24 November, 2024
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Quindici giorni di appuntamenti in quattro diverse località del nord Sardegna, centoventi proiezioni in lingua originale e sottotitolate, ben diciotto prime europee e tante altre nazionali, oltre duemila opere totali pervenute al concorso. E ancora ospiti d’eccezione, concerti, incontri e masterclass.

Sono i numeri della XIV edizione del Sardinia Film Festival, il premio internazionale organizzato dal Cineclub Sassari dedicato al cortometraggio, divenuto uno degli appuntamenti più attesi nell’isola per il cinema indipendente. Sono coinvolti i comuni di Sassari, Villanova Monteleone, Bosa e Alghero, per un circuito che comprende fiction, documentari, animazioni, sperimentali e videoart.

«Quest’anno si registra un forte incremento di opere dall’ampia tematica sociale che arrivano soprattutto da paesi in via di sviluppo – ha affermato il direttore artistico Carlo Dessì -. Provengono dalle zone del nord-Africa, dal Medi Oriente, dal Sudamerica e dall’Asia, e non a caso presentano spesso una particolare attenzione alla condizione della donna, ai diritti umani e al lavoro. Questa è la prima edizione senza Nando Scanu, decano e socio fondatore del Cineclub – ha proseguito Dessì – e cercheremo di rendere onore alla grande eredità che ci ha lasciato».

«Ci siamo organizzati per offrire al nostro pubblico una visione privilegiata di punti di vista diversi e restare collegati alla cose del mondo», è il commento del presidente Angelo Tantaro.

Il programma è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa all’Aeroporto Sogeaal di Alghero, alla presenza del direttore artistico Dessì, della project manager Marta Manconi, della direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission Nevina Satta, del regista Antonello Grimaldi, dei sindaci e degli amministratori dei comuni coinvolti, del garante per i diritti dei detenuti Mario Dossoni, del capo area trattamentale Ilenia Troffa e dell’attivista per le politiche di genere Maria Francesca Fantato.

Il festival sarà anticipato da un’anteprima di due giorni il 14 e 15 giugno all’Accademia Mario Sironi di Sassari, dove saranno proiettati i corti della sezione Experimental e Videoart. Si riparte con una seconda anteprima il 24, 25 e 26 giugno a Palazzo di Città, che accoglie i segmenti Vetrina Italia e Vetrina Sardegna e numerosi eventi collaterali. Tra questi i più attesi sono la tavola rotonda “Focus Donna”, che si terrà il 24 in collaborazione con l’associazione  noi “Donne 2005”, e la masterclass di sceneggiatura che si svolgerà il 25 a cura di Filippo Kalomenidis.

Per i lungometraggi sono in calendario diverse prime assolute da non perdere. Il 25 la proiezione del film “Restiamo Amici” di Antonello Grimaldi, tratto dal romanzo di Bruno Burbi “Si può essere amici per sempre”, e interpretato da Michele Riondino, Alessandro Roja e Violante Placido.

Sempre il 25 da segnalare la presentazione de “L’ultimo pizzaiolo” del giornalista Sergio Naitza, un lavoro che focalizza l’attenzione sulla chiusura delle sale cinematografiche in Sardegna.

Poi il 26, arriva perfettamente restaurata dopo un impegnativo lavoro di recupero la pellicola “Altura” di Mario Sequi, il primo film sardo girato nel dopoguerra (1949). L’opera, che ha avuto come protagonisti Massimo Girotti, Eleonora Rossi Drago e Roldano Lupi con le musiche di Ennio Porrino, è stata recuperata dal circolo Gremio dei Sardi a Roma, grazie a una ricerca di Franca Farina del Centro sperimentale di cinematografica Cineteca Nazionale, che lo ha scovato nella collezione di un privato.

La partenza ufficiale del festival sarà invece il 28 giugno a Villanova Monteleone con tre giornate di appuntamenti nella suggestiva località turistica, per il Premio al Miglior documentario italiano.

A dare il via alle manifestazioni, in qualità di special guest sarà il coro di Neoneli, attraverso una performance a tenore accompagnata dalle launeddas di Orlando ed Eliseo Mascia, che lasceranno spazio a una prima assoluta, quella del documentario “Radici” di Luigi Monardo Faccini, nato da un’idea di Marina Piperno.

Sarà appositamente allestito il palco per le proiezioni in Piazza Piero Arru, mentre gli altri eventi troveranno spazio nelle accoglienti sale di Su Palatu, dove il 29 e il 30 maggio Gennaro Aquino terrà uno workshop sulla figura del location manager nel cinema. L’assegnazione del VII Premio Villanova Monteleone avverrà il 30 giugno.

Dal 1 luglio a fare da cornice del festival per due giornate sarà la meravigliosa cittadina sul Temo, con il V “Bosa Animation Award” dedicato ai corti d’animazione provenienti da tutto il mondo. A fungere da sala di proiezione sarà in questo caso il chiostro dell’ex convento del Carmine.

