19 November, 2024
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Palazzo della Regione 2 copia

Arrivano i finanziamenti a fondo perduto e per le 101.674 microimprese della Sardegna, che occupano 187.636 persone, si apre una nuova fase di sviluppo.

La Giunta Regionale ha deciso di sostenere il rilancio delle piccole realtà produttive isolane, quelle che non superano i 10 addetti e che rappresentano il 96,6% del tessuto produttivo regionale, attraverso l’erogazione automatica di finanziamenti che non potranno oltrepassare il 50% dell’investimento, e in ogni caso per un massimo di 15mila euro.

«La Regione ha recepito le richieste di Confartigianato – commenta Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e, soprattutto, ha capito che le micro imprese, la maggior parte delle volte, hanno bisogno anche di finanziamenti minimi. Agli assessorati dell’Artigianato e della Programmazione va riconosciuto il merito di aver supportato le richieste della nostra Associazione. Questo è un segnale d’attenzione, importante e concreto, per sostenere la ripresa del settore, e al quale va il nostro plauso.»

L’importante decisione, che è stata deliberata dalla Giunta, ricade tra gli obiettivi della Programmazione Unitaria 2014-2020. Strategia 2 “Creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese”.

L’intervento che riguarda le microimprese, denominato T0, riguarda il “sostegno all’accesso a servizi avanzati di consulenza e di sostegno all’innovazione, investimenti in impianti, macchinari e attrezzature anche per interventi di efficientamento energetico”.

Le spese ammissibili riguardano i servizi di consulenza e di sostegno all’innovazione (individuati nel “catalogo dei servizi” della Regione) e l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature.

Il programma ha durata fino a 31 dicembre 2020, ed è finanziato con fondi europei, nazionali e regionali. La selezione dei progetti avrà procedura automatica, la procedura d’istruttoria sarà secondo l’ordine cronologico di presentazione

«I punti di forza dell’intervento sono la possibilità di acquistare non solo servizi ma anche attrezzature e macchinari, l’allargamento degli incentivi a tutti i settori produttivi, anche quelli che in passato non potevano partecipare, e le procedure a sportello – sottolinea Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato – tutto ciò significa l’accesso ai finanziamenti per tante attività, dall’edilizia al benessere, al commercio o ai servizi, per fare degli esempi e, soprattutto, tempi rapidi per l’assegnazione dei fondi.»

«L’auspicio – conclude Stefano Mameli – è che i bandi vengano pubblicati al più presto per consentire alle imprese di accedere ai finanziamenti nel minor tempo possibile.»

La Regione ha anche deliberato altri interventi, sempre a sostegno dello sviluppo economico dell’isola, che riguardano le imprese più strutturate, fino a 5 milioni di intervento pubblico e che possono anche raggiungere il 75% di fondo perduto attraverso la combinazione di più interventi.

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Luca Murgianu-Presidente Condartigianato Sud Sardegna

L’export dei prodotti delle Piccole e Medie imprese della Sardegna (alimentari, abbigliamento, articoli in pelle, macchinari e attrezzature, altre produzioni manifatturiere, prodotti tessili, mobili, legno e sughero, stampati e supporti registrati), secondo i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, tra il 2007 ed il 2015 è cresciuto del 34,6%, raggiungendo a fine anno scorso 368 milioni di euro di giro d’affari. In questa quota ben 171 milioni di euro derivano dall’export dell’agroalimentare, cresciuto del 42,1% rispetto al 2007. Verso la Russia, in particolare, il fatturato di tutte le vendite (qualsiasi prodotto) dalla Sardegna, nel primo semestre del 2015 ha registrato la cifra di 57 milioni di euro.

`Mai come in questo momento – sottolinea il presidente di Confartigianato Sud Sardegna, Luca Murgianu – il settore dell’agroalimentare ha necessità di sviluppare e approfondire gli aspetti commerciali e del marketing per l’internazionalizzazione.»

Per questo, l’Associazione Artigiana e la Regione si soffermeranno sulle potenzialità di espansione sui mercati esteri per le imprese sarde e presenteranno i bandi, le iniziative, le opportunità e le attività per incentivare l’export delle imprese, con un focus sui mercati euroasiatici (Russia e paesi limitrofi).

Il programma del seminario prevede dalle 17.30, presso la Sala Convegni dell’hotel Holiday Inn la registrazione dei partecipanti.

