18 July, 2024
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Oggi i rappresentanti degli Ordini delle professioni infermieristiche di Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari ed Oristano, verranno ricevuti dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per presentare il progetto disabili sensoriali, che hanno appena ultimato. Doneranno al Capo dello Stato una copia esclusiva della Carta Costituzionale editata in Braille presso la stamperia dell’Unione Italiana Ciechi di Sassari.

Di seguito la presentazione del Progetto Istituzionale Infermieristico per Disabili Sensoriali

Alla Presidenza della Repubblica – Roma 14 Maggio 2018

Egregio Signor Presidente, per la prima volta in Italia è stata concepita e conclusa una iniziativa volta al recepimento della Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici».

Nei siti internet degli OPI Carbonia Iglesias, Bologna, Frosinone, Pavia, Pordenone, Pescara, Ragusa, Foggia, Ancona, Rimini, Alessandria, Napoli, Sassari e Oristano, aderenti alla FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, stiamo infatti ufficialmente e definitivamente per inserire, dedicate ai disabili sensoriali e loro care giver che avessero necessità e/o interesse di approfondire sulla professione infermieristica:

una sezione video nella LIS e contenente documenti accessibili agli ipoacusici e ai sordi

una sezione audio-video contenente documenti accessibili agli ipovedenti – non vedenti

Abbiamo inoltre già stampato un libro in Braille contenente la seguente documentazione infermieristica e sanitaria: Profilo Professionale DM 739/94, Profilo Professionale Infermiera Pediatrica DM 70/97, Codice Deontologico, Patto Cittadino Infermiere, Carta Europea dei Diritti dell’Ammalato, Codice di Comportamento dei Pubblici Dipendenti, Giuramento dell’Infermiere, Legge 42/99, Legge 24/2017, Legge 219/2017, Legge 3/2018. Altre se ne aggiungeranno nel medio termine.

Nella vita professionale e nella rappresentanza istituzionale della FNOPI e degli Opi provinciali ci sono momenti che suggellano un percorso, un impegno, un modo di vedere l’agire per nome e per conto di infermieri e assistiti.

Poter esporre al Capo dello Stato questo progetto è uno di quei momenti perché non ci stiamo accingendo a pubblicizzare un video da parte di una infermiera sorda o da un infermiere interprete o un libro in braille fine a se stesso o un audio realizzato da studenti infermieri, ma a condividere con la massima autorità istituzionale e quindi con i cittadini una lettura del mondo che circonda l’ambito nel quale gli infermieri dei nostri territori operano quotidianamente partendo dai bisogni dei più fragili, dei disabili, degli inabili, degli inascoltati, dei non percepiti.

Ci siamo impegnati e continueremo ad impegnarci per intercettare una necessità delle comunità dei ciechi e dei sordi: essere posti nelle medesime condizioni di chi vede e sente, nel nostro caso per mano degli infermieri ai quali si affidano nel contesto della responsabilità del governo dell’assistenza ospedaliera e territoriale, intimamente convinti che questo gesto di riguardo nei confronti dei nostri interlocutori abbia un valore aggiunto ed un peso specifico che l’infermieristica meritava di vedere inclusi e riconosciuti e annoverare tra le qualità che la contraddistinguono tra le professioni d’aiuto e sanitarie.

Quando si valuta una barriera da rimuovere per la fruizione di risposte assistenziali all’altezza delle aspettative e dei diritti dei cittadini, la professione infermieristica è e sarà sempre la prima a cercare soluzioni anche nelle difficoltà delle disabilità sensoriali e quindi nella sfera della comunicazione: questo era il nostro obiettivo e questo abbiamo portato a compimento testimoniando come si possano declinare a livello territoriale sollecitazioni e indicazioni da parte della nostra Federazione Nazionale a recepire leggi delle Stato, alla buona amministrazione e alla competente rappresentanza degli Ordini Professioni Infermieristiche provinciali che presiediamo unitamente ai Consigli Direttivi.

In particolare:

il testo in Braille nasce, si sviluppa, si concretizza e si stampa in Sardegna (Sassari) con particolare riguardo e attenzione alla relazione d’aiuto;

I video in LIS sono realizzati da una infermiera sorda di Pavia, Lisanna Grosso, e da un infermiere di Napoli, Zena Vanacore, nato da genitori sordi ed esperto della comunicazione in LIS;

Gli audio sono realizzati dagli studenti delle III classi del CDL Infermieristica di Frosinone e Udine e Napoli e Sassari e Cagliari e da professionisti infermieri.