Già nella serata d’avvio la Sala convegni ospiterà la prima parte del “Laboratorio di lettura e scrittura del fumetto – per bambini e ragazzi” a cura del Centro Internazionale del Fumetto diretto da Bepi Vigna, che proseguirà il giorno seguente. Tra i protagonisti del 2 luglio ci sarà anche Luca Raffaelli, che presenterà al pubblico il suo libro “Le anime disegnate”. In serata saranno proclamati i vincitori della sezione Animazione.

La tappa finale della manifestazione, dal 3 al 7 luglio si terrà nell’incantevole centro storico di Alghero, precisamente a Lo Quarter.  Le proiezioni delle fiction e dei documentari avranno come sede il piazzale del complesso architettonico, mentre gli eventi collaterali si svolgeranno nella Sala convegni Mosaico.

Attesissimo è il focus “Sardinia Animation Net”, uno spazio dedicato alla formazione e all’approfondimento sul cinema d’animazione, che favorirà l’incontro tra filmaker, animatori e produttori. Sarà ancora un appuntamento imperdibile per gli appassionati, l’unico nell’isola a dedicare al tema ben due giornate di proiezioni più due di formazione con protagonisti di fama internazionale.

Il primo momento sarà la masterclass “Breve storia del cinema d’animazione” del giornalista e scrittore Luca Raffaelli (3 luglio). Quindi spazio ai professionisti con il panel “Il cinema d’animazione dall’idea alla distribuzione” (4 luglio) tenuto da Cristian Jezdic, vicepresidente di Cartoon Italia, Pedro Citaristi, sales manager della Superights e Lucia Geraldine Scott di Red Monk Studio, che affronteranno il tema dell’industry.

Una seconda masterclass sul “Mondo della produzione in Italia” sarà (il 5 luglio) a cura di Giannandrea Pecorelli, dirigente televisivo e produttore cinematografico, già responsabile delle produzioni e coproduzioni per RCS FILM & TV, capostruttura di RAI Fiction, dirigente di Sony International, dirigente di Endemol di cui è stato anche produttore esecutivo. “Don Matteo”, “Un Medico in famiglia” e “Notte prima degli esami” sono alcun dei suoi lavori più noti.

Sia Raffaelli che Pecorellli fanno parte delle giurie d’animazione, fiction e documentari composte da esperti del settore, critici e registi. Alla cerimonia di premiazione, prevista per la serata del 7 luglio, sarà possibile accedere previa prenotazione e fino ad esaurimento posti.

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Che sia stata una grande XII edizione non ci sono dubbi. Ma il “terre di confine”, oltre a essere un intrigante festival cinematografico, è stato anche un’importante occasione di confronto e riflessione sul cinema e la società, uno spunto di riflessione collettiva nella quale sono entrati in contatto il pubblico e gli autori.

Al di là delle visioni di opere difficilmente reperibili altrove, e degli incontri con registi come Orlando Lübbert, José Maria Gonzales, Pancho Hervé e tanti altri, la manifestazione è stata capace di creare emozioni e di traghettare il pubblico all’interno di una vicenda politica e storica tanto drammatica, quella della dittatura in Cile. Tracciando al contempo un ponte immateriale verso questo Paese sudamericano, incuriosendo ed aprendo alla voglia di conoscerne il territorio e i suoi abitanti, e visitare le sterminate lande che vanno dalla Patagonia alla città di Santiago.

Ed è proprio questo l’intento della manifestazione organizzata dall’associazione Su Disterru: incontrarsi, dialogare e discutere attraverso il cinema, ma soprattutto, abbattere i confini e avvicinare le culture. Culture che spesso si rivelano di una insospettabile ricchezza.

In questa seconda volta di Marco Antonio Pani alla direzione artistica, affiancato nella conduzione da Enrico Pitzianti, molto apprezzati sono stati anche i corti e i lungometraggi degli autori sardi, tra i quali quelli di Francesca Lixi, Bonifacio Angius, Paolo Carboni e Sergio Naitza. Una carta vincente è stata senz’altro l’apertura alla declinazione del tema di quest’anno, La libertà, nelle sue infinite sfaccettature tra poesia, pittura, videoart, musica e incontri con gli studenti.

Di forte impatto è stata la performance di Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia dedicata a Violetta Parra, il concerto di musica andina del “Grupo Nazca”, la presenza del poeta Antonio Arévalo con il suo libro “Le terre di nessuno” ed Aldo Brigaglia in “Intillimanìa”. Quindi le installazioni artistiche a cura di Bianca Laura Petretto e le esposizioni di Alejandro Robles e Lea Gramsdorff e le letture di Isabella Orchis.

Significativo è stato inoltre il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, suggellato dalla presenza del direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo.

Altro importante tassello è stato l’incontro e la collaborazione con l’associazione Cilenos de Sardigna, che ha permesso di conoscere un’importante pagina poco conosciuta della nostra storia, quella di ben cinquecento sardi che, cileni di nascita, furono adottati da famiglie sarde in tenera età, soprattutto durante i vent’anni della dittatura di Pinochet, e oggi fanno parte integrante del tessuto sociale dell’isola.

Notevole supporto è stato dato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Cineteca Sarda, dalla Filmcommission, dalle diverse amministrazioni comunali e dal consorzio “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia delle Belle arti Mario Sironi, il Cityplex Moderno di Sassari e il MEA di Asuni. E un’altra carta vincente forse è stata proprio la scelta itinerante della manifestazione, in un tour che ha abbracciato le comunità di Cagliari, Alghero, Sassari, Solarussa ed Asuni.

