24 November, 2024
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Omissione di idonee misure di contenimento del contagio, del monitoraggio degli operatori sanitari positivi (tamponi), e insufficienza dei dispositivi di protezione. Si legge questo, in estrema sintesi, nella lettera di diffida che il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, scrive e indirizza alla Regione, alle Aziende ospedaliere, e per conoscenza anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al ministro della Salute Roberto Speranza.

«Il Coordinamento Regionale NurSind Sardegna – ha detto il rappresentante Fabrizio Anedda – tramite le singole segreterie provinciali dell’isola, ha ricevuto innumerevoli segnalazioni da parte del personale sanitario sull’omissione di idonee misure per il contenimento del contagio, presso le strutture sanitarie regionali e provinciali, e in particolare sull’omissione del monitoraggio dei sanitari positivi, oltre l’ormai accertata insufficienza o assenza di DPI. In tutta la Sardegna si registra l’assoluta insufficienza dei dispositivi di cui i professionisti devono essere assolutamente e necessariamente dotati per prevenire il contagio da Coronavirus: visiere facciali, scafandri, sovracamici impermeabili, mascherine FFP2-FFP3, occhiali a ventosa, guanti lunghi, calzari lunghi, mascherine chirurgiche e disinfettanti idonei al lavaggio e disinfezione mani.
In sintesi direi che si omette così di assicurare le tutele contemplate dal D.lgs 81/2008, riguardante la sicurezza sui luoghi di lavoro

Le mascherine, la violazione delle norme. Nella lettera un paragrafo è interamente dedicato alle (ormai famose) mascherine, simbolo della protezione di base, e si sottolinea che «le singole Aziende non possono limitarsi alla distribuzione delle “mascherine filtra batteri” il cui utilizzo non è atto a proteggere dal rischio di contagio il personale sanitario che si trova in contatto con pazienti, che potrebbero eventualmente essere affetti da Covid-19, virus almeno 100 volte più piccolo di un normale batterio. Non a caso lo stesso ministero della Salute – con circolare 5443/2020 – prescrive l’uso di mascherine del tipo FFP2 e FFP3″. Ecco perché il sindacato rileva la violazione delle norme e la rilevanza penale delle condotte omissive dei responsabili e dirigenti delle singole Aziende che potrebbero integrare gli estremi dei reati di cui all’art. 452 c.p., per colposa diffusione dell’epidemia e degli artt. 582 per tentate lesioni e 589 per omicidio colposo)».

Appello al presidente della Regione ed all’assessore della Sanità. Il sindacato chiede che la Regione intervenga senza indugio nell’organizzazione e apertura di Laboratori idonei a effettuare test diagnostici in numero sufficiente alle necessità del personale sanitario dell’intera Regione, e a controllare e vigilare che in tutte le Aziende sanitarie regionali vi sia il rispetto della normativa di emergenza. «Nella lettera che abbiamo inviato – ha proseguito Fabrizio Anedda – chiediamo il rispetto puntuale della normativa di riferimento specie in questo contesto emergenziale, ma soprattutto che vengano adottate adeguate misure di contenimento del contagio. E’ necessario che vengano richieste con urgenza e senza ulteriori ritardi i test diagnostici Covid-19 per tutto il personale che ha comunicato contatti stretti con casi confermati: questa è l’unica misura oggi efficace per il reale contenimento del contagio e a tutela della salute dei lavoratori, dei pazienti e di tutti. Banalmente stiamo chiedendo a gran voce che venga garantito il nostro diritto alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. A questo punto – ha concluso Fabrizio Anedda – siamo pronti a chiedere tutti i danni che ci saranno causati dall’essere esposti, in queste condizioni, a una epidemia così violenta e in una emergenza sanitaria che non può essere affrontata senza neppure gli strumenti di base. Si tratta infatti di danni alla persona e traumi psicologici provocati in conseguenza dell’esercizio della professione in condizioni di lavoro e ambientali non conformi alle norme vigenti.»

Nella foto un operatore in tenda pre-triage nel Pronto Soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Isili

 

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«Il confronto con le parti sociali e la ricerca dell’unità è fondamentale per attivare una risposta unitaria ed efficace all’emergenza occupazionale, economica e sanitaria. Il presidente della Regione, Christian Solinas, non taccia sulla richiesta del Sindacato e sullo stesso invito del presidente della Repubblica ad un’unità di intenti.»

