19 November, 2024
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Sono 3.623 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare che nelle prossime festività, con acquisti diretti e on line, proporranno a circa 140mila famiglie isolane, pane, pasta, dolci, vini, birre, carni, formaggi, pesce e conserve per soddisfare ogni tipo di richiesta e palato, garantendo qualità, gusto, tradizione e genuinità.

Sulle tavole e sotto l’albero, anche quest’anno, fate trovare i prodotti agroalimentari artigianali della Sardegna: sono tipici della nostra isola, buoni e soprattutto genuini. Ma attenzione che siano realmente realizzati nella nostra terra, con ingredienti semplici e naturali”.

Con questa frase, Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, invita i consumatori a scegliere prodotti enogastronomici tradizionali e genuini, evitando l’acquisto di quelli di imitazione o di scarsa qualità.

«In un periodo come il Natale – aggiunge Stefano Mameli – anche se in un momento economicamente difficile, è importante affidarsi alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazioneAnche un solo acquisto di questo genere è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi

L’associazione artigiana, così, rilancia l’idea di un Natale all’insegna della tradizione e della genuinità alimentare isolana, ribadendo la necessità di marchi di qualità e disciplinari per le produzioni artigianali e ponendo l’accento sulla questione della commercializzazione e dell’acquisto dei prodotti di imitazione o di qualità non eccelsa.

«Non è una novità che sul mercato vengano immessi in maniera sempre più preoccupante i cosiddetti “cibi-fotocopia” ma i consumatori, in questi ultimi anni, sono sicuramente più attenti nello scegliere gli alimenti tradizionali sardi quali formaggi, salumi, pane, pasta, i dolci, vini e liquori, anche se nei negozi cresce il panorama dei prodotti “simil-Sardegna”

Ma le circa 140mila famiglie sarde che, secondo una recente indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato, hanno intenzione di consumare prodotti tradizionali, staranno ben alla larga dall’ampio elenco di prodotti “sardinian fake food”, veri e propri “inganni culinari”, in cui prodotti di evidente importazione vengono spacciati come “originali sardi” come i malloreddus multinazionali, i maialetti olandesi, l’olio ottenuto da olive greche e tunisine, le salsicce “tipo sardo” confezionate in altre regioni d’Italia, le sebadas slovacche o il liquore di mirto ottenuto da bacche della Slovenia.

«Siamo certi che le Panadas di Oschiri, il formaggio Greviera di Ozieri, l’Aranzada di Nuoro, i Culurgionis ogliastrini, la Birra di Tertenia, il vino di Sorso, le Tiliccas della Gallura, i Mostaccioli di Oristano, il Torrone di Tonara o l’olio di Gonnosfanadiga – riprende Stefano Mameli – non temano confronti dal punto di vista qualitativo perché crediamo che il loro sapore, profumo e gusto non siano riproducibili artificiosamente.»

Infatti, in tanti fuori dall’Isola provano a “copiare” l’eccellente qualità, i profumi e i sapori che, per esempio, si possono trovare nei dolci che vengono ancora preparati in laboratori artigianali, con la più antica tradizione casalinga dell’isola, preziosa per la genuinità e semplicità dei suoi ingredienti base, sempre quelli da centinaia d’anni: uova, zucchero, farina, miele, mandorle, buccia di limone o arancia, mosto di vino cotto o pecorino freschissimo. Stesso discorso anche per la produzione delle paste fresche e ripiene, ancora oggi vengono prodotte con elementi naturali come la semola, l’acqua, le uova, o per i formaggi freschi, che non hanno ne’ additivi chimici, ne’ conservanti.

Delle oltre 3.600 imprese attive nell’artigianato alimentare nella regione, secondo i dati dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPMI riportati nel dossier “Food economy e l’artigianato alimentare nell’Isola”, 1.427 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.648 sono attive nei servizi da asporto, 224 sono pastifici, 51 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 51 nel lattiero caseario, 43 nell’ambito delle spezie e condimenti, 41 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 26 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 37 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 33 nella lavorazione delle granaglie e altre 42 in altre produzioni, attività che nel primo semestre 2017 hanno esportato 86milioni di euro di valore, di cui 73 per i prodotti alimentari e 12 di bevande. A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.508 imprese, a Sassari-Gallura 1.107, a Nuoro 721 e a Oristano 287.

Negli ultimi dodici mesi (settembre 2016 – agosto 2017), a livello nazionale, le vendite all’estero di “Torte, pane con uva passa, panettoni, panettone di Natale, cornetti e altri prodotti dolci della panetteria, della pasticceria o della biscotteria”, compresi i dolci da ricorrenza, hanno registrato un incremento tendenziale del 5,8%, combinazione di una crescita del 5,0% sui mercati dell’Unione europea e dell’8,6% per i mercati extra Ue; tra i principali mercati aumenti a doppia cifra per Stati Uniti (+31,4%), Belgio (+24,2%), Polonia (+15,1%) e Svizzera (+13,9%).

