24 November, 2024
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Si terranno il 7 e 8 settembre, a Portoscuso, i primi due appuntamenti con “Sud Ovest Teatro 2018”, che si concluderà sempre a Portoscuso il prossimo 8 ottobre. Le tre tappe in calendario fanno seguito al successo fatto registrare a Sant’Anna Arresi, il 5 e 6 agosto. Il cartellone della manifestazione, organizzata dalla compagnia La Cernita Teatro con la direzione artistica di Monica Porcedda, è organizzata con la partnership e la collaborazione della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport)  e dell’Amministrazione comunale che ha apprezzato il valore culturale della proposta.

Ancora una volta le scelte artistiche fatte dalla Compagnia di Carbonia si caratterizzano per l’alto contenuto sociale e per l’invito alla riflessione.

Si inizia venerdì 7 settembre, alle ore 19.00, presso la spiaggia La Caletta, dove andrà in scena “Dell’amore e di altre storie” scritto ed interpretato da Monica Porcedda ed accompagnato dai ritmi e dalle sonorità del Cilento, eseguiti dal vivo dal musicista Gerardo Ferrara. Il racconto è liberamente tratto dal testo “Con il cuore coperto di neve” del giornalista Silvestro Montanaro. Nel corso dello spettacolo gli interpreti navigheranno all’interno della storia e delle mille storie del nuovo medioevo, dove l’amore muore sotto i colpi crudeli della pedofilia, del turismo sessuale e dei traffici di carne umana. Come sostiene la regista «il racconto si focalizza sull’inferno del turismo sessuale e della pedofilia, affrontato con sensibilità e decisione nel testo di Montanaro, da cui si è partiti per portare alla luce un fenomeno sempre più in crescita. Sono vite vissute senza una goccia d’amore quelle di tante bambine e giovanissime donne costrette a prostituirsi per pochi spiccioli, come ad esempio le schiave del sesso di Bangkok e Pattaya».

Si proseguirà il giorno seguente, sabato 8 settembre, alle ore 21.30, presso la Tonnara di Su Pranu, con “ArRaund Casteddu”, dai racconti di Sergio Atzeni, di e con Giovanni Carroni, con le musiche originali dal vivo di Pierluigi Manca e Giampaolo Selloni. I brani di Sergio Atzeni utilizzati per lo spettacolo, una produzione Bocheteatro, sono stati scelti sulla base dei “piaceri del testo”, tenendo conto in particolare dei materiali riferiti alla sua Cagliari, colorita e dinamica, informe e magmatica. “ArRaund Casteddu” attinge inoltre da materiali magmatici, fatti di ricordi, letture, riflessioni, osservazioni della realtà cruda e poetica, che spingono dall’interno e che, attraverso il racconto cominciano a prendere il “volo”, a farsi narrazione più ampia e complessa. A tratti la narrazione è adattata al campidanese e al logudorese, varianti della lingua sarda che a lui piaceva intrecciare.

Dopo una pausa di circa un mese si riprenderà sabato 6 ottobre, alle ore 21, presso la Sala Corpus, con “La gran follia” – Rileggere il “Furioso”. Riscrivere l’Amore. Lo spettacolo, di e con Andrea Rosas e per la regia di Monica Porcedda, è una produzione “La Cernita Teatro”. La “Gran Follia” prova a ri-raccontar dell’amore di Orlando per Angelica, per arrivare a parlare di noi, uomini e donne di questo tempo, “nudi” davanti alle fragilità, oggi come ieri. Seguendo questa linea è nato un monologo, che si vuole presentare al pubblico come un’originale rilettura di un filone del “Furioso”, per provare a ri-scrivere insieme le pagine dell’Amore e per testimoniare, se mai ce ne fosse bisogno, che il poema capolavoro dell’Ariosto ha 500 anni – è vero – ma non li dimostra affatto.

In caso di maltempo tutti gli spettacoli si terranno presso la Sala Corpus.

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Dopo il successo delle due tappe di Sant’Anna Arresi, il 5 e 6 agosto 2018, Sud Ovest Teatro 2018”, prosegue il suo percorso per le città del Sulcis e si trasferisce a Portoscuso. Il cartellone della manifestazione, organizzata dalla compagnia La Cernita Teatro, con la direzione artistica di Monica Porcedda, prevede tre date: 7-8 settembre e 6 ottobre 2018. La tappa di Portoscuso di “Sud Ovest Teatro 2018” è organizzata con la partnership e la collaborazione della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport)  e dell’Amministrazione Comunale che ha apprezzato il valore culturale della proposta.

Il programma si articola in tre giornate dense di significato, sia sociale che artistico.

Venerdì 7 settembre, alle ore 19.00, presso la spiaggia La Caletta, andrà in scena “Dell’amore e di altre storie” scritto ed interpretato da Monica Porcedda ed accompagnato dai ritmi e dalle sonorità del Cilento eseguiti dal vivo dal musicista Gerardo Ferrara. Il racconto è liberamente tratto dal testo “Con il cuore coperto di neve” del giornalista Silvestro Montanaro. Nel corso dello spettacolo gli interpreti navigheranno all’interno della storia e delle mille storie del nuovo medioevo, dove l’amore muore sotto i colpi crudeli della pedofilia, del turismo sessuale e dei traffici di carne umana.

Sabato 8 settembre, alle ore 21.30, presso la Tonnara di Su Pranu, sarà la volta di “ArRaund Casteddu”, dai racconti di Sergio Atzeni, di e con Giovanni Carroni, con le musiche originali dal vivo di Pierluigi Manca e Giampaolo Selloni. I brani di Sergio Atzeni utilizzati per lo spettacolo, una produzione Bocheteatro, sono stati scelti sulla base dei “piaceri del testo”, tenendo conto in particolare dei materiali riferiti alla sua Cagliari, colorita e dinamica, informe e magmatica. A tratti la narrazione e adattata alla varietà sarda del campidanese o logudorese, come a lui piaceva intrecciare.

Il terzo appuntamento con la tappa di Portoscuso è previsto per sabato 6 ottobre, alle ore 21.00, presso la Sala Corpus, con la “La gran follia” – Rileggere il “Furioso”. Riscrivere l’Amore. Lo spettacolo, di e con Andrea Rosas e per la regia di Monica Porcedda, è una produzione La Cernita Teatro. La “Gran Follia” prova a ri-raccontar dell’amore di Orlando per Angelica, per arrivare a parlare di noi, uomini e donne di questo tempo, “nudi” davanti alle nostre certezze e fragilità, oggi come ieri. Seguendo questa linea è nato un monologo, un’originale rilettura di un filone del “Furioso”, per provare a ri-scrivere insieme le pagine dell’Amore e per testimoniare, se mai ce ne fosse bisogno, che il poema capolavoro dell’Ariosto ha 500 anni ma non li dimostra affatto.