Per la pregnanza del gesto di attenzione istituzionale dedicato ai disabili sensoriali, tanto abbiamo ritenuto di destare interesse alla Presidenza della Repubblica, in funzione dei diritti dei cittadini. Grazie dell’attenzione.

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Circa 2.000 persone hanno visitato, in occasione della manifestazione “Monumenti aperti”, il Palazzo del Consiglio regionale, l’area archeologica di via Cavour, il piazzale di via Roma con le statue di Costantino Nivola. I visitatori, accompagnati dai piccoli “Ciceroni” della scuola primaria di Cagliari  Sacro Cuore di via Piceno, hanno attraversato le stanze della Presidenza, la sala Capigruppo e la galleria dove sono esposti tutti i ritratti dei presidenti del Consiglio che si sono succeduti dalla prima legislatura ad oggi. Una sosta è stata fatta nel corridoio che ospita “I Portolani” le antiche carte nautiche, realizzate su pelli di pecora, risalenti ai secoli XVI e XVII. Ma gli alunni della IV e V classe hanno accompagnato il pubblico anche nell’Aula consiliare e nei corridoi che collegano i due corpi principali dell’edificio spiegando ogni particolare delle due mostre allestite nel Palazzo ed inaugurate lo scorso 26 febbraio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella “Cronache dell’Autonomia 1943-1953” e “70 anni di Autonomia – Sardegna 1948-2018”. Grande interesse hanno suscitato anche i due siti inseriti nell’itinerario “Trentapiedi dei Monumenti” proposto dagli studenti dal Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari. L’iniziativa, curata da Vestigia (Laboratorio di didattica e comunicazione dei Beni culturali), ha previsto  un percorso archeologico di tredici tappe nel quartiere Marina con due fermate in Consiglio: la prima, all’esterno del Palazzo, ha riguardato le grandi sculture realizzate negli anni ’80 da Costantino Nivola per l’Assemblea sarda; la seconda invece è stata interamente dedicata alle cisterne romane situate all’interno del parcheggio di via Cavour.

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Anche quest’anno il Consiglio regionale aderisce alla manifestazione “Monumenti Aperti”. Domani, sabato 5 maggio, e domenica 6 maggio), dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, saranno aperte al pubblico le due mostre inaugurate lo scorso 26 febbraio alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni per i 70 anni dello Statuto speciale della Sardegna.

La prima, intitolata “Cronache dell’Autonomia 1943-1953”, è una mostra storica che racconta l’Isola nei 10 anni compresi fra la fase finale della seconda guerra mondiale, l’approvazione dello Statuto e la prima legislatura del Consiglio. Oltre alle foto d’epoca, i visitatori potranno ripercorrere i fatti principali di questo periodo storico attraverso i filmati dell’Istituto Luce e della Rai e le riproduzioni dei primi grandi reportage sulla Sardegna realizzati da principali testate nazionali ed internazionali.

La seconda esposizione, articolata attorno al modulo a spirale della scala che collega i 6 piani del palazzo, ha per titolo “70 anni di Autonomia – Sardegna 1948-2018”. Suddivisa per aree tematiche riferite a diversi momenti della vita istituzionale dell’Assemblea, è costruita con fotografie provenienti dall’archivio del Consiglio regionale, riordinate e catalogate per l’occasione. Supporti multimediali affiancano le immagini fotografiche per che consentire ai visitatori di approfondire alcuni aspetti relativi alle sezioni tematiche.

Le due mostre, curate da Davide Mariani con l’allestimento firmato da Stefano Ercolani, stanno ottenendo un grande successo di pubblico: sono già centinaia i visitatori che hanno potuto apprezzare le due esposizioni, con un picco di presenze per la Festa di Sant’Efisio del 1° maggio (circa 400 ingressi).     

