danilo Rossi all’Orchestra d’Archi Italiana, dallo stesso Roy Paci a Franz Di Cioccio, passando per Gino Paoli, Enzo Gragnaniello, Mauro Ermanno Giovanardi, Giuliano Sangiorgi, da Tony Esposito a Luisa Prandina, fino al jazz con Gabriele Mirabassi, Enzo Pietropaoli, Bebo Ferra e Luca Aquino, ma anche il rock di Tre Allegri Ragazzi Morti e Roberto Dellera, il rap d’autore di Dargen D’Amico e l’arte fotografica e figurativa di Oliviero Toscani e Davide Toffolo.

Il compito di chiudere in grande stile la ventunesima edizione di Forma e Poesia nel Jazz, alle 22.00, spetta a The Quintet, progetto originale che annovera solidi e affidabili jazzisti di caratura internazionale come il trombettista Flavio Boltro, il sassofonista Emanuele Cisi, il pianista belga Eric Legnini, il contrabbassista Massimiliano Rolff ed il batterista australiano (ma di casa a Roma) Adam Pache. Cinque top player, dunque, per una produzione in cui brani originali e standard si intrecciano sapientemente fra tradizione e modernità.

 

 

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Giornata densa di appuntamenti, a Cagliari, per “Forma e Poesia nel Jazz”, il festival organizzato dall’omonima cooperativa in scena fino a domenica 30 settembre negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi.

Dopo gli appuntamenti di questa mattina, alle 18 spazio alla presentazione di “Sardegna, jazz e dintorni”, recente pubblicazione di Simone Cavagnino e Claudio Loi, edita lo scorso giugno da Aipsa. Suddiviso in cinque sezioni tematiche, il libro comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda e Rossella Faa, tra gli altri. Partecipa all’incontro con gli autori, il musicologo e musicista Enrico Merlin, che firma l’introduzione del libro.

A seguire, conferenza stampa di presentazione del progetto “377” del contrabbassista sardo Sebastiano Dessanay. Il musicista, da tempo trapiantato nel Regno Unito, partirà il mese prossimo per un tour in bicicletta che toccherà tutti i comuni della Sardegna, con l’intento di trarre ispirazione dall’incontro con la tradizione e contemporaneità della sua terra madre, scrivendo ogni giorno nuova musica ispirata dai luoghi e persone incontrate, per giungere, dopo un anno, alla realizzazione di un progetto musicale unico nel suo genere. 

Dopo la fortunata esperienza della scorsa edizione, ritorna al festival cagliaritano il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni: in mostra ben 65 esemplari di quello che è tra gli strumenti simbolo del jazz, compresi alcuni pezzi rari, come il gigantesco sax subcontrabbasso, e un clarinetto appartenuto al grande Benny Goodman. In programma, alle 21.00, anche una conferenza-spettacolo di Berni sul binomio sax-erotismo nel cinema.

Nel frattempo, alle 19, la musica avrà preso il via con il primo dei tre concerti della serata. Sul palco una delle rivelazioni della musica jazz degli ultimi anni, Ivan Dalia (reduce dall’incontro della mattina con l’ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi), alla testa del suo trio, con Alberto Sauri al basso e Javier Reyes alla batteria. La musica del pianista campano, classe 1985, cieco dalla nascita, ricerca e trova influenze provenienti sia dalla musica classica che dal jazz, ma anche dalla tradizione popolare. Di recente uscita il suo primo album in studio che vede la partecipazione di musicisti del calibro di Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani.

 Un altro piano trio, quello di Claudio Filippini, al centro del secondo set (ore 20.00). Il pianista di Pescara, che nel corso degli anni ha condiviso palcoscenici importanti con nomi del jazz nazionale ed internazionale come Wynton Marsalis, David Binney, Palle Danielsson, Tony Scott, Mike Stern, Noa, Mario Biondi, Giovanni Tommaso, Maria Pia De Vito, Chiara Civello, Fabrizio Bosso, Dario Deidda, Roberto Gatto e Stefano Di Battista, presenta il disco “Before the wind”, in uscita prevista per il prossimo ottobre: un lavoro, che pur mantenendo la propria matrice jazz, non si cristallizza su una formula fissa, ma verso una continua ricerca di nuove mete a cui approdare. Accanto a Filippini, in questa tappa sarda, il contrabbassista Luca Bulgarelli ed il batterista Marcello Di Leonardo, compagni di avventura ormai da tre lustri e che lui stesso definisce «la migliore sezione ritmica che un pianista possa desiderare».

