22 November, 2024
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Nuova denuncia per un ricovero in emergenza di un malato di Sla. Di seguito la lettera integrale della moglie di un malato di Sla.

«La nostra odissea è iniziata il primo luglio 2015 all’avvio della fase mista, di quel famoso progetto che ha creato “l’unità operativa di terapia del dolore, cure palliative e hospice” che avrebbe cambiato l’assistenza domiciliare integrata della ASL 7. Quel tanto acclamato sistema che doveva essere dedicato, che avrebbe garantito tante migliorie, altro non ha garantito che l’ennesimo ricovero di mio marito Tore, affetto da SLa a seguito dello sciopero della fame. Esattamente come preannunciato da me e dagli altri famigliari dell’associazione le Rondini, l’Unità Operativa voluta dal commissario Onnis, si è rivelata un buco nell’acqua. Un servizio fallimentare in tutti i sensi (se pensiamo che ad oggi il sistema si regge solo perché due rianimatrici si sono viste l’ennesimo ordine di servizio che scade il 30 novembre). L’U.O è composta da un’unica dottoressa con esperienza che deve gestire 40 ventilati, più un rianimatore in formazione (erano previsti 5 medici rianimatori). Che belle aspettative!!! Dovremo rivolgerci al 118 così come consigliato dal commissario nel mese di luglio!!!

Per contrastare questo ignobile progetto, nonostante la mia riluttanza, mio marito ha deciso di aderire allo sciopero della fame, prima al 50% e da una settimana al 100%. Da qualche giorno non si sente bene si sente debole, assonnato, gli chiedo di interrompere lo sciopero, ma lui imperterrito continua. Nella sera di sabato 28, mio marito inizia a stare peggio del solito. Cambia colore della pelle, mi dice che gli manca il respiro, ha persino forti dolori alla pancia. La saturazione scende, i battiti cardiaci aumentano, lui è molto agitato, io e le mie collaboratrici, dopo ore di ambu, ossigeno, di mobilizzazione a destra, poi a sinistra, aspirazioni bronchiali, aspirazioni salivari, ecc., ci ritroviamo sfinite e disarmate. Mio marito continua a star male e io chiamo il mio medico di base!!! Non voglio chiamare il 118, non voglio ricoverarlo, magari lei può aiutarci.

Arriva a casa in pochi minuti, visita Tore e si accorge che c’è qualcosa che non quadra, mi dice che è necessario il ricovero. Tore è affaticato, ha sonnolenza, scarsa diuresi, tachicardia e ipotensione! Sono le 20.00, chiama lei stessa il 118, ci rispondono dicendo che non c’è nessuna medicalizzata disponibile «Come???» dice lei «Ha i parametri che non vanno bene, è un malato tracheotomizzato, come facciamo se no arrivate subito? Ha necessità di essere ricoverato immediatamente prima che la situazione precipiti e non sia troppo tardi, è denutrito da 7 giorni!»; « la richiamo appena si libera, faremo il possibile!!!» risponde l’operatore. Ebbene, ore 21.30 ben un’ora e mezza dopo, in cui mio marito ha avuto crisi di panico e ansia, in cui piangeva perché stava male, è arrivata la medicalizzata. Controllano i parametri, vedono anche loro che non sta bene, meglio ricoverarlo, si va all’ospedale!

Salgo in ambulanza con mio marito, troppe cose mi frullano per la testa???PERCHè DEVO RICOVERARE MIO MARITO PER COSE CHE AVREI RISOLTO A DOMICILIO SE NON CI FOSSE STATO IMPOSTO UN SISTEMA INCOMPLETO IN CUI NON VENGONO GESTITE LE EMERGENZE?? Perché L’ASSESSORE ARRU NON HA ASCOLTATO I MIEI COLLEGHI??? PERCHE’ IL CAPO DI GABINETTO CI DA DELLE CERTEZZE CHE HO PAURA NON VENGANO RISPETTATE???

Siamo stanchi, sfiniti, purtroppo Tore è stato solo il primo della lunga serie di ricoveri a cui si andrà incontro se non sarà la rianimazione ad andare a casa dei pazienti. I miei colleghi dell’associazione sono spaventati quanto me, qualcuno inizia a sentire la cannula tappata (è periodo di cambio cannula), qualcuno inizia a vedere gli effetti dello sciopero della fame, i malati si sentono stanchi, fiacchi, iniziano a non voler ricevere visite, gli attacchi di ansia sono troppi, la situazione inizia ad essere ingestibile!!!

Ahh dimenticavo ore 23.00 mio marito è stato ricoverato!!! Dalle 20.00 sono passate ben tre ore!!! Che efficienza ragazzi nella gestione delle emergenze!!! E se avesse avuto bisogno urgente di un cambio cannula???

