22 November, 2024
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Sono stati presentati in commissione Urbanistica del Consiglio regionale i testi della Giunta e di tre gruppi consiliari.

«Con questo disegno di legge, frutto di un grande lavoro degli uffici, di un ampio confronto con i portatori di interesse e di complessi approfondimenti tecnico-giuridici, contiamo di colmare un vuoto legislativo di quasi 30 anni» ha detto l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu illustrando alla commissione Governo del territorio (presieduta da dal vice presidente Antonio Solinas del Partito democratico in sostituzione del presidente Peppino Pinna) il disegno di legge n. 409, nuova legge urbanistica della Regione con al centro «i valori dell’ambiente, del paesaggio e dello sviluppo sostenibile».

«E’ una legge che contiene molte innovazioni anche sul piano procedurale – ha aggiunto Cristiano Erriu – dalla semplificazione con cui si prevede, fra l’altro, la confluenza dei pareri dei diversi uffici in una unica conferenza di servizi, agli strumenti di partecipazione pubblica provenienti dalla riforma Madia.»

«Ma soprattutto – ha evidenziato – fa emergere una nuova idea di urbanistica attenta al ruolo dei Comuni che avranno più motivazioni a predisporre i Piani urbanistici, orientata alla riduzione del consumo di suolo attraverso la riqualificazione del patrimonio esistente ed interventi di rigenerazione urbana, a favore di una politica di sviluppo turistico fondata non su nuove residenze o ulteriori insediamenti ma sul miglioramento delle strutture e della loro qualità paesaggistica, in coerenza con il Ppr e col ministero del Beni culturali.»

«In altre parole – ha detto ancora Cristiano Erriu riprendendo alcune recenti polemiche – tutto il contrario di quanto raccontato in modo completamente distorto da alcuni organi di informazione; noi crediamo che su questa legge la Sardegna si giochi un pezzo importante del suo futuro, che sarebbe compromesso se passassero atteggiamenti politici ed ideologici contrari ai veri interessi della nostra Regione.»

Al termine della relazione dell’assessore Erriu sono state presentate anche le altre 3 proposte di legge in materia urbanistica all’attenzione della commissione, da parte dei consiglieri Antonello Peru (Forza Italia), Salvatore Demontis (Pd) ed Eugenio Lai (Art.1-Sdp).

Nel suo intervento, Antonello Peru ha messo l’accento sul fatto che «la disciplina organica di una materia complessa come il governo del territorio è una base forte di cui ha molto bisogno una Sardegna che vuole guardare al futuro». «Giusto puntare – ha aggiunto – sugli interventi di riqualificazione nei centri storici e sulle coste con strumenti di premialità consentiti dallo stesso Ppr, e su una zonizzazione flessibile delle diverse aree, adatta alle caratteristiche specifiche dei territori».

Salvatore Demontis, del Pd, ha affermato che la sua proposta «è diversa da quella della Giunta ed ha però lo scopo di migliorarla in alcuni punti, sia semplificando un testo eccessivamente ricco di dettagli, sia soprattutto intervenendo sugli incrementi volumetrici nei 300 metri, che vanno valutati caso per caso nelle dimensioni quantitative e differenziati, nel senso che il 50% può essere destinato alla realizzazione di servizi ed il 50% all’adeguamenti degli spazi ai nuovi s5tandard di mercato». «Quanto ai progetti di particolare valore – ha poi precisato Demontis – ritengo che non si possa derogare al requisito della coerenza con il Ppr, fermo restando che lo stesso Ppr si può adeguare ma a prescindere dall’esistenza di questo o quel progetto».

Secondo Eugenio Lai, di Art.1-Sdp, «la nuova legge urbanistica deve riportare al centro il ruolo dei Comuni che, specialmente in un territorio ricco di specificità come la Sardegna, non possono essere considerati tutti allo stesso modo». «Per quanto riguarda gli incrementi volumetrici – ha aggiunto – per noi è necessario superare gli automatismi della legge 8/2015 e ridurre le premialità dal 25 al 10%, comunque non in senso generalista ma in presenza di certe condizioni». La normativa, a suo giudizio, deve anche prestare attenzione alle zone rurali: «Anche in queste zone dobbiamo considerare in modo diverso le aree libere e quelle infrastrutturale, per rendere vivibili le nostre campagne e riutilizzare i troppi terreni abbandonati».

Successivamente la commissione ha approvato, su proposta del vice presidente Solinas, un calendario di massima dei lavori.

Una sotto-commissione, composta dallo stesso Solinas, dall’assessore, dai firmatari delle 3 proposte di legge di iniziativa consiliare e dal consigliere Giuseppe Fasolino, esaminerà i testi per valutare la possibilità di arrivare ad uno schema condiviso da sottoporre prima alla commissione e poi al Consiglio.

La sotto-commissione dovrebbe completare i suoi lavori entro il mese di settembre per poi dare inizio al ciclo di audizioni ed arrivare «entro l’anno», come ha auspicato Solinas, «all’esame del Consiglio».

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla destagionalizzazione dei flussi turistici e tre mozioni, tra le quali quella sulla Portovesme srl.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 429 – Giunta regionale – “Interventi di promozione e comunicazione finalizzati alla destagionalizzazione dei flussi turistici.”

Prima di avviare la discussione generale sul provvedimento che stanzia 40 milioni di euro per la comunicazione e il marketing attraverso il sistema di trasporto aereo fino al 2020, numerosi consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha ribadito la sua richiesta di restituire piena operatività alla commissione Governo del territorio perché, a fronte della indisposizione del presidente, «si registra il vuoto dell’assessore e si brancola nel buio e non si può sostenere l’impossibilità di convocare l’assessore dei Trasporti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che, una volta cessato l’impedimento del presidente Giuseppino Pinna, la commissione riprenderà la sua attività.

Anche il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è associato alla richiesta del collega Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha invece sollecitato un incontro con i capigruppo sulle questioni aperte che riguardano l’Agenzia Forestas, ricordando che «la prima commissione sta proseguendo lo studio del contratto e bisogna fare il punto su una questione che riguarda un servizio primario della Regione».

Il presidente Ganau, annunciando che la conferenza dei capigruppo è già convocata per le 15.00, ha assicurato che il problema sarà affrontato in quella sede.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della presidenza sull’impegno formale, già assunto, per calendarizzare in tempi brevissimi due proposte di legge su Forestas,

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, esprimendo il suo sostegno alla richiesta dei colleghi Zanchetta e Pizzuto, sottolineando l’importanza del problema dei trasporti interni per isole minori.

Anche il consigliere del Pds Roberto Desini, si è associato alla richiesta evidenziando la necessità di discutere al più presto una proposta di legge, di 2 soli articoli, ora in commissione.

Dopo quest’ultimo intervento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del Dl n. 429, il consigliere Antonio Gaia (Cps), per illustrare il provvedimento.

In apertura, Antonio Gaia ha espresso un plauso all’assessore ed all’intera commissione per i tempi rapidi con cui il provvedimento è stato assegnato all’Aula, mettendo l’accento sul fatto che si tratta «di una legge scarna ma ricca di sostanza perché movimenta risorse importanti per 40 milioni di euro, a sostegno della domanda turistica in bassa stagione; è una scelta strategica e di marketing molto innovativa che non comporta alcun aiuto alle compagnie aeree ed è quindi al riparo da rilievi dell’Unione europea». E’ importante quindi, ha aggiunto, «approvarla in tempi rapidi evitando il rischio di perdere risorse preziose, perché il turismo è parte fondamentale dell’economia sarda e, in questi anni, c’è stato un trend positivo ma con risultati non ancora soddisfacenti, per cui bisogna lavorare molto per sfruttare tutte le potenzialità della Sardegna ed il suo un patrimonio naturale, ambientale e culturale non ancora pienamente valorizzato». Il turista che viene in Sardegna, ha poi ricordato Gaia, «si sposta prevalentemente in aereo; servono quindi collegamenti efficienti e a costi competitivi per invertire una rotta che ha causato gravi danni nella zona di Alghero ma anche nel Nuorese, in definitiva la legge deve il primo passo e la pietra angolare di una nuova pianificazione regionale che dovrà coinvolgere tutto il sistema regionale».

Per la minoranza, il relatore Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di un «singolare prelievo di soldi dai Trasporti, che evidentemente hanno fallito, per trasferirli al Turismo, certificando il fallimento delle politiche di settore dell’assessore Deiana». Il provvedimento, secondo Tedde, «è in parte positivo negli obiettivi generali e però manifesta una totale e pericolosa indeterminatezza, non c’è un progetto o una idea forte e, d’altra parte, il Consiglio è confinato nel ruolo di collettore di risorse, approvando di fatto uno stanziamento di 48 milioni di euro al buio delegando tutto alla Giunta dopo che per 3 anni e mezzo non si è varata nemmeno una bozza di piano di sostegno al low cost». Dopo aver ricordato lo stanziamento precedente della Giunta di 6 milioni di euro per promuovere la Sardegna negli scali sardi che ha prodotto esiti insignificanti, Tedde ha criticato con forza la strategia turistica della Giunta che «solo ad Alghero, ha causato la perdita di 300.000 passeggeri nel 2016 con ricadute negative anche sull’economia sarda in termini di Irpef e Iva». Tornando al merito della legge in esame, il vice capogruppo di Forza Italia ha sottolineato che «da una parte si fa riferimento al modello Abruzzo rivolto ai mercati nazionali e internazionali ma si dimentica che, in quella Regione, c’è solo un aeroporto per cui occorre adattarlo alle esigenze della Sardegna dove invece ce ne sono tre e vanno valutate bene le quote di traffico; in proposito, è il Consiglio che deve dire dove e come».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha manifestato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta e dalla commissione, e la sua approvazione piena per «un provvedimento snello ed essenziale che copre un buco che però viene coperto un po’ in ritardo rispetto alle esigenze reali della Sardegna». Finalmente abbiamo uno strumento, ha precisato Agus, «ma le decisioni dovranno essere di fronte ad una burocrazia comunitaria spesso molto attenta alle forme più che alla sostanza e, del resto, la destagionalizzazione non è formula magica perché richiede il consolidamento di tutto il sistema Sardegna, dei trasporti interni e di destinazioni attrezzate a rispondere alla domanda turistica; questa tipologia di turismo, in altre parole, può essere una incredibile occasione di sviluppo a condizione che ognuno faccia la sua parte a cominciare da amministratori locali, realtà produttive ed istituzioni regionali».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «fa piacere che il Consiglio affronti questo problema, il grande tema di come promuovere la crescita del turismo in Sardegna con uno strumento mirato che consente di iniziare un percorso virtuoso». Sotto questo profilo, ha aggiunto, «è sbagliato parlare del passato più o meno recente, bisogna invece sostenere il progetto della Giunta senza però rinunciare al ruolo della commissione e del Consiglio, di qui l’impegno della maggioranza e dell’assessore per un passaggio in commissione non appena il piano sarà definito concretamente, per cui non c’è nessuna delega al buio ed anche la settimana prossima la commissione potrà esaminare il progetto». Auspichiamo comunque, ha concluso, «un ritorno positivo che sostenga in termini reali la ripartenza del turismo della Sardegna, un tema su quale ho fiducia che ci sarà anche il consenso della minoranza».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che «il progetto è stato valutato con grande attenzione dalla commissione, comprese le criticità che contiene a cominciare dal ritardo di 3 anni e mezzo nell’individuazione di un percorso, per cui è vero che le politiche passate di questa Giunta sono fallite». Della destagionalizzazione peraltro, ha detto ancora Luigi Crisponi, «si parla dagli anni ’80 ed è vero che oggi ci sono risorse significative ma è anche vero che il riferimento al modello Abruzzo da una parte ci protegge dalla burocrazia europea ma dall’altra ci mette di fronte ad un progetto che non conosciamo, senza dimenticare che non c’è destagionalizzazione al mondo che funzioni senza che sia accompagnata da iniziative su tutto il territorio, perché il turismo è un settore economico veloce che non ammette ritardi». Quanto al riferimento al modello Abruzzo secondo Crisponi «si tratta di un percorso ben preciso con presidi intermedi, progetti di filiera e raccordo con i territori per cui occorre trasferire questo schema anche in Sardegna prestando attenzione anche alle piccole comunità delle zone interne».

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha definito «ottima» l’iniziativa dell’assessore e dell’intera Giunta, perché «promuovere e comunicare il brand Sardegna è cosa diversa dal sostenere le compagnie low cost, cercando invece di fidelizzare il turista senza dimenticare che gli incentivi, pur essendo cosa diversa, non vanno trascurati». Lavorare nei mesi invernali compresi nella finestra da novembre a marzo, a giudizio di Demontis, «è una scelta importante che va sostenuta e, dopo le risorse, dovranno essere definiti gli indirizzi e, in particolare, ora serve che il sistema aeroportuale sia all’altezza di questo compito con particolare attenzione all’aeroporto di Alghero che ancora vive una situazione di forte sofferenza».

Per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha evidenziato che «il disegno di legge affronta per la prima volta nella legislatura il problema della destagionalizzazione turistica, iniziativa importante ma però arriva con grandissimo ritardo dopo la consistente perdita di flussi turistici che in parte ha vanificato il trend di crescita del settore». Le risorse a disposizioni sono ingenti, ha affermato ancora Contu, «ma pianificazione resta inadeguata, per cui è auspicabile che la Giunta faccia presto a tracciare gli indirizzi per gli interventi che poi verificheremo in commissione ed in Consiglio».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha dichiarato che «l’economia del turismo va molto veloce e può cambiare rapidamente e, per questo, dobbiamo essere consapevoli di un mercato altamente competitivo; quindi tutto quello che si fa per radicare questo settore in un sistema come quello sardo è un passo in avanti, soprattutto se riusciremo a risolvere il problema trentennale della destagionalizzazione finora confinato nei dibattiti e nei seminari». Il nostro turismo, ha proseguito Comandini, «fa registrare un aumento soprattutto con gli stranieri ma l’84% delle presenze è concentrato in 4 mesi mentre il resto sono briciole, intercettate da imprenditori particolarmente dinamici». In definitiva, ha concluso, «lo strumento è giusto e l’esperienza dell’Abruzzo è utile anche perché lì si è puntato su risorse assegnate in parte con quota fissa e in parte dopo i risultati, con le compagnie diventate partner di un progetto di comune interesse; significativo, infine, il riferimento al sistema aeroportuale regionale che rafforzerà il messaggio promozionale, anche con l’inserimento del programma all’interno della continuità territoriale 2017-2021».

Per Daniele Cocco (Art. 1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso) questo provvedimento è atteso da tempo. Si tratta di una variazione di bilancio che però deve procedere in sinergia  con  la legge sul turismo ancora all’esame della Terza commissione. Daniele Cocco auspica che  l’iter di approvazione della legge sul turismo si concluda al più presto e che la legge vada nel più breve tempo possibile in Aula. Anche perché tutto il sistema aeroportuale va considerato a 360 gradi con tutti gli aeroporti presenti nell’isola e si deve ragionare con la volontà di entrare in sinergia con le zone interne. Il capogruppo di Art.1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso crede che la proposta licenziata dalla regione Abruzzo ci possa aiutare molto. Le risorse non devono essere assegnate a pioggia ma in base ai risultati prodotti dalle compagnie aeree. 

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottolineato la condivisione che c’è su questo DL anche da parte della minoranza.  Il ruolo del Consiglio però, approvando il testo così come è, è mortificato. L’Assemblea – per Angelo Carta – deve  poter dare un contributo costruttivo e serio.  Per questo sarebbe meglio approvare l’emendamento presentato da Marco Tedde.

Gianluigi Rubiu (Udc Sardegna) ha detto che questo Disegno di legge è  una variazione di bilancio mascherata .  Già in commissione – ha detto Rubiu – abbiamo espresso delle perplessità  e per questo ci asterremo. Noi siamo d’accordo – ha aggiunto il capogruppo dell’Udc – a trovare forme di finanziamento per incentivare le compagnie aeree e navali per destagionalizzare il turismo in Sardegna. Ma in questo DL ci sono troppi elementi di genericità e, a volte, sembra che la gara sia stata prevista per una compagnia aerea ben precisa e già individuata.  L’idea è buona: trovare dei fondi da destinare alla promozione della Sardegna ma non condividiamo che sia solo la giunta  a fare questo. Il Consiglio deve avere un suo ruolo preciso. 

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) trova similitudini tra questo Disegno di legge e la legge 9 del 98 “la legge alberghi” . Congiu nel suo intervento ha  sottolineato che va bene la fretta ma  è necessario stare attenti alle regole degli “aiuti di Stato”. Il capogruppo  del Partito dei sardi ha parlato di “slalom legislativi” e di “equilibrismi  giuridici”.  Sono stufo – ha aggiunto – di dover procedere in questo modo perché alla Sardegna  non è stato ancora riconosciuto uno  status  in virtù della sua insularità.  Attenzione:  ancora una volta stiamo mettendo in campo una norma  programmatica senza un piano d’azione che deve essere a prova di infrazione.

Per Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti)  il provvedimento è straordinario e  apre una nuova frontiera. Anche il capogruppo dei Cristiano Popolari socialisti però ha  richiamato l’attenzione sulla deroga agli aiuti di Stato. Non è pensabile – ha detto – che non riusciamo a estendere tariffe accettabili  sui trasporti marittimi ai sardi e a tutti i cittadini,  la Sardegna deve rivendicare la sua specificità.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha rimarcato che  questo DL arriva in aula così veloce per  volontà  dei capigruppo dell’opposizione che, nonostante abbiano ritenuto da subito  che questo DL fosse insufficiente,  hanno fatto  un’apertura di credito nei confronti dell’assessore Argiolas. Per Tedde questo DL  doveva  essere presentato  3 anni e mezzo fa.  Tedde è molto  critico sulle politiche trasportistiche della giunta Pigliaru che ha definito “bizzarre”  e che hanno  fatto perdere centinaia di migliaia di passeggeri  nel 2016 nel solo aeroporto di Alghero. Per Tedde questo DL ha delle falle. Il Consiglio regionale è un mero passacarte e non  si possono attribuire risorse solo secondo il criterio del numero dei passeggeri arrivati nei singoli scali. Per questo – ha aggiunto Tedde –  abbiamo presentato un emendamento per  introdurre un piccolo meccanismo per non penalizzare gli scali del nord Sardegna già in condizioni precarie grazie alla  politica dei trasporti fallimentare di questa giunta.  Questo Disegno di legge è  un primo passo, che presenta aspetti di novità. Ma rischia di essere un mero passaggio finanziario se non si inserisce in un quadro di un progetto complessivo.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola, per la replica, all’assessore al Turismo Barbara Argiolas. L’esponente della Giunta, dopo aver ringraziato la Quinta Commissione e l’Aula per il lavoro svolto, ha ribadito l’obiettivo del Disegno di legge: l’allungamento della stagione turistica con interventi di promozione e comunicazione  attraverso il sistema di trasporto aereo.

