19 November, 2024
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Turismo in Sardegna fa, sempre più, rima con artigianato. Sono, infatti, 6.689 le piccole e medie imprese coinvolte nel mercato isolano delle vacanze che producono beni, forniscono servizi o somministrano prodotti di altre realtà. Aziende agroalimentari, dei servizi balneari, della ristorazione, della ricettività ma anche della manifattura, dell’abbigliamento, dell’intrattenimento e delle attività culturali.

A rilevarlo è l’elaborazione dall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI (fonte UnionCamere-InfoCamere 2016), sull’artigianato interessato dalle attività turistiche nell’isola, che sottolinea anche come queste rappresentino il 18,4% del totale delle imprese artigiane registrate negli albi camerali.

«Questi numeri ci dimostrano come il legame tra i due settori sia ormai indissolubile e sempre più complementare – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – due elementi fondamentali sia per lo sviluppo dell’economia regionale, sia per la crescita delle imprese, dei posti di lavoro e dei territori.»

La nostra regione, con il 18,4%, si piazza al sesto posto nella classifica nazionale delle piccole e medie imprese maggiormente collegate al turismo; al primo la Sicilia con il 21,8% seguita dalla Campania con il 21,3 contro una media nazionale del 15,8%.

Tra le province sarde, 2.612 imprese operano nel turismo in provincia di Cagliari, a Nuoro 1.234, a Oristano 483 e a Sassari 2.360.

E le ottime notizie che arrivano sul fronte degli arrivi e delle presenze turistiche in Sardegna non fanno altro che confermare la necessità di una promozione unitaria di artigianato e turismo.

1L’incremento degli arrivi di turisti, italiani e stranieri – aggiunge Antonio Matzutzi – è un eccellente segnale per le tante attività imprenditoriali artigiane connesse al turismo. Per questo è necessario incrementare l’attrattività della nostra regione pubblicizzando, con sempre più vigore, il binomio artigianato-turismo – sottolinea il Presidente di Confartigianato Sardegna – non dimenticando di restituire competitività alle nostre produzioni e valorizzare ancor più le tante eccellenze del made in Sardegna di cui siamo ricchi e che ci hanno resi famosi nel mondo.»

Dell’idea di puntare sempre più su tradizioni, creatività, manualità, qualità dei prodotti, è anche il segretario di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli. «Bisogna continuare a investire soprattutto nei prodotti dell’agroalimentare, legandoli sempre più al territorio, all’ambiente, alla cultura – continua Mameli – questa è la nostra ricchezza e questa dobbiamo imparare sempre più a coniugarla con altri settori, per offrirla al turista.».

Stefano Mameli, infine, sottolinea come sia necessario, sempre più “combattere” coi i vicini competitor: «E’ necessario continuare a programmare e promuovere la nostra terra per “combattere” contro altre regioni o nazioni che mettono a disposizioni tanti fondi per rendere sempre più appetibile, e fruibile i propri territori. La battaglia sul turismo si può vincere anche incentivando le imprese artigiane a esso collegate

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La biodiversità identitaria della pecora nera di Arbus e le idee per la sua valorizzazione saranno al centro della tavola rotonda di venerdì 28 luglio ad Arbus, organizzata dall’omonimo Comune e dall’Agenzia regionale Laore, in collaborazione con Confartigianato Imprese Sardegna, e promossa dal Comitato per la biodiversità “Pecora nera di Arbus”.

L’incontro, che metterà insieme amministratori comunali, esperti, imprenditori, enti regionali ed associazioni di categoria, si svolgerà nell’ambito della “7ª Sagra della Pecora Nera di Arbus” e avrà l’obiettivo di raccogliere proposte per la costruzione di un progetto di valorizzazione di una biodiversità animale che affonda le proprie origini nella storia e nella cultura del territorio arburese a forte vocazione turistica e artigianale, oltre che agricola e agroalimentare.

Secondo i dati dell’Associazione Interprovinciale Allevatori, in tutta la Sardegna sono circa 5mila i capi di razza “Nera di Arbus” (4.693 femmine e 260 maschi) allevati in 70 aziende zootecniche (23 in provincia di Cagliari, 11 a Nuoro, 29 a Oristano e 7 a Sassari).