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Venerdì 31 agosto prende avvio la VI edizione del Festival Bimbi a Bordo. Il Festival, o per meglio dire la Festa Bimbi a Bordo, è organizzata dall’Associazione Culturale Incoro, e avrà luogo per le vie del centro di Guspini, con cuore nevralgico nelle Case a Corte, fino al 2 settembre.

Questa sesta edizione si veste del titolo: Attraversare il Mondo. Sentieri e Labirinti dell’Immaginario, un tema complesso che come sfondo ha il mito, la fiaba e la leggenda. Mara Durante, Direttore Scientifico, presenta così la Festa BaB 2018: «Anche per questa sesta edizione abbiamo scelto un tema complesso, forse quello che racchiude in modo più rappresentativo il senso più profondo della letteratura, come bussola di conoscenza e di orientamento nella realtà e nelle infinite sfumature dell’umano sentire ed essere al mondo. Come sostiene Luigina Mortari, noi non veniamo al mondo con il manuale delle istruzioni per l’esistenza, per vivere, potremmo dire che siamo tutti dilettanti della vita perché ne siamo ospiti e dobbiamo situarci. In questa incertezza iniziale i libri rappresentano l’incontro con gli infiniti possibili, con il repertorio di vite immaginarie con le quali ripensare alla nostra stessa trama di vita, anche nei momenti più drammatici. Leggere ci soccorre nella necessità di dare ordine al caos dell’esistenza, di trovare il bandolo della matassa, scompaginando il noto e aprendo al possibile. Più siamo orfani di senso più cerchiamo il filo che permette di tornare a casa, come il filo di pietre di Pollicino, abbandonato di notte nel bosco, o il filo di Arianna per salvare Teseo dal labirinto. La buona letteratura, infatti, non cade mai in riduzionismi, non fa sconti, presenta l’uomo nelle sue contraddizioni, nel labirinto intricato del suo io».

Il Festival Bimbi a Bordo presenta un programma ampio e variegato e dedicato a tutte le età, e ama definirsi Festa della Letteratura in quanto è il momento conclusivo di incontri e eventi a tema letterario che hanno corso durante l’anno per tutta l’Isola, e che trova nei giorni di fine estate l’occasione per celebrare l’arte narrativa con chiunque la apprezzi.

Il labirinto del Minotauro, illustrato magistralmente nella locandina da Sonia Maria Luce Possentini, accompagnata dalla grafica di Fausta Orecchio, diventa quindi, in maniera naturale, emblema e simbolo di questa edizione del FestivalBaB, che porterà i più piccoli, ma anche i grandi, in una serie di settantuno tra eventi, incontri e laboratori divisi per fasce d’età e accoglierà più di venti tra autori, illustratori, registi e altri e altre importanti ospiti, tra cui segnaliamo Roberto Innocenti, unico italiano ad aver vinto l’Hans Christian Andersen Award per il contributo alla letteratura per ragazzi, Monica Morini, Alfredo Stoppa, Anna Cerasoli, Beniamino Sidoti, Matteo Razzini ed Alessandro Sanna tra gli altri. Tra le novità di quest’anno vi è il protocollo d’intesa con gli istituti comprensivi della zona per la formazione docenti: infatti, i quattro incontri di formazione saranno certificati da un attestato di frequenza per chi parteciperà. È invece un’importante e bellissima conferma il Raduno Nazionale degli Infioratori, il terzo, che decorerà il viale della Libertà a partire dalle 18,30 di sabato 1 settembre. Con l’apertura della manifestazione si inaugureranno anche, presso Case a Corte, la Mostra Bibliografica a cura della Biblioteca Sergio Atzeni Guspini e del Sistema Bibliotecario Monte Linas e le mostre di illustrazione:

Crescendo – ALESSANDRO SANNA

Viaggi incantati MICHELANGELO ROSSATO

L’arte di illustrare – ROBERTO INNOCENTI

Luci – GIORGIA ATZENI

In viaggio – MASSIMILIANO RIVA

Vibrazioni di Luce – SONIA MARIA LUCE POSSENTINI

Oltre il visibile. Lo sguardo sul mondo – PIA VALENTINIS

Inoltre, si conferma la collaborazione con Skepto International Film Festival “Get lost and find your way” che curerà la proiezione di Cortometraggi dal Mondo, sempre nello spazio di Case a Corte.

Il BaB terrà la sua anteprima il prossimo 30 agosto, alle ore 21,30, in piazza Sa Mitza Santa Maria, con la proiezione del film d’animazione Ernest e Celestine (2012), regia di Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner, e sarà una serata a cura del Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano.

Il Festival Bimbi a Bordo è organizzato con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e patrocinato dal comune di Guspini, grande sostenitore fin dalla prima edizione, dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna ed è in convenzione con l’Università di Cagliari.

Il BaB si avvale quest’anno, inoltre, del gemellaggio con il festival letterario Cabudanne de Sos Poetas – Settembre dei Poeti, che si svolge a Seneghe negli stessi giorni, e insieme con altri importanti festival letterari dell’Isola, quali Marina Cafè Noir, I libri aiutano a leggere il mondo e Licanias, stanno creando un’importante rete di parternariati, collaborazione e sostegno al mondo dei festival di letteratura della Sardegna.

«Entriamo dentro il libro con un mondo costruito: il nostro orizzonte esistenziale. Offriamo questo mondo al libro e cosa accade? Avviene qualcosa di vertiginoso, ovvero divento parte di quella complessità che il testo veicola e tutto il disegno del mondo che avevo e nel quale credevo, incomincia a vacillare.

Ecco la potenza del grande romanzo d’arte: smuove il mondo così come lo conoscevi e possedevi e ti fa affacciare, ti consegna un mondo che non avevi mai visto, un sentire mai udito, un vedere ulteriore. Quest’esperienza estetica ci ricorda che non esiste un’unica ragione perché le cose accadono, un’unica strada nel labirinto degli eventi» (Mara Durante). 

