21 November, 2024
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Bruno Rombi è morto il 27 aprile scorso all’età di 89 anni, a Genova, dove viveva dal 1962; era nato nel 1931 a Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco dell’arcipelago del Sulcis, “enclave” linguistica tabarchina (variante della “lingua” ligure).

È stato poeta, scrittore, giornalista, traduttore, pittore, legato alla Sardegna ed al suo paese natale (dove ritornava ogni estate), intellettuale sempre schierato a fianco dei Circoli degli emigrati sardi nell’Italia continentale.

Ho conosciuto Bruno Rombi a Pavia nel novembre 1986 proprio in qualità di delegato del Circolo “Sarda Tellus” di Genova al quarto Congresso della Lega Sarda.

Davanti ai rappresentanti di 25 Circoli di emigrati isolani (tante erano allora le associazioni sarde nell’Italia continentale che facevano parte della “Lega”) pronunciò un discorso di alto livello sottolineando comunque autoironicamente il fatto che non era interessato a cariche dirigenziali, ma che non intendeva rinunciare alla sua fama di “rombiscatole” (ho potuto rileggere il suo intervento perché in queste ultime settimane ho completato la trascrizione al computer di questi atti congressuali, che spero possano essere pubblicati in  un volume a stampa).

Bruno Rombi non aveva peli sulla lingua e non nascondeva verità scomode: mi regalò una copia del suo pamphlet di qualche anno prima “Perché i sardi sono così divisi: testo della conferenza tenuta a Genova presso la ‘Sarda Tellus’, associazione democratica lavoratori emigrati, domenica 17 ottobre 1982” (Genova, Lanterna, pp. 28, 1983).

Lascio ad altri il compito di ricordare Rombi per le sue opere letterarie (narrazioni, studi critici e soprattutto poesie, tradotte in francese, inglese – diffuse in questa versione anche in India -, spagnolo, polacco, maltese, rumeno, macedone, greco, sloveno, catalano, corso, portoghese, urdu, arabo ed albanese, oltre che in latino: l’elenco lo ha stilato Giovanni Mameli) e per la sua intensa attività di pittore.

In questo contributo voglio soffermarmi sugli apporti culturali con i quali questo uomo di grande sensibilità, anche se indubbiamente “spigoloso”, ha arricchito l’attività delle associazioni degli emigrati sardi, collocandosi sempre accanto ai  fratelli-corregionali de “su disterru” e facendo proprie le loro istanze e rivendicazioni anche materiali.

Seguendo i suoi scritti e gli articoli che lo riguardano apparsi dal 1976 al 2010 nelle pagine del mensile Il Messaggero Sardo” cartaceo, vediamo che compare alla ribalta innanzitutto come poeta e poi come appassionato degli studi sulla lingua sarda (lui, di “madre-lingua” tabarchina, era ultrasensibile alle questioni delle minoranze  linguistiche), sul matriarcato in Sardegna, su nomi e cognomi della Sardegna, su emigrazione e razzismo (questi articoli sono legati a conferenze sui vari temi organizzati dal “suo” Circolo, il “Sarda Tellus” di Genova).

Manlio Brigaglia recensisce il suo libro su “Sebastiano Satta. Vita e opere” (Genova, marzo 1983) mentre Giovanni Mameli passa in rassegna scrupolosa le successive opere di Rombi: “Un anno a Calasetta” (prima edizione Genova, 1988; poi Sassari, Carlo Delfino, 2006); le raccolte di poesie “Un amore” (1992) e “Il battello fantasma” (2001); il secondo romanzo di Rombi (il primo era stato “Una donna di carbone”, Condaghes 2004) intitolato “Un oscuro amore” (Condaghes, 2009).

Un bilancio della sua produzione poetica, dal 1965 (data della sua prima raccolta, pochi anni dopo il suo trasferimento a Genova) al 2012 è stata  edita nel volume “Il viaggio della vita” (editore Le Mani di Recco, 2012, 330 pagine).