I lavori, che si svolgeranno nell’aula consiliare di Arbus in via Pietro Leo con inizio alle 17.00, verranno aperti dai saluti del sindaco e vicesindaco Antonello Ecca e Michele Schirru. Coordinati da Francesco Sanna, tecnico di Laore Sardegna, si susseguiranno gli interventi di Mauro Lampis, dell’Azienda Agricola Funtanazza (“Aspetti storici e culturale legati alla pecora nera di Arbus”), di Massimiliano Venusti, Tecnico di Laore Sardegna (“Idee innovative per la valorizzazione dei formaggi di pecora nera di Arbus”), Marco Floris, della Società Ideas (“Strategie di marketing turistico e territoriale legate alla pecora nera di Arbus”), Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna (“Quale artigianato per valorizzare i prodotti della pecora nera di Arbus”), Pietrina Atzori di San Sperate (“Esperienze di lavorazione della lana di pecora nera di Arbus”) e Antonio Marrocu, Presidente del GAL Linas Campidano (“Le strategie del PdA del GAL per valorizzare la biodiversità del territorio”).

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Sono 9 i buyer che da Polonia, Croazia e Ungheria arriveranno in Sardegna per conoscere e comprare i prodotti agroalimentari di 20 imprese sarde produttrici di pane, pasta, riso, formaggio, salumi, olio, bottarga, vino, birra, distillati, dolci e snack, durante 10 ore di incontri e 94 contrattazioni business-to-business,

L’incoming con gli importatori, distributori, titolari di supermercati e ristoratori dell’est Europa, che si svolgerà lunedì 17 luglio a Cagliari, con inizio alle 9.20, presso il Caesar’s Hotel, è organizzato da Confartigianato Imprese Sardegna, in collaborazione con l’ICE-Istituto per il Commercio estero. Il tutto verrà supportato dagli interpreti, seguito dai funzionari dell’ICE ed esaminato da un giornalista croato, specializzato in recensioni di prodotti e territori di qualità, che visiterà anche Cagliari.

All’apertura dei lavori, alle 9.00, parteciperà l’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu ed il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi. Atteso anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda.

La Polonia è il sesto partner commerciale dell’Italia; la quota export del nostro Pese è cresciuta del 12,2% negli ultimi 12 mesi, chiudendo il 2016 con oltre 11 miliardi di euro. Dati ugualmente positivi, ma più contenuti, anche per Ungheria e Croazia. Con la prima abbiamo chiuso con più di 4 miliardi  mentre con la seconda a circa 1.

Martedì 18, compratori esteri, giornalisti e responsabili dell’ICE, si trasferiranno in Ogliastra per la visita del territorio e di alcune imprese produttrici di snack e pane, formaggio e birra.

«Abbiamo organizzato gli incontri business-to-business e le visite sul territorio, per consentire alle imprese di avere un confronto diretto con i buyer e, quindi, con i mercati esteri – afferma il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi – in pratica mettiamo le aziende nelle condizioni di attestare l’appetibilità delle proprie produzioni, per indirizzarle verso quei mercati ritenuti più adatti a intraprendere dei rapporti commerciali. L’agroalimentare è un settore strategico e da valorizzare ulteriormente – aggiunge Antonio Matzutzi – in cui sono presenti moltissime aziende con una produzione di tipo artigianale che, grazie all’alta qualità dei propri prodotti, stanno già conquistando i mercati esteriPer gli imprenditori – sottolinea il presidente – è fondamentale sfruttare queste occasioni d’internazionalizzazione offerte da iniziative come gli Incoming, che possono garantire nuove e proficue opportunità di espansione in altri mercati

Queste le imprese che il 17 luglio incontreranno i buyer polacchi, ungheresi e croati a Cagliari: Azienda Agricola Marco Zurru di Gonnosfanadiga, P.A.C. Luca Pisano di San Gavino, Caseificio Silvio Boi di Cardedu, Rovajo di Desulo, Mie.li.ca. Aresu di Donori, Azienda Falchi di Oristano, Il Giglio Dolci di Sardegna di Sennori, Birrificio Brumare di Bauladu, Birrificio Lara di Tertenia, Panificio Forno Carasau di Oliena, Azienda Agricola Tresmontes di Sorso, Agricola Soi di Nuragus, Pastificio Gianfranco Porta di Gonnosfanadiga, S.F. Sard.A.Pan. Ferreli di Lanusei, Antica Apicoltura Gallurese di Berchiddeddu, Blue Marlin di Mogoro, Sardinia Caseus di Macomer, Antica Fabbrica del Dolce Nuorese di Nuoro, Start 2002 di Villaspeciosa e quelle rappresentate dal Consorzio Sardinia Eat di Galtellì.

«Nella nostra regione le imprese artigiane attive nel settore agroalimentare, produttori di pasta, pane, dolci, formaggi, carne, frutta, pesce e bevande, sono più di 3.600 in rappresentanza del 10% dell’intero comparto artigiano – dichiara il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – tutte lavorazioni molto apprezzate anche all’estero grazie ai 191 milioni di euro di export. Ed è proprio sulle esportazioni che dobbiamo puntare – aggiunge Stefano Mameli – considerato che, tra il 2015 e 2016, queste sono cresciute del 6,7%.»

