21 November, 2024
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Ottimismo e cautela. Lo professano solennemente il presidente della Fitet Sardegna Simone Carrucciu ed i componenti del consiglio tra cui il vice presidente Gian Luca Mattana ed i consiglieri Maurizio Muzzu, Sergio Ticca e Riccardo Lisci.
Su questi due punti fondamentali si è snodata la riunione in videoconferenza sulla piattaforma online “Zoom”, alla quale hanno aderito i rappresentanti di oltre il 75% delle società di tennistavolo presenti sul territorio isolano. Tra gli ospiti che non sono voluti mancare anche il consigliere federale Mario Gabba, il FAR (Fiduciario Arbitro Regionale) Emilia Pulina e i tecnici regionali olimpici e paralimpici Francesca Saiu ed Ana Brzan.
Simone Carrucciu si mostra assai soddisfatto del coinvolgimento di così tante persone dopo oltre due mesi dal blocco totale di tutte le attività. A riprova che la fame di tennistavolo si fa sentire nonostante le mille incertezze gravitati attorno alla ripresa in totale sicurezza dell’attività agonistica.
Ed è proprio su questo aspetto che si è impostata gran parte della discussione; in definitiva è emerso che nonostante lo scrupolo da dosare nell’osservanza delle norme di distanziamento sociale e la corretta igienizzazione corporale, non sarà per niente facile dare il via libera senza un briciolo di timore, giustificato dal futuro molto incerto.
Comprensibile dunque che da parte dei timonieri della Fitet Sardegna avallare certe decisioni diventa una responsabilità imperdonabile se le oscure tenebre del contagio si palesassero nuovamente.
Per adesso ci si accontenta di far riassaporare il gusto agonistico della disciplina agli atleti di interesse nazionale che ovviamente devono seguire un protocollo severissimo.
Molto enigmatiche risultano le riaperture delle strutture scolastiche che, sebbene appartenenti agli enti locali, per il loro utilizzo sarà fondamentale il parere dei dirigenti scolastici. Saranno chiamati a vagliare tante possibilità, legate alla frequenza diurna, serale e notturna degli stabili, da non gremire come nei periodi pre “Emergenza Ssanitaria Covid-19”.
I tempi di attesa non sono quantificabili anche perché le soluzioni plausibili per una innocua permanenza nelle aree sportive al chiuso, oltre ai rigidi formulari da rispettare, di sicuro comporterà un notevole aumento dei costi di gestione alle società sportive.
Simone Carrucciu si è espresso, inoltre, su promozioni e retrocessioni dei campionati regionali 2019/2020. Si è appreso infatti che il Consiglio le ha rimandate di qualche settimana per ponderarle con la massima attenzione, vagliando i pro e i contro di tutte le soluzioni possibili. Nulla si può ancora programmare per l’annata 2020/2021 anche per ciò che concerne l’attività individuale.
Sicura è invece l’intera elargizione del premio di attività giovanile 2019/2020 promosso da diversi anni dalla Fitet Sardegna, sebbene mancasse una competizione per definirne la classifica definitiva: si è deciso di prendere in considerazione il 75% dell’attività svolta.
Le riunioni su piattaforma digitale diventeranno un refrain continuo con all’oggetto tematiche stringenti quali l’organizzazione di corsi di formazione destinati ai tecnici di base e agli aspiranti arbitri. Stesso discorso vale per gli aggiornamenti formativi che vedranno interessati sia i tecnici, sia gli arbitri già abilitati.
Da parte delle responsabili dei settori giovanili e paralimpici c’è tanta voglia di ripresa delle attività, con qualche adeguamento al difficile periodo. Purtroppo, la loro buona lena si scontra con le tante incognite che la dura realtà pandemica sprigiona giorno dopo giorno.
A fine maggio, molto probabilmente, il presidente nazionale della FITeT Renato Di Napoli (supportato dal suo vice Carlo Borella, dal segretario generale Giuseppe Marino e dal responsabile Progetto Italia Matteo Quarantelli) incontreranno, sempre su piattaforma web, i dirigenti delle società sarde. Illustreranno nel modo più chiaro possibile le prossime evoluzioni strettamente legate al ritorno sui campi; ma si farà pure una panoramica sulle agevolazioni di tipo economico che la federazione ha riservato per la prossima stagione agonistica, concernenti iscrizioni ai campionati, tesseramenti e affiliazioni.
«Ringrazio di cuore tutti i partecipanti alla conferenza telematicaha detto il presidente regionale Simone Carrucciuperché hanno mostrato tanta attenzione e interesse alle tematiche illustrate. Ho avuto la conferma, ma non c’è da stupirsi, di come sia intenso l’amore che tutti noi abbiamo per il tennistavolo. Anch’io come tutti i nostri affiliati, non vedo l’ora di ripartire, ma eviteremo di fare mosse azzardate che metterebbero a repentaglio la salute dei nostri atleti e di tutti coloro che gravitano attorno alle loro vite. Oggi più che mai, vale il detto, l’unione fa la forza.»