Molte opere di poesia e di prosa (comprese le ultime narrazioni: il romanzo “Il labirinto del G8” ed il racconto “L’ultima vestizione”, rispettivamente Condaghes 2011 e 2018) sono state presentate nella “Sarda Tellus” ma anche in altre associazioni di sardi emigrati, dove è stato spesso chiamato ad illustrare i risultati dei suoi studi critici sui Grandi della letteratura sarda: tra gli altri, Sebastiano Satta, Grazia Deledda, Salvatore Cambosu, Salvatore Satta, Giuseppe Dessì, Francesco Masala, Antonio Puddu, Angelo Mundula.

Personalmente lo portai nei Circoli sardi di Pavia e di Saronno a parlare di Sebastiano Satta, in occasione della ripubblicazione (presso Condaghes) della sua monografia sul poeta-vate nuorese, uscita in prima edizione, come si è detto, nel 1983.

Nota finale. Ho letto la notizia comparsa su questo sito in cui è stato messo in evidenza il forte legame di Bruno con il paese natìo:

https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2020/04/calasetta-ricorda-il-grande-concittadino-bruno-rombi-morto-a-genova-alleta-di-89-anni/

Personalmente vorrei aggiungere in questa occasione – richiamando un mio articolo in memoria apparso su questo sito – un breve cenno ad una personalità culturale sardo-genovese, amica di Bruno Rombi e, come lui, dei sardi emigrati: Lina Aresu:

https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2018/07/ricordo-della-scrittrice-lina-aresu-nuoro-16-gennaio-1938-chiavari-ge-15-giugno-2018-di-paolo-puilina/

Le “vite parallele” di questi due scrittori sardo-genovesi e le loro numerose opere (più di 40 per ciascuno) meriteranno in futuro di essere commemorate in una giornata di studi da organizzarsi da parte della comunità dei sardi emigrati.

Qui mi limito a rammentare che nel marzo 2004 Rombi presentò, sempre alla “Sarda Tellus”, il romanzo storico di appendice “Ritedda di Barigau. Bozzetto ogliastrino” del maestro di Semestene (Sassari) Marcello Cossu, edito nel 1885 dalla Tipografia Sociale di Vacca-Mameli di Lanusei. Una bella amicizia tra loro due, che hanno condiviso con un chiavarese doc, il docente di materie letterarie Marcello Vaglio, e con il sottoscritto, sardo trapiantato in provincia di Pavia.

Paolo Pulina

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Prosegue la rassegna Botti di Natale 2019, organizzata da Origamundi al Teatro delle Saline di Cagliari.

Venerdì 20 dicembre, alle 21.00, Teatro Tragodia ed Effimero Meraviglioso portano in scena “Istos”, testo di Virginia Garau per la regia di Maria Assunta Calvisi.

Lo spettacolo si ispira alla leggenda riportata da Salvatore Cambosu nel suo libro “Miele amaro” dal titolo “Il cervo in ascolto” dove sono presenti elementi fantastici attraverso i quali si racconta la nascita della tessitura in Sardegna e come si è propagata nelle varie zone assumendo colori e raffigurazioni tipici differenziati.

In scena la storia di una madre che nel momento in cui apprende la notizia della morte del marito a caccia del cervo, mette al mondo tre figlie femmine che, nel corso della rappresentazione, crescono attraversando le fasi dell’infanzia, della adolescenza fino alla maturità di donne così da poter intraprendere un percorso che le porterà a diffondere l’arte della tessitura e a vivere autonomamente e pienamente la loro vita. Nel corso dello spettacolo si snodano le filastrocche, i giochi, i racconti della madre (eternamente giovane a sottolineare la natura irreale e quasi mitica di questo personaggio), le invenzioni di storie giocose delle figlie, il sogno di un amore atteso e vagheggiato. La figura del cervo che irrompe a tratti nella scena, misterioso e ambiguo, a tratti sensuale o minaccioso, presente o evocato a rappresentare quello che in Sardegna si racconta anche attraverso il carnevale: legame stretto fra la vita e la morte, Eros e Thanatos.

Lo spettacolo, a volte drammatico, a volte gioioso e fiabesco, altre riflessivo e profondo, racconta attraverso la tessitura il dipanarsi della vita, la costruzione della storia e della tradizione di un popolo. A cucire tutto il grande telaio che racchiude parole, canti, emozioni.