Il segretario ricorda anche i principali Paesi partner per l’agroalimentare sardo: «Gli Stati Uniti comprano 115milioni di euro di prodotti, la Germania 18 milioni, la Francia 10 milioni mentre in Cina va un controvalore di 4,6 milioni di euro di prodotti».

Interessante la crescita dell’export italiano in Polonia: questo è cresciuto del 12,2% degli ultimi 12 mesi. Dati ugualmente positivi, ma più contenuti, anche per Croazia e Ungheria.

Per Confartigianato Sardegna, continuare a portare nel mondo l’eccellenza sarda, è uno degli obiettivi principali dei prossimi anni; l’associazione proseguirà ad aiutare le proprie imprese nei processi di internazionalizzazione, affiancandole in tutte le varie fasi e offrendo loro concrete opportunità di crescita.

Martedì 18, la delegazione si trasferirà in Ogliastra per le visite aziendali attraverso le quali gli operatori esteri potranno conoscere, fisicamente, le aziende e i territori dove nascono le produzioni di eccellenza.

La partenza da Cagliari è prevista per le 8.30, con arrivo alle 10.00 al Birrificio Lara di Tertenia, prima tappa di conoscenza delle imprese. Alle 11.00 partenza per Lanusei, dove è prevista la visita alla Sard.A.Pan, impresa produttrice di pane e snack. Nell’intervallo, è prevista la visita alla città di Lanusei e al Bosco Selene. Nel primo pomeriggio, dalle 15.00, visita al Caseificio Boi di Cardedu. Durante la permanenza, buyer, giornalisti e accompagnatori, potranno conoscere bellezze naturalistiche delle costa orientale della Sardegna.

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Grazie ai frutti della missione dello scorso giugno, guidata dal segretario regionale di Confartigianato Stefano Mameli, l’imprenditore Riccardo Porta dell’azienda “Porta 1918”, storico pastificio della Sardegna e lo chef Davide Bonu, dal 5 al 8 luglio sono stati a Minsk su invito di uno dei maggiori importatori di eccellenze italiane nel mercato locale.

La decisione della Confartigianato Sardegna con il progetto “StoreSardinia”, finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, nell’ambito del “Programma regionale triennale per l’internazionalizzazione”, di puntare ai mercati post sovietici, tra i quali di particolare importanza la Bielorussia, si è rivelata ricca di potenzialità.

La nuova missione del giovane imprenditore Riccardo Porta si è conclusa con una seguitissima Masterclass sulla fregula riservata ai più importanti ristoratori bielorussi, dove lo chef Davide Bonu ne ha presentato la versione classica ed allo zafferano in ben 4 varianti di utilizzo, mettendone così in risalto la grande versatilità e originalità. 

La masterclass è stata seguita con particolare attenzione anche dal corrispondente di una delle più prestigiose ed esclusive riviste patinate del paese “City Time Belarus”, che ospiterà prossimamente un articolo dedicato alle tradizioni culinarie sarde.

Tale sinergia con i mass media locali è stata possibile grazie al sostegno del Centro Italo-Bielorusso di Cooperazione Istruzione di Minsk, e alla consolidata presenza della cooperazione decentrata, promossa dalla Regione Sardegna

Il Consolato onorario della Repubblica Belarus in Sardegna che ha concesso il proprio patrocinio alla manifestazione, esprime la propria soddisfazione per il consolidarsi dei rapporti fra la Sardegna e la Bielorussia nel settore economico commerciale, dove le eccellenze enogastronomiche possono avere un importante ruolo di traino anche per altri settori. In particolare l’appartenenza della Bielorussia all’Unione Economica Eurasiatica, e gli ottimi rapporti istituzionali che la legano alla Sardegna ne fanno un formidabile testa di ponte utile per la penetrazione nel più vasto mercato dell’Unione Doganale che lega la Bielorussia alla Russia e al Kazakistan.

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La fregula sarda è arrivata in Bielorussia. Sono, infatti, 20 i ristoratori che a Minsk, fino a domenica 9 luglio, potranno conoscere, preparare e servire ai clienti la tipica pasta isolana prodotta dal Pastificio Porta di Gonnosfanadiga.

Dopo la missione per la valorizzazione dei prodotti sardi all’estero, organizzata nella Capitale bielorussa all’inizio di giugno da Confartigianato Imprese Sardegna e StoreSardinia, nella quale l’azienda ha incontrato importatori locali, catene di supermercati e titolari di piattaforme di distribuzione, per la fregula c’è stata una interessante e crescente richiesta.

