23 December, 2024
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Cagliari dall'alto e Carcere Buoncammino 2

Silvio Di Gregorio, già direttore dell’Istituto Penitenziario di Parma e attualmente responsabile dell’Ufficio del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria del Ministero, è stato assegnato alla Sardegna in qualità di vicario in attesa della nomina di un nuovo Provveditore regionale dopo il definitivo trasferimento a Roma del dott. Gianfranco De Gesu. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, facendo osservare che «le particolari condizioni del sistema penitenziario in Sardegna richiedono un Provveditore che si occupi esclusivamente delle problematiche dell’isola dove si protraggono ulteriormente i tempi per l’inaugurazione della nuova Casa Circondariale di Cagliari-Uta».

 «La Sardegna – sottolinea la presidente di SDR – continua ad essere considerata marginalmente dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Non solo sono insufficienti i Direttori degli Istituti di Pena, ma anche il Provveditore regionale risulta spesso occupato in altri ruoli. L’impegno profuso da Gianfranco De Gesu, benché apprezzato, non puo far dimenticare che la realtà sarda sta diventando sempre più complessa infatti sono stati realizzati quattro nuivi Istituti che stanno via via raddoppiando la presenza dei ristretti nella regione.»

    «Appare ingiustificabile l’atteggiamento del Dipartimento che davanti alla realtà penitenziaria isolana, dove sono presenti anche le Colonie Penali, sembra attuare una politica – evidenzia Caligaris – prevalentemente finalizzata al contenimento piuttosto che alla effettiva rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti. Del resto la scelta di ubicare i nuovi “Villaggi Penitenziari” lontani dai centri urbani e in aree periferiche e difficilmente raggiungibili sembra confermare una tendenza a “rimuovere” il problema del recupero sociale di coloro che hanno commesso dei reati.»

«Sta diventando improcrastinabile l’assegnazione alla Sardegna di un Provveditore isolano che, grazie all’esperienza maturata negli Istituti, gli anni di servizio a diretto contatto con i detenuti, il riconoscimento delle problematiche culturali e territoriali della regione sia in grado di affrontare – conclude Maria Grazia Caligaris – in modo sistematico la gestione dell’intero sistema. Diversamente la precarietà degli incarichi potrebbe avere riflessi negativi.»