Il percorso di Monumenti Aperti prevede anche la visita alle stanze della Presidenza, alla sala Capigruppo e alla galleria dove sono esposti tutti i ritratti dei presidenti del Consiglio che si sono succeduti dalla prima legislatura ad oggi. Una sosta sarà fatta anche nel corridoio che ospita “I Portolani” le antiche carte nautiche, realizzate su pelli di pecora, risalenti ai secoli XVI e XVII. La visita proseguirà  con l’accesso all’Aula consiliare  e ai corridoi che collegano i due corpi principali dell’edificio.

In occasione dell’edizione di quest’anno di Monumenti Aperti saranno inoltre visitabili altri due siti inseriti nell’itinerario “Trentapiedi dei Monumenti” proposto dagli studenti dal Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari. L’iniziativa curata da Vestigia (Laboratorio di didattica e comunicazione dei Beni culturali) prevede un percorso archeologico di tredici tappe nel quartiere Marina con due fermate in Consiglio: la prima, all’esterno del Palazzo, riguarda le grandi sculture realizzate negli anni ’80 da Costantino Nivola per l’Assemblea sarda; la seconda invece sarà interamente dedicata alle cisterne romane situate all’interno del parcheggio di via Cavour.

 

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La comunicazione istituzionale, avviata il 26 febbraio, giornata in cui il Consiglio regionale ha celebrato il momento fondante della storia autonomista della Sardegna alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnerà tutti gli eventi promossi nel 2018. Le nuove azioni della campagna sono state illustrate questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau ed il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
«La conquista dell’Autonomia settant’anni fa ha cambiato il rapporto tra lo Stato e la Regione Sardegna – ha sottolineato il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – definendo un percorso diverso e dando modo ai sardi di governarsi in maniera autonoma in diversi ambiti. Settant’anni fa alla Sardegna veniva riconosciuta la dignità di Regione a statuto speciale, veniva data autonomia nel governo della propria vita comunitaria. Per decenni la Sardegna è cresciuta anche grazie a questo strumento. Abbiamo scelto la musica come strumento per coinvolgere tutti, in grado di raggiungere anche i più giovani – ha aggiunto – una canzone che è fortemente identitaria e che esprime sentimenti di appartenenza ad una terra unica e aspettative di apertura ed accoglienza per un futuro migliore. Specifico che non si tratta e non vuole essere un inno – ha chiarito – ma un dono che noi facciamo ai sardi, spero che nella seduta del 28 aprile, in occasione de Sa die de Sa Sardigna, il Consiglio regionale approvi in forma definitiva il riconoscimento di “Procurade ‘e moderare” come inno ufficiale della Sardegna, compiendo quel percorso che nella coscienza dei sardi è già in essere. L’auspicio della presidenza del Consiglio regionale è che i sardi si riconoscano con partecipazione e slancio ideale, fondamentali per le nuove sfide che spettano ancora alla Sardegna». 
«Di fronte ai millenni della nostra storia, l’autonomia sarda è appena nata», recita lo slogan della campagna istituzionale, realizzata dall’agenzia Quom3 che ha curato la strategia, l’ideazione e la direzione creativa e strategica delle attività di comunicazione dedicate al settantesimo anniversario dell’autonomia sarda.
«La nostra autonomia è stata ed è uno strumento essenziale, lo spazio concreto in cui possiamo dimostrare, come sardi, la nostra capacità di disegnare politiche per migliorare la vita dei cittadini, per dare le risposte che non possono arrivare da uno Stato centralista – ha sottolineato il presidente Pigliaru -. E queste celebrazioni ci offrono un’opportunità preziosa per valutare quanto, in questi 70 anni, siamo stati in grado di usarla bene e come possiamo migliorare la nostra capacità di attuazione per ottenere gli spazi più ampi di sovranità di cui abbiamo bisogno. Spesso pur ottenendo le risorse – ha aggiunto – facciamo fatica ad utilizzarle nel modo in cui noi riteniamo giusto, perché le regole dentro le quali dobbiamo muoverci non ci danno sufficiente potere nella risoluzione di problemi come, per fare un solo esempio, il nostro diritto alla mobilità. Questo deve cambiare: l’autonomia è il mezzo più importante che possediamo e rafforzarla significa rafforzare la Sardegna e le nostre richieste a Roma e a Bruxelles, a partire dall’insularità.»