«Puntiamo ad un sistema integrato. Questo è un primo passo – ha detto Argiolas – nelle prossime settimane avremo modo di affrontare un discorso più ampio con la discussione del Testo Unico sul Turismo che si fonda su tre asset: governance, offerta turistica e comunicazione. Serve una strategia generale e una condivisione di intenti di carattere territoriale. Parlare oggi di destagionalizzazione non è facile. L’assessorato è al lavoro e crede nella crescita del settore».

Argiolas ha poi ricordato le iniziative messe in campo in questi mesi attraverso i bandi per l’internazionalizzazione delle imprese, le ciclovie, il turismo lento e sostenibile, la valorizzazione dei piccoli borghi.«Anche la delibera approvata ieri sui centri commerciali naturali è un intervento a favore dei piccoli comuni e un altro strumento per contrastare lo spopolamento».

Sul contenuto del Dl, Argiolas ha voluto tranquillizzare il consigliere Tedde (Forza Italia): «Stanziamo risorse per la comunicazione e la promozione – ha detto l’assessore – le linee di indirizzo saranno sottoposte all’attenzione della Quinta Commissione, su questo c’è il mio personale impegno e quello della Giunta. I criteri terranno conto dei dati sul traffico dei passeggeri nei singoli aeroporti dai quali emergeranno le difficoltà dei territori».

Argiolas ha quindi concluso il suo intervento sottolineando la necessità di mantenere una linea comune per arrivare all’allungamento della stagione turistica e all’infrastrutturazione dell’offerta.«Serve un pacchetto di azioni che consenta a Regione, comuni e imprese di attivare un’offerta qualitativa alta per i mesi di spalla. Il sogno è pensare che si possa lavorare per 9 mesi l’anno. Per far questo serve però l’aiuto di tutti».

Annamaria Busia (capogruppo Misto) ha annunciato il suo voto favorevole: «Nel Dl c’è il riconoscimento di buone prassi come quelle dell’Abruzzo, è inevitabile tener conto delle indicazioni dell’Ue – ha detto Annamaria Busia – l’argomento consente però di tornare alla vexata quaestio del superamento del sistema di deroghe e de loro aggiornamento che mi auguro venga sollecitato dalla Giunta e dal Governo. Questa è la vera questione e il punto dolente sul quale occorre lavorare. Il Presidente riferisca sulle ricadute che il G7 ha avuto in Sardegna».

Voto favorevole ha preannunciato anche Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda): «Il provvedimento è un buon esempio di sinergia tra gli assessorati. Il turista non deve essere solo trasportato ma accolto e fatto diventare un testimonial dell’Isola – ha detto Anedda – per questo sarebbe utile coinvolgere anche gli assessorati all’agricoltura e alla cultura. Occorre inoltre favorire il trasporto interno. Il Trenino Verde è  un elemento di forte attrazione ma serve più attenzione».

Emilio Usula (Rossomori), pur d’accordo con il provvedimento, ha proposto un emendamento orale: «Se vogliamo destagionalizzare non basta la comunicazione attraverso il trasporto aereo ma serve anche quella su nave. La tipologia dei passeggeri è infatti diversa, in nave arrivano cicloturisti, motociclisti e famiglie».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha invece annunciato il suo voto di astensione: «Finalmente oggi si parla di turismo, ma se l’Aula fosse davvero conseguente dovrebbe incentivare il settore anziché tagliare i fondi in Finanziaria. Ci sono due elementi che non convincono: i 12 milioni di euro virtuali cassati dalla Commissione bilancio, che vanno assolutamente recuperati, e la mancata previsione di un criterio basato sui risultati. Le risorse devono essere erogate sulla base dei passeggeri trasportati, altrimenti la discussione è vana».

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha dichiarato il suo voto si astensione. «E’ però un’apertura di credito nei confronti dell’assessore che ha un obiettivo strategico chiaro e condivisibile. Mette in campo risorse importanti ma rimane nell’indeterminatezza quanto a modalità e criteri di spendita delle risorse – ha affermato Tedde – il Consiglio deve poter decidere sui criteri, altrimenti non svolge un ruolo dignitoso. Prendiamo atto dei buoni propositi dell’assessore ma la cornice l’avremmo dovuta scrivere noi e invece non lo stiamo facendo. La Giunta di fatto traccia la cornice entro la quale deve muoversi. E’ una Giunta pigliatutto. Non è un buon risultato per l’Assemblea legislativa».

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha invece affermato che la definizione dei criteri  è di competenza della Giunta. «La Commissione darà un parere preventivo e questo non è di secondaria importanza. Oggi va rinnovato l’impegno a mantenere il programma che ci siamo dati. Vedremo insieme i criteri in Commissione, a noi il compito di migliorarli e di fare proposte».

Per Attilio Dedoni (Riformatori): «La maggioranza finora nulla ha fatto sul fronte dei trasporti. La cura del ferro che propone l’assessore significa che le ferrovie soffrono di anemia. La Giunta sta attuando politiche sul ferrato diverse da quelle utili per la Sardegna. Qual è la possibilità di raggiungere le zone interne attraverso le ferrovie? Quali sono le scelte a favore per il Trenino verde, mezzo efficace per scoprire le tradizioni e la cultura delle zone interne? Non sappiamo programmare. Rimangono scoperti gli scali di Tortolì e Fenosu».

Il relatore del disegno di legge Antonio Gaia (Upc) si è detto contrario agli emendamenti proposti: «Non possono trovare accoglimento per il semplice fatto che la norma non è un sostegno al trasporto aereo, riguarda la comunicazione e il marketing. Attraverso alchimie giuridiche si è cercato di trovare una soluzione al problema ed evitare gli strali dell’Unione europea».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso disagio per tutti i complimenti rivolti alla Giunta. «Siamo tre anni a fare nulla. Il nostro voto sarà di astensione perché non vogliamo essere partecipi in negativo. Vediamo cosa riuscirete a fare, la nostra è un’apertura di credito ma noi non condividiamo metodi e contenuti della Giunta che sono assolutamente fallimentari».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo Upc, pur ribadendo la necessità di un coinvolgimento della Commissione “Governo del Territorio”, ha annunciato il suo voto a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 35 voti a favore e uno contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Finalità” e dell’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde (Forza Italia) che chiede di prevedere criteri compensativi per la perdita di passeggeri.

«E’ un emendamento che introduce un principio generale di perequazione – ha detto Marco Tedde – un accorgimento che consentirebbe di rimediare alla situazione dello scalo di Alghero che ha avuto problemi in questi anni. I dati di Assoaeroporti dicono che ha perso 150mila passeggeri nei primi cinque mesi del 2016, -25%. E’ una crisi generale dell’economia del territorio. L’emendamento è un atto di giustizia nei confronti di un’intera provincia».

Emilio Usula (Rossomori) ha ribadito la sua richiesta di inserire un emendamento orale a favore del trasporto navale, mentre Roberto Desini (Pds), condividendo lo spirito della proposta di Marco Tedde, ha presentato un emendamento orale  all’emendamento per  la prevedere  canali prioritari per gli aeroporti che hanno registrato un calo di passeggeri nel 2016.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto contrario alla proposta di Desini: «Nell’emendamento manca solo il nome dell’aeroporto. Finora abbiamo parlato di visione generale e adesso puntiamo a misure di compensazione territoriale. Perché Desini è stato zitto finora? Adesso che c’è un’opportunità di meritocrazia si vuole premiare chi a causa della politica o di demeriti propri non ha ottenuto gli stessi risultati degli aeroporti virtuosi».

Il relatore Antonio Gaia (Upc) ha nuovamente precisato che il Dl punta alla promozione e al marketing e non ad aiutare il trasporto aereo. «Se così non fosse la norma rischierebbe di essere cassata».

Anche Salvatore Demontis (Pd), pur d’accordo con Tedde ha evidenziato il rischio di un intervento della Commissione Ue. «La perequazione può servire a migliorare il sistema dei trasporti, il Dl però si muove sulla linea della promozione del brand Sardegna. Non vorrei che i buoni intenti dell’emendamento indebolissero il Dl esponendolo alla procedura di infrazione da parte di Bruxelles».

L’assessore Argiolas ha ribadito che le linee guida che verranno sottoposte all’attenzione della Commissione prenderanno le mosse dai dati sulle presenze turistiche e terranno conto delle condizioni dei singoli territori.

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta per alcuni minuti. Alla ripresa dei lavori il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato la sua contrarietà alla presentazione di emendamenti orali.

Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 1 che è stato approvato con 31 sì e un no. Respinto invece, con 26 voti contrari e 21 favorevoli, l’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde.

L’Aula ha quindi approvato in rapida successione, con l’astensione della minoranza, gli articoli 2 “Autorizzazione di spesa”, 3 “Criteri”, 4 “Norma Finanziaria” e 5 “Entrata in vigore”.

Il testo finale della legge ha ottenuto il via libera con i voti della maggioranza (32 su 32 votanti). L’opposizione ha confermato l’astensione.

Il Consiglio ha poi affrontato l’esame di due mozioni sul trasporto ferroviario, la n. 319 (Pittalis e più) sull’istituzione di un treno veloce sulla linea Nuoro-Macomer e la n. 325 (Deriu e più) sul sistema ferroviario sardo, con particolare riferimento alla direttrice Abbasanta-Olbia.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato quindi la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per illustrare la mozione n. 319.

Pietro Pittalis ha ricordato all’inizio del suo intervento che «grazie all’iniziativa Trenitalia-Nuorese è stata avviata una petizione popolare inviata ad interlocutori regionali e nazionali per l’istituzione di un treno veloce Nuoro-Macomer per Nuoro e le zone della Sardegna centrale, iniziativa che ha raccolto un grande consenso con oltre 10.000 sottoscrizioni». Il comitato promotore, ha aggiunto Pittalis, «ha messo in evidenza due aspetti: la salvaguardia del diritto costituzionale alla continuità territoriale interna ed la necessità di incentivare l’uso dei mezzi pubblici nell’ottica di una economia sostenibile ed inoltre, quanto allo strumento con cui rispondere alla richiesta, va data attenzione al piano da 400 milioni destinati alla Regione anche se non risulta che la Giunta abbia previsto progetti per la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie in quei territori ed il collegamento con le altre componenti del sistema regionale». Siamo rimasti sorpresi, ha affermato Pietro Pittalis, «da dichiarazioni su un progetto futuristico Cagliari-Bastia in 40 minuti; ce lo auguriamo ma prima bisogna preoccuparsi di rendere possibile un collegamento efficiente fra i vari centri della Sardegna e, in particolare, vogliamo capire se nella programmazione della Giunta c’è spazio per progetti che riguardino le zone interne e consentano di superare la marginalità di quelle comunità locali».

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu per l’illustrazione della mozione n. 325.

Roberto Deriu, primo firmatario della proposta, ha dichiarato che «le due mozioni non sono identiche perché partono da punti di vista differenti; la nostra, in particolare, propone al Consiglio un grande investimento strategico che completi la rete sarda con Olbia, Nuoro, Oristano e Cagliari che adesso non sono connesse e su questo intendiamo impegnare la Giunta su una grande decisione». Questa azione di completamento della rete, ha continuato, «sarà un grande investimento per la Sardegna che impegnerà almeno 15 anni ma ci pare un modo corretto per fare politiche di lungo respiro sulle infrastrutture del territorio, per le quali servono grandi risorse e grandi progetti, il coordinamento di diverse istituzioni, lo stimolo presso il Governo e l’Unione europea, insomma un enorme lavoro politico amministrativo». L’altra mozione, ha concluso Roberto Deriu, «che in qualche modo riguarda una parte del tutto, è una cosa diversa, ma si può tentare una sintesi fra i due documenti».

Il consigliere dei Luigi Crisponi ha osservato che «la mozione Pittalis è particolare perché viene dal basso, dai cittadini che sentono un forte isolamento infrastrutturale, ma se poi con un’altra mozione si affronta una realtà più ampia non si può che condividere». Però fa specie, secondo Luigi Crisponi, «sentir parlare della cura del ferro se si confrontano questi annunci con una realtà ben diversa, tenendo presente anche che recentemente hanno portato il Freccia Rossa in Basilicata con 3 milioni e in Puglia con la stessa cifra un treno veloce da Taranto, in entrambi i casi con interessanti ritorni economici». Sono piuttosto preoccupato, ha concluso Luigi Crisponi, «per il continuo sperpero di risorse che non arrivano mai nelle zone interne e aumentano la desertificazione della Sardegna centrale; proprio stamane, per restare in tema, ho depositato una mozione per incrementare la velocità da 90 a 110 sulla Dcn, altrimenti il Nuorese resterà isolato in eterno rispetto al resto dell’Italia e del mondo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato di aver firmato sia la petizione che le due mozioni, anche se «sicuramente una prevede un progetto che può essere realizzato in tempi brevi mentre l’altra ha una prospettiva di lungo termine, siamo comunque di fronte ad una buona occasione per sapere le intenzioni della Giunta sul sistema ferroviario regionale e su quello del Nuorese in particolare». Citando alcune iniziative realizzate in altre Regioni, Usula ha ricordato che «in Umbria sono stati impiegati 50 milioni per ammodernare la rete con fondi Fesr ed il ministro Del Rio ha detto che ci sono 300 milioni per la  sicurezza e 400 per le linee più isolate, risorse importanti cui la Sardegna deve guardare con attenzione». Facciamo il punto su quanto fatto e quanto c’è da fare per il futuro, ha suggerito Usula, «perché non ci possiamo accontentare delle promesse del G7 proiettate in un orizzonte lontano ed invece dobbiamo sapere quali risorse sono state impegnate in questa legislatura e con quali risultati, anche per una necessità di trasparenza nei confronti dei cittadini». Se vi avviasse la nuova linea Macomer Nuoro, ha concluso, «sarebbe un grande risultato di legislatura con macchine nuove, più sicure e meno inquinamenti sulla stessa rete».

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottoscritto  la mozione 319 perché la posta in gioco è il diritto alla mobilità per tutto il nuorese.  Il capogruppo ha ricordato che dopo l’iniziativa della minoranza, la maggioranza ha  rilanciato presentando un’altra mozione sull’intero sistema regionale ferroviario. Per Carta, però, è necessario porre l’attenzione soprattutto sul  nuorese , che è a rischio isolamento. Parlare di treno veloce a Nuoro – ha aggiunto –  è chiaramente una provocazione, invece il diritto alla mobilità è un’invocazione. Perché il nuorese deve essere aiutato.

Dopo l’on. Angelo Carta ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), che ha detto: “Altro che ferro, nel trasporto interno siamo ancora all’età del bronzo. Siamo ancora allo scartamento ridotto e con una rete ferroviaria che davvero grida vendetta. Le due mozioni possono trovare una sintesi ma quella della maggioranza ha un respiro più ampio e mi vede più soddisfatto perché collegare Olbia con Nuoro ed Abbasanta è un’operazione di prospettiva importante per la Sardegna”. L’oratore ha poi aggiunto: «Non dimentichiamo però che ancora la Abbasanta, Buddusò Olbia e la Olbia, Palau, Santa Teresa devono essere completate: anche l’Anas ha molto da fare per la Sardegna».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore Massimo Deiana (Trasporti), che ha replicato agli interventi: ”La rete ferroviaria sarda è mista: 450 km di Rfi Italia a scartamento ordinario e 600 km a scartamento ridotto delle Ferrovie della Sardegna. La Regione ha competenza solo sulla rete a scartamento ordinario e solo su quella può investire. Negli anni ’70 fu persa una grande occasione per potenziare la rete ferroviaria a Nuoro, quando veniva costruita la statale 131 DCN, a non mi pare che oggi Rfi abbia in mente di farlo né possiamo farlo noi.

Sulla tratta Macomer – Nuoro, invece, di appena 58 km, abbiamo investimenti per 81,9 milioni di euro con lavori in corso per la sicurezza e l’ammodernamento, lavori che a breve saranno conclusi. Su quella tratta metteremo in funzione 4 treni che abbiamo appena acquistato e che dovrebbero entrare in funzione a settembre”.

L’esponente della Giunta ha proseguito: “Costruire una rete ferroviaria a scartamento ordinario, senza particolari opere viarie, si devono calcolare tra i 15 e i 18 milioni di euro a chilometro. Dunque, rifare da zero la rete ferroviaria sarda per aumentare la velocità sulla tratta Cagliari – Nuoro o Cagliari – Abbasanta costerebbe circa 900 milioni di euro. Al momento non abbiamo una somma così né noi né Rfi. Abbiamo invece in corso le opere sulla Monserrato – Senorbì e dobbiamo procedere sulla tratta Senorbì – Isili. 

Anche Rfi sta investendo in Sardegna circa 350 milioni di euro e sono previsti nel contratto di programma tra il governo e Rfi. Nei prossimi mesi i treni a scartamento ordinari di Rfi dovrebbero pendolare e raggiungere velocità più elevate. Ma non avendo l’elettrificazione in Sardegna non possiamo avere nemmeno l’alta velocità, che ha costi notevoli: 60 milioni di euro a chilometro”. Rispetto alle mozioni l’assessore ha detto: “Siamo disponibilissimi a fare degli studi per valutare meglio gli investimenti”.

Per replica l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “Riconosco serietà nella risposta che ha dato all’Aula, anche in virtù del fatto che a breve andrà ad occuparsi di altro incarico all’Autorità portuale. Ma il quadro tracciato sul sistema ferrato è drammatico e impietoso. Il Consiglio regionale ha il dovere di dare a chi succederà all’assessore Massimo Deiana un impegno che sia chiaro e vincolante. Se non si parte non si arriverà mai”.

Per l’on. Roberto eriu (Pd) “il Consiglio regionale non è un consiglio d’amministrazione, come mi hanno sempre insegnato. E il valore delle nostre azioni si misura nella visione alta di quello che facciamo, come ricordava anche il presidente Pietro Pittalis poco fa. Vogliamo che la nostra Regione presenti gli interessi effettivi dell’Isola presso il governo nazionale, anche nella specificità della Sardegna. Se è vero che non si può fare tutto subito non è però nemmeno impossibile fare qualcosa: facciamo qualcosa, interveniamo sugli assetti infrastrutturali. E per fare questo serve avere ambizione”.

