Carbonia è una delle 44 città candidate a Capitale italiana della Cultura 2021.
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La città di Carbonia concorre, insieme ad altri 43 Comuni, per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021. Una candidatura avvalorata dalla presenza di numerosi siti archeologici di pregio. Uno di questi è indubbiamente il Nuraghe Sirai, una fortezza dove la civiltà sarda si incontra con quella fenicia in uno straordinario crocevia di tradizioni, culture e identità che si compenetrano e pervadono le une con le altre.
Su questo tema, domani, giovedì 23 gennaio, alle ore 17.30, al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Carla Perra, direttore scientifico dello scavo archeologico presso il complesso del Nuraghe Sirai e direttore del settore storico e archeologico dei Musei di Carbonia – SIMUC, presenterà il suo libro dal titolo “La fortezza sardo-fenicia del Nuraghe Sirai. Il ferro II Sardegna”, contenente una rassegna completa degli scavi eseguiti in oltre 15 anni di lavoro presso la fortezza fondata alla fine del VII secolo a.C. su un preesistente villaggio dell’età del Bronzo e ai piedi del Nuraghe vero e proprio.
La presentazione sarà l’occasione per parlare dell’ultima fase della civiltà nuragica, il Ferro II, datata tra il 730 e il 550 a. C. ca., e della sua interazione con la comunità fenicia stanziata nel Sulcis.
Il libro riveste una particolare importanza per la città di Carbonia, in quanto il concessionario degli scavi del Nuraghe Sirai è lo stesso comune di Carbonia.
Oltre alla descrizione stratigrafica e all’interpretazione di tutti gli edifici e gli isolati scavati (l’area della porta, le fortificazioni e il magazzino, l’area sacra e l’officina del vetro, l’officina delle pelli, ecc.), il volume propone l’edizione integrale della produzione ceramica (proveniente dagli strati di vita), per la quale viene proposto un nuovo modello di classificazione, ed inoltre un’analisi della tipologia insediativa, dell’architettura e del sistema territoriale nel quale l’insediamento si inserisce.
La monografia è arricchita dal contributo di altri studiosi: lo studio di Stefano Santocchini Gerg sui materiali ceramici importati, greci ed etruschi, lo studio di Valentina Ligas sugli strumenti litici rinvenuti nell’officina del vetro e in quella delle pelli e, infine, l’approfondimento sull’ambiente geologico di Mauro Villani, nel quale si individuano le aree di provenienza delle materie prime utilizzate nei cicli di produzione della fortezza.