Lo scrive, in una nota, Gavino Carta, segretario generale della CISL Sardegna.

«Il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla necessità inderogabile di uno sforzo comune e di unità d’intenti, per meglio rispondere ai problemi posti dall’emergenza coronavirus, e alle conseguenze nefaste sull’economia e sulla intera società del Paese – aggiunge Gavino Carta -, deve essere immediatamente accolto dalla Regione Sardegna, e in primo luogo dal suo presidente, Christian Solinas, al quale rinnoviamo, ancora una volta, l’urgenza di un immediato incontro per affrontare e decidere, ciascuno per le proprie funzioni e responsabilità, su una comune strategia, di breve e lungo periodo, sulle emergenze sanitarie, sugli atti necessari a governare l’impatto dei provvedimenti varati a livello nazionale, sui drammatici problemi del lavoro e delle crisi aziendali e produttive, sulle questione insolute dei trasporti e della insularità, dell’energia, dell’industria e dell’ambiente, della formazione e delle politiche attive del lavoro, in primo luogo.»

«Sono le stesse drammatiche condizioni del mondo del lavoro e dei problemi strutturali dell’Isola che necessitano, per essere meglio affrontate e risolte, di risposte immediate e tempestive, da inserire in una strategia che non può non partire dalla manovra economica e finanziaria per il 2020 e dai provvedimenti straordinari utili ad affrontare le conseguenze dell’emergenza sanitaria, e ormai anche economica e produttiva. Tutti aspetti che debbono vedere l’immediato coinvolgimento delle rappresentanze economiche e sociali, così come da qualche settimana sta già facendo il Governo nazionale, e che ancora aspettiamo di vedere dalla Giunta regionale – rimarca Gavino Carta -. La crisi del mercato del lavoro isolano, le vertenze aziendali che la Regione deve gestire con migliore protagonismo (Air Italy ed altre), gli effetti nefasti del lungo esercizio provvisorio, i pagamenti e la spesa della Regione in forte ritardo soprattutto sui Fondi europei, le riforme di settore da costruire e avviare, sono tutte emergenze che, sommandosi a quella sanitaria, necessitano della massima unità e del coinvolgimento di chi rappresenta i lavoratori e le imprese della Sardegna.»

«Il senso di responsabilità del sindacato ha per ora portato a evitare una forte contrapposizione con la massima istituzione di rappresentanza della Regione, proprio per la dimensione delle emergenze in atto e per la ricerca di una unità che anche in Sardegna deve essere messa in campo. Al presidente della Regione chiediamo ancora una volta di rompere subito gli indugi e di convocare con urgenza il Sindacato, che ha già formulato una precisa richiesta di incontro e che non ha avuto però risposta. Un comportamento che non ha precedenti nella storia dei rapporti tra Sindacato e Regione – conclude il segretario generale della CISL Sardegna -, neppure in momenti di aspro e duro confronto che hanno portato a scioperi e manifestazioni per il merito non condiviso dei provvedimenti, ma mai per il rifiuto di pervenire a un confronto con le rappresentanze sociali.»

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Memoria che si fa testimonianza e testimonianza che si fa memoria. Per non dimenticare. Per tenere vivido ogni attimo di quella “tempesta devastante” gli Artisti Fuori Posto saranno in scena con la nuova produzione “Voci della memoria” in scena al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari il 26 gennaio, alle ore 18.00 ed alle 21.00, in occasione della giornata della memoria.

Lo spettacolo, diretto da Anna Murgia, porta all’ascolto del pubblico le voci di quella che il presidente Sergio Mattarella ha definito «una terribile lezione che richiama oggi e sempre le nostre coscienze», un dramma umano che sottrasse alla vita milioni di anime tra ebrei e quanti, secondo l’ideale distorto nazista, «avrebbero impedito di serbare quegli elementi di razza originari che, come datori di civiltà, creano la bellezza e la nobiltà di un’umanità superiore». 

E, dunque, ecco le voci ad alimentare la memoria e memoria esse stesse, non di una storia, ma della Storia; di quel suo spaccato più illogico ed insensato che, in questo spettacolo, si rianima dalla voce che quella insensatezza l’ha generata, prosegue con quella di chi l’ha sostenuta e si tiene viva con quelle di chi l’ha subita.

