22 December, 2024
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Un gruppo di intellettuali ha proposto un appello alla mobilitazione per impedire la disgregazione dell’Unione europea. Noi condividiamo l’obiettivo di questo appello. Nel raccoglierlo abbiamo anche reso esplicite le motivazioni di chi, come noi, considera che i principi autonomistico e federalista debbano ispirare la costruzione dell’Unione europea e lo sviluppo della democrazia in Sardegna e in Europa.

La situazione dell’Italia si sta avvitando in una spirale distruttiva. L’alleanza di governo diffonde linguaggi e valori lontani dalla cultura europea e occidentale dell’Italia. Le politiche progettate sono lontane da qualsivoglia realismo e gravemente demagogiche. Nella mancanza di una seria opposizione, i linguaggi e le pratiche dei partiti di governo stanno configurando una sorta di pensiero unico, intriso di rancore e di risentimento. Il popolo è contrapposto alla casta, con un’apologia della rete e della democrazia diretta che si risolve, come è sempre accaduto, nel potere incontrollato dei pochi, dei capi. L’ossessione per il problema dei migranti, ingigantito oltre ogni limite, gestito con inaccettabile disumanità, acuisce in modi drammatici una crisi dell’Unione europea che potrebbe essere senza ritorno.

L’Europa è sull’orlo di una drammatica disgregazione, alla quale l’Italia sta dando un pesante contributo, contrario ai suoi stessi interessi. Visegrad nel cuore del Mediterraneo: ogni uomo è un’Isola, ed è ormai una drammatica prospettiva la fine della libera circolazione delle persone e la crisi del mercato comune.

È diventata perciò urgentissima e indispensabile un’iniziativa che contribuisca a una discussione su questi nodi strategici. In Italia esiste ancora un ampio spettro di opinione pubblica, di interessi sociali, di aree culturali, disponibile a discutere questi problemi e a prendere iniziative ormai necessarie. Perché ciò accada è indispensabile individuare, tempestivamente, nuovi strumenti in grado di ridare la parola ai cittadini che la crisi dei partiti e la virulenza del nuovo discorso pubblico ha confinato nella zona grigia del disincanto e della sfiducia, ammutolendoli.

Per avviare questo lavoro – né semplice né breve – è indispensabile chiudere con il passato e aprire nuove strade all’altezza della situazione, con una netta ed evidente discontinuità, rovesciando l’idea della società liquida, ponendo al centro la necessità di una nuova strategia per l’Europa, denunciando il pericolo mortale per tutti i paesi di una deriva sovranista, che in parte è anche il risultato delle politiche europee fin qui condotte.

C’è una prossima scadenza, estremamente importante, che spinge a mettersi subito in cammino: sono ormai alle porte le elezioni europee. C’è il rischio che si formi il più vasto schieramento di destra dalla fine della seconda guerra mondiale. La responsabilità di chi ha un’altra idea di Europa è assai grande. Non c’è un momento da perdere. Tutti coloro che intendono contribuire all’apertura di una discussione pubblica su questi temi, attraverso iniziative e confronti in tutte le sedi possibili, sono invitati ad aderire.

A questo appello, proposto da Massimo Cacciari, Enrico Berti, Michele Ciliberto, Biagio de Giovanni, Vittorio Gregotti, Paolo Macrì, Giacomo Manzoni, Giacomo Marramao, Mimmo Paladino, Maurizio Pollini, Salvatore Sciarrino, apportiamo le nostre ragioni di autonomisti e federalisti.

L’Unione Europea è una costruzione ancora imperfetta, che attraversa un momento di seria difficoltà, ma non dobbiamo dimenticare il ruolo fondamentale che essa ha svolto nel promuovere la preservazione della pace e l’affermazione dei diritti di cittadinanza, lo sviluppo economico e la stabilità monetaria. La crisi attuale può essere superata soltanto con il suo rafforzamento politico, nella prospettiva di una costituzione federale, capace non solo di contemperare gli interessi dei diversi stati e nazioni, ma di porre al centro dell’azione di governo i diritti civili e sociali di tutte le popolazioni, portando inoltre a Bruxelles e Strasburgo la voce delle autonomie regionali e locali.

