21 November, 2024
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Il 4 settembre 1904, al culmine di una giornata di tensioni legate allo sciopero sull’orario di lavoro che coinvolgeva circa duemila lavoratori della miniera di Buggerru, i soldati del Regio esercito chiamati dalla direzione della Société anonyme des mines de Malfidano aprirono il fuoco sui manifestanti. Lasciarono a terra tre minatori e una decina di feriti (uno dei quali morirà pochi giorni dopo). Fu il tragico punto di svolta di un lungo periodo di conflitti sociali legati alle lotte dei lavoratori per maggiori diritti tra la fine del XIX secolo e l’inizio del Novecento: pochi giorni dopo, su iniziativa della Camera del lavoro di Milano e contestualmente con altre proteste represse nel sangue in altre regioni, venne proclamato il primo sciopero generale nazionale della storia d’Italia.

A 120 anni di distanza, dal 1° al 10 settembre Buggerru e la sua comunità commemorano l’Eccidio, episodio cruciale della storia sarda e italiana con un ricco programma di incontri, presentazioni, iniziative e spettacoli teatrali e musicali, organizzato dal comune di Buggerru con il contributo dell’assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione, della Fondazione di Sardegna e della Fondazione Cammino di santa Barbara.

Per la sindaca di Buggerru Laura Cappelli, il tragico epilogo dello sciopero dei minatori ha ancora un significato di grande attualità: «Sono trascorsi 120 anni da quel 4 settembre del 1904dice Laura Cappelli -, quando la nostra comunità salì alla ribalta delle cronache nazionali per quello che oggi ricordiamo come l’Eccidio di Buggerru. Dopo più di un secolo, il mondo del lavoro è cambiato, ma nel 2024 vediamo come la dignità, la qualità e la sicurezza sia del lavoro che del posto dove si lavora non vengono garantite a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori. Per questo, commemorare l’Eccidio non è solo un dovere nei confronti di chi ha dato la vita e combattuto per i diritti più elementari dei lavoratori affinché il loro sacrificio non venga dimenticato, ma soprattutto deve essere l’occasione per mantenere viva l’attenzione in modo serio e costruttivo sull’essere lavoratore oggi e sul valore del tempo e del luogo di lavoro».

Queste le iniziative in programma.

Si inizia domenica 1° settembre, in piazza Santarelli alle ore 22.00, con il monologo “Eva e Petra” della compagnia teatrale “I Girasogni”: scritto da Gianni Loy, ex docente di Diritto del lavoro all’Università di Cagliari, vede in scena Fabrizio Passerotti e la regia di Giulia D’Agostini. Lo spettacolo affronta la vicenda del primo sciopero generale nazionale da un punto di vista inedito, è rivolto ad adulti e bambini e incrocia spunti più diretti come la lotta di classe e quella per i diritti dei lavoratori a grandi temi come l’amicizia e il perdono.

Due gli appuntamenti in programma per lunedì 2 settembre. Alle ore 10.00, nell’aula consiliare del Comune in via Roma 40, si farà il punto sulla Candidatura del patrimonio minerario del territorio del Sulcis-Iglesiente e Guspinese all’inserimento nelle liste del patrimonio mondiale dell’UNESCO, in qualità di paesaggio culturale, che vede il comune di Buggerru capofila dell’iniziativa. Interverranno sul tema, la coordinatrice del progetto di candidatura Irma Visalli, i rappresentanti dei Comuni del territorio, degli enti e delle istituzioni partner.

Alle 21.30, invece, in piazza Santarelli, verrà proiettato il documentario “Uomini in marcia”, una riflessione sul diritto al lavoro che prende spunto dalle lotte che, tra il1992 e il 1993, coinvolsero lavoratori, rappresentanti istituzionali e cittadini di ventisette comuni del Sulcis Iglesiente. Alla serata parteciperanno il regista Peter Marcias e la voce narrante del documentario Gianni Loy, ex docente di Diritto del lavoro all’Università di Cagliari.

Martedì 3 settembre, con inizio alle ore 10.00, ancora nell’aula consiliare di via Roma 40, si terrà il convegno “L’Eccidio di Buggerru del 4 settembre 1904. L’importanza e l’incidenza dell’evento nell’ambito storico, sociale e giuridico”. I lavori, introdotti e coordinati dal giornalista Anthony Muroni, vedranno la partecipazione di Gianni Loy, Duilio Caocci (professore di Letteratura italiana dell’Università di Cagliari), Iride Peis Concas, (scrittrice), Riccardo Massole, figlio del “professore minatore” Manlio Massole). Sono previste anche le testimonianze di alcuni minatori e, in chiusura, l’attore Luigi Pusceddu reciterà un monologo sull’Eccidio.

