Un’importante iniziativa ha animato le numerose celebrazioni nel Sulcis in occasione dell’8 marzo. A Villamassargia il convegno “Donne straordinarie”, organizzato dalla sezione territoriale della FIDAPA, in collaborazione con il Club Jane Austen Sardegna, ha voluto dedicare la Giornata Internazionale della Donna a grandi personalità della storia sarda.
La manager culturale Giuditta Sireus e lo scrittore prodigio Matteo Porru, menzione speciale al Premio Costa Smeralda e Premio Campiello Giovani, hanno affascinato il pubblico presente in platea, e gli appassionati collegati da remoto, tracciando un suggestivo itinerario al femminile alla scoperta di otto indimenticate donne straordinarie che hanno rivoluzionato la società, l’arte e la scienza: Francesca Sanna Sulis, Maria Manca, Ninetta Bartoli, Paola Satta, Eva Mameli Calvino, Maria Lai, Maria Carta e Grazia Deledda.
Nomi rappresentativi della Sardegna evoluta ed emancipata che sottolineano, come affermato dalla presidente del Distretto Sardegna della Fidapa BPW Italy Anna Rita Cogoni, «la straordinarietà della donna anche nell’intimità e nella personalità».
Per Maria Gemma Moi, Past Presidente del Club, «le grandi donne straordinarie che hanno fatto la storia spesso sono andate contro corrente e contro stereotipi ancora oggi duri a morire».
Nonostante le celebrazioni in Consiglio regionale non è voluta mancare all’appuntamento la consigliera della Commissione Pari opportunità della Regione, Maria Chiara Basciu, medico dentista ed impegnata in numerose attività di volontariato, tra le fondatrici della Fidapa Sulcis e già past President del Club, che «ritiene fondamentale in questo momento storico ricordare al mondo intero cosa ci accomuna e non ciò che ci divide».
«Il vero progresso che è insito nel cambiamento – ha sottolineato la consigliera Maria Chiara Basciu – sta nell’evoluzione culturale che deve portare al superamento dei pregiudizi tra i quali quelli legati al gender gap, che non è orientamento alla parità assoluta tra sessi bensì ha come punto di arrivo l’equiparazione sociale, ovvero il riconoscimento delle specificità, capacità, inclinazioni proprie della persona indipendentemente dal genere.»
«Non ci sono lavori da donna e lavori da uomini – ha spiegato Maria Chiara Basciu – ci sono attività per le persone che sono portate, hanno capacità e abilità in quel tipo di professioni, a dispetto del genere.»
«In ogni parte del Mondo le donne hanno però lottato e combattuto per i propri diritti fondamentali, si sono distinte ed hanno conseguito importantissimi risultati umanitari, sociali, culturali, scientifici e professionali – ha aggiunto la componente del massimo organo in Sardegna preposto alla tutela delle pari opportunità – quindi il motto da proporre universalmente, non oggi per oggi ma oggi per il futuro, visto il momento cruciale del conflitto in essere tra Russia e Ucraina, potrebbe essere: lavoriamo su ciò che ci accomuna per superare le barriere, di qualunque tipo, che ci dividono.»
«Se ciò fosse alla base del dialogo comune tra le potenze mondiali – ha concluso la dentista sulcitana – forse sarebbe più semplice giungere a soluzioni che tengano realmente conto del bene comune e degli equilibri internazionali, riportando immediatamente la pace nel cuore dell’Europa e restituendo la libertà e la dignità ad un popolo ingiustamente occupato che oggi piange tante vittime e immani sofferenze.»
Nella foto uno scatto di gruppo al termine del convegno “Donne Straordinarie” a Villamassargia (da sinistra Giuditta Sireus, Anna Rita Cogoni, Matteo Porru, Maria Chiara Basciu, Maria Gemma Moi, Anna Rita Pisu e l’assessore di Villamassargia Sara Cambula).
Ieri, venerdì 19 novembre, a Villamassargia è stata celebrata la Giornata Internazionale dell’Infanzia, che ricade il 20 novembre di ogni anno. La data scelta coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e l’omonima Convenzione nel 1989. Le attività si svolgeranno all’insegna dell’educazione ecologica del nostro Polo Innovativo dell’Infanzia “Ilaria Alpi”, primo Agrinido e Agriasilo pubblico della Sardegna. L’iniziativa è nata attraverso un accordo tra Enti Locali e Istituzione Scolastica per costruire un percorso educativo continuativo da 0 a 6 anni.
Secondo la sindaca Debora Porrà, «crediamo sia giusto lavorare per costruire una comunità educante, che veda il Bambino al centro, perché i piccoli non sono cittadini di domani, bensì cittadini e cittadine di oggi. Immaginiamo così una società costruita interamente intorno alle persone, da 0 a 99 anni, che abbia un’alta dimensione sociale di cura, educazione, formazione e cultura».
I valori: è una sfida che parte da un piccolo centro di circa 3.500 abitanti, per contrastare lo spopolamento, la dispersione scolastica e la povertà educativa.