Grazie a questo interesse, il titolare del pastificio gonnese, Riccardo Porta, insieme allo chef cagliaritano Davide Bonu, hanno organizzato un vero e proprio “tour per la conoscenza della fregula sarda”, con l’obiettivo di farla preparare e condire ai più rinomati chef bielorussi e di stuzzicare palato e fantasia dei clienti. Con il prodotto di Gonnosfanadiga, sono arrivati a Minsk anche altri condimenti, rigorosamente sardi, come l’olio o il pecorino.

«Questa operazione dimostra come i progetti pubblici devono creare le condizioni e le imprese, con l’aiuto delle Associazioni di Categoria, devono saper sfruttare le occasioni che si presentano. Occorre che le aziende investano per far conoscere i propri prodotti in modo approfondito – commenta Stefano Mameli, coordinatore di progetto e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – infatti è necessario che gli acquirenti imparino a cucinarlo, a condirlo e a raccontarlo”. “Le imprese, se vogliono crescere e farsi veramente largo nel mondo dell’export devono rischiare in prima persona senza aspettare che ci siano altri a farlo per loro.»

Porta e Bonu, a Minsk raccontano il territorio sardo e la magia di un’isola sempre più conosciuta nell’est, accompagnando gli chef locali all’“esplorazione” dei cibi e della cultura sarda.

«I prodotti sardi sono conosciuti e molto apprezzati anche nell’est Europa – ha affermato Riccardo Porta – il problema è che non tutti sanno come prepararli e abbinarliPer colmare questo gap abbiamo deciso di investire un po’ di risorse economiche e fisiche per “insegnare” agli chef bielorussi le tecniche di cottura e di condimento. Dobbiamo dire che il prodotto piace molto, visti i complimenti e gli ordini test.»

Il pastificio di Gonnosfanadiga, insieme ad altre imprese, ha anche partecipato alla missione di internazionalizzazione dell’agroalimentare isolano svoltasi a febbraio a Mosca, nell’ambito del progetto di internazionalizzazione “StoreSardinia”, finanziato dall’assessorato regionale dell’Industria (Por FESR Sardegna 2014-2020-Asse prioritario III-Azione 3.4.1 all’interno del Piano Triennale dell’Internazionalizzazione) e realizzato da Confartigianato Imprese Sardegna, con la collaborazione tecnica di Deloitte e BegApps.

Nella capitale russa, le realtà provenienti da tutte le province sarde, in circa 200 incontri business-to-business con oltre 80 responsabili di punti vendita, ristoranti e catene di distribuzione di tutta la Russia, presentarono e fecero degustare ben 51 prodotti (33 alimentari e 18 vini). Sempre in quell’occasione, parteciparono al “ProdExpo2017”, la più importante manifestazione euroasiatica per i prodotti dell’agroalimentare che, in 4 giorni ha contato 200mila visitatori, coinvolgendo 2mila espositori provenienti da oltre 26 Paesi di tutto il Mondo. All’interno dello spazio “StoreSardinia” e del Padiglione Italia, oltre 200 persone furono servite durante gli showcooking/degustazioni dei prodotti isolani.

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Imparare a condurre impianti per la produzione di energia da biomasse di derivazione agricola e acquisire competenze professionali nel settore della bioenergia, per competere nel mercato delle professioni legate alle energie verdi e per operare nelle imprese della Sardegna o in quelle del resto del mondo.

E’ questa l’opportunità che avranno 17 allieve ed allievi che diventeranno operatori del settore agroenergia, attraverso il corso regionale gratuito che si svolgerà nel sud Sardegna, che inizierà il 15 settembre prossimo, al quale potranno candidarsi donne e uomini maggiorenni e residenti in Sardegna, inattivi o inoccupati o disoccupati.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Cagliari, nella sede regionale di Coldiretti, dal segretario regionale di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli, dalla responsabile di Campagna Amica-Coldiretti di Cagliari, Enrica Corona, e dalla direttrice di Artigian Service, Angela Secci.

Organizzato dagli enti Artigian Service e Scuola&Formazione, le cui iscrizioni scadranno improrogabilmente il prossimo 26 giugno, nasce da uno studio sul fabbisogno regionale che evidenza come il numero degli impianti energetici a biomassa sia in forte aumento e, di conseguenza, sia sempre più necessaria la presenza di figure in grado di: operare efficacemente all’interno di tali impianti; saper lavorare la terra per la produzione delle masse di natura biologica (cereali, etc.); saper gestire i rifiuti degli allevamenti animali. Questo grazie alla collaborazione della Coldiretti ed al coinvolgimento attivo delle aziende aderenti alle Coldiretti provinciali. Si tratta, infatti, di un settore in grande espansione in Sardegna, grazie alla sempre più crescente richiesta di energie rinnovabili e pulite. Verranno interessate aziende del settore ceralicolo, dell’allevamento suinicolo e dell’ortofrutta.

