22 November, 2024
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I segretari Ugl Massimo Ledda e Simone Testoni, sabato 4 settembre si recheranno assieme al direttivo a Buggerru, per commemorare l’eccidio del 1904, nel quale vennero uccisi quattro minatori e venne proclamato il primo sciopero generale d’Italia.
Per i sindacalisti Ugl si tratta di una data da ricordare doverosamente «prima di tutto per chi fa sindacato».
«Le attuali condizioni di lavoro soprattutto in miniera, sebbene significativamente migliorate rispetto al passato grazie all’immane sacrificio di migliaia di persone, non permettono ancora oggi di evitare incidenti gravi sul lavoro e disuguaglianze economiche. C’è un’altra ragione ideale che da sempre ci impone di onorare le persone, eventi e lotte del passato: la Sardegna non può perdere la memoria e quindi l’orgoglio di un cultura del lavoro, che adesso viene vissuta quasi come fosse una “macchia” da cancellare. Dobbiamo imparare a coniugare passato e presente se vogliamo costruire con intelligenza e civiltà il nostro futuro.»

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«L’innovazione del sistema energetico sardo passa necessariamente per la riconversione delle due centrali a carbone oggi presenti, a Portovesme e Fiumesanto. Se il futuro di Portovesme è ancora avvolto nell’incertezza, con Enel che non ha ancora preso posizione sul phase-out dal carbone al 2025, per Fiumesanto c’è una novità.»
Lo dichiarano i segretari territoriali della Ugl Chimici di Sassari e Cagliari Simone Testoni e Andrea Geraldo, a conclusione del tavolo Romano appena concluso, anche la centrale del nord Sardegna, con una potenza elettrica netta di 580 megawatt, ribadisce la volontà di mantenere attivo l’impianto e lancia un appello al governo.
«Se vogliono decarbonizzare pienamente e velocemente l’isola si può  convertire Fiumesanto a biomasse, come hanno fatto in altre realtà». Eph ha in corso la pratica per ricevere l’autorizzazione integrata ambientale, e ha presentato la documentazione per realizzare le migliori tecniche di produzione disponibili in loco. Kretinsky, pronto a lanciare una offerta con A2A per rilevare Sorgenia, ritiene che in due anni l’impianto possa essere riconvertito senza danni per l’occupazione, «si incrementerebbe l’attività produttiva locale, sostiene il segretario Ugl Simone Testoni» e non chiude peraltro la porta al metano.
«Se il rilancio dell’industria energetica regionale deve passare per la metanizzazione, siamo pronti ad offrire la nostra esperienza sindacale per agevolare la flessibilità del lavoro e la conversione delle professionalità», incalza Andrea Geraldo, sindacalista Ugl Chimici Cagliari.
I segretari della Ugl Chimici, infine, dichiarano che da solo il collegamento ad alta tensione Sardegna-Sicilia-Campania non risolve i problemi energetici sardi.
«Non crediamo possa fornire la sicurezza piena al sistema sardo e ridurrebbe l’attività economica e lavorativa.»

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«A breve si conoscerà la data di convocazione del tavolo tecnico che in Assessorato affronterà la vertenza: saranno concertate le proposte che possano garantire un futuro ai lavoratori della miniera, con il contratto in scadenza a novembre 2021.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, al termine dell’incontro di questo pomeriggio nel sito minerario di bauxite ad Olmedo. Secondo l’assessore, «le soluzioni prospettate sono diverse e nei prossimi giorni verrà verificata la loro fattibilità. Sono convinta di trovare un’adeguata e concreta soluzione».

«La vertenza della miniera di Olmedo riaperta il 4 settembre scorso, ha portato le prime dichiarazioni positive da parte degli esponenti regionali – ha commentato Simone Testoni, segretario Territoriale Ugl, al termine dell’incontro con l’assessore Anita Pili – attendiamo l’apertura del tavolo regionale per confrontarci con le parti coinvolte, dalla società Igea spa e gli assessorati del Lavoro e dell’Industria.»

