20 December, 2024
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«Tra le norme contenute nel DDL Concorrenza approvato il 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri non figurano quelle volte a modificare la disciplina dell’attività di acconciatore.»

Lo sottolinea il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli, che spiega come grazie a una pressante azione sul Governo, l’associazione artigiana abbia «scongiurato il rischio di una drastica riduzione della durata del periodo di formazione richiesto all’acconciatore per acquisire la qualifica professionale, prevista nella bozza del provvedimento».

Confartigianato all’Esecutivo sottolineò la necessità di tenere conto dell’elevata professionalità e competenza richieste ad operatori che svolgono la propria attività a diretto contatto con il corpo del cliente, nonché di una corretta collocazione dell’acconciatore all’interno della cultura del benessere in quanto tale figura professionale.

Quello del benessere (acconciatori, estetisti, odontotecnici, onicotecnici) è uno dei pochi settori che ha resistito (meglio rispetto ad altri) alla crisi ma che fa registrare una crescente attenzione dei consumatori alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona.

«La complessità del settore – sottolinea Mameli – richieda figure professionali caratterizzate da competenze multidisciplinari, che comprendano al loro interno sia adeguate conoscenze di tipo tecnico sia competenze trasversali, che consentano di riconoscere le mutate esigenze del cliente e di “prendersi cura” di quest’ultimo in modo globale.»

«Se si analizzano, infatti, i programmi dei corsi di formazione regionale – aggiunge il segretariosi riscontra un approccio multidisciplinare che, oltre alle materie strettamente tecniche, prevedono lo studio di elementi di anatomia e fisiologia, cosmesi, epidemiologia, igiene, sicurezza negli ambienti di lavoro, smaltimento rifiuti, privacy, responsabilità connesse all’attività ed altro ancora. Si aggiunga che lo sviluppo della tecnologia e le nuove esigenze della clientela stanno determinando un aumento dei bisogni formativi degli imprenditori anche rispetto ad ulteriori materie, quali citologia, istologia, micro-visualizzazione, psicologia della comunicazione, competenze linguistiche, immagine corporea, marketing

«Voglio sottolineare – conclude il segretario regionale di Confartigianato – come il mantenimento dell’attuale livello di qualificazione rappresenti la condizione minima necessaria per contrastare la diffusa concorrenza sleale ad opera di soggetti che erogano servizi non qualificati al minor costo possibile con prevedibili effetti negativi sulla salute del consumatore. In Sardegna, come in ogni regione d’Italia, negli ultimi anni sono sorte centinaia di attività di servizi alla persona condotte da imprenditori, per la maggior parte stranieri, che si sono collocati in una posizione “border line” in quanto al rispetto delle regole.»

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Ogni sardo paga, in media, ben 6.358 euro di tasse l’anno. I contribuenti isolani si attestano al 15esimo posto in tutta Italia; primi i lombardi con oltre 11mila euro, ultimi i siciliani con poco più di 5.500 euro con una media nazionale di 8.824 euro. L’80,7% di quanto versato finisce nelle tasche dello Stato, il 10,2% va alle Regioni e solo il 9% a Comuni e Province.

I dati sono stati diffusi dal centro studi della CGIA di Mestre che ha elaborato i dati del Ministero dello Sviluppo Economico e Istat del 2012 (ultimo anno disponibile).

«Nonostante siamo quasi 2.500 euro sotto la media nazionale – afferma Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato – ciò non significa essere fortunati. La quota di contributi è sempre maggiore rispetto alla situazione economica generale e dei servizi.»

Nella ricerca effettuata dalla CGIA ha preso in esame tutti i lavoratori dipendenti, gli autonomi, le imprese e i pensionati, contemplando  ben 22 tributi: sono stati infatti inseriti 8 tributi nazionali (dall’Irpef fino alle imposte ipotecarie), 6 tributi regionali (dall’IRAP alla tassa per il diritto di studio universitario), 3 tributi provinciali (dall’RC auto al tributo per la tutela dell’ambiente) e ben 5 tributi comunali (dalla famigerata IMU fino alla Tari).