Il percorso formativo proposto, nell’ambito del bando “Attività integrate per l’empowerment, la formazione professionale, la certificazione delle competenze, l’accompagnamento al lavoro, la promozione di nuova imprenditorialità, la mobilità transnazionale negli ambiti della Green & Blue Economy”, LINEA B “Percorsi di formazione professionale finalizzati al conseguimento di una certificazione di competenze e all’inserimento lavorativo”, si basa sull’acquisizione delle competenze relative a 3 U.C. a carattere fortemente tecnico, ma declinate in ambito agro-energetico.

Particolarmente importante e innovativa risulta non solo la formazione di una figura che nell’Isola è quasi assente (di contro ad un fabbisogno sempre maggiore), ma anche il profondo coinvolgimento delle realtà produttive ed associative dei territori di riferimento.

Alle corsiste e ai corsisi, che presso la sede del Liceo Euclide di Cagliari saranno impegnati per 468 ore tra formazione e accompagnamento al lavoro, verranno insegnate materie come i fondamenti di chimica e agraria, biomasse a uso energetico, meccanica, impiantistica, sicurezza sul lavoro e antincendio, comunicazione e gestione dei gruppi di lavoro e informatica applicata agli impianti. L’attività di alternanza, invece, verrà realizzata presso aziende con esperienza pluriennale nel settore.

A conclusione del percorso formativo, previo superamento esame finale, le allieve e gli allievi conseguiranno la certificazione delle competenze.

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Da oggi il pane carasau e il guttiau di Oliena sono sugli scaffali del “Globus Gourmet”, uno dei più importanti supermercati alimentari di Mosca e della Russia.

I prodotti del panificio “Forno Carasau” di Graziano Mula, dopo la missione per l’internazionalizzazione dei prodotti sardi, organizzata a febbraio nella Capitale russa da Confartigianato Imprese Sardegna e StoreSardinia, potranno essere gustati anche dai compratori russi. Le confezioni potranno essere acquistate in tutto il resto della Nazione attraverso la piattaforma on line https://globusgurme.ru/search/?q=carasau&s=true, rigorosamente in caratteri cirillici.

“Globus Gourmet”, è riconosciuta, a livello internazionale, come una delle migliori catene gastronomiche di tutto il mondo e, in Russia, è sinonimo di “eccellenza alimentare”. Collaborando con circa 500 fornitori, ha un assortimento di circa 10mila prodotti che sono distribuiti nei 10 supermercati presenti in tutta la Federazione Russa (Mosca, San Pietroburgo, Repino e l’aeroporto Sheremetyevo); questi vengono quotidianamente frequentati da oltre 50mila clienti per una spesa media di circa 900 euro a scontrino. La particolarità di “Globus” è che il personale, oltre alla vendita, è preparato per fornire informazioni sulle caratteristiche dei prodotti, e sul loro uso in cucina.

«Dopo soli 4 mesi dalla nostra missione a Mosca, cominciamo a vedere i primi risultati concreti – afferma Stefano Mameli, coordinatore del progetto “StoreSardinia”, e segretario regionale di Confartigianato – e questi primi ordini confermano come gli investimenti della Regione sull’Internazionalizzazione delle imprese, siano azzeccati». «E’, soprattutto, una conferma del lavoro preparatorio e di formazione che è stato fatto con le imprese qui in Sardegna – aggiunge Mameli – ed è una conferma del lavoro che deve essere fatto, nei mercati esteri, per far conoscere i prodotti sardi. Per questo, se adeguatamente supportate, come avvenuto per questa azienda, anche le piccole imprese possono dire la loro sui mercati internazionali». Poi una precisazione: «In questo caso specifico – prosegue il segretario-coordinatore – nella scelta da parte di Globus Gourmet, ha avuto un ruolo determinante il packaging del prodotto. Infatti, non è sufficiente fare un buon prodotto ma ormai è sempre più strategico saperlo presentare e saperlo confezionare a seconda del mercato di riferimento. Da questo punto di vista ci stiamo rendendo conto che, per molte realtà, c’è ancora tanta strada da fare e Confartigianato è impegnata in prima linea per supportarle».

Il panificio olianese, insieme alle imprese dell’agroalimentare sardo, partecipò alla missione di febbraio a Mosca, nell’ambito del progetto di internazionalizzazione “StoreSardinia”, finanziato dall’Assessorato Regionale all’Industria (Por FESR Sardegna 2014-2020-Asse prioritario III-Azione 3.4.1 all’interno del Piano Triennale dell’Internazionalizzazione) e realizzato da Confartigianato Imprese Sardegna, con la collaborazione tecnica di Deloitte e BegApps.