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Serenamente allineati sulla piattaforma Zoom pronti a scongiurare il peggio e ad affermare la valenza indispensabile dello sport paralimpico.
La presidente del CIP Sardegna, Cristina Sanna, saggia l’umore di consiglieri, rappresentanti di federazioni e discipline sportive associate, organizzando una riunione di Consiglio regionale telematica. Protrattasi per oltre due ore è servita a far emergere i reali problemi che il blocco pandemico sta causando a dirigenti e praticanti.
Alla fine tutti i partecipanti hanno potuto dire la loro e Cristina Sanna, supportata dai suoi stretti collaboratori, il vice presidente Simone Carrucciu e la segretaria Mariagrazia Madrigale, ha continuamente preso appunti per architettare una richiesta corale da rivolgere alle istituzioni.
«Ho ritenuto necessario convocare il Consiglio per manifestare un segnale concreto di vicinanzaha detto Cristina Sannanei confronti di coloro che nonostante il blocco totale si stanno arrabattando in tutte le maniere per salvare il salvabile. Ci sono Federazioni che hanno accusato il colpo più di altre ma il mio ruolo mi impone di trovare soluzioni in grado di rendere più tollerabile a tutti quanti la preparazione verso il ritorno sui campi di gioco.»
Via, via che si sono susseguiti gli interventi si è rafforzato il ruolo di supporto che il Comitato Paralimpico Sardegna dovrà assumere quando ci si dovrà interfacciare con gli enti locali e regionali: «Dobbiamo farci sentire affinché lo sport non passi in secondo piano rispetto ad altre legittime prioritàha aggiunto Cristina Sanna perché rappresentiamo un settore vitale, strettamente connesso alla salute, all’economia e al turismo».
Altro aspetto scaturito dal dibattito in video conferenza è stato quello relativo al sostegno dell’attività di base che fa da traino a quella d’alto livello; e a come abbozzare delle linee programmatiche per i mesi a venire, concernenti l’utilizzo delle palestre scolastiche, vincolato all’osservazione di rigidi protocolli.
«Il blocco totale ci ha un po’ smarriti – ha concluso la presidente del CIP Sardegnama con il passare del tempo abbiamo sedimentato il tutto rendendoci più propositivi e ottimisti in vista di un graduale ritorno alla normale attività; mi sento di ricordare che il distanziamento sociale va come sempre salvaguardato e saranno di estrema utilità le linee guida che saranno predisposte dall’Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri.»

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E’ stato inaugurato oggi, a Selargius, il primo Centro regionale di avviamento allo sport paralimpico. Un capannone completamente ristrutturato si trasforma in palestra funzionale paralimpica. Artefice di questa innovativa pensata è la società guida nello sport per persone con disabilità che dopo 38 anni di incessante attività ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti confermandosi punto di riferimento importante sia a livello regionale, sia a livello nazionale.

La Sardegna Sport (Sa.Spo) di Cagliari è un rinomato caposaldo per chi voglia fare movimento, opportunità che a molte persone ha permesso di rendere la propria esistenza decisamente ricca di stimoli sia in ottica relazionale, sia per il miglioramento delle prestazioni fisiche. E non a caso vanta il maggior numero di risultati agonistici a livello regionale. Attenta alle nuove tendenze si è sempre saputa reinventare. Attualmente tra tecnici e tesserati conta circa 150 persone.