«Una cosa è parlare di tassazione dove il reddito medio è di circa 40mila euro, come nella provincia di Bolzano – aggiunge Mameli – un’altra è parlare di zone che sopravvivono con 12mila euro, come accade nel Medio Campidano. E ovviamente è diverso parlare di territori che hanno ogni tipo di servizio contro chi non ha, per esempio, strade, treni, sviluppo e occupazione.»

«Nei prossimi anni – auspica il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – che a brevissimo anche la nostra Isola possa contribuire come la Lombardia e il Lazio: vorrà dire avere imprese sane e competitive, disoccupazione ai minimi e un PIL florido.»

«Ricordiamo che questi dati si riferiscono alle dichiarazioni 2012 – conclude Stefano Mameli – e che per il 2015 e 2016 la tassazione non promette nulla di buono: quest’anno la pressione fiscale dovrebbe attestarsi al 43,2% mentre per il prossimo si potrebbe toccare il 43,7%.»

Stefano Mameli è il nuovo segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna. Lo hanno deciso i componenti di Giunta dell’Associazione Artigiana, riunitisi a Tramatza.

Mameli, 39 anni, originario di Villaspeciosa, prende il posto di Filippo Spanu, dimessosi 1 anno fa. Laureato in Scienze politiche, il neo segretario regionale è specializzato nell’attuazione di progetti di sviluppo locale e progettazione partecipata.

Tra i vari incarichi ha collaborato con numerose amministrazioni pubbliche regionali e locali, con imprese private, ha lavorato presso il Formez e il comune di Guspini. L’ultimo compito è stato quello di direttore dell’Ente di formazione di Confartigianato.

Il neo segretario, insieme alla presidente regionale, Maria Carmela Folchetti, eletta poco più di un mese fa in sostituzione di Luca Murgianu, avranno il compito di guidare le 7mila imprese artigiane associate a Confartigianato.

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La quarta edizione de S’Ischola de su Trabagliu, organizzata dall’Associazione culturale LAMAS, candida Pattada ad essere pensatoio stabile delle politiche per lo sviluppo della Sardegna. Come creare lavoro? Quale e come? è il titolo scelto. Industria, artigianato, agroalimentare, turismo, economia culturale saranno i focus programmati dal pomeriggio di venerdì 12 e per il sabato 13 settembre all’Hotel La pineta nel Parco La Pineta Salvatore Pala. Lamas, col contributo della #Fondazione Banco di Sardegna ed il patrocinio del #FAI (Fondo Ambiente Italiano), intende elaborare strumenti di sviluppo immediatamente traducibili in atti concreti dall’iniziativa privata e pubblica isolana. L’evento si strutturerà in cinque incontri attivi e circolari. Gli stessi titoli degli incontri sono in chiave di domanda:

– C’è ancora spazio per l’industria? Per quale?

– L’accoglienza è il lavoro di una stagione?

– Dalla terra e dal mare quale lavoro?

– C’è ancora spazio per il sapere delle mani?

– Con la cultura si mangia?

La scelta de #S’Ischola de su Trabagliu è dettata dal volere unire alle competenze di studiosi e tecnici la diretta esperienza di artigiani, imprenditori, industriali i quali si faranno interpreti del bisogno di praticità, concretezza, operabilità necessarie per uscire dall’attuale deserto occupazionale. Un esempio concreto lo si avrà venerdì 12, alle ore 20.00, quando l’intreccio di artigianato e di arte darà vita al concerto del #Quartetto Karel che suonerà con gli strumenti ad arco del liutaio pattadese Piero Virdis. Per l’occasione saranno eseguiti brani di tre compositori che seppero, con la loro opera, rendere in musica paesaggi della Sardegna: Lao Silesu, Gavino Gabriel, Ennio Porrino.

