22 November, 2024
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Un murale dedicato a Don Giovanni Diaz, nella piazza Santa Rita di Medadeddu, frazione di Carbonia. Così l’associazione Senso Comune di Carbonia, insieme agli artisti Ielmo Cara e Stefano Masili, ha voluto omaggiare una figura tra le più amate della città di Carbonia per il suo costante ed irreprensibile impegno verso gli altri.

Ricordiamo Don Giovanni Diaz, con l’articolo dell’indimenticabile Don Amilcare Gambella, ed il ricordo dell’Amministrazione comunale di Carbonia, pubblicati nel n° 222 de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”.

Don Diaz ci ha “lasciato”… una grande eredità

La notizia della morte di don Giovanni Diaz è arrivata improvvisa e con grande velocità!

Con il tam tam discreto ed efficace che risuona nel mondo della carità, si è diffusa, portando il dolore del vuoto in quei molti cuori che hanno sempre avuto da Lui sostegno e cura.

Le opere da Lui realizzate dal 1965, data del suo arrivo in città e nel territorio, sono sotto gli occhi di tutti e testimoniano la sua creatività, il suo coraggio, la sua caparbietà nella solitudine, sostenuta dalla Grazia di Dio che non fa vacillare la Speranza, che fa maturare e raggiungere gli obiettivi del cuore.

Sono anche testimonianza di come, dietro quel suo aspetto a prima vista “distaccatamente serio e quasi severo”, brillava una capacità abile e efficace nel coinvolgere le persone avvicinate, tanto da farle diventare protagoniste nei progetti che a macchia d’olio, in una benefica reazione a catena, producono quei frutti di bontà solidale, in quel mondo di povertà ed emarginazione che circonda, ma non riesce a interpellare il perbenismo di tanti.

Il compianto Paolo VI in più di un’occasione ha affermato che il mondo di oggi non ha bisogno di maestri, ma di testimoni, ebbene don Diaz ha saputo incarnare la duplice identità del maestro e del testimone, con quella discrezionalità, spesso silenziosa, ma efficacemente trainante, di chi si rimbocca le maniche, senza paura di contaminazione e di sporcarsi, in modo da essere e rimanere sacerdote oltre il velo del tempio.

Una bella Pastorale che non si apprende solo sui libri, ma si verifica sul campo d’azione, quella Pastorale dell’accoglienza incondizionata, che punta sulla condivisione, la sola capace di costruire la comunità.

«Non si può restare passivi e tanto meno impassibili di fronte alle sofferenze degli altri» (ag) affermano e ribadiscono a piena voce le iniziative da tutti conosciute, tanto da renderne superfluo, anche se doveroso un elenco, l’hanno visto promotore, nuovo “re Mida” nella carità locale, in quanto trasformava in oro il deserto che tutti rileviamo, riscattando i diseredati dall’abbruttimento in cui la vita talora spinge togliendo dignità.

Credo possa far piacere conoscere l’espressione di quel giovane padre che di fronte al sacerdote chiede al figlio “Lo sai chi è questo signore?” «è don Diaz!» dice subito il ragazzo felice di rispondere esattamente alla domanda…«No, Lui è mio babbo, perché devo tutto solo a lui!»

Portare qualcuno ad essere riconoscente indica di per sé l’intenso e profondo lavorio che si può fare in una persona. Non è forse riconoscenza spontanea ciò a cui abbiamo assistito durante il funerale e nelle lunghe ore seguenti in cui, giovani e adulti, hanno cantato, pregato, applaudito…? Può essere altro esempio illuminante quel giovane “maturo e tottu mali cumbinau” che, durante l’omelia del Vescovo, imperterrito e in maniera goffa davanti agli occhi di tutti, si è fatto il segno di croce dopo aver toccato e baciato teneramente la bara…

Amare per primo, amare i più poveri, amare i più deboli, amare i ragazzi… come in una gara di generosità, con uno stile povero e austero, per dare una risposta e un sostegno ai bisogni di tanti, con l’entusiasmo e un coraggio adolescenziale, accompagnato dalla prudenza della maturità.

Per questo non pochi lo sentono parte della loro vita, e riconoscendo la qualità di come abbia speso la sua esistenza, lo indicano non solo come testimone modello, ma anche modello di maestro, perché quelle “maniche di camicia” gli hanno permesso di agire senza paura di sporcarsi, dando lezioni di vita facilmente comprensibili a tutti.