Il presidente Ganau ha disposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori sono state messe in votazione le due mozioni che sono state approvate all’unanimità: la 319 (Pietro Pittalis e più) con 46 voti su 46 e la 325 (Roberto Deriu e più) con 48 voti su 48.

Il presidente del Consiglio ha poi dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), primo firmatario della mozione 322 sulla situazione di incertezza che preoccupa i lavoratori della Portovesme srl e sul rischio fermata degli impianti, con gravi conseguenze socio economiche.

La mozione, firmata da 31 consiglieri di maggioranza e di opposizione, impegna la giunta regionale a intraprendere, e riferire al Consiglio regionale, tutte le iniziative utili, urgenti e necessarie al fine di evitare l’interruzione delle attività produttive della Portovesme srl. Moriconi, illustrando la mozione, ha ricordato che la Portovesme srl è la più importante impresa del Sulcis, attualmente, conta 666 dipendenti diretti e circa 600 dipendenti indiretti, ha un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e una ricaduta sul territorio del Sulcis, la provincia più povera d’Italia, di grande rilevanza socioeconomica. L’azienda non ha mai ricorso agli aiuti della finanza pubblica regionale o statale e ha fatto investimenti per circa 300 milioni di euro negli ultimi 15 anni, destinati sia all’ammodernamento tecnologico, sia alla sicurezza negli impianti, sia allo svolgimento delle operazioni di bonifica. L’azienda, da  oltre 15 anni, conferisce gli scarti del proprio processo produttivo nella discarica di Genna Luas, un progetto grazie al quale è stato possibile bonificare un vecchio sito minerario che, così come altri, dopo tanti anni di attività, ha generato gravissime condizioni di inquinamento e rischio ambientale. Però questa discarica entro il 2017 esaurirà la capacità di conferimento e, se non saranno trovate soluzioni alternative, le attività produttive industriali dovranno essere interrotte. L’azienda, sin dal 2010  ha avviato le procedure per l’individuazione di un sito idoneo alla realizzazione della nuova discarica ma a 7 anni di distanza l’iter autorizzativo non è stato ancora concluso. La situazione – ha detto Cesare Moriconi – è gravissima e il rischio della fermata degli impianti, se non si trova una soluzione è molto alto. Dalla  sopravvivenza della Portovesme srl dipende il futuro non solo del Sulcis ma della Sardegna intera. Il Sulcis – ha ricordato Moriconi – è il territorio più povero d’italia, è una delle zone della Sardegna con il più alto tasso di spopolamento, c’è una nascita ogni due decessi. Per la Portovesme srl è necessario trovare soluzioni emergenziali. Questa mozione non è contro qualcuno, ma è una mozione per fornire un aiuto alla Giunta. Perché se entro l’autunno non dovesse arrivare  una soluzione l’impianto è destinato a fermarsi e la linea di produzione non è riavviabile. La Giunta regionale – ha concluso Moriconi – ha il dovere di informare l’aula e vogliamo impegni chiari.

Pietro Cocco (Pd) ha ribadito che la Portovesme srl ha un ruolo importante non solo per il Sulcis ma per l’intera Sardegna. La discarica di Genna Luas – ha ricordato – ha raggiunto il suo limite, con 9 argini realizzati. Ora è arrivato il tempo di dare risposte. Gli uffici devono agire in  fretta, per bene e in maniera zelante. Questo è il compito della politica:  accelerare la burocrazia per evitare che per  paura di decidere non si diano risposte. La Portovesme srl però ha bisogno di un luogo dove scaricare i rifiuti. In attesa che la soluzione definitiva  venga trovata per Pietro  Cocco ci sono due strade: o il commissario della provincia autorizza a scaricare ancora nel nono argine (autonomia 1 mese) oppure il ministero concede l’autorizzazione a scaricare nelle vasche all’interno dello stabilimento (autonomia sette mesi).

Secondo Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, è sbagliato parlare di rifiuti e di discarica. «Quelli prodotti dalla Portovesme srl sono scarti di lavorazione che fanno parte della filiera di produzione, tra 20 anni potranno essere riutilizzati. La discarica può essere una risorsa».

Per l’esponente dell’Udc occorre trovare una soluzione definitiva scartando da subito l’ipotesi della costruzione del decimo anello nella discarica di Genna ‘e Luas. «Occorre accelerare l’iter per la costruzione del nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione – ha detto Gianluigi Rubiu – nel frattempo si faccia pressing sul Ministero dell’Ambiente per l’autorizzazione all’utilizzo temporaneo delle vasche di contenimento presenti all’interno della Portovesme srl».

Secondo Rubiu non è invece percorribile la strada del conferimento a discariche private. «Se questa è l’idea c’è qualcuno che non vuole bene alla Portovesme srl – ha detto il capogruppo – le discariche private sono state costruite con vecchi criteri che non garantiscono la sicurezza dell’ambiente. Quella progettata dall’azienda è invece una discarica moderna e sicura».

Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha ricordato che il tempo a disposizione per evitare la chiusura della fabbrica è di sole 12 settimane. «Il 30 di settembre scadrà la concessione per l’utilizzo della discarica di Genna Luas – ha detto Cappellacci – il tempo passa velocemente, ogni minuto perso può essere quello decisivo».

Secondo l’ex presidente della Regione «la Portovesme srl è un fiore nel deserto con tecnologia e persone straordinarie. E’ un’azienda competitiva a livello mondiale che opera nel Sulcis e non ha problemi di mercato. In passato si sono fatte battaglie storiche per risolvere la questione energetica. Sarebbe un paradosso, direi un crimine, se si consentisse di chiuderla per un problema burocratico».

Cappellacci ha quindi proposto di individuare un percorso straordinario: «Serve una task force, un’unità di crisi, un commissario. Alla politica si impone di trovare una soluzione. Ci sono due possibilità: l’utilizzo delle tre vasche o il conferimento a discariche private. La seconda è da scartare, rimane la prima sulla quale la competenza è del ministero dell’Ambiente, serve un intervento forte del presidente della Giunta nei confronti del ministero per accelerare il processo. Non commettiamo il crimine di far morire un’azienda sana».

Giorgio Oppi (Udc) dopo aver ricordato la vicenda storica dell’industria pesante nel Sulcis, ha sottolineato la necessità di un intervento forte della politica per provare ad individuare una soluzione.

«Ho fatto l’assessore all’Ambiente e il presidente del Consorzio industriale del Sulcis. In passato abbiamo risolto tanti problemi – ha detto Oppi – i funzionari devono capire che questo è un problema di grande rilevanza economica e sociale per tutto il territorio. La Giunta deve prendere l’iniziativa per accelerare l’iter autorizzativo della nuova discarica. Basta rinvii, serve una risposta chiara. Nel frattempo occorre premere sul Ministero per ottenere il via libera all’utilizzo delle vasche di contenimento».

L’assessore al bilancio Raffaele Paci, in qualità di vice presidente della Giunta, dopo aver ricordato che l’assenza in aula dell’assessore Spano era stata ampiamente preannunciata, ha ribadito l’impegno della Giunta ad assumere tutte le iniziative per difendere il tessuto produttivo del Sulcis.

«Pensare a un futuro diverso di quell’area non significa abbandonare l’esistente – ha detto Raffaele Paci – quello va difeso in tutti i modi, sono posti di lavoro e produzione. Tutto va fatto però difendendo l’ambiente. Non si baratta il lavoro con la salute. La Portovesme srl da questo punto di vista dà tutte le garanzie».

Secondo Paci occorre superare i prossimi mesi in modo da avere la nuova discarica che poi potrà funzionare per i prossimi anni. «La pratica non è vero che va avanti da 7 anni, è stata presentata nel 2016. Abbiamo istituito una cabina di regia che viene seguita dal Capo di gabinetto presso la Presidenza della giunta per dare supporto a tutte le amministrazioni coinvolte. Il tavolo tecnico si è riunito anche questa mattina, i tecnici dell’assessorato e dell’azienda stanno lavorando insieme. Nel giro di qualche mese contiamo che si concluda positivamente l’iter di autorizzazione alla nuova discarica, poi occorrerà preparare il sito. Nel frattempo ci sono altre soluzioni: prima di tutto l’utilizzo delle vasche che assicurano un’autonomia di alcuni mesi. La competenza è del Ministero dell’Ambiente, la Regione ha segnalato l’assoluta priorità della pratica, è stato contattato il Ministro, i tecnici della Regione in continuo contatto con quelli del ministero. L’azienda adesso deve presentare la richiesta per l’utilizzo delle vasche di contenimento, la Regione farà di tutto per farla avere prima del 30 settembre».

Paci, infine, ha ricordato che con le nuove tecnologie i rifiuti possono diventare una risorsa. «Possono essere utilizzati come materie prime. E’ una nuova visione di economia circolare che garantisce allo stesso tempo posti di lavoro e tutela dell’ambiente. Il parere della Giunta alla mozione è favorevole».

In sede di replica il consigliere Cesare Moriconi ha precisato che l’iter per la costruzione della nuova discarica è partito nel 2010. «Non è questo però il problema – ha detto – bene l’impegno della Giunta chiedo però che la prossima settimana venga convocata la Quinta Commissione una ricognizione e una verifica sull’evolversi della situazione».

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco (capogruppo Art. 1- Sdp) che ha annunciato il suo voto a favore.

Posta in votazione, la mozione è stata approvata per alzata di mano.

Il Consiglio ha poi iniziato la discussione sulla mozione, presentata dal capogruppo sardista Angelo Carta e sottoscritta anche da altri capigruppo e semplici consiglieri, con cui si sollecita un intervento umanitario a favore dell’indipendentista Doddore Meloni, detenuto nel carcere di Uta da oltre 2 mesi in sciopero della fame e, di conseguenza, in condizioni di salute preoccupanti.

Illustrandone il contenuto, il capogruppo del Pd’Az Angelo Carta ha auspicato l’ampia condivisione del documento, sottolineando che la mozione è animata soltanto da scopi umanitari e si propone di individuare soluzioni dalla detenzione a tutela della salute di Meloni.

Il consigliere Piermario Manca (Pds) ha suggerito di semplificare il testo della mozione concentrandone il dispositivo su contenuti concreti e ricordando che si tratta della vita di una persona che ha lottato per ideali non sempre condivisibili ma è anziano e non mangia da circa 2 mesi.

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, premettendo di parlare a titolo personale, ha affermato che è volontà comune non fare il processo alle idee politiche di Meloni e tuttavia, ha precisato, migliaia di cittadini italiani detenuti nelle carceri si trovano oggi nelle sue stesse condizioni. Preannunciando il suo voto contrario, Antonio Solinas ha concluso affermando che non è competenza del Consiglio intervenire su detenuti in carcere per reati comuni.

La consigliera Daniele Forma del Pd ha invece espresso solidarietà umana a Doddore Meloni, pur senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che lo riguardano né dei suoi convincimenti politici, e comprendendo la difficoltà di separare la sua scelta di lotta politica dalla vicenda personale e dalla decisione estrema di fare lo sciopero della fame. La consigliera, condividendo la preoccupazione dei familiari di Meloni e dei militanti del suo movimento Meris, ha poi preso lo spunto dalla vicenda per suggerire che il Consiglio reintroduca fra le sue competenze quella sui diritti civili.

La consigliera Annamaria Busia del gruppo Misto, favorevole alla mozione, ha messo l’accento sul fatto che l’argomento in questione impone una sorta di mea culpa al Consiglio che non ha nominato il Garante per i diritti del detenuto, figura che avrebbe potuto intervenire a pieno titolo sulla vicenda come su altre. La consigliera si è poi soffermata più in generale sulla situazione della sanità penitenziaria (settore in grande sofferenza) auspicando un momento di riflessione di tutto il Consiglio.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto favorevole senza alcun dubbio nel sostenere le ragioni che hanno indotto Meloni a fare lo sciopero della fame, aggiungendo che la mozione è mossa da uno spirito umanitario al di sopra di ogni strumentalizzazione politica, e punta ad alleviare per quanto possibile una situazione oggettivamente grave.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di un segnale si solidarietà che non sarebbe giusto negare, di un accorato appello che non interferisce sulla vicenda giudiziaria e non ha carattere politico ma esprime solo vicinanza nei confronti di chi da 2 mesi fa lo sciopero della fame e si trova in precarie condizioni di salute. In altre occasioni, ha ricordato Pittalis, abbiamo espresso solidarietà verso persone che vengono da altri continenti, dobbiamo farlo anche per un sardo, compiendo un gesto nobile.

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci ha precisato che l’Esecutivo non ha una posizione sul problema né competenza ad intervenire su una mozione che, peraltro, è rivolta al presidente del Consiglio. Tuttavia, ha concluso, se fossi un consigliere la voterei.

Il presidente Ganau, non essendoci altri interventi, ha chiesto al capogruppo sardista Angelo Carta, primo firmatario della mozione, di esplicitare la sua posizione in riferimento alle modifiche del testo suggerite dal consigliere Piermario Manca.

Il consigliere Carta, confermando di voler mantenere il documento nel suo testo integrale, ha chiarito che si prefiggeva tre obiettivi: non alimentare un caso politico, non tracciare un profilo della persona, non sconfinare dalle competenze del Consiglio.

Messa ai voti, la mozione è stata approvata.

Dopo lo scrutinio, il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato la convocazione della commissione Sanità per domani alle 10.00 e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo. Successivamente ha tolto la seduta. 

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato i primi 13 articoli del disegno di legge in materia urbanistica ed edilizia.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, ha prestato il giuramento prescritto dalla legge il nuovo assessore dei Lavori pubblici Gianni Balzarini. Quindi il presidente ha annunciato una breve sospensione dei lavori per tenere una conferenza dei capigruppo. Subito dopo, prima di affrontare l’ordine del giorno con l’esame degli articoli e degli emendamenti del Dl n. 408/A – Giunta regionale –“Disposizioni urgenti in materia di urbanistica ed edilizia”, hanno preso la parola diversi consiglieri regionali sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha protestato perché la sua precedente sollecitazione rivolta al presidente Francesco Pigliaru per riferire al Consiglio sugli sviluppi della crisi politica è rimasta senza risposta. «L’Aula – ha affermato – non può essere scambiata per luogo in cui tutto può succedere senza chiarezza e trasparenza, ignorando importanti fatti politici che non possiamo lasciare alla ribalta mediatica».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato invece la drammatica giornata di ieri, quando gravi incendi hanno colpito la Sardegna e in particolare la città di Iglesias, dove sono state evacuate molte case private ed è stato devastato un grande patrimonio pubblico, con conseguenze che avrebbero potuto essere ancora più gravi se il dispositivo dei soccorsi non avesse funzionato con la massima efficienza. «Tuttavia – ha aggiunto Pietro Cocco – ritengo opportuno che l’assessore dell’Ambiente riferisca al Consiglio e, soprattutto, auspico che alla città di Iglesias siano assegnate le risorse necessarie, in tempi brevi e con procedure rapide (anche con la costituzione di apposito fondo) per restituire funzionalità al patrimonio pubblico andato parzialmente distrutto».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è associato alla richiesta formulata da Pietro Cocco ed ha poi sollecitato la commemorazione pubblica dello scomparso leader politico sardo Salvatore Ladu.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha lamentato la crescente difficoltà della quarta commissione di avere una interlocuzione con l’assessore dei Trasporti sul problema dei collegamenti con le isole minori.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, «approfittando della presenza del nuovo assessore» Gianni Balzarini ha sollevato il problema del ponte di Oloè, fra Oliena e Dorgali, crollato nel 2013 a causa dell’alluvione in cui perse la vita anche un agente di polizia. «Ora la situazione di quella struttura è indecente – ha protestato Luigi Crisponi – perché strutture non è ancora transitabile con gravi danni per l’agricoltura ed il turismo». Recentemente, ha detto ancora Crisponi, «la prefettura di Nuoro ha disposto la sorveglianza del ponte affidandola all’esercito perché molti continuano a transitarvi a loro rischio e pericolo ma è evidente che non si può restare così sotto scacco per 4 anni, rinviando ancora un intervento che l’assessorato aveva colpevolmente trascurato e che invece non si può più rimandare, esaminando anche soluzioni alternative».

Al termine dell’intervento di Luigi Crisponi, il presidente Gianfranco Ganau, come annunciato, ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che, a parziale modifica dell’ordine del giorno, l’Aula comincerà l’esame delle mozioni 317 (Augusto Cherchi e più)  e 321 (Paolo Truzzu e più) sulla riforma della magistratura onoraria.

Prendendo ancora la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito che, rispetto alla richiesta di riferire al Consiglio sulla crisi politica alla Regione, «non c’è stata risposta e per noi è un rifiuto molto grave ed inspiegabile, reticente, abbiamo almeno il diritto di conoscere le lettere di dimissioni dell’assessore precedente ed il presidente non può nascondersi dietro un dito, anche perché, su questi argomenti, Antonio Pigliaru ha scritto molto e non vorrei che anche questo fosse ignorato».

Il presidente Pigliaru, premettendo di voler svolgere un intervento «per rispetto al Consiglio anche la richiesta non appare particolarmente appropriate come in questo caso”, ha affermato che “tutto è avvenuto nella massima trasparenza sia prima che dopo e se c’è l’esigenza di inoltrare al Consiglio le lettere di Maninchedda lo faremo». «In quelle lettere – ha poi ricordato – ci sono punti di vista diversi e si parla molto anche della fatica del governare, ma tutto è stato portato alla conoscenza dei nostri elettori e della comunità regionale; non trovo quindi appropriata una richiesta di dibattito per dire qualcosa oltre ciò che è stata detto». «Per quanto riguarda i rapporti con Partito dei sardi – ha concluso Francesco Pigliaru – ribadisco che ha confermato il suo interesse a proseguire nella nostra esperienza di governo; per il resto è tutto nelle lettere e dovrei leggerle per intero, non c’è nessuna crisi e non vedo elementi di allarme pur comprendendo che, su questo, le opinioni non possono che essere divergenti».

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione della mozione 317 ed il presidente ha dato la parola al consigliere Augusto Cherchi (Pds) per illustrarne il contenuto.