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Due film sardi concluderanno in bellezza, ad Asuni, la XII edizione del “terre di confine” filmfestival dedicata alla Libertà. Il primo è “Dalla quercia alla Palma”, il documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di “Padre padrone”, film dei Fratelli Taviani vincitore della Palma d’oro dal Festival di Cannes, e tratto dall’omonimo libro di Gavino Ledda. Sarà presentato al MEA, alle 16.30, dallo stesso Sergio Naitza con Luca Melis (produttore e direttore della fotografia).

Il secondo è “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda, costruito a partire da immagini inedite degli anni ’40 e ’50 di Fiorenzo Serra, con le musiche originali di Paolo Fresu, la cui proiezione, alle 20.30, che concluderà il ricco programma della kermesse.

E proprio la Cineteca Sarda dedica un interessante convegno, alle 19.30, al mondo del cinema ed in particolare al tema della conservazione, agli archivi, al cinema di famiglia, al riutilizzo ed alla divulgazione. All’incontro prenderanno parte i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento ed Antonello Zanda.

La mattinata sarà invece dedicata all’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, un incontro molto atteso con i registi cileni José María González e Francisco Hervé che si svolgerà al Central Bar, alle 12.45. Mentre alle 11.00, al MEA, si terrà Omaggio a Ermanno Olmi, con la proiezione del film “Il villaggio di cartone”.

Tra gli altri appuntamenti della serata, alle 15.00, un segmento del festival dedicato al Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth. Il film racconta le avventure di Roberto, un giovane timido e appassionato di avventure e di Lalo, suo fratello, amante delle forti emozioni. Entrambi i fratelli vanno a visitare il nonno malato terminale, il quale darà loro una missione molto speciale: quando morirà i due fratelli dovranno liberare il suo amato cavallo prima che sia venduto. Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.

 

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Domani ad Asuni per il “terre di confine filmfestival” arriva lo scrittore cileno Antonio Arèvalo, uno dei più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa, uno dei protagonisti del docu-film “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, che sarà proiettato al MEA alle 18.50. Un film che racconta il golpe in Cile del ‘73 ma è rivolto all’Italia di oggi.

Antonio Arèvalo è un poeta, critico e curatore d’arte contemporanea nato a Santiago del Cile nel 1958. In tanti anni si è fatto anticipatore di istanze espressive molto vitali e identitarie, fin dalla grande mostra dedicata all’Arte Latinoamericana in Italia, per la I edizione del FotoGrafia Festival di Roma. Dal 2003 al 2009 ha collaborato con l’Istituto Italo-Latinoamericano di Roma, organizzando allo stesso tempo esposizioni, festival e eventi culturali internazionali per importanti istituzioni, fondazioni, musei e gallerie d’arte.

Fautore e creatore del primo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia, è stato curatore e commissario della 49ª edizione della Biennale  nel 2001, presentando l’artista Juan Downey, premiato con la Menzione d’Onore dalla Giuria Internazionale. Curatore della III edizione della Biennale Adriatica Arti Nuove, è tornato al ruolo di curatore del padiglione del Cile alla 53ª Biennale di Venezia, con l’artista Iván Navarro.

Al Museo dell’Emigrazione di Asuni, alle 20.30 presenterà, assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu, il suo libro “Le terre di nessuno”, una raccolta poetica di versi scritti tra il 1980 e il 2016.

Ad inaugurare la giornata del “terre di confine”, sabato al MEA alle 11.30, sarà però “No – I giorni dell’arcobaleno”, un film di Pablo Larraín. Tra gli altri appuntamenti, alle 16 si terrà l’incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”. Alle 16.30 nuovo incontro con Nicola Contini e il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica” e, alle 17 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Quindi, alle 18.50, la proiezione di “Santiago, Italia” con la presenza di Antonio Arévalo e, alle 20.30 la presentazione del suo libro “Le terre di nessuno”. Gran finale di serata alle 21.30 al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Il programma di domenica 17 marzo. Alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00, il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30, altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30, nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento ed Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20.30, con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni ’40 e ’50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

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Dopo aver toccato i centri di Cagliari, Solarussa, Alghero e Sassari, la XII edizione del “terre di confine filmfestival” si prepara per la sua tappa conclusiva ad Asuni, dove dal 15 al 17 marzo amplierà lo sguardo sulla cinematografia latina e in particolare sul documentario cileno. Sarà una vera festa del cinema che coinvolgerà, oltre agli spazi del MEA-Museo dell’Emigrazione e del Centro di documentazione (Casa Porcu Cau), anche diverse attività del paese per accogliere mostre, spettacoli e concerti.

Arriveranno personalità del mondo del cinema come i registi Francisco Hervé e José María González, quindi Alejandro Alzate Giraldo, direttore artistico del “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia” per un vero gemellaggio tra il “terre di confine” e la rassegna colombiana.

