22 December, 2024
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Percorro in fretta i bianchi corridoi in marmo di Carrara di uno degli edifici storici di Carbonia. Le lezioni iniziano alle 14.30 e non voglio arrivare in ritardo. Da quest’anno, anche nel Sud Sardegna, ha inizio il Corso Tecnico Superiore per la gestione di strutture turistico ricettive. È un corso di formazione post diploma della durata di 1.800 ore in due anni. È una formazione altamente tecnica e in ciò sta la principale differenza rispetto a un corso universitario. È un tipo di istruzione che in altre regioni d’Italia è già affermato da anni e che invece nel Sulcis è poco conosciuto e, di conseguenza, è ignorato da molti dei neo diplomati che hanno scelto di intraprendere gli studi universitari. Eppure gli ITS inseriscono nel mondo del lavoro un’ elevata percentuale di corsisti.
I due anni di formazione avvengono in un ambiente sereno in quanto il numero chiuso – non più di 20 persone – permette agli allievi di seguire le lezioni intrecciando relazioni interpersonali improntate alla condivisione dei saperi e delle esperienze, non solo con i compagni di classe, ma anche con i docenti. Questi sono altamente specializzati e le loro esperienze lavorative sono ciò che, in questa prima fase del corso, incuriosiscono e attraggono l’attenzione dei neoallievi che hanno diverse età. Le lezioni si svolgono la sera, presso la sede del IIS “Beccaria”, l’istituto tecnico che, oltre ad “Amministrazione, finanza e marketing” e “Relazioni internazionali per il marketing”, offre anche l’indirizzo “Turismo”. Che le lezioni si svolgano nella sede del “Beccaria” di via Brigata Sassari non deve indurre a pensare che le iscrizioni all’ITS siano riservate ai soli diplomati tecnici del settore economico: si può, infatti, iscrivere qualsiasi persona in possesso di diploma.
Per ulteriori informazioni consiglio di consultare il sito www.itstacsardegna.it
Simona Pirosu

Io della OMA Big Band non sapevo niente. Quando il 2 luglio vado a vedere lo spettacolo di Nuxis, il concerto è già iniziato. Inizio a pensare: «Bello questo spettacolo. Quest’anno festa alla grande. Chissà quanto hanno speso per portare tutti questi musicisti, chissà da dove vengono, minimo da Cagliari, ma anche a Cagliari, un’orchestra con tutte queste batterie… chissà da dove vengono». E, intanto, i brani mi rapiscono soprattutto quando la musica esplode. Poi il concerto finisce, accendono le luci e inizio a vedere persone della zona che conosco, bambini; saluto Tizio e Caio e inizio a pensare: «Questo Paolo De Liso (il direttore d’orchestra) è un genio. Da persone qualunque ha tirato su un’orchestra».
Inizio ad aspettare i concerti successivi, perché ho voglia di essere ancora immersa nella musica come mi è accaduto il 2 luglio e penso che diventeranno famosi in tutta la Sardegna. Poi vado a Iglesias, dove secondo me c’è poca gente rispetto al pubblico che meriterebbero. Vado a Carbonia e mi aspetto ci sia una televisione sarda a riprendere lo spettacolo e invece tutto tace. Ma il concerto è strepitoso, Emanuele Ledda e Silvia Loi aggiungono un tocco di magia e di favola; il palco e le luci sono da grande spettacolo; le foto del palco, dell’anfiteatro, di Piazza Roma e del campanile illuminato sono meravigliose, da grandi attrazioni turistiche.
Ma cosa stiamo aspettando? Io non sono mai andata fuori dalla Sardegna a seguire un concerto. Ho partecipato a pochi concerti, alla fiera e all’anfiteatro di Cagliari. Bellissimi. Ma l’essere coinvolta dalla musica della OMA Big Band è tutta un’altra esperienza. Ai concerti di Cagliari sono andata per la voce del cantante. La OMA Big Band ti rapisce per la musica (senza nulla togliere alla bravura dei tre cantanti).
Simona Pirosu