2 November, 2024
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L’iniziativa umanitaria a favore del Libano si conclude e registra un successo senza precedenti: la raccolta dei beni da destinare alle popolazioni del Sud del Libano per il tramite della gloriosa Brigata “Sassari” è andata oltre le più rosee aspettative e il grande cuore della comunità antiochense si è mostrato ancora una volta vivo e pulsante. Nelle scorse settimane, infatti, grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato di Sant’Antioco (gli Scout, l’Associazione Nazionale Carabinieri, la Protezione Civile locale, la Terza Età e il Centro di Ascolto Caritas), sono stati allestiti dei banchetti presso i supermercati cittadini per promuovere la donazione di una serie di beni da recapitare alle popolazioni del “paese dei cedri”, attualmente al centro di una profonda crisi umanitaria, economica e sociale. E certo non è mancata la risposta della città: centinaia di scatoloni tra indumenti, giochi e cancelleria per i bimbi, prodotti per l’igiene personale, farmaci, sono stati raccolti e stoccati nel centro ex Enap, ovvero il punto di raccolta che questa mattina è stato raggiunto da una squadra della Brigata “Sassari” per caricare un container che verrà condotto in Libano.

Presto, infatti, si procederà con il cambio al vertice del comando della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), operazione Leonte, che vedrà protagonisti proprio donne e uomini della nostra Brigata “Sassari”, sotto la guida del Generale Stefano Messina.

L’iniziativa nasce dalla volontà comune del sindaco Ignazio Locci e del generale Stefano Messina, il quale ha accolto con entusiasmo la proposta del primo cittadino di Sant’Antioco. Un’iniziativa che per il Comune di Sant’Antioco assume un significato speciale: il 22 agosto 2017, infatti, con il patrocinio del contingente militare italiano impiegato nella missione Unifil, era stato sottoscritto il protocollo di gemellaggio tra Sant’Antioco e le autorità locali della municipalità di Tiro. Un percorso all’epoca promosso dal generale antiochense Francesco Olla, allora al comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil: «Ero certo che la nostra comunità avrebbe risposto come sempre con generosità commenta il sindaco Ignazio Locci e sono felice di constatare l’enormità di quanto raccolto. Tengo a ringraziare coloro che hanno consentito la realizzazione dei nostri propositi, a partire dall’Esercito, che ci permetterà concretamente di recapitare ciò che con generosità e vicinanza è stato donato. E ovviamente le associazioni che si sono rese disponibili: oggi mi ha inoltre fatto infinitamente piacere vedere la catena umana dei volontari che con un passamano ha caricato i beni nel container, con l’ausilio dei militari e dei giovanissimi scout. Ringrazio anche i due supermercati Conad cittadini, come sempre in prima linea, che non si tirano mai indietro e offrono sempre il loro contributo in occasione delle iniziative promosse dal Comune e, infine, tutta la comunità di Sant’Antioco, che rappresento con orgoglio, e questa volta a maggior ragione. Grazie a tutti».

 

Il comune di Sant’Antioco avvierà una raccolta di beni di prima necessità da destinare ai cittadini del Libano, grazie ai “sassarini”, che partendo dalla Sardegna verso il Libano, potranno fare da tramite per recapitare alla popolazione libanese quanto raccolto.

Il progetto conta sul supporto dei comuni del Sulcis Iglesiente e delle molteplici associazioni di volontariato presenti in questo territorio per procurare beni di vario genere: dall’attrezzatura scolastica per gli studenti delle scuole, agli indumenti, agli alimenti a lunga conservazione.