Gli attori Piergiorgio Bittichesu, Stefania Chessa, Lara Farci, Angela Marotta, Cinzia Mura, Anna Murgia, Alessandro Redegoso, Paolo Salaris, Valeria Sanna, Chiara Tallarita, ci permetteranno di rivivere le tappe più significative di questa vicenda e, creando quadri scenici, grazie anche ai costumi di Alessandra Lecis ed alle scene di Marco e Barbara Murgia, ne renderanno vivo il ricordo.

In “Voci della memoria” lo spettatore non avrà modo di legarsi a una voce o a un personaggio in particolare, poiché ciascuno rappresenta tutti. Le singole voci e i singoli personaggi, infatti, sussurrando esperienze personali, in realtà urleranno di una tragica esperienza corale che non è solo un dramma del popolo ebraico ma dell’umanità intera.

Foto di Guglielmo Cherchi

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Sono vissuti in luoghi e periodi diversi, ma sono stati entrambi perseguitati con il carcere per difendere i propri ideali. Antonio Gramsci e Nelson Mandela hanno lasciato in eredità un ricco epistolario che ancora oggi presenta spunti di riflessione di fortissima attualità. Stamane, all’International Gramsci Festiva di Ghilarza, è stato tracciato un parallelismo tra le due esperienze di prigionia, nel corso di una conferenza patrocinata dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia.

A presentare una lettura comparata tra questi due giganti è stata Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, insieme a Seba Pezzani, che è il traduttore del testo in Italiano, al presidente della Fondazione Casa Museo, Giorgio Macciotta, e al direttore Paolo Piquereddu.

Come ha spiegato Sahm Venter al pubblico della Torre Aragonese, lei aveva conosciuto Nelson Mandela un paio di giorni dopo il suo rilascio dal carcere. Poi nel 2006 aveva iniziato a lavorare per la Nelson Mandela Foundation e così, fino al 2009 aveva raccolto tutte le lettere scritte in carcere: circa un migliaio. In seguito sarebbero state riassunte in un volume e così pubblicate. Il volume è stato presentato al pubblico che ha mostrato forte interesse ed attenzione.

Dal raffronto è emerso che Antonio Gramsci aveva la possibilità di scrivere un maggior numero di lettere, e con minori restrizioni. Se il pensatore sardo, per quanto profondamente colpito dalla censura, riusciva a parlare di filosofia, e principalmente di temi  politici, al contrario il futuro presidente del Sudafrica poteva scrivere solo esclusivamente di questioni familiari. Almeno all’inizio.

In entrambi emerge l’ossessione per l’istruzione. Come è ben noto nel pensiero di Gramsci, anche Mandela pensava davvero che l’unica via per la libertà fosse quella dell’istruzione.

Tuttavia, se il primo pagò con la morte la difesa delle proprie idee, Nelson Mandela ne uscì vincitore, e non solo vide cadere dell’apartheid, ma riuscì addirittura a diventare Presidente della Repubblica.

Di questo interessante parallelismo si è detto colpito il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, che in mattinata in forma riservata ha visitato i locali della struttura museale: «Porto il saluto del presidente Sergio Mattarella, che è venuto a visitare la Casa Museo ormai più di due anni fa. Siamo tutti ammirati dei progressi fatti nella realizzazione di questa istituzione, e anche delle iniziative, che sono di estremo interesse per gli argomenti trattati».

Nella serata conclusiva è in programma l’arrivo dell’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, racconterà il suo percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale, in un confronto dialettico con il sociologo Gianfranco Oppo e i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30 sempre alla Torre Aragonese, il regista e attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21.00 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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Si chiude con l’archiviazione definitiva, richiesta dal Pubblico ministero Giangiacomo Pilia, il procedimento giudiziario nei confronti del direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas, degli ex amministratori unici, Carlo Marconi ed Alessandro Ramazzotti, e dell’ex credit manager Massimo Cossu, durato sei anni.

A darne notizia è la stessa Abbanoa con un comunicato diffuso questo pomeriggio.

Il PM aveva già richiesto l’archiviazione l’anno scorso: il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto un supplemento d’indagine accogliendo la richiesta di opposizione da parte di due dipendenti che sostenevano di essere state soggetti a mobbing da parte dell’Azienda e, in particolare, dal direttore generale.