Delle conquiste e valori dell’Unione Europea sono buoni testimoni, anche in Sardegna, i nostri giovani, quando sono coinvolti nei programmi europei di mobilità studentesca, quando prestano servizio in Università e centri di ricerca, enti ed imprese dei Paesi dell’Unione, o quando sono comunque costretti a emigrare e si trovano a progettare il loro futuro in un orizzonte di promesse e aspettative che per loro è ormai soltanto europeo, senza che per questo debbano rinunciare a coltivare la propria identità di sardi e di italiani.

La Sardegna ha peraltro largamente beneficiato e continua a beneficiare, in molteplici forme, di finanziamenti europei erogati alle regioni più svantaggiate sulla base del meccanismo redistributivo delle risorse comunitarie previsto da quel medesimo trattato d Maastricht che ha introdotto l’euro come moneta unica dell’Unione. La battaglia da fare in Sardegna non è contro l’Unione, ma per una maggiore integrazione europea, con il riconoscimento della condizione di insularità, una più equa rappresentanza nel Parlamento europeo, e una partecipazione più diretta – nel quadro di una evoluzione in senso federale – alle varie istanze del governo comunitario.

Le prossime elezioni europee sono imminenti e decisive per il futuro dell’Unione, che può essere messo a rischio dalla saldatura che sembra profilarsi tra tutte le componenti di una destra sciovinista, xenofoba e retrograda. Noi siamo per un’Europa riformata, ispirata dai principi dell’autonomismo e del federalismo, della solidarietà e dell’equità sociale.

Paola Atzeni, Salvatore Cherchi, Giovanna Medau, Gian Giacomo Ortu, Gianmario Demuro, Cristina Deidda, Ivana Russu, Antonangelo Casula, Antonello Pirotto, Mario Pinna, Benedetto Barranu, Vasco Decet, Carlo Prevosto, Carlo Marras, Paolo Russu, Roberto Murgia, Paolo Toxiri, Francesco Carboni, Daniela Piras

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Al controllo del mese di settembre 2018 risulta che il beneficio fiscale e contributivo di cui hanno effettivamente usufruito le piccole e micro imprese del territorio con la Zona Franca Urbana del Piano Sulcis, ammonta a 60.090.991 euro. Questo notevole sconto nelle tasse e nei contributi sociali da pagare ha riguardato 3.604 imprese, che hanno ricevuto per questa un considerevole e consistente aiuto a partire dal 2014.

La dotazione finanziaria del Piano Sulcis per la Zona Franca Urbana è di circa 125 milioni di euro. Le aziende hanno già utilizzato mediamente il 48 per cento delle risorse assegnate. Se questo vale mediamente, la situazione è diversa da azienda a azienda. Quelle più grandi, infatti, hanno usato molto più rapidamente lo sconto fiscale e contributivo. Qualche dettaglio: 912 imprese ne hanno usufruito per meno del 25 per cento, 579 imprese tra il 25 ed il 50 per cento, 478 imprese tra il 50 ed il 75 per cento e 1.635 imprese tra il 75 ed il 100 per cento.

I controlli effettuati hanno portato alla revoca del beneficio a 233 imprese per irregolarità, con un conseguente recupero di circa 6 milioni di euro.

Sul totale di 4.375 imprese ammesse al beneficio, 771 imprese non ne hanno mai usufruito. Si tratta di imprese inattive che bloccano però risorse per circa 23 milioni di euro. Queste risorse potrebbero essere sbloccate e riassegnate per un nuovo bando. Per fare questo serve però una disposizione di legge. Già in due occasioni in Parlamento sono stati proposti emendamenti al riguardo ma per varie ragioni non sono stati approvati. La prossima occasione potrebbe essere quella della legge di stabilità il cui esame inizierà nella seconda metà di ottobre.

«La zona franca urbana è una vera e propria zona franca fiscale per le piccole e micro imprese del Sulcis Iglesiente – ha commentato il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi -; bisogna revocare i 23 milioni bloccati da aziende inattive e assegnarli ad un nuovo bando anche per  includervi le nuove imprese nel mentre costituite.»