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Dopo la seconda giornata (sabato 21 luglio) alla Butterfly House e al sito di Monte Baranta, a Olmedo, che hanno accolto le esibizioni della Corale studentesca Città di Sassari e del Coro polifonico Turritano, si è conclusa ieri con la tappa finale a Torralba la prima edizione del Festival delle Bellezze.

A partire dalle 18.00 a fare da scenografia all’evento ieri, domenica 22 luglio, è stato il tramonto sul Nuraghe Santu Antine e in serata, alle 21.00, le sale del Cinema Caffè di Torralba.

La serata al Nuraghe Santu Antine si è aperta con l’esibizione del Coro Femminile di Padria, che ha eseguito “Deus ti salve Maria” sotto la direzione del maestro Antonella Senes, docente di canto e musica corale a Giave, a Bonorva e a Padria.

Nel corso della serata testi di Grazia Deledda, Marcello Fois e Sergio Atzeni hanno scandito diversi momenti suggestivi fra i canti del Coro sardo Città di Ozieri, Direttore Mario Coloru, e del Concordu Planu de Murtas di Pozzomaggiore del maestro Piergiorgio Masia: Procurade e moderare, S’Anzonedda, Sabore e Sardigna, Saldigna mia, Duru  Duru…

La presenza dei cori è stata possibile grazie a Antonio Deiara, musicologo e compositore di fama nazionale.

Dopo Emergency, protagonista della prima giornata al Centro Restauro di Li Punti, Ponti non muri, presente alla seconda giornata nella Butterfly House, è stata la volta ieri di Amnesty International. Da diversi anni quest’ultima associazione collabora con il direttore artistico dell’evento, il maestro del Nova Euphonia Vincenzo Cossu. In tutti i concerti, sin da aprile 2017, il Nova indossa il braccialetto giallo Verità per Giulio Regeni. Prima del passaggio dal Nuraghe Santu Antine al Cinema caffè di Torralba, dove si è svolta la seconda parte della serata, il pubblico ha partecipato al rinfresco, denominato simbolicamente dal maestro Vincenzo Cossu “Agape” in memoria dell’antico rito paleocristiano che univa convivialità e condivisione caritatevole. Il ricavato del rinfresco, infatti, sarà devoluto in parte proprio ad Amnesty.

La serata è proseguita al Cinema Caffè di Torralba, palco del Cine-concerto dei giovani del Nova Euphonia. Presenti all’evento il sindaco di Torralba, Vincenzo Dore, la segretaria generale del comune di Torralba, Tomasina Manconi, la presidentessa della FERSACO, Maria Maddalena Simile, il direttore della Scuola civica di Musica Meilogu, Bruno Camera, la referente per la Soprintendenza del Nuraghe Santu Antine, Nadia Canu, direttore del centro di Restauro di Li Punti, Alba Canu, che ha portato i saluti del sindaco di Sassari, Nicola Sanna.

Si conclude così la prima edizione del Festival delle Bellezze. La sfida organizzativa di una giovane associazione Culturale-Musicale, l’Insieme Vocale Nova Euphonia. Un’occasione per offrire alla musica di qualità contesti straordinari. Un tentativo di fare rete fra le realtà più dinamiche del panorama culturale isolano: la Soprintendenza delle province di Sassari e Nuoro; i comuni di Sassari, Olmedo e Torralba; la Scuola Civica di Musica Meilogu; la FERSACO; la cooperativa La Pintadera; il Cinema caffè di Torralba, Amnesty International; Emergency; Ponti non Muri. L’evento ha registrato la presenza di circa un migliaio di visitatori nelle tre giornate del Festival delle Bellezze.

Luciana Satta

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Prosegue l’intenso fine settimana proposto da Teatri di guerra, la stagione di Teatro d’autore de Il Crogiuolo. Dopo “Nulla succede per caso”, spettacolo, liberamente ispirato a un racconto di Sergio Atzeni, andato in scena ieri sera, spazio a una nuova produzione del Crogiuolo domani, sabato 16 dicembre, alle 21: sul palco del Fucina Teatro, alla Vetreria di Pirri, ko tecnico – Quando la vita è un teatro di guerra, con la regia di Rita Atzeri. Si tratta di un collage di pezzi originali scritti da non professionisti della scena (Emanuela Garau, Eleonora De Murtas, Nicoletta Lecca, Marco D’Amico), a cui è stato chiesto di sviluppare, in riferimento alla propria esperienza di vita e utilizzando la formula del racconto, il tema della stagione: teatri di guerra. “Ko tecnico” riprende uno dei titoli degli scritti, adattati e messi in scena dalla Atzeri, in cui gli autori hanno voluto raccontare esperienze di lavoro, salute, di condizione esistenziale. In scena Alessandra Leo, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro, Marta Gessa e Fabrizio Zucca.

Il giorno dopo, domenica 17, sarà al Fucina Teatro, alle 18.00, Levitico – Pentateuco #3, spettacolo tratto da “The Mexican” di Jack London, firmato da Chiara Boscaro, Marco Di Stefano, Marco Pezza, con la regia di Marco Di Stefano, drammaturgia di Chiara Boscaro, con Marco Pezza, voce di Francesco Boscaro e musiche di Lorenzo Brufatto (un progetto La Confraternita del Chianti, una produzione Associazione K. – Teater Albatross/Gunnarp – Svezia, in collaborazione con Teatro Verdi – Teatro del Buratto).
La terza parte del progetto Pentateuco, simbolicamente ispirato ai primi cinque libri dell’Antico Testamento, affronta il tema delle regole. Il Levitico parla delle norme sociali e religiose che Mosè diede al popolo ebraico, in cammino verso la Terra Promessa, durante il soggiorno nel deserto del Sinai. «Il nostro Levitico – scrivono gli autori dello spettacolo – parte da un racconto di Jack London, “Il Messicano”, per raccontare di un Paese in cui gli immigrati sono fuorilegge e dove il Movimento Liberazione Immigrati porta avanti una Rivoluzione contro il Governo. In questo mondo distopico si muovono diversi personaggi. Poco o niente li accomuna, se non il passaggio nelle loro vite di un misterioso ragazzo di cui ignoriamo la storia, le origini, di cui ignoriamo tutto».
Marco Pezza attraversa sei diversi personaggi, alcuni grotteschi, altri volgari o glaciali, in questo giallo fatto di rivoluzionari, sadici, allenatori, organizzatori di incontri di boxe e divinità inaspettate. In scena un ring, che è simbolo della boxe ma anche metafora della condizione del protagonista del racconto, del quale tutti parlano, ma che si vedrà solo alla fine. Il Messicano. Orfano, straniero, costretto a combattere per sopravvivere.

