22 November, 2024
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Spose bambine, mamme precoci, schiave domestiche, bambine mutilate, ragazze trafficate per fini sessuali, adolescenti costrette ad abbandonare la scuola e a subire, con continuità esasperante, violenza. Ogni anno migliaia di bambine e ragazze nel mondo subiscono soprusi e violenze. Ogni minuto ventitré bambine diventano baby spose. Quasi 34 milioni di bambine dai 5 ai 14 anni svolgono lavori domestici per più di ventuno ore alla settimana. Di fronte a questo drammatico scenario Terre des Hommes, l’organizzazione non governativa per la difesa dei diritti dei bambini in difficoltà nei Paesi in via di sviluppo, e non solo, ha deciso di intervenire nel 2012 con la campagna sociale #indifesa, per dire basta alla violenza e a ogni forma di discriminazione basata sulla disparità di genere. Un grande progetto che ha messo in campo tante iniziative e risorse per sensibilizzare il mondo e le istituzioni su questi problemi e rispondere con azioni concrete.

Lo ha raccontato giovedì a Villa Satta Stefano Carboni, Digital Manager e Webmaster della fondazione Terre des Hommes Italia onlus dove ha incontrato gli studenti IED della sede sarda, diretta da Monica Scanu. Una open lesson inserita nell’ambito dell’importante collaborazione fra l’Istituto Europeo di Design di Cagliari e la onlus italiana partita diverso tempo fa che prevede il coinvolgimento di due gruppi di giovani diplomandi del Corso di Media Design. Idee innovative dei futuri designer a supporto della promozione di questa campagna di sensibilizzazione, sotto la guida esperta del responsabile della comunicazione di Terre des Hommes Italia, lanciata dalla ong in occasione della prima giornata Mondiale delle Bambine proclamata dall’Onu otto anni fa.

Indifesa fotografa infatti la realtà delle bambine e delle ragazze in difficoltà, mettendo a fuoco le discriminazioni profonde ancora in atto nei loro confronti. Proteggere i piccoli da ogni forma di violenza e abuso, garantirgli il diritto alla salute, all’istruzione e alla vita sono i valori fondanti e le ragioni stesse dell’esistenza della onlus fondata nel 1960 a Losanna (Svizzera) dal francese Edmond Kaiser, oggi federazione internazionale costituita da undici Paesi che operano in tutto il mondo. La versione italiana è nata nel 1989, diventando successivamente nel 1994 una fondazione. È attualmente presente in ventidue Paesi, Italia compresa, con quasi centoquaranta progetti di aiuto umanitario d’emergenza e di cooperazione internazionale allo sviluppo, con programmi in settori quali salute di base e protezione materno-infantile, educazione di base, formazione professionale, protezione dei bambini migranti, bambini di strada ed in conflitto con la legge, promozione dei diritti umani, attività generatrici di reddito e sviluppo delle risorse naturali.

«Con la campagna “indifesa” ci battiamo per garantire a milioni di bambine e ragazze di tutto il mondo i loro diritti, la loro istruzione, salute, la protezione da violenza, discriminazioni e abusi, per aiutarle a sfuggire dalla povertà, dalla schiavitù e dallo sfruttamento, e per dar loro l’opportunità di potersi realizzare, di progettare un futuro migliore attraverso l’istruzione, a trovare in ognuno di loro il proprio talento», ha spiegato Stefano Carboni alla classe di studenti e al pubblico presente in Aula Francesco Morelli.

Tante le storie, e le toccanti testimonianze delle bambine vittime di questi soprusi che Terre des Hommes Italia ha preso in carico, in alcuni casi per fortuna finite bene. Come l’incredibile storia di Nandhini, la bambina indiana di soli 14 anni riuscita scampare a un matrimonio combinato dalla zia, grazie all’intervento della ong italiana. Un destino già scritto, che avrebbe posto fine alla sua adolescenza, ai suoi sogni, al suo futuro, ma che grazie al lavoro di sensibilizzazione messo in campo localmente dalla fondazione le ha permesso di reagire, andando contro la sua stessa famiglia, e di fuggire da quella prigione.