Nel provvedimento di archiviazione “Murtas”, si legge nell’atto firmato ieri dal Gip Lucia Perra, «agì spinto dall’interesse pubblico di risollevare la società Abbanoa spa dallo stato di crisi in cui si trova». Da qui la conclusione del procedimento con l’archiviazione: «Il modo di operare – prosegue il Giudice – non integra estremi di alcun reato».

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La grande festa di Piazza del Campidoglio ha salutato la partenza ufficiale della Carovana dello Spot Integrato. Questa mattina, proprio di fronte alla sede di rappresentanza del comune di Roma, i vertici Csen e le istituzioni locali hanno augurato buon viaggio alla spedizione di oltre 120 unità tra atleti, coordinatori, educatori sportivi, accompagnatori e arbitri, che si apprestano ad attraversare l’Italia da Nord a Sud in nome dell’integrazione sociale legata allo sport.

 A fare gli onori di casa è stato Andrea Bruni, responsabile Ufficio Progetti Nazionale CSEN: «Il primo saluto va agli equipaggi che comporranno la Carovana dello Sport Integrato, che per due mesi saranno ambasciatori di un nuovo modello sportivo, che vuole guardare prima di tutto al benessere delle persone. E’ importante creare le condizioni favorevoli affinché ognuno possa esprimere il meglio di sé, e siamo convinti che ciò sia possibile in ogni campo della vita umana. In molti, agli inizi, non credevano che si potesse pensare a uno sport realmente integrato. Noi abbiamo studiato a fondo la materia cercando di creare delle regole. Oggi tutto ciò è possibile, e la Carovana potrà portare con sé in giro per la Penisola anche la Carta dei Valori dello Sport Integrato, frutto del lavoro di 400 studenti di tutta Italia. Partiamo da Roma e non poteva essere diversamente: i grandi cambiamenti partono sempre dalla Capitale». Andrea Bruni ha quindi concluso citando la lettera che del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto recapitare in segno di apprezzamento per l’iniziativa promossa dal Centro Sportivo Educativo Nazionale.

Ad intervenire successivamente è stato Francesco Proietti, presidente CSEN Nazionale: “Da qui parte un messaggio per lo sport promozionale, educativo e rivolto alla disabilità. La nostra missione è essenzialmente educativa. Sono 10 anni che portiamo avanti questo lavoro. Ora anche altri iniziano finalmente a parlare di sport integrato e questo ci fa un grande piacere. Si discute spesso del mondo paralimpico, ma non bisogna scordare mai la base dello sport per chi è affetto da disabilità. CSEN vuole essere capostipite in questo”.

Al termine della presentazione è dunque intervenuto Daniele Frongia, assessore dello Sport, delle Politiche Giovanili e dei Grandi Eventi del comune di Roma, che ha portato il saluto della sindaca Virginia Raggi ed ha espresso tutto il proprio orgoglio nel poter ospitare in Piazza del Campidoglio la partenza della Carovana dello Sport Integrato: «Questa iniziativa porta avanti temi che dovrebbero essere ordinari e che, purtroppo, invece ancora non lo sono. Si tratta di un viaggio rivoluzionario. Desidero rivolgere i miei complimenti ai 72 atleti che parteciperanno, alle famiglie e alle oltre mille persone che daranno vita a quel meraviglioso progetto che si chiama Carovana dello Sport Integrato».

La presentazione è proseguita quindi nella suggestiva Sala del Carroccio, dove numerosi rappresentanti delle istituzioni politiche e del mondo CSEN hanno apposto le prime firme sulla Carta dei Valori dello Sport Integrato.  

Il grande viaggio che toccherà tutte le regioni italiane inizierà con l’ormai imminente prima tappa siciliana (Palermo, 18 e 19 marzo). Seguiranno Calabria (Reggio Calabria, 20 e 21 marzo), Basilicata (Marsicovetere, 22 e 23 marzo), Puglia (Brindisi, 24 e 25 marzo), Campania (Napoli, 26 e 27 marzo), Molise (Riccia, 28 e 29 marzo), Abruzzo (Pescara, 30 e 31 marzo), Marche (Ascoli Piceno, 1 e 2 aprile), Emilia Romagna (Vignola, 3 e 4 aprile), Veneto (Vigasio, 5 e 6 aprile), Friuli Venezia Giulia (Lignano Sabbiadoro, 7 e 8 aprile), Trentino Alto Adige (Cavalese, 9 e 10 aprile), Lombardia (Meda, 11 e 12 aprile), Piemonte (Torino, 13 e 14 aprile), Valle d’Aosta (Point-Saint-Martin, 15 e 16 aprile), Sardegna (Sennori, 3 e 4 maggio), Liguria (Quiliano, 5 e 6 maggio), Toscana (Serravalle Pistoiese, 7 e 8 maggio), Umbria (Narni, 9 e 10 maggio), Lazio (Roma, 13 e 14 maggio).

