22 November, 2024
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L’assessore regionale della Salute, Mario Nieddu ed il direttore generale dell’Areus, Giorgio Lenzotti, insieme al direttore amministrativo, Angelo Maria Serusi, sono stati auditi nella Sesta commissione del Consiglio regionale (presidente, Domenico Gallus, Udc-Cambiamo) sull’emergenza Covid-19.

L’assessore Mario Nieddu, in apertura del suo intervento, ha parlato “di numeri stabili” ed ha confermato il positivo trend dell’evolversi della pandemia nell’Isola, evidenziando l’assenza di nuovi focolai di contagio, la riduzione dei ricoveri in terapia intensiva ed il solo caso di positività riscontrato a Sassari nella giornata di ieri. Il responsabile della Salute nell’esecutivo Solinas si è quindi concentrato sulla cosiddetta “Fase 2”, con particolare riferimento, in ambito sanitario, alla ripresa delle attività ambulatoriali. «Puntiamoha dichiarato Mario Niedduad una omogeneità di comportamenti, pur in assenza di specifiche linee guida da parte dell’Inail, con l’auspicio di garantire al più presto la ripresa, in sicurezza e con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, delle attività ambulatoriali, anche alla luce della necessità di arginare l’incremento delle liste di attesa».

Il direttore generale dell’azienda regionale per l’emergenza e urgenza, Giorgio Lenzotti, non è si è risparmiato nell’illustrare con schiettezza i due mesi di battaglia, condotta senza risparmio di risorse e energie, da parte di soccorritori e medici, contro il Covid in Sardegna ed a proposito della “Fase 2”, ha affermato: «La battaglia contro il virus si vince sul territorio e non già negli ospedali».

Nel mezzo, la cronache di due mesi che hanno messo a dura prova dirigenti, lavoratori, operatori e volontari dell’Areus, chiamati a gestire, in alcuni frangenti in “perfetta solitudine”, un’emergenza epocale con una serie di difficoltà aggiuntive, prima tra tutte quella legata all’approvvigionamento di mascherine, guanti e tute protettive. «Abbiamo fatto tutto il possibile ha spiegato Giorgio Lenzotti per dotare le postazioni 118 dei Dpi, seppure non sia in capo ad Areus la gestione diretta di tali postazioni, così come abbiamo introdotto un sistema di monitoraggio per avere contezza delle disponibilità dei presidi che, è bene precisarlo, sono stati assicurati anche alle associazioni di volontariato, tenendo conto del numero degli interventi da loro effettuati. Ancora oggi riscontriamo enormi difficoltà nel reperire le tute protettive, soprattutto per le dotazioni nell’area Nord dell’Isola, così come abbiamo avuto difficoltà per la certificazione delle barelle biocontenitrici». Giorgio Lenzotti ha rimarcato il «ruolo dell’associazioni del volontariato e delle cooperative sociali» nella complessa gestione dell’emergenza ed urgenza («l’Areus non può farne a meno visto che svolgono più della metà degli interventi») e non ha nascosto una sottolineatura critica per la decisione dell’Ats di trasformare in punti di primo intervento, i pronto soccorso di Muravera, Isili, Sorgono, La Maddalena, Ghilarza, Bosa. «È chiaroha spiegato il direttore generaleche i codici rossi e gialli trasportati dai mezzi dei volontari non possono essere condotti negli hub regionali del pronto soccorso ma vengono accompagnati all’ospedale più vicino, per la cosiddetta stabilizzazione del paziente».

Nell’immediato futuro, il dottor Giorgio Lenzotti, immagina un’attività ancora più intesa dell’emergenza e urgenza nel territorio, con ancora maggiori sollecitazioni per equipaggi e postazioni del 118 regionale. «Incrementare gli equipaggi con il medico a bordoha aggiunto il direttore ed anche quelli con a bordo l’infermiere, è una esigenza non più rinviabile, così come serve registrare la presenza dei mezzi del soccorso in quei centri particolarmente difficili da raggiungere nel tempo stabilito di venti minuti».