Il Laboratorio pubblico #S’ischola de su trabagliu ha il compito di orientare i decisori specie in un momento in cui si sono rarefatti i luoghi di incontro, di partecipazione, di proposta. Come creare lavoro? Quale e come? Vuol far convergere intelligenze ed esperienze intorno ad un obiettivo il lavoro diventato la prima emergenza dell’isola. La due giorni di comunità intellettuale e sociale nel centro nord della Sardegna con oltre cinquanta contributi

dibatterà per produrre soluzioni;

elaborerà un “piano di rinascita” sociale;

discuterà di industria che non sia solo chimica di base;

creerà una rete di saperi e mondi spesso separati;

svilupperà l’idea che il lavoro non piove sui territori ma dev’essere elaborato dai territori stessi.

PROGRAMMA

Venerdì 12 settembre

Ore 16.00 Inizio lavori

Salvatore Mereu Regista Cagliari

Proiezione Transumanza

Ore 16.15 Lo stato dell’economia e del lavoro

Antonella Crescenzi Economista Ministero dell’Economia e delle Finanze Roma

Giorgio Macciotta CNEL Roma

Ore 17.00 C’è ancora spazio per l’industria? Per quale?

Introducono e coordinano

Tore Corveddu Lamas

Angelo Sini Lamas

Intervengono

Francesca Ticca Segretario Regionale UIL Sardegna Cagliari

Oriana Putzolu Segretario Regionale CISL Sardegna Cagliari

Michele Carrus Segretario Regionale CGIL Sardegna Cagliari

Tore Cherchi Coordinatore Progetto Sulcis Cagliari

Pietro Ciarlo Costituzionalista Università di Cagliari

Maria Antonietta Mongiu Presidente regionale Fai Sardegna

Antony Muroni Direttore L’Unione Sarda Cagliari

ORE 20.00 CONCERTO

Quartetto Karel – Strumenti ad arco di Piero Virdis –Pattada

Musiche di Lao Silesu, Gavino Gabriel, Ennio Porrino

Sabato 13 Settembre

Ore 9.30 L’accoglienza è il lavoro di una stagione?

Introducono e coordinano

Susi Ronchi Giornalista Cagliari

Gianni Manca Lamas

Intervengono

Vittoria Mereu Direzione Commerciale Marketing e Direzione Business – Tirrenia

Italo Meloni Direttore Cirem Università di Cagliari

Roberto Petza Chef Fondazione Accademia Casa Puddu Siddi

Franco Mulas Direttore Starwood Arzachena

Giuseppina Scorrano Esperta Turismo Cagliari

Attilio Mastino Rettore Università di Sassari

Ore 11:00 Dalla terra e dal mare quale lavoro?

Introducono e coordinano

Maria Francesca Chiappe L’Unione Sarda Cagliari

Salvatore Palitta Lamas

Intervengono

Angelo Aru Agronomo Università di Cagliari

Sergio Vacca Professore Scienza del Suolo Università di Sassari

Giuseppe Delogu Dirigente Corpo Forestale e Vigilanza Ambientale Regione Sardegna

Francesco Casula Direttore 3 A Arborea

Vito Gulli Direttore ASDOMAR Olbia

Alfonso Orefice Esperto di sviluppo rurale Cagliari

Ersilia di Tullio Responsabile Area Agricoltura Industria alimentare Nomisma Bologna

Nicolò Migheli Sociologo Cagliari

Ore 15.30 C’è spazio per il sapere delle mani?

Introducono e coordinano

Gian Franca Fois Lamas

Antonello Deiosso Lamas

Intervengono

Piero Virdis Liutaio Pattada

Antonio Fogarizzu Designer

Stefano Mameli Confartigianato Imprese Sardegna Cagliari

Anna Maria Sanna già Dirigente scolastica Cagliari

Rosario Musmeci Esperto Formazione e Istruzione Sassari

Ilene Steingut Direttrice Istituto Europeo Designer Cagliari

Silvano Tagliagambe Filosofo della Scienza Università di Sassari Cagliari

Ore 17.30 Con la cultura si mangia?