Tra le opere cilene da non perdere saranno proposte quelle di Sebastian Lelio, Pablo Larraín e Maite Alverdi. Protagonisti della finestra sul cinema Sardo saranno invece Paolo Carboni, Carmina Conte, Mario Piredda, Nicola Contini, Luca Melis e Sergio Naitza. Per il cinema italiano, un omaggio al compianto maestro Ermanno Olmi con la proiezione di “Il villaggio di cartone” e poi “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, che presenta il suo libro “Terre di nessuno”.

Venerdì saranno inaugurate ben due mostre d’arte dell’architetto cileno Alejandro Robles e dell’artista italo-tedesca Lea Gramsdorff con la collaborazione di Simone Dulcis, mentre la cantante Claudia Crabuzza con Francesca Ventriglia proporrà un recital-concerto su Violeta Parra. Importantissimo il coinvolgimento dell’associazione “Chilenos de Sardigna”, per una festa-concerto che sabato accoglierà il complesso di musica andina “Grupo Nazka” con buffet degustazione.

Il programma dettagliato.

Venerdì 15 marzo si parte alle 10.00, all’Istituto comprensivo con il Laboratorio “Liberi tutti!” a cura di OSVIC. Alle 11.30 alla Casa Porcu Cau sarà inaugurata la mostra dell’artista cileno Alejandro Robles dal titolo “Sentieri da Minotauri”, a cura di Bianca Petretto, per concludere la mattinata con la presentazione della rivista internazionale di arte e cultura “Aínas”.

Alle 16.00, al MEA, la serata prende il via con il cortometraggio “La Libertà”, spot del tdcf, per proseguire con la presentazione del programma da parte del direttore artistico Marco Antonio Pani, affiancato da Enrico Pitzianti e dai collaboratori del festival e degli ospiti José María González e Francisco Hervé.

Alle 16.20 si terrà la cerimonia di gemellaggio con il “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia”, alla presenza di Alejandro Alzate Giraldo.

Alle 16.40 per gli “Incontri col cinema sardo” Paolo Carboni e Carmina Conte presentano il loro documentario “Le spose del Grand Hornu”, mentre alle 17.40 sarà proposto Los Niños di Maite Alverdi.

Alle 19.10 lo spettacolo-concerto “Difesa di Violeta Parra” vedrà protagoniste Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia, mentre alle 20.30, sarà inaugurata la mostra di pittura “EXODUS.4” dell’attrice e pittrice Lea Gramsdorff, per proseguire con degustazione di prodotti locali. La serata si conclude alle 21.30 con la proiezione del film premio oscar “Una mujer fantàstica” di Sebastian Lelio.

Sabato 16 marzo, appuntamento alle 11.30 per la proiezione di “No – I giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larraín al MEA dove alle 16 si terrà l’incontro incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”.

Alle 16.30 l’incontro sarà con Nicola Contini ed il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica”, e alle 17.00 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Alle 18.50 la presentazione e proiezione del film documentario “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, curatore d’arte contemporanea, poeta, già addetto culturale del Cile in Italia. Alle 20.30 Antonio Arévalo presenta il suo libro “Terre di nessuno” assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu. Alle 21.30 gran finale al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Domenica 17 marzo, alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00 il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30 altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30 nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento e Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20 con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni 40 e 50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.

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Il “terre di confine filmfestival” spalanca le porte al Cile per un incontro cinematografico con la Sardegna che abbraccerà una XII edizione consacrata alla “Libertà” in tutte le sue forme. Sono cinque le località coinvolte, trentacinque i film in programma tra corti e lungometraggi, oltre trenta gli ospiti nazionali e internazionali e, per gli eventi collaterali, si terranno mostre, dibattiti, laboratori e concerti. Anche quest’anno è ricchissimo il calendario messo in campo dagli organizzatori della manifestazione, che gode per la seconda volta consecutiva della direzione artistica di Marco Antonio Pani, forte del successo della scorsa edizione che aveva accolto la Colombia.

Dopo l’Anteprima del 2 marzo alla Cineteca sarda di Cagliari, a partire dall’8 marzo la kermesse farà tappa per tutto il weekend a Solarussa (Casa Sanna), per poi proseguire l’11 marzo ad Alghero (Lo Teatrì) e Sassari (Accademia Belle Arti e Cinema Cityplex Moderno) e quindi concludersi nel fine settimana dal 15 al 17 marzo ad Asuni (Museo dell’emigrazione e Casa Porcu Cau), dove tutto è iniziato nel 2007. A dare man forte a Pani nella conduzione del festival ci sarà Enrico Pitzianti, che ne è stato anche il primo direttore artistico.

Sono attesi appuntamenti a tu per tu con gli autori cileni José María González, Francisco Hervé e Orlando Lübbert, e focus dedicati ad altri artisti emergenti o affermati. «Dall’incontro tra cinematografie nasce l’incontro tra persone e idee – ha spiegato Marco Antonio Pani – maturano confronto e discussione, e si rendono disponibili capolavori difficilmente reperibili nei consueti canali di diffusione. La cultura cilena nello specifico è stata segnata da un solco indelebile e doloroso tracciato dalla dittatura di Pinochet – ha aggiunto il regista – un segno che si è concretizzato nell’inclinazione verso un cinema di denuncia e di analisi, sociale e politica. Per questo il tema della Libertà appare più che mai opportuno».