«I nostri centri in questi Paesi oltre ad avere uno o due referenti italiani si avvalgono anche della collaborazione di uno staff locale, che conosce la lingua, le usanze e le tradizioni del posto. Questo ci permette di farci conoscere e di avvicinarci ai minori, di creare con loro un rapporto di fiducia, che è fondamentale

La stessa fiducia che ha fatto decidere a Nandhini di denunciare al centro il suo matrimonio illegale (perché la legge indiana vieta l’unione coniugale con le spose bambine).

«Nandhini ha preso coraggio e ci ha chiamato per avvisarci che sarebbe andata in sposa per volere della sua famiglia, suo malgrado. Così il giorno del matrimonio la polizia ha fatto irruzione nella casa dove si stava svolgendo la cerimonia nuziale per liberarla, impedendo quindi che quel matrimonio illegale andasse in porto. Quest’anno ha deciso di venire in Italia per partecipare al nostro talk ‘Stand Up for Girls!’ e raccontare la sua storia a milioni di italiani.»

Storie drammatiche che “indifesa” cerca di raccontare quanto più possibile, perché sono davvero tante. Alcune finiscono bene, altre no. Ed è questo che si vuole evidenziare, aiutarle per permettere in qualche modo che si possano cambiare quei finali già scritti.

Nel corso dell’incontro Stefano Carboni ha inoltre illustrato agli studenti IED e ai presenti l’organizzazione della campagna di comunicazione “indifesa”, molto articolata e ben strutturata su diversi livelli: dal sostegno a distanza, all’opera di sensibilizzazione nelle scuole con il coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze, all’utilizzo dei media tradizionali, tv, stampa, fino alle piattaforme digitali quali sito web, social network, dirette Facebook, e poi convegni, mostre itineranti, short talks, conferenze, la partecipazione dei tanti vip come testimonial, fino alla rete network delle webradio scolastiche e universitarie. E ancora documentari, magliette, loghi, megafoni di carta, spot, animazioni. Una campagna caratterizzata dal colore arancione, da anni scelto da Terre des Hommes e dalle Nazioni Unite per dire NO alla violenza di genere. Una imponente operazione promozionale attiva tutta l’anno per tenere sempre alta l’attenzione sulle tante violazioni dei diritti delle bambine e delle ragazze nel mondo, chiamando istituzioni, organizzazioni della società civile e i singoli cittadini a fare la propria parte per assicurare un presente libero da violenza, stereotipi, abusi e discriminazioni.

Una collaborazione che coinvolge anche i giovani delle scuole per coinvolgere nuovi punti di vista, diversi, come quelli dei creativi IED Cagliari del corso di Media Design coordinato da Emanuele Tarducci, coinvolti da Terre des Hommes Italia nei due progetti di tesi per “indifesa”. Il primo, sviluppato da Irene Lai, Lorenzo Solina, Mattia Mura e Giulia Usai, vedrà la realizzazione di una serie di graphic novel che racconteranno alcune delle storie delle bambine salvate, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le fasce più giovani sui temi degli abusi, della libertà, dell’istruzione, dell’uguaglianza e della protezione di bambine e ragazze nel mondo; il secondo sarà incentrato sullo sviluppo della progettazione di una campagna social contro gli stereotipi di genere con uno speciale focus sul nostro paese, ideata da Francesca Cau e Noemi Barsanti. Un’idea quest’ultima, pensata per cercare di scardinare soprattutto nei più giovani quei pregiudizi che inesorabilmente tendono a rafforzare la percezione della disparità di genere nella nostra società e per sottolineare e ricordare i diritti fondamentali alla libertà, all’eguaglianza, alla vita.

“Indifesa” non solo a favore dei problemi che riguardano i Paesi in via di sviluppo “Ma anche temi quali violenza, bullismo, cyberbullismo e sexting che colpiscono i paesi occidentali come l’Italia”, ha spiegato il digital manager di Terre des Hommes Italia, fondazione che ha iniziato a operare nel territorio nazionale alla fine degli anni ’80 con i minori stranieri non accompagnati o con le rispettive famiglie, e poi in tutte le situazioni di violenza, discriminazione e abusi sui minori, anche italiani. «Dobbiamo purtroppo constatare, soprattutto attraverso i dati che la Polizia di Stato ci fornisce annualmente, un aumento in Italia dei reati sui minori, circa il 3% di minori sotto i diciotto anni. Un problema che non dobbiamo sottovalutare, in nessun modo». O come gli Stati Uniti, dove, strano a dirsi, ci sono tantissimi casi di matrimoni con spose bambine, ritenuti legali.