I costi sostenuti, nei primi due mesi di lotta al Covid, dall’Areus, ammontano a circa 500 mila euro e – così ha affermato il direttore amministrativo, Angelo Maria Serusi – riguardano principalmente l’acquisto di mascherine, guanti e tute protettive.

Nel corso nell’audizione non è mancato il confronto, a tratti polemico, con alcuni consiglieri. La consigliera della Lega, Annalisa Mele, ha chiesto chiarimenti sulle procedure adottate per la stipula o la modifica di alcune convenzioni sottoscritte con alcune associazioni di volontariato ed ha ricordato la nota di protesta trasmessa ai prefetti lo scorso 11 maggio. Il consigliere Schrirru (Psd’Az) ha difeso l’operato dell’Areus ed ha posto in dubbio la rappresentatività delle associazioni promotrici della protesta. «Tante associazioni e numerose cooperativeha confermato Giorgio Lenzottici hanno scritto per dissociarsi formalmente dalla nota dell’11 maggio e ricordo che dall’agosto scorso, per la prima volta, abbiamo introdotto una serie di regole, prima inesistenti, per la stipula delle nuove convenzioni».

Il consigliere Francesco Agus (Progressiti) e Antonio Mario Mundula (Udc-Cambiamo), seppur con differenti accenti politici, si sono soffermati sulla “Fase 2” e sulla necessità di riattivare i servizi ambulatoriali e garantire la sicurezza negli ospedali sardi.

Articolata, invece, la richiesta di chiarimenti del consigliere Gianfranco Ganau che, tra gli altri, ha sollevato il caso del direttore della centrale operativa 118 di Sassari, Piero Delogu, ritornato al lavoro dopo il pronunciamento del tribunale che ha annullato “le ferie forzate” ordinate dal direttore Giorgio Lenzotti. «Basta con atteggiamenti persecutori verso il dottor Deloguha tuonato il capogruppo Pde basta interferenze nell’organizzazione della centrale sassarese da parte del neo direttore sanitario, dottor Marcello Acciaro». Il direttore dell’Areus ha quindi escluso qualunque atteggiamento persecutorio nei confronti del dottor Delogu («l’ho invitato a qualche giorno di riposo, considerato che conta 140 giorni di ferie arretrate») ed ha raccontato di una situazione di “fortissima tensione” nella direzione del 118 sassarese («il dottor Piero Delogu ha litigato fino allo scontro fisico con un medico») culminata nella lettera sottoscritta da cinque medici, su sei in servizio, contro l’operato del direttore.

Daniele Cocco (Leu), unitamente ai consiglieri di maggioranza e minoranza prima indicati, con il presidente della commissione Domenico Gallus, hanno quindi rivolto una serie di quesiti all’assessore su specifiche vicende e su singole questioni che vanno dalle forniture dei Dpi, all’impiego dei medici rianimatori di Oristano, piuttosto che sull’attivazione delle Usca.

L’assessore Mario Nieddu, nel suo intervento conclusivo, ha ribadito le difficoltà della Regione nel garantire l’approvvigionamento costante dei dispositivi di protezione individuale («il governo di recente ci ha spedito delle tute da imbianchino invece che quelle protettive») ed ha ammesso di essere preoccupato «per una possibile recrudescenza della patologia infettiva in autunno».

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«I centri di riabilitazione della Sardegna devono essere immediatamente sostenuti dalla Regione per tutelare i pazienti, i lavoratori dei centri e per evitare che si disperda un patrimonio di cultura sanitaria diffuso in tutta l’Isola.»

Lo ha detto il consigliere regionale Stefano Schirru, intervenuto durante le audizioni della commissione Sanità che si è riunita oggi.