IL CONTRIBUTO DI FONDAZIONE VODAFONE ITALIA

La struttura appena inaugurata sorge presso l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Selargius, ed è stata realizzata grazie anche al contributo di Fondazione Vodafone Italia che, attraverso il bando OSO (Ogni Sport Oltre), ha sostenuto il progetto “Sport e non solo”.

«Fondazione Vodafone Italia è impegnata nel fornire supporto concreto alle persone con disabilità che vogliono praticare sport e allo stesso tempo sostenere attivamente le associazioni sul territorio». Parole di Maria Piccolo, Consigliere di Fondazione Vodafone Italia che poi approfondisce ulteriormente: «Il centro inaugurato oggi, coniuga l’esperienza di un’associazione molto radicata nella comunità locale con il recupero di una struttura architettonica, rappresentando un importante traguardo verso la crescita di una società inclusiva ed aperta alle diversità, affinché lo sport sia a pieno un diritto di tutti. Lo sport è infatti uno straordinario strumento di socializzazione e di inclusione – prosegue Maria Piccolo – in grado di superare ostacoli e pregiudizi apparentemente invincibili, per questo Fondazione Vodafone ha lanciato due anni fa OSO ognisportoltre.it diventato un punto di riferimento per lo sport paralimpico in Italia».

IN GIRO PER LO STABILE

All’interno, un ampio salone da allenamento diventa idoneo alla pratica di sport vari: pallacanestro, calcetto, calcio balilla, tennistavolo, ginnastica. Ci sarà anche l’opportunità di cimentarsi con la boccia paralimpica, attività che si presta tantissimo alle disabilità più serie come la tetraparesi spastica, atetosi, atassia e distrofia.

Nello spazio antistante trova la sua perfetta destinazione un’area pesi, con attrezzature all’avanguardia da usufruirne comodamente. I carrozzati, per esempio, possono accedervi restando sul proprio veicolo, senza fastidiosi trasbordi.

Inoltre, trovano la loro degna ubicazione anche gli uffici amministrativi ed i bagni dotati di docce.

Nelle strutture adiacenti funzionano impianti gestiti da altre realtà sportive, aspetto che può favorire una produttiva interazione.

L’intento della Sa.Spo è infatti di rendere fruibile il centro a tutti gli abitanti della città metropolitana di Cagliari, compresi anche i non disabili.

GLI INTERVENTI DI LISCI, PORRU, SANNA

Il messaggio di propensione alle pari opportunità sportive è stato lanciato nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo il taglio del nastro affidato al presidente Luciano Lisci.

«E’ nostra intenzione – ha sottolineato il rappresentante legale della Sa.Spo. – creare un polo che possa servire da avviamento e da avvicinamento sia alla pratica di abilità sportiva promozionale, sia a quella di alto livello, cercando di sviluppare il maggior numero di discipline sportive. Puntiamo sul lavoro sinergico e sussidiario in sintonia con le municipalità dell’Area Metropolitana, anche nell’ottica di ausilio alle politiche sociali. Rafforzeremo la collaborazione con l’Unità Spinale di Cagliari, estendendola ai vari centri di riabilitazione specializzate nelle varie tipologie di disabilità. Penso alle lesioni di carattere traumatologico e cerebrale che hanno bisogno di un supporto importante sotto il profilo della riabilitazione attraverso la pratica dell’attività sportiva.»

Gran anfitrione della mattinata è stato Sandrino Porru, che della Sa.Spo ha scritto parecchie pagine di storia. Ma è a Selargius anche in rappresentanza del Comitato Italiano Paralimpico di cui è vicepresidente nazionale. «Nel portare i saluti del presidente Luca Pancalli – ha illustrato Porru – vorrei ricordare che lo sport integrato in casa CIP è visto con grande orgoglio, non a caso tutte le federazioni olimpiche sono state coinvolte in questo percorso di inclusione, dove il paralimpismo rappresenta in modo esemplare il concetto di sport per tutti». Sandrino Porru si sofferma su un’altra potenzialità della struttura appena inaugurata: «Si farà in modo che il CASP (Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico) si configuri anche come mero centro di aggregazione, tale da facilitare in modo importante anche i percorsi a favore delle disabilità intellettivo relazionali. Con il supporto dei Salesiani potrebbe diventare un’area protetta, trasformabile in cittadella della solidarietà dove lo stare bene insieme costituisce un’invitante finalità. E, a quel punto, è possibile costruire un percorso virtuoso, e per chi vuole anche spirituale, rivolto alle famiglie in cerca di luoghi sereni dove approfondire le relazioni e beneficiare di particolari orientamenti».