In apertura Augusto Cherchi ha messo l’accento sul fondamento costituzionale del ruolo della magistratura onoraria e sulla legge del ’98 che, in realtà, è stata applicata con una serie di proroghe che hanno istituzionalizzato una situazione anomala «in cui 5.000 magistrati onorari gestiscono oltre il 50% del carico complessivo dei tribunali, in un quadro normativo di grande precarietà di lavoro, senza riconoscimenti economici e sociale e senza che ti tenga conto delle responsabilità loro affidate». «Lo stesso Consiglio europeo – ha proseguito Cherchi – ha sollecitato l’Italia ad introdurre elementi di protezione sociale come malattia, paternità e maternità, ma legge delega al Governo per l’emanazione di successivi decreti legislativi e l’istituzione della categoria unica dei giudici onorari di pace, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, non risponde affatto a questa sollecitazione». «Anzi – ha dichiarato Augusto Cherchi – trasforma il lavoro dei magistrati in una sorta di part time solo due volte a settimana ignorando che la vera attività si svolge full time, una scelta irragionevole che ignora tutto il problema della previdenza e determinerà il forte rallentamento di attività giudiziaria». «In definitiva – ha concluso – ritengo che anche la Sardegna debba fare la sua parte per il riconoscimento del pieno diritto dei magistrati onorari alla giusta retribuzione ed alla sicurezza sociale, al fine di garantire sia l’indipendenza della categoria che la ragionevole durata del processo».

Il primo firmatario della mozione 321 Paolo Truzzu (Misto-Fdi), dopo aver condiviso molti punti della mozione del collega Cherchi, ha sostenuto che «la riforma è necessaria per lo stesso Governo anche a fronte della decisioni della Unione europea che ha censurato la precarietà di una professione importantissima ma senza diritti e senza dignità, chiamata anche a garantire più sicurezza al cittadino». «Invece – ha lamentato Truzzu – il Governo ha fatto una riforma peggiorativa che cristallizza la precarietà ed affida ai magistrati onorari competenze maggiori senza giusta retribuzione, con un rapporto part time privo di tutela previdenziale, una fictio iuris perché il progetto sarebbe contraddetto in pochissimo tempo dalla realtà, senza peraltro sollevare l’Italia dalla procedura di infrazione europea». «Il nostro dovere – ha concluso – è quello di riaffermare con forza il concetto della giusta retribuzione, cambiando radicalmente una riforma che rischia di fermare il sistema giustizia a danno dei più deboli, si deve quindi cambiare strada con soluzioni già applicate e presenti nel nostro ordinamento, come la legge 217, per inserire i magistrati onorari fra i dipendenti dello Stato; auspico dunque che anche la Sardegna approvi le mozioni con voto unitario».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha criticato la sottovalutazione del problema della giustizia onoraria, «una protesta giusta in difesa della giustizia di prossimità che incide profondamente sulla vita quotidiana delle persone; non si può lavorare due giorni alla settimana ed è umiliante la stessa idea di una giustizia amministrata part time, perché il giudice, come ricordava Calamandrei, vive notti insonni agitate da incubi e non possiamo  fermare la società perché non funziona la giustizia». «Purtroppo –  ha aggiunto – sulla giustizia si stanno scaricando altre problematiche dimenticando però che anche leggi non funzionano se il sistema non funziona, per cui è necessario che anche la Giunta regionale sarda prenda posizione».

Per il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu «fa bene il Consiglio ad occuparsi di questo problema importantissimo, sia per gli aspetti della lotta al precariato per la dignità del lavoro, sia soprattutto perché stiamo facendo sforzi immani per rendere appetibile il sistema Sardegna anche per gli investitori stranieri e certamente non può esserlo se manca un anello come la giustizia». «Invito perciò il presidente – ha concluso – ad esercitare la necessaria moral suasion presso il Governo, sostenendo l’azione delle 8 Regioni che hanno già deliberato e con le quali dobbiamo lavorare insieme».

Il consigliere Antonio Gaia (Cps), ha detto fra l’altro che «spesso il legislatore dimentica il riferimento alla carta costituzionale, violata palesemente da questa riforma, e dimentica che i magistrati onorari, oltre a smaltire il 50% delle pratiche fanno anche tutto il lavoro sporco istruttorio e di fatto mandano avanti la complessa macchina della giustizia». Gaia, dopo aver ricordato una sua iniziativa per istituire a Cagliari una con camera nazionale di mediazione per le imprese che operano nel Mediterraneo, ha concluso auspicando un ruolo significativo della Sardegna,

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha espresso il suo plauso per l’iniziative del Consiglio di occuparsi del malfunzionamento della giustizia «che si riflette negativamente sulla vita dei cittadini e sul ciclo economico». «Svilire i magistrati onorari e dequalificarli – ha sostenuto – significa fare un danno spaventoso alla comunità, danno provocato anche da una riforma sbagliata che fa un passo avanti e due indietro e non risolve i problemi creando anzi una specie di sotto proletariato intellettuale indegno di un paese civile».

Per l’on. Marco Tedde (Fi) «il tentativo di riforma è inqualificabile ed è sbagliato chiamare magistrati queste figure perché non hanno la dignità e il decoro della funzione giurisdizionale. E non sono nemmeno messi in grado di amministrare la giustizia in modo rapido ed efficace. Le conseguenze sono chiare per tutti gli utenti della giustizia. Questa riforma inciderà in modo danno sono sulla giustizia ed è per questo che chiediamo alla Giunta di portare al governo la voce della nostra preoccupazione».

L’assessore Filippo Spanu ha preso la parola per la Giunta: «Noi riteniamo che gli uffici giudiziari debbano agire al meglio e per questo ci siamo già adoperati sotto il profilo del personale. Ci faremo parte diligente col governo e col Parlamento e lo faremo in raccordo con le altre regioni che stanno esprimendo la nostra stessa posizione».

Per replica l’on. Augusto Cherchi (Pds) si è detto soddisfatto.

Di seguito l’on. Paolo Truzzu (FdI) ha detto che «il rischio della ricaduta, ovvero del peggioramento dei servizi è alto».

La mozione 317 è stata approvata e così la 321. 

L’Aula ha poi affrontato il ddl 408 (disposizioni urgenti in materia di Urbanistica ed edilizia), ripartendo dall’articolo 1, visto che la settimana scorsa era già stato votato il passaggio agli articoli.

Approvato l’articolo 1 “Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 23 del 1985 (Opere soggette a permesso di costruire)” con l’emendamento aggiuntivo della Giunta n. 270

Approvato anche l’articolo 2 “Modifiche all’articolo 5 della legge regionale n. 23 del 1985 (Variazioni essenziali) con l’emendamento aggiuntivo 18 (Ruggeri) e l’articolo 3 “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale n. 23 del 1985 (Sanzioni per interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali)”.

L’articolo 4 “Varianti in corso d’opera” è stato approvato e l’emendamento 16 di maggioranza (Piero Comandini) relativo alle sagome degli edifici vincolati o meno è stato illustrato dal primo estensore ma poi ritirato.

Approvato anche l’articolo 5 “Modifiche all’articolo 10 bis della legge regionale n. 23 del 1985 (Opere soggette a Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA))”. L’emendamento 264 (Comandini e più) con lo scopo di snellire il lavoro degli uffici è stato discusso ma poi ritirato con l’invito «rivolto alla Giunta di modificare la Scia inserendo le opere non essenziali».

Sull’articolo 6 “Modifiche all’articolo 11della legge regionale n. 23 del 1985 (Mutamenti della destinazione d’uso)” l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato la richiesta di voto segreto sugli emendamenti 274 (Pietro Pittalis) e 273 (Piero Comandini). 

Il primo (soppressivo del comma 3 dell’articolo 6) è stato approvato con 27 favorevoli e 24 contrari.

L’emendamento 273 (servizi connessi alla residenza) è stato approvato con 29 favorevoli e 22 contrari.

L’on. Piero Comandini (Pd) ha illustrato l’emendamento 275, che tende ad evitare che i Consigli comunali debba riesaminare una seconda volta i piani attuativi in caso di mutamento della destinazione d’uso. Contrario l’assessore Cristiano Erriu, che ha invitato al ritiro. L’invito è stato accolto.

Il testo dell’articolo 6 è stato approvato e anche l’emendamento 301 all’emendamento 19 (immobili a destinazione strettamente sportiva).

Approvato anche l’articolo 7 “Modifiche all’articolo 14 della legge regionale n. 23 del 1985 (Opere eseguite in assenza di SCIA)”.

Anche all’articolo 8 “Modifiche all’articolo 15 della legge regionale n. 23 del 1985 (Interventi di edilizia libera)” sono stati presentati emendamenti poi non approvati o ritirati. Così l’articolo 8 è stato approvato insieme all’emendamento aggiuntivo 261 a firma Valter Piscedda (PD) sulla capacità ricettiva.

Sull’articolo 9 “Modifiche all’articolo 15 quater della legge regionale n. 23 del 1985 (Parcheggi privati)” approvato l’emendamento 263 (Tendas) sulle prescrizioni su immobili in zona urbanistica A e vincolati. Approvato anche l’emendamento 296 (Pierfranco Zanchetta) sul limite massimo dei metri cubi, elevato da 210 a 300.

L’Aula ha poi licenziato l’articolo 10 “Modifiche all’articolo 16 della legge regionale n. 23 del 1985 (Accertamento di conformità)” e il 10 bis “Incentivazione degli interventi di riuso del patrimonio edilizio dismesso e per l’efficientamento energetico”  on l’emendamento aggiuntivo 20 (Luigi Ruggeri) sui “consorzi dei proprietari di aree libere e fabbricati”.

Approvato l’articolo 11 “Modifiche all’articolo 10 bis della legge regionale n. 45 del 1989 (Piano paesaggistico regionale: tutela delle zone di rilevante interesse paesistico ambientale)” e l’articolo 12 “Modifiche all’articolo 20 della legge regionale n. 45 del 1989 (Formazione, adozione e approvazione del piano urbanistico comunale e intercomunale)” con l’emendamento aggiuntivo 21 (poi emendato ulteriormente) e 262 (emendamento al 303).

Sull’articolo 13 “Piano di utilizzo dei litorali (PUL)”  lunga discussione sull’emendamento 304. Il tema è stato introdotto dall’assessore Cristiano Erriu, che ha detto: «E’ necessario introdurre una norma che distingue le tipologie delle strutture a servizio della balneazione come le corsie di lancio per il kite surf». Anche l’on. Antonello Peru (FI) ha preso la parola per dire che «l’emendamento della commissione urbanistica è finalizzato a far vivere per dodici mesi i litorali urbani»”. Sulla stessa posizione l’on. Roberto Desini (PDS), che ha ricordato il suo impegno e quello del collega Salvatore Demontis in commissione per l’approvazione della norma a favore della spiaggia di Platamona.

Anche l’on. Salvatore Demontis ha parlato di «ottima soluzione per il litorale metropolitano, così frequentato tutto l’anno».

L’emendamento 304 è stato dunque approvato insieme all’articolo 13.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’articolo 13 bis “Osservatorio regionale per l’urbanistica e l’edilizia”.

Sentiti i pareri della Commissione e della Giunta sugli emendamenti, il presidente ha comunicato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali presentati dall’opposizione. Il Consiglio ha quindi approvato il testo dell’articolo per alzata di mano.

Ritirati anche gli emendamenti all’articolo 13 ter “Commissione permanente sulle problematiche edilizie e urbanistiche della disabilità” che è stato rapidamente approvato dall’Aula.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato conclusa la seduta.

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Domattina,alle 10.00, il Consiglio regionale comincerà l’esame dei circa 300 emendamenti presentati dai diversi gruppi consiliari al Dl n. 408 che contiene una serie di norme in materia di edilizia ed urbanistica.

La maggior parte delle proposte di modifica del testo proviene da Forza Italia (240), cui si aggiungono quelle dell’Udc (6) e del Psd’Az (1). Per quanto riguarda la maggioranza 2 emendamenti portano la firma della Giunta, 11 sono sottoscritti dal vice presidente della commissione Governo del Territorio Antonio Solinas (Pd), 8 dal consigliere Piero Comandini ed uno ciascuno dai consiglieri Giuseppe Meloni, Gianmario Tendas, Salvatore Demontis e Daniela Forma, sempre del Pd. Completano le proposte della maggioranza i 6 emendamenti presentati dal capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta.

Per finire il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus, che ha presentato 18 proposte di modifica.

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Il Consiglio regionale ha approvato la discussione generale sul disegno di legge su urbanistica ed edilizia.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 408/A – Giunta regionale – “Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia. Modifiche alla legge regionale n. 23 del 1985, alla legge regionale n. 45 del 1989, alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n. 22 del 1984, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 24 del 2016″.

Prima di avviare la discussione, il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sull’iniziativa degli operai Ottana, da oggi in presidio permanente nel sito industriale. «Il 21 aprile scorso – ha ricordato Daniele Cocco – il Consiglio ha approvato all’unanimità una mozione che purtroppo non ha avuto seguito, soprattutto con riferimento al lavoro di un tavolo tecnico presso il ministero dello Sviluppo economico che doveva individuare nuove soluzioni; su questo chiediamo risposte all’assessore dell’Industria».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che la questione sarà sottoposta all’assessore competente. Subito dopo ha dato la parola al relatore del disegno di legge 408 Antonio Solinas (Pd) per illustrare il provvedimento.

Antonio Solinas ha sottolineato in apertura che la legge «pone mano ad una situazione che riguarda molti settori ma in particolare realizza l’adeguamento di diverse leggi regionali, a partire dalla 23 dell’85, e la sburocratizzazione di un complesso di norme». «In commissione – ha proseguito Solinas – si sono svolte molte audizioni e sono state recepite alcune osservazioni come per esempio quella sull’allargamento dell’osservatorio regionale su urbanistica ed edilizia». «Per quanto riguarda il testo – ha aggiunto Antonio Solinas – ci sono differenze formali fra quello della Giunta e quello della commissione ma sul piano sostanziale i concetti di fondo sono simili e c’è stata condivisione sia su alcune novità come quella dei litorali metropolitani che sullo stralcio della materia degli usi civici su cui auspichiamo un intervento del Consiglio».  Si è trattato di un lavoro utile, ha concluso il vice presidente della commissione Governo del territorio, «cui ha contribuito positivamente anche la minoranza, una solida base di lavoro anche per la successiva legge urbanistica».

Il primo intervento della discussione generale è stato quello del consigliere del Pd Salvatore Demontis, che ha parlato di «un buon disegno di legge che va in direzione della semplificazione nella complessa materia edilizia, proseguendo un percorso già avviato con i procedimenti amministrativi introducendo la comunicazione di inizio lavori,  segno di un approccio nuovo della pubblica amministrazione che si fida del cittadino». «La legge – ha poi sostenuto – contiene una disciplina più snella di variazioni essenziali cui sono agganciate sanzioni, maggiori tolleranze su alcune difformità, gli insediamenti nell’agro e le varianti in corso d’opera, oltre ad una buona novità sul cosiddetto litorale metropolitano proposta dal collega Antonello Peru che ha consentito una configurazione nuova per un litorale strettamente connesso ad un retroterra importante, come quello di Sassari».

Il vice capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, ha richiamato il recente incontro del Pd sulla legge urbanistica per affermare che in quella sede «è stata pesantemente censurata la legge che oggi discutiamo soprattutto per trovare un nuovo equilibrio fra la normativa regionale con quella nazionale; un lavoro che riesce a metà, anche se contiene spunti interessanti che  regolano in modo migliore una vasta area di interessi economici e sociali, pubblici e privati». Marco Tedde ha poi fornito alcuni numeri sul settore edilizio in Sardegna, «che rappresenta l’11% del pil, il 42% dei lavoratori dell’industria e la maggioranza degli occupati, numeri che dimostrano quella necessità di attenzione che il centro sinistra non ha saputo assicurare». Anzi, i risultati concreti del governo regionale sono tutti di segno negativo: «In questi anni sono stati persi 29.000 posti di lavoro (quasi il 50% degli addetti) e sono uscite dal mercato 2500, un disastro con l’unica eccezione del nostro “Piano casa”, poi stravolto e reso sterile dalla maggioranza, con una perdita ulteriore di posti di lavoro e di aziende esclude dal ciclo produttivo». Marco Tedde, infine, ha messo in evidenza l’inadeguatezza dell’azione di governo del centro sinistra, ricordando le enormi difficoltà delle graduatorie «collegate al bando della legge 29 sui centri storici che ha fatto registrate la spesa di appena 1.5 milioni sui 20 disponibili: questo è il vero resoconto di 40 mesi di governo del centro sinistra in cui la maggioranza è rimasta bloccata dalle sue divisioni interne fra visioni opposte, un dato preoccupante anche per l’opposizione».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha affermato che, sul piano generale, «la discussione di temi come l’urbanistica presuppone che le norme vadano inquadrate nella visione complessiva del Piano paesaggistico regionale, strumento di tutela del paesaggio come bene comune contro ogni tentativo di speculazione, che conserva la sua validità nonostante il tempo trascorso». Si tratta di uno strumento che, secondo Usula, «può essere sottoposto a qualche adeguamento ma resta comunque gerarchicamente sovra ordinato, come ribadito sia dalla giurisprudenza che da una recente sentenza della Corte costituzionale». «Per quanto riguarda la valutazione sull’operato del governo regionale in materia – ha continuato Emilio Usula – ci saremmo aspettati la messa in sicurezza del Ppr come dichiarato in campagna elettorale, con l’impegno di aiutare i Comuni ad adeguare i Puc al Ppr lasciando ad essi buoni margini di autonomia; nulla però è stato fatto, i Puc approvati sono appena una decina e non è stato fatto niente per le zone interne, riaprendo invece una profonda ferita nella società sarda discutendo di queste cose fuori dal Consiglio e, all’interno, con un modo di procedere molto particolare, prima con questo testo e poi con un altro, due leggi che hanno marciato su binari paralleli con una sfasatura temporale, spacchettando la materia e rinviando il cuore del confronto». «Una situazione – ha detto infine Usula – che alimenta in noi dubbi e sospetti; abbiamo presentato emendamenti correttivi di quelli che per noi sono alcuni pericoli ma vogliamo capire se la legge rimane così com’è perché in questo caso il nostro voto sarà contrario».