Amilcare Gambella

 

L’Amministrazione comunale di Carbonia lo ricorda e lo ringrazia: «Ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in grave difficoltà»

Il sindaco e l’Amministrazione comunale di Carbonia ricordano con grande riconoscenza Don Giovanni Diaz con una breve nota diffusa subito dopo la prematura scomparsa, nella quale è definito «uomo giusto che ha dedicato la sua vita al servizio delle persone bisognose».

La figura di Don Diaz è in particolar modo legata al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti, istituito nel 1984 (i soci fondatori sono stati nove: Don Giovanni Diaz, Pina Deiana Lai, Antonio Cesare Gerini, Salvatore Marsala, Antonino Favrin, Rita Crisponi, Luigi Uselli, Chiarella Defraia e Rita Maria Grazia Sechi) e da allora orientato all’ospitalità temporanea, all’assistenza morale e materiale, all’aiuto domestico e alla consulenza medico generica e specialistica delle fasce deboli.

Lo spessore morale e umano di Don Diaz è stato apprezzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia, «in particolar modo, nel rapporto di collaborazione con la comunità alloggio di via Mazzini e con il Centro di pronto intervento di Medadeddu, che fanno capo al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti».

Don Diaz è ricordato con affetto dagli studenti dei quali è stato docente, ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in difficoltà: madri nubili, donne in stato di necessità e i loro bambini, uomini e donne prive di sostentamento e di alloggio, che hanno sempre trovato una parola amica, un piatto caldo e un tetto per ripararsi.

«L’Amministrazioneconclude la notasaluta e ringrazia Don Diaz per il suo instancabile operato e per quanto ha fatto per la Città, che lo ricorda come esempio concreto di altruismo e impegno solidale.»

Alcuni anni fa, pur mantenendo tutti gli altri impegni, Don Diaz ha accettato l’invito a prendere il posto di Nico Grillo nella gestione e amministrazione di Casa Emmaus, a Iglesias.

Anche in questa nuova esperienza, si è fatto subito apprezzare per il suo apporto in una realtà tanto delicata ed importante per l’intero territorio e la sua presenza è sempre stata discreta e riservata, di grande rispetto per le figure educative che operano all’interno della comunità terapeutica.

Il suo è stato un sostegno vicino ed affettuoso.

 

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Lo scorso 7 aprile è stata inaugurata a Londra la mostra di pittura “The Agaves in London” dell’artista di Carbonia Stefano Masili.

L’Amministrazione comunale di Carbonia – in una nota – si congratula con il suo concittadino, Stefano Masili, per aver contribuito in questo modo a far conoscere i paesaggi e la vegetazione del nostro territorio in un contesto prestigioso ed internazionale come quello del Chiswick Parish Centre di Londra.

Recentemente Stefano Masili ha partecipato anche alla mostra collettiva “SottoSopra: l’Arte in libertà controllata”.

Molte delle opere sono incentrate sulle emozioni e sensazioni trasmesse al pittore carboniense dalle agavi, piante tipiche della Sardegna, molto diffuse nelle costiere sulcitane.

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«La forma espressiva della pittura sarà una delle tante attrazioni del Natale carboniense. All’interno del cartellone di eventi programmati dall’Amministrazione comunale si colloca una rassegna che farà di Carbonia il principale polo della pittura in Sardegna. Una mostra imperdibile non soltanto per gli addetti ai lavori ma anche per i neofiti, i quali potranno conoscere da vicino gli artisti, carpendo anche alcuni segreti del mestiere.»

Con le parole dell’assessore della Cultura dell’Amministrazione Comunale di Carbonia abrina Sabiu, informa che venerdì 15 dicembre, alle ore 19.00, presso lo spazio espositivo dell’Italy Snack & Wine Bar di viale Arsia, comincerà la rassegna intitolata sOttosOpra: l’Arte in libertà “controllata”.

L’iniziativa è stata promossa dal gruppo culturale dei “Liberi Pensatori”, con il patrocinio del comune di Carbonia. Dal 15 dicembre 2017 fino al 23 marzo 2018 verrà esposta una summa dei lavori di 20 artisti di comprovato valore. Talenti provenienti da diverse città della Sardegna e, perfino, dall’estero. La rassegna ha come protagonisti i seguenti artisti: Pietro Paolo Bessero (Quartu Sant’Elena); Jurgen Block (Germania); Nino Cannella (Guspini); Antonello Calabrò (Sant’Antioco); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Lorenzo Casula (Carbonia); Derita (Cortoghiana – Carbonia); Martinho Dias (Portogallo); Salvatore Filia (Carbonia); Marta Fontana (Carloforte); Carlo Giancola (Carbonia); Gianni Lardieri (Carbonia); Stefano Masili (Carbonia); Daniela Matta (Carbonia); Paola Matta (Carbonia); Alfredo Mussetti (Carbonia); Shikanù (Carbonia); Albena Vatcheva (Bulgaria); Marco Vigo (Calasetta).