E “La Libertà” è anche il titolo dello spot del tdcf 2019 girato con il coinvolgimento degli allievi del laboratorio di cinematografia del festival. Uno spot che quest’anno ha l’aspetto di un cortometraggio di oltre cinque minuti, ideato e realizzato da Marco Antonio Pani con Paolo Carboni alle riprese, rendendo protagonisti gli stessi abitanti di Asuni e Solarussa.

Il coinvolgimento della popolazione è favorito dal format conviviale, nella convinzione che il cinema sia uno strumento prezioso per creare occasioni di crescita e di confronto sociale. A fare da corollario all’iniziativa sarà un particolare omaggio a Ermanno Olmi, straordinario personaggio scomparso lo scorso anno, e una proiezione speciale del film di Nanni Moretti “Santiago-Italia”. Senza trascurare una selezione di alcuni dei più validi e recenti film d’autore sardo, tra i quali “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, “L’uomo con a lanterna” di Francesca Lixi, e “Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone” di Sergio Naitza.

In collaborazione con OSVIC, oltre ai consueti laboratori per i bambini delle scuole del territorio è prevista una sezione domenicale dedicata specificamente ai più giovani.

Non mancheranno eventi letterari, quali la presentazione di “Aìnas”,  rivista internazionale d’arte e cultura diretta da Roberto Cossu, e del libro “Terre di nessuno” di Antonio Arévalo.

Di forte interesse sarà l’incontro con l’associazione “Chilenos de Sardigna” per una festa-concerto con la partecipazione del complesso di musica andina “Grupo Nazka”. Non tutti sanno che nell’isola vivono circa cinquecento sardi di origine cilena arrivati in tenera età e ormai integrati a tutti gli effetti. Altri ospiti musicali saranno la cantante Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia. Un secondo incontro di rilievo è quello sui “Percorsi formativi col cinema nelle scuole dell’obbligo”, che coinvolgerà numerosi addetti ai lavori.

Ulteriore momento focale sarà il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, e l’incontro ad Asuni con il suo direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo. Sono previste inoltre mostre e installazioni artistiche, come Exodus.4 di Lea Gramsdorff.

Il calendario della manifestazione è stato presentato stamani alla Cineteca sarda da Marco Antonio Pani, affiancato da Antonello Zanda in rappresentanza della Società umanitaria, partner dell’iniziativa assieme alla Sardegna Film Commission. Durante l’incontro sono intervenuti i sindaci di Solarussa ed Asuni, Mario Tendas e Gionata Petza, e quindi Sandro Sarai, presidente dell’associazione Su Disterru, organizzatrice dell’evento assieme alla RAS, alle diverse amministrazioni comunali e al consorzio di “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia Belle arti ed il Cinema Cityplex Moderno di Sassari ed il MEA di Asuni.

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Il film “Il nostro concerto” di Francesco Piras ha vinto il primo premio FASI del concorso “Visioni Sarde” edizione 2019. La giuria Giovani ha premiato “La notte di Cesare” di Sergio Scavio.

Ecco le motivazioni dei primi premi e degli altri riconoscimenti assegnati dalle due giurie (riunite separatamente nei locali della Cineteca di Bologna, in data 25 febbraio 2019) tra i dieci film finalisti selezionati dalla Cineteca di Bologna.

Primo Premio FASI (assegno di mille euro e targa FASI; pergamena della Cineteca di Bologna): “Il nostro concerto” di Francesco  Piras.                                              

“Il nostro concerto” di Francesco Piras si segnala per la capacità di raccontare, con maturità stilistica e buona tecnica, il delicato rapporto fra due solitudini unite dal web, lasciando trasparire, in una messinscena visivamente efficace, un gioco di raffinate psicologie che arriva – complice la musica, che è un protagonista sotterraneo – al cuore dello spettatore.                                                   

Menzione Speciale (targa FASI e pergamena della Cineteca): “The wash – La lavatrice” di Tomaso Mannoni.

“The wash – La lavatrice” di Tomaso Mannoni trova un equilibrio tra fiction e documentario nell’affrontare il tema delle servitù militari e delle conseguenze mortali delle guerre simulate sulla popolazione sarda; un j’accuse che sceglie l’impatto sonoro come traccia narrativa ed emotiva, eludendo la più scontata via stilistica del cinema verità per cercare nella sperimentazione un modo per chiamare chi guarda alla riflessione di impegno civile.

Menzione Speciale (targa FASI e pergamena della Cineteca): “Dans l’attente” di Chiara Porcheddu.                 

“Dans l’attente” è in grado in tre minuti, senza dialoghi e con immagini non banali, di restituire il tempo dilatato dell’attesa in un centro di accoglienza.

Premio speciale della giuria Giovani (500 euro del Circolo “Sardegna” di Bologna e pergamena della Cineteca) a “La notte di Cesare” di Sergio Scavio.     

Motiviamo il premio Giovani al film “La notte di Cesare” di Sergio Scavio – per la narrazione di un tessuto sociale poliedrico; – per la resa scenografica accurata;              

– per la capacità di raccontare la complessità culturale verso cui viaggia la Sardegna; – per aver reso con delicatezza un originale scorcio del nuovo paesaggio urbano dell’isola.