C’è un legame speciale tra il popolo sardo e la musica. Umpare è la canzone che celebra i 70 anni dell’autonomia sarda. È una canzone popolare che racchiude dentro più linguaggi, esprime sentimenti di appartenenza a una terra unica, di apertura e accoglienza verso il mondo e il futuro.
È composta da diversi stili musicali interpretati in lingua sarda, italiano e inglese. I testi e la musica sono di Luigi Marielli, l’arrangiamento di Gabriele Oggiano.
«È una pop song che ho scritto di getto – ha sottolineato Marielli – che è cresciuta grazie all’intervento di tutti gli artisti che hanno collaborato gratuitamente perché convinti del progetto. È una canzone viva e scalciante – ha aggiunto – e Umpare va contro quello che ci dicono da sempre che siamo pochi e disuniti, è un suggerimento, una presa di coscienza». 
I Tazenda, Claudia Crabuzza, Maria Giovanna Cherchi e Aurora Lecis sono gli artisti che l’hanno interpretata. Nella canzone è presente la voce inconfondibile di Andrea Parodi che canta una breve strofa di Procurade ‘e moderare, reinterpretata per l’album “Fortza paris” del 1995.
Umpare è un pensiero rivolto ai sardi e sarà scaricabile gratuitamente dalla pagina dedicata www.sardegna70.it e dai siti del Consiglio regionale e della Regione Sardegna dal 28 aprile, Sa die de sa Sardigna, giornata simbolica dell’orgoglio sardo.
La canzone è sostenuta da un videoclip che racconta la presa di coscienza, da parte dei sardi, della loro identità. Il video, realizzato da tre giovani registi sardi, Michele Gagliani, Chiara Mela e Giovanni Saturno, ospiti in conferenza stampa racconta metaforicamente una presa di coscienza: la Sardegna è oggi una terra libera e accogliente, il suo popolo è speciale, vivo e ha voglia di gridarlo al mondo con una unica voce, quella dei sardi. L’immagine che costruisce il racconto è quella di una giovane donna che si risveglia dalle ceneri e danzando prende vita e rinasce. Il videoclip “Umpare” ha coinvolto una serie di professionalità e giovani talenti che lavorano attivamente nella produzione cinematografica sarda. Nel video, oltre ai cantanti, musicisti, coreografi e il coro di voci bianche della corale Luigi Canepa. La produzione del video ha coinvolto più di cento persone tra professionisti, tecnici e protagonisti.
«A giugno partirà la campagna multisoggetto – ha sottolineato Alberto Deiana dell’agenzia Quom3 – una comunicazione corale resa attraverso una serie di ritratti fotografici in bianco e nero di giovani, bambini e adulti per sottolineare che l’autonomia appartiene a ognuno di noi. Un concetto ribadito anche nel titolo dove, graficamente, è stata evidenziata la parola “Mia”.»
La campagna sarà pianificata in tutta la Sardegna attraverso medie e grandi affissioni e cartelli autobus. Gli scatti sono stati realizzati da Michele Secchi, giovane talento sardo della fotografia che da alcuni anni vive e lavora ad Amsterdam.
Il logo riprende in sintesi e in chiave moderna i due elementi che compongono lo stemma della Regione Sardegna: una parte della croce forma il numero sette, mentre il profilo del moro è il numero zero per comporre insieme il numero degli anni. Il testo che completa il logo è in lingua sarda per comunicare e affermare l’identità unica dell’isola.
L’immagine della comunicazione, un neonato avvolto dalla bandiera sarda, vuole far riflettere su un aspetto ben preciso: la giovane età del governo sardo rispetto alla lunga storia della Sardegna. Settant’anni sono solo l’inizio del cammino dell’autonomia, gli stessi principi che hanno ispirato la sua nascita sono ancora attuali e importanti. Ci permettono di migliorare, crescere e scegliere insieme. Perché l’autonomia è una conquista, è una ricchezza, è nostra.
«La campagna istituzionale del bambino, lanciata sui principali quotidiani il 26 febbraio – ha aggiunto Paola Governatori dell’agenzia Quom3 – verrà veicolata attraverso la distribuzione presso tutti i comuni della Sardegna e i dipartimenti delle due università sarde di poster 100×70 e di cartoline.»