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Pres.Pigliaru-Sider Alloys

E’ stata decisiva la mediazione della Regione, questa mattina, tra Sider Alloys e sindacati, per la sottoscrizione di un verbale d’accordo sulle prossime tappe per il rilancio ed il riavvio dello smelter di Portovesme ex Alcoa. Il verbale è stato firmato al termine di un incontro svoltosi nel palazzo di viale Trento, a Cagliari, alla presenza del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, del coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, del presidente della Sider Alloys, Giuseppe Mannina, e dei sindacati confederali e di categoria. Tutti d’accordo sulla necessità di aprire un confronto articolato, in momenti successivi di approfondimento, sulle specifiche tematiche. Al riguardo, le parti hanno convenuto di istituire un tavolo tecnico permanente, composto dai sindacati e dai rappresentanti dell’azienda. Il primo incontro è previsto per mercoledì prossimo nello stabilimento di Portovesme. Saranno affrontati i criteri e le modalità di assunzione dei lavoratori, con particolare riferimento al bacino ex Alcoa e il tema della formazione professionale e della riqualificazione dei lavoratori. L’obiettivo è arrivare quanto prima alla predisposizione e sottoscrizione di un Accordo Quadro.

Di seguito il contenuto integrale dell’accordo:
«Le Parti convengono sulla necessità di aprire un confronto articolato in momenti successivi di approfondimento delle specifiche tematiche che tempo per tempo assumeranno rilevanza nell’ambito di una positiva e responsabile conduzione delle relazioni industriali finalizzata alla ricerca di soluzioni condivise  delle questioni poste, nel rispetto dei reciproci ruoli.
Al riguardo, le Parti hanno convenuto di istituire un tavolo tecnico permanente composto da una delegazione ristretta delle Organizzazioni Sindacali di categoria, oltreché dai rappresentanti della Società che si riuniranno periodicamente a partire dalla data indicata come di seguito e successivamente, a cadenza ciclica.
In particolare, le Parti si impegnano a discutere nel corso del primo incontro, i temi affrontati in data odierna che saranno definiti, nel merito, ovvero:
– criteri e modalità di assunzione con particolare riferimento al bacino ex Alcoa;
– formazione professionale e riqualificazione dei lavoratori.
Tutto quanto sopra, al fine di pervenire alla predisposizione e sottoscrizione di un Accordo Quadro.
Le Parti si danno atto del clima costruttivo sul quale parte il confronto e si aggiornano alla data del 18 luglio, alle ore 14.00, per dare avvio al tavolo concordato presso lo stabilimento di Portovesme».

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha ricevuto ieri pomeriggio a Villa Devoto l’amministratore delegato di Sider Alloys, Giuseppe Mannina, per fare il punto sugli investimenti e sul cronoprogramma relativi al riavvio dello smelter di Portovesme, ex Alcoa. All’incontro, richiesto dalla Presidenza, erano presenti anche l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras ed il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi.
Nel corso della riunione è emerso che è in fase conclusiva l’affidamento della commessa per l’ammodernamento degli impianti, per un investimento pari a 135 milioni di euro. L’azienda conta di partire con i lavori per il revamping entro metà settembre, periodo nel quale verranno anche assunti 50 lavoratori (i primi nove sono già stati assunti). A questo proposito, il presidente Pigliaru e l’assessore Piras hanno sottolineato l’esigenza che, compatibilmente con gli obiettivi dell’azienda, vengano tenute nella giusta considerazione le imprese locali. Lo stesso Pigliaru ha rinnovato la richiesta di presentazione del piano di investimento alle organizzazioni imprenditoriali per finalità di trasparenza e proprio per consentire la più ampia partecipazione, a condizioni di mercato, delle aziende del territorio. Richiesta che i vertici di Sider Alloys hanno accolto. La Regione, infine, ha evidenziato la necessità che l’azienda, quanto prima, incontri anche le organizzazioni sindacali per la discussione e l’esame dei temi di competenza.