Una mission con una visione a lungo termine, che sin dal 1960 ha scelto di operare nel mondo in modo da poter creare le migliori condizioni possibili per ogni bambino o bambina in difficoltà, per salvarli da un destino ingiusto e per aiutarli a tirare fuori il proprio talento, e per fare in modo che possano essere supportati nel proprio cammino attraverso la creazione di buone opportunità per costruirsi un futuro migliore che difficilmente potrebbero realizzare da soli, nel proprio paese.

«Sono molto onorata di questa opportunità che Terre des Hommes ci ha dato, ovvero di poter mettere le competenze dei nostri studenti al servizio di temi veri, importanti e sensibili come la difesa dei diritti dei bambini e delle bambine. Una scuola di design, in questo caso nella sua declinazione nella comunicazione, può essere strategica nel supportare questa e altre fondazioni nel quotidiano compito di raccontare e di sensibilizzare pubblici sempre più ampi rispetto alle grandi sofferenze del nostro ambito geografico, di quello europeo e internazionale, e nel superamento delle grandi contraddizioni della nostra realtà», ha aggiunto in chiusura dell’incontro Monica Scanu, Direttrice IED Cagliari.

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Il gruppo napoletano La Maschera s’è aggiudicato l’11° Premio Andrea Parodi, l’unico contest italiano di world music, conclusosi questa sera all’Auditoriun conunale di Cagliari. Il premio della critica è andati all’estero, ai ciprioti Monsieur Doumani. La menzione per il miglior testo se l’è aggiudicata Giuseppe Di Bella con “Ncucciarisi” (cantata in siciliano). Quelle per miglior musica e migliore interpretazione sono andate ancora a La Maschera (che hanno proposto il brano “Te vengo a cerca’ “, cantato in napoletano e wolof), mentre i Monsieur Doumani (con “Gongs”) si sono aggiudicati anche la menzione per la migliore reinterpretazione di un brano di Andrea Parodi, quella per il miglior arrangiamento e la menzione dei ragazzi in sala.

Nel contest, in programma da giovedì ad oggi, il premio della critica internazionale se lo sono meritati i Kor con “Albore” (in logudorese). La menzione dei concorrenti, infine, se la sono divisa a pari merito i Feral Cor con “La Sajetana” (in genovese) e Giuseppe Di Bella.

A contendersi la vittoria sono stati anche Aniello Misto con “Aumm aumm” (cantata in napoletano); Ararat Ensemble Orchestra con “Nietaan” (in wolof); Dindùn con “L’amur” (in piemontese) e Terrasonora con “Padre vostro” (in napoletano e swahili).

Prima della proclamazione dei vincitori, c’è stata una splendida jam session che ha visto protagonisti la direttrice artistica Elena Ledda, alcuni degli artisti in giuria e gli ospiti della serata, che si erano appena esibiti, ovvero il peruviano Jorge Pardo, accompagnato dal chitarrista Francisco Rey Soto, il macedone Stracho Temelkovski e, dal Veneto, il Duo D’Altrocanto.

Durante la serata Daniele Cossellu, storico fondatore dei Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu”, ha ricevuto il Premio Albo d’oro 2018, il riconoscimento assegnato ogni anno ad una figura di rilievo del mondo culturale e artistico italiano.

Il festival nasce per omaggiare un grande artista sardo come Andrea Parodi, che dal pop d’autore dei Tazenda era arrivato come solista ai vertici della musica d’impronta etnica. Tutti i concorrenti e gli ospiti hanno proposto un suo brano lungo le tre serate del Premio.

A condurre l’edizione 2018 sono stati Ottavio Nieddu e Gianmaurizio Foderaro. La serata finale è stata trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook di Rai Radio Tutta Italiana.

Molti i premi ed i bonus per il gruppo vincitore del “Parodi”: avrà l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2019 dell’“European Jazz Expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli, del Negro Festival di Pertosa (Salerno), del Premio dei Premi al Mei di Faenza, dello stesso Premio Parodi ed in vari altri eventi e serate che saranno man mano annunciati. Inoltre per La Maschera c’è un tour di otto concerti, realizzato grazie a NuovoImaie (progetto finanziato con i fondi dell’art. 7 della legge 93/92), ed una borsa di studio di 2.500 euro.