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Anche la UGL sarda rivendica l’insularità in Costituzione.
«La Costituzione del 1948 contemplava al terzo comma dell’art. 119 un puntuale riferimento all’insularità – si legge in una nota del segretario territoriale Simone Testoni -. Le isole venivano considerate realtà svantaggiate dal punto di vista geografico, economico e sociale, da valorizzare ed alle quali destinare incentivi. Il legislatore costituzionale del 2001 ha, sprovvedutamente, eliminato dall’art. 119 ogni riferimento all’insularità, senza ridisciplinare la distintiva condizione delle zone insulari, dimenticando la loro evidente condizione di disequilibrio, dovuta alla collocazione nello spazio; situazione che incide sul trasporto, sul commercio, sul diritto alla salute e sull’istruzione. Dunque le Isole non hanno più avuto un trattamento specifico che tenesse conto della loro peculiarità e fragilità. Per di più, nonostante i trattati comunitari e internazionali, che riconoscono il principio di insularità, gli abitanti delle isole continuano ad avere uno svantaggio infrastrutturale e strutturale che impedisce di avere pari opportunità con il resto dei connazionali e dei cittadini europei. Ciò accade in considerazione della disciplina della concorrenza, elemento essenziale dell’integrazione europea, articolata su due aspetti principali: il controllo sul comportamento delle imprese in materia d’intese e concentrazioni; la limitazione degli aiuti di Stato ai produttori nazionali. Dunque, per l’Europa, la disciplina degli aiuti di Stato è prevalente rispetto a qualsiasi altro diritto.»
«La questione dell’insularità – conclude Simone Testoni – è stata affrontata più volte nel Parlamento europeo che, infatti, nel 1997 adottò una risoluzione per avviare «una politica integrata adeguata alla specificità delle regioni insulari dell’Unione europea» e poi, nel 1998, con il Trattato di Amsterdam, con il quale l’Europa riconobbe il principio che è necessario ridurre il divario esistente tra i livelli di sviluppo dei vari territori e colmare il ritardo delle regioni meno favorite, come le isole. Oltre non si è andati, nell’arco di più di dieci anni. Oggi la Sardegna la rivendica a gran voce e la nostra organizzazione sarà al fianco del Sardi nella legittimità richiesta.»

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«Mi farò portavoce delle vostre istanze con il presidente della Regione e con l’assessore all’Industria. Il Consiglio regionale è vicino ai lavoratori e, di concerto con la Giunta, cercherà di trovare  soluzioni occupazionali durature e di ampio respiro.»

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha partecipato, questa mattina nella miniera di Bauxite di  Olmedo in occasione del terzo anniversario della prima occupazione nel sottosuolo del sito, ad un incontro con i lavoratori e i sindacati.

«Sono qui con voi – ha detto il presidente Michele Pais – per testimoniare direttamente la vicinanza personale e del Consiglio regionale a voi e alle vostre famiglie. Il territorio del nord-ovest Sardegna non può permettersi di perdere neanche un posto di lavoro  e la Giunta Solinas ha fatto di tale obiettivo una priorità.»

Il presidente del Consiglio ha precisato che saranno vagliate opportunità e soluzioni alternative  per la riconversione della miniera garantendo così i posti occupazionali per i lavoratori, ipotesi, per altro, su cui il Governo regionale è già impegnato.

Il segretario regionale del sindacato UGL Chimici, Simone Testoni, ha ricordato durante l’incontro,  il conseguimento del contratto part-time e a tempo determinato, con scadenza il  30 novembre 2021, sottoscritto nel mese di aprile con Igea, grazie all’intervento del presidente della Regione Christian Solinas per risolvere la situazione emergenziale.

I minatori della miniera di Bauxite hanno voglia di riscatto – ha aggiunto Simone Testoni – ma la politica regionale deve dirci cosa intende fare della miniera.

«Il presidente Michele Pais ha ascoltato con interesse le nostre richieste e ha garantito il suo impegno per portare le nostre rivendicazioni all’attenzione del Consiglio e della Giunta – ha spiegato il segretario confederale Ugl Sardegna -. Per noi il punto fermo è che la miniera non deve chiudere. Sono passati 3 anni esatti dall’occupazione iniziata il 4 settembre del 2016. La nostra lotta ha portato alla sottoscrizione di contratti a tempo determinato e part time, ma questo non può bastare.»

«Non è un grido di disperazione, ma voglia di riscatto dei minatori: la politica regionale deve dirci cosa intende fare del sito, per questo – conclude Simone Testoni – chiediamo che l’indirizzo non sia quello della chiusura.»

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«La crisi di Governo non metta a rischio le fasce più deboli della società.»

Lo dice Simone Testoni, segretario confederale Ugl Sardegna.
»La nostra preoccupazione è per le fasce più deboli – aggiunge Simone Testoni – la crisi politica nazionale a cui stiamo assistendo é a dir poco preoccupante e a farne le spese potrebbero essere, come spesso accade in questi casi, gli ultimi. Il protrarsi di questa crisi potrebbe gravare su molti posti di lavoro, dato le innumerevoli vertenze aperte. Confidiamo nel buon senso del presidente della Repubblica – conclude Simone Testoni – affinché prenda la decisione nel rispetto dei principi della democrazia.»

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Per i prossimi 3 anni i 27 lavoratori della miniera di bauxite di Olmedo (Sassari) lavoreranno alle dipendenze di Igea nell’ambito della convenzione Ati-Ifras relativa ai siti minerari dismessi.

La notizia al termine di un incontro fra i lavoratori, il presidente del Consiglio Michele Pais, l’amministratore unico di Igea Michele Caria ed il segretario dell’Ugl Simone Testoni. «Sono molto soddisfatto – ha dichiarato il presidente del Consiglio – per la soluzione positiva, lungamente attesa, di una vertenza difficile che dà finalmente ai lavoratori un futuro di certezze e stabilità.»

«Con la mia presenza qui nella miniera – ha concluso il presidente – ho voluto anche dare la prima testimonianza concreta dell’impegno annunciato fin dal primo giorno del mio insediamento: operare attivamente con meno forma e più sostanza interpretando in modo dinamico il ruolo di una istituzione che non si chiude nel palazzo e sceglie di stare fra la gente.»