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«Siamo orgogliosi di aver intitolato la Sala Giunta di Villa Devoto a Emilio Lussu, uomo di pensiero e azione che vedeva lontanissimo. Nei suoi scritti ci sono i problemi che oggi stiamo affrontando. In lui c’è una evidente, chiara avversione al centralismo accompagnata dalla consapevolezza della necessità di un reale decentramento delle funzioni e delle competenze. Uno Stato che voglia restare unito deve decentrare molto e dare responsabilità ai territori che conoscono i problemi e le soluzioni per affrontarli e risolverli.» 

Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla cerimonia di intitolazione della Sala Giunta di Villa Devoto allo scrittore, intellettuale e leader politico.

Francesco Pigliaru, dopo aver scoperto davanti al presidente Sergio Mattarella la targa che intitola la Sala a Emilio Lussu, ha richiamato le idee e i valori del “Cavaliere dei Rossomori”: «Lo Stato, ci dice Emilio Lussu, non deve dominare ma governare e coordinare. È una lezione di straordinaria modernità. Occorre necessariamente fare riferimento al suo pensiero e ai suoi scritti, per capire quale strada seguire per rinnovare e dare nuovo vigore alla nostra autonomia». 

Alla cerimonia hanno preso parte gli assessori della Giunta, la sindaca di Armungia Donatella Dessì, l’assessore alla Cultura Antonio Quartu, ed il nipote di Lussu, Tommaso, nato a Roma, che ha deciso di vivere, insieme alla compagna Barbara e alla figlia Eva, presenti alla cerimonia, proprio ad Armungia, nella casa del nonno.

La cerimonia a Villa Devoto è avvenuta dopo la seduta del Consiglio regionale per la celebrazione dei 70 anni dello Statuto sardo.

Nel corso del breve incontro che ha anticipato la seduta solenne in Consiglio, Francesco Pigliaru ha donato al presidente della Repubblica Mattarella un’antica Carta della Sardegna, pubblicata a Venezia nel 1762, e i dolci gioiello “Amores” di Anna Gardu di Oliena, raffiguranti teste femminili con il copricapo tradizionale di Desulo, realizzati secondo una ricetta che si tramanda da 4 generazioni.

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Si è svolta stamane la seduta solenne del Consiglio regionale per celebrare il 70esimo anniversario dello Statuto sardo, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La seduta solenne è stata aperta dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau che, dopo aver salutato il Capo dello Stato, ha ricordato fra l’altro nel suo intervento che lo Statuto Sardo, terza legge costituzionale approvata dalla Repubblica, «ha affermato l’autonomia della Sardegna per una pluralità di condizioni, a cominciare dal suo grave isolamento, anche per farla valere nei confronti dello Stato».

«Autonomia è anche responsabilità – ha aggiunto Gianfranco Ganau – ed ecco perché lo Statuto seppe suscitare accese aspettative e grandi speranze, dopo lunghe dominazioni che trasformarono in un certo senso la storia dei sardi in una storia degli altri.»

«Specialità ed autonomia – ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale – contribuirono alla costruzione di una nuova piccola patria per i sardi, con passaggi fondamentali come il rilancio economico del primo dopoguerra ed il piano di rinascita, con i loro problemi ed errori, consentendo alla Sardegna (quasi d’improvviso) di affacciarsi alla modernità ed iniziare un lungo periodo di pace, progresso, avanzamento economico, superamento della povertà, lotta all’analfabetismo ed alle malattie.»

Il presidente del Consiglio ha concluso sottolineando che «l’art. 13 del nostro Statuto parla delle responsabilità dello Stato e della Regione e consideriamo questa norma una declinazione al futuro del significato più alto della nostra specialità, una specialità della quale siamo orgogliosi e che ci richiama al grande impegno di affrancare la Sardegna da ogni povertà, ed alla responsabilità (comune a tutte le istituzioni) nei confronti della comunità sarda di dimostrarci in grado di essere artefici del nostro destino».

Successivamente ha preso la parola il presidente della Regione Francesco Pigliaru che ha iniziato il suo discorso sottolineando la coincidenza fra i 70 anni dello Statuto speciale della Sardegna ed i 70 anni della Costituzione repubblicana.

«Dalla Costituzione in particolare – ha messo in evidenza il presidente – emerge quel principio di uguaglianza che, per essere applicato pienamente alla Sardegna, richiede ordinamenti speciali e differenziati.»

