L’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, respinge le accuse ricevute dal coordinamento delle associazione dei diabetici della Sardegna, costituito nello scorso mese di agosto, nel corso della conferenza tenuta questa mattina a Cagliari.
«La Regione è attenta alle problematiche delle persone diabetiche – scrive in una nota Simona De Francisci -, garantendo la cura dei casi urgenti e attraverso il lavoro quotidiano dei Centri diabetologici. Come sempre è stato fatto anche nel recente passato, l’assessorato riceverà già nei prossimi giorni (il 20 novembre) le associazioni dei pazienti, per avere un loro fattivo contributo, al netto di polemiche che non aiutano di certo a risolvere i problemi.»
«Respingo al mittente – aggiunge Simona De Francisci – certe dichiarazioni esagerate e sicuramente non veritiere (tutto mi si potrà contestare tranne di essere assente o “barricata” nel Palazzo). Proprio il mese scorso abbiamo avviato la campagna di sensibilizzazione sulla chetoacidosi diabetica, grave complicanza che colpisce in particolare i giovani, coinvolgendo medici pediatri e di base, scuole e farmacie. Inoltre, sempre di recente, la Giunta ha approvato il Manifesto dei diritti della persona con diabete e ha recepito il “Piano per la malattia diabetica” che tra i suoi obiettivi il miglioramento degli esiti sanitari delle cure, di rendere più sostenibili i programmi di assistenza riducendo i ricoveri, le complicanze croniche e i costi diretti correlati, e di mettendo a disposizione strumenti per la misura e valutazione del grado di raggiungimento degli obiettivi stessi.»
Nella delibera del 26 settembre scorso approvata dalla Giunta, si legge inoltre che il Piano «si pone l’obiettivo strategico di garantire l’equità nell’accesso ai servizi su tutto il territorio nazionale e migliorare la qualità dell’assistenza, soprattutto mediante l’integrazione e la comunicazione tra gli operatori coinvolti nei processi assistenziali. Questi indirizzi strategici interessano la prevenzione e il trattamento delle complicanze, coinvolgendo diversi soggetti, dai vertici istituzionali a tutti gli operatori sanitari, sia territoriali, sia ospedalieri, fino alle associazioni di volontariato e le rappresentanze dei cittadini».