Nella capitale russa, le realtà provenienti da tutte le province sarde, in circa 200 incontri business-to-business con oltre 80 responsabili di punti vendita, ristoranti e catene di distribuzione di tutta la Russia, presentarono e fecero degustare ben 51 prodotti (33 alimentari e 18 vini). Sempre in quell’occasione, parteciparono al “ProdExpo2017”, la più importante manifestazione euroasiatica per i prodotti dell’agroalimentare che, in 4 giorni ha contato 200mila visitatori, coinvolgendo 2mila espositori provenienti da oltre 26 Paesi di tutto il Mondo. All’interno dello spazio “StoreSardinia” e del Padiglione Italia, oltre 200 persone furono servite durante gli showcooking/degustazioni dei prodotti isolani.

Pochi giorni fa, sempre insieme a Confartigianato Sardegna e al progetto “StoreSardinia”, l’azienda è stata a Minsk in Bielorussia per incontrare importatori locali, catene di supermercati, titolari di piattaforme di distribuzione e ristoratori per farsi conoscere nel mercato euroasiatico.

Durante la missione, in occasione della Festa della Repubblica Italiana, insieme ad altre realtà produttrici sarde, i prodotti del “Forno Carasau” di Oliena sono stati presentati e fatti degustare anche all’Ambasciatore Italiano in Bielorussia, Stefano Bianchi e a oltre 600 invitati selezionati dall’Ambasciata.

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L’oristanese Antonio Matzutzi è il nuovo presidente regionale di Confartigianato Imprese. E’ stato eletto ieri sera dai delegati dell’associazione artigiana nel corso dell’assemblea regionale.

Antonio Matzutzi, 44 anni di Milis, imprenditore del settore lapideo, guiderà l’Organizzazione, oltre 6mila imprese e circa 20mila addetti,  per il prossimo biennio. Nel suo incarico verrà affiancato dal nuovo vicepresidente vicario, Fabio Mereu di Cagliari, 40enne imprenditore del trasporto persone, e supportato da altri 2 vicepresidenti: Giuseppe Pireddu di Macomer e Mario Piras di Alghero.

L’assemblea ha provveduto a eleggere anche la Giunta regionale di cui fanno parte, oltre al Presidente e ai vicepresidenti, Luca Murgianu di Cagliari, Norella Orrù di Carbonia (CI), Giacomo Meloni di Olbia, Agostino Pirina di Arzachena, Sandro Paderi di Oristano, Marco Rau e Roberto Poddighe di Sassari.

Il presidente, nel suo primo discorso, ringraziando la presidente uscente, Maria Carmela Folchetti, per l’impegno svolto nei 30 mesi di mandato, e riconfermando la fiducia al segretario regionale, Stefano Mameli, alla presenza dell’assessora regionale dell’Artigianato, Barbara Argiolas, ha analizzato la situazione politica, economica e sindacale della Sardegna, le prospettive del comparto e annunciato alcune prossime iniziative dell’associazione. Antonio Matzutzi ha voluto ribadire il proprio impegno e quello di Confartigianato Sardegna per continuare il dialogo con la Regione, le istituzioni, le amministrazioni e la politica, per dare coraggio, energia, credito e opportunità alle circa 36mila imprese artigiane sarde e agli oltre 75mila addetti, chiedendo all’assessore, e quindi al presidente della Regione, alla Giunta e al Consiglio Regionale, che si ricominci a parlare di imprese artigiane e ad agire concretamente per sostenere il tessuto produttivo delle piccole e micro realtà sarde.

«Da troppo tempo l’argomento “artigianato” è scomparso dai tavoli decisionali della Sardegna – ha aggiunto il neo presidente – e lo dimostrano i fatti, sotto gli occhi di tutti, e gli atti e i documenti, che analizziamo ogni anno attraverso il Rating. E’ bene sempre ricordare che le piccole e micro imprese sono organismi fragili e operano in un contesto economico delicato. Insomma, hanno bisogno di attenzioni particolari riguardo i finanziamenti, l’accesso al credito, la riduzione degli oneri fiscali e il taglio della burocrazia. E’ innegabile che il loro peso specifico non sia minimamente equiparabile alle realtà con bilanci da milioni di euro e con centinaia di dipendenti.»

Per il neo presidente di Confartigianato, il rilancio delle imprese artigiane sarde passa anche attraverso interventi che individuino le priorità su cui investire come la ripresa dell’edilizia, la valorizzazione della manifattura 4.0 e dei giovani, il rilancio della formazione professionale, il consolidamento del manifatturiero, dell’export e dell’agroalimentare.

«Tali azioni – ha spiegato Matzutzi – coniugate a un reale decollo delle infrastrutture, possono rappresentare la chiave di volta di una vera ripresa anche per l’Isola.»