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Si alza il sipario sulla Stagione di Prosa e Danza 2017-18 organizzata dal CeDAC al Teatro Centrale di Carbonia, incastonata nel ricco programma delle manifestazioni in occasione degli 80 anni della fondazione della città – 1938-2018 – e realizzata con il patrocinio e il sostegno del comune di Carbonia – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. Otto spettacoli in cartellone da gennaio ad aprile – con suggestivi intrecci fra letteratura e teatro, danza e poesia: focus sulla drammaturgia contemporanea con autori come il britannico Anders Lustgarten e lo statunitense John Patrick, il cantautore Gianmaria Testa e gli scrittori Sergio Atzeni e Marcello Fois accanto all’attore e regista Andrea Tedde, oltre ad affascinanti racconti a passo di danza, tra classici balletti e inedite coreografie.
Soddisfazione è stata espressa stamane, nel corso della conferenza stampa di presentazione, dall’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu “per una nuova stagione teatrale che si annuncia di altissimo livello, con il massimo coinvolgimento delle compagnie locali e la presenza di attori di fama nazionale. Abbiamo organizzato la rassegna nei minimi dettagli, con l’obiettivo di festeggiare nel migliore dei modi la nostra città che, nel 2018, taglierà un traguardo importante: il compimento dei suoi primi 80 anni. E proprio l’ottantesimo compleanno di Carbonia ha ispirato il nome che abbiamo dato alla nuova stagione di prosa, Carbonia 80 (1938-2018), la quale ripercorre tutti i cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la nostra città in questi decenni”.
Sotto i riflettori nomi di punta della scena nazionale e non solo, da attori del calibro di Giuseppe Cederna, Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano alla scrittrice Michela Murgia – che interpreta Grazia Deledda nella pièce di Marcello Fois, accanto ad un’intensa Lia Careddu e a Valentino Mannias, Marco Brinzi e Giaime Mannias, all’étoile Emanuela Bianchini con la Mvula Sungani Physical Dance Company e ai danzatori del Balletto di Roma. Tra i protagonisti anche Marta Proietti Orzella e Andrea Tedde di Batanea Teatro, Andrea Rosas de La Cernita Teatro e la compagnia de La Clessidra Teatro per una stagione che affronta temi cruciali del presente – dalle migrazioni alle inquietudini esistenziali, agli equilibri della vita di coppia, dall’eterno conflitto tra il bene e il male al sottile confine tra ragione e follia.

L’inaugurazione sarà nel segno di Grazia Deledda – domenica 7 gennaio alle 20.45 – con “Quasi Grazia” – la pièce firmata da Marcello Fois, nella mise en scène di Sardegna Teatro con la regia di Veronica Cruciani: sul palco nel ruolo della scrittrice nuorese una convincente Michela Murgia, in un raffinato gioco di specchi tra due donne e artiste, autrici di successo note e apprezzate anche all’estero, e il loro legame con l’Isola e le proprie radici. Una straordinaria Lia Careddu interpreta la madre della futura vincitrice del Premio Nobel, accanto a Valentino Mannias, Marco Brinzi e Giaime Mannias in uno spettacolo dalla cifra contemporanea e immaginifica da cui emerge, tra segni e simboli di una cultura ancestrale, il ritratto di una figura di grande modernità.

La magia di una fiaba sulle punte – sabato 13 gennaio alle 20.45 – con “Lo Schiaccianoci” nell’originale rilettura del coreografo Massimiliano Volpini per il Balletto di Roma, che trasporta la vicenda nelle periferie metropolitane, dove il sogno di Clara e dei suoi amici riflette il desiderio di sfuggire a un destino già scritto, per trasferirsi al di là del muro che separa ricchezza e povertà. Sulle note evocative di Pëtr Il’ič Čajkovskij, l’atmosfera delle feste natalizie si diffonde anche nei quartieri più degradati, tra i senzatetto e gli “invisibili”, dove il dono di un misterioso benefattore, uno strano pupazzo, si trasforma nel simbolo del riscatto. Il finale ripropone un viaggio tra le danze del mondo, quasi una visione onirica e poetica che riaccende la speranza di un futuro migliore.

La tragedia dei migranti rivive sulla scena – martedì 23 gennaio alle 20.45 – in “Lampedusa” di Anders Lustgarten con Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano, protagonisti sotto le insegne di BAM Teatro per la regia di Gian Piero Borgia. La pièce affronta un tema drammatico e attuale attraverso il duplice sguardo di un pescatore che si guardagna il pane recuperando i corpi dei profughi annegati in mare e di una studentessa di origine marocchina, immigrata di seconda generazione, esattrice per una società di prestiti. Visioni contrastanti, per «un racconto sulla sopravvivenza della speranza. Dietro il disastro sistematico della politica e delle nazioni, ci sono ancora e fortunatamente le persone, la gentilezza individuale, la sorpresa dei singoli».

S’intitola “Quotidianamente insieme” la commedia scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde, in scena con Marta Proietti Orzella (produzione Batanea Teatro) – sabato 3 febbraio alle 20.45 – per un’indagine tra i fragili equilibri della vita di coppia. Dopo cinque anni di matrimonio, Massimo e Claudia (lui fa l’avvocato, lei è un’insegnante d’aerobica) cercano di risolvere i problemi che minano il loro rapporto rivolgendosi ad un analista, che suggerisce loro di sperimentare il cosiddetto “metodo del terzo”. I due si ritrovano così a discutere parlando di sé in terza persona, con effetti grotteschi e surreali, in un confronto nel quale mettono a nudo tutti gli aspetti critici della loro relazione, «giocandosi tutto come in una partita a tennis, a suon di battute e di risposte».

Una “storia d’amore mediterranea” – martedì 27 febbraio alle 20.45 – con “Odyssey Ballet” del coreografo italo-africano Mvula Sungani, che rilegge il poema omerico in chiave femminile, come il diario di una donna in attesa del ritorno dello sposo, quindi intenta a fantasticare su strani incontri e innumerevoli peripezie di quel lungo viaggio. Sotto i riflettori l’étoile Emanuela Bianchini e i danzatori della Mvula Sungani Physical Dance danno vita ad un intrigante e coinvolgente racconto per quadri sulla suggestiva colonna sonora ispirata alle culture e ai popoli che si affacciano sulle sponde del “mare nostrum”. Tra musiche tradizionali ed elettronica, una performance avvincente in cui si fondono danza classica e contemporanea, acrobazie circensi e arti marziali.