Cresciuta sportivamente nella Sa.Spo, con la quale ha condiviso i suoi successi nazionali ed internazionali, la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna non ha presenziato all’incontro a causa dell’influenza, ma i suoi toni rimangono ottimistici e gioiosi. «Si è posto l’accento sullo sport e non solo per crescere insieme – ha detto – con l’importante fine di valorizzare le abilità di ciascuno di noi. Nell’ambito del mio mandato, ripeto sempre che le persone con disabilità dedite allo sport godono di una situazione di benessere nettamente superiore e abbisognano dell’assistenza medica di base in misure nettamente minori rispetto ad una persona con disabilità che non fa attività sportiva. La mia vita non sarebbe stata la stessa senza lo sport».

Nel congedarsi da tutti gli ospiti presenti in via Don Bosco, Sandrino Porru ha infine evidenziato i suoi desideri legati a questa opportunità: «Mi aspetto una crescita importante delle persone con disabilità che si avvicinano allo sport, anche numerica. Non tanto nel dedicarsi alle pratiche d’alto livello quanto soprattutto nell’utilizzare l’abilità sportiva come momento divertente e ricreativo. L’obiettivo del Comitato Italiano Paralimpico è di attrarne il maggiore numero possibile affinché pratichino delle attività ludico-motorie: ne gioverebbe notevolmente anche sotto l’aspetto psicologico e relazionale».

ALTRE VOCI DA VIA DON BOSCO

Prima la proiezione di documenti filmati e slide che ricordano quanto è stato importante il contributo della Sa.Spo nei suoi lustri di esistenza. In rassegna sono passati anche gli allora giovincelli Sandrino Porru e Carmelo Addaris, padri fondatori della blasonata società, che hanno contribuito ad arricchire la bacheca dei trofei con tanti successi e presenze alle paralimpiadi. Cristina Sanna è stata ricordata per le sue prodezze nell’atletica, come del resto gli attuali campioni Mattia Cardia e Chiara Statzu o la nuotatrice Francesca Secci che ha avuto anche esperienze in due recenti paralimpiadi.

Poi Sandrino Porru ha ceduto la parola ai rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e sportive.

Come padroni di casa i salesiani hanno avuto un ruolo fondamentale. Don Gianni Sirca ha parlato in rappresentanza di una delle 90 ispettori e distribuite in ben 134 nazioni. «Anche se la nostra comunità la lasciato Selargius da cinque anni – ha sottolineato -l’Istituto continua a rinnovarsi con opportunità importanti come questa realtà della Sa.Spo».

Ma negli edifici dell’opera salesiana selargina convivono tante altre realtà come il Centro Formazione Professionale, l’Oratorio, la Parrocchia di San Giovanni Bosco gestita dai Padri Oblati, i ragazzi della Casa Famiglia del centro Diurno, il Centro Sportivo Futura Sales, il Centro Scolastico, la Scuola di Danza Balletto Mediterraneo, il gruppo Anfass, la Residenza Sanitaria Famiglia. E poi accoglie continuamente gruppi di aggiornamento, che approfondiscono tematiche religiose, sportive e culturali.

«La diversità è una ricchezza da condividere perché conoscersi a vicenda aiuta a superare le incomprensioni e ad aprire l’animo umano – continua don Gianni Sirca – e con l’inclusione si allarga la sensibilità. Spero che lo slogan “Lo sport e non solo per crescere insieme” possa realizzarsi all’interno dell’associazione, ma anche nelle altre realtà ospitate in questi spazi.»