Alle ore 21.00, in piazza Santarelli, toccherà alla musica dello spettacolo #sessantaminutidi…: presentato dall’associazione culturale Opus Music & Art, sul palco saliranno Juri Deidda (sassofono tenore ed elettronica), Paolo De Liso (batteria preparata e percussioni), Paolo Assiero Brà (contrabbasso, basso elettrico ed elettronica) e Mauro Pes (tastiere ed elettronica).

Il giorno dell’Eccidio, mercoledì 4 settembre, momento centrale delle commemorazioni, verrà aperto alle ore 9.00 dalla Santa Messa di Commemorazione, in piazza Eccidio. Alla funzione seguiranno la deposizione della corona di fiori e gli interventi delle autorità. Dopo i saluti della sindaca di Buggerru Laura Cappelli, interverranno il segretario confederale nazionale della Cisl Ignazio Ganga, il segretario organizzativo nazionale della Uil Emanuele Ronzoni, la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi, il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini. Concluderà la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.

Chiuderà la giornata, in piazza Santarelli, alle ore 21.00, il concerto di Enzo Favata acoustic trio, con Enzo Favata ai sassofoni, Marcello Peghin alla chitarra acustica e Salvatore Maltana al contrabbasso.

Il calendario degli appuntamenti di quest’anno prevede due ulteriori iniziative.

Sabato 7 settembre, alle ore 21.00, al Museo del Minatore in via Marina, lo scrittore Raffaele Murru presenta il suo libro “Malfidano”, dedicato alla libertà negata alle donne e agli uomini nelle miniere Malfidano e alla loro ribellione che ha posto le basi per la costruzione di un mondo del lavoro diverso.

Martedì 10 settembre, alle ore 21.00, nello spazio dei Forni di calcificazione, passaggio di testimone tra le celebrazioni del 1904 e l’inizio del Santa Barbara international music festival: i pianisti Junhee kim e Honggi Kim proporranno una loro originale rilettura delle musiche di Bach, Busoni e Chopin intitolata “Blowin’ in the Bach”.

Il programma completo degli eventi è disponibile in formato PDF qui: https://shorturl.at/d107v