Ormai le vendite di prodotti agroalimentari vòlano anche on line, nonostante il settore abbia enormi prospettive di crescita. Nel 2017, secondo l’analisi dell’Osservatorio eCommerce B2c, il mercato italiano online food&grocery vale 812 milioni di euro, +37% rispetto al 2016. Nonostante la crescita sia la più alta tra quelle registrate nei principali comparti merceologici online (tutti compresi tra +6% e +27%), questo incide solo per il 4% del mercato eCommerce B2c italiano, pari complessivamente a 23,1 miliardi di euro. Nel food&grocery la componente principale, in termini di valore degli acquisti, è rappresentata dall’Alimentare, con l’87% del comparto, per un valore di 708 milioni di euro, in crescita del +39% rispetto al 2016. Tra i prodotti più acquistati nell’alimentare, troviamo con il 54% i “secchi” (ossia confezionati, incluso il caffè), con il 31% i prodotti “freschi” (inclusi il cibo pronto e verdura/frutta), con il 9% le bevande alcoliche (birra, vino, distillati e liquori), con il 5% le bevande analcoliche (acqua, bibite e succhi) e con l’1% i prodotti surgelati.

«Infine, è doveroso ricordare i 193 prodotti agroalimentari tradizionali che la Sardegna annovera insieme alle centinaia di imprese artigiane sarde che si dedicano alle produzioni a marchio garantito Dop, Igp e Stg – conclude Stefano Mameli – numeri che dimostrano quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici

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Un costante incremento demografico, una popolazione che per motivi di lavoro, di istruzione e di servizi sanitari si sposta quotidianamente verso il capoluogo regionale. Villaspeciosa dista da Cagliari poco meno di 20 km. Da sempre il punto di attrazione per i residenti è il capoluogo regionale, ma questa condizione non è stata sufficiente per avere il riconoscimento formale di far parte dell’area metropolitana

Il Consiglio comunale di Villaspeciosa ha votato all’unanimità la richiesta di entrare a far parte del nuovo ente territoriale.

L’occasione è stata la delibera di Giunta rgionale 35/32 del 2017, pubblicata sul BURAS lo scorso 9 novembre, avente ad oggetto l’”Adozione Piano di riordino territoriale. Legge regionale 4 febbraio 2016, n. 2 Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”, art. 4. In tale delibera il comune di Villaspeciosa è stato inserito nell’ambito territoriale ottimale del Campidano di Cagliari.

«I cittadini di Villaspeciosa – afferma Elio Mameli, sindaco di Villaspeciosa – si spostano quotidianamente verso il capoluogo regionale o verso i comuni dell’area vasta, soprattutto per motivi di lavoro, di studio e per fruire dei servizi sanitariRiteniamo – sottolinea Mameli – che la Città Metropolitana sia un’opportunità che potrà dare maggiori servizi ai nostri concittadini anche in termini di mobilità, vero punto critico per chi oggi è costretto a pendolare tutti i giorni verso Cagliari.»

Oggi il comune conta circa 2600 abitanti e vede gran parte dei lavoratori impiegati nei Servizi e nella Pubblica Amministrazione. Negli ultimi 5 anni la popolazione è aumentata di circa il 10%, attraendo residenti soprattutto dal capoluogo e dall’area vasta di Cagliari. Il 95% degli studenti frequenta un Istituto superiore della città metropolitana (il 70% frequenta a Cagliari città).

1La città metropolitana comprende comuni che non hanno maggiori requisiti del nostro per potersi considerare a tutti gli effetti parte del sistema metropolitano di Cagliari – afferma Stefano Mameli, capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale – anche l’ultimo ingresso, quello del comune di Uta, distante 1 km da Villaspeciosa, dimostra che il nostro territorio non può che far parte della Città Metropolitana. Abbiamo tutti gli indicatori che confermano chiaramente il nostro status e chiediamo a gran voce che la nostra posizione venga presa in considerazione. La Città Metropolitana è nata con la finalità di gestire problematiche proprie di un’area metropolitana, le stesse che riguardano i cittadini di Villaspeciosa.»

«A seguito del mandato ricevuto dell’intero Consiglio comunale, abbiamo presentato la nostra formale richiesta all’assessorato degli Enti locali, ma siamo pronti a discutere la proposta in tutte le sedi – conclude il sindaco Elio Mameli – ci aspettiamo disponibilità da parte dell’Amministrazione regionale, ad essere ascoltati al fine di essere inseriti nel nuovo ente territoriale.»

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Le imprese, artigiane e non, della Moda della Sardegna si incontreranno, durante gli “stati generali” del settore, sabato 18 novembre a Cagliari per ragionare di sviluppo, valorizzazione, prospettive ed export.