Le musiche originali sono di Rossella Faa, la penna grafica che sottolinea le varie espressioni artistiche della tessitura di Carol Rollo, i costumi evocativi e non legati alla tradizione di Caterina Peddis. A sottolineare momenti salienti le percussioni di Massimo Perra. Sul palco, con la regia di Maria Assunta Calvisi, ci saranno le attrici Rossella Faa, Daniela Melis, Carmen Porcu, Giulia Giglio.

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L’associazione culturale Origamundi porta sul palco del  Teatro delle Saline di Cagliari la rassegna Botti di Natale 2019, cinque spettacoli in scena dal 17 al 21 dicembre 2019.                                          

Lo spettacolo che martedì 17 dicembre alle 21.00 apre la rassegna sarà “Ridi che ti passa!”, una produzione Origamundi di e con Marta Proietti Orzella e con i NoiseOFF. Remake dei fortunati “Fritto misto e baccalà” e “Riso al salto”, questo spettacolo comico-musicale propone una carrellata di sketches e parodie scimmiottando in senso ironico e bonario il mondo del Caffè Concerto, del Varietà, della Rivista, dell’Avanspettacolo. Marta Proietti Orzella ripropone con  humor la strampalata sessuologa di Anna Marchesini che, provocando nel pubblico risate a profusione, dipinge con toni macabri il sesso all’interno del matrimonio. E ancora Giorgio Gaber, Carlo Verdone, Monica Vitti, senza tralasciare l’irresistibile Gigi Proietti.

“Ridi che ti passa!” è anche un colorato collage di canzoni (Mina, Paolo Conte e altri brani molto conosciuti), eseguiti dal gruppo NoiseOff, con Luca Pauselli (Chitarra), Michele Secchi (Basso), Alessandro Atzori (Batteria), Anna Lisa Mameli (Voce). L’obiettivo è quello di presentare al pubblico uno spettacolo all’insegna del buonumore.

Seguirà mercoledì 18, sempre alle 21.00,Concerto con musiche di Vivaldi – Bach – Handel, dell’associazione Incontri Musicali, sul palco Ettore Agati e Giacomo Medas propongono:

Giovedì 19, alle 17.30, sarà la volta dello spettacolo “Natale in pericolo…il ritorno della Strega Gelo”, produzione La Bottega dei Teatranti scritta e diretta da Ivano Cugia, in scena Erika Carta e Giovanni Trudu.

Venerdì 20, alle 21.00, in scenaIstos, coproduzione  Effimero Meraviglioso – Tragodia ispirata alla leggenda che racconta la nascita della tessitura in Sardegna, riportata da Salvatore Cambosu nel suo libro “Miele amaro”. Il testo dello spettacolo è di  Virginia Garau, la  regia di Maria Assunta Calvisi; in scena Rossella Faa, Giulia Giglio, Daniela Melis, Massimo Perra, Carmen Porcu.

Chiudono la rassegna sabato 21, sempre alle 21.00, Artisti Fuori Posto con Come bestie allo zoo di Filippo Salaris, con Alessandro Pani, Filippo Salaris e Francesca Saba.

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Oggi nella sala conferenze della biblioteca regionale, a Cagliari, è stato presentato in conferenza stampa il progetto Memory Wefts, finanziato tramite Bando IdentityLAB_2 internazionalizzazione delle imprese culturali sarde e alla valorizzazione del patrimonio identitario della Sardegna – Regione Autonoma della Sardegna- Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e Bando ROL (Arte, Attività e beni culturali) della Fondazione di Sardegna per l’annualità 2019.

Un progetto dell’ATI TRAMAS, formata da Teatro Tragodia di Mogoro (capofila), l’Effimero Meraviglioso di Sinnai e ditta Luigi Spano, ideato e progettato in collaborazione con Lara Melis e Ismaele Marongiu.