«Recentemente ho illustrato la nostra volontà al Generale Stefano Messina, Comandante della Brigata Sassari, ricevendone un entusiastico riscontrospiega il sindaco Ignazio Locci -. Nei prossimi giorni chiederò un incontro alle associazioni antiochensi con lo scopo di creare uno o più punti di raccolta e nel contempo illustrerò ai colleghi sindaci i dettagli dell’iniziativa, affinché possano a loro volta contattare le organizzazioni che operano nei rispettivi comuni. Per il comune di Sant’Antioco questa proposta assume un significato speciale: il 22 agosto 2017, infatti, con il patrocinio del contingente militare italiano impiegato nella missione Unifil, era stato sottoscritto il protocollo di gemellaggio tra il nostro comune e le autorità locali della municipalità di Tiro. Un percorso all’epoca promosso dal generale antiochense Francesco Olla, allora al comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil, finalizzato all’accrescimento dei rapporti tra i due Paesi del Mediterraneo e alla promozione di progetti sul territorio. Ed è proprio sulla scorta di questo gemellaggioconclude Ignazio Locci che in questo drammatico momento storico ci sentiamo particolarmente vicini alla popolazione di Tiro e del Libano e intendiamo promuovere questo progetto.»

Il 22 dicembre il 3° Reggimento bersaglieri della Brigata “Sassari” ha commemorato l’81° anniversario della “Battaglia di Natale”, combattuta sul fronte russo tra il 25 e il 31 dicembre 1941. La storia ricorda che il 25 dicembre del 1941 il reggimento fu schierato a caposaldo di Petropawlowka, dove per tre giorni resistette eroicamente sotto il fuoco di un nemico dieci volte superiore numericamente e in condizioni ambientali proibitive, riuscendo a mantenere le posizioni, a contrattaccare e, infine, a conquistare nuovi capisaldi per rinforzare la linea difensiva. Alla cerimonia, presieduta dal Comandante del 3° reggimento bersaglieri, colonnello Alessandro Latino, svoltasi nella caserma “Salvatore Pisano” di Teulada, hanno partecipato il comandante della Brigata “Sassari”, generale di Brigata Stefano Messina, i sindaci di Teulada, Sant’Anna Arresi, Villaperuccio e Carbonia, che hanno assistito alla funzione religiosa in memoria dei caduti di tutte le guerre, celebrata dal cappellano militare don Antonio Atzeni.
Nell’occasione, per rievocare alcuni momenti di quei fatti d’arme, i bersaglieri del “Glorioso Terzo”, schierandosi come figuranti, con armi e mezzi dell’epoca, hanno riproposto gli eventi vissuti dai soldati del reggimento nelle vallate del Don.
Tra i numerosi caduti della “Battaglia di Natale”, è stato particolarmente ricordato il Colonnello Aminto Caretto, 29° Comandante del reggimento, definito da tutti i bersaglieri del “Terzo”, con affetto e ammirazione, “papà Caretto”, la cui nipote Stefania Caretto, presente alla commemorazione è stata nominata “madrina del reggimento”.
Come da tradizione, i bersaglieri hanno dato prova della loro preparazione atletica con un saggio ginnico e con la presentazione di alcune attività operative del reggimento. A seguire, la fanfara “Goito” del 3° bersaglieri ha allietato i presenti con i canti e le musiche tipiche della tradizione bersaglieresca.

 

Il colonnello Nazario Onofrio Ruscitto ha ceduto il comando del 3° Reggimento bersaglieri al colonnello Alessandro Latino. La cerimonia di avvicendamento, presieduta dal Comandante della Brigata “Sassari”, generale Stefano Messina, si è svolta venerdì 27 ottobre nella caserma “Salvatore Pisano” di Teulada, alla presenza di autorità civili, militari, religiose e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

        

Durante il suo intervento, il colonnello Nazario Onofrio Ruscitto ha tracciato un breve bilancio dei due anni di comando alla guida del “Glorioso” Terzo, caratterizzati da numerose attività addestrative e operative, non ultima l’operazione “Strade Sicure” in Campania e “Terra dei fuochi”, che ha visto impiegato il reggimento nel comando di raggruppamento. Nel rivolgersi ai bersaglieri del 3°, il generale Stefano Messina ha espresso gratitudine e soddisfazione per la determinazione e la professionalità evidenziata nell’aver portato a termine con successo i compiti assegnati al reggimento, che da oggi passa nelle mani del colonnello Alessandro Latino, proveniente dallo Stato Maggiore dell’Esercito.