«Abbiamo raccolto il grido d’aiuto lanciato dai rappresentanti dei centri di riabilitazione, che si occupano di patologie serie e anche talvolta gravissime come l’autismo. Abbiamo appreso dalla voce dei loro rappresentanti che i centri stanno operando al dieci per cento delle loro potenzialità pur di garantire il servizio durante questa straordinaria emergenza. Il loro sforzo va immediatamente sostenuto da parte della Regione con uno stanziamento straordinario che compensi almeno in parte il disavanzo che si è venuto a creare in questi mesi. Non possiamo rischiareha concluso Stefano Schirrudi perdere tanta professionalità e soprattutto di ridurre la quantità e qualità dei servizi assistenziali rivolti a migliaia di pazienti sardi.»

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«Non è stata solo fortuna quella che ci ha accompagnato fino ad ora nell’emergenza Covid ma dobbiamo potenziare tutta la Sanità sarda.»

Lo ha detto il consigliere Stefano Schirru, componente della commissione Sanità, ai margini della seduta di questa sera, nell’audizione dei principali attori istituzionali dell’emergenza Covid 19. «Mentre elogiamo la bravura della dirigenza sanitaria sarda e su tutti l’operato del Brotzu, di Ats e Areus, alcune riflessioni si devono fare in frettaha aggiunto Stefano Schirru -. E’ necessario intanto potenziare la rete 118, con una efficace dislocazione delle postazioni di base nei territori ma anche con l’avvio del servizio delle auto mediche e con le ambulanze con infermiere a bordo. E’ necessario che si facciano scorte importanti di dispositivi di protezione individuale per gli operatori dell’emergenza urgenza, che hanno lavorato per settimane in condizioni difficilissime.»

Il consigliere regionale sardista ha concluso ponendo l’accento sulle specializzazioni mediche: «Non è rinviabile un’analisi del fabbisogno di medici specializzati. Dobbiamo avere chiaro quali specializzazioni ci mancano e su quali dobbiamo investire».

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La commissione Sanità del Consiglio regionale si è riunita questa sera in Consiglio regionale e ha audito i principali protagonisti delle istituzioni sanitarie impegnati nella lotta al virus.

Su invito del presidente Domenico Gallus ha preso per primo la parola Marcello Tidore, direttore generale dell’assessorato, che ha parlato espressamente di «una tendenza al miglioramento ed è per questo che è stata sospesa la convenzione del Mater Olbia in campo Covid». L’alto dirigente della Regione ha illustrato alcuni numeri dei contagi: «Il 34 per cento è extraospedaliero, il 12 per cento non dice dove si è contagiato o, comunque, non siamo riusciti a risalire alla catena del contagio, il 32 per cento si è infettato nelle case di riposo, il 12 per cento negli ospedali. Il ministero ci ha chiesto ora di concentrarci nell’azione di prevenzione e monitoraggio delle case di riposo e delle strutture ospedaliere. Da settimane stiamo effettuando il tampone a tutti i pazienti dimessi dagli ospedali e al personale sanitario».

Per Giorgio Steri, commissario straordinario di Ats, «i servizi di igiene pubblica stanno lavorando mettendo in quarantena tutti i casi sospetti, anche se il tampone è negativo ma il quadro dei sintomi lascia intendere una possibile infezione. Effettuiamo regolarmente i tamponi nelle case di riposo e nelle Rsa».

Per il direttore generale del Policlinico universitario di Cagliari, Giorgio Sorrentino, «poco o nulla si sa di questo virus, che non abbiamo potuto studiare sui libri ma solo sul campo. Abbiamo, dunque, dovuto contenere al massimo gli accessi alle nostre strutture ospedaliere, per contenere l’affollamento di parenti. Ci sono però gli asintomatici e sono tanti: ieri ad esempio è arrivata in pronto soccorso una ragazza, che lamentava una patologia, e grazie ai nostri controlli rapidi abbiamo scoperto che è positiva».

Della necessità di impiegare correttamente i dispositivi di protezione individuale e i percorsi di sicurezza ha parlato il direttore generale dell’Azienda Brotzu, Paolo Cannas: «E’ stato su questo punto fondamentale il lavoro svolto dalla protezione civile. Ora è però tempo di pianificare la post emergenza: faremo controlli rigidissimi nei triage e negli ambulatori».