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«È una straordinaria opportunità per le imprese: ci sono ben 96 lotti immediatamente disponibili, distribuiti su 65 ettari dell’area industriale di Porto Torres e Sassari, che possono essere utilizzati per nuovi insediamenti produttivi e per riqualificare il tessuto imprenditoriale della zona e, soprattutto, ci saranno risorse nazionali e regionali che potranno essere incanalate a sostegno dello sviluppo del territorio e della rinascita dell’intero nord ovest della Sardegna. È un’occasione che non possiamo lasciarci sfuggire.»
Lo ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, intervenendo alla Camera di Commercio di Sassari all’incontro organizzato da Regione e Invitalia per presentare alle amministrazioni locali, al Consorzio Industriale, alle associazioni di categoria e alle imprese la ‘call’ dedicata all’Area di crisi industriale complessa di Porto Torres che verrà pubblicata sui quotidiani il prossimo 5 giugno.
Il responsabile sviluppo e Crm di Invitalia, Corrado Diotallevi, e il referente per l’attuazione del piano di riconversione e riqualificazione industriale, Roberto Saba, hanno spiegato le modalità attraverso le quali le imprese interessate potranno manifestare a Invitalia la loro intenzione a presentare i progetti che, una volta raccolti, permetteranno di definire le risorse e gli strumenti agevolativi a sostegno delle imprese intenzionate a insediarsi nell’area. I programmi di investimento potranno riguardare la produzione di beni e servizi (creazione di impresa, creazione di nuova unità da parte di impresa esistente, ampliamento e diversificazione di unità esistente), programmi di investimento per la tutela ambientale, progetti di innovazione dei processi e della organizzazione, progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro e non oltre il 5 luglio di quest’anno. Domani, a Carbonia,  nella sala convegni della Sotacarbo,verrà presentato la ‘call’ per l’area di Portovesme, in via di pubblicazione il prossimo 8 giugno. All’incontro sarà presente anche il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi.
«Per il rilancio economico e sociale di Porto Torres e Portovesme, serve una forte sinergia tra le istituzioni dei territori e la Regione – ha sottolineato l’assessore Maria Grazia Piras -. Noi ci aspettiamo che le imprese presentino idee già mature e progetti cantierabili in tempi rapidi. Serve una partecipazione numerosa perché la qualità e la quantità delle proposte in campo determineranno successivamente l’ammontare delle risorse che saranno messe a disposizione sia dell’area di Porto Torres che di quella di Portovesme. È indispensabile quindi che i progetti di riqualificazione e reindustralizzazione si trasformino in tempi brevi in iniziative fattibili e concrete. Ci attendiamo che tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle associazioni di categoria, contribuiscano a un ampio lavoro di divulgazione. Le risorse messe in campo dalla Regione per sostenere il sistema imprenditoriale isolano – ha concluso l’assessore dell’Industria – sono ingenti, a partire da quelle previste nei bandi T1, Tt2 e T4. Ma l’importanza degli strumenti legislativi e finanziari delle Aree di crisi complessa è data dal fatto che si tratta di strumenti specifici, tarati proprio per quelle zone.»

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Saranno pubblicate sui quotidiani, i prossimi 5 e 8 giugno, le “chiamate” per le manifestazioni di interesse relative ai progetti di riconversione e riqualificazione industriale a Porto Torres e Portovesme promosse dal ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), la Regione Sardegna e Invitalia. Per presentare le opportunità offerte dagli strumenti legislativi in materia e informare i soggetti interessati sui dettagli delle “Call”, l’assessorato regionale dell’Industria ed Invitalia hanno organizzato due eventi. Il primo si svolgerà mercoledì 30 maggio, alle 15.00, alla Camera di Commercio di Sassari. Il secondo, invece, si svolgerà giovedì 31 maggio, alle 11.00, alla Sotacarbo, nella Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia.
All’incontro di Sassari parteciperanno l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, il referente della Regione Sardegna per la definizione e l’attuazione dei Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale, Roberto Saba, il responsabile sviluppo e Crm di Invitalia, Corrado Diotallevi, insieme ai referenti di Invitalia per le due aree di crisi. A Carbonia sarà presente anche il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi.
Il futuro delle due aree industriali è strettamente legato all’esito delle “chiamate”. Le imprese interessate potranno manifestare a Invitalia la loro intenzione a presentare progetti che avranno la possibilità di usufruire di contributi a fondo perduto e mutui agevolati previsti dalla legge 181/89 sulle Aree di crisi industriale complessa. L’obiettivo degli inviti, destinati a soggetti italiani ed esteri, è rilevare i fabbisogni di investimento delle imprese e, quindi, definire la gamma degli strumenti agevolativi da attivare e mettere a disposizione delle stesse imprese per promuovere programmi di investimento per la produzione di beni e servizi, programmi di investimento per la tutela ambientale, progetti di innovazione dei processi e della organizzazione, progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