Introducono e coordinano

Salvatore Fenu Lamas

Maria Antonietta Mongiu Lamas

Intervengono

Filippo Martinez Regista Oristano

Giuseppe Giordano Presidente Calagonone Jazz Cagliari

Antioco Floris Direttore CELCAM Università di Cagliari

Franco Masala Storico dell’architettura Cagliari

Costantino Cossu Responsabile Cultura La Nuova Sardegna

Pinuccio Sciola Scultore e musico San Sperate

Romano Cannas già Direttore Sede Rai Cagliari

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Più di 40 imprenditori edili di Sardegna e Veneto, in rappresentanza di oltre 100 aziende, si sono confrontati ieri a Cagliari nel workshop interregionale sull’edilizia sostenibile, avviando progetti e sottoscrivendo accordi di cooperazione tra le due regioni.

I produttori di serramenti, materiali edili, impianti o case in legno, e i laboratori prove e gli studi ingegneria, riuniti in consorzi o metadistretti, di Belluno, Venezia, Padova, Dolo, Mestre, Thiene, Marostica e Schio e Sedico hanno lavorato “gomito a gomito” con le imprese di Cagliari, Carbonia, Guspini, Olbia, Oristano e Sassari, scambiandosi idee su nuovi materiali, tecnologie innovative ed eco design, promuovendo lo scambio di buone pratiche e, soprattutto, creando innovative reti d’impresa tra le diverse realtà.

Per questo, ieri la sede di #Confartigianato Imprese Sardegna è diventata la “casa delle idee artigiane sarde e venete” per edilizia ecosostenibile e innovativa, settore che apre nuovi mercati, crea lavoro e consolida i rapporti tra imprese. Costruire e ristrutturare con canoni nuovi e compatibili con l’ambiente, infatti, produce business, forma aziende più solide e irrobustisce un mercato in crescita.

Già dai prossimi giorni le aziende cominceranno a operare concretamente sui progetti, avviando le procedure per realizzare delle le reti imprenditoriali.

Nelle due regioni, infatti, sono circa 75mila le imprese edili che competono in un mercato in continua mutazione, che chiede di essere al passo con l’utilizzo di materiali “green” e, soprattutto, con sistemi efficaci di risparmio energetico. Per dare risposte a tali richieste, quindi per crescere e aggredire la crisi, sono necessari l’innovazione, la conoscenza di nuovi materiali e le tecnologie avanzate, ma soprattutto è necessario creare opportunità di aggregazione in filiere o reti d’impresa per conquistare nuovi mercati.

«L’impresa deve entrare nella rete se c’è un valore aggiunto e se ci sono mercati favorevoli», ha sottolineato Stefano Mameli, coordinatore del progetto per Confartigianato Sardegna, che ha aggiunto come «le associazioni di categoria rappresentino la piattaforma fertile per la creazione dell’humus utile allo sviluppo di tali progetti e della vera crescita delle imprese». Enrico Cancino, coordinatore di progetto di Confartigianato Veneto, ha aggiunto come «le vere reti che funzionano sono quelle che le imprese vogliono fortemente, non quelle costruite in base ai vari incentivi».

L’incontro dal titolo “Reti di business per l’edilizia sostenibile”, è stato organizzato dalle Associazioni datorali sarde di Confartigianato Imprese, Confcooperative e Confindustria, e fa parte delle attività del “Progetto di Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile”, ideato e finanziato dalle Regioni Sardegna e Veneto.

Nel frattempo in Sardegna crescono le ristrutturazioni.

Nel 2012, infatti, quasi 100mila i sardi hanno usufruito delle detrazioni per recupero del patrimonio edilizio e risparmio energetico, generando per il settore un valore aggiunto del 3,7% e per i contribuenti un risparmio di 54 milioni di euro.

