La posizione di Walter Schirru (Filctem-CGIL), Marco Nappi (Femca-CISL) e Salvatore Sini (Uiltec-UIL) sulla situazione nell’area industriale di Sarroch.
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Il 3 luglio scorso, presso il THotel a Cagliari, le segreterie territoriali di Cagliari Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, hanno organizzato il convegno “Nuovi Confini del Lavoro nell’Impresa 4.0”. Scopo del convegno, era mettere a confronto i vari settori: sindacati, mondo delle imprese, Università, istituzioni territoriali e regionali per capire come ripensare le aree industriali, in un contesto mutato, tra Città Metropolitana, nuovi modelli relazionali e nuove esigenze.
«A distanza di qualche mese – sostengono i segretari delle tre organizzazioni sindacali, Walter Schirru, Marco Nappi e Salvatore Sini -, possiamo affermare di essere stati buoni profeti. Infatti, nel convegno sono emersi argomenti presenti sia nel documento di Confindustria, sia nelle osservazioni dei dirigenti sindacali riportate dalla stampa e, in primis, è emersa la necessità di una maggiore attenzione sulla formazione del personale, al fine di garantire le professionalità necessarie a quel salto di qualità utile per mantenere il passo e garantire i livelli occupazionali che, diversamente, rischierebbero di essere negativi. Si devono creare le condizioni per garantire risposte affinché l’evoluzione tecnologica, Industria 4.0, possa essere un’opportunità e non uno svantaggio che incrementi nuova disoccupazione.»
«Abbiamo promosso l’iniziativa, non a caso, perché riteniamo questo Territorio un buon esempio di sviluppo industriale all’interno del quale sono presenti positività quali: un sistema di appalti governati con strumenti innovativi condivisi con le OO.SS. e le parti imprenditoriali;una particolare attenzione alla Sicurezza sul luogo di lavoro che ci porta ad essere tra le migliori realtà nel panorama nazionale; buoni risultati sulla sensibilità ambientale grazie a costanti investimenti nel rispetto e a garanzia delle normative vigenti; buone relazioni industriali che permettono un continuo confronto mirato a programmare e cercare di prevenire situazioni di criticità – aggiungono Walter Schirru, Marco Nappi e Salvatore Sini -. In base a queste considerazioni, riteniamo importante valorizzare il modello di Governance Territoriale che, con grande impegno e convinzione, siamo riusciti a costruire. Riteniamo sia più produttivo favorire il confronto costante rispetto al conflitto e, a nostro parere, la gestione di alcune situazioni complesse, affrontate di recente, ci hanno dato ragione. La situazione, nel mondo del lavoro, è in continua evoluzione. La globalizzazione, l’attuale normativa del lavoro, le nuove regole di un mercato sempre più selettivo ci mettono di fronte a problematiche che necessitano attenzioni diverse e ci costringono a valutazioni differenti rispetto alle azioni sindacali da intraprendere.»
«Dai numeri in nostro possesso e noti alla stessa Confindustria, si evidenzia un importante periodo di investimenti nel sito che, contrariamente a quanto avviene in altri Territori, garantisce importanti ricadute occupazionali per le imprese, molte delle quali storiche, presenti nel Territorio. In questo contesto, come sempre avvenuto, le imprese si organizzano per gestire al meglio le commesse e le variazioni della forza lavoro legate alle varie fasi di lavorazione e, per quanto di nostra conoscenza, da sempre, si sono attivate tutte le forme contrattuali disponibili nel nostro panorama giuridico e, allo stesso tempo, possiamo testimoniare sull’assenza di ” Lavoro in Nero” in questo settore. Pertanto, con soddisfazione, apprendiamo che i dati del territorio industriale dall’osservatorio della Confindustria certificano un ricorso al lavoro somministrato non superiore al 3-4%, mentre è di circa l’80% l’utilizzo dei contratti a tempo indeterminato e, per quanto riguarda il Tempo determinato, rientra nei vincoli normativi nazionali. Alla luce di questi elementi, ribadiamo l’importanza della corretta applicazione dei C.C.N.L. di categoria affinché uno strumento condiviso consenta di gestire al meglio le situazioni che si presenteranno e, nell’interesse comune, trovare soluzioni anche in quelle occasioni nelle quali si dovesse palesare la richiesta di riduzione della base salariale di lavoratori storici. Per quanto detto – concludono Walter Schirru, Marco Nappi e Salvatore Sini –, siamo convinti esista la possibilità di continuare un confronto che consenta di utilizzare al meglio gli strumenti presenti nei C.C.N.L. garantendo, legittimamente, la contrattazione di secondo livello utile a raggiungere obiettivi comuni a sostegno di efficienza e produttività e salvaguardia del salario.»