Il progetto, dal nome inglese che significa Trame di Memoria, ha come obiettivo quello di riscoprire la storia locale raccontando la tessitura tradizionale sarda ad un pubblico internazionale attraverso uno spettacolo teatrale evocativo, multidisciplinare, fatto di gesti, danze e di suoni, ispirato al racconto “Il cervo in ascolto” di Salvatore Cambosu, che narra in chiave allegorica la nascita delle varie tradizioni tessili della Sardegna.

Il cuore del progetto è lo spettacolo Istós (in  greco telaio),  composto da vari prodotti culturali che consentono agli spettatori di entrare completamente nel mondo delle tessitrici sarde da diverse prospettive. Parti essenziali del progetto sono: lo spettacolo in sé e la musica inedita realizzata ad hoc per lo spettacolo e suonata dal vivo; le scenografie, costruite anche con tappeti e arazzi realizzati da una selezione dei migliori artigiani del settore, che diventeranno una mostra visitabile sul palco alla fine dello spettacolo; i costumi, ispirati alle varie tradizioni tessili dell’Isola; uno show realizzato con la penna grafica che verrà proiettato durante lo spettacolo per stupire il pubblico; il Mondo Nuovo (strumento di pre-cinema), che sarà visionabile prima e dopo lo spettacolo.

Fiore all’occhiello del progetto è il videogioco narrativo, la cui pubblicazione sulle piattaforme Android e IOS è prevista per dicembre 2019,  che porterà l’utente in un viaggio alla scoperta della tessitura tradizionale sarda attraverso un percorso fatto di luoghi, personaggi e tradizioni identitarie della Sardegna.  Legato allo spettacolo teatrale, è anch’esso ispirato al racconto di Cambosu ma ambientato in epoca contemporanea. Il videogioco sarà progettato anche in ottica turistica e promosso nei vari luoghi dell’Isola protagonisti del viaggio interattivo.

«Abbiamo voluto dare dei tratti innovativi al videogioco inserendo tra i personaggi  delle persone reali», sottolineano i progettisti Ismaele Marongiu e Lara Melis. «Gli utenti potranno contattarle e incontrarle di persona, per prenotare una visita guidata o un’altro tipo di esperienza che gli consenta di conoscere meglio i luoghi di questo viaggio e quindi la cultura identitaria dell’Isola.»

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La Fondazione “Salvatore Cambosu” e il comune di Orotelli, col contributo della Regione Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport – organizzano la seconda edizione del Premio nazionale biennale Salvatore Cambosu.

Regolamento

Articolo 1

La Fondazione “Salvatore Cambosu” allo scopo di stimolare la lettura, la conoscenza e la ricerca relative alle opere e al pensiero di Salvatore Cambosu, divulgandone e approfondendone il messaggio culturale, storico e umano, bandisce la seconda edizione del Premio Biennale dedicato allo scrittore.

Articolo 2

La partecipazione è aperta a scrittori e giornalisti in lingua italiana

Articolo 3

La partecipazione è gratuita. Ciascun partecipante si farà carico delle spese per la spedizione della propria opera alla Fondazione, nel numero di copie stabilito.

Articolo 4

Il concorso si articolerà nelle sezioni seguenti:

? Sezione A

Sezione riservata a un’opera di narrativa (romanzo; raccolta di racconti).

I volumi devono essere pubblicati in data successiva al 31 gennaio 2015. Le opere dovranno essere in prima edizione.

Le opere da inviarsi saranno nel numero di otto copie, pari a quello dei componenti della Giuria, più due destinate all’archivio della Fondazione. All’esterno della busta il concorrente dovrà precisare a quale delle due sezioni intende partecipare.

? Sezione B

Sezione riservata a un reportage giornalistico inedito, relativo a immagini, tradizioni, luoghi finora taciuti o sconosciuti o poco conosciuti al vasto pubblico.

Partecipanti: la partecipazione è aperta a giornalisti professionisti e pubblicisti, iscritti all’Ordine dei Giornalisti.

Caratteristiche delle opere:

Dimensione: non dovranno eccedere le 10.000 battute complessive, spazi inclusi.

Formato: opere da inviarsi, in busta chiusa, in formato cartaceo in numero di otto copie, pari a quello dei componenti della Giuria, più due destinate all’archivio della Fondazione. All’esterno della busta il concorrente dovrà precisare a quale delle due sezioni intende partecipare.