Il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) ha basato il suo intervento su osservazioni di metodo e di merito. Sotto il primo profilo Zedda ha criticato «la scelta della Giunta di lavorare su due testi, una scelta che lascia perplessi e rende più difficile orientarsi su una materia molto tecnica, così come non convince il titolo di disposizioni urgenti in presenza di un testo organico bloccato da tempo, anche perché lo stesso concetto di urgenza nell’ordinamento regionale è legato solo alla semplificazione di procedure amministrative nazionali». Nel merito, a giudizio di Zedda, «si interviene su diverse leggi con la volontà di operare una semplificazione anche se non ci sono i testi coordinati ed inoltre vengono ammessi alcuni interventi, come parcheggi che non comportino variazioni permanenti dello stato dei luoghi ed altre infrastrutture definite di facile rimozione in contrasto con il Ppr e con la cosidetta legge salva coste, mentre la stessa Corte costituzionale ha detto che tali norme sono sovra ordinate e non possono essere derogate».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato che, nelle intenzioni della maggioranza, «il Dl 408 avrebbe dovuto rappresentare una svolta, soprattutto per disboscare una giungla interpretativa e produrre nuove opportunità per imprese e cittadini in modo chiaro e semplice». «Invece – ha lamentato Rubiu – è l’ennesima scommessa perduta per colpa della ennesime lotte intestine al centro sinistra, è una riforma priva di coraggio che non riesce a dare riposte nuove alla domanda di crescita e sviluppo della Sardegna, è un concentrato di aspettative deluse per motivi ideologici, una legge pastrocchio che confonde ancora di più il quadro normativo, con i Comuni lasciati soli a districarsi nelle interpretazioni, non contiene nessuna apertura per il comparto rurale, turistico e agricolo, è insomma la risposta peggiore per molti giovani che attendevano opportunità di lavoro» L’andamento del settore edilizio della Sardegna ha numeri spaventosi che per l’ennesima vota non hanno trovato nella Regione l’attenzione necessaria, per cui auspichiamo un testo unico che riordini e semplifichi davvero il quadro normativo, eliminando i contenziosi civili e penali che appesantiscono ulteriormente la materia, una testo finalmente libero dalla solita ottica integralista e fondamentalista, a cominciare dall’agro che, secondo noi, deve essere disciplinato con lo schema del lotto funzionale che prescinda dalla superficie del terreno ed accompagni lo sviluppo ordinato di tante aziende sarde».

Per il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino «gli interventi del Consiglio in materia di urbanistica sono purtroppo condizionati da interferenze esterne che cercano di influire sul voto dell’Aula, unico luogo dove si prendono le decisioni». «Le stesse dichiarazioni di Soru sulla stampa – ha ricordato Giuseppe Fasolino – appaiono sorprendenti quando si riferisce all’autonomia dei Comuni ed all’opportunità di approvare i Puc dimenticando però che la colpa di tutto questo è del Ppr voluto dallo stesso Soru. Quello di cui ha bisogno la Sardegna è una legge urbanistica con obiettivi, partendo dal vecchio Piano casa che aveva dato risposte importanti all’economia della Sardegna, ai Comuni, al patrimonio edilizio della Regione, una tendenza contraddetta dal centro sinistra che ha approvato la legge 8 del 2015 con cui si è tornati indietro di anni; ci vuole una riforma non ideologica con obiettivi precisi e regole certe per gli operatori del settore nel massimo rispetto per l’ambiente».

Conclusa la discussione generale, a nome della Giunta, l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha messo l’accento sul fatto che, nel percorso di formazione della legge, «la Giunta ha ascoltato con molta attenzione tutti i soggetti interessati, modificando profondamente un impianto vecchio con regole inefficaci che alla fine producono costi diretti e indiretti senza benefici ma anzi con ingiustizie e ritardi». «Pensiamo di essere riusciti nel compito – ha poi affermato Erriu – anche grazie al lavoro molto utile fatto in commissione, che ha migliorato il testo in alcuni punti, è una legge omnibus molto completa che contiene nuove discipline e nuovi strumenti, è attenta allo sviluppo nella fascia costiera senza deroghe al Ppr, prevede accelerazioni per la formazione dei Puc ed elimina molte criticità nell’agro per quanto riguarda le opere incomplete». «Sono convinto – ha concluso l’assessore – che la discussione in Consiglio consentirà di mettere in evidenza gli enormi benefici della legge per imprese ed amministrazioni locali con effetti economici positivi diretti sul sistema regionale e ritengo che, subito dopo la sua entrata in vigore, arriverà il riconoscimento unanime del mondo dell’impresa e delle professioni».

Dopo l’intervento dell’assessore Cristiano Erriu l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. Poi il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso l’esame della legge e ha dato la parola all’on. Piero Comandini (Pd) che ha illustrato la risoluzione 1 sulla vicenda dei lavoratori sardi del servizio clienti Wind 3.

«Grazie al ruolo svolto anche dal presidente del Consiglio regionale stiamo portando con celerità la risoluzione su questa vertenza, che ha carattere nazionale visto che in Liguria, Sicilia e Lazio ci sono lavoratori  che versano nelle condizioni dei lavoratori sardi – ha detto Piero Comandini -. Dietro una cessione di ramo d’azienda sembra nascondersi un licenziamento di massa in futuro: questa procedura va fermata o, comunque, va governata perché i lavoratori sono costretti a migrare in una terza società che non ha la solidità della precedente. Parliamo di 900 lavoratori in Italia di cui 400 in Sardegna. La stessa crisi, peraltro, riguarda i call center di Tiscali e Amazon, che in futuro potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni e con i tagli della retribuzione. Noi vogliamo che il Governo fermi  questa procedura visto che queste società gestiscono reti pubbliche e hanno goduto di contribuzione pubblica.»

Per l’on. Mariano Contu (FI) «non possiamo permetterci una perdita di occupazione di questa portata e il documento elaborato dalla commissione chiede proprio che la Giunta si faccia parte attiva con il ministero dello Sviluppo economico per evitare tutto questo. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu: «Il terreno è scivoloso per le implicazioni del Garante delle comunicazioni ma è chiara la dimensione del problema e renderemo conto in Consiglio sulle iniziative assunte».

Per la replica l’assessore Comandini ha detto: «I tempi sono purtroppo ridotti, mi dicono che l’azienda sta offrendo scivoli per liberarsi dei dipendenti. Rischiamo che sia troppo tardi».

La risoluzione è stata approvata all’unanimità.

Sulla mozione 311 (Rubiu e più) dedicata alla situazione della società di servizi Pro service della provincia di Cagliari, l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Dalla mozione a oggi sono cambiate le regole del gioco e la legge. Pertanto la mozione ha perso di spessore insieme al rischio paventato dalla mozione».

Sul tema ha preso la parola l’assessore Cristiano Erriu, che ha, comunque, ricordato che «uno dei decreti Madia riguarda proprio le società a partecipazione pubblica. Il tema è delicato e nel nostro caso riguarda il limite minimo di fatturato. Se non si raggiunge quello, il decreto legislativo 175  prevede la liquidazione della società e la salvaguardia dei posti di lavoro. Il rappresentante legale della città metropolitana di Cagliari, ovvero il sindaco Massimo Zedda, ha avviato una interlocuzione per raggiungere un accordo di ottimizzazione della Pro service, per garantire servizi e stipendi».

Per l’on. Gianluigi Rubiu, che ha replicato, «la risposta è esaustiva e colgo l’occasione per chiedere al commissario di bloccare i trasferimenti e le trasformazioni in  corso all’ex provincia». La mozione è stata ritirata.

A seguire la mozione Zedda (FI) e più dedicata alle iniziative nella ricorrenza di 90 anni del Nobel ricevuto dalla scrittrice nuorese Grazia Deledda. L’oratrice ha detto: «Ringrazio tutti per la sensibilità su questo tema e chiedo che così come la Camera e il Senato anche il Consiglio regionale debba ricordare l’opera di Grazia Deledda a 90 anni dal Nobel ricevuto. Spetterà al Consiglio un ruolo centrale, anche in azione congiunta con le altre istituzioni. La sua opera deve diventare patrimonio culturale di tutti».

Ha poi preso la parola l’on. Roberto Deriu (Pd), che ha detto: «E’ una mozione quanto mai opportuna e non mi soffermo sul merito ma do alcuni suggerimenti sul coinvolgimento degli studenti. E’ possibile farlo attraverso la programmazione dei collegi dei docenti nell’ambito della autonomia scolastica».

Per l’on. Annamaria Busia (Campo progressista) «è importante che la massima assemblea regionale ricordi l’opera e la testimonianza di vita di questa donna. Grazia Deledda è stata una donna determinata, astuta e spregiudicata. E non per casualità è arrivata al massimo riconoscimento della letteratura». 

Secondo l’on. Emilio Usula (Misto) «tutte le iniziative per valorizzare la nostra conterranea sono meritorie». Della stessa opinione l’on. Michele Cossa (Riformatori) e il collega Luigi Crisponi, che ha chiesto all’assessore Giuseppe Dessena di «rivalorizzare il parco deleddiano, che a oggi sembra essersi concentrato soltanto su Galtellì e non sull’intero territorio nuorese”.

Per il Pds ha preso la parola il capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha parlato di Grazia Deledda come di «uno dei giganti della cultura internazionale». L’on. Pierfranco Zanchetta ha detto che «un Nobel non si dà a caso e faremmo meglio a ricordarci dei tanti sardi che hanno fatto tanto per la cultura nel mondo».

L’assessore alla Cultura, Giuseppe Dessena, ha condiviso le valutazioni espresse e ha aggiunto: «La Regione si è occupata di Gramsci e della Deledda in questi anni, investendo risorse e attivando le scuole e i Comuni. Per la ricorrenza del Nobel, che fu materialmente consegnato nel 1927, abbiamo presentato alcune iniziative su Grazia Deledda al salone internazionale del libro di Torino di quest’anno. Sabato sarà la giornata dedicata la premio internazionale Grazia Deledda e si terrà a Galtellì. Per le scuole stiamo immaginando un percorso: risorse economiche per celebrare negli istituti  in ogni forma, anche con il teatro, Grazia Deledda. Sul Parco deleddiano a presto metteremo attorno a un tavolo gli amministratori locali per far ripartire l’iniziativa. Stiamo poi chiedendo un incontro sulla scuola al ministro Fedeli e parleremo anche di Grazia Deledda».

La mozione Zedda e più è stata approvata all’unanimità.

A seguire la mozione 251 (Crisponi e più) sulla crisi delle Camere di commercio della Sardegna. L’esponente dei Riformatori ha detto che «le camere di commercio sono destinate per legge ad essere accorpate, con il pretesto del risparmio. In realtà si tratta di un errore e noi chiediamo che la Giunta si opponga al progetto di realizzare una sola Camera di commercio per la Sardegna. Le specificità della nostra isola, la vastità del nostro territorio e la difficoltà dei trasporti interni renderebbero pericolosissima una riforma del genere. Dobbiamo sventare il tentativo di desertificare ulteriormente la Sardegna».

L’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu, ha riaffermato l’impegno della Giunta per utilizzare al meglio «il contributo funzionale della camere di commercio per le politiche di sviluppo della Regione» ed ha ricordato il confronto in corso con gli assessorati del Turismo, dell’Industria e del Commercio. «La Giunta regionale – ha dichiarato Filippo Spanu – ha un’idea chiara sulle camere di commercio: le considera una ricchezza».

Nel merito dei temi oggetto della mozione, il responsabile degli Affari generali, ha ripercorso le diverse fasi che caratterizzano il processo di riorganizzazione, non ancora concluso, evidenziando come la proposta formulata da Unioncamere al Governo statale sia carente in alcuni aspetti. Spanu ha quindi ricordato le segnalazioni del presidente Pigliaru, prima al già ministro Guidi e più di recente ai ministri Calenda e Costa, nelle quali si è esplicitata, tra le altre, la richiesta di una deroga per la camera di commercio di Nuoro. «La Camera di commercio di Cagliari – ha spiegato l’assessore – rispetta tutte le caratteristiche richieste per mantenere l’istituzione camerale, Sassari pur non avendo 75mila imprese aderenti è transfrontaliera ed ha il requisito di equilibrio ed efficienza, così come Nuoro che ha dalla sua parte anche le caratteristiche di montana e isolana».

«Per Oristano – ha concluso Filippo Spanu – dovrà essere il territorio ad esprimere la volontà di adesione ad una delle altre camere di commercio dell’Isola».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori), in sede di replica, ha insistito sulla opportunità che sia concesso al territorio di Oristano di poter scegliere l’ente camerale al quale aderire qualora fosse confermata la cancellazione della sede oristanese.

Fermo disappunto per le dichiarazioni rese dall’assessore Spanu è stato espresso invece dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «La Giunta continua a mostrare un atteggiamento passivo nei confronti del Governo italiano ed è appiattita su questo come sugli altri temi, persino ai vari 1sottosegretari». Attilio Dedoni ha chiesto la difesa dell’ente camerale di Oristano e dunque dell’intero sistema camerale sardo.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd), ha proposto l’inserimento nel testo della mozione di un esplicito riferimento alle tre sedi di Sassari, Cagliari e Nuoro, suscitando la vibrata protesta del consigliere Dedoni.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato: «Non si salva un territorio affossandone un altro, il Consiglio e la Giunta devono fare battaglia per salvaguardare il sistema camerale sardo nella sua interezza, con le sedi di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari». L’esponente della maggioranza ha quindi mostrato contrarietà alla proposta formulata dal suo collega di gruppo e di partito, Luigi Lotto, ed ha invitato i presentatori a lasciare il testo della mozione inalterato o a inserire tutte e quattro le camere di commercio della Sardegna.

Il consigliere primo firmatario della mozione, Luigi Crisponi (Riformatori), ha dichiarato di voler lasciare inalterato il testo ed il presidente del Consiglio ha posto in votazione la mozione n. 313 che è stata approvata con 50 voti favorevoli su 50 consiglieri partecipanti al voto.

Si è passati, dunque alla discussione della mozione n. 294 ed il primo firmatario, Luca Pizzutto (Art.1-Sdp) ne ha illustrato il contenuto, criticando, a tratti anche duramente, la condotta della società Polar srl, la società  che ha in concessione la cava di argilla bentonitica nel comune di Piscinas.  L’esponente della maggioranza ha evidenziato “l’anomalo comportamento” della ditta che ha fatto ricorso ad una serie di licenziamenti, poi cancellati dalle sentenze del tribunale, ed ha quindi proseguito con una serie di trasferimenti di personale nella sede di Genova. «Polar – ha dichiarato Luca Pizzuto – fa ciò che vuole all’interno dei confini dello stabilimento e non rispetta i lavoratori». Il consigliere di Art. 1 – Sdp ha quindi chiesto spiegazioni sulla compagine societaria, sulle posizioni debitorie, sui mancati pagamenti ai fornitori ed anche ai lavoratori, sul piano industriale della società, riaffermando la necessità di un intervento del Consiglio anche sotto il profilo normativo. «Mi spiego meglio – ha concluso Pizzuto – ipotizzo una legge con procedura d’urgenza per revocare la concessione mineraria alla Polar srl».

Il consigliere di Forza Italia, Mariano Contu, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha proposto la sospensione della discussione della mozione, per dare corso all’audizione in commissione dei vertici della Polar srl, così come da richiesta di questi ultimi. Contro tale eventualità si è espresso il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, («serve un segnale forte del Consiglio regionale contro il modo di operare ed i metodi adottati della società Polar, nonché, in prospettiva  una nuova legge che regoli le concessioni minerarie») ed anche la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda («bene audizione dell’azienda ma ritengo che sia necessario e urgente pronunciarsi sula situazione che si è venuta a creare nella cava di Piscinas»).

È quindi intervenuta l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, che non ha nascosto le problematicità della vicenda Polar ed ha ripercorso le tappe recenti della concessione di Piscinas, dall’abbandono della società Ssb all’assegnazione alla Poalr srl, confermando la regolarità delle procedure e degli atti («l’attività produttiva è stata sottoposta alla rigida autorizzazione integrata ambientale ed è sotto il controllo anche dell’Asl e dell’Arpas»).

L’assessore ha inoltre confermato il rispetto delle norme in vigore ma si è detta d’accordo al varo di nuove regole per le concessioni minerarie, confermando l’attenzione dell’assessorato dell’Industria per la vertenza Polar.

Il consigliere Pizzuto, in sede di replica, ha ribadito gli scarsi strumenti a disposizione della Regione per arginare comportamenti dannosi come quelli adottati – a suo giudizio – da Polar ed ha confermato la volontà di una procedura d’urgenza per il varo di nuove norme in materia di concessioni minerarie.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha dichiarato voto favorevole, insieme con il consigliere Udc, Giorgio Oppi, che però si è detto contrario alla procedura d’urgenza («meglio una legge ad hoc»).

Il presidente del Consiglio ha quindi comunicato all’Aula la convocazione, al termine dei lavori, della conferenza dei capigruppo con i lavoratori della Portovesme srl; la convocazione della commissione d’inchiesta sui costi del sistema sanitario alle 17.00, la convocazione delle commissioni Terza e Quarta alle 16.00 e della Quinta commissione alle 16.30. Il presidente Prima di dichiarare conclusa la seduta e di convocare l’Assemblea per martedì 27 giugno alle 10.00, ha posto in votazione la mozione 294 che è stata approvata all’unanimità con 39 favorevoli su 39 votanti.

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Potrebbe arrivare lunedì prossimo o al più tardi martedì 20 giugno il via libera della V Commissione al disegno di legge della Giunta per l’attivazione di una campagna di promozione e comunicazione finalizzata alla destagionalizzazione dei flussi turistici.

Il parlamentino presieduto da Luigi Lotto ha approvato oggi, a maggioranza, l’articolato del provvedimento. Il disegno di legge sarà trasmesso alla commissione Bilancio per il parere finanziario, quindi tornerà in Quinta  per il voto finale.

«E’ nostra intenzione chiedere alla Conferenza dei capigruppo di inserire il disegno di legge all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio – ha detto il presidente Luigi Lotto – un’approvazione rapida consentirebbe di spendere le risorse già per gli ultimi mesi dell’anno apportando benefici all’intero sistema turistico della Sardegna.»

Il provvedimento, illustrato in Commissione dall’assessore al Turismo Barbara Argiolas, stanzia 40,8 milioni per una campagna di promozione da affidare a compagnie aeree e concessionarie di pubblicità dal 2017 al 2020. Nel dettaglio la norma prevede una spesa di 4,8 milioni nel 2017 e 12 milioni per gli anni 2018, 2019 e 2020. Le risorse, attualmente nelle casse dell’assessorato dei Trasporti, saranno trasferite all’assessorato del Turismo. I criteri e le modalità degli interventi saranno stabiliti con una delibera di Giunta entro 30 giorni dall’approvazione.