Al Premio della critica va invece la produzione di un videoclip offerto dalla Federazione degli Autori.

I finalisti sono frutto di un’approfondita selezione fra ben 220 iscritti, provenienti da da ogni parte del mondo, dal Messico alla Siberia, dal Senegal a Cipro. Indice, questo, del rilievo assunto da questa manifestazione nel corso degli anni.

La giuria che ha deciso il premio assoluto era composta da Gianfranco Cabiddu (Regista, musicista), Gigi Camedda (musicista), Lucia Campana (partner Premio Città di Loano), Gesuino Deiana (musicista), Gaetano D’Aponte (partner Premio Bianca D’Aponte), Andrea Del Favero (Partner Folkest), Giovanni Gianluca Floris (musicista, presidente del Conservatorio di Cagliari), Kaballà (musicista), Elena Ledda (musicista), Silvano Lobina (musicista), Annamaria Loddo (operatrice culturale), Marco Lutzu (musicista, etnomusicologo), Roberto Mancinelli (I Mean), Gino Marielli (musicista), Nicola Meloni (operatore culturale), Michele Palmas (produttore S’Ard Music), Andrea Ruggeri (musicista), Gisella Vacca (musicista, attrice).

Quella critica vedeva presenti Claudio Agostoni (Popolare Network), Gabriele Antonucci (Panorama), Matteo Bruni (Radio Super Sound), Angela Calvini (Avvenire), Stefano Carboni (Radio Montecarlo), Simone Cavagnino (Unica Radio), Flavia Corda (Rai 3 Sardegna), Valerio Corzani (Radio 3), Tore Cubeddu (Eja TV), Ciro De Rosa (Blogfoolk / Songlines), Daniela Deidda (Sardegna Eventi 24), Felice Liperi (Repubblica), Monica Magro (Radio Sintony), Elisabetta Malantrucco (Rai Radio Techetè), Luigi Mameli (Radiolina), Marco Mangiarotti (Quotidiano Nazionale / Il Giorno), Andrea Massidda (La Nuova Sardegna), Duccio Pasqua (Radio 1), Piersandro Pillonca (Uff. Stampa Consiglio Regionale della Sardegna), Timisoara Pinto (Radio 1), Walter Porcedda (Musica Jazz), Emanuela Teodora Russo (NuovoImaie), Cristiano Sanna (Tiscali), Claudio Scaccianoce (Linkiesta), Giacomo Serreli (giornalista musicale), Stefano Starace (Mo’l’estate), Mario Tasca (Sardegna 1), Jacopo Tomatis (Il giornale della musica).

Per la giuria internazionale, infine, c’erano Bastiaan Springer (ConcertZender, Olanda), Andrew Cronshaw (Froots magazine – Rough Guide to World Music, Regno Unito), Thorsten Bednarz (DeutchlandFunk Kultur, Germania), Petr Doruzka (Czech Radio, Praga), Sergio Albertoni (RSI Svizzera).

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Andrea Parodi L1 copia

Il “Premio Andrea Parodi” si prepara ad accogliere per la sua unica data italiana una leggenda vivente della musica, Al Di Meola, che riceverà il Premio Albo d’oro e insieme ad altri grandi ospiti come Riccardo Tesi, Massimo Donno, Alessia Tondo ed il Trio Correnteza omaggerà il grande talento di Andrea Parodi, di cui ricorre il 10° anniversario della scomparsa (il 17 ottobre) proprio in prossimità del festival. Parodi, dopo l’avventura con i Tazenda, era diventato un personaggio di rilievo nella scena world music internazionale.

Un cast di altissimo livello, che, insieme ai finalisti del concorso fra i quali compaiono nomi altrettanto importanti, animerà la nona edizione della manifestazione, in programma dal 13 al 15 ottobre a Cagliari al Teatro Auditorium Comunale di Piazza Dettori, con anteprima il 12 al live-club Jazzino e vari appuntamenti collaterali.

La direzione artistica è affidata a Elena Ledda, mentre a presentare saranno Ottavio Nieddu e Gianmaurizio Foderaro.

