19 December, 2024
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Il 1° luglio, al Teatro Si ‘e Boi di Selargius, il coreografo e danzatore Carlo Massari porta in scena la creazione “Beast Without Beauty”, un lavoro che tenta di raccontare le miserie umane e le complessità delle relazioni.

Quindicesimo appuntamento di Cortoindanza/Logos 2019, la rassegna di danza contemporanea diretta da Simonetta Pusceddu

La lotta, la violenza taciuta, subdola, che fa male e colpisce sia in termini psicologici che fisici. Quella pressione che genera equilibri distorti e “bestiali” di relazione tra un individuo e l’altro, che si estende e genera un’erosione tra due corpi, tra diverse persone, tra stati. Carlo Massari, coreografo, danzatore e direttore artistico della C&C Company porta in scena il 1° luglio, alle 21.00, insieme a Emanuele Rosa e Giuseppina Randi la creazione “Beast Without Beauty” (“bestia senza bellezza” – produzione C&C Company, Italia) a Selargius, al Si’ e Boi, l’edificio oggi ristrutturato e trasformato in uno splendido teatro che un tempo ospitava la vecchia distilleria a vapore. Quindicesimo appuntamento di “Cortoindanza/Logos. Un ponte verso l’Europa” edizione 2019, la rassegna di danza contemporanea diretta da Simonetta Pusceddu, che partita a maggio, si svolgerà fino a novembre.

 

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Danza, arte circense, teatro, arte visiva. Riparte il progetto “Cortoindanza/Logos. Un ponte verso l’Europa”: il luogo che racconta, unisce e coniuga arte, spettacolo e memoria storica come strumento fondamentale per originali percorsi di creazione artistica, attraverso l’interazione tra i linguaggi dell’arte contemporanea e alcuni siti di memoria che rappresentino la cultura e la storia della Sardegna. La dodicesima edizione della rassegna internazionale di danza, promossa e organizzata da Simonetta Pusceddu per Tersicorea, prosegue il dialogo profondo tra i linguaggi artistici, le culture in movimento e i luoghi di straordinaria bellezza della nostra isola.

Come sempre diversi e molto attuali i temi delle creazioni, in cui domina l’indagine sulle relazioni umane, l’isolamento, il dolore e l’amore, la carezza e la violenza; il mito eterno delle donne guerriere pronte a difendere la propria indipendenza a colpi di spada o tiri di freccia; la difficoltà nel prendere decisioni e a restare incastrati nella gabbia dei nostri stessi pensieri in un gioco continuo di perdita e equilibrio; l’ipocrisia che si cela dietro l’immagine pubblicitaria della perfetta casalinga; l’attitudine umana a migrare, cercare frontiere metaforiche, reali o persino virtuali; le molteplicità della relazione con se stessi; la fragilità dell’uomo tra realtà ed il sogno; i conflitti interiori che si proiettano sulle relazioni; la follia che vive in ciascuno di noi; la miseria e la crudeltà umana nelle relazioni; le debolezze, le paure dell’animo umano, lo spazio condiviso come centro della relazione interpersonale.

Protagonisti anche quest’anno un’equipe di oltre 50 artisti provenienti da tutta Europa e dal mondo, in un percorso di oltre venti progetti coreografici tra danza, rappresentazione teatrale, video-arte, fotografia e luce, tra i quali anche alcuni selezionati tra i finalisti del Cortoindanza 2018. Il festival anche quest’anno si snoderà fino a novembre tra nove luoghi di archeologia industriale, di fede e di storia, tra i più belli suggestivi di Cagliari e dintorni (Ex Lazzaretto; Spazio teatrale T.Off; Fucina Teatro La Vetreria di Pirri; Ex Art Cagliari; Orto Botanico di Cagliari; Teatro Si ‘e Boi ed Ex distilleria a Vapore a Selargius; Teatro Romano di Nora; Chiesa San Giuliano).