Poi dalle 18.00 gli interventi del presidente Confartigianato Sud Sardegna, Luca Murgianu, che introdurrà i lavori, del Direttore Generale dell’assessorato regionale dell’Industria, Roberto Saba, che con il Direttore Servizio per le Politiche di Sviluppo Attività produttive – assessorato regionale dell’Industria, Francesca Murru illustrerà “I bandi della Regione Sardegna per l’Internazionalizzazione-Attività e prospettive”. Al Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli, il compito di illustrare “Le iniziative di Confartigianato a supporto dell’export. Il progetto per le imprese dell’agroalimentare”. Subito dopo spazio gli interventi degli imprenditori sardi.

L’assessorato dell’Industria, presenterà e illustrerà i bandi e le opportunità che la Regione Sardegna ha pubblicato sull’internazionalizzazione, e si soffermerà sulle attività in essere, su quelle future e sulle azioni di accompagnamento alle imprese che vogliono esportare, tutte contenute nel Piano triennale dell’internazionalizzazione di cui la Regione si è dotata lo scorso anno.

L’analisi di Confartigianato Sardegna, invece, sarà rivolta ad artigiani, imprenditori, responsabili e addetti all’export. Partirà da una fotografia dell’export in Sardegna e proseguirà con l’illustrazione delle azioni che l’Associazione vuole attuare insieme alle imprese che credono nell’export. L’incontro sarà l’occasione per illustrare il progetto che la Confartigianato sta costruendo per le imprese dell’agroalimentare che abbiano intenzione di affacciarsi sul mercato euroasiatico.

Export manifatturiero Sardegna 1° trimestre 2016:

748,8 milioni di euro (-38,4% rispetto al 2015).

Il 9,1% di questa cifra (68 milioni) sono relativi all’export delle 9 divisioni ad alta concentrazione di PMI (alimentari, abbigliamento, articoli in pelle, macchinari e attrezzature, altre produzioni manifatturiere, prodotti tessili, mobili, legno e sughero, stampati e supporti registrati). la cifra è diminuita del 46,5% rispetto al 2015.

Export 2015 Sardegna

Export totale Sardegna nel 2015: 4.704 milioni di euro (comprende soprattutto il greggio raffinato), cifra cresciuta del 2,6% rispetto al 2007

Export 2015 delle 9 divisioni ad alta concentrazione di PMI: 368 milioni di euro (erano 273 nel 2007) che rappresenta il 7,8% del totale dell’export manifatturiero (nel 2007 era di 273 milioni ovvero il 6,0%). tra il 2007 e 2015 è cresciuto del 34,6%.

Export 2015 delle 9 divisioni ad alta concentrazione di PMI a confronto con export 2007: totale 368 milioni

Alimentari 171 milioni (+ 42,1% rispetto al 2007)

Abbigliamento 9 milioni (+367% rispetto al 2007)

Articoli in pelle 6 milioni (-32,4% rispetto al 2007)

Macchinari e attrezzature 146 milioni (+43,1% rispetto al 2007)

Altre produzioni manifatturiere 3 milioni (-13,4% rispetto al 2007)

Prodotti tessili 5 milioni (-55,8% rispetto al 2007)

Mobili 1 milione (+191,5% rispetto al 2007)

Legno e sughero 27 milioni (+2,8% rispetto al 2007)

Stampati e supporti registrati 0 milioni

Export Russia in Sardegna (1 semestre 2015): 57 milioni

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La complessa situazione che da più di un anno paralizza le Motorizzazioni di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano, è stata discussa questa mattina a Cagliari dal segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli, e l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu.

L’assessore ha confermato all’associazione artigiana come la Regione si stia attivando con Governo e ministero delle Infrastrutture e Trasporti per risolvere una condizione, non più sostenibile, nella quale si trovano a operare gli addetti della Motorizzazione e che si abbatte, quotidianamente, su imprese di trasporto, autoscuole e semplici utenti.

All’assessore, l’associazione artigiana ha ricordato la mancanza di almeno 15 operatori nelle Unità Territoriali nelle 4 province e i lunghissimi tempi delle varie “operazioni”, più di 6 mesi per le immatricolazioni “conto terzi”, almeno 13 per le revisioni, e altri 6 per gli esami delle patenti di guida.

Cristiano Erriu e Stefano Mameli hanno convenuto come la soluzione più velocemente percorribile, per arginare una situazione molto complessa, sia attualmente quella dell’istituto del “comando” ovvero il passaggio del personale, già formato e abilitato a svolgere le mansioni, dalle ex province verso le Motorizzazioni attraverso una norma che verrà portata e breve in Parlamento.