L’ultimo atto della serata di sabato (alle 22.00) vede al centro dei riflettori Roy Paci in “Inediti, B-Sides e altre amenità”un live all’insegna della riscoperta di materiali meno noti e brani fuori scaletta, eseguiti da una formazione che, accanto al trombettista, compositore, arrangiatore e cantante siciliano, schiera Vito Scavo al trombone, John Lui alle chitarre e cori, Roberto De Nittis al pianoforte, Riccardo Di Vinci al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. In trentacinque anni di carriera, il poliedrico musicista nativo di Siracusa ha realizzato e partecipato a più di cinquecento album, collaborando con artisti del calibro di Manu Chao, Mike Patton, Negrita, The Ex, Vinicio Capossela, Gogol Bordello, Macaco, 99 Posse, Daniele Silvestri, Bombino, Caparezza, Hindi Zahra, Ivano Fossati, Subsonica, Piero Pelù, Marlene Kuntz, Frankie Hi-nrg, Tony Levin e tanti altri. Lo scorso febbraio ha partecipato al Festival di Sanremo insieme a Diodato con la canzone “Adesso” mentre è del 20 luglio l’ultimo singolo, “Salvagente“, che insieme al suo gruppo Aretuska vede la partecipazione del rapper Willie Peyote. Roy Paci ha anche realizzato colonne sonore per cinema, tv e teatro, ricevendo riconoscimenti come il prestigioso Nastro d’Argento e una candidatura al David di Donatello.

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Ai nastri di partenza la ventunesima edizione di Forma e Poesia nel Jazz, il festival organizzato dall’omonima cooperativa, con la direzione artistica di Nicola Spiga, che da domani (giovedì 27 settembre) fino a domenica 30 vivrà negli spazi dell’Ex Manifattura Tabacchi di Cagliari un’intensa quattro giorni all’insegna della musica jazz, con un particolare riguardo per alcuni tra i più interessanti progetti e musicisti che popolano la scena nazionale; e, accanto alla musica, tanti altri eventi e appuntamenti, a completare un cartellone come al solito fitto e variegato.

Energia Primordiale è il titolo che caratterizza l’edizione di quest’anno, dedicata, nel trentennale della scomparsa, al writer e pittore afroamericano Jean-Michel Basquiat, dal cui istinto e visionarietà il festival cagliaritano attinge idealmente, trovando ancora una volta nel jazz un’inesauribile fonte di ispirazione.

Nel corso dei suoi quattro lustri di vita, Forma e Poesia nel Jazz ha ospitato tanti nomi di primissimo piano della scena jazzistica italiana, come Paolo Fresu, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Stefano Bollani, Antonello Salis, Marco Tamburini, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Maria Pia De Vito, per citarne alcuni, e continua il suo lavoro di promozione dei più interessanti progetti nostrani. In particolare, quest’anno saranno protagonisti, tra gli altri, la cantante Karima, The Licaones, Roy Paci, il duo formato da Francesco Bearzatti e Giovanni Guidi, il pianista Remo Anzovino, The Quintet con Emanuele Cisi e Flavio Boltro, il trio del pianista Claudio Filippini, l’attore Giorgio Tirabassi nelle vesti di musicista e narratore per raccontare passi e aneddoti della vita del leggendario chitarrista gitano Django Reinhardt.

Non solo concerti: il programma prevede infatti anche quattro “narrazioni in jazz” curate dal musicista e musicologo Enrico Merlin, una mostra a cura di Attilio Berni di uno strumento simbolo del jazz come il sassofono. E poi, la presentazione del volume “Sardegna, jazz e dintorni” (Aipsa, 2018) con gli autori Simone Cavagnino e Claudio Loi, un laboratorio sui suoni dedicato ai bambini, la presentazione del progetto “377” del contrabbassista sardo Sebastiano Dessanay, escursioni guidate e altro ancora.