Gli ultimi dati divulgati da Save The Children con la XII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, dal titolo “Il futuro è già qui”, rivelano la stretta correlazione tra povertà relativa e povertà educativa, spia di una società poco equa. Gli early school leavers in Sardegna sono il 12% a fronte del 9,9% della media europea. Tra il 2010 e il 2016 la spesa per l’istruzione è stata tagliata di mezzo punto di PIL, e si è risparmiato anche sui servizi alla prima infanzia, lasciando maggior spazio all’iniquità e alla diseguaglianza. In particolare in Sardegna, poco più di un bambino su 10 ha accesso a asili nido e servizi integrativi finanziati dai Comuni, lasciati completamente soli nelle spese gestionali. Se pensiamo che il costo medio unitario mensile nella nostra Isola ammonta a 612 euro, a fronte di 906 euro (media italiana) e 2.481 euro a Trento, si ha immediatamente la percezione del divario qualitativo dell’offerta.
L’educazione in natura e i diritti dell’infanzia sono la bandiera del curricolo educativo Mi Chiamo ZeroSei in fase di sperimentazione presso il Sistema Integrato d’istruzione 06 “Ilaria Alpi”.
Ognuno può essere architetto di una comunità desiderabile, ma per questo bisogna partire dal riconoscimento ai bambini e alle bambine del loro vivere nel tempo presente e il loro diritto all’ascolto e al rispetto (Janus Korczac, 1929).
Dove iniziano i diritti umani universali?
In piccoli posti vicino casa,
così vicini e così piccoli che essi non possono essere visti
su nessuna mappa del mondo.
Ma essi sono il mondo di ogni singola persona;
il quartiere dove si vive, la scuola frequentata, la fabbrica,
fattoria o ufficio dove si lavora.
Questi sono i posti in cui ogni uomo,
donna o bambino cercano uguale giustizia, uguali opportunità,
eguale dignità senza discriminazioni.
Se questi diritti non hanno significato lì,
hanno poco significato da altre parti.
Eleanor Roosvelt
L’approccio. La proposta socio- pedagogica contiene un approccio di ecologia integrale, che ricomprende un’attenzione alla relazione fra ambiente, economia e società. La Responsabile Scientifica del Polo “Ilaria Alpi” e dell’omonimo CPT, la dott.ssa Mara Durante, afferma: «Malgrado i tempi ristretti le colleghe hanno co-progettato un momento di conoscenza e riflessione condivisa sui diritti dei bambini e la convenzione riscritta da Francesco Tonucci che è raccolta in appendice al nostro curricolo Mi Chiamo ZeroSei. Abbiamo condiviso uno dei diritti più trascurato ovvero il gioco dal punto di vista del bambino. L’abbiamo accolto e promosso come la “voce” del bambino e della bambina e come tale ascoltato quale interlocutore privilegiato nel dialogo per progettare l’ambiente e le esperienze educative».
La scuola, baricentro della comunità educante, è il pilastro della società del futuro e laboratorio della scoperta del mondo per bambini e bambine.
«Ogni diritto – afferma Sara Cambula, assessora della Pubblica Istruzione del comune di Villamassargia – è una conquista che va custodita con impegno e la cui tutela passa attraverso le scelte quotidiane e l’attenzione verso il prossimo, partendo dal più debole. Per questo, per celebrare questa importante giornata, abbiamo scelto di promuovere il tema della cura verso gli animali.»
«Il nostro Polo per l’Infanzia – interviene la dirigente scolastica dell’Istituto Fernando Meloni, Marta Putzulu – diviene così, uno speciale contesto affettivo, ludico e cognitivo in cui sono garantite pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco. La cura non è un sentimento ma una pratica, un modo di agire e di essere nel mondo. C’è bisogno di cura, dal nido all’Università.»
Si è tenuto ieri sera, in piazza Pilar, a Villamassargia, il primo incontro di “Percorsi di Identità”. Il ciclo di incontri si inserisce nell’ambito delle iniziative intraprese dalla Scuola Civica di Politica Caput Aquae di Villamassargia, nata con l’obiettivo di diventare «sorgente di conoscenza e libero confronto, da cui possano sgorgare le idee per migliorare la società». Gianluca Medas anche nelle prossime settimane accompagnerà i presenti alla scoperta dei partiti italiani del ‘900.
Si tratta di un esperimento culturale in cui la storia incontra il presente, attraverso l’intervento di rappresentanti politico-istituzionali e icone sociali che oggi interpretano con il proprio servizio i valori espressi nella narrazione.
Al primo appuntamento di ieri, dedicato al Partito Popolare e, in particolare, al suo fondatore don Luigi Sturzo, perseguitato dal partito fascista e costretto per lunghi anni all’esilio, hanno partecipato don Ettore Cannavera, fondatore e responsabile della comunità “La Collina” e Carla Medau, sindaca di Pula, che hanno dialogato con Gianluca Medas. La sindaca Debora Porrà e l’assessora Sara Cambula hanno ringraziato gli ospiti e dato appuntamento al secondo incontro, in programma venerdì prossimo.
Al termine ho intervistato Gianluca Medas.