Al Di Meola non ha voluto mancare alla manifestazione che ogni anno ricorda Andrea Parodi, un artista con cui il leggendario chitarrista aveva intrecciato una intensa collaborazione, con molti concerti e con il disco “Midsummer Night in Sardinia” del 2005, e di cui aveva detto: «La voce di Andrea Parodi, unica, genera emozioni che toccano le più nascoste profondità dell’animo. Penso che Andrea sia una delle voci più importanti e originali del nostro tempo!»Al Di Meola si esibirà accompagnato dal chitarrista Peo Alfonsi, che suonava all’epoca con Parodi ed ora è in tour con lui da diversi anni.

A contendersi la vittoria del Premio Andrea Parodi, l’unico in Italia riservato alla world music, saranno: Paolo Carrus & Manuela Mameli Quartet (brano “Sa stella”, lingua sarda), Claudia Crabuzza (brano “L’altra Frida”, lingua algherese), Domo Emigrantes (brano “Leucade”, lingua salentina), Lamorivostri (brano “Lamorivostri”, lingua calabrese), Mau Mau (brano “8.000 km”, lingua piemontese), Parafone’ (brano “Amistà”, lingua calabrese, arabo-egiziana), Pupi di Surfaro (brano “Li me paroli”, lingua siciliana, italiana, inglese), Il tempo e la voce (brano “Meravigliusa-menti”, lingua siciliana medievale), Vesevo (brano “O ‘ Rre Rre”, lingua napoletana). Non sarà invece presente Mela (brano “Story of Inconsequence”, lingua inglese) per indisponibilità.

Il programma completo:

Il 12 ottobre alle 21.30 il Jazzino (Cagliari, Via Carloforte 76) ospiterà l’anteprima del Festival, con un recital di Davide Casu.

Il 13 ottobre alle 20.30 ci sarà la prima esibizione dei finalisti (con il brano in gara ed un altro brano del proprio repertorio) e la proiezione del video live di Giuliano Gabriele Ensemble (Vincitore del Premio nel 2015).

Il 14 ottobre alle 20.30 la seconda esibizione dei finalisti, che proporranno il brano in gara e uno del repertorio di Andrea Parodi, del quale verrà anche proiettato un video. Nella serata ci sarà spazio anche per i primi due ospiti, Riccardo Tesi e Massimo Donno.

Il 15 ottobre, alle 20.30, prenderà avvio la serata finale, con l’esibizione dei concorrenti, che presenteranno il brano in gara. A seguire saliranno sul palco il Trio Correnteza, Alessia Tondo con Massimo Donno. Si passerà poi alla consegna del Premio Albo D’oro ad Al Di Meola e al suo set con Peo Alfonsi. Infine la proclamazione dei vincitori del Premio assoluto, del Premio della Critica e delle menzioni e l’ormai tradizionale jam session finale che coinvolgerà tutti gli ospiti, Elena Ledda e gli artisti presenti in giuria e in sala.

EVENTI COLLATERALI

Il 14 ottobre nella Sala Conferenze Search (in Largo Carlo Felice 2), alle 10.00, si terrà un seminario sui diritti degli artisti interpreti ed esecutori a cura di Andrea Marco Ricci, Membro del Consiglio di Amministrazione del Nuovo IMAIE. Alle 11.30 sarà la volta di una conferenza sul contratto di edizioni musicali curata da Maria Grazia Maxia. Alle 17.30 toccherà alla presentazione del libro autobiografico “Una vita a bottoni” (Squilibri editore) di Riccardo Tesi, che sarà affiancato da Andrea Del Favero e Francesco Pintore.

Il 15 ottobre, sempre alla Sala Conferenze Search, alle 10.30 prenderà il via la giornata di studi “La musica che girerà intorno. Immaginare la World Music fra vent’anni”, a cura di Jacopo Tomatis, realizzata in collaborazione con Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio.

Si tratta della 2ª edizione del dibattito internazionale sulla World Music. Interverranno: Ciro De Rosa, Dario Zigiotto, Thorsten Bednarz, Riccardo Tesi, Marco Lutzu e Ignazio Macchiarella. Accesso libero e gratuito.