Al colloquio ha partecipato telefonicamente da Roma la Deputata sarda Romina Mura, componente della commissione Trasporti della Camera che, confermando la necessità del passaggio del personale dalle ex province alle Motorizzazioni, ha garantito il sostegno parlamentare all’iniziativa.

Confartigianato Trasporti Sardegna denunciò la situazione delle Motorizzazioni più di un anno fa e un mese fa ha scritto al ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Graziano Delrio, per renderlo informato sulla situazione e richiedere un suo pronto intervento.

In oltre un anno di battaglie, la questione è arrivata in Parlamento con le interrogazioni dei Deputati sardi Andrea Vallascas (settembre 2015), cui seguì la risposta al Question Time del sottosegretario dei Trasporti Umberto Del Basso De Caro, Nicola Bianchi (luglio 2016) Romina Mura (sempre luglio 2016).

 Stefano Mameli e Cristiano Erriu-min

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Oltre 40 piccole imprese, tanti dipendenti, un prodotto artigiano di elevata qualità e notevole varietà, grande entusiasmo e la necessità di una legge regionale che possa tutelarli, farli crescere senza danneggiarli e, soprattutto, permettere di far conoscere la produzione anche fuori dall’isola.

E’ questo il “mondo” delle imprese birrarie della Sardegna che, ieri pomeriggio a Cagliari, si è riunito su iniziativa di Confartigianato Imprese Sardegna per analizzare le necessità del comparto e sviluppare azioni forti e immediate a sostegno del “sistema”.

Sono 40 i birrifici (artigiani, agricoli e beerfirm) censiti da Confartigianato Imprese Sardegna (erano 19 nel 2009). In provincia di Cagliari sono 19, a Nuoro 8, a Oristano e Sassari, 6, e in Gallura 1. I comuni con più presenza di birrifici sono Cagliari con 4, Quartu con 3, e Carbonia, Guspini, Selargius e Oliena con 2.

Dalla rilevazione dell’associazione artigiana sulle imprese intervistate è emerso come il 50% delle aziende abbia l’isola come mercato esclusivo, il 25% sia già proiettato nel mercato nazionale e solo il 15% lavori già con l’estero.

In media, la produzione di ogni birrificio, la cui dimensione è di 2,5 addetti, non supera i 1.000 ettolitri l’anno e ha un fatturato medio che non supera i 100mila euro. Tra le richieste più importanti delle imprese, la consulenza per investimenti e per l’export, e la formazione.

Come certificano i recenti dati, il settore in Sardegna cresce di giorno in giorno. Un mondo, quello de piccoli birrifici, che arricchisce il territorio sardo, dove qualità e artigianato sono le coordinate fondamentali in cui s’inseriscono metodo di lavorazione, materie prime impiegate nonché professionalità, passione ed eccezionale competenza dei maestri birrai artigiani. Quindi, un vero e proprio fenomeno culturale e un settore in espansione, ricco di opportunità e buone prospettive, che Confartigianato Imprese Sardegna ritiene sia il volano di una crescita di filiera, evoluta e dinamica, con impatti e ricadute benefiche trasversali che vanno dal mondo dei coltivatori sino all’indotto del turismo enogastronomico ed esperienziale.

Apprezzamento è stato espresso dalle imprese per le opportunità offerte dai bandi regionali, pubblicati, e in pubblicazione, sull’internazionalizzazione e sull’innovazione e competitività delle medie e piccole imprese ma anche per le novità proposte dai bandi e dal programma di sviluppo rurale.

Nel corso della serata è stata condivisa l’analisi sia sulla legge nazionale di settore, che ha introdotto la definizione di “birra artigianale” e sia sulla recente proposta di legge regionale.

Le imprese e la Confartigianato sono convinte che anche in Sardegna sia tempo di porre le basi per una regolamentazione della “birra artigianale sarda” che in questo modo si preparerebbe a diventare un brand riconoscibile anche per la qualità, in virtù non solo delle materie prime ma anche, e soprattutto, del metodo di lavorazione. Questo processo produttivo, infatti, verrebbe riconosciuto anche a livello internazionale.

