22 November, 2024
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Iglesias, finalmente! La squadra di Andrea Marongiu è tornata alla vittoria, 2 a 1 sulla Tharros, interrompendo una lunga serie negativa di 9 sconfitte consecutive. Quella schierata oggi dal tecnico rossoblù è una squadra quasi interamente cambiata rispetto a quella che aveva iniziato la stagione. Partiti 9 calciatori, finora ne sono arrivati quattro (Maurizio Bringas, Uriel Carlos Raponi, Nicolas Capellino e Suku Kassama Sariang) ed altri tre sono in arrivo (le trattative sono ben avviate). Un quinto calciatore era arrivato alcune settimane fa ed aveva anche esordito con goal sul campo della capolista Sassari Calcio Latte Dolce, l’attaccante sloveno Nino Kukovec, ma la sua esperienza a Iglesias è già finita.

Quella odierna per l’Iglesias non è stata una vittoria facile. Prima del fischio iniziale, è stato osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa di Siniša Mihajlović.

Iniziata la partita con grande slancio, Raponi e compagni non sono riusciti a concretizzare alcune favorevoli occasioni (la più nitida in avvio è capitata a Herman Yves Kouadio) ma hanno anche rischiato di subire il goal per una distrazione difensiva, neutralizzata dalle uscite coraggiose di Valerio Bigotti. Il primo tempo si è concluso senza goal.

   

L’Iglesias ha costruito la vittoria nella ripresa, andando in vantaggio con un calcio di rigore, procurato e trasformato da Suku Kassama Sariang.

La partita, a quel punto, sembrava in discesa, soprattutto dopo che la Tharros è rimasta in dieci uomini per un’espulsione, ma l’Iglesias non ha gestito al meglio la situazione di indubbio vantaggio, e la Tharros ha realizzato il goal del pareggio con Andrea Sanna.

Il finale di partita si è trasformato in un’autentica battaglia, nella quale a farne le spese è stato un altro calciatore della Tharros, finito anzitempo negli spogliatoi. La squadra di Maurizio Nulchis è rimasta in 9 uomini ma non s’è data per vinta e non s’è limitata a difendere il pareggio, riuscendo ad impensierire il portiere dell’Iglesias Valerio Bigotti. L’arbitro ha estratto il cartellino giallo anche per l’allenatore della Tharros Maurizio Nulchis, alla seconda espulsione in quattro giornate dopo quella rimediata all’esordio con il Taloro a Gavoi.

L’Iglesias s’è lanciata generosamente all’attacco, trascinata da Nicolas Capellino e dopo che l’arbitro ha assegnato 5 minuti di recupero, è stato proprio l’attaccante argentino a trovare la zampata giusta per il goal partita al 92′, che ha scatenato l’entusiasmo dei tifosi in tribuna laterale (la tribuna centrale è rimasta chiusa perché dichiarata inagibile).

 

I tre punti conquistati smuovono finalmente la classifica da quota 14 e, soprattutto, consente alla squadra di Andrea Marongiu di ridurre da 7 a 4 punti il ritardo dalla stessa Tharros e dal Sant’Elena, battuto nel finale 3 a 2 a San Teodoro, che occupano l’ultima posizione che garantisce la salvezza diretta.

Giampaolo Cirronis

 

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E’ un Cagliari che fa sognare i suoi tifosi, battuto il Bologna 3 a 2 in rimonta, agganciato il quinto posto alla pari di Napoli e Lazio. Come non era stato difficile prevedere, è stata una partita molto complicata, contro un Bologna che vive un periodo assai positivo, gioca bene e complica i piani delle squadre avversarie. La squadra di Sinisa Mihajlovic s’è portata in vantaggio allo scadere del primo tempo, con un calcio di rigore trasformato da Santander, ma nella ripresa ha dovuto fronteggiare la reazione rabbiosa del Cagliari che ha prima pareggiato con Joao Pedro, poi s’è portata in vantaggio con uno stupendo goal di Giovanni Simeone, sempre più convincente in un attacco che, non bisogna dimenticarlo, è orfano dall’inizio della stagione del suo centravanti titolare, Leonardo Pavoletti, infortunato; ed ha fatto tris ancora con Joao Pedro. Nel finale il Bologna ha generosamente tentato di tornare in partita, ha dimezzato lo svantaggio con un autogoal del portiere del Cagliari Robin Olsen, ma non è andato oltre, perché il Cagliari ha difeso con una certa tranquillità il meritato successo che, con i 3 punti, lo porta a quota 18 punti, assolutamente inimmaginabile, il 1° settembre, al termine della partita persa alla Sardegna Arena con l’Inter. Da allora, il Cagliari non ha più perso, collezionando 5 vittorie e 3 pareggi, una media da quartieri alti della classifica…