Stilisti, sarti, produttori e designer di abiti, calzature, occhiali, gioielli e accessori d’abbigliamento, circa 1.700 realtà in tutta l’Isola, insieme alle Istituzioni, all’associazione artigiana, agli esperti e ai giornalisti di settore, per la prima volta potranno ragionare unitamente sul futuro e sulle opportunità di un settore che nel mondo rappresenta il genio e la creatività italiana e in Sardegna ha importanti margini di crescita.

“Moda e artigianato sono ancora una chiave di successo?” “Quali i fondi e le misure per stimolare il comparto e promuovere un rinnovamento?” “Quali i legami con il turismo?” “Qual è l’evoluzione della moda in Sardegna e quali le opportunità?” “Quali i punti di forza ma anche le criticità delle piccole imprese del settore nell’ottica dell’internazionalizzazione?” “Quali le difficoltà del passaggio generazionale in un’azienda della moda?”: sono solo alcuni degli interrogativi ai quali gli esperti tenteranno di rispondere durante tutto l’arco dell’evento dal titolo “Il settore moda in Sardegna: opportunità e prospettive”, iniziativa gratuita previa iscrizione al sito www.modasardegna.it , si svolgerà presso i locali dell’Ex Manifattura Tabacchi in Viale Regina Margherita 33.

Alle 9.30 l’inizio della registrazione dei partecipanti, mentre l’avvio dei lavori è previsto alle 10.00, con l’introduzione di Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e la relazione sui numeri del settore in Sardegna, di Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato.

A seguire gli interventi di Maria Grazia Piras, assessore regionale dell’Industria, con “I programmi regionali sull’internazionalizzazione delle imprese”, di Giuseppe Mazzarella, delegato all’internazionalizzazione di Confartigianato Imprese e consigliere di Agenzia ICE, con “Il mercato della moda in Italia e all’estero. Il ruolo dell’ICE nell’export”, Damiano Pietri, delegato al digitale e presidente giovani imprenditori di Confartigianato Imprese, con “La manifattura 4.0. Opportunità per il settore” e Lia Serreli, amministratore delegato PBM e direttore generale de L’Unione Sarda – Progetto Sardinia eCommerce, con “Il commercio elettronico per le eccellenze sarde: il nuovo portale Sardinia eCommerce”.

Dopo la pausa pranzo, dalle 14.00 i lavori riprenderanno con la tavola rotonda “Le tendenze della moda e le opportunità per gli artigiani del settore”, alla quale parteciperanno Fabio Pietrella, Presidente nazionale Confartigianato Moda, Francesca Delogu, Direttrice Cosmopolitan Italia, Efisio Marras, stilista, Michela Zio, talent scout e giornalista moda e Barbara Argiolas, assessore regionale Turismo, Artigianato e Commercio, moderati da Giuseppe Deiana, giornalista de L’Unione Sarda.

«Alle attività produttive che operano in questo importante comparto, abbiamo voluto dedicare un’intera giornata di riflessioni, spunti e aggiornamenti – affermano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – con l’obiettivo di fornire loro una maggiore consapevolezza dello stato dell’arte del settore nell’Isola e delle prospettive di sviluppo che possono venire anche con il sostegno delle Istituzioni e della Confartigianato

«Un settore, quello della moda, di grande eccellenza e tradizione, anche nella nostra regione – sottolinea Antonio Matzutzi – fatto di una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi e oggetti uniciI sarti, i designer, i produttori di accessori, insieme a tutti gli operatori, nonostante la crisi, rappresentano un settore ancora vivace professioni riscoperte da giovani e meno giovani che vogliono distinguersi. Il segnale più incoraggiante sul risveglio del settore è che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un bel risultato visto che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionaleLa ricetta vincente – conclude il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – è, dunque, presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è

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Le imprese e gli artigiani della Moda della Sardegna si incontreranno, durante gli “stati generali” del settore, sabato 18 novembre a Cagliari per ragionare di sviluppo, valorizzazione, prospettive ed export.

Stilisti, sarti, produttori e designer di abiti, calzature, occhiali, gioielli e accessori d’abbigliamento, insieme alle Istituzioni, all’Associazione Artigiana, agli esperti e ai giornalisti di settore, per la prima volta nell’Isola, ragioneranno unitamente sul futuro e sulle opportunità di un settore che nel Mondo rappresenta il genio e la creatività italiana e in Sardegna ha importanti margini di crescita.