Al termine della cerimonia, come da tradizione, i bersaglieri hanno dato prova della loro preparazione atletica con un saggio ginnico.

 

Il 151° reggimento fanteria “Sassari” s’è aggiudicato ieri il 10° Memorial di calcio “Silvio Olla”, il maresciallo capo dell’Esercito morto a 32 anni nell’attentato di Nassiriyah, in Iraq, il 12 novembre 2003. La squadra del 151° ha battuto in finale per 4 a 1 la rappresentativa di Sant’Antioco. Al terzo posto s’è classificato il Reggimento logistico “Sassari” che ha sconfitto la formazione mista del Comando Militare Esercito Sardegna – 1° Reggimento corazzato.

Prima del fischio d’inizio la banda musicale della Brigata “Sassari” ha intonato l’“Inno di Mameli” e “Dimonios”, il celebre inno dei “diavoli rossi”. Tutte le gare del Memorial, organizzato dal comune di Sant’Antioco in collaborazione con l’ASD Antiochense Calasetta, sono state disputate nello stadio comunale di Sant’Antioco.

Il Memorial è stato preceduto da un momento di raccoglimento e preghiera nella tomba del caduto, nel cimitero comunale, ai piedi della quale è stata deposta una corona d’alloro. La commemorazione, presieduta da don Giulio Corongiu, parroco della chiesa Nostra Signora di Bonaria, e concelebrata da don Marco Zara, cappellano militare del 151° Reggimento, ha visto la partecipazione dei familiari del sottufficiale, del sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, del comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, generale Stefano Scanu, del comandante della Brigata “Sassari”, generale Stefano Messina, e del comandante del 151° Reggimento, colonnello Alessio Argese. Erano presenti, inoltre, gli amici antiochensi del militare caduto, sempre presenti all’ormai tradizionale appuntamento annuale.

Al termine della manifestazione sportiva sono stati premiati Giovanni Chighine (miglior portiere) e Davide Satta (miglior giocatore), entrambi effettivi al 151° Reggimento. In campo, oltre al 151°, al Reggimento logistico, alla squadra mista del Comando Militare Esercito Sardegna – 1° Reggimento corazzato e a una rappresentativa di Sant’Antioco, le squadre giovanili dell’Antiochense, dell’Antas Iglesias, del Carloforte e del Calcio Giba, che hanno disputato un ulteriore mini torneo nella categoria esordienti, vinto dalla squadra dell’Antiochense.

 

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E’ stato inaugurato oggi, a Selargius, il primo Centro regionale di avviamento allo sport paralimpico. Un capannone completamente ristrutturato si trasforma in palestra funzionale paralimpica. Artefice di questa innovativa pensata è la società guida nello sport per persone con disabilità che dopo 38 anni di incessante attività ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti confermandosi punto di riferimento importante sia a livello regionale, sia a livello nazionale.

La Sardegna Sport (Sa.Spo) di Cagliari è un rinomato caposaldo per chi voglia fare movimento, opportunità che a molte persone ha permesso di rendere la propria esistenza decisamente ricca di stimoli sia in ottica relazionale, sia per il miglioramento delle prestazioni fisiche. E non a caso vanta il maggior numero di risultati agonistici a livello regionale. Attenta alle nuove tendenze si è sempre saputa reinventare. Attualmente tra tecnici e tesserati conta circa 150 persone.

IL CONTRIBUTO DI FONDAZIONE VODAFONE ITALIA

La struttura appena inaugurata sorge presso l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Selargius, ed è stata realizzata grazie anche al contributo di Fondazione Vodafone Italia che, attraverso il bando OSO (Ogni Sport Oltre), ha sostenuto il progetto “Sport e non solo”.

