30 October, 2024
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Il miglioramento genetico come strumento di crescita economica delle aziende zootecniche della Sardegna è stato il tema che ha animato il seminario organizzato da Confagricoltura Sardegna, nell’aula magna dell’Istituto di Istruzione superiore Duca degli Abruzzi di Elmas. Numerosi relatori tra studiosi e portatori di interesse hanno parlato a una platea gremita di allevatori, studenti e agronomi. Ad aprire e chiudere i lavori, coordinati dal direttore di Confagricoltura Sardegna, Maurizio Onorato, il presidente dell’associazione regionale di categoria, Luca Sanna.

Confagricoltura Sardegna. «Abbiamo gli strumenti scientifici, le menti, gli allevatori e il bestiame per fare bene, ma è stato interrotto il lavoro di decenni sotto il profilo del miglioramento genetico. I bilanci delle aziende agricole hanno bisogno di tale processo e di animali che possano dare produzioni di altissima qualità, che vivano a lungo, resistano alle malattie e affrontino stagioni produttive capaci di assicurare profitto a chi li alleva e progenie che perpetuino questa tendenza: che noi vogliamo coltivare e incrementare». Lo ha detto Luca Sanna che ha aggiunto: «Da quando nei primi anni 2000 si è manifestata in Sardegna la blue tongue, abbiamo perso oltre un milione di capi ovini. Gli imprenditori zootecnici si sono dovuti arrangiare, anche a causa della scomparsa delle attività delle associazioni degli allevatori. Il miglioramento genetico degli animali, secondo diversi studi scientifici, ha portato negli anni a una riduzione dell’impatto ambientale, contrariamente a quanto sostiene qualcuno. Con i nostri strumenti politico-sindacali – ha proseguito – dobbiamo pressare le istituzioni e le associazioni degli allevatori affinché riprendano al più presto il lavoro dal punto in cui si è interrotto. C’è chi importa altre razze, che inquinano il nostro patrimonio genetico con il rischio dell’arrivo di nuove malattie. La pecora sarda, per esempio, era la regina nelle produzioni di latte, oggi ci sono razze spagnole e francesi che ci stanno superando. Il mondo dell’agricoltura purtroppo non è più il settore economico trainante dell’Isola: lo dicono i dati. Dobbiamo invertire questo trend per riconquistare quote di mercato importanti per lo sviluppo di tutta la Sardegna. Peccato – ha concluso Luca Sanna – che all’iniziativa di oggi sia mancato completamente l’interlocutore politico invitato a partecipare».

L’Università. «Il miglioramento genetico è la via più efficace per costruire una zootecnica sostenibile nel futuro – ha sottolineato Giuseppe Pulina dell’Università di Sassari -. In Sardegna abbiamo una riserva genetica molto importante che va conservata e valorizzata, sia nel settore ovino sia in quelli bovino e caprino. Nell’Isola abbiamo vacche da latte all’avanguardia e pecore da latte che, purtroppo, sono in retroguardia».

Nicola Macciotta, dell’Università di Sassari, ha illustrato il panorama nazionale e internazionale dal passaggio dalla genetica alla genomica nelle specie di interesse zootecnico. «A livello mondiale – ha ricordato – il settore bovino è anni luce più avanti rispetto all’ovino, per motivi legati ai diversi investimenti economici. Tuttavia, il nostro Ateneo sta portando avanti uno studio sulla tracciabilità della provenienza dei prodotti attraverso gli strumenti della genomica. Un metodo che consente di comprendere in maniera inequivocabile se un agnello proviene dall’estero oppure se è realmente di razza pura. Non basta, infatti, un esame a vista: occorre un metodo scientifico».

Agris. Del passaggio dalla genetica alla genomica, visto come un nuovo strumento per la selezione degli ovini da latte, ha parlato anche Sara Casu dell’Agenzia regionale Agris Sardegna, che ha illustrato le possibilità applicative offerte dai nuovi strumenti della genetica molecolare nel miglioramento genetico degli ovini da latte. «Agris – ha detto Sara Casu – sta puntando molto su una strategia di implementazione della selezione genomica. A differenza di quanto avviene in Francia, dove sono applicati schemi di selezione genomica simili ai bovini, in Italia sembra opportuno implementare schemi basati su popolazioni di riferimento femminili. La Spagna, invece, ha fatto scelte differenti: non sempre punta sulla selezione della razza locale in purezza”».

Confagricoltura nazionale. «La riforma della riproduzione animale – ha detto Daniele Mezzogori dell’Ufficio Economico di Confagricoltura – introdotta con il decreto ministeriale emanato l’anno scorso, ha modificato sensibilmente tutto il comparto. Prevede innanzitutto il principio della terzietà tra le associazioni degli allevatori e coloro che sono deputati alla raccolta dei dati funzionali degli allevamenti. Poi vi è la liberalizzazione del mercato dei servizi. Infine le nuove modalità di partecipazione degli allevatori nei piani genetici di sviluppo in ambito nazionale. Tutto ciò dovrebbe consentire una riproduzione più efficiente e funzionale».