«Si tratta di un progetto originale che ha il duplice scopo di raccontare e contaminare i linguaggi dell’arte contemporanea attraverso il patrimonio storico/culturale e lo spettacolo dal vivo e di consolidare il sistema della cooperazione, integrata, collegata, decentrata, partecipata, concertata e di qualità, sia di natura locale, nazionale che internazionale», spiega Simonetta Pusceddu, direttrice artistica.

 

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Arte circense, teatro danza, teatro fisico, arte visiva. Domenica 5 maggio nello spazio teatrale T.Off Tersicorea (via Nazario Sauro, 6 – Cagliari) alle 21.00 va in scena “Jakob figlio di nessuno” di e con Jonathan Frau, anteprima della rassegna “Logos, un ponte verso l’Europa” diretta da Simonetta Pusceddu: i linguaggi dell’arte contemporanea tra spettacolo e memoria storica, che anche quest’anno si articolerà da maggio a novembre e di cui a breve verrà presentato il programma completo. Jakob è un personaggio incastrato nella sua marionetta alla ricerca dei limiti delle possibilità del corpo dove equilibri, torsioni, acrobatica, danno vita a quest’oggetto inanimato. Jakob e la sua marionetta ha un segreto da raccontare semplice e diretto, fragile e forte, emotivamente sincero, fisicamente estremo.

«Cerco in questa solitudine una complicità tra Jakob e la sua parte inanimata per creare pretesti emotivamente forti, incontri umani, dare vita alla marionetta, animare Jakob, animare il momento! Pretesti che stimolano le emozioni. Arte morta e arte vivente, dare vita all’inanimato, dargli un cuore», spiega Jonathan Frau, affiancato dalla tutor Marie-Céline Daubagna in questo progetto coprodotto da Tersicorea e Zerogrammi di Torino.

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La bellezza del rito antico della produzione del pane sublimata dalla poesia del linguaggio del corpo, della danza. L’arte come strumento per riattivare la memoria e l’identità di un luogo, reinterpretarlo e raccontarlo, in una rispettosa armonia tra spazio e tempo, corpo e ambiente, architettura e movimento, luci naturali e arti visive. Le donne panificatrici settimesi e il processo “sacro” di “spongiai su pani”, ovvero lavorare l’impasto della farina con le nocche delle dita a pugno, scandiscono il tempo della memoria con il ritmo ed il suono del setaccio agitato dalla novantacinquenne “madre del pane” Bonaria Ghironi, ed entrano nella drammaturgia della creazione insieme agli artisti in scena. «Sì, perché il setaccio è una vera musica, è una musica», spiega sorridendo l’anziana panificatrice. Un quadro questo, “Wall Paper”, di pura poesia e danza dipinto all’interno di “Interconnessioni”, il progetto di residenza organizzato dall’associazione Tersicorea diretta da Simonetta Pusceddu, in collaborazione con il Comune di Settimo San Pietro, che partito a ottobre si è appena concluso, articolandosi tra i luoghi più significativi del paese conosciuto anche come “Septimo ab urbe lapide” (che indicava in latino la distanza di sette miglia da Karalis). Un profondo intreccio di sinergie tra danza, arte circense, teatro fisico, saperi della comunità, persone, spazi culturali e creazione artistica in un percorso umano e poetico che ha coinvolto dieci artisti-danzatori di livello internazionale e un collettivo di artisti “erranti” locali e si è sviluppato attraverso processi artistici, studi, proiezioni, laboratori, anteprime, spettacoli, con uno sguardo particolare ai bambini delle scuole primarie ed elementari.

Sedi del progetto di residenza alcuni tra i siti più importanti del territorio di Settimo San Pietro quali il sito nuragico “Cuccuru Nuraxi” con il suo antico tempio sotterraneo dedicato al culto dell’acqua; “L’Arca del Tempo”, il museo multimediale e centro di sperimentazione beni culturali e archeologici, con le sue attività espositive che consentono di fare un viaggio nel tempo di quattro millenni; “Casa Dessy”, la tipica “domus a corte” dell’800; l’”Antico Molino” conosciuto per la tradizionale lavorazione del grano ed il Borgo del Pane, con i suoi laboratori che ancora mantengono vivo il metodo della panificazione con il lievito madre e la pratica di un’antica tradizione, risorsa tra le più preziose del paese.