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La 25esima edizione dello storico festival “Visioni Italiane” (concorso nazionale per corto, mediometraggi e documentari) ha dedicato la giornata inaugurale a “Visioni Sarde”, sezione riservata alle migliori e più recenti produzioni cinematografiche isolane.

Nata nel 2014, la rassegna è diventata sempre più grande mantenendo la sua vocazione di luogo di vetrina per cinema di qualità prodotto in Sardegna e di scoperta e di valorizzazione dei giovani talenti sardi a cui offre l’occasione di raggiungere il più vasto pubblico nazionale e anche internazionale. Il progetto “Visioni Sarde nel Mondo” si propone infatti di diffonderne le opere in più continenti attraverso la rete dei circoli sardi, grazie ai contribuiti della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro (ai sensi della L.R. n. 7/1991 art. 19, nell’ambito del programma per l’emigrazione 2019). Quest’anno i compiti organizzativi sono stati affidati al Circolo “Su Nuraghe” di Alessandria.

I film partecipanti alla finale sono stati raccolti e preselezionati nei mesi passati dagli esperti della Cineteca di Bologna. Questi i titoli rimasti in gara: “Dans l’attente” di Chiara Porcheddu, “Eccomi (Flamingos)” di Sergio Falchi, “Gli anni” di Sara Fgaier, “Il nostro concerto” di Francesco Piras, “L’unica lezione” di Peter Marcias, “La notte di Cesare” di Sergio Scavio, “Sonus” di Andrea Mura, “Spiritosanto – Holy spirit” di Michele Marchi, “The wash – La lavatrice” di Tomaso Mannoni, “Warlords” di Francesco Pirisi.

A giudicarli è stata la giuria costituita da: Paolo Pulina, presidente (vicepresidente della FASI, scrittore e giornalista); Franca Farina (funzionaria del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale); Alberto Masala (poeta e scrittore); Bruno Mossa (cinefilo, manager, imprenditore); Sergio Naitza (critico cinematografico, giornalista professionista, regista); Antonio G. Pirisi (neuropsichiatra infantile); Alberto Venturi (giornalista pubblicista, esperto in comunicazione pubblica); Antonello Zanda (scrittore e critico, giornalista pubblicista); Davide Zanza (critico cinematografico).

È stato assegnato anche l’importante premio “Giovani”, messo a disposizione dal Circolo “Sardegna” di Bologna. La giuria Giovani era composta da: Elisa Carrus (presidente), Lorenzo Busia, Efisia Curreli, Chelu Deiana, Salvatore Pireddu, Alessandra Pirisi, Francesco Rubattu.

Ha coordinato Bruno Culeddu.

Il “best of” del più recente Cinema made in Sardegna si è concluso con un rinfresco a base di prodotti enogastronomici sardi (a cura del Circolo “Nuraghe” di Fiorano Modenese) e con la proiezione, come evento speciale, dell’ultimo lungometraggio di Paolo Zucca “L’uomo che comprò la Luna”. Erano presenti: Paolo Zucca, Benito Urgu e Jacopo Cullin. Presente Nevina Satta, Direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission.

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Il film “Disco volante” di Matteo Incollu ha vinto il primo premio FASI del concorso “Visioni Sarde – I corti in circolo nei circoli” edizione 2018.

Ecco le motivazioni del  primo premio e degli altri riconoscimenti   dalla giuria, riunita nei locali della Cineteca di Bologna, in data 27 febbraio 2018, tra gli otto film finalisti selezionati dalla Cineteca di Bologna.

Primo Premio FASI (assegno di mille euro  e targa FASI; pergamena della Cineteca di Bologna): a “Disco Volante” di Matteo Incollu

Il film presenta uno spaccato sociologico di una realtà speciale che il regista ha conosciuto per caso: uno dei tanti “caddozzoni” (chioschi per panini, con servizio di karaoke) aperti lungo il Poetto di Cagliari di giorno ma anche di notte. I nottambuli che occupano la scena sono una specie di “alieni” (“disco volante” non solo per il karaoke ma anche per gli “alieni”).

La rappresentazione realistica si abbina a una dimensione surreale. Il chiosco che il proprietario vuole chiudere, grazie alla nascita di un bambino, proprio nello spazio davanti, diventa simbolo di vita e di “rinascita” per tutti i presenti.

Menzione Speciale (targa FASI e pergamena della Cineteca): “Deu ti amu” di Jacopo Cullin.

Si  tratta di un film “fresco” che si segnala per la interpretazione di cui danno prova i bambini.  Questa  piccola favola, che si configura delicata e gentile come un fiore, propone un gradevole confronto tra le generazioni sulla vicenda eterna dell’amore.

Menzione Speciale (targa FASI e pergamena della Cineteca): a “Je ne veux pas mourir” di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi.  

Un lungo piano sequenza lega, su un barcone di profughi, il dramma di una madre con una figlia che non respira  più a delle spettatrici bendate che assistono alla scena. Una bella idea che fonde due mondi che hanno solo bisogno di guardarsi negli occhi.

Premio speciale della giuria (targa FASI e pergamena della Cineteca): a “Futuro prossimo” di Salvatore Mereu.

