Daniela Forma (PD): «Il recepimento dei “Criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta diagnostica di laboratorio” penalizza la Sardegna».
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Il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma manifesta la propria preoccupazione per il recepimento tal quale dell’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome del 23 marzo 2011 sul documento riguardante i “Criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta diagnostica di laboratorio”, fatto proprio dalla Giunta regionale con deliberazione n. 18/13 del 5 aprile 2016.
«Il nuovo modello organizzativo – dichiara Daniela Forma – prevede che per il rilascio o la conferma dell’accreditamento dei laboratori debba essere garantita la soglia minima di attività di 200.000 esami di laboratorio all’anno. Tale soglia, prevista dall’Accordo ora recepito, risulta assolutamente fuori misura rispetto all’attività attualmente svolta dai nostri laboratori accreditati e rischia di compromettere l’intero sistema.
L’obiettivo della Giunta regionale, coerentemente con il dispositivo dell’Accordo, sarebbe quello di obbligare i laboratori ad aggregarsi e organizzarsi in rete costituendo nuovi soggetti giuridici, anche o forse soprattutto di tipo pubblico-privato, ma gli effetti pratici – prosegue Daniela Forma – potrebbero invece tradursi in una implosione del sistema.»
Riportare in Sardegna un criterio per l’ottenimento dell’accreditamento così lontano dai volumi effettivamente erogati dai nostri laboratori, senza prima fare una valutazione compiuta sull’impatto che questo avrebbe sul nostro sistema, rischia a mio avviso di pregiudicare il raggiungimento di quegli obiettivi di efficacia e di efficienza che tale riorganizzazione si propone, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di numerosi laboratori privati.
«Per queste ragioni – aggiunge Daniela Forma – ho depositato insieme ai consiglieri regionali Sandro Collu, Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Gavino Manca, Antonio Solinas e Mario Tendas un’interrogazione rivolta al presidente della Giunta e all’assessore della Sanità nella quale si domanda:
Se prima di adottare la deliberazione della Giunta regionale n. 18/13 del 05/04/2016 sia stata fatta una ricognizione puntuale dei laboratori privati attualmente accreditati e del numero di prestazioni annue da loro effettuate, per comprendere quali ricadute il recepimento tal quale dell’Accordo del 23/03/2011 avrebbe avuto sul sistema dei laboratori diagnostici privati in Sardegna;
Se ritengano opportuno intervenire tempestivamente per rimodulare le soglie minime di attività necessarie per l’accreditamento al fine di scongiurare le difficoltà che determinerebbe l’obbligo per i laboratori privati di associarsi e il rischio di chiusura di molti di essi.»
«L’auspicio – conclude Daniela Forma – è che la Giunta regionale si impegni a rivedere le soglie minime di prestazioni necessarie per l’accreditamento, formulando una proposta che sia sostenibile e praticabile nel nostro contesto regionale, consentendo in tal modo alle tante strutture private che erogano servizi di diagnostica di laboratorio di continuare a dare il loro contributo per una offerta sanitaria regionale quanto più possibile efficiente ed appropriata.»