«Il settore sente fortemente la necessità di una regolamentazione che tuteli la produzione artigianale e la qualità – afferma il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – e noi ci siamo messi a disposizione per ascoltare le imprese e condensare le loro richieste in un documento che potrebbe essere l’inizio di un percorso legislativo tutto sardo, il primo in Italia di questo genere. Ricordiamo che ad oggi nessuna regione italiana si è dotata di una propria normativa e la Sardegna potrebbe essere la prima in Italia ad avere un legge di questo tipo. In Piemonte e in Umbria, infatti, non sono entrate in vigore per decadenza dei termini, mentre in Veneto e in Abruzzo le proposte sono attualmente in discussione.»

«Abbiamo necessità di una legge che ci faccia crescere, non ci danneggi o ponga inutili vincoli, e che informi correttamente il consumatore anche attraverso un marchio regionale che sia sinonimo di qualità e garanzie – hanno detto le aziende birrarie presenti nei vari interventi – perché la birra artigianale è un’assoluta eccellenza enogastronomica del nostro territorio, che va ulteriormente tutelata attraverso specifici provvedimenti. Qualora si approvasse una legge, ovviamente c’è necessità che poi venga effettivamente applicata insiemeai relativi controlli- Siamo qui perché la Sardegna ha bisogno di valorizzare la produzione artigianale dei microbirrifici, piccole aziende artigianali, con 3 o 4 addetti – hanno continuato – che sono riuscite a creare un ottimo prodotto apprezzato localmente, e che ora guardano anche ai mercati internazionali, quindi non rivolgendosi solo ed esclusivamente agli appassionati del territorio.»

Stefano Mameli copia

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Il governatore Pigliaru e il ministro Delrio.

Il governatore Pigliaru e il ministro Delrio.

Motorizzazione Sassari-30 giugno 2016

Confartigianato Trasporti Sardegna ha scritto questa mattina al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e ai parlamentari sardi per denunciare il “collasso” del sistema delle motorizzazioni della Sardegna e l’insostenibile condizione in cui si trovano a operare imprese di trasporto e autoscuole e per chiedere “un immediato, improrogabile e inderogabile intervento a tutela del sistema dei trasporti delle merci e delle persone e di tutta la popolazione della Sardegna”.

A oggi occorrono più di 6 mesi per le immatricolazioni “conto terzi”, almeno 13 per le revisioni, e altri 6 per gli esami delle patenti di guida. Questa situazione sta mettendo in ginocchio le aziende, le autoscuole e i cittadini costringendoli, in molti casi, anche all’inoperatività. Ed è inconcepibile vedere esposto, in un ufficio pubblico (Motorizzazione di Sassari) un cartello con la scritta “Sportello immatricolazioni chiuso per mancanza di personale”.

Da più di un anno e mezzo, infatti, le motorizzazioni di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano si trovano a operare con un livello di personale talmente “residuale” da non riuscire a garantire, in tempi “consoni e certi”, operazioni come revisioni, collaudi, immatricolazioni, variazioni ed esami patenti.

«All’inizio del 2015 – scrive il presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna, Giovanni Antonio Mellino – segnalammo ai quattro Prefetti la situazione, già allora critica, seguita dall’interlocuzione con la Motorizzazione nazionale. Successivamente il caso approdò in Parlamento grazie a una interrogazione parlamentare del deputato Andrea Vallascas cui seguì la garanzia del sottosegretario dei Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, del passaggio di “14 unità di personale in comando dalle province”.»

Confartigianato Trasporti Sardegna sottolinea come non solo delle “14 unità” promesse non vi sia traccia ma anche di come il sistema si avvii, velocemente, alla completa paralisi.

«Le imprese, infatti, con enormi difficoltà, riescono a prenotare operazioni che poi potranno essere svolte dagli addetti della Motorizzazione anche dopo 1 anno – aggiunge Mellino – come nel caso dei collaudi: questi vengono fissati dopo parecchi mesi costringendo gli autotrasportatori a non utilizzare i mezzi con la conseguente perdita delle commesse esponendo le aziende a un alto rischio di fallimento. Non solo, anche la parte relativa alle patenti (esami, rinnovi e recupero punti) ha tempi non più sostenibili andando a incidere pesantemente anche sul resto dei cittadini.»

Confartigianato Trasporti ricorda come la situazione paradossale la stiano vivendo anche le Autoscuole: per poter svolgere regolarmente gli esami, queste devono addirittura provvedere, autonomamente, sia alla ricerca di commissari esterni dall’isola, non essendo disponibili quelli interni, sia alla loro retribuzione.