«La Sardegna finalmente è entrata attraverso l’articolo 43 del decreto ministeriale (MiBAC) del 2017 nell’accordo di programma dell’intesa tra Stato e Regioni relativa alle Residenze Artistiche per il triennio 2018-2020 sottolinea Simonetta Pusceddu, direttrice artistica -. Su tre proposte accolte dalla Regione Sardegna, due riguardano il teatro e una sola la danza, con “Interconnessioni”. Un progetto che permette una mobilità di artisti in residenza in piccoli comuni, garantendo la continuità del programma di lavoro per stimolare la ricerca dal punto di vista artistico, culturale, antropologico e poetico, attraverso gli intrecci dei linguaggi dell’arte contemporanea tra la comunità, i luoghi e il territorio coinvolto».

Dal 10 al 20 novembre il paese si è trasformato in un teatro a cielo aperto tra canti e danze, animato da coreografi, registi circensi, artisti visivi, musicisti e attori, in un armonico accordo fra tradizione e attualità, sulle note classiche della violinista Elsa Paglietti e della banda musicale del paese, treno itinerante, fiabesco e nostalgico della memoria, tra le storiche vie del paese e le suggestive “lollas”. Un bel viaggio testimoniato dalle intense immagini in bianco e nero nella mostra fotografica di Federica Zedda e dal docu-film di Massimo Gasole. Un contatto importante che ha permesso di sviluppare i concept dei diversi processi creativi incentrati sul tema specifico dell’identità nelle sue varie forme. Come l’identità umana indagata nei suoi vari strati che si accumulano, nascondendo debolezze e sentimenti in Wall Paper di e con Sara Angius (originaria di Sassari ma d’adozione e formazione milanese), con la partecipazione della ballerina Loretta D’Antuono (Milano), dei tutor Anthony Mathieu e Simonetta Pusceddu, e delle donne panificatrici del Borgo del Pane di Settimo San Pietro: «Queste donne per me rappresentano un interessante contrasto, la semplicità e l’onestà del gesto di fare il pane ed anche un certo ritmo metodico ma naturale, in opposizione all’artificio rappresentato da due personaggi-danzatrici che interagiscono in scena», ha commentato l’autrice. O l’identità che cela l’inquietudine e la fragilità di una giovane donna protagonista di una sorta di favola noir dedicata al dubbio e all’incertezza dell’esistenza in Simposio del Silenzio, di e con Lucrezia Maimone supportata dal tutoraggio del coreografo e danzatore Stefano Mazzotta della Compagnia Zerogrammi (Torno). Una creazione che trae ispirazione dai capitoli diversi di Lorenzo Mattotti, uno dei più importati illustratori e fumettisti italiani, che racchiudono i suoi tre universi Oltremai, Labirinti e Chimera. «Simposio parte da Oltremai per fare un tuffo verso l’ignoto e nella parte più profonda di noi, dove risiede la nostra più pura essenza». Con la video artist Federica Lì ha presentato inoltre un breve filmato di video-art girato a Villa Dorri sempre dedicato alla stessa creazione.