«Lo stesso riferimento costituzionale all’autonomia – ad avviso di Francesco Pigliaru – dimostra non solo che l’autonomia ben governata è un potente collante dell’unità nazionale ma soprattutto che è un errore credere che esistano politiche centraliste universalmente efficaci.»

«Con il Patto per la Sardegna – ha detto nella seconda parte del suo intervento il presidente Pigliaru . si sono fatti passi avanti importanti che però non incidono positivamente sia sulla normativa europea che sulla sua interpretazione ed è questa la ragione per cui chiediamo al Governo centrale di affiancare presso le istituzioni europee la nostra richiesta di riconoscere la condizione insulare quale requisito per aiuti specifici sul modello di quanto avviene per le Regioni ultraperiferiche. Se si considerano correttamente gli svantaggi associati all’insularità – ha detto ancora Pigliaru – è importante che siano rese chiare le regole in base alla quali ci viene imposto un livello così alto di accantonamenti che ci pare ingiustificato, ingiusto, indifferente alle tante tipologie di costi aggiuntivi che dobbiamo sopportare.»

Il presidente della Regione ha messo l’accento sulle tante riforme strutturali varate dal governo regionale, precisando che si è trattato «di scelte difficili in un periodo caratterizzato dalla peggior crisi dal dopoguerra; ma non ci sono alternative per chi persegue l’interesse generale e vuole riavvicinare i cittadini alle istituzioni. In definitiva – ha detto infine il presidente rivolgendosi al Capo dello Stato – la Sardegna, per superare il divario economico col resto della Penisola, chiede pari opportunità e maggiori spazi di autonomia, oltre ad un dialogo con lo Stato che è parte integrante della autonomie regionali come è previsto dalla Costituzione».

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Seduta solenne, domani lunedì 26 febbraio, alle 11.00, in Consiglio regionale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 70esimo anniversario dello Statuto sardo.

Il corteo presidenziale arriverà in Consiglio regionale in via Roma alle 10 e 40. Sarà accolto dal Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru e dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Dopo una breve visita alla mostra “Cronache dell’Autonomia”, al piano terra del Palazzo, il Capo dello Stato incontrerà, in presidenza, gli ex Presidenti del Consiglio regionale e gli ex presidenti della Regione. Saranno presenti gli ex presidenti: Felice Contu, Salvatorangelo Mereu, Giacomo Spissu, Francesco Rais, Angelo Rojch, Mario Floris, Antonello Cabras, Federico Palomba, Renato Soru, Ugo Cappellacci. Il Presidente Mattarella poi si trasferirà nell’aula consiliare. Il coro degli alunni della scuola primaria e secondaria dell’istituto comprensivo “E. Puxeddu” di Villasor eseguirà l’Inno di Italia.

La seduta solenne si aprirà con l’intervento del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. Seguirà l’intervento del presidente della Regione Francesco Pigliaru. Chiusa la seduta, sarà eseguito il brano “Su patriotu sardu a sos feudatarios (Procurade ‘e moderare)” da parte del Coro Nugoro Amada di Nuoro.

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«E’un progetto particolarmente significativo che ha l’obiettivo di diffondere fra i giovani, attraverso un originale percorso didattico e di conoscenza, la consapevolezza di una memoria storica che rischia di estinguersi con le testimonianze dei protagonisti». Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau presentando l’edizione 2018 del progetto “Viaggi della Memoria”, organizzato dall’Arci Sardegna, con il patrocinio ed il sostegno dello stesso Consiglio regionale e dell’assessorato della Pubblica istruzione.

La memoria dell’immane tragedia dei campi di concentramento nazisti, ha proseguito il presidente del Consiglio, «è invece viva ed attuale e lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne è stato recentemente autorevole interprete, nominando senatrice a vita la signora Liliana Segre, esponente della comunità ebraica ed ex deportata nel campo di Auscwitz-Birkenau».

Il segretario regionale dell’Arci Sardegna Franco Uda, dopo aver ricordato che dal 2012 il progetto “Viaggi della Memoria” ha consentito a 500 studenti sardi provenienti da 40 Comuni di conoscere la realtà concentrazionaria nazista, ha sottolineato che la principale finalità dell’iniziativa è quella di «aiutare i giovani ad essere attivi nelle loro comunità, conoscendo la storia e trasmettendo la memoria senza rinunciare a sperimentare nuovi mezzi e linguaggi». Perché, ha aggiunto citando Gramsci, bisogna insegnare ai ragazzi “ad essere partigiani”, nel senso che devono “prendere parte” alla vicende della società in cui vivono senza ripiegare nell’individualismo.

