22 November, 2024
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Spettacoli, musica, laboratori e giochi: ecco la ricetta di “Capitani coraggiosi d’estate, la tranche estiva della stagione di teatro per ragazzi organizzata e curata da Cada Die Teatro, sotto la direzione artistica di Tatiana Floris e Silvestro Ziccardi, un cartellone che si snoderà dal 28 giugno al 12 luglio nella Corte della Vetreria di Pirri. Tre venerdì per tre serate dense di appuntamenti, con la collaborazione dei Cemea Sardegna (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva), che ormai da molti anni animano i laboratori della rassegna, in sintonia con i temi proposti negli spettacoli in scena, e dell’associazione CultArch, che si occupa di promuovere la cultura dell’architettura, della qualità urbana e paesaggistica.

La nave di “Capitani coraggiosi” salpa di nuovo venerdì 28 giugno. Alle 19.30 si parte subito con Piccoli paesaggi sensibili, installazione/laboratorio a cura di CultArch: un villaggio fatto di ripari leggeri e tende sospese, per rifugiarsi tra fiabe, suoni, animali, profumi di terre lontane, dove i piccoli spettatori potranno immergersi dentro mondi da mille e una notte per scoprire paesaggi incantati. E poi Suoni della terra, laboratorio a cura dei Cemea.

Alle 21.30 sbarca per la prima volta in Sardegna Thioro, un cappuccetto rosso senegalese, una coproduzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro – Accademia Perduta/Romagna Teatri – Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye, ideazione di Alessandro Argnani, che cura anche la regia, Simone Marzocchi e Laura Redaelli, in scena Fallou Diop, Adama Gueye e Simone Marzocchi, con l’organizzazione di Moussa Ndiaye.

Thioro è uno spettacolo nato in Senegal, frutto dello stretto rapporto del Teatro delle Albe con il villaggio di Diol Kadd e gli attori legati a Mandiaye N’Diaye, attore africano della compagnia ravennate scomparso alcuni anni fa. Mettendo in corto circuito la fiaba europea di Cappuccetto Rosso (le versioni più note sono quella di Charles Perrault, scritta nel 1697, e quella dei fratelli Grimm, del 1857) con la tradizione africana, Thioro vede in scena e in dialogo Adama Gueye, Fallou Diop, attori e musicisti abili nel trasformarsi nei diversi personaggi, e Simone Marzocchi, compositore e trombettista. Un viaggio dal ritmo pulsante, che, grazie all’intreccio di lingue, strumenti e mondi immaginari, porterà ogni spettatore alla scoperta non del bosco ma della savana e all’incontro non con il lupo ma con Buky la iena. Il Cappuccetto Rosso senegalese ha vinto l’Eolo Awards 2019, prestigioso riconoscimento per il teatro ragazzi, come “Miglior progetto produttivo”.

La storia dei tre giovani africani venuti in Italia con una borsa di studio per realizzare lo spettacolo “Thioro – un Cappuccetto Rosso senegalese” è diventata poi un cortometraggio dal titolo “Dem Dikk Africa – Africa andata e ritorno”, con la regia di Maria Martinelli.

«La storia che abbiamo voluto raccontare con questo cortometraggio – ha detto la regista – è quella di una migrazione diversa, dove la messa in scena dello spettacolo teatrale diventa l’occasione per tratteggiare un pensiero in grado di indicare un percorso alternativo di migrazione, fatto di progettualità, sviluppo e opportunità.»

 

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Dal 30 agosto al 3 settembre l’appuntamento è con la poesia del mondo a Seneghe, per la tredicesima edizione del Cabudanne de sos poetas. Tema portante di questa edizione: le Rivoluzioni. Tra i tanti ospiti in arrivo: Nada, Vivian Lamarque, Tugrul Tanyol, Nadia Agustoni, Fabio Franzin, Roberto Magnani e Simone Marzocchi, Raimondo Usai Ponti, Francesca Matteoni, Azzurra D’Agostino, John Vignola, Paolo Angeli, il Quartetto Antonelliano dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Alessio Lega, Bob Corn, Alessandro Fiori, e tantissimi altri.

Ritorna il Cabudanne de sos poetas, non solo il festival di poesia più importante dell’isola, ma una grande festa: viva, gioiosa, fatta di parole e silenzi, immagini, suoni, colori, sapori. Una festa della poesia, degli scrittori, degli artisti, ma anche una festa dei giovani e della popolazione di Seneghe. Si riaccende il respiro dei versi dei poeti, dal 30 agosto al 3 settembre nel piccolo ed affascinante borgo storico del Montiferru, con le sue casette di basalto, la Partza de sos Ballos, il vecchio frantoio Prentza de Murone, i bar Su Recreu e Manunza, Piazzetta Su Lare, la Piazza Santa Maria e Putzu Arru. Angoli incantevoli del paese dove ogni anno si ripete il miracolo dello stupore e della scoperta.

Tredicesima edizione, come già anticipato per le anteprime estive, sarà dedicata al tema centrale della Rivoluzioni e all’anniversario che cade quest’anno di grandi momenti di svolta nella storia europea: dalla Riforma luterana del 1517, alla Rivoluzione russa del 1917, passando attraverso la rivoluzione culturale e i movimenti per i diritti civili degli anni ’60 e ’70, fino alla rivoluzione sarda nella produzione letteraria. «Le date ricorrenti provano a connettere e a dare un senso alla vicenda complessa e tormentata della storia europea. Cabudanne de sos poetas ha affrontato negli anni precedenti temi importanti evocati dagli anniversari: da Dante e alla sua opera, agli echi poetici e culturali della Grande Guerra. Oggi il tema sono le Rivoluzioni politiche, sociali, spirituali. Può sembrare strano che la Storia riceva tanta attenzione in luoghi che sembrano esclusi dalle grandi vicende del passato. Ma ogni luogo del mondo sente la ripercussione, l’onda d’urto, più o meno forte, di ciò che accade in luoghi apparentemente lontanissimi. Questa edizione include tutti questi fili nella trama delle Rivoluzioni e cerca di leggere, ispirandosi alle opere del grande politico, filosofo, giornalista e critico letterario Antonio Gramsci, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anno dalla sua morte, la storia del Novecento a partire dalla rivoluzione russa», spiega Mario Cubeddu, presidente di Perda Sonadora e quest’anno anche direttore artistico del festival.

Un programma molto nutrito che vedrà in arrivo a Seneghe una sessantina di ospiti tra poeti, scrittori, musicisti, cantautori, registi, attori, studiosi, ricercatori, filologi, esperti della lingua e della cultura sarda.