«Fondazione Vodafone Italia è impegnata nel fornire supporto concreto alle persone con disabilità che vogliono praticare sport e allo stesso tempo sostenere attivamente le associazioni sul territorio». Parole di Maria Piccolo, Consigliere di Fondazione Vodafone Italia che poi approfondisce ulteriormente: «Il centro inaugurato oggi, coniuga l’esperienza di un’associazione molto radicata nella comunità locale con il recupero di una struttura architettonica, rappresentando un importante traguardo verso la crescita di una società inclusiva ed aperta alle diversità, affinché lo sport sia a pieno un diritto di tutti. Lo sport è infatti uno straordinario strumento di socializzazione e di inclusione – prosegue Maria Piccolo – in grado di superare ostacoli e pregiudizi apparentemente invincibili, per questo Fondazione Vodafone ha lanciato due anni fa OSO ognisportoltre.it diventato un punto di riferimento per lo sport paralimpico in Italia».

IN GIRO PER LO STABILE

All’interno, un ampio salone da allenamento diventa idoneo alla pratica di sport vari: pallacanestro, calcetto, calcio balilla, tennistavolo, ginnastica. Ci sarà anche l’opportunità di cimentarsi con la boccia paralimpica, attività che si presta tantissimo alle disabilità più serie come la tetraparesi spastica, atetosi, atassia e distrofia.

Nello spazio antistante trova la sua perfetta destinazione un’area pesi, con attrezzature all’avanguardia da usufruirne comodamente. I carrozzati, per esempio, possono accedervi restando sul proprio veicolo, senza fastidiosi trasbordi.

Inoltre, trovano la loro degna ubicazione anche gli uffici amministrativi ed i bagni dotati di docce.

Nelle strutture adiacenti funzionano impianti gestiti da altre realtà sportive, aspetto che può favorire una produttiva interazione.

L’intento della Sa.Spo è infatti di rendere fruibile il centro a tutti gli abitanti della città metropolitana di Cagliari, compresi anche i non disabili.

GLI INTERVENTI DI LISCI, PORRU, SANNA

Il messaggio di propensione alle pari opportunità sportive è stato lanciato nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo il taglio del nastro affidato al presidente Luciano Lisci.

«E’ nostra intenzione – ha sottolineato il rappresentante legale della Sa.Spo. – creare un polo che possa servire da avviamento e da avvicinamento sia alla pratica di abilità sportiva promozionale, sia a quella di alto livello, cercando di sviluppare il maggior numero di discipline sportive. Puntiamo sul lavoro sinergico e sussidiario in sintonia con le municipalità dell’Area Metropolitana, anche nell’ottica di ausilio alle politiche sociali. Rafforzeremo la collaborazione con l’Unità Spinale di Cagliari, estendendola ai vari centri di riabilitazione specializzate nelle varie tipologie di disabilità. Penso alle lesioni di carattere traumatologico e cerebrale che hanno bisogno di un supporto importante sotto il profilo della riabilitazione attraverso la pratica dell’attività sportiva.»

Gran anfitrione della mattinata è stato Sandrino Porru, che della Sa.Spo ha scritto parecchie pagine di storia. Ma è a Selargius anche in rappresentanza del Comitato Italiano Paralimpico di cui è vicepresidente nazionale. «Nel portare i saluti del presidente Luca Pancalli – ha illustrato Porru – vorrei ricordare che lo sport integrato in casa CIP è visto con grande orgoglio, non a caso tutte le federazioni olimpiche sono state coinvolte in questo percorso di inclusione, dove il paralimpismo rappresenta in modo esemplare il concetto di sport per tutti». Sandrino Porru si sofferma su un’altra potenzialità della struttura appena inaugurata: «Si farà in modo che il CASP (Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico) si configuri anche come mero centro di aggregazione, tale da facilitare in modo importante anche i percorsi a favore delle disabilità intellettivo relazionali. Con il supporto dei Salesiani potrebbe diventare un’area protetta, trasformabile in cittadella della solidarietà dove lo stare bene insieme costituisce un’invitante finalità. E, a quel punto, è possibile costruire un percorso virtuoso, e per chi vuole anche spirituale, rivolto alle famiglie in cerca di luoghi sereni dove approfondire le relazioni e beneficiare di particolari orientamenti».