«Alle attività produttive che operano in questo importante comparto, abbiamo voluto dedicare un’intera giornata di riflessioni, spunti e aggiornamenti – affermano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – con l’obiettivo di fornire loro una maggiore consapevolezza dello stato dell’arte del settore nell’Isola e delle prospettive di sviluppo che possono venire anche con il sostegno delle Istituzioni e della Confartigianato

Il settore moda in Sardegna: opportunità e prospettive”, iniziativa gratuita previa iscrizione al sito www.modasardegna.it, si svolgerà presso i locali dell’Ex Manifattura Tabacchi in Viale Regina Margherita 33. Alle 9.30 l’inizio della registrazione dei partecipanti, mentre l’avvio dei lavori è previsto alle 10.00 con l’introduzione di Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e la relazione sui numeri del settore in Sardegna, di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato.

A seguire gli interventi di Maria Grazia Piras, assessore regionale dell’Industria, con “I programmi regionali sull’internazionalizzazione delle imprese”, di Giuseppe Mazzarella, Delegato all’internazionalizzazione di Confartigianato Imprese e consigliere di Agenzia ICE, con “Il mercato della moda in Italia e all’estero. Il ruolo dell’ICE nell’export”, Damiano Pietri, delegato al digitale e presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese, con “La manifattura 4.0. Opportunità per il settore” e Lia Serreli, Amministratore delegato PBM e Direttore Generale L’Unione Sarda – Progetto Sardinia eCommerce, con “Il commercio elettronico per le eccellenze sarde: il nuovo portale Sardinia eCommerce”.

Dopo la pausa pranzo, dalle 14.00 i lavori riprenderanno con la Tavola Rotonda “Le tendenze della moda e le opportunità per gli artigiani del settore” alla quale parteciperanno Fabio Pietrella, Presidente nazionale Confartigianato Moda, Francesca Delogu, Direttrice Cosmopolitan Italia, Efisio Marras, Stilista, Michela Zio, Talent scout e giornalista moda e Barbara Argiolas, assessore regionale Turismo, Artigianato e Commercio, moderati da Giuseppe Deiana, Giornalista de L’Unione Sarda.

I dati del Settore della Moda in Sardegna, al I trimestre 2017, raccontano di 1.688 imprese registrate. Oltre la metà (71,8%) delle imprese del settore, pari a 1.212 unità, sono artigiane, quota più che tripla rispetto al 21,3% del totale artigianato sul totale delle imprese. Oltre i due quinti (43,0%) delle imprese del settore è rappresentato dalle 725 imprese del Tessile, abbigliamento e calzature (TAC): sono 398 imprese (23,6% del Settore Moda) dell’Abbigliamento, 233 imprese (13,8%) del Tessile e 94 imprese (5,6%) degli Articoli in pelle. E’ un settore in crescita, fatto da imprese giovani, che conta dati positivi anche sull’export.

«Un settore, quello della moda, di grande eccellenza e tradizione, anche nella nostra regione – sottolinea Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – fatto di una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi e oggetti unic”. I sarti, i designer, i produttori di accessori, insieme a tutti gli operatori, nonostante la crisi, rappresentano un settore ancora vivace – precisa il segretario Stefano Mameli – professioni riscoperte da giovani e meno giovani che vogliono distinguersi. Il segnale più incoraggiante sul risveglio del settore è che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un bel risultato visto che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionaleLa ricetta vincente – conclude il presidente Antonio Matzutzi – è, dunque, presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è

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La Manovra 2018 potrebbe approdare in Aula già il prossimo 5 dicembre: è questa l’ipotesi formulata dalla commissione Bilancio al termine della giornata di audizioni che ha avuto come protagonisti i vertici delle organizzazioni delle imprese e delle associazioni degli Enti locali. Il calendario proposto dal presidente, Franco Sabatini (Pd), ipotizza inoltre la scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti entro lunedì 20 novembre e la conclusione delle audizioni, martedì 14 novembre con l’intervento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru.

Il parlamentino del Bilancio questa mattina ha ricevuto invece nella prima sessione delle audizioni, il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, il segretario della Cna, Francesco Porcu, il segretario di Confartigianato, Stefano Mameli ed il presidente di Confapi, Mirko Murgia. I rappresentanti delle organizzazioni dei produttori, nel corso dei rispettivi interventi, hanno espresso apprezzamento per i tempi con i quali si procede nell’approvazione della Manovra da 7.7 miliardi («auspichiamo il via libera del Consiglio entro l’anno») e per il mantenimento del livello minimo delle aliquote Irap e Irpef, mentre hanno puntato il dito sui ritardi nella spesa delle risorse regionali e contro il cosiddetto appesantimento burocratico («rischia di vanificare le poche iniziative indirizzate allo sviluppo e all’occupazione»).