I dati sono sulla Sardegna emergono dal dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato (rielaborazione statistiche MEF e ISTAT su detrazioni IRPEF 2013-anno di imposta 2012) relativi al giro d’affari su ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico. Nel 2011, le detrazioni superarono i 42 milioni, i contribuenti furono 82.600 e l’incidenza sul valore aggiunto sulle Costruzioni arrivò al 2,4%.

Scendendo nel particolare, sono stati 77.559 i contribuenti sardi (il 7,2% dei residenti) che nel 2012 hanno portato in detrazione circa 34 milioni di euro per il recupero del patrimonio edilizio, contribuendo così a generare un valore aggiunto sulle costruzioni del 2,3% (nel 2011 furono 67mila per oltre 29 milioni). Per gli interventi per il risparmio energetico, sempre nel 2012, sono stati 20.012 i contribuenti sardi (l’1,8% dei residenti) che hanno richiesto sgravi per 20 milioni di euro, incidendo per lo 1,4% sul valore aggiunto del settore. (nel 2011 furono oltre 15mila, per oltre 12 milioni di euro di detrazioni).

Franco Sabatini.

Franco Sabatini, presidente della 3ª commissione.

Hanno preso il via ieri mattina, nella Terza commissione del Consiglio regionale, le audizioni sulla programmazione unitaria 2014-2020. Cgil, Cisl, Ugl, Cna, Confartigianato, Legacoop, e Confcooperative, hanno aperto il ciclo di incontri che, così come dichiarato dal presidente della commissione, Franco Sabatini, si concluderà con la presentazione di un documento che sarà portato all’attenzione dell’Aula. «L’obiettivo è contribuire a migliorare gli indirizzi per la predisposizione dei piani operativi – ha dichiarato Sabatini – così da rendere più efficace la programmazione degli oltre cinque miliardi di euro di fondi comunitari, a valere su Fesr, Fes, Pon, Feasr e Fsc».

Il presidente della commissione Programmazione, ha evidenziato la scadenza del prossimo 22 luglio, quale termine utile per la Regione sarda,  per trasmettere all’Ue i programmi operativi per l’utilizzo delle varie fonti finanziarie ed ha assicurato l’impegno della commissione a procedere, entro i tempi stabiliti, con la redazione di un documento che integri e migliori l’atto di indirizzo strategico, approvato dalla giunta regionale lo scorso 27 maggio con la delibera n. 19. Franco Sabatini ha auspicato un documento di “programmazione unitaria” «con un più marcato indirizzo politico e minori aspetti tecnici» ed ha sottolineato, in riferimento al precedente settennio 2007-2014, l’assenza di valutazioni di impatto sulle misure e sui programmi adottati. «I risultati – ha dichiarato Sabatini – non sono quelli attesi e nonostante l’ingente impiego di risorse comunitarie non è centrato l’obbiettivo di contribuire efficacemente alla crescita e allo sviluppo dell’Isola».

Un concetto ripreso anche dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, ad incominciare da Antonio Piludu (Cgil), che nel corso del suo intervento ha ribadito «la necessità di uscire dalla crisi con la definizione di un nuovo modello di sviluppo». Nello specifico, Piludu ha dichiarato di apprezzare il documento preliminare che indica metodi e contenuti per la programmazione europea 2014-2020 a suo tempo proposto dal ministro Barca, in particolare per quanto attiene l’integrazione tra fondi e politiche ordinarie, la concentrazione delle risorse e l’attenzione alle aree urbane ma in particolare alle zone interne. «Contenuti – ha affermato il rappresentante della Cgil – recepiti nei documenti proposti dalla Giunta regionale». Le preoccupazioni riguardano, invece, la reale possibilità di integrare i diversi fondi e la possibilità di concretizzare un nuovo modello di sviluppo. Le scelte strategiche, indicate dalle Cgil, riguardano: la scelta decisiva sulla competitività dei sistemi produttivi; la scelta su ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, nonché le questioni legate all’occupazione, all’inclusione sociale, alla lotta alle povertà, all’istruzione e alla formazione. «L’investimento sulle persone e sulle comunità (circa 500 milioni a valere sui tre fondi comunitari) possono dare un forte impulso alla creazione di un sistema socio sanitario integrato», così ha dichiarato il rappresentante Cgil. Ma ciò che è indispensabile, a giudizio di Piludu, è accompagnare l’avvio della programmazione con le necessarie riforme (sia quelle attinenti il funzionamento Regione che quelle riguardanti gli Enti locali) e adottare una pratica di continuo coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali.