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Ex Alcoa, nuovo incontro al MISE

Si è svolto stamane al MISE, l’incontro tra Regione, ministero dello Sviluppo economico, ministero del Lavoro, Invitalia, Sider Alloys e sindacati sul futuro dello stabilimento ex Alcoa. Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato gli assessori dell’Industria e del Lavoro, Maria Grazia Piras e Virginia Mura, il capo di Gabinetto della Presidenza della Regione, Gianluca Serra, e il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, si è discusso del Piano industriale, illustrato dai rappresentanti della società svizzera che ha acquisito lo smelter di Portovesme, del nuovo assetto societario, della partecipazione finanziaria (Invitalia, lavoratori, Statuto dell’associazione e governance), riattivazione degli impianti, piano di lavoro e ammortizzatori sociali. In particolare, sono stati esaminati gli interventi per il riavvio dello smelter e il programma per la ricollocazione dei lavoratori con l’obiettivo di garantire un futuro durevole e produttivo per lo stabilimento sulcitano.
In fabbrica, al momento, hanno ripreso a lavorare nove tecnici ex Alcoa per la verifica nei diversi reparti, in attesa che si definiscano le modalità per il revamping attraverso la scelta di un main contractor esterno, l’impresa capofila che gestirà la ristrutturazione dell’impianto, con la stipula di un contratto prevista per il prossimo 8 giugno. Si è appreso inoltre che il completamento di questa prima fase di attività dei test è prevista per fine maggio di quest’anno e fornirà informazioni fondamentali per indirizzare il riavvio degli impianti.
Secondo quanto previsto dal cronoprogramma inserito nel Piano industriale, lo stabilimento assorbirà i primi 50 lavoratori a settembre 2018 e inizierà a produrre gradualmente a partire da maggio 2019, mentre per il funzionamento a pieno regime, con il coinvolgimento di 376 lavoratori più 50 contrattisti fissi, la data fissata è quella di settembre 2020. Gli esponenti della Giunta, nel sottolineare il grande sforzo profuso in questi anni per il riavvio della filiera dell’alluminio a Portovesme, anche attraverso strumenti finanziari da parte di Governo, Invitalia e della stessa Regione, hanno sollecitato la Sider Alloys affinché in questa prima fase, preparatoria al revamping, sia valorizzata l’imprenditoria locale, a condizioni di mercato, in piena trasparenza e con il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali della Sardegna.
L’azienda, accogliendo l’invito della Regione, ha ribadito di voler coinvolgere e sostenere l’economia del territorio in vista della ripresa produttiva dello stabilimento di Portovesme e ha manifestato l’intenzione di inserire, nel contratto con la società che si occuperà della ristrutturazione, una clausola in questo senso. Sul fronte della partecipazione azionaria alla nuova società, l’amministratore di Invitalia, Domenico Arcuri, ha quindi annunciato che la delibera del CdA che definisce la partecipazione al capitale sociale con una quota del 20%, è alla registrazione della Corte dei conti e dovrebbe essere ratificata la settimana prossima. Inoltre, Invitalia ha dichiarato che, sempre la settimana prossima, sarà firmata la delibera del Contratto di Sviluppo, a seguito della quale l’azienda potrà richiedere l’anticipazione di una parte dei fondi per l’avvio delle attività che dovranno partire entro sei mesi. Infine, la questione degli ammortizzatori sociali.
Le risorse per il 2018 sono esaurite, e per questo motivo il ministro dello Sviluppo economico si farà portatore, insieme alla Presidenza del Consiglio dei ministri, di una proposta di rifinanziamento attraverso un decreto legge delle norme che assegnano le risorse destinate agli ammortizzatori sociali per le Aree di crisi industriale complessa, tra le quali Portovesme e Porto Torres. Si tratta di una situazione straordinaria per il quale il MISE auspica il coinvolgimento di tutte le forze politiche presenti in Parlamento.