Il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli, ricorda le origini del problema: «Tutto sorge a seguito dell’entrata in vigore della Legge di stabilità del 2014 (art. 1, comma 94), che ha ri-trasferito al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le competenze relative alla gestione degli Albi provinciali degli autotrasportatori, a suo tempo, delegata alle Amministrazioni provinciali. Il suddetto comma, infatti, recita “… Le funzioni relative alla cura e alla gestione degli Albi provinciali degli autotrasportatori di cose per conto di terzi sono svolte dagli Uffici periferici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con le risorse umane disponibili a legislazione vigente. Entro e non oltre sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le funzioni di cui al presente comma sono trasferite con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, comprese le relative risorse finanziarie da destinare al funzionamento degli Uffici…”. Il DPCM dell’8 gennaio 2015, ha poi dato attuazione alla norma ed ha avuto seguito attraverso un Accordo nella Conferenza Unificata Stato -Regioni-Autonomie locali del 23 aprile 2015. Tale accordo prevedeva sei mesi per la transizione dagli uffici provinciali a quelli ministeriali».

«L’entrata in vigore delle norme da subito, mise in evidenza le diverse problematiche – continua Mameli – a causa della necessità di spostamento delle competenze, delle funzioni, e soprattutto del personale, e contestualmente anche fisicamente delle pratiche da una sede (quella provinciale) a un’altra (quella degli uffici periferici del ministero dei Trasporti, le Motorizzazioni). E noi lo segnalammo.»

Nella lettera al ministro Delrio, Confartigianato Trasporti Sardegna evidenziando come la regione sia già pesantemente penalizzata dal punto di vista delle infrastrutture, dei servizi e dei collegamenti con la Penisola, e messa in ginocchio da una lunghissima crisi, chiede il mantenimento degli impegni assunti lo scorso settembre, un immediato, improrogabile e inderogabile intervento del Ministero a tutela del sistema dei trasporti delle merci e delle persone e di tutta la popolazione della Sardegna.

Confartigianato Trasporti Sardegna, infine, auspica, visti i costanti rapporti che intercorrono tra il presidente Pigliaru ed il ministro Delrio, un interessamento del Presidente finalizzato alla soluzione della questione anche da parte della Regione considerata la gravità della situazione.

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Oltre 3mila imprese artigiane e quasi 6mila addetti. Sono questi i numeri dell’impiantistica in Sardegna, il “cuore e sistema nervoso” degli edifici sardi che distribuisce energia elettrica, acqua, gas, che condiziona gli ambienti, e che controlla il funzionamento di sistemi d’allarme, accessi, ascensori e scale mobili. Un settore in crisi, quello degli impianti, profondamente legato agli immobili tanto da subirne gli effetti negativi della crisi; dal 2009 alla fine del 2015, infatti, è stato perso il 7,2% delle imprese (saldo di -236). Solo nel 2015 il calo è stato del -1,3% (saldo negativo di 40 unità).

Questo è ciò che emerge dal Dossier “Imprese delle installazioni di impianti in Sardegna”, realizzato dall’Osservatorio MPI per Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i dati ISTAT e UnionCamere-Infocamere dal 2009 al 2015.

«E’ sotto gli occhi di tutti, purtroppo, come anche questo settore sia in piena crisi – sottolinea Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e come sia fortemente legato all’andamento del “Sistema Casa”». «Se l’impiantistica non è totalmente collassata, ancora una volta dobbiamo dire grazie agli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni e sulla riqualificazione energetica – sottolinea la presidente Folchetti – due fondamentali, e insostituibili, sostegni alle famiglie e alle imprese, perché hanno consentito di aiutare chi ha fatto gli investimenti e chi ha eseguito i lavori.»

Ma l’orizzonte del settore pare essere ancora nuvoloso ed il cammino verso una ripresa irto di ostacoli.

«Non possiamo pensare che il comparto possa riprendersi da solo senza un taglio alla burocrazia e con le norme che cambiano in continuazione – continua Maria Carmela Folchetti – per questo sono necessarie meno regole e più chiarezza. Quindi non sono più rinviabili una razionalizzazione e una semplificazione della selva di adempimenti che regolamentano il settore. E’ necessario agire per ridare potere d’acquisto alle famiglie, avere tempi certi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione e rimodulare gli appalti pubblici affinché possano essere a misura di piccole imprese.»