Cresciuta sportivamente nella Sa.Spo, con la quale ha condiviso i suoi successi nazionali ed internazionali, la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna non ha presenziato all’incontro a causa dell’influenza, ma i suoi toni rimangono ottimistici e gioiosi. «Si è posto l’accento sullo sport e non solo per crescere insieme – ha detto – con l’importante fine di valorizzare le abilità di ciascuno di noi. Nell’ambito del mio mandato, ripeto sempre che le persone con disabilità dedite allo sport godono di una situazione di benessere nettamente superiore e abbisognano dell’assistenza medica di base in misure nettamente minori rispetto ad una persona con disabilità che non fa attività sportiva. La mia vita non sarebbe stata la stessa senza lo sport».

Nel congedarsi da tutti gli ospiti presenti in via Don Bosco, Sandrino Porru ha infine evidenziato i suoi desideri legati a questa opportunità: «Mi aspetto una crescita importante delle persone con disabilità che si avvicinano allo sport, anche numerica. Non tanto nel dedicarsi alle pratiche d’alto livello quanto soprattutto nell’utilizzare l’abilità sportiva come momento divertente e ricreativo. L’obiettivo del Comitato Italiano Paralimpico è di attrarne il maggiore numero possibile affinché pratichino delle attività ludico-motorie: ne gioverebbe notevolmente anche sotto l’aspetto psicologico e relazionale».

ALTRE VOCI DA VIA DON BOSCO

Prima la proiezione di documenti filmati e slide che ricordano quanto è stato importante il contributo della Sa.Spo nei suoi lustri di esistenza. In rassegna sono passati anche gli allora giovincelli Sandrino Porru e Carmelo Addaris, padri fondatori della blasonata società, che hanno contribuito ad arricchire la bacheca dei trofei con tanti successi e presenze alle paralimpiadi. Cristina Sanna è stata ricordata per le sue prodezze nell’atletica, come del resto gli attuali campioni Mattia Cardia e Chiara Statzu o la nuotatrice Francesca Secci che ha avuto anche esperienze in due recenti paralimpiadi.

Poi Sandrino Porru ha ceduto la parola ai rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e sportive.

Come padroni di casa i salesiani hanno avuto un ruolo fondamentale. Don Gianni Sirca ha parlato in rappresentanza di una delle 90 ispettori e distribuite in ben 134 nazioni. «Anche se la nostra comunità la lasciato Selargius da cinque anni – ha sottolineato -l’Istituto continua a rinnovarsi con opportunità importanti come questa realtà della Sa.Spo».

Ma negli edifici dell’opera salesiana selargina convivono tante altre realtà come il Centro Formazione Professionale, l’Oratorio, la Parrocchia di San Giovanni Bosco gestita dai Padri Oblati, i ragazzi della Casa Famiglia del centro Diurno, il Centro Sportivo Futura Sales, il Centro Scolastico, la Scuola di Danza Balletto Mediterraneo, il gruppo Anfass, la Residenza Sanitaria Famiglia. E poi accoglie continuamente gruppi di aggiornamento, che approfondiscono tematiche religiose, sportive e culturali.

«La diversità è una ricchezza da condividere perché conoscersi a vicenda aiuta a superare le incomprensioni e ad aprire l’animo umano – continua don Gianni Sirca – e con l’inclusione si allarga la sensibilità. Spero che lo slogan “Lo sport e non solo per crescere insieme” possa realizzarsi all’interno dell’associazione, ma anche nelle altre realtà ospitate in questi spazi.»

Un breve saluto lo formula anche il viceparroco di San Giovanni Bosco Padre Stefano Messina: «Siamo felici di questa vicinanza e siamo a vostra disposizione con una palestra particolare, quella dei muscoli dello spirito».

