22 November, 2024
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Il quindici e il venti luglio, a Baradili, si terrà la seconda edizione de “I corti nel paese più corto”, ovvero una rassegna di documentari d’autore, ideata da Marcello Atzeni, che è anche il direttore artistico. La rassegna organizzata dall’Associazione “Terras Onlus”, sarà possibile grazie al finanziamento dell’amministrazione comunale, con in testa la sindaca Maria Anna Camedda.
Nel 2022 fu un successo rilevante, se ne occupò tutta la stampa isolana e a Baradili arrivò gente da mezza Sardegna. Tra le strade del paese passeggiarono prima, parlarono poi, Salvatore Mereu, Antioco Floris, Enrico Pau, Paola Cireddu, Sergio Falchi, Antonello Zanda e altri. Fu una cosa mai vista per il paese più piccolo dell’isola. Tredici opere in vetrina e solo una donna regista, Paola Cireddu con “L’uomo del mercato”. Nel 2023 saranno dodici i film presentati, sei il quindici luglio e altrettanti il venti. Proiezioni in piazza Santa Margherita, ore 20 e ingresso gratuito. «Quest’anno porteremo a Baradili cinque registe con altrettante loro operespiega Marcello Atzenicinque su dodici, vuol dire che si sfiora la parità di genere. Trovo che sia bellissimo. Finalmente allo scoperto anche donne, numerose, dietro la macchina da presa. Dunque non solo attrici, soggettiste, sceneggiatrici, parrucchiere e costumiste, per altro tutti ruoli di assoluto livello, ma anche direttrici e questo è il così detto salto in più.»

Tra l’altro a Baradili, la fascia tricolore di primo cittadino è indossata da una donna, Maria Anna Camedda, che da qualche mese è anche la presidente dell’Unione di Comuni dell’Alta Marmilla, con sede ad Ales.

Il programma della prima giornata. Sabato quindici luglio, ore 20.00, in piazza Santa Margherita: dopo i saluti della sindaca Maria Anna Camedda e quelli di Marcello Atzeni, proiezione de “La cena delle anime” di Ignazio Figus, un meraviglioso lavoro socio antropologico curato dal regista nuorese, che per tanti anni, è stato un pilastro dell’Isre. A seguire “Faulas”, una bella favola di Michela Anedda, giovane regista con origini a Villacidro. Quindi “Bella di notte”, un corto di Paolo Zucca, uno tra i più grandi registi sardi. Solo un’indicazione: la voce narrante è di Stefano Accorsi. Seguirà “L’albero del riccio”, lavoro a quattro mani, realizzato da Chiara Sulis e Juan Carlos Concha. Le storie di Antonio Gramsci, nativo proprio della Marmilla, raccontate in maniera deliziosa. Salvatore Mereu con “La vita adesso”, con il suo corto impegnato, che fornirà molteplici spunti di riflessione. Chiuderà “Un fenicottero chiamato tango”, della lussurgese Antonella Arca. Un corto d’animazione nella quale la giovane regista mischia natura e amore. Colonna sonora del marito argentino, il musicista Gustavo Gini.
A parlare con i registi Ignazio Figus, Michela Anedda, Paolo Zucca, Salvatore Mereu e Antonella Arca, sarà Antioco Floris, professore di cinema all’ Università di Cagliari, oltre allo stesso direttore artistico Marcello Atzeni.

La seconda serata, giovedì venti luglio, sempre alle venti e sempre in piazza Santa Margherita, s’inizierà con” Lo sguardo esterno” bel lavoro di Peter Marcias. Peter, originario di Uras, si trasferisce a Cagliari e poi a Roma. “Memorie in movimento” di Simone Paderi, Denise Maria Paulis e Niccolò Sirigu, ricostruisce i quattro secoli dell’Università di Cagliari. Eccomi (Flamingos) è il lavoro d’esordio di Sergio Falchi, brillante regista nuorese. Jambitè, bella storia raccontata da Alessandra Usai. Qui non si è più in Sardegna ma in Irlanda. Da vedere con la massima attenzione. Binario morto del sassarese Antonio Maciocco, storia particolarmente favolistica che ha già conquistato l’intera isola. Si chiude con “Il bambino “di Silvia Perra: la giovane regista parla del mondo musulmano in Italia.
A parlare con i registi Peter Marcias, Simone Paderi, Alessandra Usai, Sergio Falchi e Antonio Maciocco sarà Antonello Zanda, direttore della Cineteca sarda – Società Umanitaria, oltre a Marcello Atzeni.
«Anche quest’anno insieme a Marcellospiega Maria Anna Camedda, sindaca di Baradili – abbiamo voluto proporre ai nostri ospiti storie che raccontino e offrano spunti di confronto su diverse tematiche. A questo proposito la presenza di cinque registe sarde, espressione e orgoglio isolano ben oltre i confini della nostra Sardegna, esorta già di per sé a riflessioni. Le facciamo immersi nella bellezza dei loro lavori, cercando di non banalizzare questioni importanti legate a modelli culturali ancora ben radicati nella nostra società ed è bello che succeda a Baradili, il “più corto” dei Comuni, ma ancora una volta è dai piccoli che possono partire iniziative che portano lontano.»
Quindici e venti luglio, dunque, ore 20.00, s’inizierà con i saluti di rito e poi quattro chiacchiere con gli autori. Con il calare delle tenebre, spazio alle proiezioni e poi spazio ai registi, critici cinematografici e operatori culturali.
“I corti nel paese più corto”, è finanziato dall’amministrazione comunale di Baradili e ha il sostegno economico della “Fondazione di Sardegna” e la collaborazione dell’Isre e della Cineteca sarda – Società Umanitaria.