Il Cagliari vola, Rolando Maran sorride, i tifosi sognano…

 

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Dopo il pari di Torino, il Cagliari va a caccia di una vittoria nel match interno con il Bologna di Sinisa Mihajlovic (inizio ore 21.00, dirige Juan Luca Sacchi di Macerata, assistenti di linea Domenico Rocca di Catanzaro e Tarcisio Villa di Rimini, quarto ufficiale Ivano Pezzuto di Lecce, addetti al VAR Luca Pairetto di Nichelino e Sergio Ranghetti di Chiari), nella decima giornata di andata del campionato di serie A.

La squadra rossoblu finora ha fatto bene, al di là delle aspettative della vigilia, riuscendo a superare il trauma delle due sconfitte casalinghe iniziali, a seguito delle quali il rendimento interno non è stato fin qui pari a quello esterno. Lontano dalla Sardegna Arena il Cagliari non ha mai perso, con due vittorie e due pareggi, mentre in casa il bilancio parla di due vittorie, un pareggio e le già citate due sconfitte, subite con Brescia ed Inter.

Il Bologna è avversario assai ostico. Sinisa Mihajlovic ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza, dotata di grande carattere ma capace anche di giocare un bel calcio. In classifica i felsinei sono 3 punti dietro il Cagliari, con 12 unti, frutto di 3 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte.

Ci sono tutti i presupposti per assistere ad un grande spettacolo.

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Bologna-Cagliari, alla vigilia, era la partita delle grandi occasioni per le due protagoniste. Per il Cagliari, che con una vittoria avrebbe relegato il Bologna, terz’ultimo, a 12 punti, con una grossissima ipoteca sulla salvezza; per il Bologna, che con i tre punti avrebbe ridotto il ritardo dal Cagliari e, soprattutto, dalle più vicine concorrenti nella lotta per la salvezza. Alla fine è maturata questa seconda ipotesi, e con pieno merito per la squadra di Siniša Mihajlović, che era in credito con la fortuna, dopo le ultime belle prestazioni, non coronate dai risultati che avrebbe meritato.

Il Bologna s’è imposto con un goal per tempo: al 33′ del primo tempo, ha sbloccato il risultato Pulgar, trasformando un calcio di rigore concesso per un fallo di mano di Bradaric su cross di Orsolini; al 32′ del secondo tempo, con Soriano, su assist di Sansone.

Il Cagliari ha colpito una traversa con Joao Pedro a portiere battuto, alcuni minuti dopo il goal dell’1 a 0 del Bologna, ma nel secondo tempo la squadra emiliana avrebbe potuto segnare ancora, ma le conclusioni di Sansone hanno trovato l’opposizione di Alessio Cragno.

La sconfitta, come già sottolineato, riduce da 9 a 6 lunghezze il margine del Cagliari sulla terz’ultima posizione, occupata sempre dal Bologna, mentre rimane invariato il vantaggio di due punti sull’Udinese, travolta dalla Juventus nell’anticipo di venerdì, e di quattro punti sulla Spal, battuto dall’Inter, mentre l’Empoli giocherà il posticipo di domani all’Olimpico di Roma con la squadra del neo allenatore Claudio Ranieri.

«Sino al colpo di testa di Joao Pedro respinto da Skorupski abbiamo fatto le cose per bene, direi anzi che le occasioni migliori per segnare le avevamo avute noi. Poi per forzare la situazione e cercare di recuperare abbiamo cambiato qualcosa e per assurdo sono venuti meno gli equilibri – ha commentato Rolando Maran -. Peccato perché nel primo tempo la squadra ha fatto quel che doveva fare, l’unica occasione nella quale abbiamo rischiato è stata sull’uscita di Cragno su Santander. L’episodio del rigore ha senz’altro influito: il rammarico è che sia arrivato da una situazione non pericolosa, la retroguardia era posizionata bene.»