E ancora il tema dell’identità come azione orientata verso le radici culturali e antropologiche dell’individuo e della sua terra nelle due creazioni ICI, là-bas (Qui e là) e A solo con Gramsci, di e con Clotilde Tiradritti, con Marianne Rachmul e le musiche di Patrick Motoian. «Danzo per abbattere le barriere. Non volevo parlare del pensiero politico di Gramsci, ma della sua prigione interiore, quella che impedisce di realizzarsi, e delle difficoltà dell’essere umano nell’accettare l’altro, lo straniero, l’intruso, l’altro sé», ha raccontato la danzatrice e coreografa toscana formatasi in Italia e residente in Francia da diversi anni, che a Settimo San Pietro con la sua Compagnia “Heliotropion” (Parigi) ha sviluppato questo percorso di residenza suddiviso in due parti lavorando anche sulla voce e sul canto sardo affiancata da Elena Ledda. »Come danzatrice lavoro anche sulla voce, ma con il corpo. Ho avuto l’occasione qui di incontrare Elena che mi ha dato la possibilità non solo di utilizzare due suoi canti, ma anche di essere diretta nell’uso della voce e soprattutto in lingua sarda. È la prima volta che canto in sardo, una lingua che amo, come la Sardegna».

Per i duecento bambini settimesi della scuola primaria ed elementare un grande successo anche con le “interconnessioni” del matinèe tra brivido e divertimento nei due spettacoli a Casa Dessy, con alcuni dei più bravi maestri della giocoleria mondiale e arte circense. La paura che offusca la percezione e travolge l’uomo in un limbo di perdizione nello spettacolo “Medo” di e con Lorenzo Crivellari (Italia) e l’universo fantastico di “El misterio del interior” con il personaggio spassoso e carismatico Mr Spark, in un connubio fresco e innovativo tra teatro fisico e circo, di e con Salvador Riba Megias (Spagna).

«La creatività è davvero un atto politico, e io sposo appieno questo punto di vista, perché non è semplicissimo comunicare l’importanza dell’arte. Noi lo abbiamo fatto soprattutto con i giovani, con i ragazzi delle scuole, e credo che questo sia un bellissimo risultato ottenuto grazie alla partecipazione di tutti e al coinvolgimento degli spazi più significativi di Settimo e quindi fondendo le tradizioni, i luoghi con l’arte e la creatività, valori importanti da comunicare alla nostra collettività», ha sottolineato nella serata conclusiva il Sindaco di Settimo San Pietro, Gian Luigi Puddu.

Allegria, sorrisi, numeri di giocoleria e clowneria anche con la carovana degli “Erranti”, gli Artisti dei Cantieri Itineranti che hanno colorato ed animato le vie del paese. E ancora tra le iniziative del progetto di Tersicorea il laboratorio di disegno/scrittura creativa sempre sulla tematica dell’identità, condotto dall’artista venezuelano Gerardo Jonas Gouveia Villarroell (esperto artista visivo di pittura, grafica e disegno), il laboratorio/incontro con le donne panificatrici e il lab di arte circense condotto dall’artista Lorenzo Crivellari. «Quello che mi affascina di questi progetti di residenza, e spero di riuscire in questi intenti, è quello di suscitare amore per l’arte. L’arte apre dei canali di amicizia, ha il potere magico di creare una relazione con gli abitanti e i saperi dei luoghi, sono canali sani – spiega Simonetta Pusceddu -. Interconnetterci, vuol dire intrecciarci, vuol dire mostrarci, rivelarci. Senza avere mai la presunzione di stare su un piedistallo, nessuno di noi».

 

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L’opera e la vita dello scultore Costantino Nivola al centro del laboratorio di teatro fisico “Insomnia/Nivola”, un originale percorso di creazione artistica tra memoria storica e i linguaggi dell’arte contemporanea, organizzato da Tersicorea in occasione della manifestazione promossa dal comune di Cagliari “Cagliari Paesaggio” con la direzione artistica di Simonetta Pusceddu. Un laboratorio d’azione creativo e poetico che, partito il 20 settembre, si concluderà con la rappresentazione in scena a Cagliari, il 28 e il 29 settembre, di quindici artisti provenienti dalla Spagna, Italia, Francia e Inghilterra in sinergia con gli artisti locali.

