Forza Italia: «Siamo preoccupati perché la Sardegna è più povera e la parola Sud è scomparsa dall’agenda del governo nazionale».
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«Con la Giunta Pigliaru la Sardegna ha fatto il passo del gambero su tutti i fronti: l’economia è peggiorata e siamo tornati nell’obiettivo 1 della Ue, l’offerta di lavoro è insufficiente, il ciclo formazione/istruzione ha fallito nonostante l’impiego di risorse ingenti.»
Lo ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia Sardegna Alessandra Zedda in un incontro organizzato dal partito sui temi del lavoro al quale hanno preso parte il prof. Severino Nappi, responsabile del settore Mezzogiorno, il sen. Emilio Floris componente della commissione Lavoro ed il consigliere regionale Stefano Tunis.
Alessandra Zedda ha quindi espresso la sua profonda preoccupazione per il futuro della Sardegna perché, a fronte dei dati fortemente negativi della Regione, «i recenti provvedimenti del governo nazionale come il c.d. Decreto dignità rischiano di determinare una ulteriore battuta d’arresto dell’economia».
«A 10 anni dalla crisi del 2008 – ha osservato il consigliere Stefano Tunis – la situazione della Sardegna presenta un saldo prima/dopo molto negativo con il calo verticale degli occupati nell’industria e nell’edilizia ed una live ripresa solo nel settore dei servizi». Questo significa due cose: «Che non siamo stati in grado di intercettare nemmeno i segnali minimi di ripresa e che, al netto delle 30.000 persone che andranno in pensione ogni anno, scenderemo ben presto al di sotto della soglia dei 500.000 occupati».
Il prof. Severino Nappi si è poi soffermato in particolare sulle conseguenze del decreto dignità sull’economia meridionale, affermando che «dopo gli sprechi di Renzi le elezioni politiche hanno trasmesso al Sud il messaggio negativo che ci può essere un reddito (di cittadinanza) senza lavoro, e con il nuovo decreto ci sarà ancora meno lavoro mentre il reddito è già scomparso nel nulla. Siamo preoccupatissimi per il futuro dei 20 milioni di italiani del Sud e delle Isole – ha aggiunto – perché se è chiaro che non possono vivere di assistenza è altrettanto vero che non possono accontentarsi di pizza e mare ma serve un grande progetto di sviluppo delle competenze e di potenziamento dei ciclo istruzione/formazione».
Il senatore Emilio Floris ha annunciato il massimo impegno del partito, a partire dall’incontro fissato per domani con il ministro Luigi Di Maio, per cambiare il decreto in due punti significativi: l’aumento del termine da 24 a 36 mesi per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato e la reintroduzione dei voucher. «Il primo intervento – ha spiegato – è di buon senso perché aderisce ai fondamentali dell’economia che adesso e in prospettiva indicano una quota maggioritaria di contratti a tempo determinato, il secondo viene incontro alle esigenze di alcuni settori in crescita, come agricoltura e turismo, che possono consolidare più di altri alcuni segnali di ripresa». Il dato di fondo, ha detto, infine, «è che non si può creare lavoro per legge, mantenendo oltretutto (come fa il decreto) una inaccettabile disparità fra privato, obbligato a trasformare i contratti entro 24 mesi a pena di sanzioni, ed il pubblico dove tutto rimane come prima».
«Nell’incontro con Luigi Di Maio – ha concluso Emilio Floris – parleremo anche dei siti di Porto Torres e Portovesme, luoghi simbolo di una Sardegna più povera che ha bisogno di credere in un futuro concreto.»