La giuria ha deciso di assegnare un riconoscimento speciale al film “Futuro prossimo” di Salvatore Mereu, legato al progetto di formazione dell’ Università di Cagliari per la grande qualità cinematografica che racconta, con pedinamento zavattiniano, il dramma dei migranti.

“Visioni Sarde” è una rassegna e concorso della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), sezione di “Visioni Italiane”, “Festival degli esordi”, concorso nazionale per corto e medio metraggi e documentari,  promosso e organizzato dalla Cineteca di Bologna.

Il concorso “Visioni Sarde” è nato nel 2013 con l’obbiettivo di mettere a disposizione dei migliori registi sardi indipendenti una importante vetrina “continentale”. Esso fruisce – come progetto regionale del programma per l’emigrazione 2018 ai sensi della L.R. n.7/1991, art. 19 – dei contributi  della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro.

La  giuria di “Visioni Sarde”, quest’anno, era composta da: Paolo Pulina (presidente, vice presidente della FASI, giornalista pubblicista);

Franca Farina (funzionaria del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale);

Bruno Mossa (cinefilo, manager, imprenditore);

Sergio Naitza (critico cinematografico, giornalista professionista, regista);

Alessandra Pirisi (critica cinematografica, capo redattrice di “Cinemagazzino”);

Alberto Venturi (giornalista pubblicista, esperto in comunicazione pubblica);

Antonello Zanda (scrittore e critico, giornalista pubblicista);

Davide Zanza (critico cinematografico).

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Procede a ritmo serrato la circuitazione, presso le associazioni dei sardi emigrati,  del documentario di Sergio Naitza, affidata al Circolo “Nuraghe” di Fiorano Modenese, secondo un progetto regionale approvato dal Servizio Coesione Sociale – Settore Emigrazione dell’assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, che lo ha incluso tra i progetti regionali da finanziare nel quadro del programma 2016 a favore dell’emigrazione sarda, con iniziative da sviluppare nel corso del 2017.

Nel pomeriggio di domenica 15 ottobre la proiezione è stata  organizzata, presso Casa Giacobbe, dal Circolo culturale sardo “Grazia Deledda” di Magenta alla presenza del regista, del sindaco – Chiara Calati – e dell’assessore allo Sport e alle Politiche giovanili – Luca Alberto Aloi – del comune di Magenta. A far gli onori di casa hanno provveduto Valter Argiolas, presidente del Circolo, e Antonello Argiolas, presidente onorario del Circolo e membro del Comitato Esecutivo della F.A.S.I.

Dopo la proiezione, Sergio Naitza ha sintetizzato le origini di questo suo lavoro, frutto di una laboriosa selezione – per un film della durata di 90 minuti – dell’immenso patrimonio di  immagini (per una durata di 120 ore di proiezione) custodite nell’archivio della RAI – sede regionale per la Sardegna. Tutte le immagini selezionate (sequenze da inchieste, documentari, servizi giornalistici, molte da celebri programmi come TV7 e AZ) sono state rimontate, sono stati conservati nell’originale solo alcuni spezzoni di interviste.

Il racconto di quindici anni di storia sociale della Sardegna – dalla fine degli anni Cinquanta al 1970 (anno fatidico in cui la squadra del Cagliari conquista lo scudetto), cioè il periodo cruciale in cui la Sardegna esce da una economia agropastorale per entrare, a seguito dell’approvazione del primo Piano di Rinascita (legge n. 588 dell’11 giugno 1962 con  fondi di spesa di circa 400 miliardi di lire diluiti a scaglioni per un decennio), nell’epoca della trasformazione industriale – si “sgomitola” attraverso l’invenzione di uno scambio di comunicazioni  epistolari tra un fratello, costretto a trasferirsi a Cagliari per cercare lavoro, e una sorella, rimasta invece nel piccolo paese dell’interno.

Attraverso il “filo rosso” costituito da questa corrispondenza “ci guardano” dallo schermo “le nostre storie”, le vicende di quel quindicennio di storia della Sardegna che ha visto: la crisi delle miniere di carbone del Sulcis e la perdita di migliaia di posti di lavoro per i minatori; il progressivo aumento del flusso migratorio verso le città del triangolo industriale (Torino, Genova, Milano); l’inizio delle servitù militari in Sardegna a seguito del “Bilateral Infrastructure Agreement” (B.I.A.) dell’ottobre 1954, con la creazione di installazioni nell’isola nei territori di La Maddalena e di Cagliari; la costruzione della diga del Flumendosa per combattere la cronica siccità; la lotta dei pescatori “poveri” di Cabras contro i “Baroni in laguna”, titolo di un famoso libro di Giuseppe Fiori (la cui inconfondibile voce risuona negli spezzoni di alcune  interviste, in particolare al giovane bandito “Grazianeddu” Mesina catturato dalle forze dell’ordine); il banditismo (“L’Anonima sequestri”) che sceglie la strada più atroce ma più economicamente “produttiva” (quella, appunto, dei sequestri di persona) convincendo il Parlamento a istituire una Commissione d’inchiesta sul banditismo in Sardegna; i primi  passi dell’industrializzazione con la nascita dei due poli petrolchimici di Porto Torres e di Sarroch; il sorgere degli insediamenti turistici nella zona destinata a diventare universalmente nota come “Costa Smeralda”; per approdare a Riva, al “Giggi” eroe della conquista di uno scudetto che fa assaporare il gusto dolce della vittoria e del riscatto non solo a una squadra di calcio ma a un intero popolo (residenti ed emigrati, questi ultimi ancora più motivati ad esaltare nei luoghi di nuova residenza nella penisola e all’estero lo “storico” trionfo calcistico).