Venerdì 28 settembre la prima si terrà al T.Off, alle ore 21.00, mentre il giorno dopo, sabato 29 settembre, sarà all’Orto dei Cappuccini, nelle due repliche delle 18.45 la prima e delle ore 20.00 la seconda. Il lavoro artistico è guidato dal regista-drammaturgo Anthony Mathieu e dalla coreografa Lucrezia Maimone, sulle musiche del musicista Christian Maddalena. Un progetto originale che nasce con l’obiettivo di sperimentare e raccontare il patrimonio culturale materiale e immateriale della Sardegna attraverso la danza, il teatro fisico, l’arte circense, e che trae ispirazione dalle opere dello scultore Costantino Nivola il cui rapporto con la terra ha avuto un profondo impatto sulla sua visione del mondo, delle sue opere e dell’arte contemporanea. Una creazione che ripercorre un viaggio affascinante nei ricordi e nelle scritture di un grande artista e momento importante di incontro e di scambio artistico tra artisti europei e il pubblico locale.

«Il lavoro verte sull’importanza delle radici nei processi creativi e nei processi della vita. Parleremo della Sardegna nascosta dietro la velocità, danzeremo il tempo dei costruttori di muri e di quando i viaggi erano lunghi e il pane era l’oro del paese. “Silenzio, vento e pecore controluce”», spiega Simonetta Pusceddu.

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“Logos. Un ponte verso l’Europa”, la rassegna internazionale di danza contemporanea diretta da Simonetta Pusceddu porta avanti il dialogo profondo fra danza, arte circense, musica, teatro, arte visiva creando “Un ponte verso l’Europa” attraverso il coinvolgimento di oltre cinquanta artisti in mobilità nel Vecchio Continente.

La chiusura di questa parte estiva (23° spettacolo) è affidata alla creazione collettiva “Il sentiero di Kappa” in scena l’8 agosto al T.OFF, e in replica il 7 e il 9 agosto, visto il numero di richieste di partecipazione, sempre al T.Off, via Nazario Sauro n.6, a Cagliari, alle ore 21.00.

Un appuntamento dedicato alla poetica del grande regista teatrale Tadeusz Kantor, tra i maggiori teorici del Teatro del Novecento e pioniere delle avanguardie teatrali, per festeggiare i trent’anni di Tersicorea, l’associazione culturale cagliaritana che da tre decadi porta avanti l’azione di promozione e sostegno dei giovani artisti, dove il linguaggio della danza è strumento di comunicazione tra arte, territorio e patrimonio culturale. Uno spettacolo scritto da Anthony Mathieu, con la regia e coreografia di Simonetta Pusceddu.

Una passeggiata sulla scena come in un cimitero, ricercando le tracce di questa vita che poco fa ci emozionava tanto”. Da queste riflessioni del drammaturgo polacco nasce l’ispirazione per questa prima forma di spettacolo (non una rappresentazione). Un percorso straordinario nella memoria, in cui il desiderio è quello di costruire una scena kantoriana popolata da legni, ferri vecchi arrugginiti, oggetti strappati alla morte, sospesi tra passato e infinito. Oggetti che Kantor amava definire poveri, oggetti senza dignità d’uso quotidiano, che appunto perché tali riportano alla luce gesti, suoni, odori, familiarità, emozioni. Attori che popolano la scena con presenze che non hanno nulla di vivo, reale, ma richiamano alla mente morti vaganti, fantasmi. In scena: Anthony Mathieu ed Antonio Piovanelli, con la partecipazione di Lucrezia Maimone; Ideazione e luci: Gerardo Jonas Gouveia Villarroel; Make-up, Federica Liseni. Una co-produzione internazionale di Tersicorea (Cagliari, Italia), Théatre Crac (Nimes, Francia) e Scaraboum (Avignon, Francia). Con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, Comune di cagliari, MIBACT. Contributo di residenza artistica 2018: Centro di Produzione Twain e Associazione Vera Stasi /Progetti per la Scena – Tuscania.