Viaggio tra storie e canzoni con “Da questa parte del mare” giovedì 8 marzo alle 20.45: Giuseppe Cederna (volto noto del grande e del piccolo schermo, da “Marrakech Express” a “1993”) dà voce alle parole di Gianmaria Testa, per una riflessione sulle migrazioni, ma anche sulle radici e sul senso dell’“umano” sulla falsariga del libro del cantautore piemontese e delle sue poesie in musica. Una performance emozionante, impreziosita dai testi di Marco Revelli e di Alessandra Ballerini, per la regia di Giorgio Gallione, una narrazione incentrata sulle questioni cruciali del presente, attraverso lo sguardo ironico e disincantato ma soprattutto l’estrema sensibilità e la generosità di un’artista che ha saputo interpretare le piccole e grandi tragedie dell’esistenza.

Nulla succede per caso”, ovvero “Una storia cagliaritana sul bene e sul male” nel segno di Sergio Atzeni – venerdì 23 marzo alle 20.45: La Cernita Teatro porta in scena un racconto dello scrittore cagliaritano, “Il vento soffia, dai bastioni”, con Andrea Rosas nel ruolo del protagonista, per la regia di Monica Porcedda. Una vicenda dal sapore vagamente noir, in cui la scomparsa del capopesca Antonio Melis, uomo stimato e apprezzato da tutti, e in primis dai suoi dipendenti, che lo considerano un padre più che un padrone, costringe il figlio, ancora ragazzo, a fare i conti con la realtà. Egli vede cose che altri non vedono (o non vogliono vedere), finché dopo vent’anni di assordante silenzio troverà il coraggio di “urlare” che «su questa terra… nulla succede per caso».

Suggellerà la Stagione di Prosa e Danza a Carbonia – sabato 7 aprile alle 20.45 – “La signora Savage” di John Patrick nella versione de La Clessidra Teatro, con la regia di Anna Pina Buttiglieri e un numeroso cast, formato da Valentina Aru, Omar Soddu, Davide Maringiò, Francesca Puddu, Giusy Tartaglione, Rita Garau, Simona Lisci, Stefania Altea, Marco Marras e Eleonora Aru. La divertente commedia affronta il tema delicato della follia attraverso la vicenda paradossale della protagonista, che i figliastri hanno fatto rinchiudere in una casa di cura per malati di mente per impedirle di “sperperare” il patrimonio paterno in beneficenza. La donna un po’ stravagante, ma generosa e ben decisa a farsi valere, scoprirà inaspettatamente dentro quelle mura – tra episodi esilaranti e involontarie gags – il vero senso della vita. 

La Stagione di Prosa e Danza 2017-18 a Carbonia è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Sardegna e del comune di Carbonia, con il contributo della Fondazione di Sardegna e con l’importante supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio da e per l’Isola.

Quasi Grazia – ©alecani 2017 – all rights reserved – info at alecani@gmail.com

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E’ partita la VII edizione di Spazi di Frontiera, la rassegna storica organizzata da La Cernita Teatro. Per questa nuova edizione la rassegna si ripropone in una veste nuova con differenti spazi di rappresentazione a Carbonia, Iglesias e Cagliari, con una sezione dedicata agli Istituti d’Istruzione Superiore ed una serie di eventi collaterali organizzati in cooperazione con altri enti del territorio impegnati in attività culturali e sociali.
Durante l’intero periodo autunnale, ottobre/dicembre 2017, spettacoli e incontri con gli  autori avranno luogo presso Il Teatro di Bacu Abis, La Comunità di via Marconi di Carbonia, Il Centro Culturale Casa del Cinema di Iglesias gestito dall’Arci e lo Spazio Fucina La Vetreria di Pirri del Crogiuolo di Cagliari.

La rassegna si è aperta giovedì 12 ottobre presso il teatro di Bacu Abis, in occasione della Festa del tesseramento organizzata dallo SPI-CGIL del Sulcis Iglesiente, durante la quale La Cernita è andata in scena con “Cose dell’altro mondo“, uno spettacolo incentrato sul tema delle truffe agli anziani, materia inerente agli argomenti trattati nel dibattito svolto durante la serata.

Proseguirà l’11 novembre, a Carbonia, presso il Salone della Comunità di Via Marconi con la sezione Teatro dedicata agli Istituti d’Istruzione Superiore dove Andrea Rosas, autore e attore della compagnia, presenterà “La gran follìa” Rileggere il “Furioso”. Riscrivere l’Amore.

Andrea Rosas racconta dell’amore di Orlando per Angelica e di come si può – per amore (o per qualcosa che si crede sia amore) – perdere il senno e impazzire: «Parlando di Orlando ed Angelica, alla fine mi sono ritrovato a parlar di noi, uomini e donne di questo tempo , noi nudi davanti alle nostre certezze e fragilità, oggi come ieri. Anzi, forse oggi più di ieri“. Un monologo per provare a ri-scrivere insieme le pagine di un Amore oggi sempre più malato, per aiutarlo a “guarire”».

Lo stesso spettacolo, inserito nel programma delle “Giornate del cinema del Mediterraneo”, andrà in replica sabato 18 novembre presso il Centro culturlae-Casa del Cinema di Iglesias, in collaborazione con l’ARCI di Iglesias.

Anche il mese di dicembre sarà ricco di appuntamenti.

In occasione della Festa del Minatore organizzata da “Il comitato Santa Barbara” e “Associazione pensionati di Bacu Abis“ la Cernita, venerdì 1 dicembre alle ore 21.00, presenterà  al Teatro di Bacu Abis il riallestimento di un cavallo di battaglia della Compagnia, “STORIA DI UNA PICCOLA CITTÀ” Prog. Il lavoro mobilita-abitare le storie: Carbonia, una piccola città, appena uscita dalla guerra si stringe tutta intera attorno ai minatori scioperanti per affermare il suo diritto di esistere.

Il giorno seguente, sabato 2 dicembre, alle ore 18.00, al Teatro di Bacu Abis, ancora nell’ambito dei festeggiamenti della “Festa del Mnatore”, andrà in scena la Compagnia la Maschera con “Donne al bivio di…”, performance teatrale tra commedia musicale e cabaret.