Un breve saluto lo formula anche il viceparroco di San Giovanni Bosco Padre Stefano Messina: «Siamo felici di questa vicinanza e siamo a vostra disposizione con una palestra particolare, quella dei muscoli dello spirito».

L’apparato politico dell’area metropolitana è intervenuto con diversi rappresentanti. Si sono visti i primi cittadini di Monserrato e Quartucciu, rispettivamente Tomaso Locci e Pietro Pisu e poi il vicesindaco di Quartu Riccardo Saldì. Ma a rappresentarli tutti, compresi gli assenti, ci ha pensato il sindaco di Selargius Pier Luigi Concu: «Siamo orgogliosi di voi che aiutate a rendere autonome le persone con disabilità; grazie allo sport hanno la possibilità di viaggiare e di sviluppare nuovi rapporti umani».

Dal comune di Cagliari giunge la testimonianza dell’assessore allo sport Paolo Spano che in casa Sa.Spo ha trascorso quindici anni di vita facendo l’istruttore di equitazione. «Per le nuove generazioni lo sport diventa ancor più importante perché oltre ad amplificare le capacità relazionali, acquisiscono maggiori stimoli nel rispettare le strutture pubbliche».

Si congratula di questa nuova realtà Donatella Olla dell’Ufficio garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza della città metropolitana. «L’esempio della Sa.Spo descrive bene il passaggio dalla teoria alla pratica».

Nel suo intervento Antonello Tanda (Assessorato regionale sanità) esprime il suo sentimento di gratitudine per l’impegno e l’entusiasmo dei fautori: «Ammiro questo lavoro perché le persone, grazie al recupero fisico, possono raggiungere una condizione di autonomia».

Sul fronte sportivo era presente Antonio Pinna del CONI Regionale e il vicepresidente del CIP Sardegna Simone Carrucciu. Quest’ultimo, dopo aver salutato i presenti anche a nome di Cristina Sanna si è complimentato con la Sa.Spo per l’enorme apporto nello scrivere la storia del movimento paralimpico in Sardegna. «A me più che di disabilità piace parlare di abilità – ha sottolineato – perché tutti noi, nessuno escluso, ha delle peculiarità inimitabili che contribuiscono a dare valore aggiunto allo sport. L’attività della Sa.Spo abbraccia circa il trenta per cento di tutte le discipline paralimpiche esistenti: un ottimo risultato che spero migliori ulteriormente, magari con l’incremento anche di figure specializzate nell’insegnamento di nuove discipline». Poi ha sottolineato come sia essenziale che il CIP continui a stringere rapporti proficui con Unità Spinale di Cagliari ed il Centro di riabilitazione Santa Maria Bambina di Oristano: «Rappresentano dei percorsi alternativi all’approccio agonistico professionale, a cui dobbiamo dare continuità».

E non potevano mancare i responsabili delle due strutture riabilitative esistenti in Sardegna: «All’unità Spinale di Cagliari si praticano attività sportive per dare dei nuovi percorsi di vita ai pazienti – dice Giuliana Campusnell’ottica di una rinascita che consenta ai nostri pazienti di mettersi in gioco e divertirsi».

«Anche noi vogliamo diventare un punto di riferimento per lo sport – interviene Tomas Doreche deve diventare un piacevole appuntamento quotidiano per i nostri degenti».

Importante sarà il contributo da parte dell’Università di Cagliari. Marco Monticone, coordinatore del Corso di laurea magistrale in attività fisica ha portato i saluti del Rettore Maria Del Zompo e si è dichiarato disponibile nel dare sostegno alla Sa.Spo.

Il suo collega Nicola Melis, referente per l’inclusione e la disabilità per il Dipartimento di scienze politiche e sociali (SPOL) ha invece abbracciato la tesi di Simone Carrucciu: «Finiamola di parlare di disabilità, ognuno ha le proprie abilità, e questo concetto va sicuramente spiegato agli studenti, ma soprattutto al personale docente e non docente dell’Università».

In sala era presente anche la funzionaria dell’Inail Adamina Barbone e la rappresentante dell’azienda PMG Italia, Valentina Ferri, che si occupa di mobilità sostenibile.