Alberto Scanu (Confindustria) ha rimarcato il condizionamento dell’economia sarda dalla spesa pubblica nazionale («alla luce della simpatie per la Catalogna ricordo ai sardi che la nostra Regione ha un residuo fiscale negativo di 5.3 miliardi di euro e i trasferimenti esterni pesano in Sardegna tremila euro per ciascun residente») e l’urgenza di misure strategiche per favorire la crescita. «Proponiamo – ha dichiarato Scanu – l’indizione di una conferenza regionale dell’industria, al fine di promuovere azioni e iniziative per attrarre investimenti e migliorare la competitività del sistema»).

Francesco Porcu della Cna ha definito il sistema regionale “poco competitivo” ed ha parlato di “spesa pubblica bloccata” evidenziando la carenza di interventi mirati al rilancio della piccola e media impresa nell’Isola. «La Sardegna – ha dichiarato Porcu – è la Regione che registra la più alta percentuale di riduzione delle impresse artigiane (-15% tra il 2009 e il 2016 che significano 6.515 aziende in meno) e la scarsa efficacia delle politiche dello sviluppo fa il paio con una scarsa qualità istituzionale, perché è evidente che dopo l’approvazione della riforma degli Enti locali, in Sardegna, vi è un disordine amministrativo conclamato».

Critica anche Confartigianato che con Stefano Mameli ha auspicato«un passo più coraggioso verso le imprese e gli artigiani». «Rivendichiamo un ruolo strategico per l’artigianato – ha dichiarato Mameli – e vogliamo che nella legge di stabilità ci siano riconosciuti incentivi per l’assunzione dei giovani e un piano straordinario per la rilevazione dei fabbisogni occupazionali».

Mirko Murgia (Confapi) ha criticato lo scarso confronto (nonostante precisi impegni assunti in tal senso)  con le organizzazioni dei produttori ed ha definito la proposta di finanziaria “buona ma poco coraggiosa”. Il presidente della Confapi ha inoltre denunciato “ingiustificabili” ritardi nelle graduatorie del “Piano Sulcis” ed ha auspicato un serio progetto di rilancio delle aree industriali e la riorganizzazione del sistema dei porti sardi.

Nella sessione riservata alle organizzazioni dell’agricoltura, Sergio Cardia, è intervenuto in rappresentanza di Agrinsieme, l’organismo che comprende Cia, Confagricoltura, Copagri e Agci Agrital, ed ha lamentato il mancato rispetto di quanto stabilito nel protocollo sottoscritto lo scorso 5 settembre con la Regione, dove si era previsto uno stanziamento di 20 milioni di euro a favore dei comparti del cosiddetto extraovino. «Chiediamo che siano stanziate le risorse promesse – ha affermato Cardia – e la conferma dell’impegno per la conferenza regionale del sistema agricolo».

Alfonso Orefice, in rappresentanza della Coldiretti, ha concentrato il suo intervento su alcuni aspetti tecnici ed in termini più generali ha criticato una serie di appesantimenti nelle procedure, ad incominciare da quelle relative al riconoscimento dei danni da calamità, ed ha concluso chiedendo lo stanziamento di ulteriori risorse rispetto ai 20 milioni ipotizzati nel protocollo del 5 settembre.

Pietro Tandeddu (Copagri) ha auspicato non solo la positiva definizione della vertenza accantonamenti ma la riapertura delle vertenza entrate («i costi di sanità e trasporti sono insostenibili come il peso degli accantonamenti»).

Luca Sanna (Confagricoltura) ha chiesto l’istituzione di un fondo per le assicurazioni contro i danni delle calamità naturali mentre il presidente dell’Oilos, Tore Pala, ha definito “indispensabile” un’accelerazione del Psr ed in particolare delle misure del cosiddetto pacchetto giovani.

Fabio Onnis, presidente di alleanza delle cooperative, l’organismo che raggruppa Agci, Confocoperative e Legacoop, ha chiesto l’incremento degli stanziamenti della legge 5/57 (legge quadro della cooperazione) ed ha affermato: «Il sistema cooperativistico è il primo sistema produttivo della Sardegna».

Nel pomeriggio Giuseppe Scura (Confcommercio) e Roberto Bolognesi (Confesercenti) hanno espresso le posizioni dei commercianti definendosi “tiepidamente ottimisti”. «Nella manovra c’è poco per le imprese – ha dichiarato Scura – e lo stanziamento di 180 milioni per energia, turismo, competitività e sviluppo economico è del tutto insufficiente».

«Il comparto è in grave difficoltà – ha dichiarato Bolognesi – e chiediamo al Consiglio interventi per abbattere i costi delle pratiche dei Confidi, una riduzione dei costi contributivi e interventi per l’ambulantato».