Sabato 16 dicembre ci sposteremo a Cagliari, presso lo spazio Fucina della Vetreria, per il terzo e ultimo matinee con gli Istituti Superiori in cooperazione con il Crogiuolo, storica compagnia di Cagliari fondata Mario Faticoni. Durante la mattinata l’autore ed attore Andrea Rosas andrà in scena con un suo secondo lavoro diretto da Monica Porcedda, “Nulla succede per caso“, una storia cagliaritana sul Bene e sul Male liberamente ispirata a “Il vento soffia, dai bastioni” di Sergio Atzeni.

La rassegna si chiude al Teatro di Bacu Abis, sabato 23 dicembre, alle ore 18.00, con “Chàos” ultimo lavoro nato all’interno del “laboratorio teatrale permanente di Bacu Abis” diretto da Monica Porcedda, quest’anno giunto alla sua 9ª edizione con la partecipazione di 16 allievi. La pièce, tratta dalla Teogonia di Esiodo, porterà in scena 16 allievi.

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Il 19 ottobre 2017 è l’80° Anniversario del più grave incidente minerario della Sardegna, con 14 minatori morti e 8 feriti sopravvissuti, per un totale di 22 persone coinvolte, a causa di una terribile esplosione di polvere di carbone, accaduto il 19 ottobre 1937 nel Bacino carbonifero del Sulcis, nella Miniera di lignite di Sirai, precisamente nel Pozzo Schisorgiu. In questa stessa Miniera di Sirai si sono verificati altri eventi importanti, infatti 75 anni fa, il 2 maggio 1942, vi fu forse il primo sciopero d’Italia, sicuramente uno dei primissimi, organizzato da cellule clandestine del partito comunista all’interno del sindacato corporativo durante il regime fascista, proprio quando vi fu la gestione militarizzata delle attività estrattive e minerarie, dove le sanzioni più gravi, come l’astensione dal lavoro, furono punite secondo il codice penale militare come sabotaggio! Un’idea dell’organizzazione clandestina comunista, all’interno delle gallerie minerarie, si può avere, ad esempio, visionando qualche scena e diverse inquadrature del film Il figlio di Bakunìn, del 1997, diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore Sergio Atzeni, prematuramente scomparso. Cenni su questa tragedia della Miniera di Sirai si trovano nelle pagine dell’ultimo romanzo Scarpe rosse, tacchi a spillo (Edizioni Il Maestrale 2004) di Luciano Marrocu, docente di storia contemporanea all’Università di Cagliari. Si sottolinea che in seguito a questo incidente minerario furono modificate le disposizioni tecniche e regolamentari sulla sicurezza in modo più severo, ma ciò non impedì in seguito altre sciagure come questa!

La descrizione di questa grande tragedia mineraria ci deriva dalla puntuale descrizione dell’unica fonte ufficiale: la Relazione sul Servizio Minerario dell’allora Corpo Reale delle Miniere – Roma, 1937 Anno XLVIII, 63, pp. 325 – 328; ma anche da pubblicazioni tecniche come il volume III (pp. 453 – 454) del libro dell’Ing. Luigi Gerbella, il noto manuale intitolato Arte mineraria, uscito in 3 volumi, tra il 1937-’38, e più volte ristampato. Le cause di questi incidenti furono quasi sempre imputabili ai minatori, colpevoli spesso di essere imprudenti e di non rispettare le regole o di non osservare le prescrizioni disposte dai loro superiori gerarchici nei turni di lavoro. Anzi, secondo le dichiarazioni ufficiali della Direzione Mineraria, prima dei turni di lavoro le gallerie sotterranee risultavano già ispezionate e messe in sicurezza con personale tecnico specializzato su programmi periodici predisposti dalla stessa Direzione. In verità, durante il regime fascista, si attuò nelle attività minerarie, specialmente carbonifere, un sistema di enorme sfruttamento del lavoratore, nel quale la sicurezza del lavoro era ridotta al minimo necessario, tutto ciò solo ed esclusivamente per incrementare la produzione del carbone, con la trasformazione della stessa prestazione lavorativa introducendo per certe prestazioni nelle gallerie il famigerato sistema “Bedaux”, cioè la paga ad economia: ad incentivo o a rendimento con un particolare cottimo.

Il sistema di lavoro a cottimo utilizzato da tutte le società minerarie, soprattutto metallifere e in parte le carbonifere, infatti, fu appunto quello “Bedaux”, che rappresentò un metodo di sfruttamento scientifico dei minatori. Questo sistema di lavoro si basava sulla misurazione della quantità di lavoro che un operaio compiva, con uno certo sforzo, in un minuto primo, chiamato anche “60 di passo”. Un minatore doveva raggiungere il cosiddetto “60 di passo”, cioè doveva, sotto il controllo, compiere un determinato “passo” (trasportare, per l’appunto, un determinato numero di carrelli; caricare una certa quantità di minerale; scavare un determinato numero di metri, ecc.). Se l’operaio non riusciva a raggiungere il “passo” veniva licenziato. Nel momento in cui il “passo” diventava raggiungibile da tutti i minatori, veniva sistematicamente aumentato a tutti. Il sistema di questo particolare cottimo fu approvato dalla Confederazione Nazionale Fascista dei Sindacati dell’Industria sia nei contratti sia negli accordi interconfederali. Contro questa situazione insopportabile si applicò la “direttiva entrista”, cioè organizzare l’opposizione operaia all’interno del sindacato corporativo, disposta dalla Confederazione Generale del Lavoro (comunista) guidata da Giuseppe Di Vittorio in Italia, mentre quella riformista si trovava in esilio.

Alle ore 22,50 circa del giorno 19 ottobre 1937, nel Pozzo Schisorgiu della Miniera di lignite di Sirai, gestita dalla S.M.C.S. (Società Anonima Mineraria Carbonifera Sarda), avvenne il tragico incidente minerario con gravi infortuni sul lavoro, causato da una forte esplosione per accensione di polvere di carbone durante lo sparo delle mine negli avanzamenti del cantiere del IV fascio, fornello n. 3 del livello + 40 m. s.l.m. I minatori addetti agli avanzamenti dei cantieri A ed N, dopo aver preparato ed acceso un totale di 39 mine, scesero dal fornello G nella galleria di livello +40 per mettersi al riparo. Con il potente scoppio delle mine vi furono immediate conseguenze: alla forte esplosione seguì una massa notevole di gas infiammato che si propagò a forte pressione ed a grande velocità nella galleria del livello +40 dove investì i minatori che si trovarono lungo i cunicoli di passaggio, gettandoli violentemente a terra ed ustionandoli al viso, alle mani e in varie parti del corpo. Tale incidente minerario provocò la morte immediata di 5 minatori, che si trovavano vicini al suddetto fornello, furono violentemente colpiti dall’esplosione e dai terribili effetti dell’ossido di carbonio, i loro corpi presentarono gravissime ustioni e fratture del cranio, tanto che 2 morirono sul colpo, mentre gli altri 3 decedettero poco dopo.