Per la Protezione civile ha parlato il direttore generale, Antonio Belloi, che ha detto: «Siamo impegnati sin dal primo momento dell’emergenza, abbiamo supportato da subito il sistema sanitario regionale con i nostri seimila volontari nei porti e negli aeroporti dell’Isola. Abbiamo poi montato delle tensostrutture in tutti i pronto soccorso sardi e se serve abbiamo altre tensostrutture e altri volontari pronti a intervenire. Sino a oggi abbiamo tenuto 200 videoconferenze anche con il commissario nazionale Domenico Arcuri». Rispondendo al consigliere Stefano Schirru (Psd’Az) ad una domanda su un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Il Fatto quotidiano, Antonio Belloi ha fornito alla commissione una relazione di dieci pagine e detto: «Abbiamo acquistato le mascherine a un prezzo inferiore rispetto a tante altre istituzioni e non abbiamo voluto correre il rischio di essere truffati, visto che tutti i venditori ci hanno chiesto il pagamento anticipato. Nulla di sproporzionato, ricordo a che marzo il mercato era profondamente volatile e soggetto a incredibili speculazioni».

L’onorevole Francesco Agus (Progressisti) ha chiesto agli ospiti di spiegare in che modo la Sardegna intende affrontare la fase due sotto il profilo strettamente sanitario mentre il collega Stefano Schirru ha elogiato il lavoro delle istituzioni e ha sollecitato «misure di sostegno per il 118 e un piano che individui con chiarezza di quali specializzazioni mediche la Sardegna avrà maggiormente bisogno nei prossimi anni».

Per l’onorevole Eugenio Lai (Leu) «sarebbe importante aumentare il numero dei tamponi effettuati, 23.299 ad oggi come ha detto il dottor Marcello Tidore, visto l’elevato numeri di asintomatici». Invece l’onorevole Giorgio Oppi ha parlato in modo aperto: «La critica iniziale per la assoluta carenza di Dpi aveva il suo fondamento così come gli ospiti delle Rsa andavano controllati da subito. Siamo stati molto fortunati ma non dobbiamo fare finta che sia andato tutto bene. E’ una autentica vergogna che agli operatori del 118 siano state consegnate cinque o dieci mascherine».

L’onorevole Michele Ciusa ha sollecitato un approfondimento per capire «se è vero che la società Airgreen, affidataria del servizio di elisoccorso, si rifiuti di trasportare i pazienti Covid» mentre l’onorevole Antonello Peru (Udc) ha denunciato «la lista d’attesa anche di sedici mesi per i ciechi della provincia di Sassari in attesa del riconoscimento della invalidità» e ha chiesto un intervento deciso a favore di questi cittadini, ancora piu deboli in questo momento.

Al termine della lunga audizione, il presidente Domenico Gallus ha segnalato ai commissari alcuni rilievi giunti dal Governo alla legge regionale sulle borse di studio.

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Si è riunita oggi la commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale. All’ordine del giorno la situazione sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus e gli interventi di contrasto e prevenzione messi in atto dalla Giunta regionale. 

Partirà entro questa settimana o, al più tardi, all’inizio della prossima l’indagine epidemiologica sulla diffusione del Covid-19 in Sardegna. Si baserà su test rapidi per l’individuazione del virus. L’indagine regionale affiancherà quella promossa dal ministero della Salute a livello nazionale. A disposizione della Sardegna, 5mila test sierologici dei 150mila programmati. Lo ha confermato l’assessore della Sanità Mario Nieddu sentito in audizione.