Nel dettaglio, in Sardegna nel 2015 nel comparto dell’installazione di impianti elettrici, idraulici ed altri lavori di costruzione e installazione, erano registrate 3.056 imprese artigiane, il 72,0% del numero complessivo di aziende presenti in questo settore.

A livello provinciale, sempre nel 2015, analizzando la distribuzione sul territorio delle imprese artigiane, si rileva che a Cagliari si conta il maggior numero di imprese pari a 1.191, il 39,0% delle 3.056 presenti in tutta la regione e il 64,8% del numero totale di imprese del settore, numero che rispetto al 2009 cala dell’8,6% e al 2014 dell’1,2%.

Seguono Sassari con 1.117 imprese, il 36,6% del totale regionale e il 76,1% del numero totale di imprese del settore, in calo del 7,1% rispetto al 2009 e dello 0,6% rispetto al 2014, Nuoro con 498 imprese, il 16,3% del totale regionale e l’80,6% del numero totale di imprese del settore, in flessione del 3,7% rispetto al 2009 e del 2,4% rispetto al 2014, e Oristano con 250 imprese, l’8,2% del totale regionale e il 77,6% del numero totale di imprese del settore, in diminuzione del 7,4% rispetto al 2009 e del 2,7% rispetto al 2014. Sul totale degli impiantisti, il 57,4% degli artigiani appartengono al settore dell’Installazione di impianti elettrici, il 37,7% al settore dell’Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria e il 5,0% al settore degli Altri lavori di costruzione e installazione.

I dati al 31 dicembre 2015, dicono che in Sardegna le imprese del comparto Installazione di impianti elettrici erano 1.749, il 68,3% del numero totale di imprese del settore e rispetto al 2009 registrano una flessione dell’8,3% e del 3,2% rispetto al 2014; le imprese del comparto Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria erano 1.148, l’80,5% del numero totale di imprese del settore e rispetto al 2009 registrano una flessione del 6,6% e rispetto al 2014 una crescita del +0,5%; e le imprese del comparto Altri lavori di costruzione e installazione erano 152, il 61,8% del numero totale di imprese del settore e rispetto al 2009 registrano una crescita del 3,4% e al 2014 del 7,8%.

«Non occorre soltanto ricordare, come accaduto anche recentemente, che le imprese sono troppo piccole e quindi non competitive – sottolinea Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Sardegna – ma occorre anche attivare politiche concrete per la loro crescita. Attendiamo, per esempio, da 4 mesi i bandi sugli aiuti alle imprese annunciati subito dopo la delibera della Giunta nello scorso febbraio». «Inoltre ci auguriamo – aggiunge Mameli – che possano essere finanziati anche investimenti ordinari, quelli più richiesti dalle nostre aziende, e non soltanto investimenti su servizi innovativi e ricerca che non sempre rispondono alle esigenze delle imprese.»

Confartigianato Sardegna, in ultimo, ricorda come sia ancora in discussione in Consiglio regionale la proposta di legge contenente “Disposizioni in materia di prestazione energetica degli edifici” che istituisce il Catasto Energetico degli edifici e degli impianti termici. Per questo l’associazione attende le decisioni della massima assemblea sarda.

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Stefano Mameli copia

«I servizi di Ncc (noleggio con conducente) e Taxi sono componenti essenziali del trasporto pubblico locale in Sardegna e la Regione può intervenire per evitare la continua elusione della normativa di settore, soprattutto in materia di sicurezza dei passeggeri e dei requisiti richiesti agli operatori.»

Lo ha dichiarato il segretario regionale di Confartigianato Sardegna Stefano Mameli alla quarta commissione (Governo del territorio-Trasporti) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), ricordando fra l’altro che «le più recenti dinamiche del mercato hanno portato a condotte che tendono ad aggirare la legge che regola il servizio, a cominciare dalle strutture ricettive».

Federico Fadda, della Confartigianato Gallura, ha citato come esempio emblematico dell’elusione legislativa, il riferimento ai “casi eccezionali” previsti dalla legge nei quali un albergo può effettuare un servizio di trasporto, purché a titolo gratuito, a favore dei suoi ospiti. «In realtà – ha osservato – questa eccezione si è trasformata nel tempo in una prassi che in qualche modo ha favorito la nascita di flotte parallele, con conducenti senza requisiti e mezzi privi delle caratteristiche richieste; in sintesi, sono saltate tutte le regole».