Furono, inoltre, ustionati e feriti in modo più o meno grave altri 17 operai, che si trovavano in galleria F, cioè avevano quasi raggiunto la stazione alla base del pozzo E, al livello +40, e sebbene al buio, per essersi spente tutte le lampade, riuscirono a raggiungere il pozzo stesso e ad uscire coi propri mezzi. Di questi minatori feriti 4 furono rilasciati dopo le prime cure; mentre 9 morirono pochi giorni più tardi, portando a 14 il numero definitivo delle vittime del grave incidente. Furono così trasportati e ricoverati agli ospedali civili di Iglesias e di Cagliari gli altri feriti più gravi a causa delle ustioni di 1°, 2° e 3° grado in molte parti del corpo e per fenomeni broncopolmonari infiammatori dovuti a probabile inspirazione di gas tossici e di aria sovra-riscaldata.

I nomi dei 14 minatori ed operai, eroi del lavoro deceduti, furono i seguenti in ordine alfabetico: 01. BALLOCCO FRANCESCO, fu Antioco, nato a Serbariu il 17.11.1891, residente a Serbariu, minatore, all’età di 45 anni morì sul colpo il 19.10.1937 – 02. BARROI MARIO, di Vittorio, nato a Mogoro il 20.02.1912, residente a Serbariu, manovale, all’età di 45 anni scomparve, all’ospedale di Cagliari, il 25.10.1937 – 03. BIAGINI o BIAGGINI PRIMO, di Eugenio, nato a Lizzano in Belvedere (BO) il 26.08.1926, residente a Serbariu, manovale, all’età di 31 anni morì il 31.10.1937 – 04. BUONAFEDE FRANCESCO, fu Giuseppe, nato a Monzuno (BO) l’8.09.1910, residente a Serbariu, minatore, all’età di 27 anni perì, all’ospedale di Iglesias, la sera del 20.10.1937 – 05. FLORIS CORONA SALVATORE, di Antioco, nato a Serbariu il 14.12.1913, residente a Serbariu, manovale, all’età di 23 anni morì il 14.11.1937 – 06. GIACOMETTI EGIDIO, di Pietro, nato a Pedavena (BL) il 31.07.1905, residente a Serbariu, manovale, all’età di 32 anni spirò, all’ospedale di Cagliari, il 24.10.1937 – 07. MELONI SCARTEDDU EMANUELE, di Antioco, nato a Palmas Suergiu l’02.07.1907, residente a Palmas Suergiu, manovale, all’età di 30 anni morì il 29.10.1937 – 08. PILIA CORONA ANTONIO, fu Giovanni, nato a Ulassai l’08.11.1889, residente a Serbariu, manovale, all’età di 47 anni, morì sul colpo il 19.10.1937 – 09. PIREDDU VENERANDO, di Giorgio, nato a Santadi il 15.07.1918, residente a Santadi, manovale, all’età di 19 anni morì sul colpo il 19.10.1937 – 10. PISTORI FRONGIA LUIGI, fu Antioco, nato a Serbariu il 27.08.1910, residente a Serbariu, manovale, all’età di 45 anni si spense, all’ospedale di Cagliari, il 26.10.1937 – 11. RODA FRANCESCO, di Riccardo, nato in America il 23.06.1904, residente a Serbariu, manovale, all’età di 33 anni, spirò all’ospedale di Iglesias, il 25.10.1937- 12. RONDELLI MARIO, di Ciro, nato a Grizzana (BO) l’8.09.1913, residente a Serbariu, manovale, all’età di 24 anni morì il 31.10.1937 – 13. SAIS GIUSEPPE, fu Agostino, nato a Villamassargia il 18.10.1890, residente a Siliqua, manovale, all’età di 47 anni cessò di vivere, all’ospedale di Iglesias, il 23.10.1937 – 14. SERVENTI PISANU SILVIO, di Celestino, nato a Santadi l’1.01.1914, residente a Santadi, manovale, all’età di 23 anni morì il 29.10.1937.

I nomi degli 8 feriti sopravvissuti furono i seguenti in ordine alfabetico: 01. CADDEO BALLOCCO LUIGI, fu Giovanni, nato a Narcao il 27.11.1902, residente a Narcao, manovale, all’età di 34 anni, ferito il 19.10.1937 – 02. CANCEDDA DESSI’ RAIMONDO, fu Giuseppe, nato ad Arbus il 11.03.1899, residente a Serbariu, sorvegliante, all’età di 38 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 03. CANE’ ANTONIO, di Giovanni,  nato a Serbariu il 16.05.1922, residente a Serbariu, manovale porta-ferri, all’età di 15 anni, ferito il 19.10.1937 – 04. COBIANCHI EUGENIO, di Gaetano, nato a Castel di Casio (BO) il 07.07.1906, residente a Serbariu, minatore, all’età di 31 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 05. DESSI’ ANTONIO, fu Antonio, nato a Serbariu il 18.04.1896, residente a Serbariu, capo sciolta, all’età di 41 anni, ferito il 19.10.1937 – 06. FARRIS SERRA GUGLIELMO, fu Emanuele, nato ad Antillo (ME) il 25.09.1908, residente a Serbariu, minatore, all’età di 29 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 07. MEDDA LITTARRU GIULIO, fu Giuseppe, nato a Tratalias il 30.04.1902, residente a Tratalias, minatore, all’età di 35 anni, ferito il 19.10.1937 – 08. TITON o TITTON GIUSEPPE, fu Giacomo, nato a Farra di Soligo (TV) il 18.04.1880, residente a Serbariu, aiuto minatore, all’età di 57 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure.

Mauro Pistis

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Le ironiche ballate di Renzo Cugis e Samuele Dessì nello spettacolo “Si stava peggio quando si stava peggio”, l’incontro tra Filippo Martinez e Gavino Murgia nel reading “Suoni dal buio”, e Alberto Capitta con il suo romanzo “L’ultima trasfigurazione di Ferdinand”. L’ultima settimana del festival Street Books di Dolianova si apre con tre appuntamenti di grande richiamo, tutti ad ingresso gratuito e in programma alla Villa De Villa, con inizio alle 21.30.