Mariella Pilo, in rappresentanza dell’Ugl, ha affermato la necessità di procedere con la programmazione unitaria dei fondi e ha ribadito come serva agire con tempestività e urgenza in vista della scadenza del 22 luglio 2014, per non perdere una ulteriore annualità nella programmazione dei fondi comunitari, sebbene il ritardo non sia imputabile alla Regione ma all’Unione Europea. La rappresentante dell’Ugl si è soffermata sul punto 11 delle priorità contenute nel documento approvato dalla giunta regionale, quello riguardante “la qualità istituzionale” per affermare la necessità di procedere con la “sburocratizzazione” della pubblica amministrazione. «Non servono grandi risorse – ha dichiarato Mariella Pilo – ma serve un grande sforzo collettivo nel verso di una riforma profonda della pubblica amministrazione, con una scelta politica forte e determinata dell’intero Consiglio regionale». L’audizione dell’Ugl si è conclusa con tre raccomandazioni: la prima riguarda l’opportunità di scongiurare l’utilizzo dei fondi comunitari per mantenere le strutture già esistenti e operanti della pubblica amministrazione; la seconda riguarda l’assicurare la piena valorizzazione della fase creativa delle programmazione, l’ultima è riferita all’invito per la completa rivisitazione del sito on line dell’amministrazione regionale nella parte che riguarda proprio i fondi comunitari («non è trasparente e non è efficace»).

La segretaria regionale della Cisl, Oriana Putzolu, ha auspicato tempi rapidi per rispettare la scadenza del 22 luglio e ha preannunciato la volontà «di entrare da subito nel merito dei diversi progetti». Putzolu ha rimarcato la necessità di un monitoraggio dell’efficacia delle azioni messe in campo nel precedente settennio (2007-2014). «Una efficace programmazione dei fondi comunitari – ha dichiarato la segretaria Cisl – è una priorità politica e serve ottimizzare le linee di indirizzo per la predisposizione dei piani operativi». La Cisl ha preannunciato la presentazione alla commissione di un apposito documento sul tema della programmazione unitaria 2014-2020.

Il segretario regionale della Cna, Francesco Porcu, ha definito “fallimentare” l’esperienza del precedente ciclo di programmazione e sottolineato come sia emersa con chiarezza «l’incapacità di spendere le risorse di cui la Regione dispone». Porcu ha evidenziato il contesto nel quale si è costretti ad operare, caratterizzato da scarse risorse pubbliche e da una evidente desertificazione produttiva che restringe la base occupazionale («condizioni difficili che rendono problematico, per la Sardegna, un eventuale aggancio della ripresa»). Dinanzi ad una prospettiva definita di “stagnazione e recessione” le preoccupazioni della Cna sono rivolte principalmente al lavoro e all’occupazione. L’auspicio è dunque quello di non ripetere nella programmazione unitaria 2014-2020 gli errori del passato, ad incominciare dalla scarsa concentrazione delle risorse e dalla conseguente frammentazione e moltiplicazione dei bandi, delle direttive e delle procedure. Per non aprire il nuovo ciclo di programmazione con «i vizi del passato», la Cna, propone  la concentrazione delle risorse su progetti definiti e vagliati in base alla loro rilevanza economica. L’ulteriore sottolineatura di Porcu riguarda il lavoro, ed in particolare l’assenza della domanda di lavoro. «Serve riattivare la domanda con un piano di investimenti pubblici, con opere immediatamente cantierabili e ad alta intensità di manodopera e innovazione tecnologica», ha affermato il rappresentante della Cna, che ha citato ad esempio la riqualificazione energetica degli edifici scolastici con le positive ricadute in termini ambientali, di riduzione dei costi e di incremento dei livelli occupazionali.