Sull’edilizia, il presidente ha chiesto l’approvazione della nuova Legge Urbanistica e il rilancio dell’attività edilizia, attraverso l’apertura dei cantieri, la riqualificazione degli edifici esistenti e l’allentamento della stretta creditizia bancaria.

Sugli incentivi regionali, Antonio Matzutzi ha chiesto la riattivazione di strumenti finanziari ad hoc per l’artigianato, partendo dalla legge regionale 51 e dalla 949. Inoltre, chiedendo la collaborazione dell’assessorato dell’Artigianato affinché le istanze delle microimprese vengano prese nella giusta considerazione, ha ricordato la necessità delle realtà che non superano i 10 addetti e che rappresentano il 96,6% del tessuto produttivo regionale, di poter partecipare ai bandi di incentivazione attraverso l’erogazione automatica di finanziamenti per un massimo di 15mila euro.

«L’auspicio – ha sottolineato – è che i bandi vengano pubblicati al più presto per consentire alle imprese di accedere ai finanziamenti nel minor tempo possibile e che si adottino sistemi snelli e veloci per l’attribuzione dei voucher, considerato che il tutto dovrà essere commisurato all’entità del finanziamento concesso.»

  

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Confartigianato Imprese Sardegna esprime un cauto ottimismo per i nuovi bandi che andranno a incentivare le attività produttive sarde, presentati oggi a Cagliari, ma esprime rammarico il mancato sostegno alle microimprese regionali.

«Quando si sostengono le aziende sarde, in attesa di verificare il contenuto dei bandi in modo approfondito, siamo sempre cautamente favorevoli – commenta Stefano Mameli, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – di certo auspichiamo che non vengano ripetuti gli stessi errori del bando T1, ovvero lunghi tempi di istruttoria e burocrazia quasi impenetrabile. Auspichiamo, inoltre, che le imprese vengano messe nelle condizioni di accedervi, cosa non sempre accaduta di recente.»

«Al contrario, il rammarico – aggiunge Stefano Mameli – viene dal notare che, per l’ennesima volta, viene rimandata la pubblicazione del bando, denominato “T0” destinato alle micro realtà produttive, approvato dalla Giunta regionale di luglio 2016.»

Il bando d’incentivazione delle micro, piccole e medie imprese della Sardegna, denominato “T0”, avrebbe il compito di rilanciare le piccole realtà produttive isolane, quelle che non superano i 10 addetti e che rappresentano il 96,6% del tessuto produttivo regionale, attraverso l’erogazione automatica di finanziamenti che non potranno oltrepassare il 50% dell’investimento e, in ogni caso, per un massimo di 15mila euro.

L’associazione di categoria, alla fine del 2016, scrisse all’assessore Raffaele Paci per chiedere la data di pubblicazione, per conoscere quali fossero esattamente le spese ammissibili e per capire se dentro queste fossero incluse anche quelle per l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature, come indicato dalla delibera regionale.

I punti di forza dell’intervento sarebbero la possibilità di acquistare non solo servizi ma anche attrezzature e macchinari, l’allargamento degli incentivi a tutti i settori produttivi, anche quelli che in passato non potevano partecipare, e le procedure a sportello. Tutto ciò significa l’accesso ai finanziamenti per tante attività, dall’edilizia al benessere, al commercio o ai servizi, per fare degli esempi e, soprattutto, tempi rapidi per l’assegnazione dei fondi.

Confartigianato Sardegna ribadisce come le imprese, soprattutto le micro per le quali il “T0” è stato pensato, abbiano bisogno anche di finanziamenti in attrezzature che consentano loro di essere più competitive e che per loro non esistono altre tipologie di incentivi (nemmeno il credito di imposta o il super ammortamento) altrettanto appetibili.

«L’auspicio – conclude Stefano Mameli – è che i bandi vengano pubblicati al più presto per consentire alle imprese di accedere ai finanziamenti nel minor tempo possibile e che si adottino sistemi snelli e veloci per l’attribuzione dei voucher, considerato che il tutto dovrà essere commisurato all’entità del finanziamento concesso.»

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Biciclette proprie e condivise, piste ciclabili, car sharing e imprese che si occupano di fabbricazione, gestione e manutenzione di strade e mezzi.

E’ questo il mondo della “sharing mobility” in Sardegna, il sistema che permette di condividere, affittandole, auto, moto e due ruote a pedali.