«Il Bologna teneva la linea di difesa molto alta, avevo bisogno di un giocatore che andasse in profondità. In quel momento però si sono abbassati e a quel punto attaccarli si è fatto più complicato. Abbiamo cercato di forzare certe situazioni, pur mantenendo sempre lo schieramento del trequartista dietro le due punte, ma i risultati non sono stati quelli che speravamo. Ci tenevamo a dare continuità e a fare risultato in trasferta: l’assenza di risultati lontano da casa sta diventando un peso. Il Bologna è un avversario in salute – ha concluso il tecnico del Cagliari -, stava giocando bene ma non era stato assistito dalla fortuna: oggi invece gli episodi per loro hanno girato tutti dalla parte giusta.»

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Anticipo importantissimo, per il Cagliari, alle 12.30, al Renato Dall’Ara di Bologna, per l’8ª giornata di ritorno del campionato di serie A. Le due squadre alla vigilia sono divise da 9 punti e, considerato che il Bologna è terz’ultimo, è evidente che un risultato positivo dei rossoblu di Rolando Maran, soprattutto una vittoria, chiuderebbe quasi definitivamente il capitolo salvezza. La partita, comunque, è tutt’altro che facile, perché da quando la squadra emiliana è guidata i panchina da Siniša Mihajlović, ha migliorato notevolmente la qualità del suo gioco, nonostante finora non sia stata ripagata dai risultati.

Rolando Maran deve fare a meno degli infortunati Lucas Castro, Alberto Cerri e Ragnar Klavan, oltre che degli squalificati Luca Cigarini e Paolo Faragò, ma recupera Valter Birsa.

«Quella di Bologna è una partita importante, non un match-point. Si tratta di uno scontro diretto, in ogni caso non sarà decisivo. Di sicuro da un po’ di tempo non otteniamo risultati positivi in trasferta, vogliamo toglierci un peso – ha detto alla vigilia Rolando Maran -. Il Bologna oggi è profondamente diverso dalla squadra che abbiamo affrontato all’andata, sia come organico che come interpretazione della partita. Nelle ultime gare non ha raccolto quanto meritava, è una squadra in salute e noi sappiamo a quali difficoltà possiamo andare incontro. Questo però deve servirci solo a tenere alta la tensione. Non dobbiamo concentrarci sugli avversari, ma su di noi: abbiamo la consapevolezza che i risultati passino attraverso le prestazioni e che se andiamo in campo con la testa giusta possiamo fare bene.»

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A Torino il Cagliari ha sciupato una favorevole occasione per conquistare punti ed allungare ulteriormente, dopo la vittoria sul Benevento, verso posizioni di classifica più tranquille. Dopo essere riusciti a sbloccare il risultato poco dopo la mezz’ora del primo tempo con un gran goal di Nicolò Barella, i rossoblu di Diego Lopez hanno avuto subito l’opportunità per raddoppiare ma non sono riusciti a concretizzarla e poco dopo, al 40′, hanno subito il goal del pareggio siglato da Iago Falque. In avvio di ripresa il Torino ha spinto sull’acceleratore alla ricerca del goal del vantaggio, centrandolo con il neo entrato Obi (lo stesso ex giocatore dell’Inter poco prima aveva colto un palo) e nel finale al Cagliari non è bastata una reazione coraggiosa, alimentata da alcuni innesti freschi dalla panchina, per riagguantare il pareggio che sarebbe stato tutt’altro che immeritato per quanto fatto dalle due squadre.

La vittoria riporta serenità in casa Torino e stabilizza la posizione di Sinisa Mihajlovic, in dubbio alla vigilia dopo gli ultimi risultati negativi. Il tecnico serbo ora conta molto sulla crescita di Andrea Belotti, rientrato senza brillare dopo un’assenza per infortunio nelle ultime tre giornate.