Il rappresentante della Confartigianato, Stefano Mameli, ha sottolineato l’importanza della fase in atto in Sardegna per la programmazione unitaria 2014-2020, ricordando come la fase più complessa sia però quella dell’attuazione dei programmi e delle azioni. Nel corso dell’audizione, Mameli, ha posto l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali, ad incominciare da quello della “integrazione” tra i diversi fondi ma soprattutto tra gli strumenti e le risorse della programmazione 2014-2020 con le “leggi di settore”, per le quali Confartigianato auspica un rinnovato impegno da parte della Regione. Oltre all’integrazione tra i diversi fondi, Mameli ha espresso apprezzamento per il principio della “concentrazione”, riferita alle risorse e ai procedimenti ma che non deve tradursi anche nella concentrazione dei soggetti beneficiari. «La nuova programmazione – ha aggiunto il rappresentante di Confartigianato – deve essere a misura delle Pmi (bandi comprensibili e accessibili) e dovrà incidere per la soluzione del problema dei problemi delle piccole e medie imprese, che è rappresentato dall’accesso al credito». Per quest’ultimo aspetto la proposta riguarda la valorizzazione dei Confidi nel loro ruolo di sostegno e accompagnamento alle attività meritevoli di garanzie. L’ulteriore sottolineatura riguarda l’obiettivo tematico 11 del documento di programmazione unitaria, che attiene la burocrazia («ulteriore elemento critico per le Pmi»). Gli altri argomenti trattati nel corso dell’audizione hanno riguardato: la territorializzazione con riferimento all’”investimento territoriale integrato” (Iti) che sarà utilizzato per lo sviluppo dei tre centri urbani di Cagliari, Sassari e Olbia ma che, a giudizio di Mameli, può essere rivolto ad altre aree e alle zone interne; l’istruzione («serve collegare scuola, formazione professionale e mondo del lavoro») e la filiera dell’edilizia sostenibile («in Sardegna è possibile reperire il know how che parte dalla progettazione di tecnologie e materiali green fino alla loro produzione e collocazione nei mercati anche extraeuropei»).

Il responsabile delle relazioni esterne e dell’area legislativa di Legacoop, Luigi Piano, ha affermato di condividere «i contenuti e le modalità attuative della programmazione unitaria 2014-2020 prospettate dalla Regione», prima di procedere con alcune considerazioni di merito su obiettivi ed azioni. Legacoop ha espresso una valutazione positiva per le risorse dislocate sui tre fondi comunitari, Fesr, Fse e Feasr per gli obiettivi tematici riferiti «alla competitività del sistema produttivo; tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali, nonché sul complesso delle azioni attivabili su occupazione, inclusione sociale e formazione». Una particolare considerazione è stata rivolta all’obiettivo tematico 11 (qualità istituzionale) che a giudizio di Piano «rappresenta il vero obiettivo discriminante rispetto alla possibilità di raggiungere livelli soddisfacenti nella pianificazione delle risorse comunitarie». Per quanto attiene i risultati attesi dal nuovo ciclo della programmazione, a giudizio di Legacoop, è necessario passare da analisi e verifiche di tipo quantitativo (legate cioè alla quantità di risorse impegnate e spese) a verifiche di tipo qualitativo (rendicontare quanti e quali effetti la spesa ha prodotto nell’abbattimento delle criticità e nel miglioramento delle condizioni di vita). Luigi Piano ha sottolineato l’importanza delle azioni volte a potenziare il sistema delle garanzie pubbliche del credito alle imprese ed ha auspicato che le argomentazioni espresse dalle parti sociali trovino opportuna valorizzazione in Consiglio regionale e che soprattutto si tenga conto delle argomentazioni nella predisposizione dei bandi per l’accesso alle risorse.