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PIGLIARU SPANU DELEGAZIONE TUNISINA

«Crediamo molto alla cooperazione euromediterranea e in particolare a quella con i nostri vicini della sponda Sud. L’esistenza di programmi così concreti testimonia l’importanza della cooperazione ai vari livelli, da quello economico a quello sociale ed ambientale.»

Lo ha dichiarato il presidente Francesco Pigliaru durante l’incontro, nella Sala Emilio Lussu, a Villa Devoto, con la delegazione tunisina, guidata dal segretario generale del Governatorato di Jendouba, Tarek Ghodhbani, e costituita da rappresentanti di istituzioni, enti e associazioni di categoria e imprenditori. Richiamando la missione della regione Sardegna a Tunisi, nel marzo 2016, in rappresentanza della Conferenza italiana delle Regioni e delle Province Autonome e la presentazione del programma di cooperazione euromediterraneo ENI CBC Med 2014-2020, di cui la Sardegna è Autorità di Gestione, il presidente della Regione ha poi aggiunto: «I progetti di cooperazione hanno senso nella misura in cui possono crescere e ci aiutano a crescere. Sardegna e Tunisia hanno ampie opportunità di collaborare in maniera efficace e contro ogni chiusura, per ricevere vantaggi reciproci». 
All’incontro erano presenti l’assessore agli Affari Generali Filippo Spanu, insieme a dirigenti e funzionari dell’amministrazione regionale che seguono direttamente il programma, Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis, Emilio Gariazzo, sindaco di Iglesias e presidente del Consorzio promozione attività universitarie Sulcis Iglesiente (Ausi), partner del progetto.
La delegazione è impegnata, sino al prossimo 4 maggio, in una serie di incontri istituzionali e visite presso diverse cooperative e aziende sarde con sede nel Sulcis Iglesiente e operanti principalmente nel settore agricolo e nell’ambito dell’agroalimentare, per un proficuo trasferimento di informazioni ed esperienze. La visita rientra nel progetto Partenariati di cooperazione decentrata in materia di sviluppo locale innovativo basato sull’economia sociale e solidale in Tunisia che coinvolge la Regione Sardegna e il Governatorato di Jendouba.
«Da questo progetto – ha sottolineato l’assessore Spanu – scaturisce un utilissimo scambio di esperienze nella tessitura, nell’apicoltura e nell’agroalimentare di qualità. Stiamo ragionando insieme sulle prospettive di sviluppo dei nostri territori e l’intervento rappresenta un modello e una base per dare ulteriore slancio ai rapporti tra Sardegna e Tunisia. Tutto questo nella consapevolezza che per affrontare i cambiamenti epocali che investono il continente africano e porre un argine al fenomeno delle migrazioni è fondamentale intensificare i rapporti che generano positive ricadute nei territori.»
È la terza volta in poco meno di un anno che le due parti si confrontano: il primo incontro si è svolto in Sardegna dal 2 al 9 luglio 2017; a seguire il confronto in Tunisia dal 31 ottobre al 5 novembre 2017 e poi l’attuale momento di dialogo, dal 27 aprile al 4 maggio. È già operativo un laboratorio tecnico chiamato a valutare le idee progettuali che stanno emergendo dalle visite e dalle frequenti interlocuzioni. ll progetto di cooperazione, che ha una durata di 24 mesi, è da inquadrare nella strategia del presidente Pigliaru e della Giunta di dialogo verso la sponda nord dell’Africa e verso l’Africa subsahariana per aprire l’Isola alle relazioni che possono portare vantaggi reciproci. Va inquadrato negli accordi di partenariato promossi dalle regioni italiane coordinate dalla Sardegna, nell’ambito della Conferenza delle Regioni.
L’obiettivo del progetto ‘Partenariati di cooperazione decentrata in materia di sviluppo locale innovativo basato sull’economia sociale e solidale in Tunisia‘ è quello di contribuire a migliorare la qualità dello sviluppo nel territorio di Jendouba. Nel contempo l’intervento mira a valorizzare nel Sulcis Iglesiente le nuove ed innovative forme di crescita economica. L’attuazione delle attività è affidata al Consorzio Ausi che si avvale della collaborazione della Kip International School. Il progetto è stato finanziato dal ministero degli Affari Esteri insieme alla Regione e al Consorzio Ausi. Le risorse disponibili ammontano a 440 mila euro. Le attività prevedono, nello specifico, moduli di interazione strutturata tra le due parti finalizzati al miglioramento delle capacità di programmazione e realizzazione di azioni di sviluppo territoriale.
Il Governatorato di Jendouba, nel nord-ovest del paese, è a 150 chilometri dalla capitale Tunisi. Ha una popolazione di 400mila abitanti e un’economia basata sulla produzione agricola. Confina con l’est dell’Algeria con una zona frontaliera di 135 chilometri e al nord si affaccia verso l’Europa, attraverso il Mediterraneo, con un litorale di 25 chilometri.