Lascio trarre a voi le conclusioni.

Grazie Assessore Arru!!!

Simonetta Locci

Moglie di Salvatore Zedda

Malato di Sla.

Narcao 29/11/2015»

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Domenica 15 novembre inizieranno lo sciopero della fame gli “invisibili”, i malati seguiti dal servizio di assistenza domiciliare integrata.

«Quindicesimo giorno di sciopero. Due settimane senza assistenza medica e infermieristica. Due pazienti ventilati ricoverati in Rianimazione. Dieci giorni di silenzio dell’Assessore. Questi i numeri dall’avvio del nuovo sistema di assistenza domiciliare. La protesta non si ferma. Chiediamo risposte vere, serie, precise, puntuali e urgenti» si legge in una nota stampa dell’associazione Le Rondini.

«Dopo l’audizione in commissione Sanità dell’assessore Luigi Arru sulla situazione dei pazienti della ASL 7 – si legge ancora nella nota -, sul sito del Consiglio regionale si legge: “Fermo restando questo quadro di riferimento, ha aggiunto Arru, possiamo sperimentare, anche un modo graduale, un modello sardo ancora più adatto alle nostre specificità, senza però avere paura dei cambiamenti”.»

«Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Ignazio Locci e Alberto Randazzo (Forza Italia), Augusto Cherchi (Sdl), Gianluigi Rubiu (Udc), Pietro Cocco e Rossella Pinna (Pd), Luca Pizzuto (Sel) e Fabrizio Anedda (Misto).

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha proposto una moratoria del nuovo modello di assistenza fino al 31 dicembre prossimo, in modo da analizzare in modo puntuale le criticità riscontrate e mettere a punto i necessari interventi migliorativi.

L’assessore Arru ha condiviso la proposta ed il presidente Raimondo Perra, raccogliendo le indicazioni scaturite dal dibattito, ha annunciato che la commissione predisporrà in tempi molto brevi un documento di indirizzo da sottoporre all’assessore.»

«Pur essendo evidente che i tempi della politica sono ben distanti da quelli dei malati, non possiamo fare a meno di considerare che si sta profilando un aspetto ben più grave quale quello della mancata assunzione di impegno da parte dell’assessore Arru, non nuovo a questo genere di comportamenti che, ricordiamo, ha già messo in atto nel mese di agosto. Tante parole ma pochi fatti o, per meglio dire, fatti che non coincidono con le parole. Intanto, il rinnovato sistema del commissario Antonio Onnis ha già messo in luce le prime crepe: non esiste alcuna organizzazione per la gestione delle urgenze come denunciato nei giorni scorsi dalla figlia di un paziente affetto da SLA, tutt’oggi ricoverato in Rianimazione. E a dimostrazione di quanto viene sottovalutata la gravità dei pazienti in ventilazione meccanica domiciliare vogliamo richiamare la dichiarazione del direttore sanitario dottor Maggetti, il quale, nel corso dell’incontro in assessorato del 27/10/2015, ha ammesso, senza vergogna, che un medico del nuovo servizio non possiede competenze specifiche. Non possiamo accettare tanta superficialità; non vogliamo che passi il concetto che l’assistenza ai malati ventilati sia un gioco da ragazzi perché noi che da anni viviamo situazioni critiche sappiamo bene che “NELLE URGENZE NON SI IMPROVVISA”. I nostri cari sono a tutti gli effetti OSPEDALIZZATI A DOMICILIO e hanno tutto il diritto di pretendere un’assistenza qualificata.»

«Così come pretendiamo serietà e coerenza istituzionale da parte dell’Assessore nel dare seguito agli impegni assunti rendendo operativa la proroga del vecchio sistema perché NON SIAMO FIGLI DI UN DIO MINORE. Da più parti la nostra protesta viene criticata nella sua metodica applicativa; rifiutare l’assistenza medica e infermieristica non è lo strumento giusto, ci dicono che il sistema si può contestare diversamente. Ma i nostri familiari possiedono un unico strumento di lotta: la propria vita, e metterla a repentaglio è il solo modo per veder riconosciuti i propri diritti. Ed è per questo che, Vincenza Tiddia, Elena Scanu, Antonella Gabbia, Riccardo Zara, Salvatore Zedda e Massimiliano Collu, per tramite dell’Associazione Le Rondini, annunciano che da domenica 15 Novembre inizieranno lo sciopero della fame, riducendo l’alimentazione al 50% per passare in breve tempo al 100% fino allo sciopero della sete. E questa, per chi non l’avesse capito – conclude l’associazione Le Rondini -, si chiama ASSUNZIONE DI IMPEGNO!»