Le audizioni della commissione si sono concluse con l’intervento del presidente di Confcooperative, Carlo Tedde, che dichiarando di riconoscersi in molte delle argomentazioni illustrate dal collega di Legacoop, ha evidenziato la necessità di garantire il collegamento tra i fondi della nuova programmazione 2014-2020 e il bilancio della Regione. «L’obiettivo della nuova programmazione – ha dichiarato Tedde – deve essere quello di realizzare alcune azioni strategiche e condivise». Rafforzare il sistema delle imprese, è la priorità indicata da Tedde, insieme col rafforzamento delle competenze manageriali e con le azioni che favoriscano l’accesso al credito, la sburocratizzazione delle procedure e l’inclusione lavorativa.

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Le imprese sarde e venete delle costruzioni si sono ritrovate ieri a Cagliari, durante il seminario interregionale dal titolo Innovazione & Sostenibilità nell’Edilizia”, per confrontarsi sull’ecosostenibilità e innovazione del settore e lavorare a una collaborazione che apra nuovi mercati, crei lavoro e consolidi i rapporti tra aziende in questo momento di crisi.

Organizzato dalle #Confcooperative, #Confartigianato Imprese e #Confindustria della Sardegna, fa parte delle attività del “Progetto di Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile”, ideato e finanziato dalle Regioni Sardegna e Veneto.

Nell’incontro è stato ribadito come costruire e ristrutturare con canoni nuovi e compatibili con l’ambiente, produca business, formi aziende più solide e irrobustisca un mercato in crescita.

«Le opportunità, in questo settore, sono in crescita – ha affermato Carlo Tedde, Presidente di Confcooperative Sardegna – ma è necessario capire cosa sia più utile alle nostre imprese e soprattutto è importante la capacità che queste avranno di mettersi insieme e di provare a farcela».

Su questo piano anche Stefano Mameli, di Confartigianato Imprese Sardegna, il quale, spiegando il progetto, ha sottolineato come in Veneto ci siano tante imprese che vogliono lavorare insieme alle aziende sarde: «Nelle prossime settimane arriveranno in Sardegna e vorranno incontrare e agire concretamente su idee da sviluppare: il nostro “sistema casa” non può perdere questa occasione».

Nelle due regioni, infatti, sono circa 75mila le imprese edili che competono in un mercato in continua mutazione, che chiede di essere al passo con l’utilizzo di materiali “green” e, soprattutto, con sistemi efficaci di risparmio energetico.

Per dare risposte a tali richieste, quindi per crescere ed aggredire la crisi, sono necessari l’innovazione, la conoscenza di nuovi materiali e le tecnologie avanzate, ma soprattutto è necessario creare opportunità di aggregazione in filiere o reti d’impresa per conquistare nuovi mercati.

Il seminario è proseguito con le relazioni di Marco Tradori (“L’architettura naturale”), di Carlo Usai, dell’Area Valorizzazione azione ricerca di Sardegna Ricerche (“Energie Rinnovabili, efficienza energetica ed edilizia sostenibile”), Fabrizio Gallian dello Studio Gallian (“Ristrutturare e costruire in efficienza energetica”) e di Antonio Mattana, Presidente del Consorzio Solentos e Presidente di Federabitazione Confcooperative Sardegna (“La programmazione di interventi di edilizia biosostenibile”).

Nel dibattito, gli imprenditori si sono poi confrontati sui nuovi materiali, le tecnologie innovative, l’eco design, la progettazione integrata e le ristrutturazioni ma sulle iniziative da intraprendere attraverso la realizzazioni di reti imprenditoriali.

In conclusione sono state presentate le opportunità di collaborazione in rete tra le imprese sarde e quelle del Veneto.