Gli artisti protagonisti del primo appuntamento saranno Paola Matta, Antonello Calabrò, Lorenzo Casula e Salvatore Filia, le cui opere resteranno esposte dal 15 al 29 dicembre.

Dal 5 gennaio al 29 gennaio 2018 sarà la volta delle opere di Pietro Paolo Bessero, Daniela Matta, Nino Cannella e Marco Vigo; dal 26 gennaio al 9 febbraio sarà possibile ammirare le opere di Derita, Carlo Giancola, Alfredo Mussetti e Albena Vatcheva; il quarto gruppo di artisti (Shikanù, Stefano Masili, Martinho Dias e Ielmo Cara) esporrà dal 16 febbraio al 2 marzo; i lavori del quinto e ultimo gruppo di pittori (Silvano Caria, Gianni Lardieri, Marta Fontana e Jurgen Block) saranno visitabili dal 9 al 23 marzo 2018.

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E’ in programma domani, 8 luglio, a Porto San Paolo, l’inaugurazione della personale di Stefano Masili “Ispinas de Su Dimòniu”. In occasione del Vernissage, Claudio Moica presenterà il libro “Contraddizioni di un uomo”.

«Le mie opere si sono articolate nel tempo secondo sequenze narrative, ma è il ciclo delle Agavi, il progetto a cui sto lavorando da diverso tempo – dice Stefano Masili -. Non si sceglie un progetto ma è lui che ti sceglie. Delle agavi ho subito la fascinazione ed ho sentito la necessità impellente di raccontare l’altalena di emozioni e sensazioni che mi perseguitano. Seduzioni, inganni, percezioni di foglie carnose accartocciate e riarse, radici e spine legnose, danza elegante di luci, toni e mezzi toni di verdi turchesi. Sintesi di agavi ridotte a fibre essenziali.»

«Nate dall’acqua, dai colori azzurro cobalto e verde mare per poi morire bruciate nell’arsura della terra, dai colori fuoco metallo, gli aranci e i rossi cadmio. Insomma AGAVI…

«Ripetere lo stesso dipinto per qualcuno potrebbe sembrare noioso, questo di sicuro non è il caso del pittore Stefano Masili che ha effettuato uno studio meticoloso sulle Agavi, soggetto preferito dall’artista – scrive Claudio Moica -. Masili è innamorato della sua terra natia e, attraverso i suoi quadri, ne trasmette il carattere forte degli abitanti, costretti da sempre ad emigrare per sopravvivere e quindi ad adattarsi a nuove situazioni proprio come fanno le piante che dipinge.»

«Nello studio il pittore parte dall’analisi del mito raffigurato dal personaggio di Agave, una Baccante di Dioniso che nel suo delirio di ebbrezza colpisce a morte il proprio figlio, Penteo, credendolo un mostro e ne porta la testa in trionfo mettendola sulla sommità di un bastone, contrapponendole la metafora della vita in cui la madre può morire mettendo al mondo il figlio; ma si intravede anche e soprattutto il percorso creativo dell’artista che, partito dalla contestualizzazione della pianta nel territorio in cui vive, ne analizza, attraverso un percorso certosino, ogni minimo particolare. Quindi la spoglia di ogni materialità pleonastica, lasciandola alla sua natura originale che è il colore – aggiunge Claudio Moica -. Dall’origine alla compiutezza e poi il come back a ciò che l’ha generata, il file rouge della vita che Masili interpreta magistralmente con le sue opere dedicate ad una pianta che, apparentemente, agli occhi dei distratti potrebbe mostrarsi semplice e grossolana ma che, nella visione del pittore, mostra tutte le sue potenzialità.»

«Nascere, morire e poi rinascere – conclude Claudio Moica – questo il messaggio che l’artista dona al mondo perché la bellezza si possa trovare nella genuinità che la natura ci regala: le agavi.»

La mostra sarà visitabile fino al 28 luglio.

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Un'opera di Stefano Masili.

Un’opera di Stefano Masili.

Un'opera di Giorgio Corso.