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Il conto alla rovescia è terminato. Il festante esercito di oltre 100 unità, tra atleti, accompagnatori, arbitri e staff, ha ultimato i preparativi ed è finalmente pronto a partire. La Carovana dello Sport Integrato – che nei giorni scorsi ha ricevuto la medaglia della Presidenza della Repubblica inviata dal Capo dello Stato Sergio Mattarella – scatterà venerdì 15 marzo, alle 9.30, in Piazza del Campidoglio, a Roma. Davanti alla Sala del Carroccio, il primo equipaggio sarà accolto da ben 80 elementi della Banda Musicale del Corpo dei Vigili. A seguire l’evento di inizio, intitolato “Buon viaggio Carovana”, che vedrà la presenza del presidente CSEN Nazionale Francesco Proietti e delle istituzioni sia del Comune di Roma che della Regione Lazio.

Nella serata di domenica, quindi, la Carovana muoverà le ruote per raggiungere Palermo, sede della prima tappa (18 e 19 marzo). Nel capoluogo siciliano la spedizione verrà accolta dalle istituzioni locali e disputerà una gara dimostrativa. Prima di lasciare la città, inoltre, verrà allestito un incontro formativo sull’inclusione della disabilità attraverso lo sport.

Lo Sport Integrato può e deve ancora compiere importanti passi avanti in Italia. Per questo motivo lo CSEN Nazionale ha pensato di istituire una iniziativa che potesse concretamente portare da Nord a Sud dell’Italia il “verbo” delle discipline rivolte all’integrazione tra atleti con e senza disabilità. Ed è in questo modo che è nata la Carovana dello Sport Integrato. A mettersi in marcia, dalla Sicilia fino alla Val d’Aosta, saranno 4 equipaggi così composti: 72 giovani atleti con e senza disabilità, 4 coordinatori, 8 educatori sportivi, 16 accompagnatori assistenti volontari, 4 arbitri di Football Integrato, 1 agenzia di comunicazione.

Si partirà da Roma, venerdì 15 marzo alle 9.30. In Piazza del Campidoglio i vertici CSEN presenteranno ufficialmente il progetto, mentre la Carovana riceverà il saluto delle autorità. Dopo di che scatterà il grande viaggio che toccherà tutte le regioni italiane: Sicilia (Palermo, 18 e 19 marzo), Calabria (Reggio Calabria, 20 e 21 marzo), Basilicata (Marsicovetere, 22 e 23 marzo), Puglia (Brindisi, 24 e 25 marzo), Campania (Napoli, 26 e 27 marzo), Molise (Riccia, 28 e 29 marzo), Abruzzo (Pescara, 30 e 31 marzo), Marche (Ascoli Piceno, 1 e 2 aprile), Emilia Romagna (Vignola, 3 e 4 aprile), Veneto (Vigasio, 5 e 6 aprile), Friuli Venezia Giulia (Lignano Sabbiadoro, 7 e 8 aprile), Trentino Alto Adige (Cavalese, 9 e 10 aprile), Lombardia (Meda, 11 e 12 aprile), Piemonte (Torino, 13 e 14 aprile), Valle d’Aosta (Point-Saint-Martin, 15 e 16 aprile), Sardegna (Sennori, 3 e 4 maggio), Liguria (Quiliano, 5 e 6 maggio), Toscana (Serravalle Pistoiese, 7 e 8 maggio), Umbria (Narni, 9 e 10 maggio), Lazio (Roma, 13 e 14 maggio).

A partire dall’evento di presentazione “Buon viaggio Carovana”, la Carovana dello Sport Integrato potrà godere di ampia copertura sui media grazie alla partnership siglata con Directa Sport. L’emittente, in viaggio al fianco della Carovana con il proprio camper-regia, si occuperà a 360 gradi della comunicazione legata all’evento, con le dirette streaming delle partite dimostrative di Football Integrato, le interviste ai protagonisti della Carovana, le “pillole” video da diffondere sui canali social ufficiali e la redazione dei comunicati stampa a beneficio delle testate locali e nazionali.