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E’ un primo maggio bagnato, per l’annunciata perturbazione che ha portato pioggia ed un abbassamento delle temperature in tutta l’Isola, ma al tempo stesso carico di fiducia e di speranza sul fronte lavorativo, a 48 ore dal nuovo incontro in programma al ministero dello Sviluppo economico per la presentazione da parte dei vertici di Sider Alloys, del piano industriale per il rilancio della produzione nello stabilimento ex Alcoa di Portovesme.

Dopo l’abbandono di Alcoa, la fermata della produzione e la chiusura dello stabilimento, lo scorso 15 febbraio è stata ufficializzata la cessione da Invitalia a Sider Alloys e giovedì la nuova proprietà svelerà al Governo, alla Regione e alle organizzazioni sindacali, i suoi programmi a breve, medio e lungo termine.

La fiducia ai lavoratori non è mai mancata, anche nei momenti più difficili, quando tutto avrebbe fatto pensare al peggio, ma ora sembrano esserci i presupposti perché possa crescere, unitamente alla speranza di veder rinascere il polo industriale di Portovesme e quindi l’economia di un intero territorio, travolto da una crisi senza precedenti.

Il piano industriale che la Sider Alloys presenterà giovedì – secondo quanto anticipa stamane un articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica nella pagina di Economia, a firma di Marco Patucchi – prevederebbe il rientro in fabbrica di 50 lavoratori tra luglio e settembre, di altri 80 tra dicembre 2018 e maggio 2019, ulteriori 130 tra maggio e ottobre 2019 e, infine, 116 entro il mese di aprile 2020. Ai 376 lavoratori diretti – sempre secondo quanto riporta La Repubblica -, dovrebbero aggiungersi a regime 70/80 lavoratori indiretti. La capacità produttiva, a regime, dovrebbe raggiungere le 147.000 tonnellate annue, l’80% delle quali destinate al mercato italiano.

Non resta che attendere giovedì, dunque, quando al tavolo del ministero dello Sviluppo economico, alla presentazione del piano industriale, con i vertici di Sider Alloys Giuseppe Mannina (presidente) e Gaetano Libia (responsabile UR), ci saranno il responsabile dell’Unità che gestisce le crisi aziendali presso il Mise, Giampietro Castano; il presidente della Regione, Francesco Pigliaru; l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri; il presidente del coordinamento del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; e, infine, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL, UGL Metalmeccanici e CGIL-CISL-UIL-UGL.

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Nuovo vertice su Sider Alloys Italia Spa (Alcoa), il 2 maggio al Mise, si parlerà di piano industriale e nuovo assetto societario, partecipazione finanziaria e piano di lavoro per la riattivazione degli impianti. Il responsabile dell’Unità che gestisce le crisi aziendali presso il Mise, Giampietro Castano, ha convocato per le 11.00, nel salone Arazzi del Mise, in via Molise 2, a Roma, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru; l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri; il presidente ed il responsabile HR della Sider Alloys Italia Spa, Giuseppe Mannina e Gaetano Libia; il presidente del coordinamento del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL, UGL Metalmeccanici e CGIL-CISL-UIL-UGL.

Si tratta di una tappa fondamentale, la più attesa dai lavoratori e dalle loro rappresentanze sindacali, per conoscere soprattutto il piano industriale della Sider Alloys e per parlare dell’organico con il quale procedere alla riattivazione degli impianti, fermi ormai da diversi anni.