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Prima nazionale al Teatro delle Saline, lunedì 2 luglio, per la chiusura della XI edizione del Festival Cortoindanza, organizzato da Tersicorea sotto la direzione artistica di Simonetta Pusceddu. Alle ore 21.00, la creazione francese “Boucle”, coreografia ed interprete Xuan Le, a cui è stato assegnato lo scorso anno il riconoscimento alla migliore scrittura coreografica al Cortoindanza 2017, pari merito con Deux Rien di Clément Belhache e Caroline Maydat.

I nostri movimenti sono un mezzo per permetterci di proiettarci nel nostro percorso di vita: andare lontano, girare intorno, finire in nessun luogo, tornare indietro, essere attirati, cambiare direzione. Specialista mondiale nel pattinaggio, ha unito questo talento con quello della danza contemporanea. Attraverso “Boucle” l’artista francese (padre vietnamita e madre di origine spagnola) esplora ed esprime con una grazia e un’armonia straordinarie la relazione che sviluppiamo attraverso il movimento nelle nostre vite e i diversi stati fisico-emozionali. Il suo spostamento nello spazio è perpetuo fino a rendere il suo corpo fluido, armonico, etereo, irraggiungibile nella vita reale come se non avesse i pattini. Xuan Le porta la sua poetica e bellezza artistica ed il suo eccezionale virtuosismo al servizio della creazione, disegnando nell’aria stupendi arabeschi.

Campione di Slalom Freestyle sui pattini della Francia e 6° Campionato del Mondo, danza presso Kafig Company, Bissextile, Cirque Eloize, Xuan Le è nato in Francia, è cittadino francese di padre vietnamita e madre di origine spagnola. È il figlio del regista Lam Lê, che ha diretto, tra gli altri, il bel film ‘Công binh. La lunga notte indocinese il cui tema è lo sfruttamento dei lavoratori di origine indonesiana durante la seconda guerra mondiale.

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Logos, il luogo che racconta, sceglie, raccoglie ed unisce, crea una dimensione culturale, artistica ed una dialettica tra l’artista e il pubblico, tra i luoghi e l’arte performativa. Logos, è il dialogo profondo e interattivo fra danza, arte circense, musica, teatro, arte visiva, che si apre nella rassegna internazionale di danza contemporanea “Cortoindanza/Logos. Un ponte verso l’Europa”, promossa e organizzata da Tersicorea che prende il via oggi, al Lazzaretto di Cagliari alle 21.00.

Un ampio programma che si articolerà in questa prima fase estiva tra diversi spazi urbani e culturali della città e un ampio cartellone di dieci spettacoli e diciotto titoli, fino all’8 agosto. In arrivo oltre cinquanta artisti in mobilità per l’Europa provenienti Francia, Spagna, Italia, Armenia, Germania, Colombia, Messico. L’arte unita alla dimensione storica dei luoghi servirà come cassa di risonanza per le azioni artistiche intraprese nei siti individuati per la realizzazione del progetto, in occasione dell’anno del Patrimonio Culturale Europeo 2018.

Al centro le culture in movimento, i processi creativi, la contaminazione tra i linguaggi artistici e culturali, i cantieri permanenti e le residenze artistiche, le esperienze di scambio individuali e collettive e di relazioni fra i giovani artisti d’Europa e del mondo e il pubblico locale, i luoghi storici legati all’arte e alla tradizione culturale. Strumenti trasversali d’intervento per il sostegno del sistema culturale locale, attraverso la formazione degli artisti emergenti, la promozione delle produzioni e la valorizzazione del patrimonio comune europeo (monumenti storici, religiosi, industriali, tradizioni) quale importante valore condiviso che l’associazione Tersicorea, centro di formazione, diffusione e produzione della danza contemporanea e del teatro diretta da Simonetta Pusceddu, sostiene ormai da oltre vent’anni. Dal 2008 il lavoro di valorizzazione e circolazione delle produzioni d’avanguardia nel settore della danza ha preso il via anche grazie a Med’Arte, il network internazionale che attraverso un protocollo d’intesa ha la finalità di favorire la formazione, la creazione e la ricerca artistica, la multidisciplinarietà e il dialogo interegenerazionale.

