5 November, 2024
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Ventisei docenti dell’Università di Cagliari sono nella classifica del sito www.topitalianscientists.org. Tenendo presente che la lista è in continuo aggiornamento, si tratta indubbiamente di un bel risultato per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista: visibilità, credibilità e ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita su qualità della didattica e della ricerca, utile per la promozione e la reputazione di corsi di laurea e scuole di specializzazione.

Walter Fratta (dipartimento Scienze biomediche), Alberto Angioni (Scienze vita e ambiente), Ezio Carboni (Scienze biomediche) e Giorgio Giacinto (Ingegneria elettrica ed elettronica) fanno parte del pool di pregio che comprende, per Scienze biomediche, Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica c’è Vito Lippolis, per Scienze cliniche ci sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Astrofisica è rappresentata da Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Per Neuroscienze e psicologia il ranking annovera Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per Scienze biomediche, compaiono i professori in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ’area’ nella tabella

Al 28 febbraio scorso, la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholar – comprendeva oltre quattromilacento scienziati italiani.

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Ventidue docenti dell’Università di Cagliari nella classifica del sito http://www.topitalianscientists.org/top_italian_scientists.aspx. E potrebbero essercene anche altri: la classifica è in continuo aggiornamento. Di fatto, un bel colpo per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista. Intanto, un risultato proficuo se si pensa alla visibilità, alla credibilità e alle ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita in tema di qualità della didattica e della ricerca, utile anche per una promozione puntuale dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione.

Per le Scienze biomediche attualmente sono in graduatoria Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica compare Vito Lippolis mentre per Scienze cliniche i rappresentanti sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Per Astrofisica in lista compaiono Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Infine, per Neuroscienze e psicologia i big sono Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per l’area di Scienze biomediche, compaiono i docenti in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ‘area’ nella tabella.»

Al 28 febbraio scorso la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholarcomprendeva oltre 4.110 scienziati italiani.

Lo “Spazio donna” allestito all’Expo all’interno del Padiglione Italia, ha ospitato un dibattito sulla iodoprofilassi. L’iniziativa – inserita nelle attività informative coordinate dal ministero della Salute – è nata per sensibilizzare su un argomento delicato come quello delle disfunzioni alimentari. Il professor Stefano Mariotti (docente dell’ateneo di Cagliari, endocrinologo e presidente nazionale dell’Ait, Associazione italiana tiroide), ha illustrato la situazione a livello globale e nazionale sul contrasto alla carenza di iodio, una delle principali cause di varie disfunzioni, soprattutto a livello tiroideo. Il primo Stato al mondo ad attuare la iodoprofilassi obbligatoria è stato la Svizzera, nel 1920. I benefici della iodoprofilassi sono molteplici, tra cui un aumento dell’intelligenza media a livello infantile, oltre a una riduzione delle alterazioni tiroidee.

«Lo iodio è essenziale per il corretto funzionamento della tiroide e la sua carenza causa gozzo e anche gravi disordini neuro-cognitivi. Si assume con gli alimenti. Una dieta equilibrata – spiega l’ordinario dell’ateneo cagliaritano – con due porzioni di pesce a settimana, latte tutti i giorni, e un po’ di formaggio, garantisce solo il 50 % del fabbisogno giornaliero di iodio (90 μg nei bambini fino a 6 anni, 120 μg in età scolare (7-12 anni) 150 μg negli adulti). Durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno aumenta a 250-300 μg al giorno per un corretta funzione tiroidea materna e fetale, indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto’ necessario che l’assunzione quotidiana di iodio con l’alimentazione venga integrata». E ancora. «L’utilizzo di sale iodato consente di coprire il fabbisogno giornaliero fornendo 30 μg di iodio per grammo di sale. In Italia – sottolinea il professor Mariotti – una legge emanata nel 2005 prevede una serie di misure finalizzate a promuovere il consumo di sale iodato su tutto il territorio nazionale, che tuttavia continua a non essere utilizzato da una rilevante percentuale della popolazione, anche a causa di alcuni timori e preconcetti, quali quello che il sale iodato possa far male alla salute». Il sale iodato è un alimento e non un farmaco e non ha effetti collaterali: l’Oms raccomanda un consumo giornaliero di sale sui 3-5 g per il rischio di malattie cardiovascolari. Mantenendo il consumo del sale entro questi limiti, il sale iodato aggiunto agli alimenti consente di raggiungere una quantità giornaliera di iodio pari a 90-150 μg, che è sufficiente a garantire un adeguato apporto iodico nella larga maggioranza della popolazione. Nelle donne in gravidanza o in allattamento è difficile raggiungere il fabbisogno con il solo utilizzo del sale iodato, per cui l’Organizzazione mondiale della sanità consiglia l’assunzione di specifiche integrazioni sia prima che durante la gestazione.

«Nella dieta alimentare possono esserci degli accorgimenti per far sì che si introduca la quantità giusta di iodio, alimento essenziale. Basta utilizzare, al posto del sale normale, il sale iodato. Nella quantità giusta, senza esagerare. Non perché sia iodato, ma perché non bisogna abusare di sale. E opportuno introdurre nella nostra alimentazione un paio di pasti alla settimana a base di pesce» è il consiglio di Stefano Mariotti, direttore del dipartimento di Scienze mediche “Mario Aresu”. Lo specialista spiega: «In certi momenti della vita come la gravidanza e l’allattamento, sarà opportuno prendere degli ulteriori integratori, perché i fabbisogni aumentano. Però, l’utilizzo del sale iodato in una corretta alimentazione rappresenta l’aspetto principale. I cibi? Per la iodoprofilassi sono utili pesce e crostacei. In minor misura, il latte con i derivati».

Il professor Stefano Mariotti, direttore dell’Unità operativa complessa di Endocrinologia e malattie metaboliche dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, è stato eletto presidente nazionale dell’Associazione italiana della tiroide (Ait). L’importante riconoscimento è arrivato durante il Congresso nazionale dell’Ait che si è svolto nei giorni scorsi a Milano. Mariotti sostituisce professor Paolo Beck-Peccoz.