«Contiamo di definire le linee di indirizzo entro la prima decade di luglio per essere già operativi alla fine di novembre – ha detto l’assessore Argiolas – l’obiettivo è quello di allungare la stagione nei mesi di spalla. Il modello di riferimento è quello adottato dalla Regione Abruzzo che ha avviato una campagna promozionale senza incorrere in procedure di infrazione dell’Unione Europea per gli aiuti di Stato. Noi però dovremo calibrare l’intervento su tre aeroporti e non su un unico scalo come avviene in Abruzzo. La promozione e la comunicazione sono attività strategiche per lo sviluppo turistico e la valorizzazione dei territori.»

D’accordo sulla necessità di destagionalizzare tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione. La minoranza ha però manifestato forti perplessità sulla definizione dei criteri. «Non può essere la Giunta a definire in solitudine le linee di indirizzo – ha detto Marco Tedde (FI) – serve un maggior coinvolgimento del Consiglio. Non possiamo firmare cambiali in bianco. Ci sono aeroporti come quello di Alghero che scontano ancora gli errori del passato». Stesso giudizio da parte di Luigi Crisponi (Riformatori): «Il testo di legge è scarno c’è bisogno di vedere i criteri del bando per dare una valutazione». Su questo punto del disegno di legge l’opposizione ha quindi votato contro, mentre sulle altre parti del disegno di legge si è invece astenuta.

Il presidente Lotto si è detto d’accordo su un coinvolgimento preventivo del Consiglio regionale avanzando una proposta per accelerare i tempi della discussione: «Prima dell’approvazione in Giunta i criteri e le linee di indirizzo possono essere portate in Commissione e valutate insieme all’assessore». Proposta accolta da Barbara Argiolas che ha preso l’impegno di trasmettere al parlamentino tutta la documentazione non appena verrà chiusa la pratica dagli uffici.

Soddisfatti, infine, i consiglieri di maggioranza. Piero Comandini (Pd) ha sottolineato il cambio di rotta introdotto dal disegno di legge rispetto alle operazioni che in passato hanno portato all’apertura della procedura di infrazione della Ue nei confronti della Sardegna per gli aiuti alle low cost: «Non ci sono più contributi a pioggia, le risorse per la promozione e comunicazione verranno distribuite in due modi: una quota fissa e una legata ai risultati. Le compagnie avranno, dunque, una responsabilità diretta e dovranno impegnarsi per incrementare i flussi».

Di provvedimento agile e chiaro ha invece parlato Antonio Gaia (Upc), mentre per Salvatore Demontis il disegno di legge «individua il giusto percorso per promuovere il brand Sardegna. Le risorse dovranno essere ora utilizzate al meglio per ottenere il massimo risultato».

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L’on. Valter Piscedda (Pd) ha presentato oggi un’interrogazione urgente in merito alle notizie apparse sulla stampa riguardanti le indagini a carico della società Fluorsid S.p.a. per le ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti ambientali e inquinamento e disastro ambientale.

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali del Partito democratico Roberto Deriu, Pietro Cocco, Cesare Moriconi, Antonio Solinas, Gianmario Tendas, Piero Comandini, Alessandro Collu, Lorenzo Cozzolino, Rossella Pinna e Salvatore Demontis.

L’on. Piscedda, già sindaco di Elmas per 10 anni, è stato uno dei protagonisti nell’attivazione del percorso di inserimento della Laguna di Santa Gilla nel più ampio Parco del Molentargius, ed attualmente, da consigliere regionale, segue con particolare attenzione le problematiche di natura ambientale, che lo hanno visto abile tessitore nella costituzione dei due parchi regionali di Tepilora e Gutturu Mannu.

Oggi, con la sua interrogazione, quale rappresentante del territorio Metropolitano in Consiglio regionale, Valter Piscedda ha chiamato a rispondere il presidente della Giunta regionale (e gli assessori ed enti competenti) sulle gravi criticità evidenziate dalla stampa sulle indagini in corso.

La preoccupazione è, innanzitutto, per la salute dei cittadini di Elmas, Assemini e Capoterra, che potrebbero aver subito o subire dei danni se venissero confermati gli sversamenti in falda e se i materiali inquinanti fossero entrati nella catena alimentare.

L’on. Valter Piscedda ha poi rappresentato preoccupazione per il territorio della Città metropolitana di Cagliari e in particolare per la Laguna di Santa Gilla e i comuni spondali, visto l’eccezionale valore naturalistico di un’area considerata tra le più interessanti zone umide dell’Unione Europea, situata tra i comuni di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra, che ospita numerose specie di uccelli  tra cui i caratteristici fenicotteri rosa, che hanno fatto della laguna il loro habitat naturale e il luogo prediletto per la riproduzione, ed il Pollo Sultano; ma è altrettanto alto l’allarme per il polo produttivo sviluppatosi nell’area, legato principalmente al settore ittico, e per le aziende agricole che potrebbero essere compromesse dalle infiltrazioni di sostanze inquinanti nei terreni, dannose  per le coltivazioni e gli animali.

Sono precise le richieste che l’on. Valter Piscedda, nel pieno rispetto della competenza primaria della magistratura sul cui operato ripone la massima fiducia, avanza nei confronti della Regione: 1. verificare la fondatezza delle notizie apprese dalla stampa e riportate in premessa; 2. acquisire i dati e le dovute analisi al fine di stabilire l’esatta entità dello stato di inquinamento denunciato; 3. istituire con la massima urgenza una unità operativa di coordinamento e supporto alla Città metropolitana e ai Comuni direttamente coinvolti, in primis ai Sindaci investiti personalmente della responsabilità della salute pubblica dei cittadini quali autorità sanitarie locali; 4.mettere in campo tempestivamente e senza indugio le misure necessarie per affrontare la situazione di eccezionale emergenza; 5. attivare prontamente le strutture pubbliche regionali competenti in materia di criticità ambientali, quali l’Arpas, l’assessorato all’ambiente e quello alla sanità; 6. disporre, qualora ne venga accertata l’esigenza, una immediata azione di bonifica delle acque e delle aree inquinate ed ogni altra azione utile a limitare i danni attuali e potenziali dei territori coinvolti; 7. portare a conoscenza del Consiglio i provvedimenti e le misure adottate dalla Regione al fine di tutelare lo stato di salute dei cittadini e limitare i danni per le attività produttive dell’area metropolitana coinvolta e dei comuni spondali.

Più che mai si attende una risposta tempestiva da parte del presidente Francesco Pigliaru e degli assessori competenti, alla luce delle potenziali ripercussioni sull’ambiente e quindi sulle persone, sugli animali e sulle attività economiche del territorio coinvolto.

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Sono proseguiti oggi i lavori del Consiglio regionale per l’esame della Legge di stabilità 2017 che detta le disposizioni in materia di sanità e politiche sociali. Sentito il parere del presidente della Commissione Bilancio e della Giunta, il presidente Ganau ha aperto la discussione generale.

Annamaria Busia (Misto), dopo aver sottolineato l’importanza dei contenuti del’articolo 4, ha puntato la sua attenzione sulla necessità di finanziare i Centri antiviolenza per l’assistenza dei  minori “vittime assistite” e dei maschi maltrattanti. «Avrei evitato ogni riferimento a questioni attuali ma anche ieri c’è stato un femminicidio – ha ricordato Busia – a marzo si sono registrati sei delitti contro le donne, uno dei quali in Sardegna. Ormai si tratta di un bollettino di guerra. Per questo l’argomento richiede il massimo impegno da parte di tutti».

La consigliera del Centro Democratico ha quindi auspicato l’approvazione dell’emendamento per l’incremento dei fondi destinati ai Centri antiviolenza: «Si propone un sistema di accoglienza per i minori vittime di crimini domestici. In Sardegna esistono attualmente solo strutture per minori abbandonati o devianti non per minori vittime assistite. Noi prevediamo un modesto finanziamento (100mila euro) che per il momento può bastare. A breve passerà in Senato la proposta di legge per le vittime di crimini domestici. E’ necessario completare il sistema di tutela a favore delle donne con la previsione di Centri che si occupino anche dei soggetti maltrattanti».

Edoardo Tocco (Forza Italia)  ha rimarcato come anche quest’anno la Legge di stabilità destini gran parte delle risorse al sistema sanitario. Il consigliere azzurro ha poi criticato l’operato dell’Azienda unica regionale: « Sarebbe importante capire i piani e i programmi dell’Ats e i criteri con i quali vengono deliberati i tagli. Il direttore Moirano però non si è ancora presentato in Commissione. La maggior parte delle risorse vengono destinate ai grandi ospedali della Sardegna, si dimenticano invece i piccoli nosocomi».

Edoardo Tocco ha poi parlato del Reis: «Abbiamo approvato il reddito di inclusione sociale ad agosto del 2016, da allora non si è saputo più nulla – ha affermato l’esponente della minoranza – c’è una grande aspettativa. Chiedo all’assessore Arru di catechizzare gli uffici regionali perché si colleghino con i comuni. C’è un’informazione distorta e no si riesce a dare risposte ai cittadini».

Rossella Pinna (Pd) ha invece concentrato l’attenzione sull’emendamento che autorizza l’Ats a contrarre un mutuo per il completamento del Centro di riabilitazione “Santa Maria Assunta” di Guspini. «Non è tematica locale ma riguarda tutta la Sardegna – ha detto Pinna – con questo provvedimento si  restituisce la speranza a chi ha la sfortuna di doversi curare ed è costretto a recarsi fuori dall’Isola». L’emendamento proposto, secondo la consigliera del Pd, potrebbe contribuire ad attenuare l’impatto che la modifica della rete ospedaliera avrà sull’organizzazione sanitaria regionale. «E’ un intervento di grande valenza, risponde alla esigenza di rendere omogenea la presenza di centri di riabilitazione in ambito regionale e rivitalizza un modello di eccellenza restituendogli operatività. Il piano di indirizzo per la riabilitazione ha stabilito che in ogni Regione deve essere attivata un’organizzazione capillare che consenta al paziente di avere un riferimento certo post ricovero. Attualmente il sistema sardo non risponde alle esigenze dei cittadini».

Ignazio Locci (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha richiamato il tema dei costi della Sanità. «Il tentativo di riformare il sistema non ha dato esiti positivi – ha detto Ignazio Locci – la spesa nona accenna a diminuire, segno che gli obiettivi che vi eravate posti non sono stati raggiunti. Basta guardare i dati del 2016 che hanno determinato un aumento dei costi di 305 milioni di euro. Per il 2017 si prevedono 330 milioni. Vedremo nel corso dell’anno quale sarà la performance».

Secondo Locci, ciò che salta all’occhio è la rinuncia del Consiglio a svolgere le proprie funzioni programmatorie in materia. «Assistiamo tutti i giorni a veri e propri interventi da parte dei manager delle Asl e della Giunta che sono caratteristici della riorganizzazione della rete ospedaliera. Anche in questa Finanziaria l’esecutivo propone un emendamento che va in questa direzione. E’ inutile discutere di programmazione se poi il Consiglio delega la propria funzione».

Sulle politiche sociali, Ignazio Locci ha ricordato che lo scorso 23 febbraio la Conferenza delle Regioni ha aggiornato il Patto della Salute. «La Sardegna perde 9 milioni di euro – ha rimarcato Ignazio Locci – che impatto avrà sul fondo per le non autosufficienze?».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha letto un elenco con i nomi delle donne vittime degli ultimi casi di femminicidio. «Stiamo in un vicolo cieco. Non esistono più politiche e strumenti per arginare il fenomeno che è comune a tutto il Paese – ha detto Alessandra Zedda – crediamo che la Sardegna avendo una sua specificità possa intervenire attraverso i Centri antiviolenza. Nonostante le misure messe in campo c’è ancora molto da fare. E’ un fenomeno culturale e su questo si deve intervenire».

Alessandra Zedda ha poi denunciato i ritardi nell’erogazione delle somme stanziate per il contrasto alle povertà, la non autosufficienza e il programma “Ritornare a casa”. «Sono programmi basilari su cui siamo tutti d’accordo. Abbiamo stanziato i soldi, perché arrivano in ritardo? Perché creiamo disagi a chi è già in difficoltà? Occorre stabilire un meccanismo che consenta di pagare nei termini».

Giudizio critico anche sul Reis: «E’ uno strumento importante ma non si può consentire un blocco di 8 mesi – ha detto Zedda – bisogna stringere e agire rapidamente».

Sulla spesa sanitaria, infine, la consigliera azzurra ha bocciato senza mezzi termini l’azione dell’esecutivo: «Quello che si è fatto fino ad oggi non è andato nella direzione voluta. La spesa sanitaria aumenta. Non siamo in grado di monitorare la diminuzione dei costi, Quanto bisogna aspettare ancora per la riforma della rete ospedaliera?».

Giovanni Satta (Uds) si è detto d’accordo sulla necessità di una razionalizzazione della spesa su larga scala. «Per questo mi sono astenuto sull’Ats, il principio è giusto ma purtroppo i costi della Sanità continuano a salire».

Giovanni Satta ha poi auspicato parità di trattamento per i territori. «Si è deciso di chiudere il punto nascita a La Maddalena, la razionalizzazione è giusta ma deve essere fatta su tutto il territorio nazionale, questo non avviene – ha affermato Giovanni Satta – a Nuoro l’Asl ha 163mila abitanti, solo tremila in più rispetto a Olbia, eppure ottiene 40 milioni di euro in più rispetto alla Gallura. Questo gap spero che venga presto colmato». Stesso discorso sui risparmi: « A Nuoro la questione del Project financing dell’ospedale San Francesco non è ancora risolta. I dipendenti, sono sottopagati, a chi vanno i soldi per i maggiori guadagni del Project?».

Giovanni Satta si è poi rivolto un plauso all’assessore Arru per l’attivazione del un servizio regionale di elisoccorso (“E’ importante perché consente di salvare vite anche nelle zone più isolate”) mentre ha sollecitato un potenziamento delle strutture per la terapia del dolore: «A Cagliari il reparto del Binaghi funziona per sole 5 ore alla settimana, il servizio potrebbe essere potenziato a costo zero».

Una bocciatura sull’operato della Giunta è arrivata invece da Giorgio Oppi, consigliere dell’Udc ed ex assessore alla Sanità. «Sfascio, disorganizzazione e fallimento come mai si era visto negli ultimi decenni. Costi aumentati e servizi peggiorati – ha detto Oppi – si è accentrato tutto nelle mani delle burocrazia mentre serve più autorevolezza della politica».

Secondo Giorgio Oppi, la Giunta ha introdotto una riforma «che non riforma nulla. La Sanità sarda non gode di buona salute, checché ne dica la stampa. Il progetto per il nuovo Polo pediatrico di Cagliari, voluto dalla Giunta Cappellacci, è fermo. A Nuoro la nuova macchina per radioterapia oncologica non funziona per la mancata formazione dei medici. Le liste d’attesa continuano ad essere lunghissime».

Critiche anche sull’Areu: «Non è ancora entrata in attività. Anzi, è stata uccisa prima di nascere. Non esiste ancora un programma. L’obiettivo – ha sottolineato Oppi – sembra essere quello di chiudere alcuni Pronto Soccorso». Per questo non convince nemmeno il recente accordo con la Lombardia: «La loro situazione è completamente diversa. La deliberazione della Giunta espropria il direttore dell’Areus delle proprie competenze. Siamo di fronte all’ennesimo pasticcio».

In conclusione del suo intervento Oppi ha parlato dell’ospedale Mater di Olbia: «Ci sono ritardi e continui cambi di programma. Proponenti accusano la Regione e voi siete in silenzio – ha affermato l’esponente della minoranza – non c’è traccia dei soldi, il Mater Olbia non aprirà mai, bisogna avere il coraggio di dirlo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori), riprendendo gli interventi appassionati della Busia e della Zedda sui centri antiviolenza ha preannunciato un emendamento che prevede il finanziamento adeguato di queste strutture. Dopo un convegno svoltosi a Nuoro alla presenza di tutti i responsabili dei centri della Sardegna, ha ricordato Usula, «è stato lanciato un forte grido di dolore da parte di tutti gli operatori per dover gestire situazioni di grandissima complessità con pochissime disponibilità economiche». I centri anti violenza, ha detto ancora Usula, «chiedono in fin dei conti la ricostituzione della dotazione finanziaria del 2007 per cui, sotto questo profilo, apprezzo la proposta della collega Pinna ma la ritengo insufficiente perché spero in uno stanziamento più importante; c’è bisogno di certezze per permettere ai centri di dare speranza a tante donne sarde». Soffermandosi poi sul problema della nuova rete ospedaliera, il consigliere dei Rossomori ha espresso una posizione «contraria a micro emendamenti su situazioni particolari, perché compito della Regione, invece, è quello di individuare una risposta complessiva valida per tutto il sistema regionale».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sdp), in apertura, ha rinnovato la richiesta all’assessore Arru di riferire su situazione dell’Aias, mentre i lavoratori, ha ricordato, «sono impegnati in un presidio per sollecitare l’attenzione delle Istituzioni ed alcuni di essi sono addirittura in sciopero della fame». Parlando del problema della violenza di genere, Pizzuto ha auspicato fra l’altro «un lavoro avanzato in campo culturale per scardinare lo schema secondo il quale il genere maschile è di dominio e spesso di prepotenza e la donna è una sorta di oggetto». In materia di Reis (reddito di inclusione sociale), Pizzuto ha riconosciuto che «l’opposizione ha ragione a criticare alcune lentezze purché non si metta in discussione validità dello strumento,  ora la delibera della Giunta è stata modificata anche grazie a contributo dell’Anci e crediamo di aver imboccato la strada giusta». Piuttosto, ha osservato il consigliere di Sdp, «all’esterno c’è contrasto molto forte (anche mediatico) nei confronti del Reis, dimenticando che sulle povertà estreme in realtà il sistema pubblico assicurava ai destinatari, in media, circa 100 euro al mese». Forse qualcuno, ha polemizzato Pizzuto, «vuole mantenere gli ultimi in stato di oppressione e per questo serve uno scatto di volontà della politica anche perché abbiamo 40 milioni da spendere e il sistema può funzionare al meglio se le reti pubbliche fanno squadra; insomma i correttivi si possono fare ma senza può mettere in discussione il passo avanti che abbiamo fatto; la lotta è fra passato e futuro ed anzi questa conquista può essere una occasione di anzi riscatto per tutta la classe politica».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha dichiarato che «se dovessi misurare a spanne il valore della finanziaria basandoci sui report dei giornali sardi direi che è abbastanza mediocre ed in effetti difficile intervenire in un contesto in cui manca la percezione delle difficoltà del popolo sardo e non si fa un dibattito vero nel territorio e nell’opinione pubblica». Ciò accade, ha lamentato Dedoni, «anche perché, per esempio, la commissione d’inchiesta sulla sanità non riesce andare avanti senza dati e senza i necessari strumenti di analisi della situazione sarda ed è un gravissimo errore; la sanità non ha colore e dovrebbe accomunare tutti, gli sprechi ci sono ancora e sono tanti ma non si interviene, la magistratura indaga ma la politica non sembra cosciente di quanto accade e della necessità di dare risposte a cose concrete come le intollerabili attese al pronto soccorso». Nessuno vuole sparare nel mucchio, ha avvertito Attilio Dedoni, «ma la strategia giusta è quella di aggredire la mala sanità essendo noi magistrati di noi stessi e vorrei che questo fosse il grido di tutto il Consiglio».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, dopo essersi definito anch’egli «un membro disarmato della commissione d’inchiesta sulla sanità dove di fatto non si riesce a lavorare» ha messo l’accento sullo stato dei rapporti fra Consiglio e Giunta e fra questi e lo Stato per quanto riguarda il riconoscimento degli svantaggi dell’insularità che «deve necessariamente ricomprendere le isole minori». Carloforte e La Maddalena, ha aggiunto Zanchetta, «sono riconosciute nella riforma della sanità ma vorrei sapere se, rispetto a questo principio, siamo andati avanti perché, se vengono sottratti servizi a La Maddalena non è che si possono compensare a Carloforte». La cosiddetta protesta delle pance che ha fatto il giro d’Italia, ha ricordato il capogruppo di Cps, «non è altro che la richiesta delle di far nascere i bambini a casa loro; ho già detto all’assessore Arru che bisogna garantire le condizioni di sicurezza e l’elisoccorso può essere un elemento di garanzia su cui ragionare per aiutare le donne a partorire sull’isola, una possibilità da verificare insieme alla rotazione equipe sanitaria».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, parlando dei gravi problemi della sanità nuorese, ha ricordato che recentemente ha partecipato ad un incontro organizzato dalle forze sociali «dove è stato lanciato un forte allarme sulla sanità nel territorio condiviso anche dagli amministratori». La domanda che tutti si fanno, ha proseguito, «è sapere qual è la visione complessiva del settore che ha la Regione, quale può essere la nuova idea dei servizi e della geografia degli stessi sul territorio nuorese, come ci si può confrontare fra centro e periferia». Non abbiamo risposte chiare a queste domande, ha lamentato Congiu, «anzi vediamo che si va verso una dimensione del servizio che, se non condivisa, potrebbe creare difficoltà; il manager dell’Azienda unica Moirano ha preso contatto con gli amministratori promettendo incontro ma siamo lontani da un vero metodo partecipato e costruttivo e questi sono temi molto legati all’articolo che stiamo discutendo».