“Logos. Un ponte verso l’Europa”, come un grande palcoscenico europeo, a Cagliari, che si estende simbolicamente su sette significativi luoghi della città, come quelli di culto e di storia quali la Cava Arte Contemporanea (CARTEC), il Lazzaretto Sant’Elia e la Galleria rifugio di Don Bosco, o di archeologia industriale come il Teatro delle Saline e la Manifattura Tabacchi, i siti naturali e paesaggistici come l’Orto Botanico con la Cava punico-romana e la Cisterna romana, e i consueti spazi non convenzionali quali il T.Off, officina delle arti sceniche e performative. Luoghi d’eccezione di grande fascino e una vetrina coreutica internazionale negli spazi storici riconfigurati per l’arte. Per tutti i siti di memoria ci sarà un percorso nella storia dei luoghi narrato dall’attore Giuseppe Boy.

Un programma intenso che si propone di creare un dialogo tra generazioni diverse di artisti indipendenti che condividono l’uso dei codici comunicativi dell’arte contemporanea e l’idea della danza quale linguaggio puro, libero e autentico e il confronto con le compagnie di grande maturità artistica del panorama regionale/nazionale/internazionale, le cui esperienze si spingono oltre confine.

 

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Il 29 e il 30 dicembre Tersicorea chiude l’anno con due appuntamenti extra inseriti nella terza edizione della rassegna di danza contemporanea “Sulle Orme – Il Mediterraneo, Il Corpo, Il Viaggio” diretta da Simonetta Pusceddu, e realizzati in co-organizzazione con CEDAC (Circuito Multidisciplinare Settore Danza).

Venerdì 29 dicembre al Teatro La Vetreria (Pirri) alle 20.30 sarà la volta della creazione “Nostos” della compagnia Circadì, con la drammaturgia di Lucrezia Maimone, protagonista anche in scena insieme a Sebastiàn Sobrado. Un romantica astrazione degli homeless che si ispira all’universo di Charlot e “Buster” Keaton, raccontata attraverso il corpo, i gesti e i movimenti, in un dialogo ininterrotto fra le discipline della danza e dell’arte scenica circense. I due danzatori/attori in scena creano e smontano gli stereotipi della vita ordinaria di una coppia come tante, tra grande senso dell’umorismo e dramma esistenziale. Incastrati in un susseguirsi di quadri malinconici  e onirici, noia e routine, i due grotteschi clown danzatori vanno alla ricerca della propria identità in un carosello destinato eternamente a ripetersi. In un costante precario equilibrio, volteggiano nell’aria come trottole, sorridono, si sfidano, si fidano, l’uno dell’altro. Lucrezia Maimone e Sebastiàn Sobrado, giovani artisti di talento con alle spalle oltre un decennio di formazione ed esperienza professionale, portano a Cagliari questo spettacolo nato dalla danza, dal teatro gestuale e dal circo, dalla delicatezza e semplicità straordinarie, tipici delle grandi opere sceniche. Consulenza artistica di Roberto Magro, Stefano Mazzotta e Simonetta Pusceddu.

Sabato 30 dicembre, invece, a Cagliari, nello Spazio teatrale T.Off (ore 20.30), Anthony Mathieu (Cannes/Francia), equilibrista, giocoliere e clown, porterà la sua creazione “Courbes, relecture du mythe”, una digressione, un’umile interpretazione delle regole della nostra natura, un’incursione in un paese straniero, l’elogio del potere delle donne. Una meravigliosa curva che è il punto interrogativo in equilibrio come un filo teso tra due montagne. Un uomo vive il mondo fuori dal suo corpo mentre la donna porta l’universo in lei. Nato a Cannes, Mathieu collabora con la Annie Fratellini Circus School di Parigi e a Toulouse con la manipolazione di marionette e maschere della commedia dell’arte. È direttore artistico e professore di teatro gestuale e manipolazione di oggetti  all’Accademia di circo e teatro CAU di Granada (Spagna) e cofondatore della compagnia Théatre Crac, nata nel 2013 insieme a Simone Venditti, ballerino laureato presso l’Accademia di Balletto russo di Edimburgo. «Attraverso favole fantastiche proponiamo un teatro dell’assurdo, tragicomico e poetico, che affonda le sue radici in un’opera di scrittura e documentazione che tesse la tela su cui costruiamo le nostre storie – spiega Anthony -. Raccontiamo e sviluppiamo un linguaggio scenico che fonde teatro fisico, danza e manipolazione di oggetti, tecniche che sono alla base della nostra ricerca teatrale e coreografica. I mondi di circo, pagliaccio, maschere e burattini sono anche molto presenti nelle nostre produzioni.»