•Sezione C

La Fondazione si riserva di attribuire un riconoscimento a una personalità che si sia distinta in campo artistico o letterario.

Articolo 5

Le opere a concorso dovranno essere inviate a mezzo raccomandata a/r, o consegnate personalmente, entro il 15 dicembre 2015, nel numero di 8 copie per ciascuna sezione, alla:

Fondazione Salvatore Cambosu

Corso Vittorio Emanuele, 74

08020 OROTELLI

Non verranno prese in considerazione, e la Fondazione in alcun modo risponderà della loro conservazione e/o restituzione al singolo partecipante, opere inviate o consegnate fuori dal

periodo di tempo sopra specificato (non si terrà conto a questo fine della data di spedizione risultante dal timbro postale, ma di quella di effettiva consegna presso il destinatario), che risultino difformi dai requisiti tecnici individuati per le singole Sezioni a concorso e/o in un numero di copie inferiori a 8.

Le opere dovranno essere accompagnate da una nota nella quale il singolo partecipante dovrà indicare i propri dati anagrafici (luogo e data di nascita, residenza, recapito telefonico, indirizzo e mail, e codice fiscale), specificare a quale delle due Sezioni intende partecipare, così come precisato nel precedente articolo 4.

Il materiale inviato non verrà restituito.

Articolo 6

Con la partecipazione al concorso, il concorrente accetta integralmente le norme del presente Regolamento e autorizza la Fondazione Salvatore Cambosu al trattamento dei propri dati personali nei termini consentiti dal D.Lgs. 196/2003.

I dati personali verranno trattati, esclusivamente per finalità connesse con il Premio biennale, con modalità informatiche e/o cartacee, per essere utilizzati in base ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della riservatezza e dei diritti, secondo le modalità del D.Lgs 30 Giugno 2003 n. 196 Codice in materia di protezione dei dati personali . Il titolare del trattamento dati è la Fondazione Salvatore Cambosu. A tal fine, in calce alle note di accompagnamento all’opera di cui al precedente articolo 3, dovrà essere inserita, a pena di validità stessa della partecipazione, la seguente dichiarazione:

Ai sensi e per gli effetti del D.Lgs 30 giugno 2003, n. 196, autorizzo il trattamento dei miei dati secondo le modalità indicate nell’articolo 4 del Regolamento del “Premio Biennale Salvatore Cambosu”.

L’utente godrà dei diritti previsti dall art. 7 del Codice in materia di protezione dei dati personali, in particolare il diritto di ottenere la conferma dell’ esistenza o meno dei dati personali che lo riguardano e la loro comunicazione; l’indicazione dell’origine, l’aggiornamento, la rettificazione, l’integrazione e la cancellazione dei dati. L’utente ha il diritto di opporsi, per motivi legittimi, al trattamento dei suoi dati. Per avvalersi di tali diritti potrà indirizzare apposita richiesta alla Fondazione Salvatore Cambosu.

Articolo 7

Ciascun partecipante della Sezione B è personalmente ed esclusivamente responsabile di fronte alla legge per plagio e/o per eventuali contenuti diffamatori e/o comunque contrari a norme imperative della propria opera. I partecipanti, ciascuno per la propria opera, manterranno, in ogni caso, indenne la Fondazione Salvatore Cambosu da qualsiasi pretesa di pagamento dovesse esserle rivolta direttamente da chi si dovesse assumere in qualche modo leso e/o danneggiato dalle medesime opere a concorso.

Articolo 8

La Giuria sarà composta di 6 membri, ivi compreso il Presidente, tre per la prima sezione del concorso, tre per la seconda, nominati dal Consiglio direttivo della Fondazione. I nominativi dei componenti della giuria, il cui operato è inappellabile e insindacabile, verranno resi noti dalla Fondazione Salvatore Cambosu mediante loro pubblicazione sul sito internet: www.fondazionecambosu.it e comunicati stampa.