Un’opera di Giorgio Corso.

Sabato 8 ottobre alle ore 18.00, presso la sede dell’Associazione Remo Branca, in via Roma 68, ad Iglesias, verrà inaugurata la mostra “Radici comuni”a cura dello storico e critico d’arte Simone Mereu.

Protagonisti dell’evento i quadri di Giorgio Corso e Stefano Masili che daranno vita alle pareti da cui, seppur con notevoli differenze dettate dallo stile e dalla scelta dei temi, sprizzerà con energia e forza notevoli l’amore per la Sardegna.

Tele che cattureranno i visitatori fino a portarli in paesaggi, quelli di Giorgio Corso, in cui le linee morbide si incontrano con altre rette e decise arrivando a delineare un tutt’uno in cui lo sguardo non si stanca di cercare nuove figure; oppure le agavi, di Stefano Masili, rese magicamente vive dalla spettacolarità dei colori prima sfumati e subito dopo importanti, gli stessi dettati dalla natura.

Per i più curiosi Giorgio Corso sin da bambino era attratto dai colori ad olio che amava annusare come per carpirne i segreti, si perdeva nell’ammirare la natura, delle persone studiava i lineamenti e nelle rocce giocava a trovare figure. Un critico d’arte ha definito le sue opere cubo-futuristiche e forse Giorgio questo particolare percorso lo aveva già iniziato sin da piccolo, quando nella rude e squadrata pietra scorgeva soggetti reali.

E se Giorgio è stato catturato da geometriche rocce, Stefano Masili non ha resistito al fascino delle agavi dalle foglie carnose, dove le luci si ritrovano  a creare riflessi che regalano sfumature narranti a volte la freschezza della pianta e altre quasi la stanchezza procurata dal calore del sole.

“Radici comuni” vi aspetta per deliziare lo sguardo ed inondare il vostro io di nuove sensazioni, di inaspettate emozioni che solo l’arte, nelle sue innumerevoli forme, può dare.

Nadia Pische

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Da un po’ di tempo a questa parte “La saletta del Portico”, a Carbonia, è diventata il palcoscenico di varie mostre d’arte, dove artisti provenienti da vari luoghi, non solo sardi, espongono i loro lavori, impreziosendo così, per i visitatori, le opportunità di contatto con varie forme d’arte. Dal 19 al 29 agosto, i protagonisti sono artisti locali e regionali che, con il patrocinio del comune di Carbonia, hanno allestito una collettiva dal titolo “Incontro di artisti sardi”. Alcuni di loro già noti in città: Shikanu’, Ielmo Cara, Stefano Masili, Luigi Angius, ed altri che hanno esposto per la prima volta a Carbonia: Gisella Mura, Mauro Moledda s Giorgio Corso.

Visitare una collettiva è come intraprendere un viaggio accompagnati da vari Ciceroni che ti ospitano nel loro mondo…

Con Shikanu’ si aprono le porte su uno spazio mitologico greco con personaggi dalle bocche cucite… le Cassandre inascoltate. Poi le contraddizioni di un uomo, dove un volto umano appare diviso e allo stesso tempo legato da un sottile ma altrettanto filo rosso. Ielmo Cara con i suoi dipinti “Muri feriti”, ci porta a Udine, in una chiesa sconsacrata, dove i muri sono disintonaccati… una metafora, la sua, sul bello del ritorno alle origini che nascondono sempre il loro fascino. Dalle tele di Gisella Mura due visi di donne molto belli, ci osservano con un sorriso malinconico che contrasta, e per questo attrae, con il dorato che li attornia. Una tiene tra le mani un teschio e per questo appare più tormentata, forse da un passato che non può o non vuole mandar via. Il viaggio continua con Mauro Moledda che ci conduce in un mondo molto bello e affascinante “Cudillero in Asturias” in Spagna, uno spaccato dove tante casette si affacciano sul mare, creando un’immagine quasi da favola. Poi in un bosco dove le foglie d’autunno si accumulano sul suolo a formare un croccante tappeto dai caldi colori. Con Giorgio Corso sembra di tornare a casa nostra… stralci di luoghi di miniera si confondono con forme di cubismo dove predomina l’azzurro nelle varie sfumature creando un effetto di morbido intreccio tra astrazione e realtà.

