Si è concluso in mattinata, in commissione “Attività produttive”, il primo ciclo di audizioni sulla proposta di legge per la valorizzazione della suinicoltura sarda.
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Si è concluso in mattinata, in commissione “Attività produttive”, il primo ciclo di audizioni sulla proposta di legge per la valorizzazione della suinicoltura sarda. Il parlamentino guidato da Luigi Lotto ha sentito l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, il direttore dell’Unità di progetto per la lotta alla peste suina africana e i direttori delle agenzie per l’agricoltura Argea, Agris e Laore.
«La Giunta accoglie con favore questa iniziativa di legge che punta al rilancio di un settore profondamente legato alla tradizione isolana – ha detto Pierluigi Caria – per far questo occorre però sconfiggere la peste suina africana. Grazie al lavoro portato avanti dall’Unità di progetto speriamo di poter raggiungere l’obiettivo nel più breve tempo possibile. Intanto poniamo le basi per lo sviluppo del comparto suinicolo.»
Caria ha poi espresso apprezzamento per i primi risultati ottenuti con il piano di eradicazione. «Speriamo nella riapertura di qualche spazio commerciale – ha proseguito Pierluigi Caria – la revoca del divieto di esportare carni e salumi prodotti nelle zone indenni dalla peste suina africana è un nostro obiettivo dichiarato. Oggi anche il Governo è al nostro fianco e, per bocca del ministro Lorenzin, sosterrà la nostra battaglia a Bruxelles».
L’Unità di progetto, intanto, va avanti nell’azione di contrasto degli allevamenti clandestini e illegali, principali responsabili della diffusione della malattia nelle campagne.
«La situazione è molto difficile – ha spiegato il responsabile dell’Unità di progetto Alessandro de Martini – la peste suina, presente nell’Isola da oltre 40 anni, ha di fatto marginalizzato un’attività che in passato rappresentava un settore importante della nostra economia. Oggi i capi allevati sono circa 150mila, siamo arrivati alla soglia minima per cui un’attività possa essere considerata economica. Se si continua così l’allevamento dei maiali sarà per i sardi solo un hobby.»
Un’eventualità che la Regione cerca di scongiurare in tutti i modi: «In una situazione di emergenza i controlli e le regole devono essere molto rigidi – ha aggiunto Alessandro De Martini – purtroppo, a farne le spese sono spesso gli allevamenti regolari costretti a seguire e rispettare procedure complicate. Questo è il prezzo che stiamo pagando per arrivare al risultato finale. I dati però ci stanno dando ragione: in alcune aree confinanti con la cosiddetta “zona rossa” la percentuale di suini positivi è scesa al 5% (Talana e Villagrande) mentre la situazione rimane critica a Orgosolo e Desulo dove la positività raggiunge l’80-90%».
De Martini ha espresso apprezzamento per la legge all’esame della Commissione: «E’ un provvedimento che fissa regole chiare e mette dei paletti sul fronte della conduzione degli allevamenti familiari, molto diffusi nell’Isola, e sulla necessità di formare gli operatori del settore. La qualità dei prodotti può essere garantita solo attraverso la loro tracciabilità e certificazione». Alessandro De Martini, infine, ha mostrato ottimismo per il futuro: «Grazie all’opera di informazione, la gente sta iniziando a capire la portata del problema. Con alcuni Comuni abbiamo avviato dei piani di collaborazione. Solo eliminando questa patologia si potrà pensare a uno sviluppo economico della suinicoltura».
Sulle enormi potenzialità del comparto, attualmente in ginocchio anche per la polverizzazione degli allevamenti (circa 17mila quelli censiti), si è soffermato il direttore generale dell’assessorato all’agricoltura Sebastiano Piredda: «In passato l’allevamento dei maiali aveva un ruolo fondamentale nell’economia sarda – ha detto Sebastiano Piredda – con l’eradicazione della peste suina la Sardegna potrebbe diventare un centro di riferimento internazionale, non solo per la commercializzazione di prodotti di alta qualità ma anche come serbatoio di capi riproduttori da distribuire in Europa». Secondo Sebastiano Piredda, «in Sardegna c’è lo spazio per allevare un milione di capi suini con la creazione di 2000-3000 posti di lavoro. Questa legge può dare un grande supporto. C’è bisogno di esempi positivi che convincano gli allevatori a seguire un percorso virtuoso».
I direttori delle agenzie Laore (Maria Ibba) Agris (Roberto Zurru) e Argea (Gianni Ibba) sono poi entrate nei dettagli della legge con alcuni suggerimenti e proposte di integrazione.
«C’è la consapevolezza che questa legge può dare un impulso decisivo al rilancio della suinicoltura in Sardegna – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto al termine delle audizioni – noto in Commissione un grande spirito collaborativo anche grazie al contributo delle opposizioni. Contiamo di portare il testo in aula per l’approvazione finale entro la primavera.»