 

 

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L’assessore degli Affari generali con delega ai flussi migratori, Filippo Spanu, ha tenuto oggi una conferenza stampa in cui ha fatto il punto, insieme alla responsabile del Servizio Prevenzione dell’ATS ASSL di Cagliari Silvana Tilocca, su tutte le iniziative in corso nell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale.

«Siamo impegnati su più fronti per dare corso ai principi sanciti dalla nostra Costituzione e dalle norme del diritto internazionale – ha detto Filippo Spanu – per garantire accoglienza a tutti coloro che ne hanno diritto e, contemporaneamente, opportunità di crescita per le nostre comunità.»

Sulla salute dei migranti la Regione, con l’ATS, ha attuato un progetto FAMI finanziato dal ministero dell’Interno che ha coinvolto 1.262 tra richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. In particolare medici e operatori sanitari hanno seguito 155 persone in condizione di vulnerabilità post-traumatica o con grave disagio psico-sanitario. 51 minori stranieri anche non accompagnati sono stati presi in carico nell’ambito psico-socio-sanitario. Nel corso del progetto sono stati formati 84 operatori su vulnerabilità post-traumatica e grave disagio psicosanitario. Nell’ambito della salute il ministero dell’Interno ha positivamente valutato il progetto e ha per questo deciso di finanziarie ulteriori attività per il triennio 2019-2021.

«Abbiano rilevato – ha detto Silvana Tilocca – che il disagio complessivo della persona si sia tradotto in molti casi in problematiche di ordine psichiatrico e di natura fisica. Il progetto ha evidenziato l’importanza di proseguire il sostegno nei tempi successivi allo sbarco ai fini della prevenzione di patologie di natura psicologica o psichiatrica.»

«Stiamo lavorando insieme alle altre Regioni – ha chiarito Filippo Spanu – al ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Sicurezza. E’ in via di completamento la fase di acquisizione degli elementi tecnici e giuridici a sostegno delle nostre argomentazioni contro un provvedimento che riteniamo iniquo e in grado sia di disintegrare un sistema di accoglienza faticosamente costruito in questi ultimi anni insieme ai Comuni, sia di creare insicurezza ed allarme sociale nelle nostre comunità.»

L’assessore Filippo Spanu si è soffermato sul Global Compact for migration, voluto dall’ONU al fine di concordare una risposta globale e unitaria alle questioni legate al fenomeno migratorio: la Regione nei giorni scorsi ha inviato una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella a seguito dell’iniziativa della Sardegna di promuovere, con altre 6 regioni, comuni, università e associazioni, un appello rivolto a Governo e Parlamento affinché l’Italia sottoscriva il documento. «Pur nel rispetto dell’autonomia parlamentare e del suo ruolo di super partes – si legge nella lettera – chiediamo il suo autorevole sostegno perché la nostra posizione possa essere appoggiata nell’ambito del dibattito a livello nazionale affinché l’Italia possa partecipare in maniera attiva e propositiva alla discussione globale, la cui vasta complessità non può esaurirsi in meri slogan politici o nell’avallo di posizioni affatto risolutive dei problemi, se non quando addirittura contrarie a principi umanitari».

Anche alla luce dei dati drammatici forniti nei giorni scorsi dal ministro degli Interni algerino Noureddine Bedoui, la Regione continua a manifestare preoccupazione per la rotta tra Algeria e Sardegna che ha provocato nel 2018 tante vittime (circa 200 tra morti e dispersi secondo quanto dichiarato dall’esponente del governo di Algeri). «A fronte dei tanti impegni assunti dal ministero dell’Interno e delle nostre richieste di intervento il flusso resta costante. La Regione, dal canto suo, ha messo a punto un progetto – ha spiegato l’assessore – per contrastare lo sbarco nell’isola di migranti in arrivo dal paese nordafricano».

Per ricordare le vittime lungo questa rotta, il prossimo 26 gennaio è stata organizzata una commemorazione al largo di Sant’Antioco, davanti all’Isola del Toro. Saranno presenti l’assessore Filippo Spanu, il sindaco Ignazio Locci, il direttore della Caritas diocesana di Cagliari don Marco Lai, Houssa Seduci, giornalista France24 e Dzair news Don Marco Lai ed Arianna Obinu, scrittrice ed autrice del libro “Harraga. Migranti irregolari dall’Algeria. Il sogno europeo passa dalla Sardegna”, e  i rappresentanti della comunità algerina in Sardegna.