Dedicata alla memoria dell’amico e collega Robi Massa, il promoter scomparso di recente, la ventunesima edizione di Forma e Poesia nel Jazz è organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato allo Spettacolo e Attività Culturali e Assessorato al Turismo), della Fondazione di Sardegna e del Comune di Cagliari, con la collaborazione di ArST – Metro Cagliari, FIAB Cagliari, ABC Sardegna – Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna, CSM Centro Studi Musicali Torre in Pietra, Ambasciata del Belgio in Italia, Bflat, E.JA Energia, THEANDRIC teatro nonviolento, Coldiretti Cagliari, Alla Scoperta di…, Associazione Spazio per Tempo, Associazione Kromatica. Media partner: Tiscali, Eja Tv, Unica Radio, Radio X, Sardegna Eventi 24.

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Il festival ‘Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty’ sarà protagonista nel prossimo MEI di Faenza, in programma dal 29 settembre al 1° ottobre, offrendo una parte importante della sua 20a edizione, svoltasi a luglio a Rosolina Mare.

Domenica 1° ottobre sarà cospicua la presenza di artisti portati da Voci per la libertà per il concerto per la pace, la solidarietà e i diritti umani che nel pomeriggio concluderà il Mei: si esibiranno i vincitori dell’ultima edizione Carlo Valente, Elisa Erin Bonono e Amarcord e con loro Diodato, che è stato ospite speciale all’ultimo festival. Durante il concerto interverrà inoltre la vice presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti, che presenterà fra l’altro la campagna #CORAGGIO, dedicata alle persone che difendono i diritti umani e che stanno subendo un livello senza precedenti di persecuzioni, intimidazioni e violenze.

Ma già dal 30 settembre, presso la Galleria Molinella, ci sarà la presentazione dell’opera multimediale “Inalienabile – Musica e Diritti Umani”, un progetto di immagini e riflessioni a cura del collettivo RuheTag e realizzato per “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”. “Inalienabile” è un percorso sul rapporto tra musica e diritti umani. Un’opera multimediale dal forte impatto emotivo, che vede alternarsi fotografie, voci, luci, video, musiche, con la partecipazione di musicisti come Francesco Guccini, Nada, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Edoardo Bennato, Piotta, Modena City Ramblers, Roy Paci, Simone Cristicchi. Direzione creativa: Silva Rotelli; progetto grafico: Davide Falzone; colonna sonora: Julia Kent.

Durante le giornate di Faenza saranno presenti poi anche altri musicisti legati a Voci per la libertà, come Riky Anelli (finalista a Voci per la Libertà 2015) che venerdì 29 settembre sarà ospite della serata dedicata a Lucio Battisti e Massimo Francescon Band (vincitore del Premio Web 2017) che si esibirà sabato 30 settembre al Palco Corona Cocktail Plaza.

Il legame tra Voci per la Libertà e il Mei è ormai storico: a partire dal 2003, anno in cui il festival è stato premiato dal Meeting come ‘Miglior festival dell’anno’, fino ad oggi il Mei è sempre stato al fianco del festival, supportandolo e collaborandovi.

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Il festival “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz”, dopo aver chiuso i battenti di un’edizione straordinaria, regala ancora emozioni musicali. Nella storica Piazza del Nuraghe, questa sera, infatti, andrà in scena l’arrivederci alla prossima edizione, con la partecipazione straordinaria della Bandakadabra, la superlativa marching band che da anni accompagna e partecipa alla rassegna arresina, presentatasi ieri in anteprima al termine del concerto della Fire! Orchestra. Il rapporto che lega il festival alla Banda è ormai diventato amicizia, trascendendo il rapporto professionale, tanto che ogni ritorno della marching band torinese è salutato con gioia dall’intera comunità di Sant’Anna Arresi.

La grande festa è programmata a partire dalle ore 21.30, sino a tarda notte, ci sarà musica e divertimento per allontanare la malinconia che accompagna la fine del festival. Una chiusura in allegria che proietterà con la testa al futuro e alla prossima edizione. L’ingresso sarà gratuito ed aperto a chiunque voglia festeggiare i primi 30 anni di vita dell’associaizone culturale Punta Giara e del Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”.

Carlo Petrini, giornalista, fondatore di Slow Food, l’ha definita una “fanfara urbana”. Calzante definizione per una marching band che fa della città il suo panorama d’elezione e della strada non solo il luogo in cui esibirisi, ma anche dove tratte ispirazione.

Nata nel 2005 a Torino, la Bandakadabra ha saputo percorrere negli anni un percorso artistico che l’ha portata prima a esplorare le sonorità della musica balcanica e mitteleuropea, per poi approdare su un repertorio originale, in cui prevale l’influenza jazz e latin.