Si parte lunedì 17 luglio con “Si stava peggio quando si stava peggio”, uno spettacolo di e con Renzo Cugis e le musiche in scena di Samuele Dessì. Un attore in scena con un musicista a suo fianco a fare da colonna sonora racconta storie più o meno personali e più o meno vere. Storie per raccontare che, se non ci sono più i gusti e le stagioni di una volta, è perché non ci siamo più noi. I noi di una volta. “Si stava peggio quando si stava peggio” è un invito a riconsiderare il passato per riconsiderare il presente e, un modo per tentare di combattere la nostalgia: inutile stato psicologico che invade il prezioso posto riservato ai ricordi ed alla memoria.

Un incontro insolito con un esito originale: da una parte l’autore, scrittore e regista (e tante altre cose ancora) Filippo Martinez, dall’altra il sassofonista Gavino Murgia. Insieme martedì 18 presentano il reading “Suoni da buio”. Come nella Pompei prima dell’eruzione, anche oggi viviamo “a luce spenta in un ambiente chiuso”. Il feroce dio Denaro ha dettato le sue priorità e l’umanità si è piegata ai suoi diktat di volgarità e violenza. Gavino Murgia sarà armato del suo sassofono, Filippo Martinez della sua voce. Avvolti dalle note di Gavino Murgia ascolteremo le parole di poeti sardi del ‘900 e di questo secolo: da Emilio Lussu a Felicina Trebini, da Antonio Gramsci a Luca Foschi, da Nino Nonnis a Sergio Atzeni, da Renzo Cugis a Marco Schintu. Musica e poesia: “Suoni dal buio” è un piccolo tentativo di resistenza di un mondo alla ricerca della luce.

Mercoledì 19 si torna ai libri con “L’ultima trasfigurazione di Ferdinand” (Il Maestrale). A presentare il romanzo sarà l’autore Alberto Capitta che dialogherà con Emanuele Cioglia. Nell’occasione, sarà attivo il servizio gratuito di bibliositting: i bambini a partire dall’età di sei anni potranno appassionarsi al divertimento della letteratura grazie al laboratorio creativo curato da Eliana Aramu “Gli Sporcelli e altri personaggi ripugnanti”, ispirato a Roald Dahl.

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Giovedì scorso lo scrittore Flavio Soriga ha raccontato, tra risate e momenti toccanti, le grandi voci della letteratura sarda, a partire dal romanzo “Il quinto passo è l’addio” di Sergio Atzeni.

“Il segreto di essere sardi” raccontato da Flavio Soriga diventa un po’ l’alchimia che unisce la generazione d’oro degli scrittori sardi. Lo ha declinato in lettura, secondo gli stilemi dei romanzi di autori diversi tra loro, ma uniti dal fatto di essere nati nell’Isola, da qui raccontandola e facendone leggere la meraviglia nel mondo. E’ stata un successo la seconda tappa della rassegna “I monumenti incontrano la lettura”, organizzata dalla cooperativa Cooltour Gallura che gestisce i siti archeologici di Santa Teresa. Il terzo dei sette appuntamenti è andato in scena all’Archivio “Mario Cervo” di Olbia, in un luogo da sempre deputato alla lettura e alla musica, elementi presenti nel monologo di Soriga: il quale partendo da “Il quinto passo d’addio” del compianto Sergio Atzeni, ha percorso una narrazione fluida e contrappuntata da elementi ironici sul mestiere di scrittore in Sardegna.

«Prima di Sergio Atzeni, morto troppo presto, non esisteva una definizione di giovane scrittore sardo – ha spiegato Flavio Soriga -. Prima di lui mancava il racconto del contemporaneo. Dopo di lui sono arrivati tanti scrittori sardi di rilievo e anche fuori dalla Sardegna hanno cominciato ad accorgersi di noi». Partendo da Sergio Atzeni, Flavio Soriga ha raccontato la sua gioventù di “ragazzo sfigato” proveniente da Uta, dove essere scrittore sardo non sembrava possibile, ma da cui invece sono partiti lui e la sorella Paola, due talenti riconosciuti anche fuori dall’isola. Poi passaggi del romanzo “Mal di pietre” di Milena Agus, dove la scrittura, il racconto e la lettura diventano scansione di elementi di quella sardità che ha segnato i “figli” di Grazia Deledda, da Niffoi a Marcello Fois, poi Soriga ha citato storie dai suoi libri “Metropolis” e “Sardinia Blues”. Quasi due ore inchiodati sulla sedia, con un nutrito pubblico di appassionati lettori e semplici curiosi, in cui Soriga ha letto e raccontato, citando Fodde e Mannuzzu, Paola Soriga e Michela Murgia, ma anche Franco Madau e Benvenuto Lobina, poeta da Villanovatulo che scriveva solo in sardo.

“I monumenti incontrano la lettura” è la rassegna letteraria itinerante ideata e organizzata dalla CoolTour Gallura, una cooperativa tutta al femminile di Santa Teresa Gallura, fondata nel 2012 da Stefania Simula, Alessia Chisu e Arianna Riva e che gestisce il sito archeologico di Lu Brandali e la Torre di Longonsardo. Due dei luoghi nei quali si sono svolti e si svolgeranno i sette appuntamenti con altrettanti autori: caratteristica dell’iniziativa è quella di essere incentrata sulla presentazione di libri e saggi adatti a qualsiasi fascia di lettori. La rassegna si sposterà il prossimo 7 luglio ad Aggius, nel parco di Santa Degna, dove lo scrittore e giornalista Vindice Lecis presenterà alle 19.00 il suo ultimo romanzo storico intitolato “Hospiton”, ambientato nella Barbagia del sesto secolo dopo Cristo. Il 10 luglio tappa nella piazza davanti al museo di Aglientu: Liliana Scarparo, illustratrice di libri per bambini, presenterà dalle 19.00 la sua decennale produzione letteraria. Il 24 luglio si tornerà a Santa Teresa con un appuntamento particolarmente atteso: Giovanni Floris, giornalista e conduttore di programmi politici su La7, oltre che affermato scrittore, incontrerà il pubblico davanti alla Tomba dei Giganti di Lu Brandali, nel sito archeologico omonimo. Il 18 agosto, sempre nel sito di Lu Brandali, appuntamento con Enrica Tesio, una delle blogger più note a livello nazionale, autrice del bestseller Mondadori “La verità, vi spiego, sull’amore”, che incontrerà il pubblico dalle 19.00.