20 November, 2024
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La Sardegna centra l’obiettivo di spesa obbligatoria (N+3) dei fondi europei Por Fesr per il 2018, riuscendo addirittura a certificare 13 milioni in più di quanto era richiesto. Tutte le risorse assegnate all’Isola sono dunque al sicuro: le ferree regole europee prevedono infatti che chi non riesce a raggiungere l’obiettivo N+3 perda automaticamente i fondi non spesi. Dal 2015 dunque, anno di approvazione del Por Fesr (fondo europeo per lo sviluppo regionale), la Regione ha certificato complessivamente 161 milioni e 500mila euro a fronte dei 147 milioni e mezzo richiesti entro dicembre 2018, data del primo tagliando ufficiale di verifica con l’Europa sull’andamento della spesa.

«È un risultato di cui siamo molto soddisfatti, che ci riempie di orgoglio e ci stimola a procedere con ancora più rapidità per destinare tutti i fondi a nostra disposizione a progetti  di qualità – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci –. La novità, introdotta in questo ciclo, dei controlli in itinere sugli obiettivi senza aspettare la fine della programmazione, è un ulteriore impulso a lavorare bene e in fretta: siamo contenti dei risultati raggiunti e lavoriamo per migliorarli, a vantaggio della qualità della vita di tutti i sardi, perché i nostri sono progetti concreti, con ricadute reali nella vita quotidiana di tutti cittadini, migliorandola. Ringrazio per questo risultato l’Autorità di gestione Graziella Pisu e tutti coloro che con il loro lavoro e impegno quotidiano negli assessorati, negli enti locali e nelle agenzie, ne hanno permesso il raggiungimento.»

Il Fesr, con 930 milioni di euro, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. A luglio scorso in occasione del Comitato di Sorveglianza alla presenza del Rapporteur della Commissione europea per la Sardegna, Silvia Rescia, e dei rappresentanti della Agenzia per la Coesione territoriale, del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Presidenza del Consiglio dei ministri, era già emerso notevole apprezzamento per l’andamento della spesa e la qualità dei progetti.

21,7 milioni sono stati spesi per la ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione; 33,2 per l’agenda digitale; 32,2 per la competitività del sistema produttivo; 23,1 per energia sostenibile e qualità della vita; 10,8 per la tutela dell’ambiente e prevenzione dei rischi; 22,5 per la valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici. Infine, 7 milioni e 700mila euro sono stati spesi per la promozione del l’inclusione sociale e della lotta alla povertà e 10,4 per assistenza tecnica. Totale, 161 milioni e mezzo, ovvero 13 più dei 147,5 richiesti. Per superare l’esame europeo, in questa fase viene considerato soltanto il totale della spesa, senza il dettaglio dei singoli assi, che saranno invece monitorati e analizzati uno per uno in occasione del “Performance framework”, previsto a maggio 2019, per poter avere diritto a una quota di premialità. 

«Stiamo dimostrando di essere una Sardegna dinamica, che si sta muovendo, pronta a cogliere le nuove sfide dell’innovazione e dell’alta tecnologia – sottolinea il vicepresidente della Regione -. Quando ci siamo insediati abbiamo fatto una corsa contro il tempo pazzesca per recuperare i ritardi della precedente programmazione e siamo riusciti a non perdere neanche un euro. Oggi siamo ancora più forti di questo risultato, in cui abbiamo sempre creduto e per il quale ci siamo impegnati ma che non era affatto scontato. I fondi europei sono un’occasione preziosa, dobbiamo essere capaci di sfruttarla al meglio e fino in fondo – conclude Raffaele Paci – : la Sardegna, in questi 5 anni, ha dimostrato di esserne capace.»

 

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La Sardegna riuscirà a centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, spendendo tutti i fondi disponibili in progetti di qualità. L’assessore della Programmazione Raffaele Paci tira le prime somme del Por Fesr 2014-2020 presiedendo il Comitato di Sorveglianza alla presenza del Rapporteur della Commissione europea per la Sardegna, Silvia Rescia, dell’Autorità di gestione Graziella Pisu e di rappresentanti della Agenzia per la Coesione territoriale, del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il primo tagliando ufficiale di verifica con l’Europa è fissato a dicembre prossimo: entro quella data dovranno essere spesi obbligatoriamente 147 milioni di euro, che diventano 185 se si punta, come fa la Sardegna, a un obiettivo più ambizioso che fa scattare un meccanismo di premialità. Ma il primo esame di quest’anno è stato superato: apprezzamento è stato infatti espresso dalla rappresentante europea per l’andamento della programmazione in Sardegna durante i lavori del Comitato di sorveglianza.
Il Fesr, con 930 milioni di euro, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Dei 930 milioni ne sono stati programmati 676 e spesi 102, di cui 56 già certificati. Sono stati selezionati 1.054 interventi per un totale di 512 milioni. Entro dicembre dovranno essere spesi 147 milioni per l’N+3, cioè l’obiettivo obbligatorio (pena la perdita della parte dei fondi non spesi). Ma, come già detto, la Sardegna ha accettato la sfida di puntare a un obiettivo superiore, 185 milioni.
Fra i progetti avviati e presentati nel Comitato di Sorveglianza ci sono il Museo delle maschere di Mamoiada finanziato con 310mila euro all’interno del più complesso sistema museale del Nuorese, gli open data per la pianificazione dei trasporti per gli utenti (500mila euro), l’aerospazio con i bandi dedicati per 7 milioni, efficientamento energetico e smart grid (bando integrato da 44 milioni più un altro da 7), l’impianto termodinamico di Ottana (5,8 milioni), il SISAR per la gestione del sistema sanitario e l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (10,5 milioni), l’ampliamento della Metro Cagliari (17 milioni), il SIRA per la digitalizzazione dei processi ambientali e sviluppa implementazioni quali la geolocalizzazione (4,8).