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Fine settembre, a Cagliari, all’insegna del jazz di qualità: da domani (giovedì 26) a domenica (29 settembre) tiene banco nel capoluogo sardo il festival “Forma e Poesia nel Jazz”, organizzato dall’omonima cooperativa, quest’anno alla sua edizione numero ventidue. In cartellone nomi di primo piano della scena jazzistica italiana, com’è consuetudine di questa manifestazione: ecco, dunque, alla testa delle rispettive formazioni, la cantante Maria Pia De Vito, il sassofonista Stefano Di Battista, la contrabbassista Federica Michisanti, i pianisti Julian Oliver Mazzariello e Sade Mangiaracina; e poi il trombonista Gianluca Petrellad e il vibrafonista Pasquale Mirra in duo, The Italian Trio di Dado Moroni, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto, il quartetto di Luca Mannutza, Max Ionata, Lorenzo Conte e Joris Dudli.
Quest’anno il festival fa base negli spazi dell’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero, con due concerti in programma per ciascuna delle quattro serate; e, oltre alla musica dal vivo, diverse iniziative collaterali, incontri, conferenze, laboratori per bambini, escursioni, con qualche puntata anche altrove. Uno schema valido già dalla giornata inaugurale di domani, giovedì 26 settembre, che si apre a mezzogiorno con la musica di Matteo Costa (contrabbasso) e Marco Pittau (tromba) a bordo della Metropolitana leggera della linea Gottardo-Repubblica: un appuntamento proposto grazie alla collaborazione dell’ARST.
Le attività all’EXMA prendono invece il via alle 18.00 con la prima delle quattro conferenze sulla storia del jazz tenute, anche per questa edizione, dal musicista e musicologo Enrico Merlin, che stavolta analizzerà il sessantennio dal 1959 ai giorni nostri, mentre alle 1900 è il momento degli show case e aperitivi musicali proposti in collaborazione con Radio X, media partner del festival e di casa nel centro di via San Lucifero. Protagonista domani (giovedì) il bluesman Vittorio Pitzalis. L’ingresso a questa prima parte della serata è gratuito.
Poi, alle 20.00, e con ingresso a pagamento, i riflettori si accendono per il primo dei concerti in cartellone, protagonista il trio di Julian Oliver Mazzariello, con Daniele Sorrentino al contrabbasso e Dario Congedo alla batteria. Dopo tante collaborazioni e esperienze con artisti che vanno dall’High Five Quintet al gruppo Yatra di Enzo Pietropaoli, da Lucio Dalla e Alex Britti a Stefano di Battista e Enrico Rava, da Fabrizio Bosso a Maria Pia De Vito, il pianista italo-inglese lo scorso autunno ha firmato il primo album a suo nome, emblematicamente intitolato “Dèbut”, mettendo in luce groove, swing, tecnica sopraffina, in un percorso tra stili diversi affrontati con grande consapevolezza.
Per Julian Oliver Mazzariello doppio impegno in questa serata inaugurale: il pubblico del festival lo ritroverà infatti seduto al suo strumento anche nel secondo set, in programma alle 21.30, insieme proprio al contrabbassista Enzo Pietropaoli per accompagnare Maria Pia De Vito nel suo progetto “Around Joni”, un omaggio della cantante napoletana alla grande Joni Mitchell. Una nuova rilettura, dopo quella consegnata già nel 2005 alle tracce dell’album “So Right”, che attinge a pagine più estese dell’infinita produzione della cantante e autrice americana, andando a toccare l’anima folk degli inizi, dai tempi di Woodstock, ma esplorando anche l’influenza che il jazz ha avuto sulle procedure compositive della Mitchell.
Chiusura di serata con dj-set a cura di Radio X.
Al femminile anche l’incipit della seconda serata – venerdì 27, alle 20.00 -: protagonista Sade Mangiaracina in trio con Salvatore Maltana al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. Classe 1986, talento fra i più interessanti del jazz nazionale, la pianista siciliana ha registrato un anno fa per l’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu l’album “Le mie donne”: otto ritratti in musica di grandi figure femminili, otto brani originali composti e arrangiati da lei stessa, che mettono in evidenza l’anima mediterranea di Sade Mangiaracina inserita nel contesto della musica improvvisata.
Da un talento emergente a uno dei jazzisti italiani più affermati a livello internazionale: venerdì alle 21.30 sale sul palco dell’EXMA Stefano Di Battista (sax alto e soprano) alla testa del suo quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria. Cinquant’anni compiuti lo scorso febbraio, nel corso di una carriera cominciata presto sotto l’influenza di Massimo Urbani, e decollata a metà anni Novanta da Parigi, suonando con musicisti del calibro di Michel Petrucciani, Aldo Romano, Elvin Jones, Jacky Terrasson, l’ONJ, il sassofonista romano può vantare un bagaglio di esperienze davvero ragguardevole, con una discografia che conta – tra gli altri – cinque album per la prestigiosa etichetta Blue Note.
Trombone, elettronica, vibrafono e percussioni.
 Due strumenti acustici dal timbro chiaramente diverso e le rispettive incursioni nell’elettronica: Gianluca Petrella, uno dei più talentuosi trombonisti al mondo, e Pasquale Mirra, vibrafonista tra i più attivi del jazz Italiano e internazionale, aprono la terza serata del festival, sabato 28 (sempre alle 20). Un duo atipico in un gioco di equilibri tra melodia, ritmo, armonia ed elettronica, alimentato dalla voglia e la curiosità di entrambi i musicisti di esplorare con leggerezza 
territori musicali diversi.
Progetto nato lo scorso anno, The Italian Trio – al centro dei riflettori nel secondo set di sabato sera – riunisce sotto la sua insegna tre fra i massimi interpreti dei rispettivi strumenti della scena jazzistica italiana: il pianista Dado Moroni, uno dei jazzisti italiani più stimati negli USA; Rosario Bonaccorso, contrabbassista dalla solida conoscenza della tradizione, lo stile molto comunicativo e l’originale spirito di improvvisazione; e Roberto Gatto, batterista in prima linea nel jazz italiano degli ultimi quattro decenni come sideman prestigioso e alla testa di propri progetti. Un super trio, insomma: nessun leader, solo musica di alto livello dove ogni musicista porta in dote il proprio talento e le proprie idee.
Un altro trio, quello di Federica Michisanti, apre alle 20 la serata conclusiva del festival, domenica 29. Si chiama Horn Trio la formazione che vede accanto alla contrabbassista (miglior nuovo talento del 2018 per la rivista Musica Jazz) Francesco Lento (tromba e flicorno) e Francesco Bigoni (sax tenore e clarinetto) e che un anno fa, a ottobre, ha debuttato su disco con “Silent Rides – a suite for double bass and horns“. Le composizioni, tutte a firma della leader, vengono presentate sotto forma di “suite”, ovvero senza interruzione, raccordate da improvvisazioni libere o sulla struttura delle composizioni stesse.
L’ultimo atto dell’edizione numero ventidue di Forma e Poesia nel Jazz vede in scena un quartetto composto dal pianista cagliaritano Luca Mannutza, il sassofonista Max Ionata, Lorenzo Conte al contrabbasso e il batterista svizzero Joris Dudli. La conoscenza del grande repertorio jazzistico e al tempo stesso la passione di sperimentare sempre nuove strade sono la caratteristica che lega tra loro questi musicisti e garantisce una performance di grande impatto emotivo.
Vari eventi collaterali ai concerti arricchiscono e impreziosiscono le quattro giornate di Forma e Poesia nel Jazz all’EXMA. Oltre al musicista e musicologo Enrico Merlin con le sue conferenze sulla storia del jazz, da venerdì 27 ritorna al festival anche il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni e la sua conferenza-spettacolo in cui racconta genesi e fortuna di uno degli strumenti principali del jazz.