«Sarà un’indagine mirata, basata su criteri severi e stringenti per accertare la reale entità della circolazione del virus nell’Isola – ha detto l’assessore della Sanità – riguarderà in particolare quei paesi dove finora non sono stati registrati casi di Coronavirus. Servirà a capire se realmente il Covid-19 non ha colpito alcuni centri o se, invece, sono presenti soggetti asintomatici. La Fase 2 si avvicina, ma se vogliamo procedere a una graduale riapertura delle attività lo dobbiamo fare su dati certi. Se dovessimo accertare la presenza del virus in zone ritenute immuni lo scenario cambierebbe radicalmente.»
L’assessore ha confermato i dati confortanti sull’andamento dell’epidemia in Sardegna: «Il numero dei positivi si riduce ha affermato Mario Niedduieri a Sassari è stato raggiunto il contagio zero. Questo vuol dire che le misure adottate hanno funzionato».
La Regione, intanto, conferma la volontà di potenziare l’attività di assistenza e controllo nei territori. «Abbiamo firmato il protocollo d’intesa con i sindacati per l’istituzione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, contiamo di attivarle al più tardi entro le prossima settimana. Si tratta di risolvere alcuni problemi organizzativi che riguardano, in particolare, l’individuazione delle sedi.»
Sulle polemiche riguardanti la fornitura dei dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari, Mario Nieddu ha ammesso qualche difficoltà dovuta ai massicci ordini provenienti dagli Stati Uniti che hanno influito negativamente sull’offerta globale: «In ogni caso i dispositivi nelle strutture Covid non sono mai mancati». Rispondendo a una sollecitazione del capogruppo dei Progressisti Francesco Agus sulla differenza, in molti casi marcata, dei costi affrontati dai diversi ospedali per l’acquisto di mascherine e tute, l’assessore ha detto: «In alcuni casi abbiamo dovuto acquistare a prezzi più alti, ma eravamo in stato di necessità, si comprava ciò che si trovava sul mercato». Nessuna novità invece sulla messa a disposizione di alberghi per ospitare pazienti positivi dimessi dagli ospedali che devono affrontare un periodo di quarantena. «In questo caso c’è qualche difficoltà di natura finanziaria – ha detto Mario Nieddu occorrerà adeguare la nostra capacità di spesa».
La Commissione ha poi sentito il responsabile dell’Ats Sardegna, Giorgio Steri, ed il neo commissario dell’Aou di Sassari Giovanni Maria Soro. Entrambi hanno espresso ottimismo per l’andamento dell’epidemia in Sardegna invitando comunque alla cautela: «E’ proprio in questo momento che non bisogna abbassare la guardiaha detto Giorgio Steri – le misure di contenimento hanno consentito di frenare la diffusione della malattia. Lo confermano i dati sui tamponi effettuati nella prima fase della comparsa del virus e quelli disposti dopo la chiusura delle attività commerciali e di intrattenimento. Nel primo periodo la percentuale dei positivi era del 12% sul numero dei tamponi effettuati, oggi è scesa al 7%». Il commissario dell’Ats ha poi illustrato l’attività di monitoraggio sulle Rsa: «Dopo aver messo in sicurezza le strutture del Nord Sardegna, grazie anche al lavoro fatto dai medici militari nelle Rsa e case di riposo, contiamo entro la settimana di completare l’attività di screening in tutte le Rsa del Centro e Sud Sardegna. La prossima settimana crediamo di concludere anche il monitoraggio sulle carceri. Valuteremo poi se intervenire sulle case di riposo dove è più alto il rischio di un “inquinamento” esterno».