 

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Niente da fare, gli operai della miniera di bauxite di Olmedo sono destinati a tornare a casa. A quattro minatori è scaduta la mobilità, ad altrettanti sta per scadere la disoccupazione, a diciassette colleghi ai quali non è stato prorogato il contratto con Igea, in scadenza il prossimo 31 dicembre. A nessuno di loro potrà essere applicato alcuno strumento di sostegno al reddito, perché non hanno maturato i requisiti.

Emergenza occupazionale ma anche di sicurezza, visto che dal 1° gennaio l’unica miniera di bauxite ancora attiva nell’isola, con una disponibilità di 30 milioni di metri cubi di materiale da estrarre, rimarrà incustodita. «I perimetri – spiega Simone Testoni dell’Ugl – non sono recintati e se dovesse entrare qualcuno le conseguenze potrebbero essere gravissime». Simone Testoni si rivolge al ministro dell’Interno, Matteo Salvini «perché è un serio problema per la collettività».

La notizia è stata comunicata ai lavoratori e ai rappresentanti sindacali dall’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, nel corso di un incontro tenutosi a Cagliari.

«Non ci aspettavamo un epilogo così negativo – conclude Simone Testoni -. Restiamo al fianco dei lavoratori e continueremo ad adoperarci per cercare una soluzione.»

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«Allo stato sembra essere un periodo finestra che si apre e non una vera riforma, peraltro costituisce una delle ipotesi di accesso al pensionamento anticipato oltre quelle che già esistono dal 2012, non sostituisce quelle che già esistono, peraltro su base volontaria per chi abbia maturato i requisiti.» 

Simone Testoni, segretario generale dell’Ugl di Nuoro, interviene sulla questione “Quota 100 Superamento della Legge Fornero prospettive occupazionali” e prova a fare un po’ di chiarezza su uno dei temi caldi del momento.

«Presuppone un requisito contributivo abbastanza cospicuo – spiega il sindacalista dell’UGL – perché 38 anni di contributi sono quelli che hanno messo da parte i nati negli anni ’50. Più avanti si va e più la contribuzione si riduce, per la frammentarietà, per la disoccupazione, la così detta precarietà. La vedo come una ipotesi aggiuntiva, anche se ho la sensazione che sarà più appetibile per le imprese che devono sfoltire i ranghi mandando a casa i lavoratori anziani e non dai lavoratori anziani stessi. Dai dati che abbiamo – evidenzia Simone Testoni – si potrebbe creare oltre 50mila nuovi posti di lavoro; come organizzazione sindacale spingiamo tantissimo per questa riforma, o periodo finestra, perché riteniamo che sia il punto di partenza per ricreare occupazione. Basta vedere i dati sconcertanti, qui in Sardegna abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 50%.»

«Non è possibile mandare in pensione la gente a 67 anni – punta il dito Sandro Pilleri, segretario generale dell’Ugl Sardegna – alle scorse elezioni tutto il centrodestra ha presentato un programma per la destrutturazione della legge Fornero, la Lega lo ha fatto suo e lo ha messo nel programma. Non è un provvedimento che si può risolvere in un anno o in tre anni, però è un primo risultato, che potrebbe portare a un lento, ma inesorabile, cambiamento di indirizzo.»

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Sono a dir poco allarmanti i dati forniti dall’ultimo Rapporto Caritas: il 67% degli abitanti in Sardegna è al di sotto della  soglia di povertà.  Dati che riprendono vigore oggi, nella giornata che l’Organizzazione delle Nazioni Unite dedica al contrasto delle povertà e che stridono con alcune stime Istat, risultate sin troppo ottimistiche. 

«Abbiamo necessità di reinserimenti sociali mirati, di politiche attive del lavoro, non possiamo continuare a far finta di niente: dobbiamo tutti essere impegnati in uno sforzo comune, dai Sindaci ai prefetti Sardi, per arrivare ai politici regionali e nazionali – dice Simone Testoni (UGL) -. La Sardegna sta collassando e le soluzioni per dare impulso alla ripresa sono molteplici: ad esempio è necessario pianificare la realizzazione di servizi innovativi per l’accoglienza turistica, oltre a far ripartire l’edilizia, settore in cui l’occupazione risulta ai minimi storici.»

«Un piano straordinario di investimenti che coinvolga i settori produttivi in crisi e quelli in via di sviluppo, per evitare che i giovani più fortunati si trasferiscano nel resto della penisola o all’estero, e condannare quelli che restano all’isolamento e all’impoverimento economico e sociale – aggiunge Simone Testoni -. L’appello al senso di responsabilità deve partire dalle comunità locali per poi coinvolgere le istituzioni regionali e nazionali. Abbiamo bisogno di una svolta – conclude Simone Testoni -, dobbiamo rialzare la testa e riprenderci ciò che ci è stato tolto: il lavoro è dignità e i Sardi da troppo tempo sono stati lasciati soli.»