Il commento delle immagini brilla per la felicità di espressione (i testi sono di Giulia Clarkson e di Sergio Naitza), per le musiche originali (di Romeo Scaccia) e per la professionalità delle voci narranti (Corrado Giannetti, Cristina Maccioni, Marco Spiga). Meritano una citazione sia Davide Melis (per il montaggio) sia Luca Melis  (per la fotografia).

Sergio Naitza ha motivato l’assenza di qualsiasi specificazione didascalica dei nomi delle illustri personalità intervistate, la cui voce ha voluto che si conformasse alle testimonianze rese dalla anonima gente comune. Per i meno giovani, non sarà comunque difficile riconoscere:

• lo  scrittore Giuseppe Dessì che difende i diritti della lingua romanza qual è il sardo contrapponendola al “dialetto italiano”;

• lo storico e giornalista Manlio Brigaglia che spiega il “caso Carbonia” (la città che, con l’adesione dell’Italia nel 1953 alla C.E.C.A – Comunità europea del carbone e dell’acciaio -, dovette fronteggiare la concorrenza dei carboni esteri, più economici e con minore presenza di zolfo, con conseguente crisi del settore estrattivo sulcitano, e perdita di centinaia di posti di lavoro);

• il filosofo Antonio Pigliaru che chiarisce chi è l’intellettuale democratico;

• il senatore Giuseppe Medici che illustra i risultati dell’Inchiesta parlamentare sul banditismo;

• il giovane Aga Khan che rivela come è approdato nell’isola per vedere un terreno che aveva acquistato senza sapere dove fosse collocato e che poi intravvede la possibilità di un insediamento turistico di élite su tutta la costa bagnata da un mare che ha il colore dello smeraldo.

Anziani e giovani non hanno ovviamente difficoltà a riconoscere il mitico “Giggirriva”.         

Il documentario, attraverso la suggestiva potenza delle immagini in bianco/nero, è l’ideale mezzo attraverso il quale insegnanti volonterosi che operano in Sardegna possono far conoscere ai propri allievi un pezzo importante della storia dell’isola nel Novecento, che i manuali in uso liquidano in poche righe (se va bene).

Così potranno capire che quelle “storie guardate” li “riguardano”. I sardi anziani residenti ed emigrati, nascondendo qualche fremito di commozione, la lezione di queste storie la conoscono già perché l’hanno vissuta.

Un buffet con prodotti alimentari sardi (pane carasau, formaggio, ricotta, salsiccia, dolci) ha allietato i numerosi spettatori (alcuni provenienti da Circoli vicini), ai quali il provetto sommelier cavalier Virgilio Mazzei ed Elena Marongiu, giovane laureata in Scienze e tecnologie alimentari, hanno illustrato le caratteristiche rispettivamente dei vini (cannonau Nepente di Oliena; vermentino Lastima docg di Monti) e de su “Casu Sardu” (latte di pecora con latte di capra di Fanari Formaggi).

Paolo Pulina     

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Al via sabato 12 novembre, a Cagliari, il seminario di introduzione alla critica e all’analisi del film “Leggere e scrivere il cinema”, organizzato dall’associazione “Cagliari in cortometraggio”, in collaborazione con la testata online Cinemecum.it, con l ‘Ordine dei giornalisti della Sardegna e con la Fondazione Sardegna Film Commission. Il seminario è stato introdotto dall’appuntamento del 28 marzo 2016 di introduzione alla Critica cinematografica, curato dal quindicinale Cinemecum.it, che aveva visto la partecipazione dei professori Antonio Costa e Antioco Floris e i critici Gianni Olla, Salvatore Pinna e Elisabetta Randaccio. Anche questo nuovo appuntamento è rivolto a tutti gli interessati: semplice appassionati o chi intenda avviarsi alla professione di critico cinematografico.

Si propone, infatti, di fornire gli strumenti per leggere e scrivere un testo filmico con autonomia interpretativa; far riflettere sui diversi approcci alla critica; spiegare come lavora e con quali metodologie, il critico cinematografico; illustrare il mestiere di chi scrive di cinema nella società multimediale.

Le lezioni saranno suddivise fra teoria ed esercitazione pratica e saranno tenute dai professori David Bruni (Università di Cagliari), Antioco Floris (Università di Cagliari), Roy Menarini (Università di Bologna), Emiliano Morreale (Università la Sapienza di Roma, critico de La Repubblica e Il sole 24 ore), dai critici cinematografici Sergio Naitza, Gianni Olla ed Elisabetta Randaccio e dalla direttrice di Rai3 Sardegna, Anna Piras. Tutta la didattica si svolgerà a Cagliari. Il numero di partecipanti è fissato a 100 corsisti.