«A nostro giudizio – ha concluso Fadda – la Regione può fare qualcosa di concreto modificando la legge 21/2005 con un intervento mirato che riporti certezza e chiarezza nel nostro settore.»

Il problema di fondo, ha sottolineato nelle conclusioni il presidente della commissione Antonio Solinas, «è individuare uno spazio utile per esercitare la competenza della Regione, in una materia regolata dalla legge quadro nazionale del ’92, molto probabilmente superata».

L’articolo 29 della legge 21, ha inoltre ricordato Solinas, «contiene un passaggio relativo agli Albi dei conducenti presso le Camere di Commercio, che devono essere predisposti secondo criteri indicati dalla Giunta regionale; questa parte della legge è rimasta inapplicata e può rappresentare una strada percorribile per migliorare il testo, verificheremo di concerto con l’assessorato e gli uffici». «In caso positivo – ha concluso – è possibile anche un intervento ad hoc del Consiglio in tempi brevi».

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Maria Carmela Folchetti-02Stefano Mameli 2

Crisi, abusivismo e concorrenza sleale nel settore delle autoriparazioni. Sono questi i tre fattori che in Sardegna negli ultimi 12 mesi, hanno portato alla chiusura dell’1,9% delle imprese artigiane di settore (48 unità) sulle 2.542 in totale che operano nella manutenzione e riparazione di autoveicoli.

Per questo Confartigianato Imprese Sardegna lancia un invito alle imprese dell’autoriparazione, agli organi competenti e ai cittadini: «Facciamo fronte comune per combattere questa piaga che sta causando danni non solo economici e alimenta un mercato fuori dalle regole e assolutamente fuori controllo».

Il settore artigiano nell’isola, secondo il dossier elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato (dati Istat e Unioncamere consolidati al 31 dicembre 2015), raggruppa 2.542 imprese (l’83,5% di tutto il comparto) che ha subìto un calo dell’1,9% rispetto al 2014.

A Cagliari le imprese erano 1.031 e hanno subito un calo dell’1,4%; a Sassari se ne sono registrate 826 con un calo dell’1,2%, a Nuoro 462 con una perdita del 3,5% e a Oristano 223 con una flessione del 3%. A livello nazionale il decremento registrato è stato dell’1,3%.

«Chiediamo collaborazione e controlli in tutte quelle strutture abusive che, oltretutto, costantemente vìolano le norme, la sicurezza e che, in particolar modo, continuano a evadere il fisco ed essere un peso per la collettività – affermano Maria Carmela Folchetti e Stefano Mameli, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – e facciamo un appello ai negozi di autoforniture per una maggiore attenzione nella vendita dei prodotti destinati alla sicurezza dei mezzi

Per Confartigianato Sardegna la madre di tutti i problemi è a monte, perché non esiste una regolamentazione delle vendita dei prodotti, nemmeno di quelli destinati alla sicurezza dei mezzi: freni, sospensioni, organi dello sterzo e così via; chiunque può acquistare tutto.

«Basterebbe creare percorsi diversi, ad esempio, separando lo scontrino dalla fattura e applicando lo sconto sulle fatture – aggiungono presidente e segretario – ci sono esempi di negozi che hanno realizzato addirittura ingressi diversi tra clienti professionali e gli altri. Piccole cose che darebbero un contributo ad abbassare la soglia dell’abusivismo.»

«Sia chiaro che abbiamo sempre combattuto l’abusivismo, ci siamo posti costantemente contro coloro che riparavano le auto e le moto dopo l’orario di lavoro, a casa loro – concludono la Folchetti e Mameli – ma adesso si sono raggiunti livelli intollerabili, occorre intervenire facendo fronte comune, perché questa situazione danneggia tutti, e tutti, prima o poi, ne pagheranno le conseguenze. Perdendo di vista l’obiettivo finale: la sicurezza degli automobilisti.»

Inoltre, ricordiamo che gli autoriparatori per tanti mesi hanno battagliato per modificare il “Ddl Concorrenza”.

Grazie alla pressione delle associazioni di categoria, infatti, le Commissioni finanze e Attività produttive della Camera hanno modificato alcuni aspetti riguardanti la riforma dell’Rc auto restituendo alle imprese di carrozzeria la libertà di esercitare la propria attività e ai cittadini il diritto di scegliere il proprio carrozziere di fiducia. E’ stato ristabilito il principio in base al quale gli assicurati hanno diritto ad ottenere il risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato, avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiducia.