Le audizioni si sono concluse con l’intervento del presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, che ha parlato anche a nome di Aisel e Aicre. «Serve riaprire la vertenza entrate – ha dichiarato Emiliano Deiana – insieme a quella degli accantonamenti e rivedere il sistema istituzionale sardo». Emiliano Deiana ha auspicato una modifica della riforma degli Enti locali, alla luce della mancata soppressione delle Province, ed ha denunciato il taglio di 300 milioni ai Comuni nel periodo 2009-2014. «Il sistema dei Comuni – ha aggiunto Emiliano Deiana – si regge solo sul fondo unico e bene fa l’assessore ad insistere per la regionalizzazione della finanza locale». Sui temi specifici della manovra, il presidente Anci, ha chiesto un incremento degli stanziamenti per il Reis e scelte strategiche per affrontare due questioni fondamentali: le zone interne e lo spopolamento.  

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Il “genio” italiano e sardo è sempre più copiato e ogni anno migliaia di prodotti, idee, marchi, software, packaging, macchinari, procedure produttive e brevetti vengono “scippati” e utilizzati da imprese concorrenti di tutto il mondo. Di conseguenza, per tantissime aziende, soprattutto della manifattura, della moda e dell’agroalimentare, aumenta la difficoltà di tutelare ciò che realizzano e commercializzano. Difficoltà che si trasforma in dramma quando ci si accorge di non poter più piazzare i propri beni sui mercati nazionali ed esteri perché avversari sleali hanno registrato o brevettato un brand o una produzione identica. Secondo alcune recenti indagini, alle aziende europee, negli ultimi 5 anni, il “furto” di marchi e brevetti è costato oltre 300 miliardi di euro e circa 2,1 milioni di nuovi posti di lavoro. Responsabili di queste azioni, nel 70% dei casi, sarebbero i Paesi asiatici.

Di questi rischi si parlerà con le imprese domani, venerdì 20 ottobre a Cagliari, nell’incontro organizzato da Confartigianato Sud Sardegna, dalle ore 17.00, presso la sala convegni di via Riva Villasanta, a Pirri. Per informazioni si può chiamare il 3299544864.

Il seminario, dal titolo “Il brand aziendale. Come tutelarlo in Italia e all’estero”, verrà introdotto da Fabio Mereu, vicepresidente di Confartigianato Sud Sardegna e coordinato da Pietro Paolo Spada, segretario della stessa associazione. Successivamente l’intervento di Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Sardegna, dal titolo “Le azioni di Confartigianato per la tutela e lo sviluppo delle piccole imprese sui mercati nazionali ed esteri. La convenzione con la Praxi IP” e di Gabriella Reniero, di Praxi IP, con “Il marchio aziendale: come scegliere un marchio forte. Deposito e tutela in Italia e all’estero”. Al termine le testimonianze di alcune imprese che illustreranno i loro casi aziendali.

Ai partecipanti verranno fornite anche soluzioni chiare per l’individuazione degli elementi forti di un marchio ma anche idee chiare delle azioni possibili da intraprendere per valorizzare e proteggere i propri prodotti sui mercati nazionali e internazionali, oltre che dei vantaggi fiscali che ne derivano.

«I marchi, i brevetti, il design e il know-how rientrano tra i “diritti di proprietà industriale” e rappresentano i principali strumenti di tutela del patrimonio immateriale dell’impresa – afferma Fabio Mereu, VicePresidente di Confartigianato Sud Sardegna – ciò permette alle aziende di “ritagliarsi” un proprio ambito di operatività nel mercato, evitando che i terzi concorrenti possano immettersi nella rete dei loro rapporti commercialiQuindi, se l’imprenditore non ha provveduto a tutelarsi precedentemente – sottolinea Mereu – o subisce la copiatura di un proprio marchio o, addirittura, trova su uno stesso scaffale un prodotto con marchio simile, ma più scadente, magari di qualche concorrente italiano o azienda straniera

Eclatanti sono i casi di molte aziende italiane che, attratte dalle opportunità di conquista di mercati esteri, soprattutto extraeuropei, si sono trovate bloccate nella commercializzazione o nella registrazione del proprio marchio in quanto registrato (identico o quasi) da un produttore concorrente locale per prodotti certamente non italiani.

«È prioritario – sottolinea il vicepresidente – prevenire questi rischi e conoscere tutti gli strumenti di tutela che sono a disposizioneOgni anno vengono depositate nel mondo decine di migliaia di nuovi marchimolti dei quali “copiati” finiscono per affermarsi adeguatamente sul mercatoL’incontro – conclude Fabio Mereu – ha quindi lo scopo di offrire alle imprese informazioni e strumenti con la speranza che possano essere di incentivo per la tutela della propria capacità innovativa, indispensabile in un mercato sempre più globalizzato

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Accelerano le esportazioni delle micro e piccole imprese della Sardegna. Gli acquisti esteri di prodotti da forno e carni lavorate, verdura e frutta conservata, prodotti ittici ma anche di abbigliamento e scarpe, di mobili e materiale metallifero, nel primo semestre 2017 sono cresciuti del 13,7% rispetto all’anno passato, arrivando a un controvalore di 169milioni di euro.