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Oltre cento musicisti per un happening itinerante nelle strade di Posada: si chiude così domani sera, venerdì 30, con l’immancabile saggio/concerto finale, la 31ª edizione del Seminario Nuoro Jazz, che quest’anno ha come “teatro” del suo atto conclusivo il caratteristico borgo della Baronia, sulla costa nord orientale sarda.

Protagonisti, a partire dalle 21.00, i centoventicinque iscritti, quest’anno, ai corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro, e i docenti con cui hanno condiviso undici giornate di studio, tra lezioni di teoria e pratica, prove aperte di gruppo e musica d’insieme: Emanuele Cisi (in cattedra per il corso di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere), Giovanni Agostino Frassetto (flauto, teoria e armonia jazz), Dino Rubino (tromba) ed Enrico Merlin (storia del jazz). Una collaudata e affiatata squadra che annovera musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale, coordinati dal pianista Roberto Cipelli.

Guidato da una marching band, il saggio/concerto si svilupperà attraverso un itinerario che culminerà in piazza Eleonora d’Arborea, di fronte alla Casa delle Dame. Lungo il percorso sono dislocati tre palchi principali su cui si esibiranno i gruppi di musica d’insieme guidati dai docenti. Nutrita la presenza di fiatisti: questa edizione dei corsi nuoresi ha registrato infatti un alto numero di trombettisti, in virtù anche della masterclass tenuta da Tom Harrell. Insieme agli allievi e docenti dei Seminari nuoresi, a infoltire ulteriormente il cast e aggiungere colori alla tavolozza di suoni dell’evento di domani sera (venrdì 30) a Posada, anche i dodici giovani musicisti che sono stati impegnati, dal 16 agosto, in una residenza artistica, l’Intercultural Creation Session, che per il secondo anno consecutivo si è tenuta a Nuoro: un progetto realizzato col supporto della rete internazionale Medinea (il Mediterranean Network for Emerging Artists, di cui è membro l’Ente Musicale di Nuoro) e del programma Creative Europe dell’Unione Europea.

Prima del suo atto finale a Posada, il Seminario Jazz ha in agenda a Nuoro un altro appuntamento immancabile della giornata conclusiva di ogni edizione: l’assegnazione, a partire dalle 15.00 alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” in via Mughina, delle diverse borse di studio previste per i migliori allievi. Una consiste nell’iscrizione gratuita alla prossima edizione dei Seminari di Nuoro; un’altra permette invece di partecipare al premio internazionale “Massimo Urbani” di Camerino; c’è poi una borsa di studio che vale per frequentare i seminari di Siena Jazz dell’anno prossimo, e quella intitolata alla memoria di Billy Sechi, il batterista cagliaritano prematuramente scomparso nel 2005, che offre l’iscrizione al corso di batteria sempre a Siena Jazz; i docenti dovranno infine scegliere un allievo da ciascuna classe per formare il gruppo che l’estate prossima avrà modo di suonare in varie rassegne e festival, compreso quello abbinato ai seminari nuoresi.
Ma la giornata di domani (venerdì 30) coincide anche con un significativo congedo dai Seminari Jazz nuoresi: quello, dopo trentuno edizioni, di Roberto Cipelli, protagonista fin dalle origini dell’iniziativa fondata nel 1989 dall’allora presidente dell’Ente Musicale di Nuoro, la compianta Antonietta Chironi, insieme a Paolo Fresu, da cui ha poi raccolto il testimone di direttore artistico cinque anni fa; testimone che ora passa nelle mani di un musicista di primo piano della scena jazzistica sarda, il contrabbassista algherese Salvatore Maltana.

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Il Festival Nuoro Jazz propone domani sera, mercoledì 28 agosto, l’esibizione di Tom Harrell con il suo quartetto: Danny Grissett al pianoforte, Ugonna Okegwoal contrabbasso e Adam Cruz alla batteria. Impegnati da lunedì scorso nella masterclass internazionale ai Seminari Jazz in corso alla Scuola Civica di Musica in via Mughina, il trombettista statunitense ed i suoi musicisti saliranno sul palco dell’Ex Artiglieria alle 21.00. I biglietti, come per tutti i concerti con ingresso a pagamento della rassegna, si possono acquistare in prevendita online sul sito Ciaotickets e a Nuoro al CTS (Centro Turistico Sardo) in piazza Mameli, 1.

Classe 1946, con una discografia di oltre 280 registrazioni (di cui 34 da leader) e una carriera artistica che supera i cinquant’anni, Tom Harrell è annoverato tra gli strumentisti e compositori jazz più creativi e dinamici del nostro tempo, come certificato anche dal titolo di “Trombettista dell’anno” che la Jazz Journalists Association (JJA) gli ha riconosciuto per il 2018, il più recente alloro in una bacheca che comprende riconoscimenti da parte della critica e dei lettori delle riviste Down Beat e JazzTimes, e varie nomination ai Grammy Awards.