 

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Domenica chiude la stagione autunnale della terza edizione della rassegna diretta da Simonetta Pusceddu, la danzatrice Marina Claudio, con lo spettacolo di teatro flamenco prodotto da Akroàma “Sola, sola, sola”.

Convivere con i propri “Uno, nessuno e centomila”, sperimentare il vuoto di una vita assorbita dalla casualità attraverso un corpo, mortificato, che assume mille aspetti diversi: tanti quanti sono i punti di vista che lo animano, alla ricerca spasmodica (e inutile) dell’autenticità. Un percorso di riflessione e ricerca sull’identità che il coreografo, danzatore e autore Giuseppe Muscarello porta avanti ormai da diverso tempo con la compagnia Muxarte (Io sono mia madre, Me-She-It. Anima Carnis in Sangune Est) e che si materializza in questo nuovo spettacolo dal titolo “Sull’identità”, ospite questa sera al Teatro Piccolo Auditorium di Cagliari (ore 21.00) del penultimo appuntamento della 3ª rassegna di danza contemporanea “Sulle Orme – Il Mediterraneo, Il Corpo, Il Viaggio” diretta da Simonetta Pusceddu, in co-organizzazione per questa occasione con CEDAC (Circuito Multidisciplinare Settore Danza). Partendo dall’opera pirandelliana e in particolare alla figura del protagonista Vitangelo Moscarda (Gengé) «un personaggio nato nel 1926 ma che corrisponde più che mai agli uomini d’oggi», Muscarello porta in scena attraverso la danza i sentimenti di un uomo stereotipato, vittima di tutti gli schemi che la società gli impone. Decide quindi di non essere, mosso dalla consapevolezza che il suo corpo è plasmato dalle forme che la società esige.

«Lo spettacolo, trattato con ironia, vede in scena, almeno in una prima fase di studio, due uomini – spiega l’autore – uno il doppio dell’altro che si riflettono a vicenda fino a moltiplicarsi per poi annullarsi, e una donna, personaggio chiave da cui parte il dramma.»

Coreografia e regia di Giuseppe Muscarello, interpreti Giuseppe Muscarello e Simone Zambelli. Con la partecipazione dei selezionati al laboratorio “Cantieri Itineranti”: Alessio Rundeddu, Dreh Busu, Daniele Podda, Giacomo Prencipe, Giovanni Macaluso, Giuseppe GArippa, Roberto Manca, Simone Cogoni. Produzione Muxarte, Fc@pin.D’oc, in collaborazione con Officine Ouragan.

Chiude quindi domenica 19 novembre, ore 21.00, la fase autunnale della rassegna “Sulle Orme” organizzata da Tersicorea, Marina Claudio, ballerina spagnola di danza classica e flamenco, con il suo spettacolo di teatro-flamenco “Sola, sola, sola” (produzione Akroàma), in replica anche al Teatro Piccolo Auditorium per quest’ultimo appuntamento che vede ancora la co-organizzazione con CEDAC (Circuito Multidisciplinare Settore Danza). Teatro, danza ed emozioni vanno di pari passo per mostrare il mondo interiore di una danzatrice matura e di successo, che ci mostra il suo mondo interiore e quello che avviene negli ultimi trenta minuti prima di andare in scena.