I brani sono composti da Massimo Rossi, sassofonista della band con una sensibilità artistica poliedrica, capace di spaziare tra generi diversi con intelligenza e raffinatezza.

Nel 2013 il gruppo cambia pelle, stile e formazione: alcuni componenti lasciano la band che si arricchisce di giovani musicisti con una solida esperienza live (Africa Unite, Sweet Life Society, Persiana Jones).

L’elemento teatrale resta affidato alla verve dissacrante dell’istrionico percussionista Gipo Di Napoli, front-man storico del gruppo. La Bandakadabra inizia così a offrire spettacoli ironici e surreali, dove la musica si unisce all’improvvisazione e al teatro. Il risultato di questa sovrapposizione di stili è uno show musicale trascinante che in pochi mesi raggiunge le 60 repliche in giro per l’Italia e all’estero.

L’avvenuta maturazione del gruppo è inoltre testimoniata dal livello delle collaborazioni realizzate negli anni: oltre ad aver ospitato nei suoi live Carlo Actis Dato, Gianluigi Carlone (Banda Osiris) e Roy Paci, nel 2013 la fanfara torinese inizia a lavorare con i Marta sui Tubi, uno dei gruppi più interessanti della scena musicale italiana, il poeta Guido Catalano, autore di composizione ironiche e stralunare, e Fabio Barovero, musicista, compositore e produttore artistico.

Capace di affrontare sia concerti itineranti che da palco, la Bandakadabra ha prodotto due album ed è stata coinvolta nelle registrazioni del live dei Marta sui Tubi nella raccolta “Balkanica!” dei FeelGoodProductions nel disco di natale pubblicato da Federico Siriani, nelle colonne sonore dell’ultimo film di Davide Ferrario, scritte da Fabio Barovero, e nel disco d’esordio della Banda Elastica Pellizza, vincitrice della Targa SIAE Tenco nel 2009.

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Musica Ex Machina (4) Musica Ex Machina

Domani (domenica 24 maggio) a Cagliari, due diversi appuntamenti con la rassegna “Forma e Poesia nel Jazz” al Lazzaretto il centro d’arte e cultura nel quartiere Sant’Elia.

In mattinata, a mezzogiorno, l’organetto di Efisio Puddu porta i suoni della tradizione sarda nel secondo evento della serie “Con Fusion”, un progetto nato da un’idea della Cooperativa Sant’Elia 2003, Sustainable Happiness e Forma e poesia nel Jazz, che accosta musica e installazioni artistiche: all’altezza dell’arco di ingresso del Lazzaretto, con la “Cornice alternativa” dell’artista sarda Kippy La Rue (al secolo Francesca Pillai).

In serata, invece, la terrazza del centro culturale ospita Musica Ex Machina, in concerto a partire dalle 20.00 (con ingresso gratuito). Fondato nel 2006, il gruppo di Guido Coraddu (pianoforte), Francesco Bachis (tromba), Mauro Sanna (basso elettrico) e Simone Sedda (batteria) propone un repertorio di brani originali all’insegna del jazz e dell’improvvisazione ma aperto all’esplorazione di generi e stili differenti. Oltre a essersi esibiti in svariati contesti nazionali e internazionali, riscuotendo significativi riscontri, i Musica Ex Machina contano cinque CD all’attivo e collaborazioni con artisti come Louis Sclavis, Roy Paci, Daniele Sepe, Marco Rovelli, Victor See Yuen, Cecilia Smith, Kenny Brawner, Fred Johnson. È dell’anno scorso “La notte che arrivò l’inverno”, nove storie tratte da “il Maestro e Margherita” di Bulgakov, disegnate da Francesco Frongia, illustratore e autore di fumetti cagliaritano che vive e lavora a Firenze, e musicate dal quartetto sardo: un libro a fumetti più CD, edito dalla Kleiner Flug di Scarperia (FI) e presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino, dal quale è stato tratto un omonimo spettacolo che consiste nella lettura di alcuni dei racconti, suonati e disegnati dal vivo da Francesco Frongia e dai Musica ex Machina.

Prossimo appuntamento con la rassegna “Forma e Poesia nel Jazz” giovedì 28 al “Jazzino”: di scena al jazz club in via Carloforte, a partire dalle 21,45, il CGJ Collective, formazione nuorese nata nel 2013 per impulso del festival Cala Gonone Jazz e dell’associazione culturale Intermezzo, con la collaborazione di Antonio Ciacca.