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Prende il via venerdì 7 agosto, nel suggestivo scenario dell’ Ecomuseo Miniere Rosas, tra i monti di Terrubia, a Narcao, la seconda edizione della rassegna cinematografica “Cinema in miniera”, diretta dal regista e fotografo Ignazio Vacca. L’evento è realizzato con il patrocinio di Unione europea, Repubblica Italiana, Regione Autonoma della Sardegna, Piano Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e Associazione Miniere Rosas.
La rassegna cinematografica è parte integrante del progetto Rosas Villaggio Globale nell’ambito del Por Sardegna FErs 2014-2020, bando Culture Lab 2018 “Sostegno finanziario alle imprese del settore culturale e creativo per lo sviluppo di progetti culturali innovativi”, e finanziato con un contributo da parte della Direzione generale dell’Assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Sport e Spettacolo della Regione Autonoma della Sardegna.
L’Associazione miniere Rosas, nell’ambito del progetto Lab, sta dedicando uno spazio importante al cinema. Questa, dopo la scorsa edizione, è anche un’occasione assai speciale perché viene presentato per la prima volta – ha dichiarato il presidente dell’associazione Gianfranco Tunis – un film interamente girato a Rosas sulle condizioni di vita e di lavoro dei minatori e delle loro famiglie quando le miniere erano ancora attive>.
Un sito che, grazie ad un sapiente piano di recupero, è stato riqualificato come monumento di archeologia industriale, divenendo una struttura turistica moderna che ospita eventi e rassegne di livello nazionale.
Ad aprire la tre giorni, venerdì 7, nel massimo rispetto delle stringenti norme anti Covid -19, sarà la prima tappa mondiale del tour dedicato alla proiezione dei cortometraggi del concorsoVisioni Sarde 2020, la rassegna della Cineteca di Bologna dedicata al cinema sardo. Durante la serata saranno proiettati “Dakota dynamite” di Valerio Burli, “Destino” di Bonifacio Angius, “Fogu” di Alberta Raccis, “Fragmenta” di Angelica Demurtas, “Gabriel” di Enrico Pau, “L’abbraccio” di Simone Paderi, “Lasciami andare” di Roberto Carta e “Valerio” di Gianni Cesaraccio.
 

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Settantadue ore per scrivere, dirigere e montare un film. Certo si parla di cortometraggi, ma non è semplice in così poco tempo. Anche perché il regolamento non prevede una libertà totale, bisogna fare i conti con precisi paletti che rendono ancora più difficile e stimolante la sfida. Dall’estrazione del genere (la sorte ha scelto per tutti la commedia) all’inserimento forzato di una scena ambientata  in alcuni luoghi simbolo del paese e del suo territorio: la chiesa di San Pantaleo, la cascata di Triulintas, la foresta pietrificata, la stazione. È iniziato ieri (8 agosto) con un location scouting, organizzato in collaborazione con la Sardegna Film Commission, il contest che caratterizza CineMartist. Il festival andrà avanti sino a domenica quando verranno presentati i corti elaborati in questi giorni da gruppi di studenti di cinema arrivati a Martis dalle principali realtà che si occupano di formazione cinematografica in Sardegna: Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”, del Celcam dell’Università di Cagliari, del Laboratorio produzioni audiovisive offi_Cine del Dumas dell’Università di Sassari, del Csc Carbonia della Società Umanitaria. A giudicare i lavori una giuria formata da cinque professionisti dell’audiovisivo: i registi Matteo Incollu, Gianni Cesaraccio, Marco Antonio Pani e le direttrici della fotografia Sara Arango Ochoa e Federica Ortu. Un secondo premio sarà dato dal pubblico di Martis.

A completare il festival le proiezioni serali in piazza San Giovanni, dalle 21.15. Vetrina per giovani filmmaker, ma non solo con dei corti girati da registi affermati con il contributo di studenti di cinema. Come “Viaggio a Stoccolma” di Gabriella Rosaleva prodotto dall’Università di Sassari, in programma oggi (9 agosto).  La nota regista sarà presente a Martis per introdurre questo breve film dedicato a Grazia Deledda. Nella stessa serata i corti dei giovani filmmaker dell’Accademia Cristiano Mattei, “La favola del dente avvelenato”, Roberta Masala, “Se”, Manuel Soro, “Assassinosesso”, ma anche “L’ultimo miracolo” di Enrico Pau e “L’unica lezione” di Peter Marcias nati all’interno di laboratori del Celcam dell’università di Cagliari e già presentati alla Mostra del cinema di Venezia.

Domani (10 agosto) ancora uno sguardo a quanto si realizza all’interno di corsi cinematografici in Sardegna con “Futuro prossimo” di Salvatore Mereu, un estratto del documentario “A scuola di cinema” del direttore del Celcam Antioco Floris, due lavori prodotti dalla società Mommotty, “Ausonia” di Giulia Camba ed Elisa Meloni e “Le tessere perdute” di Simone Paderi, e altrettanti dalla Società Umanitaria di Carbonia, “Spot” e “Tre uomini e una troupe” diretto da Luca Pinna.

CineMartist è organizzato dal comune di Martis e dall’associazione Nuovo Circolo del Cinema in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” e la Fondazione Sardegna Film Commission.