L’apparato politico dell’area metropolitana è intervenuto con diversi rappresentanti. Si sono visti i primi cittadini di Monserrato e Quartucciu, rispettivamente Tomaso Locci e Pietro Pisu e poi il vicesindaco di Quartu Riccardo Saldì. Ma a rappresentarli tutti, compresi gli assenti, ci ha pensato il sindaco di Selargius Pier Luigi Concu: «Siamo orgogliosi di voi che aiutate a rendere autonome le persone con disabilità; grazie allo sport hanno la possibilità di viaggiare e di sviluppare nuovi rapporti umani».

Dal comune di Cagliari giunge la testimonianza dell’assessore allo sport Paolo Spano che in casa Sa.Spo ha trascorso quindici anni di vita facendo l’istruttore di equitazione. «Per le nuove generazioni lo sport diventa ancor più importante perché oltre ad amplificare le capacità relazionali, acquisiscono maggiori stimoli nel rispettare le strutture pubbliche».

Si congratula di questa nuova realtà Donatella Olla dell’Ufficio garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza della città metropolitana. «L’esempio della Sa.Spo descrive bene il passaggio dalla teoria alla pratica».

Nel suo intervento Antonello Tanda (Assessorato regionale sanità) esprime il suo sentimento di gratitudine per l’impegno e l’entusiasmo dei fautori: «Ammiro questo lavoro perché le persone, grazie al recupero fisico, possono raggiungere una condizione di autonomia».

Sul fronte sportivo era presente Antonio Pinna del CONI Regionale e il vicepresidente del CIP Sardegna Simone Carrucciu. Quest’ultimo, dopo aver salutato i presenti anche a nome di Cristina Sanna si è complimentato con la Sa.Spo per l’enorme apporto nello scrivere la storia del movimento paralimpico in Sardegna. «A me più che di disabilità piace parlare di abilità – ha sottolineato – perché tutti noi, nessuno escluso, ha delle peculiarità inimitabili che contribuiscono a dare valore aggiunto allo sport. L’attività della Sa.Spo abbraccia circa il trenta per cento di tutte le discipline paralimpiche esistenti: un ottimo risultato che spero migliori ulteriormente, magari con l’incremento anche di figure specializzate nell’insegnamento di nuove discipline». Poi ha sottolineato come sia essenziale che il CIP continui a stringere rapporti proficui con Unità Spinale di Cagliari ed il Centro di riabilitazione Santa Maria Bambina di Oristano: «Rappresentano dei percorsi alternativi all’approccio agonistico professionale, a cui dobbiamo dare continuità».

E non potevano mancare i responsabili delle due strutture riabilitative esistenti in Sardegna: «All’unità Spinale di Cagliari si praticano attività sportive per dare dei nuovi percorsi di vita ai pazienti – dice Giuliana Campusnell’ottica di una rinascita che consenta ai nostri pazienti di mettersi in gioco e divertirsi».

«Anche noi vogliamo diventare un punto di riferimento per lo sport – interviene Tomas Doreche deve diventare un piacevole appuntamento quotidiano per i nostri degenti».

Importante sarà il contributo da parte dell’Università di Cagliari. Marco Monticone, coordinatore del Corso di laurea magistrale in attività fisica ha portato i saluti del Rettore Maria Del Zompo e si è dichiarato disponibile nel dare sostegno alla Sa.Spo.

Il suo collega Nicola Melis, referente per l’inclusione e la disabilità per il Dipartimento di scienze politiche e sociali (SPOL) ha invece abbracciato la tesi di Simone Carrucciu: «Finiamola di parlare di disabilità, ognuno ha le proprie abilità, e questo concetto va sicuramente spiegato agli studenti, ma soprattutto al personale docente e non docente dell’Università».

In sala era presente anche la funzionaria dell’Inail Adamina Barbone e la rappresentante dell’azienda PMG Italia, Valentina Ferri, che si occupa di mobilità sostenibile.