Stefano Masili ci invita ad entrare in un mondo di trame dove le sue agavi scompaiono per lasciar spazio al colore e alla luce in tutta la loro forza, offrendo un equilibrio che ben si sposa con una danza di sfumature che solo dalla natura possono essere colte. Tra tanti dipinti, due sculture di Luigi Angius: un viso maschile ed uno femminile, ritratti che allungano la vita a persone scomparse. Attraverso le sue mani e le sue emozioni, la materia prende forma delineandosi in un armonico capolavoro in cui riesce a racchiudere l’arte del plasmare, magistralmente rappresentata. Un ampio palcoscenico dove un carosello di opere danza tra gli sguardi dei visitatori che si lasciano condurre in un viaggio tra le emozioni… materia vitale per nuove riflessioni.

Nadia Pische

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Stefano Mameli 2

«La partecipazione delle micro e piccole imprese agli appalti pubblici si ferma al 13%, nonostante esse rappresentino il 99,4% delle imprese italiane, contribuiscano al 20% della ricchezza nazionale e pesino per il 39% sull’economia reale. Questo ci fa capire come ci sia ancora tanto da fare per formare e informare i nostri artigiani in questo settore

Così, Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna rilancia la questione della conoscenza del mercato degli appalti pubblici, alla luce anche di una probabile e auspicata ripresa del sistema delle costruzioni anche nell’isola.

«Per la fine del 2015 e il 2016, c’è molta attesa da parte delle stazioni appaltanti le quali si aspettano un aumento del numero e dell’importo delle gare, un aumento  del numero delle offerte e una progressiva riduzione dei contenziosi. Questo è un segnale molto importante che fa sperare in una inversione di tendenza nelle condizioni generali di mercato, dopo mesi di contrazione costante e crescente

Ma le imprese sarde, soprattutto quelle piccole, sono preparate per affrontare una simile inversione di tendenza? «Quelle più strutturate e lungimiranti stanno investendo su questa conoscenza – riprende Mameliper tutte le altre il cammino è lungo ma non impossibile».

Per questo Confartigianato Imprese Sardegna, attraverso l’ente Scuola & Formazione Confartigianato e la CAES-Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, in partnership con il CNOS FAP, fra pochi giorni darà il via a un percorso formativo, in tutta la Sardegna, che vedrà impegnate circa 200 persone, tra imprenditori, dipendenti, apprendisti e collaboratori di aziende che operano nella filiera delle Costruzioni (edili, impiantisti, serramentisti, falegnami, ecc), nella conoscenza del Mercato degli appalti pubblici e nel perfezionamento della conoscenza delle regole e dei meccanismi che ne governano il funzionamento.

Nelle giornate formative, previste nei centri di Alghero, Sassari, Olbia, Lanusei, Nuoro e Selargius, spazio alla normativa sugli appalti, alla conoscenza sul capitolato, le certificazioni e le attestazioni, al mercato elettronico, agli acquisti pubblici ecologici e alla conoscenza della responsabilità sociale dell’impresa.

«La realizzazione di questi interventi è stata possibile grazie al bando regionale “SFIDE” (Strumenti Formativi per Innovare, Decollare, Emergere) – sottolinea ancora Stefano Mameli del POR Sardegna FSE 2007-2013 (linea intervento c.2.2). E’ una importante occasione che in tanti, come si può vedere, non hanno voluto perdere. Soprattutto per le imprese di piccole dimensioni che prima erano tendenzialmente escluse da questi mercati.»

Per Confartigianato Imprese Sardegna un contributo importante potrà arrivare dalla nuova Legge Regionale sugli appalti, che dovrebbe essere licenziata a breve dalla Giunta su proposta dell’Assessore al Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, per poi passare al Consiglio Regionale. In questa proposta di legge viene dato un importante spazio alle microimprese, dando loro la priorità negli affidamenti dei lavori sino a 40mila euro. Nel frattempo la concorrenza è tanta e, anche per i piccoli appalti, sempre più si affacciano sul mercato isolano operatori non solo di altre regioni ma di altri paesi, soprattutto dell’Est Europa.

E’ stata inaugurata ieri, nella splendida cornice del Parco Rosmarino, nel piazzale dello Shake Bar, la rassegna Incontri – mostra collettiva di pittura, presenti 9 dei 12 artisti protagonisti.

La mostra è stata allestita da stamane nella “Saletta del Portico”, adiacente il Teatro Centrale, situata nella centralissima Piazza Roma, e sarà visitabile tutti i giorni, dalle 20.00 alle 23.00, fino al 3 agosto.

Voluta e condivisa dagli artisti partecipanti, sarà composta da 24 opere, due di ciascuno dei 12 artisti che presentano la loro specificità espressiva.