All’incontro sono intervenuti fra gli altri, il presidente regionale dell’Arci Marino Canzoneri, il Capo di Gabinetto dell’assessorato della Pubblica istruzione Enrico Murgia, il Sindaco di Gonnesa Hansel Christian Cabiddu, l’assessore alla Cultura del comune di Sennori Elena Cornalis, ed i giovani Claudio Lissona di Capoterra, uno dei tutor del progetto, e la studentessa Daniela Grosso di Carloforte.

Questi i Comuni sardi che hanno aderito all’iniziativa: Banari, Capoterra, Carloforte, Gavoi, Gonnesa, Guspini, Iglesias, Lodine, Masainas, Pabillonis, Portoscuso, San Teodoro, Sant’Antioco, Sarule, Sassari, Sennori, Villacidro e Villamassargia.

 

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Il Consiglio regionale celebrerà il prossimo 26 febbraio a Cagliari, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i 70 anni dello Statuto speciale della Sardegna.

Lo ha annunciato il presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau, nel suo intervento di saluto ai lavori della tavola rotonda che conclude il ciclo di incontri “70 anni di Autonomia speciale della Sardegna”, ospitata oggi nell’Aula consiliare e coordinata dalla docente di storia delle istituzioni politiche dell’Università di Cagliari, Mariarosa Cardia.

Tra gli interventi programmati anche quello di Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome.

Il presidente Gianfranco Ganau ha inoltre spiegato che le celebrazioni per i 70 dello Statuto saranno l’occasione per promuovere “una serie di iniziative utili a favorire una profonda riflessione sull’autonomia sarda con il coinvolgimento, soprattutto, delle nuove generazioni”.

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215180013241602/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215180094323629/

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, continua a sottolineare i dati positivi sull’occupazione, in crescita, oggi persino il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha affermato che l’Italia ha rispettato le regole e la crisi è ormai alle spalle. Se queste affermazioni si fondano su dati reali, non resta che concludere che la Sardegna e, soprattutto, il Sulcis Iglesiente, non fanno parte dell’Italia, in particolare dopo aver partecipato, questa sera, al convegno-dibattito “Negoziare e riprenderci lo sviluppo  del territorio”, svoltosi al Centro culturale di via Cattaneo, a Iglesias, con la partecipazione di oltre 200 persone, tra le quali esperti, imprenditori e rappresentanti della cosiddetta “società civile”, organizzato dalla Cisl del Sulcis Iglesiente…per ripartire con una reale economia territoriale.

Dopo l’introduzione del segretario generale della Cisl Fabio Enne, che ha svolto una breve analisi sulla condizione in cui versa il Sulcis Iglesiente ed ha spiegato lo spirito dell’iniziativa, finalizzato alla creazione di un gruppo di lavoro cui affidare l’elaborazione di una proposta nuova, alternativa, per il futuro sviluppo del territorio, la relazione introduttiva è stata fatta da Franco Manca, esperto in tematiche del lavoro, già assessore tecnico del Lavoro nella Giunta regionale guidata da Ugo Cappellacci.

I numeri snocciolati da Franco Manca hanno proposto una fotografia drammatica della situazione socio-economica del Sulcis Iglesiente.

«Nonostante le attenzioni indirizzate verso il Sulcis Iglesiente, dobbiamo registrare fino ad ora – ha sottolineato Franco Manca – un fallimento del tentativo di innescare un meccanismo di crescita e di sviluppo in quest’area. Pochi dati forniscono l’evidenza di questo fallimento. Particolarmente allarmante è la situazione del mercato del lavoro:

• le persone in cerca di lavoro erano 5.000 nel 2008, sono raddoppiate nel 2016: 10.000;

• il tasso di disoccupazione è passato dal 10% del 2008 al 20,6% del 2016, particolarmente pesante risulta il tasso di disoccupazione maschile, cresciuto di oltre tre volte, dal 6% del 2008 al 20,8% del 2016;