A certificare questi risultati è la rilevazione dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna sull’export delle MPI isolane nel I semestre 2017, su fonte ISTAT, che ovviamente esclude la raffinazione dei prodotti petroliferi.

A livello provinciale capolista Cagliari con 83milioni e +56,1% rispetto al primo semestre 2016. Segue Sassari con 38milioni, in calo dello 0,6% e Nuoro con 12milioni (-27%).

«L’impegno dei nostri imprenditori e il costante supporto della Regione sull’internazionalizzazione per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri, stanno dando i primi frutti anche se è ancora presto per dare una valutazione – afferma Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna -. Crescono sempre più le imprese che partecipano alle iniziative sull’export e quindi è da apprezzare lo sforzo che si sta facendo anche sul fronte della formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri, infatti, occorrono competenze che non tutte le realtà hanno. Per questo, le attività programmate per il prossimo futuro, sia di tipo formativo, sia i bandi sull’internazionalizzazione a breve in uscita, troveranno di certo interesse da parte dei produttori.»

L’agroalimentare è il settore che vede una crescita costante da diversi anni, anche se con qualche fase altalenante, e tra le esportazioni ha un peso del 43,3%. All’interno di questo, in termini di crescita percentuale, sono da sottolineare i picchi di crescita di frutta e verdura conservati (+67.9%), degli oli (+53,7%) e delle carni lavorate (+31,5%). Crescita, minore ma costante, anche per i prodotti da forno (pane, pasta e dolci) con +14,6% e prodotti ittici (+20%). In netto calo i formaggi (-11,3%).

Un posto di rilievo comincia a ritagliarselo anche il settore abbigliamento-tessile-calzaturiero, che racchiude anche la moda e quindi le produzioni artigiane sartoriali e gli accessori. Anche se rappresenta solo il 6,2% di tutte le esportazioni isolane, rappresenta in modo tangibile la maestria dei designer isolani ed il loro apprezzamento fuori dai confini nazionali. Tra tutte le voci che lo compongono, interessanti i dati degli articoli di abbigliamento (+27,4%), delle borse e del cuoio (+27,2%) e degli articoli di maglieria (+25,6%).

Il “Sistema Moda” della Sardegna, è un insieme di aziende impegnato nella confezione di articoli di abbigliamento, calzature e accessori, nella tessitura, nella realizzazione di gioielli, bigiotteria, complementi d’arredamento e occhialeria, con grosse prospettive di crescita; ciò viene certificato dal fatto che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni.

Per tutte le imprese della Sardegna, i principali Paesi partner rimangono sempre gli Stati Uniti in prima posizione e la Germania in seconda. Seguono Francia, Spagna, Svizzera, Cina, Canada, Giappone, Regno Unito e Olanda.

«Certamente parliamo di quantità e di controvalore ridotti rispetto ad altre realtà italiane – precisa il segretario – ma, in ogni caso, sono segnali positivi per le nostre piccole imprese ed una strada da perseguire con costanza per invertire nel lungo periodo le sorti dell’economia isolanaIn ultimo, visti anche i dati, riteniamo occorra lavorare non soltanto sui settori più maturi per l’export ma anche per la valorizzazione dei settori con importanti potenzialità, come ad esempio la moda – conclude Stefano Mameli – Confartigianato non farà venir meno il proprio supporto e collaborazione per accompagnare le imprese in questi percorsi

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Un milione di panadas sulle tavole di tutto il mondo sono un evento da festeggiare e celebrare. E “Sa Panada”, impresa leader in Sardegna per la produzione di questi gioielli della gastronomia sarda, lo farà incontrando i giornalisti, i buyer, gli chef e gli esperti in agroalimentare di tutta Italia in un evento-conferenza stampa dal titolo “I valori che ti porti dentro”.

L’appuntamento, previsto per domani, venerdì 29 settembre, negli spazi dell’Aeroporto di Olbia – Costa Smeralda, con inizio alle 18.30, prevede gli interventi di Maria Assunta Fodde, direttore scientifico museo Art-Port Aeroporto Olbia Costa Smeralda, con un intervento su “Antichi sapori di Sardegna”; di Mario Bruzzone, Managing Director di Marketing Projects House, su “Le nuove tendenze alimentari nel mercato internazionale”; di Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, su “Sa Panada: un prodotto, un’azienda, un’idea di crescita oltre “su connotu””; di Valentina Meloni, Communication Manager di Sa Panada, con “I valori che ti porti dentro”; di Martina Meloni, Commercial Manager di Sa Panada, con “La panada, distribuzione nazionale”; di Gianfranco Pulina, Owner & Chef del ristorante Golden Gate di Bortigiadas, con “Il gusto è servito”.

