La composizione del nuovo Consiglio comunale di Portoscuso. Le preferenze di tutti i candidati, eletti e non eletti.
[bing_translator]
La rielezione di Giorgio Alimonda alla carica di sindaco di Portoscuso, con la lista “Portoscuso Insieme”, è maturata con un margine probabilmente superiore alle previsioni della vigilia (1.852 voti contro 1.591) che facevano pensare ad un testa a testa fino all’ultimo voto con Rossano Loddo, candidato della lista “Portoscuso nel cuore”, nella quale, rispetto a cinque anni fa, è confluita Marinella Grosso, ex assessore della provincia di Carbonia Iglesias e candidata a sindaco nel 2012 in contrapposizione ai due candidati in campo quest’anno. E Marinella Grosso, alla fine, è risultata la candidata più votata tra tutti i 32 aspiranti alla carica di consigliere comunale, con ben 479 preferenze, quasi quante ne aveva raccolto cinque anni fa l’intera lista + Portoscuso da lei capeggiata (erano state 621).
La lista che ha vinto le elezioni con Giorgio Alimonda sarà rappresentata in Consiglio comunale nei prossimi cinque anni da 11 consiglieri: Orietta Mura 346 preferenze, Sara Marrocu 335, Attilio Sanna 319, Ignazio Atzori 249, Enrico Atzei 233, Elena Marras 166, Ilaria Dessì 163, Alessio Santus 158, Attilio Valdes 155, Roberto Maccioni 137, Simona Cappai 135. Non eletti: Stefano Ansaldi 120, Maria Beatrice Fadda 119, Ernesto Valdes 114, Salvatore Fois 109, Marinella Valdes 62.
La lista “Portoscuso nel cuore” ha eletto 5 consiglieri: Rossano Loddo, candidato a sindaco non eletto, Marinella Grosso 479 preferenze, Stefano Ariu 345, Erminio Melis 258, Marzia Loddo 251. Non eletti: Davide Fois 230, Maurizio Nuscis 205, Daniela Vinci 176, Ilaria Infantino 109, Federico Cau 98, Luca Biggio 87, Sabrina Tuveri 85, Luca Deidda 80, Oriano Melis 76, Laura Serci 66, Susanna Cuccu 57, Simone Cherenti 37.
Il sistema della doppia preferenza, che prevede la possibilità di indicare sulla scheda un candidato uomo e una candidata donna nei Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, ha consentito di stringere alleanze ed ha quindi favorito l’elezione di un maggior numero di donne rispetto al passato: 5 su 11 nella lista che ha vinto le elezioni, 2 su 5 in quella che le ha perse, con una percentuale complessiva del 43,75%, nel pieno rispetto della parità di genere prevista per le candidature (minimo 40%).