Subito dopo, il Consiglio ha iniziato ad esaminare gli emendamenti all’art. 3 respingendo una serie di proposte oppressive presentate dall’opposizione.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha richiamato l’attenzione del presidente su fatto che «molte delibere della Giunta inserite nel sito in realtà non sono cliccabili e quindi non si possono consultare; ho chiesto di verificare questo disservizio ai funzionari del mio gruppo e la risposta che hanno ottenuto è quella non sono autorizzati a dare copie nemmeno ai consiglieri regionali». Faccio appello a lei, presidente, ha concluso Pittalis, «perché questa situazione non può essere tollerata e la consultazione in tempo reale degli atti della Giunta è un diritto dei consiglieri».

Il presidente Gianfranco Ganau ha concordato sulla fondatezza della richiesta.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha denunciato la chiusura dell’unico punto ristoro dell’ospedale Oncologico di Cagliari. “E’ inaccettabile che i malati in attesa della chemio non abbiano nemmeno la possibilità di prendere una cosa calda. Vorrei sapere dall’assessore Arru se si può affrontare e risolvere, anche a livello emergenziale, questo problema”.

L’emendamento 264 è stato respinto e così anche il 265. Ritirato l’emendamento 161, l’Aula ha poi respinto l’emendamento 266 identico al 409. Respinti anche il 267, 410, 268, 411, 269, 412, 270, 413, 271, 414, 272, 415, 273, 416, 274, 417, 275, 276, 277, 278, 418, 279, 280, 281, 282, 283, 419, 284, 420, 285, 421, 286, 422, 287, 423, 288, 424.

Approvato l’emendamento 651, sostitutivo totale, a firma dell’on. Pinna e più, relativo a uno stanziamento straordinario di 200 mila euro per contrastare il fenomeno del randagismo.

Sul punto l’on. Alessandra Zedda (FI) ha annunciato il suo voto favorevole ma ha chiesto che sia “maggiore l’attenzione verso gli enti locali, che gestiscono in prima persona i canili”. Per l’on. Sabatini “meglio intervenire sulla sterilizzazione che sulla costruzione di nuovi canili, anche se i 200 mila euro sono solo un parte del denaro necessario”. Favorevole anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc): “E’ una cifra simbolica ma in realtà stiamo sottraendo somme alla sterilizzazione e al compito delle Asl”. Anche l’on. Tedde (FI) ha annunciato il voto favorevole, pur con critiche: “I canili comunali sono sprovvisti di risorse, purtroppo questo stanziamento è un pannicello caldo”. Sul contributo ai canili è intervenuto anche l’on. Roberto Desini (Pds): “Spero sia l’inizio di un percorso e spero che in futuro si possano aumentare le risorse”.

L’on. Rubiu (Udc) ha illustrato l’emendamento 142: si tratta di un contributo di 400 mila euro alle associazioni di volontariato che gestiscono canili, centri di ricovero e di “oasi” e “villaggi”. Respinto l’emendamento 142 stessa sorte è toccata anche al 135.

L’articolo 4 è stato poi votato.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha illustrato l’emendamento 6, relativo alla sicurezza materna e infantile a La Maddalena e ha sollecitato a tutta l’Aula un voto favorevole, vista l’importanza del tema. L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha ribadito il concetto: “Riusciamo o no a garantire il diritto alla salute anche agli abitanti di quest’isola? Non sono manco cittadini di serie B ma di serie C”.

L’on. Zanchetta (Upc) ha detto: “Mi fa piacere tanta attenzione per la mia isola ma in tante altre circostanze ci siamo trovati da soli, per problemi altrettanto seri. All’on. Satta mi permetto di dire che non sono d’accordo quando afferma che 37 parti all’anno in quel punto nascite non legittimano un punto nascite”.

Per l’on. Tocco (FI) “tutti ormai hanno capito l’importanza di questo problema. Io sono andato a La Maddalena sei mesi fa a toccare con mano la dimensione di questa vicenda, nonostante non sia il mio territorio e non faccia parte nemmeno di quella commissione”.

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha detto: “Vorrei chiarire all’on. Zanchetta che non sono io ma le infermiere di La Maddalena che affermano come non sia il caso di far nascere un figlio all’ospedale di La Maddalena. Certo che se ci fossero tutte le condizioni di sicurezza, garantite dall’assessorato alla Sanità, sarebbe diverso”.   

Per l’on. Augusto Cherchi (Pds) “i punti nascita di Bosa, Ghilarza e Sorgono sono stati sospesi per ragioni di sicurezza. Questo non vuol dire che l’evento eccezionale non possa riguardare La Maddalena ma si tratta appunto di eventi eccezionali. La tutela della gravidanza è cosa ben diversa da quella del parto”.

Per l’Udc l’on. Oppi ha detto: “C’è sempre stata una posizione di favore del ministero a favore delle isole minori. Ma questo è un passo indietro. E’ chiaro che bisogna trovare una soluzione al problema”.

L’emendamento 6 è stato respinto, insieme al 66,

Approvati gli emendamenti 647 (Oppi e più) sul finanziamento della scuola di chirurgia robotica all’ospedale Brotzu e il 389 (Pietro Cocco e più) per il Centro di riabilitazione Santa Maria Assunta di Guspini.

L’on. Michele Cossa ha illustrato l‘emendamento 7, poi respinto, sul proposito di garantire l’assistenza indiretta alle donne di Carloforte e La Maddalena.

Ritirato l’emendamento 21 e respinto il 45 destinato a finanziare uno studio dell’Istituto superiore di Sanità sui rischi e i tassi di mortalità nelle aree sarde, in particolare tra quelle vicine alle zone industriali. Favorevole anche l’on. Ignazio Locci (FI).

Approvato l’emendamento aggiuntivo 636 illustrato dal capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco: “Stiamo parlando dei lavoratori in deroga dei Comuni e non c’è spesa aggiuntiva”. 

L’Aula ha dato l’ok anche all’emendamento 572 (Istituto zoo profilattico) e lotta alla peste suina)

Respinto 614 mentre l’on. Roberto Desini (Pds) ha illustrato l’emendamento 586 sul personale delle aziende sanitarie e in particolar modo “sui vincitori dei concorsi che vengono però scavalcati dal personale delle agenzie interinali. A Sassari non lavorano gli idonei ma chi non ha superato nemmeno le preselezioni”. Sul punto l’on. Rossella Pinna (Pd) ha detto: “Condivido tutte le ragioni del collega”.

Il capogruppo del  Pd, on. Pietro Cocco, ha chiesto e ottenuto una sospensione breve per  coordinare la maggioranza.

Al rientro in Aula il presidente ha posto in votazione l’emendamento 586 che è stato approvato con 24 favorevoli e 23 contrari e pertanto, in sintesi, le graduatorie dei concorsi delle vecchie Asl che sarebbero dovute scadere il 30 giugno 2017 scadranno il 31 dicembre 2017. Approvato anche l’emendamento n. 2 a firma della consigliera Rossella Pinna (Pd) con le medesime finalità. Decaduto il 587 e accolto l’invito al ritiro per gli emendamenti n. 73 e 74, il primo firmatario dell’emendamento n. 90, Marco Tedde (Fi) è intervenuto per ribadire la richiesta di un finanziamento di 1 milione in favore della casa residenziale per anziani di Alghero, così come nella precedente finanziaria era stato concesso all’analoga struttura di Iglesias. A sostegno dell’emendamento di Tedde è intervenuto Giorgio Oppi (Udc) che ha citato la richiesta della struttura algherese per il finanziamento già dal 28 settembre 2016 («mentre la maggioranza aveva affermato che l’unica richiesta pervenuta era stata quella della casa per anziani di Iglesias»). Posto in votazione l’emendamento 90 non è stato approvato. Il consigliere Lotto (Pd) ha ritirato il n. 76 e l’Aula ha dato il via libera all’emendamento della Giunta n. 573 che stanzia 20mila euro per il 2017, 280mila euro per il 2018 e 560mila euro per il 2019, per il progetto di prevenzione della corruzione “Areté”. Sul 210 il relatore Sabatini si è rimesso all’Aula. Luca Pizzuto (SdP), primo firmatario dell’emendamento 210 ha spiegato che la proposta di modifica va nel verso di un miglioramento della gestione dei cosiddetti Plus consentendone la gestione consortile. Respinto l’emendamento orale del consigliere Paolo Zedda (Sdp), il Consiglio ha approvato la proposta di Pizzuto. Non approvato il 46, l’emendamento n. 9 è stato dichiarato inammissibile, non approvato l’89, ritirato il n. 3, è stato approvato il n. 616 (Dedoni e più) che modifica la copertura finanziaria dell’emendamento n. 15 (Demonti e più) che stanzia 200mila euro per il potenziamento del sistema della governante regionale sul tema dell’accoglienza.

Annunciata la discussione dell’emendamento n. 479 (Rossella Pinna e più) numerosi consiglieri di maggioranza e minoranza hanno dichiarato di apporre la firma a sostegno della proposta che modificando la normativa in vigore (la legge n. 8/2007) rende più capillare e articolata la rete dei centri antiviolenza nell’Isola. Attualmente, infatti, la rete sarda ha raggiunto il numero massimo di centri antiviolenza (8) previsti in legge e alcuni territori, ad iniziare dal Sulcis, non possono contare sui servizi di tali fondamentali strutture.

La prima firmataria, Rossella Pinna (Pd), ha espresso soddisfazione per l’attenzione mostrata al tema ed ha ricordato alcune cifre drammatiche sulla violenza di genere. Pinna ha quindi evidenziato, insieme con la modifica delle norme, anche l’incremento dei fondi regionali da 300mila euro a 900mila euro. A sostegno dell’iniziativa, seppur con differenti sfumature critiche, sono intervenuti Fasolino (Fi), Rubiu (Udc), Dedoni (Riformatori), Busia (Cp-Misto), Usula (Rossomori-Misto), Pizzuto (Sdp), Pittalis (Fi) e Sabatini (Pd).

I consiglieri della minoranza, ad incominciare da Pittalis e Rubiu, ed anche il consigliere dei Rossomori Usula, hanno criticato lo stanziamento di soli 600mila euro in aggiunta ai 300mila iniziali, mentre il relatore di maggioranza Sabatini ha replicato ricordando che insieme all’intervento della Regione deve considerarsi quello di importo equivalente da parte dello Stato («In totale contiamo su 1.8 milioni di euro»).

Posto in votazione l’emendamento 479 è stato approvato all’unanimità (51 votanti).

Approvato di seguito l’emendamento n. 14 (Ruggeri e più) che all’articolo 4 dopo il comma 22 introduce la norma che condiziona l’erogazione del finanziamento pubblico a favore dei servizi educativi per la prima infanzia all’assolvimento degli obblighi vaccinali per ciascun minore ammesso alla frequenza di tali servizi.

Il consigliere de La Base, Gaetano Ledda, ha quindi illustrato l’emendamento di cui è primo firmatario (n. 26) e che subordina gli interventi regionali sul pacchetto latte ad “una proporzionale ricaduta sull’intera filiera del lattiero-caseario, con un prezzo minimo del latte al pastore stabilito con un accordo collettivo tra produttori e trasformatori, nonché con ricadute anche nelle stagione di conferimento in cui si attua”. «Solo con queste misure – ha concluso Ledda – possiamo salvare il settore, in caso contrario sarebbe meglio evitare di stanziare risorse regionali al comparto».

Il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha ribadito di non aver niente in contrario ad esprimere parere favorevole ma, ha avvertito, «su questo provvedimento non ci devono essere bandierine, lo abbiamo discusso e voluto tutti, dalla Giunta e Consiglio, per dare un segnale a settore lattiero caseario, per cui mi danno fastidio certe esternazioni inopportune».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto) ha tenuto a ricordare che, oltre al formaggio, «i poveri hanno bisogno anche dei denti per masticare ed è strano che, da più di un anno, ci sia in lista d’attesa una legge per le cure odontoiatriche che non rientrano nella pubblica assistenza, auspico quindi che si trovino risorse necessarie per finanziarla». Quanto al pecorino, secondo Anedda «si rischia di non centrare l’obiettivo perchè gli allevatori hanno bisogno urgente di liquidità ne i soldi nostri bastano appena per la bolletta Enel o una rata di Equitalia».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che la proposta del consigliere Ledda «incide profondamente sul testo dell’art. 4 ed ha ragione il presidente Sabatini a ricordare che il provvedimento è stato voluto da Aula e Commissioni come punto di equilibrio notevolissimo per dribblare norme di carattere nazionale e sovra nazionale, usando la leva finanziaria in modo virtuoso per i produttori che soffrono». «Con l’emendamento – ha concluso Gaetano Ledda – si può aprire invece un pericoloso fronte di inapplicabilità e chiedo una verifica tecnica sul punto».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), condividendo la posizione del collega Sabatini ha espresso molte perplessità sull’emendamento «perché potremmo finire per danneggiare coloro che vogliamo aiutare; sono molto preoccupato, in particolare, per il riferimento ad accordo fra pastori e produttori che dovrebbe precedere ogni intervento normativo perché non si possono imporre i prezzi al mercato».

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto di rinviare votazione al pomeriggio, quando fra l’altro sarà presente l’assessore che potrà esprimere la posizione dell’Esecutivo.

Il consigliere Giorgio Oppi, nel merito si è detto d’accordo col collega Sabatini ma, sull’ordine dei lavori, ha invitato a mantenere gli impegni assunti per la conclusione dell’esame della Legge di stabilità entro la serata di domani.

Alla ripresa dei lavori, questo pomeriggio, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’emendamento aggiuntivo n.26 presentato dal consigliere Ledda (Misto-La Base) all’art. 4 (disposizioni in materia di sanità e politiche sociali) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017). L’emendamento prevede fra l’altro che gli interventi della Regione nel settore lattiero-caseario siano “subordinati alla proporzionale ricaduta sull’intera filiera con un prezzo minimo del latte stabilito con accordo collettivo fra produttori e trasformatori.”

Aprendo il dibattito il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha dichiarato il voto favorevole all’emendamento precisando che «il collega Ledda ha posto correttamente il problema in conferenza dei capigruppo e in Aula, sostenendo giustamente che i 14 milioni della Regione non possiamo darli agli industriali ma indirizzarli perché gli effetti favorevoli ricadano soprattutto sui produttori, possiamo scrivere meglio il testo ma il contenuto va salvato».

Sull’ordine dei lavori, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha chiesto di far intervenire subito l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria.

L’assessore Caria ha sostenuto che «l’emendamento può anche andar bene ma esiste un problema nella parte finale in cui si parla di prezzo minimo del latte; il riferimento è generico e tuttavia si corre il rischio, lasciando questa dicitura finalizzata al sostegno degli allevatori, di violare il regolamento Ue/2012 che esclude la fissazione di prezzi minimi, per cui questo passaggio potrebbe far cadere l’impalcatura». Dopo il confronto con gli attori della filiera, ha continuato Caria, «è emerso il ruolo centrale dell’organismo inter-professionale ed inoltre, tenendo presente che al calo dell’offerta non corrisponde l’aumento del prezzo in tempi brevi, sarebbe forse opportuno allargare le maglie sulla destinazione dei 14 milioni, come l’aiuto alla diversificazione produttiva e quello previsto per le compensazioni dei maggiori costi di trasporto nelle aree svantaggiate».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro ha affermato che, «alla luce dei chiarimenti dell’assessore si può sospendere l’esame dell’emendamento per verificare una nuova stesura e proseguire nei lavori».