Tanti i grandi nomi del jazz con cui ha lavorato: musicisti del calibro di Stan Kenton, Woody Herman, Horace Silver, Bill Evans, Sam Jones (col quale ha co-diretto una big-band negli anni Settanta), Lee Konitz, Phil Woods, del cui quintetto ha fatto parte dal 1983 al 1989. Da allora lo ritroviamo prevalentemente alla testa di propri gruppi, impegnato in concerti e tour internazionali, e in una produzione discografica che si è fatta particolarmente intensa e variegata negli ultimi due lustri, con una media di un nuovo album all’anno: il più recente è “Infinity”, pubblicato lo scorso marzo dall’etichetta HighNote. Il suono caldo della sua tromba e del suo flicorno, la raffinatezza melodica, armonica e ritmica della sua musica, allo stesso tempo intelligente, piena di sentimento, fresca e accessibile, hanno fatto di Tom Harrell un’icona del jazz sia per il pubblico che per i musicisti.

La giornata di domani (mercoledì 28), come spesso accade a Nuoro Jazz, ha però in serbo anche altri appuntamenti di rilievo. Mentre alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” proseguono le lezioni dei seminari jazz in vista dell’importante saggio/concerto finale di venerdì sera (30 agosto) a Posada, in mattinata, alle 10.00, è in programma un “classico” dell’iniziativa organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro: il concerto nel carcere di Badu ‘e Carros, un evento che si rinnova per la sedicesima volta, grazie alla collaborazione della direzione e dei lavoratori della casa circondariale nuorese. Protagonista quest’anno un trio di musicisti che fanno parte del corpo docente dei seminari: il sassofonista Emanuele Cisi, il pianista e trombettista Dino Rubino ed il contrabbassista Salvatore Maltana.

Nel pomeriggio, invece, il musicista e musicologo Enrico Merlin completa le sue conferenze divulgative “Quattro passi nel jazz”: si comincia alle 16.45 a I Grani, il locale in via Fratelli Bandiera.

 

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E’ tutto pronto per la trentunesima edizione dei Seminari Jazz di Nuoro, in programma da questo martedì (20 agosto), e fino a venerdì 30, nel capoluogo barbaricino. Un’edizione che si presenta al via con ben 125 iscritti, a conferma dell’apprezzamento di cui godono i corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro nel panorama della didattica jazzistica nazionale.

A guidare gli allievi nelle undici, intense giornate di studio, tra lezioni di teoria e pratica, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, il collaudato corpo docente formato da Emanuele Cisi (in cattedra per il corso di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere), Giovanni Agostino Frassetto (flauto, teoria e armonia jazz), Dino Rubino(tromba) e Enrico Merlin (storia del jazz). Una squadra affiatata che annovera musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale, coordinati dal pianista Roberto Cipelli, che al termine di questa edizione passerà il timone dei Seminari nuoresi a Salvatore Maltana, dopo averlo raccolto a sua volta, nel 2014, da Paolo Fresu.

Insieme alle lezioni, ospitate come sempre nelle aule della Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, in via Mughina, tre diverse masterclass impreziosiscono anche quest’anno il programma didattico: da lunedì 26 a giovedì 29 si tiene quella internazionale del trombettista statunitense Tom Harrell con il suo quartetto (il pianista Danny Grissett, il contrabbassista Ugonna Okegwo ed il batterista Adam Cruz); lunedì 26 è in programma anche la masterclass dedicata alla musica tradizionale, che quest’anno ha per protagonisti il bandoneon, lo strumento simbolo del tango, e uno dei suoi più apprezzati interpreti, il marchigiano Daniele di Bonaventura. Da martedì 20 a lunedì 26, ma allo Spazio Giovani #1, in via Calamida, si svolge invece il corso per fonici della sound engineer Marti Jane Robertson.

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L’Etienne Manchon Trio ha vinto la seconda edizione di JazzAlguer Mediterrani, il concorso per giovani band inserito nel più ampio cartellone di JazzAlguer, la rassegna organizzata ad Alghero (Ss) dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu. La formazione intestata al pianista francese, con Clément Daldosso al contrabbasso e Théo Moutou alla batteria, si è aggiudicata il primo posto nella serata finale del contest che si è svolta domenica 9 giugno.