Si passerà, quindi, alla valutazione delle opere e alla predisposizione della graduatoria. A questo fine ogni Giurato indicherà le tre opere che ritiene maggiormente meritevoli, in forma e modi che garantiscano libertà di giudizio, piena autonomia e rigorosa trasparenza. Si determinerà così una graduatoria con la quale sarà possibile identificare i tre vincitori.

Articolo 9

Entro febbraio 2016, i componenti della Giuria dovranno trasmettere, via e mail o per posta prioritaria, al Presidente della Giuria (e alla Segreteria del Premio)un motivato giudizio sulle tre opere meritevoli di ammissione finale. Dopo aver individuato le terne, se necessario, la Giuria si riunirà, su convocazione del Presidente, per la scelta delle opere vincitrici.

Articolo 10

La proclamazione del vincitore e la specificazione della collocazione in graduatoria dei primi tre classificati delle due sezioni a concorso avverrà in occasione della cerimonia di premiazione di cui

al successivo articolo 12.

Articolo 11

Non è ammessa l’assegnazione ex-aequo dei Premi

Articolo 12

I primi classificati delle due sezioni di cui al precedente articolo 2, saranno premiati nel modo seguente:

Al primo classificato della Sezione A: Euro 2.500,00

Al primo classificato della Sezione B: Euro 2.500,00

Per l’assegnazione del Premio è necessario che l’autore finalista sia presente alla cerimonia di premiazione.

La premiazione avverrà nel corso di una o più manifestazioni che la Fondazione avrà cura

di organizzare e comunicare per tempo ai partecipanti, attraverso pubblicazione di apposito avviso sul sito internet: www.fondazionecambosu.it.

Articolo 13

Tutte le comunicazioni ai partecipanti al Premio biennale avverranno esclusivamente mediante avviso pubblicato sul sito internet della Fondazione: www.fondazionecambosu.it. Sarà cura dei partecipanti accedere periodicamente al medesimo sito per verificare l’eventuale pubblicazione di nuovi avvisi sul concorso in via di svolgimento.

Nessuna contestazione potrà essere rivolta alla Fondazione per la mancata lettura di uno o più dei medesimi avvisi da parte dei partecipanti.

La Fondazione si riserva, in ogni caso, la possibilità di pubblicare avvisi sui principali quotidiani regionali e/o di inviare comunicazioni dirette ai singoli partecipanti

Articolo 14

La divulgazione della conoscenza del Premio, avverrà attraverso l’acquisto di appositi spazi sui media locali, compresi i rispettivi siti Internet (giornali, televisione e radio), oltreché sui social network.

Articolo 15

Tutti i diritti del Premio sono riservati e l’uso del nome o delle immagini deve essere autorizzato dal Presidente della Fondazione Salvatore Cambosu

#Ricucire il mondo” è un progetto espositivo dei #Musei Civici di Cagliari e del #Museo MAN di Nuoro dedicato a Maria Lai (1919-2013), una delle figure femminili più importanti e affascinanti della storia dell’’arte italiana della seconda metà del Novecento. L’’esposizione, realizzata grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, propone un percorso cronologico e tematico strutturato in tre diverse sedi: il Palazzo di Città di Cagliari, il Museo MAN di Nuoro, il paese di Ulassai. Con più di trecento opere provenienti da raccolte sia pubbliche sia private, oltre che dalla collezione della famiglia, Ricucire il mondo è la prima retrospettiva completa dedicata all’artista.

Cagliari -– Palazzo di città (inaugurazione giovedì 10 luglio ore 19.00)

Il palazzo di città di Cagliari ospiterà la prima parte del progetto, a cura di Anna Maria Montaldo, direttrice dei Musei Civici, dedicato alla produzione dell’’artista dagli anni Quaranta alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso. Il percorso espositivo, articolato in aree tematiche, muove dal cospicuo corpus di disegni, realizzati a penna o matita a partire dai primi anni Quaranta, per arrivare alle tempere dedicate al tema del lavoro femminile, alla produzione ispirata alla tessitura (lavagne, libri cuciti, geografie), fino ai paesaggi, le terrecotte, i pani, i presepi e i telai degli anni Settanta, centrali nella produzione dell’’artista. La parte cagliaritana della mostra sarà arricchita dalla presentazione di materiale documentario, interviste e filmati d’archivio a ricostruire alcune tra le tappe più significative del percorso creativo dell’’artista. Tra questi anche il celebre video della performance collettiva Legarsi alla montagna, realizzata a Ulassai nel 1981, lavoro chiave nello sviluppo dei linguaggi dell’’artista, identificato come possibile elemento unificante le tre sedi del progetto.