Premi per gli artisti

Il vincitore del concorso avrà diritto ad una bonus di 2.500 euro per spese musicali, che sarà erogato a copertura di costi di masterclass, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, entro un anno dallo svolgimento del festival. Il vincitore inoltre avrà la possibilità di esibirsi nella prossima edizione del Premio Andrea Parodi, al Festival European Jazz Expo di Cagliari, al Negro Festival delle Grotte di Pertosa (Campania) e a Folkest in Friuli.

Al vincitore del Premio della Critica sarà invece offerta la produzione di un videoclip professionale.

Gli oggetti d’arte del Premio Andrea Parodi 2016 saranno realizzati per l’occasione da Maria Conte.

Giurie

Giuria tecnica (Premio assoluto): Elena Ledda, Riccardo Tesi, Gabriele Mirabassi, Alessia Tondo, Peo Alfonsi, Gino Marielli, Gigi Camedda, Cathrine Rysst, Kaballà, Gigi Marras, Silvano Lobina, Andrea Ruggeri, Gianluca Dessi’, Simone Pittau, Gisella Vacca, Lia Careddu, Marco Lutzu, Salvatore Corona, Annamaria Loddo, Michele Palmas, Dario Zigiotto, Gaetano d’Aponte, Andrea Del Favero.

Giuria critica: Flavia Corda, Giorgio Galleano, Franz Coriasco, Matteo Bruni, Tore Cubeddu, Francesco Pintore, Giacomo Serreli, Walter Porcedda, Piersandro Pillonca, Claudia Mura, Daniela Deidda, Marco Mangiarotti, Jacopo Tomatis, Ciro De Rosa, Felice Liperi, Juan Antonio Vázquez, Andrew Cronshaw, Thorsten Bednarz, Petr Doruzka, Duccio Pasqua, Valerio Corzani, Sergio Albertoni, Stefano Carboni, Claudio Agostoni, Simone Cavagnino, Monica Magro, Luigi Mameli, Andrea Marco Ricci, Maria Grazia Maxia.

Partner e sponsor

Il Premio Andrea Parodi è realizzato grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna (fondatore), la Fondazione di Sardegna, il Comune di Cagliari (che concede anche il patrocinio).

Partner del Premio sono: European Jazz Expo, Premio Bianca d’Aponte, Negro Festival, Folkest, Nuovo Imaie, Federazione degli Autori, Consorzio Cagliari Centro Storico, Jazzino – Jazz Club Cagliari, Boxoffice Sardegna.

Media Partners: Radio Rai Live 7, Radio Popolare, Radio Sintony, Unica Radio, Sardegna1, Tiscali, Il Giornale della Musica, BlogFoolk, Mundofonias.

Vincitori edizioni precedenti

2015 – Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio)

2014 – Flo (Campania)

2013 – Unavantaluna (Sicilia)

2012 – Elsa Martin (Friuli)

2011 – Elva Lutza (Sardegna)

2010 – Compagnia Triskele (Sicilia)

2009 – Francesco Sossio (Puglia)

Premio della critica

2015 – Marina Mulopulos (Grecia / Toscana)

2014 – Tamuna (Sicilia)

2013 – Francesca Incudine (Sicilia)

2012 – Elsa Martin (Friuli)

2011 – Elva Lutza (Sardegna)

2010 – Yasmin Bradi (Sardegna)

2009 – Dario Piga (Sardegna/Spagna)

STORICO PREMIO ALBO D’ORO

2015 – TOTORE CHESSA (Sculture di FRANCESCO CAU, Assemini)

2014 – SU CUNCORDU ‘E SU ROSARIU DE SANTU LUSSURGIU (Quadri di MARIANO CHELO, Bosa, ceramiche di MASSIMO BOI, Quartu Sant’Elena)

2013 – FRANCESCO DEMURO (Artigianato di ROBERTA SOTGIU, Porto Torres)

2012 – LUIGI LAI (Artigianato di ANNA MARIA LAURO, Alghero, Creazioni in Pasta di Pane)

2011 – MARIO CERVO – Ad Memoriam (Artigianato di LUIGI NIOI, Assemini, Ceramista)

2010 – MAURO PAGANI (Artigianato di PINUCCIO SCIOLA, S.Sperate, Pietre Sonore)

2009 – BERNARD LORTAT JACOB (Artigianato di GIANPAOLO MARRAS, Ottana, Maschere tradizionali di legno)

2008 – DON GIOVANNI DORE (Artigianato Oreficeria di Cagliari)