A contendersi la palma della vittoria, i cinque gruppi selezionati dalla giuria fra i quarantuno iscritti quest’anno al concorso (due in più rispetto alla prima edizione). Tre le proposte italiane: il progetto Dalia della cantante fiorentina Sara Battaglini, con Federico Pierantoni al trombone e Enrico Ronzani al pianoforte; Emit della cantante e compositrice Camilla Battaglia con Michele Tino al sax alto, Andrea Lombardini al basso e Bernardo Guerra alla batteria; e Trikáranos, dei sardi Andrea Cocco (pianoforte), Matteo Marongiu (contrabbasso) e Roberto Migoni (batteria). Due, invece, i finalisti stranieri: l’Etienne Manchon Trio, appunto, e le catalane Escarteen Sisters, ovvero le sorelle Laia (violino e voce) e Flavia (violoncello e voce) Escartin, accompagnate da Francisco Lucas alla percussioni.
 
Ogni finalista aveva quindici minuti di tempo a disposizione per mettere in mostra dal vivo, sul palco allestito in largo San Francesco, il meglio della propria proposta artistica. Al termine delle esibizioni, la giuria formata da Nick The Nightfly, Paolo Fresu, Salvatore Maltana, (coordinatore artistico di JazzAlguer), il pianista Roberto Cipelli e la cantante Francesca Corrias, ha emesso il suo verdetto; ma, come nella prima edizione del concorso, la scelta finale non è stata facile, data l’alta qualità delle proposte, molto diverse tra loro, tutte originali e interessanti.

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Trentuno candeline per il Seminario Nuoro Jazz: dal 20 al 30 agosto ritornano i corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro, una delle iniziative più consolidate e apprezzate nel panorama della didattica jazzistica nazionale, come dimostra anche l’alto numero di iscritti a ogni edizione (oltre centocinquanta in quella scorsa). E, come sempre, saranno undici giornate dense di impegni, tra lezioni di teoria e pratica, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, sotto la guida di un corpo docente formato da musicisti di vaglia della scena jazzistica nazionale; una squadra affiatata, coordinata dal pianista Roberto Cipelli, che dal 2014 è al timone del seminario fondato nel 1989 da Paolo Fresu (che l’ha diretto per venticinque anni) e da Antonietta Chironi, la cantante lirica, all’epoca presidente dell’Ente Musicale di Nuoro, scomparsa nel 1996 e alla quale è intitolata la Scuola Civica di Musica in via Mughina dove si tengono i corsi.

In cattedra Emanuele Cisi (per il corso di sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere), Giovanni Agostino Frassetto (flauto, teoria e armonia jazz), Dino Rubino (tromba) e Enrico Merlin (storia del jazz), oltre allo stesso Roberto Cipelli (teoria e armonia jazz).

Tre diverse masterclass caratterizzano e impreziosiscono l’offerta formativa di ogni edizione del seminario. Come già annunciato, a tenere quella internazionale – dal 26 al 29 agosto – quest’anno sarà un jazzista del calibro del trombettista statunitense Tom Harrell con il suo quartetto (il pianista Danny Grissett, il contrabbassista Ugonna Okegwo ed il batterista Adam Cruz), mentre è affidata a un autentico virtuoso del bandoneon, il marchigiano Daniele di Bonaventura, l’altra immancabile masterclass, quella dedicata alla musica tradizionale, il 26 agosto. Ritorna poi, per la quinta volta consecutiva, il corso per fonici tenuto dalla sound engineer Marti Jane Robertson: dal 20 al 26.

