Paolo Angeli conclude a Sa Marchesa (Nuxis) la prima settimana di anteprime del 37° festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”
Conclude questa sera il suo primo fine settimana di eventi “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, lo storico festival organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara giunto alla sua trentasettesima edizione, che sta vivendo la sua prima tranche di anteprime nel mese di agosto (ulteriori date saranno annunciate a breve), racchiuse sotto l’insegna “Jazz Around”, con diversi concerti in siti di interesse paesaggistico, storico e culturale del Sulcis Iglesiente.
E sarà il prezioso sito geo speleo archeologico di “Sa Marchesa” a Nuxis, ad accogliere le sperimentazioni sonore di Paolo Angeli, a cui (alle 21.00) spetta il compito di chiudere la quattro giorni di musica di questa settimana.
Artista da sempre capace di abbattere le barriere tra i generi musicali, alla costante ricerca di nuove ispirazioni creative, Angeli vive la musica da artigiano e la plasma come si fa con materia viva. Il musicista gallurese, classe 1970, ha trovato la sua dimensione di ricerca e sperimentazione con la costruzione e ideazione della “chitarra sarda preparata”: nata dall’incontro-scontro tra avanguardia extra-colta e tradizione popolare, è uno strumento orchestra a 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile con cui rielabora, improvvisa e compone una musica sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale. “Rade” è il suo ultimo album, il quattordicesimo della sua carriera, uscito lo scorso maggio (ReR Megacorp), tra popolare e contemporaneo, tra pulsazioni balcaniche, influssi mediorientali e nordafricani, citazioni di rebetiko e memorie delle avanguardie storiche, reminiscenze flamenche, fraseggi dissonanti, crescendo epici art-rock e convergenze in squarci di liricità.
In apertura di serata, le note libere da schemi del duo Immuginazione, nato dall’incontro tra il chitarrista Sandro Perdighe (suona anche il contrabbotto), e il trombettista Marco Pittau, colleghi in musica dal 2006, uniti dallo stesso approccio genuino e informale alla musica, basato sull’improvvisazione e sulla ricerca timbrica, influenzata da suggestioni sonore di ogni sorta, dai guizzi dei pesci al ridere delle scimmie.