«Abbiamo tanti rimpianti – ha commentato a fine partita Diego Lopez -. Sapevamo che avremo trovato una squadra arrabbiata che veniva da un risultato negativo. Siamo venuti qui cercando di fare la partita, consapevoli di poter fare il risultato. Dopo il gol di Barella avremmo dovuto chiudere la partita, abbiamo sbagliato molto sul piano tecnico, specie sulle ripartenze: è qui che dobbiamo migliorare perché la squadra è forte e può fare meglio sotto questo aspetto. Secondo me oggi abbiamo perso 3 punti.»

«Abbiamo dato la sensazione di essere una squadra compatta e costruito diverse situazioni pericolose dove avremmo potuto fare gol, sul campo di un avversario di qualità come il Torino – ha aggiunto Diego Lopez -. In serie A non concedono molte occasioni, quelle che ti danno devi sfruttarle. Nel primo tempo siamo stati più lucidi, abbiamo tenuto l’ordine, ma dobbiamo migliorare la corsa e l’intensità. Ho tolto Barella perché aveva fatto le altre due partite, in quel momento c’era necessità di forze fresche e poi era in diffida.»

Domenica 5 novembre, alla Sardegna Arena, arriva il Verona, un’altra sfida con una diretta concorrente per la salvezza, da vincere ad ogni costo.

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Archiviata la prima vittoria della gestione Lopez, il Cagliari cerca conferme questa sera nel posticipo delle 20.45 sul campo del Torino di Sinisa Mihajlovic, nell’11ª giornata del girone d’andata del campionato di serie A (dirigerà Gianpaolo Calvarese di Teramo). La squadra piemontese è una delle grandi delusioni del primo scorcio di stagione, al punto che questa sera Sinisa Mihajlovic, qualora non dovesse riuscire a vincere, potrebbe essere esonerato. Il Torino nelle ultime settimane ha pagato l’assenza per infortunio del suo bomber “100 milioni” Andrea Belotti, ancora in dubbio per un ritorno in campo alla vigilia della partita.

«La partita di metà settimana ci ha lasciato tanta adrenalina e carica – ha detto alla vigilia Diego Lopez -. Era una partita da vincere non solo per la nostra situazione in classifica ed è stato importante come è arrivata: dopo aver preso gol su rigore al 4’ di recupero, la squadra si è disposta per andare subito all’attacco e cercare il gol. Un segnale, si è visto che i ragazzi ci credevano ancora, volevano andare a vincere.»

 

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Il Cagliari è tornato alla vittoria contro il Benevento, dopo cinque sconfitte consecutive, ma che emozioni alla Sardegna Arena! Il goal che ha dato i tre punti ai rossoblu (la prima vittoria del nuovo tecnico Diego Lopez) è arrivato, infatti, al 95′, autore Leonardo Pavoletti (al secondo centro con la nuova maglia) con una straordinaria torsione di testa che ha mandato il pallone imparabilmente alle spalle del portiere campano Alberto Brignoli. Meno di un minuto prima, il Benevento aveva pareggiato il goal iniziale di Paolo Faragò, con un calcio di rigore trasformato da Pietro Iemmello, concesso per un fallo commesso da Paolo Faragò sullo stesso centravanti ospite.

La partita del Cagliari è stata condizionata fortemente dalla paura di portare a casa il risultato dopo le ultime delusioni c’era, si è visto nel secondo tempo, quando il Benevento ha attaccato generosamente in massa alla ricerca del goal del pareggio. I rossoblù hanno sofferto e stretto i denti, mostrando cuore e carattere, specialmente quando le energie stavano venendo meno. La voglia di vincere del Cagliari è emersa prepotentemente nell’incredibile finale, quando ormai il pareggio sembrava deciso.

L’avvio della partita è stato nettamente favorevole al Cagliari, in goal già al 9′ con Paolo Faragò, bravo a ribadire in rete un pallone che, calciato da Luca Cigarini, è stato respinto dalla traversa; e al 15′ i rossoblu hanno avuto la grandissima occasione per raddoppiare e, probabilmente, chiudere la partita, con un calcio di rigore concesso dal direttore di gara per un fallo di Gianluca Di Chiara su Marco Sau, ma lo stesso attaccante rossoblu l’ha sprecata, spedendo la sfera oltre la traversa.

