22 November, 2024
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E’ possibile raccontare il carcere? E’ possibile parlare, senza pregiudizi, delle condizioni di vita dei detenuti e dei familiari che li attendono fuori? A queste e ad altre domande tenteranno di dare qualche risposta due seminari formativi per i giornalisti dal titolo “Informare dentro e fuori il carcere: la centralità della persona nel racconto dei media”, organizzati dalla delegazione regionale Caritas Sardegna con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e con l’UCSI Sardegna.
Si svolgeranno lunedì 26 febbraio 2018 dalle ore 14.00 alle 17.00 a Lanusei, nella sede della Caritas diocesana, in viale Europa snc, e martedì 27 febbraio, dalle 14.00 alle 17.00 a Oristano, nella ex Chiesa di San Domenico, in via Lamarmora. Ognuno dei due seminari darà diritto a 5 crediti formativi.
La Costituzione italiana (art. 27) dice chiaramente che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Ma il carcere nel nostro Paese continua a far discutere e a dividere. E non tutti conoscono davvero le problematiche dei carcerati e dei loro familiari.

Lunedì 26 febbraio, alle 14.00, a Lanusei, dopo i saluti mons. Antonello Mura, vescovo di Lanusei, don Giorgio Cabras, direttore Caritas diocesana di Lanusei e Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna e dopo l’introduzione di Francesco Birocchi, presidente ODG Sardegna, interverranno: Daniele Pulino, membro dell’Osservatorio dell’Associazione Antigone; Ornella Favero, presidente della Conferenza nazionale volontariato e giustizia (CNVG) e direttrice della rivista Ristretti Orizzonti; Bruno Monzoni, redattore della rivista Ristretti Orizzonti e Giuseppina Boeddu, direttrice UEPE Nuoro.

Martedì 27 febbraio, alle 14.00, a Oristano, dopo i saluti di mons. Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano; Giovanna Lai, direttrice Caritas diocesana di Oristano e Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna e dopo l’introduzione di Francesco Birocchi, presidente ODG Sardegna, interverranno Daniele Pulino, membro dell’ Osservatorio dell’Associazione Antigone; Ornella Favero, presidente della (CNVG) Conferenza nazionale volontariato e giustizia e direttrice della rivista Ristretti Orizzonti; Bruno Monzoni, redattore della rivista Ristretti Orizzonti. Concluderà i lavori Pier Luigi Farci, direttore della Casa di reclusione Salvatore Soro, Massama (Oristano).

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Dopo il film sulla vita e il pensiero negli anni del carcere di Antonio Gramsci, “Nel mondo grande e terribile”, scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria, ancora una serata all’insegna della settima arte ad Oristano per il diciannovesimo festival Dromos. Questa sera, nella cornice di piazza Corrias, è in programma la proiezione del film “La tela”,  primo lungometraggio del pittore Salvatore Garau, che lo stesso artista di Santa Giusta ha realizzato nell’Istituto Penitenziario di Alta Sicurezza “Salvatore Soro” di Massama, Oristano. Si comincia alle 21.30 con ingresso libero. Presenti in sala, con Salvatore Garau, il direttore della fotografia Fabio Olmi (figlio del regista Ermanno) e Lila Place, che ha curato il montaggio. Probabile la presenza anche di alcuni dei detenuti che hanno partecipato al docufilm, oggi uomini liberi.

In sintonia con il tema portante di questa edizione di Dromos, che si riconosce sotto il titolo “Prigioni”,  “La tela” documenta la genesi di un grande dipinto realizzato da tre detenuti del carcere oristanese insieme a Salvatore Garau. L’arte richiede concentrazione, quasi sempre solitudine: una condizione indispensabile per il pittore sardo che decide di mettere in discussione portando una grande tela bianca (due metri per cinque) all’interno dell’istituto penitenziario. L’idea non è quella di insegnare ai detenuti a dipingere, ma di condividere la propria energia creativa con chi non è abituato alla libertà creativa, con chi non è libero. Davanti alla tela è dato modo ai detenuti di sprigionarsi, generare meraviglia. Il film documentario ripercorre la sfida, lo stupore, la nascita e la crescita di un progetto che dimostra la potenza dell’arte e della parola 

Con la serata odierna a Oristano, il festival Dromos suggella la sua prima parte e si appresta ad affrontare il gran finale di rito con Mamma Blues, tre serate fino a Ferragosto consacrate alla musica del diavolo. Inaugura il trittico, domenica 13, la cantante anglo-americana Lucy Woodward, tornata in scena da solista con il suo stile fra jazz, soul, pop e blues l’anno scorso con il suo quarto album: “Til They Bang On The Door”. Lunedì (14 agosto) è protagonista il cantante e chitarrista newyorkese Erik Bibb in duo con il chitarrista svedese Staffan Astner per presentare il suo ultimo disco, “Migration Blues”, pubblicato lo scorso marzo. La sera di Ferragosto, infine, si celebra con i brasilian Bixiga 70 con la loro trascinante miscela di ritmi africani e carioca, jazz e funk, afro-beat, malinké, candomblé, samba e cumbia.

L’apertura delle tre serate di Mamma Blues – con inizio alle 22.00 –  è affidata ad altrettante proposte della scena isolana: di scena domenica 13 il chitarrista Vittorio Pitzalis; lunedì 14 il quintetto Blues Tales; martedì 15 i Country’s Cousins. Dopofestival dalla mezzanotte in poi con altri tre gruppi: i Dancefloor Stompers (domenica 13), The Ticks (lunedì 14) e i Groove Elation (martedì 15 agosto).