Alcuni artisti partecipanti non hanno mai esposto a Carbonia. La nuova realtà espositiva sarà certamente stimolante sia per gli artisti sia per il pubblico di appassionati che seguono con interesse gli eventi culturali.

Nel corso della presentazione di 12 delle 24 opere complessive, curata da Nadia Pische, Susanna Montis ha letto alcune poesie.

La rassegna è organizzata dagli artisti, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia e con il Sistema bibliotecario interurbano del Sulcis e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 20.00 alle ore 23.00.

Gli artisti partecipanti sono: Efisio Cadoni (Villacidro); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Francesco Cossu (Carbonia); Salvatore Filia (Carbonia); Fernando Marrocu (San Gavino); Stefano Masili (Carbonia); Jenni Mocci (San Giovanni Suergiu); DeMusset-Alfredo Mussetti (Carbonia); Primo Pantoli (Cagliari); Massimo Spiga (Ales); Paolo Tolu (Carbonia ma residente a Vergiate, Varese).

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La “Saletta del Portico”, adiacente il Teatro Centrale, situata nella centralissima Piazza Roma, ospiterà dal 28 luglio al 3 agosto 2014 la rassegna Incontri – mostra collettiva di pittura.

La mostra, voluta e condivisa dagli artisti partecipanti, sarà composta da 24 opere, realizzate da 12 artisti che presentano la loro specificità espressiva.

Alcuni artisti partecipanti non hanno mai esposto a Carbonia. La nuova realtà espositiva sarà certamente stimolante sia per gli artisti sia per il pubblico di appassionati che seguono con interesse gli eventi culturali.

La presentazione della mostra avrà un’anteprima la sera del 27 luglio 2014, alle ore 19.00, presso la splendida cornice del Parco Rosmarino, nel piazzale dello Shake Bar.

In quella occasione saranno presentate 12 delle 24 opere complessive.

La rassegna è organizzata dagli artisti, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia e con il Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 20.00 alle ore 23.00.

Artisti partecipanti: Efisio Cadoni (Villacidro); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Francesco Cossu (Carbonia); Salvatore Filia (Carbonia); Fernando Marrocu (San Gavino); Stefano Masili (Carbonia); Jenni Mocci (San Giovanni Suergiu); DeMusset-Alfredo Mussetti (Carbonia); Primo Pantoli (Cagliari); Massimo Spiga (Ales); Paolo Tolu (Carbonia ma residente a Vergiate, Varese).

Stefano Masili 3locandina masili

E’ stata inaugurata oggi presso il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu”, la personale di Stefano Masili “Tensioni”, visitabile fino al 6 luglio. 

 All’origine dell’arte vi è un profondo legame tra uomo e natura la quale, col suo carattere misterioso e magico, le sue dinamiche non sempre visibili e comprensibili, diventa un mondo da esplorare attraverso l’arte. Questo artista sceglie come unico soggetto dell’ esposizione colei che già ispirò poeti quali Federico Garcia Lorca ed Eugenio Montale: l’agave. Una  pianta dalla bellezza elegante e dotata di un’intensa capacità di adattamento in ambienti sfavorevoli. La sua forza è tale dal crescere vigorosa e rilasciare i polloni che daranno nuovamente vita fino a raggiungere, dopo parecchi anni, l’unica fioritura della sua vita con la quale terminerà la propria esistenza. Con le sue opere, Stefano Masili ben rappresenta la metafora del ciclo vitale dell’uomo che, proprio come l’agave, cerca di resistere alle condizioni avverse che spazzano la sua vita nello sforzo continuo di dare il meglio di sé.

Dietro le foglie raggrinzite, sotto i filamenti e gli aculei pungenti… nel cuore dell’oscurità ha vita l’incanto! Stefano Masili, nato a Carbonia nel 1952, rende le sue figure plasmabili, distorcendole e sottoponendole ad uno sforzo di trazione. In un atto liberatorio lascia quindi spazio alle “Tensioni”: bordi frastagliati e vibranti divengono linee nette, ferme e gelide. La vita si congela, ibernata in un istante e protesa all’infinito. Ombra e luce si fondono e si annullano. I colori perdono le sfumature e diventano essenziali. Linee e forme si sublimano rendendosi pure, assolute. Siamo al centro dell’immagine. Siamo dentro le fibre stesse della tela, parte stessa dell’Agave (Chiara Cossu – Curatrice).