Trasformazione. «Il miglioramento genetico operato in questi ultimi decenni sugli ovini allevati in Sardegna ha creato, insieme ai mutamenti di gestione delle aziende primarie, focalizzate quasi esclusivamente verso l’incremento delle quantità di latte, una perdita di materia secca utile caseificabile e quindi un decremento delle rese casearie». Così Gavino Nieddu, direttore industriale della CAO Formaggi, che ha aggiunto: «Nel momento in cui non si è valorizzata la qualità, con griglie adeguate nelle retribuzioni, gli allevatori hanno puntato solo sul versante della quantità di latte prodotta. In altri paesi, come la Spagna o la Francia, il prezzo del latte pagato al produttore primario si basa fondamentalmente sulla quantità di materia utile caseificabile. I parametri di analisi su cellule somatiche e carica batterica infatti sono sempre più spesso meno considerati in quanto dati per scontati per il rispetto delle normative igienico sanitarie».

 

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In un sistema agricolo in continua evoluzione, il miglioramento genetico è fondamentale per mantenere, e possibilmente accrescere, la produttività e la reddittività delle aziende zootecniche. Cosa è stato fatto sino ad oggi e cosa non si è fatto? Quali sono le conseguenze economiche per le imprese e quali sono le prospettive della genetica per il prossimo futuro? Per fare il punto sulla situazione in Sardegna, la Confagricoltura ha organizzato un seminario dal titolo ‘Miglioramento genetico e risvolti economici sulle aziende zootecniche’, che si terrà giovedì 12 dicembre (inizio ore 9.00) all’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Duca degli Abruzzi’ (via Acquedotto Romano, zona industriale Est – Elmas). I lavori, che saranno coordinati dal direttore di Confagricoltura Sardegna Maurizio Onorato, saranno aperti dagli interventi di Gabriella Murgia, assessora regionale dell’Agricoltura, di Piero Maieli, presidente V Commissione (Attività produttive) del Consiglio regionale e di Domenico Gallus, presidente VI Commissione (Salute e politiche sociali). Chiuderà l’appuntamento il presidente regionale di Confagricoltura Sardegna Luca Sanna. Interverranno inoltre:

Il miglioramento genetico: a che punto siamo e cosa fare

Giuseppe Pulina, Università di Sassari

La genomica nelle specie di interesse zootecnico: una nuova frontiera per nuovi caratteri

Nicola Macciotta, Università di Sassari

Dalla genetica alla genomica: un nuovo strumento per la selezione degli ovini da latte

Sara Casu, Agris Sardegna

La riforma della produzione animale. Quale futuro?

Daniele Mezzogori, Ufficio Economico di Confagricoltura

L’esperienza di un trasformatore: effetto economico del miglioramento genetico e delle condizioni di gestione di allevamento ovino in un’impresa di trasformazione

Gavino Nieddu, Cao Formaggi

L’esperienza di un allevatore di ovini. Selezione genetica e valorizzazione commerciale

Maurizio Podda, presidente nazionale sezione ovicaprina Confagricoltura

Il miglioramento genetico per ottimizzare i bilanci aziendali

Luca Sanna, presidente Confagricoltura Sardegna

La partecipazione all’evento prevede l’attribuzione dei relativi crediti formativi professionali come da Regolamento CONAF n. 3/2013 per la formazione professionale continua. L’appuntamento è infatti organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Cagliari.

 

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“Figlia mia” è il titolo del film di Laura Bispuri che verrà presentato stasera, alle ore 21.30, all’Arena Mirastelle del Teatro Centrale di piazza Roma, nell’ambito della rassegna “Cinema sotto le stelle”, organizzata dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria con il patrocinio ed il contributo economico dell’Amministrazione comunale di Carbonia.

«Stasera assisteremo a un altro film di valore, presentato in anteprima al Festival internazionale del cinema di  Berlino. Si tratta del sesto e penultimo appuntamento della rassegna di successo  Cinema sotto le stelle, che si inserisce all’interno del cartellone di eventi targati Estiamoinsieme 2018», ha detto il sindaco Paola Massidda.

“Figlia mia” di Laura Bispuri è la storia di Vittoria, una bambina divisa tra due madri. Valeria Golino è Tina,  madre amorevole che vive in rapporto simbiotico con la piccola, mentre Alba Rohrwacher è Angelica, una donna fragile e istintiva, dalla vita scombinata.

Rotto il patto segreto che le lega sin dalla sua nascita, le due donne si contendono l’amore di una figlia. Interpretata dalla piccola Sara Casu, Vittoria, dieci anni appena compiuti, vivrà un’estate di domande, di paure, di scoperte, ma anche di avventure e di traguardi, un’estate dopo la quale nulla sarà più come prima.

Il biglietto d’ingresso è di 4 euro, con prezzo ridotto a 3 euro per i giovani fino ai 21 anni di età e per tutti gli iscritti ai circoli del cinema ARCI-UCCA e  FICC.