Il proponente Gaetano Ledda si è detto d’accordo per esaminare la proposta assieme all’art. 5.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ribadito, approfittando della presenza dell’assessore, la sua richiesta di esame tecnico del testo per verificare la presenza di potenziali conflitti giuridici perché «se resta questo vulnus non andiamo da nessuna parte».

Successivamente l’Aula ha respinto una serie di emendamenti.

Approvati invece il n. 91 (Daniele Cocco e più) che prevede, senza aumento di spesa, nuovi requisiti per i dipendenti a tempo indeterminato della Regione, il n. 92 (Alessandra Zedda e più) che prevede la collaborazione del Plus e delle associazioni sportive nel programma di sport terapia destinato ai disabili, il n.162 (Piscedda e più) che dà stabilità al lavoro delle strutture che operano a sostegno delle persone ammesse a pene alternative, il 525 (Agus, Busia) per le campagne di comunicazione sull’importanza dei vaccini, il 491 (Busia e più) sulla promozione di interventi di recupero rivolti agli autori di violenze di genere.

Via libera del Consiglio anche all’emendamento n.643 (Busia, Agus) che modifica l’emendamento n.486 e costituisce un fondo regionale a favore delle vittime di crimini domestici e degli orfani.

Su quest’ultimo emendamento si è sviluppato un breve dibattito.

La consigliera Busia (Campo Progressista) ha ricordato fra l’altro che, in base alla normativa vigente, «se non ci sono familiari superstiti mancano strutture e nessuno si può occupare delle vittime delle violenze; occorre quindi colmare un vuoto e serviranno altre risorse, mentre a livello nazionale c’è una proposta già approvata unanimità dalla Camera e, al Senato, il presidente Grasso ne ha disposto la calendarizzazione, con la Sardegna che si colloca all’avanguardia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di «buona finalità che tocca da vicino i diritti della persona però si scontra con una previsione finanziaria insignificante, poi non si può dire che ci rientrano le spese legali perché altrimenti questi fondi finirebbero agli avvocati».

L’Assemblea si è poi occupata del gioco d’azzardo patologico, discutendo l’emendamento n. 524 del consigliere Francesco Agus (Campo progressista) il quale ha ricordato che «la Sardegna è fra le poche Regioni che non hanno legiferato, una vergogna per i Sardi nell’auspicio che vengano calendarizzate al più presto le proposte di legge già presentate e stanziate risorse adeguate».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc Sardegna) ha osservato che, quanto alle risorse, «l’assessore Arru potrà confermare dirà che lo Stato ha assegnato recentemente la somma di 1.3 milioni».

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha ribadito l’impegno della Giunta nel riordino delle patologie da dipendenza, annunciando a breve una delibera con le risorse adeguate all’attuazione di interventi per la tutela delle persone.

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha chiesto di aggiungere la sua firma, condividendo le riflessioni del collega Francesco Agus ed auspicando una legge regionale «su un fenomeno quanto mai attuale, anche perché la normativa nazionale non prevede misure come distanze minime fra esercizi abilitati all’utilizzo delle slot ed orari di apertura delle sale.

Anche il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha aderito alla proposta perchè, ha osservato, «si tratta di un fenomeno che crea grossi problemi sociali nelle comunità».

D’accordo anche il consigliere Luca Pizzuto (Sdp), secondo il quale il provvedimento è importante per il contrasto alla «nuova droga della società che colpisce gran parte della popolazione sarda, contro cui non basta la prevenzione ma servono strumenti ai servizi sanitari per le patologia complesse».

Parere favorevole anche dal vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ad avviso del quale l’intervento della Regione «è comunque un pannicello caldo rispetto a patologia che ormai è epidemia, la nuova legge non può prescindere dalla costituzione di un centro regionale con ramificazioni presso territori, perché le famiglie non sanno come e dove curare i congiunti ludopatici».

L’emendamento n. 524 è stato poi ritirato dal consigliere Agus dopo le assicurazioni sulla disponibilità di risorse ma il vice capogruppo di Fi Marco Tedde lo ha fatto proprio, chiedendo di metterlo ai voti. In sede di scrutinio, la proposta è stata poi respinta.

Dopo l’emendamento 491 l’Aula ha affrontato il 507, che è stato ritirato dal proponente, on. Francesco Agus (CP).

Sull’emendamento 26 sul prezzo del latte e l’acquisto del formaggio invenduto l’on. Gaetano Ledda (Misto) è intervenuto per rileggere il testo finale della norma, così come modificato. L’emendamento è stato poi approvato.

Approvato anche l’emendamento 632, 633 e 655 all’articolo 2 sugli amministratori straordinari delle Province, sui consiglieri metropolitani. Ritirato, a seguito delle rassicurazioni della Giunta, l’emendamento Daniela Forma (Pd) sui cantieri verdi nei Comuni che abbiano un polo di incenerimento e di termovalorizzazione.

L’Aula è poi passato all’esame dell’articolo 5 e dei relativi emendamenti.

L’on. Pittalis (FI) ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressi a firma di Forza Italia e di FdI.

Approvato il testo dell’articolo, il Consiglio regionale è passato all’esame dei singoli emendamenti.

Approvato il 648 (Gavino Manca e più). Sul 514 (Agus e più) il presentatore ha insistito per fissare in 436 mila euro le spese per studi e ricerche a vantaggio delle società di cui la Regione abbia una quota maggioritaria. L’emendamento è stato respinto. Approvato l‘emendamento 649 e 474 (Gavino Manca e più) sulle società in house.

Si è poi passati all’art. 5 bis (Disposizioni in tema di istruzione, formazione, cultura, spettacolo e sport).

Nel dibattito generale Ignazio Locci (FI) è stato molto critico e si è soffermato soprattutto sul settore archivi e biblioteche. Dal 2014 questo settore – ha detto – ha visto diminuire la  dotazione finanziaria. Oggi la giunta propone un’ulteriore riduzione da 18 a 17 milioni di euro e non garantisce neanche la copertura finanziaria dei costi dei posti di lavoro. L’assessore Paci non è molto affezionato a questo tema dei beni culturali. Quindi la situazione non migliora rispetto allo scorso anno, nonostante le promesse. Noi non condividiamo questa impostazione. La commissione ha trovato una sintesi e poi la giunta stravolge tutto e diminuisce la dotazione finanziaria.

Alessandra Zedda (FI)  ha  aperto il suo intervento denunciando che “Sardegna ricerche” lunedì ha aperto un bando che poi è stato immediatamente chiuso. Oggi è stato aperto e dopo tre minuti è stato annullato. La vicecapogruppo di Forza Italia ha chiesto  all’assessore Paci di verificare e di intervenire. Passando nel merito dell’articolo 5 bis, Alessandra Zedda ha asserito che era  da tempo che non si vedeva in una finanziaria una “lista della spesa così spudorata”. Questo modo di legiferare è improponibile – ha detto – spesso ci sono richieste ad personam che non possono certo figurare in una finanziaria. Per il settore sport ha ringraziato gli assessori Paci e Dessena e la Terza  commissione  che stanno cercando di porre rimedio all’agonia del settore dello sport nell’isola.

Edoardo Tocco (FI) ha detto che l’articolo 5 bis prevede solo interventi parziali e improponibili  come i  70.000 euro destinati a favore dell’associazione nazionale degli ufficiali di stato civile  e d’anagrafe. Abbiamo necessità di valorizzare il settore sportivo e aiutare soprattutto  le società che devono fare le trasferte. Speriamo che nel 2017 le società possano avere i soldi in tempo reale.

Marco Tedde ha affermato che  la rubrica   è altisonante ma che poi, leggendo l’articolo ci si accorge che è frutto di una tecnica legislativa minimalista e furba. Un insieme di “marchette”  poco dignitose, solo “contributi previdenziali” per chi li propone. Tedde ha elencato i contributi previsti come quello  a favore degli architetti. Ironicamente ha chiesto alla maggioranza e alla giunta: “perché non dare qualcosa anche agli avvocati o agli  agronomi? Critico anche sul comma 10: “Niente da dire sulla figura storica di Antonio Gramsci, ma perché i contributi vengono erogati solo previa certificazione? 

Proprio su questa questione del comma 10 su cui l’on. Truzzu  ha presentato l’emendamento 311 (il comma 10 dell’articolo 5 bis è soppresso)  sono intervenuti: Paolo Truzzu (Misto) che ha spiegato le ragioni della presentazione dell’emendamento: “non si possono dare finanziamenti sulla base di una autocertificazione”; Pietro Pittalis  (FI) che ha detto che è necessario cassare il comma 10 perché si sta creando una eccezione al sistema. Non è in discussione la figura di Gramsci o della Fondazione – ha sottolineato – è sospetta la modalità. Pittalis ha annunciato la richiesta di votare l’art. 10 per parti. Anche la consigliera Anna Maria Busia ha chiesta una votazione per parti dell’articolo. E’ poi intervenuto il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini che ha spiegato che  l’autocertificazione proviene da una precedente finanziaria approvata dal centrodestra. Non ho fatto altro – ha detto – che riprodurre quello che è stato fatto in precedenza,. Se si vuole modificare non ho nulla in contrario.

L’emendamento soppressivo  311, con voto elettronico palese, è stato bocciato (votanti  49, si 16, no 33) .

Pietro Pittalis ha ritirato tutti gli altri  emendamenti soppressivi parziali.

In sequenza sono stati approvati  gli emendamenti: 

574, sostitutivo del comma 7 dell’articolo 5 bis presentato dalla giunta regionale. Questo emendamento prevede nuove procedure di erogazione in coerenza con i principi recenti di programmazione e di competenza finanziaria potenziata;

625, primo firmatario Pietro Cocco, che sostituisce nel comma 11 l’importo 18.000.000 con 16.300.000.

Poi è stato approvato il testo dell’articolo 5 bis votato per parti come richiesto dai consiglieri Pittalis e poi Busia.

L’articolo è stato votato dal comma 1 all’8 (votanti 47, sì 31, no 16); il comma 9 (votanti 47, sì 29, no 18); il 10 (votanti 46, sì 31, no 15); il comma 11 (votanti 45, sì 29, no 16), il comma 12 (votanti 46, sì 31, no 15); il comma 13 (votanti 46, sì 27, no 19); il comma 14 (votanti 46, sì 28 no 18); il comma 15 (votanti 46, sì 28, no 18), il comma 16 (votanti 47, sì 30 no 17), il comma 17 (votanti 49, sì 31, no 18); il comma 18 (votanti 48, sì 31, no 17) e infine i commi da 19 a 23 (votanti 47, sì 31, no 16).     

 Approvato l’articolo, Daniele secondo Cocco (Sinistra per la democrazia e il progresso) ha ritirato, dopo aver sentito l’assessore Paci che ha assicurato che i problemi dei Ricercatori del CNR erano all’attenzione della giunta, l’emendamento 20. 

E’ stato approvato l’emendamento 78 (Lotto e più) che prevede un contributo annuo di 800.000 euro in favore dell’ente concerti “Marialisa De Carolis di Sassari e il 638 (Dedoni e più) che prevede un contributo complessivo di 20.000 euro a favore dell’accademia delle belle arti di sassari e dei Conservatori di musica di cagliari e Sassari per il finanziamento di programmi di mobilità studentesca internazionale. Approvato anche l’emendamento 407 (Piscedda e più) .  

Dell’emendamento 575 sono stati approvati solo il  7 ter (350.000 euro per le attività musicali popolari)  e il 7 quater (1.300.000 campionati federali nazionali a squadre) 

Approvato anche l’emendamento 639 (Paolo Zedda )  che sostituisce nell’emendamento 581 le parole “1.400.000” con “1.600.000”, il 581 e l’emendamento 11 (Mario Tendas) che autorizza la spesa di 60.000 euro a favore del comune di Oristano per l’esercizio del diritto di prelazione per l’acquisto dell’immobile “Casa natale Giuseppe Pau”.

 Si è poi aperto un ampio dibattito sull’emendamento 24 presentato da Emilio Usula (Misto) sul patrimonio dei beni archeologici. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Alessandro Collu (Pd), Attilio Dedoni (Riformatori), Angelo Carta (Psd’az), Locci (FI), Sabatini (PD). L’emendamento è stato bocciato.  

Non approvato l’emendamento n. 97, l’Aula ha dato il via libera all’emendamento n. 640 (Dedoni e più) che destina 30mila euro alla Fondazione A. Segni; decaduto il 57 è stato approvato il 147 (Rubiu e più) con copertura finanziaria precisata dall’assessore Paci per 80mila euro destinati alla pontificia facoltà di teologia della Sardegna e al pontificio seminario regionale sardo. Approvato il 212 (Daniele Cocco e più) che destina 934mila euro alla Fondazione Sardegna film commission. Approvato il 576 (Giunta regionale) che autorizza la rimodulazione dell’Apq Politiche giovanili del 2008.

La consigliera di Fi, Alessandra Zedda, ha quindi proposto un emendamento orale all’emendamento n. 98 (Alessandra Zedda e più) che abroga le diciture “improrogabilmente” e sostituisce la data del 31 agosto con 30 novembre. Accolto dall’Aula l’emendamento orale, il consigliere Desini ha dichiarato di apporre la firma agli emendamenti 98, 99 e 100. Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento 98 che in via straordinaria stabilisce che i contributi alle società sportive sono erogati entro il 30 novembre 2017. Approvato anche l’emendamento n.99 (Alessandra Zedda e più) che fissa al 30 giugno la scadenza per il programma degli interventi nello sport. Via libera all’emendamento n. 100 (Tocco e più) che prevede la concessione di anticipazioni fino all’80% degli importi spettanti alle società sportive.

Decaduto l’emendamento 141, non approvato il 615, decaduto il 186, l’Aula ha dato disco verde all’emendamento n. 631 (Desini e più) che emenda il 588 (approvato) ed autorizza 200mila euro a favore delle società sportive dilettantistiche per la formazione di personale in qualità di esecutore Blsd.

Approvato il  101 (Tocco e più) che modifica i requisiti richiesti alle società sportive di cui al comma 20 lettera c) dell’articolo 5 bis della presente legge.

Approvato il 646 (Collu) che modifica la copertura finanziaria dell’emendamento n. 1 (Collu e più) che autorizza la spesa di 200mila euro a favore dell’Università della terza età.

Ritirato il 17, il 18 dichiarato inammissibile, non approvati in sequenza il 102, il 103, il 104, il 106, il 107, il 108 e il 109. 

Dopo la variazione della copertura finanziaria annunciata dall’assessore Paci  (200mila euro) approvato l’emendamento n. 209 (Pizzuto) che trasferisce 200mila euro ai “CSC” della Sardegna.

Approvato l’emendamento 641 (Dedoni) che autorizza un contributo di 30mila euro al comune di Milis per la sorveglianza del palazzo Boyl.

Approvato l’emendamento  n. 472 (Paolo Zedda)  e quello di sintesi 637 (Paolo Zedda e più) che autorizzano la spesa di 70mila euro per realizzare un festival itinerante della tradizione della Sardegna; 130mila euro per la promozione della tradizione poetica e musicale; 100mila euro a favore della proloco; 30mila euro per la formazione di studenti nel settore dell’etnomusicologia; 180mila euro per la tutela della lingua sarda; 100mila euro per il doppiaggio in lingua sarda di cartoni animati; 80mila euro a favore dei periodici regionali non quotidiani e delle testate giornalistiche on line per la programmazione di spazi in lingua sarda.

Non approvato l’emendamento n. 624 e con una nuova copertura specificata dall’assessore Paci approvato l’emendamento n. 477 (Christian Solinas e più) che autorizza la spesa di 100mila euro a favore dell’Archivio storico diocesano di Cagliari. Approvato anche il 478 (Christian Solinas e più) che autorizza la spesa di  50mila euro anche per l’Archivio storico diocesano di Sassari. Ritirati gli emendamenti 490, 519, 543, 546, 560 e 563. Approvato il 579 (Giunta regionale) che autorizza la spesa di 500mila euro nel triennio per interventi di sostegno alle politiche giovanili. Via libera anche al 589 (Desini e più) che stanzia 45mila euro a favore del centro sportivo educativo nazionale (Csen).

Decaduto il 444 e ritirato l’emendamento 480 si è passati all’esame dell’articolo 5 ter e degli emendamenti presentati.

Commissione e Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Successivamente il presidente ha tolto la seduta ed aggiornato i lavori del Consiglio a domattina, con inizio alle 10.00.

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.

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La commissione Ambiente e Governo del territorio, presieduta da Peppino Pinna (Udc) ha ascoltato l’amministratore unico Giuseppe Pulina ed il direttore generale Antonio Casula sul nuovo statuto dell’Agenzia Forestas, recentemente approvato dalla Giunta regionale.

Nel suo intervento l’amministratore unico Giuseppe Pulina si è soffermato in particolare sull’innovazione più importante contenuta nello statuto, la cosiddetta “de-cantierizzazione”, cioè «la possibilità di impiegare i lavoratori dell’agenzia su tutto il territorio regionale, superando lo schema precedente nel quale il personale era assegnate esclusivamente ai diversi cantieri ed occorreva una delibera della Giunta per poterli dislocare altrove». «Ora – ha spiegato – questo schema è superato e, fra l’altro, è stato già sperimentato positivamente in occasione dell’emergenza-neve; in prospettive, inoltre, consentirà un migliore utilizzo delle risorse umane che potranno specializzarsi nelle diverse filiere che costituiranno l’attività dell’Agenzia, anche attraverso specifiche convenzioni con le amministrazioni locali.»

«Altra novità – ha aggiunto Pulina – riguarda l’attribuzione della competenza delle relazioni sindacali all’amministratore unico, mentre prima erano divise fra gli assessorati di riferimento, dell’Ambiente e del Personale». «In questa fase – ha concluso – ci stiamo occupando di adempimenti importanti come il riordino del patrimonio, in collaborazione con l’assessorato degli Enti locali, e dei regolamenti regolamentare, suddivisi in una trentina di testi che contiamo di sintetizzare in 4 documenti principali».

Per quanto riguarda il contratto del personale, attualmente all’esame della prima commissione, il direttore di Forestas Antonio Casula ha messo l’accento sulla necessità di lavorare ad un «allineamento con il sistema-Regione, che divide sostanzialmente i dipendenti in 4 fasce mentre all’interno di Forestas ce ne sono ben 11, con tutti i problemi tecnici e gestionali che ciò comporta».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Salvatore Demontis, Alessandro Collu e Antonio Solinas del Pd, Angelo Carta del Psd’Az, Pier Mario Manca del Pds e Pierfranco Zanchetta dell’Upc.