• il tasso di disoccupazione giovanile passa dal 42,9% del 2008 al 59,8% del 2016;

• il tasso di occupazione scende dal 50,4% del 2008, al 43,8% del 2016;

• gli occupati erano 46.000 nel 2008, sono diventati 37.000 nel 2016 (9.000 in meno!);

• il fenomeno dell’emigrazione ha ripreso vigore, secondo l’ultimo rapporto di Migrantes gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) della provincia di Carbonia Iglesias sono 10.785, di questi il 37,1% sono giovani sotto i 34 anni. A questi bisogna sommare coloro che sono emigrati versi altre regioni italiane;

• i redditi da lavoro dipendente dei Comuni della Provincia sono quasi tutti più bassi della media regionale che ha, a sua volta, una vistosa differenza con la media nazionale. Fanno eccezione i comuni di Carbonia, Iglesias, Carloforte e Portoscuso.

«E, naturalmente, questi dati spiegano il perché la Provincia è tra le più povere d’Italia – ha aggiunto Franco Manca – ma piuttosto che deprimerci analizzando la situazione, credo sia utile cercare di costruire facendo proposte che possano essere condivise e capaci di aggregare i soggetti sociali e non solo di lamentarsi.»

Franco Manca ha aggiunto che «insieme al fallimento deve essere chiaramente esplicitato anche il tradimento delle popolazioni del Sulcis Iglesiente, sono state dilapidate ingenti risorse disponibili, lasciando spesso neanche le briciole e relegando l’imprenditoria locale a ruoli più che marginali, per questo possiamo parlare di speranze tradite, di promesse non mantenute e ora sarebbe importante acquisire queste esperienze per non ripeterle più. L’attenzione deve essere orientata sulle modalità operative e sui contenuti che il Sulcis Iglesiente deve mettere in campo per inaugurare una nuova stagione di proposta e di lotta ma anche di individuare una nuova classe dirigente che sia capace di ottenere risultati. Bisogna ripartire dalla coesione e dalla condivisione che allo stato attuale manca, per elaborare un’idea di sviluppo comune e condivisa».

Franco Manca ha poi elencato alcune nuove parole chiave:

• valorizzare prioritariamente le competenze imprenditoriali locali;

. supportare le indicazioni del mercato e le vocazioni territoriali;

• agevolare le interdipendenze, anche attraverso il marketing territoriale;

• aiutare le imprese ad essere più efficienti e ad aprirsi ai mercati internazionali e alla tecnologia;

• aiutare particolarmente lo sviluppo e la crescita delle piccole e medie imprese e quelle nella fase di start-up;

• favorire i processi di cooperazione e cioè la creazione di reti.

Considerato che tutto ciò ha necessità di tempo, Franco Manca ha indicato alcuni settori sui quali puntare nella fase transitoria:

• ristrutturazione del patrimonio edilizio e rigenerazione urbana;

• sostegno al settore agro-alimentare;

• investimenti nel turismo, necessità che emerge dai dati del 2016 che vedevano presenti nel Sulcis Iglesiente 55 esercizi alberghieri, il 6% rispetto alla Sardegna, mentre gli esercizi extra alberghieri erano 236, sempre il 6% dell’intera dotazione regionale. I posti letto negli alberghi erano 2.674, appena il 2,4% del dato regionale, quelli negli esercizi extra alberghieri 3.194, il 3,2% rispetto al dato regionale. Gli arrivi sono stati 84.791, il 3% del totale regionale, le presenze 274,092, appena il 2%.

Franco Manca ha concluso sottolineando che «la classe dirigente della Sardegna e, soprattutto, quella del Sulcis Iglesiente, ha un duro lavoro da compiere e, per poter ottenere risultati, è necessaria una nuova classe dirigente, capace di creare consenso, di sviluppare la partecipazione e la condivisione, di saper allocare in maniera ottimale le risorse disponibili che sono comunque scarse. Solo fra qualche tempo saremmo in grado di misurare i risultati ottenuti».

Dopo la relazione di Franco Manca si è sviluppato il dibattito, con numerosi interventi, nel corso dei quali sono state sviscerate gran parte delle problematiche nel territorio, nei settori produttivi, e diverse proposte che ora verranno riportate nel costituendo gruppo di lavoro.