I dati rielaborati dall’Osservatorio MPMI Confartigianato Sardegna su dati ISTAT e Sharing Mobility del quarto trimestre 2016, dicono di 60 imprese e 200 addetti che si occupano di biciclette attraverso fabbricazione, manutenzione e riparazione (le imprese erano 57 l’anno passato), di 15 Comuni che effettuano il servizio di bike sharing (266 bici a disposizione) e di 1 azienda (a Cagliari l’unico punto dell’Isola) che si occupa di car sharing (51 veicoli tra auto, moto, furgoni diesel o elettrici). A questi numeri va aggiunto un congruo numero di imprese delle costruzioni specializzato nella realizzazione e manutenzione di piste ciclabili.

Una passione, questa per i mezzi ecologici e il trasporto condiviso, che fa crescere un sistema coinvolgendo, direttamente e indirettamente, gli artigiani, i commercianti, le imprese di costruzione, i lavori pubblici e il turismo.

«Quelli delle biciclette e delle auto condivise – afferma Stefano Mameli, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – sono settori di qualità, a elevata specializzazione con potenzialità molto interessanti, dove è alta l’incidenza delle imprese artigiane e che non possono fare a meno dell’esperienza e della manualità delle aziende.»

«L’uso della bicicletta – aggiunge il segretario – nonostante i numeri siano ancora ridotti, è molto apprezzato e soprattutto in crescita come nelle altre regioni d’Italia e nei Paesi stranieri». Nell’Isola, infatti, è ancora basso il numero dei lavoratori che escono di casa per andare al lavoro in bici: lo 0,4% rispetto al 14,8% della provincia di Bolzano, contro una media nazionale del 3,7% anche se le analisi ci dicono come andare e tornare dal lavoro in bicicletta, non in automobile, possa far risparmiare ben 664 euro l’anno a persona.

A livello nazionale la Filiera della bicicletta, che conta 3.063 imprese di produzione, riparazione e noleggio (il 68,4% artigiane) con 7.730 addetti, ha sostanzialmente tenuto i numeri dell’anno passato (nel triennio 2013-2016 crescita del 2,0% a fronte di una stabilità del totale imprese) ma ha visto crescere del 7,9% il noleggio delle due ruote a pedali.

Tra le regioni più vocate per le due ruote la Sardegna è al 15esimo posto; al primo troviamo la Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia Romagna.

Cagliari è la città sarda che ha visto aumentare la densità di piste ciclabili; sono infatti 47,1 i km di piste ogni 100km quadrati, cresciuti del 44,7% negli ultimi 2 anni. A livello nazionale il capoluogo regionale è l’ottava città che è cresciuta di più come piste ciclabili: prima Mantova, seguita da Bergamo, Milano, Pordenone, Padova, Modena, Torino e, appunto, Cagliari.

Per quanto riguarda il car sharing, l’Italia registra uno dei tassi più elevati al mondo, con sei automobili ogni 10 abitanti e la più alta densità d automobili: 36 milioni di auto (7% del parco circolante in Europa) (Bellini, 2014). È quindi, in questa situazione, che si cerca di individuare soluzioni di mobilità non tradizionali per concorrere a risolvere i crescenti problemi di congestione, inquinamento e carenza di spazio che affliggono gran parte delle città del mondo industrializzato.

S’inizia a capire che questo sistema rappresenta il sistema di soddisfacimento di una domanda di mobilità flessibile, confortevole, capillare, veloce, che può rappresentare una vera alternativa all’autovettura privata, soprattutto quando funziona in integrazione ad un sistema di offerta di servizio collettivo efficace.

A conferma dell’attenzione che anche la politica regionale pone verso questa economia, pochi giorni fa l’assessorato dei Lavori pubblici ha stanziato fondi per la realizzazione e allungamento delle piste tra Pula e Chia e all’interno dei Olbia. Importanti anche gli esempi del Sulcis, finanziati con i fondi del “Piano Sulcis”. Nell’ex provincia di Carbonia Iglesias due sono i progetti, in parte già sviluppati. Il primo è la pista ciclabile, realizzata da 2 anni, che collega Carbonia a San Giovanni Suergiu con l’appalto, già aggiudicato e finanziato, per la prosecuzione verso Sant’Antioco. Il secondo dovrà essere la pista che collegherà il paese di Sant’Anna Arresi con il borgo turistico di Porto Pino.

Gli scorsi anni, per interventi a favore della mobilità ciclistica diffusa per la realizzazione di piste ciclabili, urbane ed extraurbane, cicloservizi e intermodalità, furono stanziati ben 7 milioni di euro. Un altro “sostegno” arrivò anche dall’Assessorato agli Enti locali che, con una specifica ordinanza, autorizzò gli stabilimenti balneari a posizionare all’interno delle concessioni delle “strutture per il parcheggio in sicurezza delle biciclette”, per consentire ai ciclisti l’accesso e la sosta delle due ruote all’interno dell’arenile.