Nuoro -– Museo MAN (Inaugurazione venerdì 11 luglio ore 19.00)

Il MAN di Nuoro ospiterà la seconda parte della mostra, a cura di Barbara Casavecchia e Lorenzo Giusti, direttore del museo, dedicata alla produzione di Maria Lai successiva ai primi Ottanta, un momento di particolare intensità creativa per l’artista, portato avanti in sintonia con gli sviluppi delle coeve ricerche internazionali di ambito performativo, relazionale e pubblico. Oltre a Legarsi alla montagna, la celebre azione collettiva del 1981, in mostra saranno presentati alcuni tra i principali interventi ambientali realizzati successivamente, da La disfatta dei varani (Camerino, 1983) a Essere è Tessere (Aggius, 2008). La mostra ricostruisce le tappe principali di questo percorso tramite opere, materiali documentari, foto e video, intrecciandole alla ricerca svolta da Lai nell’’ambito del teatro e della performance. Un altro elemento nodale del percorso espositivo (che comprende alcune importanti serie di lavori, tra cui Lenzuoli, Libri cuciti e d’artista, Geografie e Telai) è la relazione con il mondo dell’’infanzia e della didattica, esplorata da Maria Lai tramite la produzione di fiabe, libri, giochi e laboratori, volti a coinvolgere nella riflessione sul potenziale liberatorio dell’’arte ogni genere di pubblico, fino dalla più giovane età.

Claudia Losi & Antonio Marras – Come piccole api operaie

Un progetto speciale, frutto di una collaborazione tra l’artista Claudia Losi e lo stilista Antonio Marras, amico e collaboratore di Maria Lai, unisce idealmente le sedi di Cagliari e Nuoro. A Cagliari l’intervento collega la facciata del museo e le vie circostanti con l’interno di una sala al piano terra, dove un’opera di Lai sarà visibile anche durante la notte. A Nuoro, una tessitura di fili metallici partirà dall’esterno del MAN per attraversarne mura e finestre, fino a “legare” alle pareti una galassia di piccoli oggetti (cartoncini d’auguri, grafiche, gioielli, stoffe, ricami), realizzati da Maria Lai nel corso della propria vita e donati ad amici e parenti, ricostruendone il ruolo di artista attiva nella propria comunità, che generosamente condivide e “disperde” la propria opera.

Ulassai – – Una stazione per l’’arte (inaugurazione sabato 12 luglio ore 11.30)

Terza sede del progetto è il paese di Ulassai, che, in occasione delle mostre di Cagliari e Nuoro, con il coordinamento di Cristiana Giglio, direttore della “Stazione dell’’Arte”, presenta due occasioni di visita. La prima coinvolge gli spazi dell’’antica stazione ferroviaria, oggi sede del museo dedicato a Maria Lai, dove, per la prima volta dalla sua apertura, avvenuta nel 2006, le sale saranno riallestite secondo il progetto originale, ideato dalla stessa Maria Lai, con uno spazio dedicata alle carte geografiche, uno con gli omaggi ai maestri (Salvatore Cambosu, Giuseppe Dessì, Arturo Martini) ed una ospitante l’’installazione Invito a tavola. La seconda occasione di visita riguarda invece gli interventi ambientali nel paese di Ulassai, realizzati a partire dai primi anni Ottanta. Il giorno dell’’inaugurazione una navetta collegherà i diversi siti, dando la possibilità al visitatore di muoversi con facilità all’’interno di quello che può essere considerato un vero e proprio museo all’’aperto, con opere quali La strada delle capre cucite, Il gioco del volo dell’’oca, il Telaio soffitto del lavatoio e molti altri. Una nuova segnaletica faciliterà la visita, con percorsi a terra e cartelli illustrativi.

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