Il pianista francese Etienne Manchon con il suo trio, le catalane Escarteen Sisters e tre formazioni italiane: il trio sardo Trikáranos, Camilla Battaglia e Sara Battaglini e con i rispettivi progetti. Questi i cinque finalisti della seconda edizione di JazzAlguer Mediterrani, il concorso per giovani band inserito, anche quest’anno, nel più ampio cartellone di JazAlguer la rassegna organizzata ad Alghero dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu. A partire dalle 21.00 e con ingresso gratuito al pubblico, si sfideranno a suon di musica sul palcuo allestito nel Largo San Francesco. In quindici minuti, ogni bandz dovrà esprimere il meglio della propria proposta artistica per conquistare le preferenze della giuria del contest; con Nick The Nightfly, musicista, deejay e voce storica della radio, Paolo Fresu ed il contrabbassista Salvatore Maltana,coordinatore artistico di JazzAlguer e fanno parte quest’anno altri due volti noti del panorama jazzistico: il pianista Roberto Cipelli e la cantante Francesca Corrias. Al termine della serata, completate le esibizioni, i giurati trarranno le valutazioni e decreteranno i vincitori: in palio c’è una borsa di studio del valore di cinquemila euro da destinare ad attività di formazione e crescita artistica, come corsi di specializzazione, la produzione e/o la pubblicazione di un disco o di un altro progetto musicale. Come già nella prima edizione, il concorso è riservato a giovani formazioni provenienti da paesi dell’area mediterranea, di età media (sommando quella dei singoli membri) non superiore ai trentacinque anni e con non più di due album già pubblicati. Nessuna restrizione riguardo ai generi musicali ammessi, ma requisito indispensabile è l’originalità dei brani proposti. Quarantuno le formazioni iscritte (due in più rispetto all’anno scorso), tra le quali la giuria ha selezionato le cinque finaliste in gara domenica sera. Il progetto Dalia della cantante fiorentina Sarà Battaglini, con Federico Pierantoni al trombone e Enrico Ronzani al pianoforte, si presenta come un un trio che cerca di mettere in primo piano uno spazio circoscritto fra i diversi modi di interpretare la propria musica da parte dei suoi componenti. Emit è invece la band che vede accanto a Camilla Battaglia l’altosassofonista Michele Tino, Andrea Lombardini al basso e Bernardo Guerra alla batteria. La cantante e compositrice nata a Milano nel 1990, ha rilasciato lo scorso ottobre il suo secondo album, “EMIT: RotatoR TeneT”: un disco che celebra in musica il concetto di “tempo” attingendo apertamente dalla scienza, dalla letteratura, dalla filosofia. Trikáranos, che in greco antico significa “mostro a tre teste”, è il nome scelto da Andrea Cocco (pianoforte), Matteo Marongiu (contrabbasso) e Roberto Migoni (batteria) per il loro sodalizio artistico; un nome che sintetizza la filosofia di questo trio che, attingendo alle diverse esperienze artistiche dei suoi componenti, ha elaborato negli anni un proprio linguaggio espressivo in cui si fondono sonorità mediterranee con atmosfere più intime. Altro piano trio in gara quello in arrivo dalla Francia, intestato al giovane pianista di Tolosa Etienne Manchon, con Clément Daldosso al contrabbasso e Théo Moutou alla batteria. Nonostante il suo nome, l’Etienne Manchon Trio – che conta già un disco all’attivo – è sempre stato pensato come un’esperienza di gruppo, con un repertorio che riflette diverse influenze, dal jazz contemporaneo al progressive rock, ma senza dimenticare la musica classica del ventesimo secolo, Ravel, Debussy. Arrivano invece da Barcellona, le Escarteen Sisters, ovvero Laia e Flavia: due voci femminili che cantano mentre una suona il violino e l’altra il violoncello. Per questo dicono in realtà di essere un quartetto: due voci e due strumenti per una musica che, anche in questo caso, è un insieme di suoni eclettici che vengono da ispirazioni diverse: il jazz, il blues, la musica folk mediterranea. A precedere la serata finale del contest per giovani band, un altro appuntamento da non perdere, ospitato nel pomeriggio alle Tenute Sella & Mosca, tra i principali partner della rassegna, in località I Piani, a una decina di chilometri da Alghero: alle 17.00, anche in questo caso con ingresso gratuito, verrà presentato un docufilm di Marco Antonio Pani sulla passata edizione di JazzAlguer. “Raccontare la prima edizione di una grande manifestazione che avrebbe portato il jazz ad Alghero in un grande happening diluito nell’arco di un anno solare“, spiega il regista, “significava per noi raccontare come si sarebbe sviluppata l’esperienza, che luoghi avrebbe attraversato, e quali sensibilità artistiche avrebbe coinvolto. Ma anche, e forse più, rendere conto di quello speciale rapporto che la città di Alghero, i suoi luoghi e i suoi abitanti hanno con la musica e della sensibilità con cui gli organizzatori di JazzAlguer hanno saputo intercettare questo tratto distintivo della città. Oltre a intervistare Paolo Fresu e Salvatore Maltana, rispettivamente direttore artistico e coordinatore del festival, e a filmare i concerti, il backstage, e i musicisti nella loro fugace presenza in città“, aggiunge Marco Antonio Pani, “abbiamo voluto raccontare il rapporto di alcuni algheresi – noti musicisti, ma anche appassionati e cultori del jazz – con la musica e con la città. Ne viene fuori, crediamo, un piccolo inedito ritratto della città e della sua speciale inclinazione per accogliere grandi eventi di spettacolo, arte e cultura“.

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Ad Alghero da oggi a domenica 14 ottobre, la seconda ed ultima parte della quinta edizione di Més a prop, il festival ideato e diretto dalla cantante Franca Masu e sostenuto dal comune di Alghero e dalla Fondazione Alghero. Al giro di boa i protagonisti saranno ancora una volta la forza della parola poetica e la bellezza dell’arte al femminile ma cambieranno gli stili espressivi e il target di riferimento. Dal linguaggio musicale alla poesia fino all’arte illustrativa per una tre giorni di storie, incontri e condivisioni tra generazioni diverse.