Si tratta di un primo, importante risultato per la battaglia che Confartigianato sta conducendo contro il rischio, contenuto nella riforma dell’Rc auto, di mettere fuori mercato le carrozzerie indipendenti, rendendo di fatto obbligatorio il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare il veicolo incidentato dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione.

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Anche nell’isola il mercato dei lavori pubblici si apre alle piccole imprese. Per questo Confartigianato Imprese Sardegna lancia il servizio “Via alla Gara”, una piattaforma web attraverso la quale è possibile ottenere la mappa dettagliata di tutte le gare pubbliche che si svolgono in Sardegna e nel resto dell’Italia, con relativi esiti.

Abbiamo lavorato con la CAES, Cassa Artigiana dell’Edilizia per capire quali potessero essere i servizi più utili per le imprese edili – afferma il segretario regionale Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – in un momento in cui gli appalti sono sempre meno e il settore delle costruzioni continua a versare in una persistente crisi, avendo così la conferma di come l’acquisizione di nuove opportunità di lavoro costituisca un obiettivo fondamentale per le imprese delle costruzioni.»

Il mercato dei lavori pubblici, infatti, oltre all’attività nel settore privato, può rappresentare una prospettiva interessante per molti imprenditori.

Per consentire alle piccole imprese di cogliere queste opportunità, le sedi territoriali di Confartigianato sono a disposizione per agevolare gli imprenditori nell’utilizzo di questo strumento, fornendo username e password.

Il servizio è gratuito  e prevede la possibilità di consultazione, realizzata in una forma semplificata e intuitiva, di tutte le informazioni sulle gare d’appalto, personalizzando la ricerca per territori, importo di gara, categoria SOA di interesse, con possibilità di acquisire i bandi integrali e gli esiti di gara anche con le percentuali di ribasso.

Stefano Mameli copia

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Stefano Mameli copia

Così Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, esprime un giudizio severo sulla Manovra Finanziaria regionale 2016 in presentazione a Cagliari.

«La manovra finanziaria, appesantita dai costi della spesa sanitaria, chiede un sacrificio alle imprese con l’aumento dell’IRAP senza dare in cambio reali opportunità di crescita. Siamo delusi e insoddisfatti. Dobbiamo sottolineare che, purtroppo, l’ossigeno per lo sviluppo di cui si è parlato molto in questi giorni arriva principalmente dalle risorse europee 2014-2020, per le quali, peraltro siamo in una situazione di ritardo dei bandi

«Per le imprese artigiane, il Documento di Economia e Finanza presentato dalla Giunta Regionale contiene però un aspetto decisamente condivisibile – prosegue il segretario di Confartigianato – infatti prevede che “gli strumenti di incentivazione per l’accesso alle agevolazioni nel settore manifatturiero e dell’artigianato terranno conto delle specificità territoriali e settoriali, per valorizzare le competenze strategiche delle imprese, aggregare le produzioni artigiane e facilitare la distribuzione del prodotto”. Ci auguriamo che Giunta e Consiglio siano conseguenti e riservino adeguate risorse per incentivare le imprese artigiane da troppo tempo dimenticate dalle politiche regionali. Ci auguriamo che gli incentivi non vadano solo per l’innovazione e la ricerca ma, molto più semplicemente, anche verso le imprese che necessitano di effettuare investimenti ordinari”.

In ogni caso, Confartigianato Sardegna sottolinea come non possa esprimere un giudizio approfondito, ovvero entrare nel merito delle poste di bilancio, perché l’indispensabile Allegato Tecnico non è stato reso noto.

Poi il passaggio sulla formazione professionale.

1Neanche sul tema della Formazione Professionale, la vera leva per lo sviluppo delle imprese, si vedono scelte strategiche determinanti – aggiunge Stefano Mamelimentre notiamo che sull’istruzione e sull’università l’attenzione è più che adeguata

«Sulla Formazione siamo molto preoccupati sia per le insufficienti risorse, sia perché mancano scelte coraggiose e strategiche al contrario c’è bisogno di investimenti e occorre prendere una decisione su quali filiere e figure professionali sviluppare. Fatta la scelta occorre concentrare le risorse e non disperderle”. “In questi giorni, per esempio, in Veneto si è deciso di destinare due milioni di euro solo per la formazione degli operatori della moda – conclude Stefano Mameli – in Sardegna si potrebbe pensare di fare altrettanto su figure professionali che si ritengono strategiche.»