Il Cagliari ha accusato il colpo ma ha continuato a macinare gioco e a creare occasioni, tenendo il Benevento lontano dalla porta di Rafael.

In avvio di ripresa, il Benevento di Roberto De Zerbi (all’esordio in panchina) è lentamente cresciuto, trovando forza e coraggio per impensierire la difesa del Cagliari ma le occasioni che hanno creato vera apprensione sono state poche, fino al convulso finale, che ha visto il Benevento crederci maggiormente. Gli episodi decisivi, già descritti, sono arrivati in pieno recupero, prima con il calcio di rigore che ha dato al Benevento il pareggio e la speranza concreta di conquistare il primo punto in serie A della sua storia calcistica, poi con il magico colpo di testa di Leonardo Pavoletti che ha riportato avanti il Cagliari praticamente allo scadere del 5′ di recupero.

Il Cagliari ha ritrovato i 3 punti (finora non ha mai pareggiato, con 3 vittorie e 7 sconfitte in 10 partite) e con 9 punti la sua posizione di classifica è più tranquilla; il Benevento resta malinconicamente a 0 punti e le sue speranze di rientrare in corsa per la salvezza si affievoliscono.

Domenica sarà il Cagliari renderà visita al Torino di Sinisa Mihajlovic, nel posticipo dell’undicesimo turno. Sarà un’altra partita dalle forti emozioni, contro una squadra assetata di punti dopo lo 0 a 3 subito ieri a Firenze.

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Al Sant’Elia arriva il Torino di Siniša Mihajlović e per il Cagliari l’imperativo d’obbligo è continuare a vincere, dopo la bella prova di Palermo, anche per riscattare la pesantissima sconfitta subita lo scorso 5 novembre (1 a 5).

La squadra di Massimo Rastelli ha superato un ciclo terribile ed ora ha davanti a sé un calendario alla sua portata che, se sfruttato al meglio, potrebbe consentirle di migliorare ulteriormente la già buona posizione di classifica e centrare magari quel decimo posto finale che rappresenta l’obiettivo dichiarato del presidente Tommaso Giulini. Dopo la partita odierna con i granata, giocherà ancora in casa contro il Chievo, poi a Udine, in casa con il Pescara, a Napoli, in casa con l’Empoli, a Reggio Emilia contro il Sassuolo e, infine, il 28 maggio in casa con il Milan.

Il pericolo maggiore nella sfida con il Torino arriva sicuramente dal bomber della Nazionale Andrea Belotti, ma vanno tenuti d’occhio anche altri calciatori di qualità come Ljajic, Iago Falque, Iturbe, e i giovani centrocampisti Baselli e Benassi.

Il tecnico rossoblu recupera Diego Farias, alternativa a Marco Borriello e Marco Sau. E’ tornato a disposizione anche Luca Ceppitelli. E’ atteso ad una conferma Artur Ionita, grande protagonista con una splendida doppietta della vittoria di Palermo.

Fischio d’inizio alle ore 15.00, dirige Gianluca Rocchi di Firenze (210 partite dirette in serie A, con 1.069 cartellini gialli, 102 cartellini rossi e 94 calci di rigore concessi), assistenti di linea Tolfo e Gava, quarto uomo Giallatini, addizionali Gavillucci e Abbattista.

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Ieri l’Esposizione Universale si è colorata di rossonero. Autentico bagno di folla per la squadra del Milan, infatti, che accolta dal Commissario Generale di Expo Milano 2015, Bruno Pasquino, ha fatto visita al sito espositivo.

Mario Balotelli e compagni hanno fatto inizialmente tappa allo spazio Franciacorta, un brindisi tutto “italiano” per poi visitare il padiglione degli Emirati Arabi Uniti. Successivamente, ecco il tour a Palazzo Italia, con giocatori e staff tecnico che si sono goduti la vista speciale dell’Albero della Vita dalla terrazza.

Inoltre il tecnico Sinisa Mihajlovic e i giocatori Mario Balotelli, Alessio Cerci e Riccardo Montolivo hanno firmato la Carta di Milano.

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