La traversata inizia venerdì 12, con inizio alle 19.30, nel salone di San Francesco con il graditissimo ritorno ad Alghero per Joan Elies Adell, poeta catalano che in città ha diretto per anni l’Espai Ramon Llull. Adell, oggi a capo dell’Instituciò de les Lletres catalanes a Barcellona, presenta la sua ultima opera “Res no és personal”, una lunghissima poesia in quattro parti in cui l’autore rivela tutto il suo intimo attraverso la propria memoria, come un viaggio a ritroso tra i ricordi più vividi e i sentimenti più autentici. Insieme all’autore dialogheranno con il pubblico il poeta Raffaele Sari Bozzolo, la docente di letteratura catalana all’Università di Torino Veronica Orazi ed il poeta Antoni Coronzu, curatore della versione italiana di alcuni brani. Invece Franca Masu, accompagnata da Luca Falomi alla chitarra e Salvatore Maltana al contrabbasso, offrirà un vero reading musicale. Sarà anche l’ultima possibilità per ammirare gli allestimenti scenografici curati da Marco Velli con le tele del pittore Angelo Maggi.

Sabato 13 e domenica 14 ancora un cambio di linguaggio e soprattutto di pubblico di riferimento grazie alla presenza della giovane illustratrice toscana Silvia Rocchi. L’artista curerà “Saluti da Alghero”, un laboratorio dedicato al disegno del paesaggio della città attraverso la creazione di vere e proprie cartoline, poi stampate da Panoramika Editrice, workshop in cui i corsisti raffigureranno gli scorci più interessanti del panorama quotidiano della Riviera del Corallo. Il corso è gratuito e si terrà dalle ore 16.00 tra le vie del centro storico e gli spazi del Distretto della Creatività/Respublica. Sempre domenica, alle ore 12.00, la stessa Rocchi presenterà per la prima volta in Sardegna la sua graphic novel “Brucia” (Rizzoli-Lizard). Nel dehors della libreria Cyrano in piazza Porta Terra a dialogare con l’autrice di illustrazione, arte ma anche di morti bianche e conflitto sociale, coprotagonisti del romanzo, l’artista algherese Chiara LaFiùt.

Con questa ultima parte della quinta edizione, il festival Més a prop continua a solcare il proprio sentiero in cui l’incontro tra i diversi linguaggi dell’arte si rafforza dalla bellezza degli scambi intergenerazionali.

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Al via domani, a Nuoro, per i Seminari Jazz, quest’anno al significativo traguardo della trentesima edizione. La scuola civica di musica intitolata ad Antonietta Chironi, ideatrice e cofondatrice, insieme a Paolo Fresu, nel 1989, dell’iniziativa organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro, apre i battenti domani (martedì 21 agosto) ad allievi e docenti, dopo che diversi appuntamenti hanno già fatto da preludio all’avvio delle lezioni nei giorni precedenti. I corsi hanno raggiunto con più di un mese di anticipo il numero massimo di iscritti: ben 152, provenienti anche dall’estero (in tutto sono dodici i paesi idealmente rappresentati). Ad attenderli nelle aule in via Mughina ci saranno gli insegnanti in cattedra da quattro edizioni a questa parte, cioè da quando Paolo Fresu, dopo cinque lustri, ha passato il timone della direzione artistica a Roberto Cipelli, in cattedra fin dalla nascita dei seminari: con lo stesso pianista cremonese (teoria e armonia jazz le sue materie), ne fanno parte Emanuele Cisi (sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Francesca Corrias (canto jazz e laboratorio vocale), Dado Moroni (pianoforte e tastiere), Marcella Carboni (arpa jazz), Max De Aloe (armonica cromatica e fisarmonica), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Salvatore Maltana (basso elettrico), Stefano Bagnoli (batteria), Salvatore Spano (pianoforte e tastiere) e Enrico Merlin (storia del jazz), più Angelo Lazzeri, “in prestito” dal corpo docente dei corsi invernali per la classe di chitarra (una delle più affollate insieme a quella di canto). Tutti musicisti di vaglia così come Peter Bernstein e Paolo Angeli, titolari delle due masterclass che, come sempre, impreziosiscono il bouquet dell’offerta didattica: il chitarrista americano condurrà quella internazionale da giovedì 23 a sabato 25, mentre il sardo terrà la sua masterclass dedicata alla musica tradizionale venerdì 24 (alle 11.00 all’Auditorium del Museo del Costume).

Completa il programma dei seminari, per il quarto anno consecutivo, il corso per fonici con l’ingegnere del suono Marti Jane Robertson: da martedì 21 al successivo 28 agosto.

Come d’abitudine, varie borse di studio verranno assegnate al termine delle undici giornate di teoria e pratica del jazz: al migliore allievo di ogni classe di strumento per l’iscrizione gratuita alla prossima edizione di Nuoro Jazz; la borsa “Billy Sechi” (intitolata al batterista sardo scomparso tredici anni fa) per partecipare ai seminari di Siena Jazz; quella dedicata alla formazione del gruppo dei migliori allievi che avrà modo di esibirsi l’anno venturo in apertura di Nuoro Jazz e i altre occasioni, come il festival Time in Jazz di Berchidda; e, ancora, la borsa di studio all’allievo scelto dai docenti per partecipare all’annuale premio “Massimo Urbani” di Camerino riservato ai solisti jazz under 30.