Sul Centro di Permanenza per i rimpatri (Cpr) a Macomer Filippo Spanu ha dichiarato che «è tutto fermo, non abbiamo informazioni che ci inducono a ritenere che il Cpr possa essere aperto entro l’estate perché importanti procedure amministrative non sono state ancora completate».

Attualmente sono 2.552 le persone ospiti delle strutture di accoglienza della Sardegna. Sono 2328 i rifugiati ospiti dei 97 Cas, 224 sono inseriti nei 16 Sprar. 222 i minori stranieri non accompagnati presenti nell’isola. La Regione, per favorire il processo di inclusione, con il Piano per l’accoglienza recentemente approvato dalla Giunta ha messo in campo diversi progetti: dalle attività di volontariato in ambiti di pubblica utilità alle iniziative sportive all’agricoltura sociale per valorizzare le competenze dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale nel settore agricolo e pastorale, con particolare riferimento ai Centri di accoglienza ubicati nelle aree rurali. 

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«Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella rafforzano la nostra convinzione che sia possibile costruire anche in Sardegna una società più aperta ed accogliente nei confronti di chi è portatore di culture differenti e di chi è arrivato sin qui dopo aver lasciato la sua terra devastata da guerre, povertà, devastazioni di vario genere.»

Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu commentando il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica.

«Ci riconosciamo – chiarisce Filippo Spanu – nel messaggio del presidente Mattarella perché interpreta nel migliore dei modi i valori fondanti di ogni comunità che deve essere aperta al dialogo ed al confronto con il mondo esterno perché il dialogo e il confronto sono aspetti che fanno crescere tutti, chi accoglie e chi viene accolto. Solo così, con questi valori di civiltà pienamente attuati, possiamo sconfiggere i demoni dell’intolleranza, dell’odio e del pregiudizio.»

«Di grande rilevanza – aggiunge l’assessore degli Affari generali – anche ciò che il Capo dello Stato dice a a proposito del senso di comunità che è un altro valore essenziale, che aiuta a sentirsi meno soli e ad affrontare con spirito unitario tutte le sfide che abbiamo di fronte compresa quella di creare una società più aperta e multirazziale.»

«Noi proseguiamo nella strada intrapresa con progetti finalizzati all’inclusione e all’integrazione dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale che vivono nei Cas e nell’ambito degli Sprar. Nei giorni scorsi – ricorda Filippo Spanu – il ministero dell’Interno ha approvato un nostro progetto per la formazione linguistica dei cittadini stranieri e nei prossimi giorni sarà all’attenzione della Giunta una delibera con l’aggiornamento del Piano per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati. Altre iniziative, nel solco di quelle già realizzate nel corso del 2018, caratterizzeranno l’inizio del 2018: in particolare voglio segnalare l’incontro in Sardegna con la delegazione del Governo ugandese guidata dal vice premier Moses Ali – conclude Filippo Spanu – che costituisce l’ideale prosecuzione della nostra missione nel paese subsahariano per la stipula, ad Adjumani, di un accordo di cooperazione con la sub-regione del Madi West Nile per il trasferimento di buone pratiche nel campo dell’approvvigionamento idrico e della gestione delle risorse forestali.»

 

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L’associazione “Noi Sardi” manifesterà a Roma mercoledì 7 novembre, davanti al Quirinale, per dire ancora una volta “Basta bombe sarde ad Arabia Saudita“, con richiesta di intervenire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Lo Stato Italiano è complice nel massacro del Popolo Civile Yemenita, con produzione ed esportazione all’Arabia Saudita delle Bombe Sarde RWM di Domusnovas – denuncia “Noi Sardi” -, caro presidente Mattarella, Noi Sardi, Donne e Uomini del Popolo Sardo, ci sentiamo obbligati a non stare indifferenti davanti ai crimini e massacro di gente inerme, donne e bambini yemeniti, causato anche dalla fornitura all’Arabia Saudita (Paese in guerra contro lo Yemen) delle micidiali bombe prodotte in Sardegna, a Domusnovas. Il Lavoro deve dare Vita non Morte.»