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L’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu ieri, nella sede dell’assessorato, a Cagliari, ha incontrato Paolo Manfredi, responsabile nazionale delle Strategie Digitali di Confartigianato accompagnato dal segretario regionale Stefano Mameli e dai segretari provinciali del Sud Sardegna e di Oristano Pierpaolo Spada e Marco Franceschi.

«Per fare il punto della situazione e per informare cittadini e imprese sullo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione delle reti in fibra ottica in 314 comuni della Sardegna, nel prossimo mese di ottobre, la Regione organizzerà un incontro pubblico – ha detto Filippo Spanu –. In quell’occasione saranno coinvolti anche gli operatori delle compagnie di telecomunicazione che dovranno rendere operative le nuove reti.»
L’assessore Spanu ha manifestato disponibilità ad approfondire le richieste dei rappresentanti di Confartigianato sull’avvio di un’interlocuzione su Industria 4.0 e sulle possibili ricadute della trasformazione digitale per le piccole e medie imprese e ha sottolineato il valore strategico della banda ultralarga «in grado di garantire concreti vantaggi alle imprese artigiane e di favorire, attraverso connessioni più veloci, lo sviluppo digitale che rappresenta, sotto vari aspetti, una grande opportunità di crescita per il mondo imprenditoriale».
Nel corso della riunione si è discusso anche degli insediamenti produttivi più penalizzati per la dislocazione geografica: «Vogliamo – ha chiarito Filippo Spanu – che la fibra ottica sia un concreto beneficio per tutti. Con soluzioni tecniche ad hoc intendiamo raggiungere anche le aree più disagiate, ma chiediamo alle imprese di segnalarci le situazioni più critiche».
L’assessore degli Affari Generali ha inoltre ricordato le azioni avviate dalla Regione per migliorare l’accesso ai servizi digitali offerti dall’Amministrazione: «Con una delibera approvata lo scorso 9 agosto abbiamo dato il via libera al processo di reingegnerizzazione del sito istituzionale e del sistema integrato dei portali per migliorare, con i nuovi strumenti telematici, il rapporto tra la Regione e i cittadini».
Vanno avanti, intanto, i lavori per la posa della fibra ottica nei piccoli comuni in cui la Giunta guidata da Francesco Pigliaru sta intervenendo con risorse pubbliche: 41 comuni hanno impianti ormai collaudati, In altri 98 le opere sono quasi terminate. Entro la fine dell’anno in 200 centri dell’isola la fibra ottica sarà un intervento concretamente realizzato.

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Il Parlamento ha definitivamente approvato il disegno di legge “Concorrenza”, che contiene la riforma della RC Auto, accogliendo così le richieste delle imprese dell’autoriparazione.

Grande soddisfazione è stata espressa dai carrozzieri di Confartigianato Imprese Sardegna, ricordando gli anni di battaglie a suon di proposte, ratificate definitivamente anche con la collaborazione con i Parlamentari sardi.

«Grazie agli emendamenti approvati in prima lettura – sottolinea Stefano Mameli, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – sono stati eliminati gli articoli che vietavano all’automobilista danneggiato il diritto alla cessione del credito che consente la riparazione in tempi ragionevoliIn questo modo il cliente, cedendo il credito all’autoriparatore di fiducia, ha la possibilità di riparare il veicolo rapidamente e senza anticipare le spese.»

Questi, nello specifico, i 3 punti cardine approvati a tutela delle imprese: la salvaguardia della facoltà di cessione del credito, cioè della cessione del diritto al risarcimento del danno, sancita per legge; la soppressione dello sconto sul premio assicurativo laddove si opti per il risarcimento in forma specifica attraverso il ricorso alle carrozzerie cosiddette “convenzionate”; il riconoscimento del diritto all’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato, avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiducia, a salvaguardia del principio della libertà di scelta dell’automobilista.

Confartigianato Sardegna rileva anche come sia stato eliminato anche l’articolo che prevedeva la riparazione in forma specifica. «Per la quarta volta – sottolinea il segretario – è stato bocciato un sistema proposto dalle compagnie di assicurazione che, a fronte di un esiguo sconto sul premio, avrebbe obbligato i cittadini a far riparare l’auto presso una carrozzeria convenzionata con la compagnia di assicurazione, rinunciando così al diritto di scegliere il proprio autoriparatore di fiducia. Ci auguriamo – conclude Stefano Mameli – che si metta la parola fine ai tentativi di limitare la libertà di scelta dei consumatori e il libero mercato delle aziende di autoriparazione».

Un settore, quello dell’autoriparazione in Sardegna, che negli ultimi anni ha sofferto a causa dell’abusivismo, della concorrenza sleale e della mancanza di liquidità delle famiglie, fattori che hanno portato il comparto a perdere, tra il 2015 e il 2016, l’1,37% delle aziende.