Il responsabile dell’Aou di Sassari ha invece fornito dati rassicuranti sulla situazione nel Nord Sardegna: «Oggi siamo in grado di processare circa 600 tamponi al giorno. Siamo arrivati a oltre 11mila tamponi effettuatiha detto Giovanni Maria Soroi risultati delle analisi confermano un trend in calo dei contagiati. Abbiamo effettuato circa 2800 tamponi sul personale ospedaliero: 87 sono risultati positivi ma 60 sono già rientrati al lavoro. Cala il numero dei ricoveri, attualmente abbiamo 33 pazienti nelle strutture Covid: 9 in terapia intensiva, 15 nel reparto di malattie infettive, 9 nell’area “grigi” riservata ai pazienti con tampone negativo ma con sintomi sospetti. La minor pressione ospedaliera ci consente di pensare a un riconversione delle terapie intensive. All’inizio dell’epidemia disponevamo di 68 posti letto, aumentati successivamente a 83. L’andamento dei dati potrebbe consentirci di riaprire in sicurezza le strutture per la cure di altre patologie che necessitano di assistenza».
Su questo punto è arrivata una segnalazione preoccupante dal consigliere dell’UDC Cambiamo! Antonello Peru: «A Sassari interi reparti sono fermi ha detto Antonello Peru dall’inizio dell’epidemia molti pazienti, per paura, non si ricoverano o rinunciano agli esami diagnostici. Si viaggia dalle 100 alle 150 disdette al giorno di visite specialistiche. Si rischia un’emergenza nell’emergenza. Si valuti l’opportunità di riaprire gradualmente i reparti e di procedere con gli esami ordinari».
Il commissario dell’Aou di Sassari ha poi segnalato la criticità più importante del sistema sanitario, condivisa con le altre aree dell’Isola: la sistemazione dei pazienti positivi dimessi: «In molti casi si tratta di persone anziane non autosufficienti che necessitano di assistenza continuaha detto Giovanni Maria Sorosi pone il problema di trovare un luogo adatto alle loro condizioni. Spesso non possono rientrare nella propria abitazione né andare in una Casa di riposo. Occorre trovare una soluzione adeguata».
In chiusura di seduta la Commissione ha votato all’unanimità una risoluzione proposta del capogruppo di Leu Daniele Secondo Cocco e sostenuta dal presidente della Commissione Domenico Gallus che impegna la giunta regionale ad impartire ad Ats e aziende ospedaliere indirizzi specifici sulle assunzioni di nuovo personale. La copertura dei posti vacanti di infermiere e oss dovrà avvenire attraverso la stabilizzazione del personale che opera a tempo determinato o attraverso lo scorrimento delle graduatorie concorsuali. Anche su questo punto l’assessore Nieddu ha dato ampie garanzie: «Non ci sarà bisogno di prorogare al 2021 le graduatorie perché pensiamo di mandarle in esaurimento entro il 2020, anche quelle del 2017 relative alla sanità oristanese».
Soddisfatto il presidente della Commissione Domenico Gallus: «Abbiamo ricevuto oggi importanti rassicurazioni sulle azioni messe in campo per il contenimento del virus, anche le notizie che arrivano da Sassari sono confortantiha detto Domenico Galluspossiamo adesso cominciare a progettare un graduale ripresa delle attività economiche e sociali anche se dovremo attendere ancora qualche tempo per il pieno ritorno alla normalità».

Reparto Oncoematologia Oristano

A margine delle audizioni si è parlato anche della paventata chiusura del reparto di oncoematologia di Oristano. Rispondendo a una precisa domanda del presidente Domenico Gallus, l’assessore ha assicurato che l’attività del reparto riprenderà al più presto: «Abbiamo preso l’impegno per riconoscere ai malati oristanesi il diritto di essere curati nella propria città – ha detto Mario Nieddu – il reparto non sarà chiuso. Il disagio per i pazienti finirà con la fine dell’emergenza Covid-19».
«Finalmente si parla non più di mesi ma di settimane per la riapertura del reparto ha commentato il presidente della commissione Domenico Gallusavvicinare le cure ai pazienti è stato uno dei nostri mantra in campagna elettorale. Le parole dell’assessore Mario Nieddu confermano che si viaggia in questa direzione. Il reparto di oncoematologia sarà presto una realtà.»

Vediamo gli interventi del presidente della commissione Domenico Gallus, di Antonello Peru (Udc Cambiamo!), Daniele Secondo Cocco (LeU Sardigna) e Stefano Schirru (PSd1Az), registrati al termine dei lavori.

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«È quanto mai opportuno venire incontro alle richieste avanzate dai Sindaci che chiedono risorse da destinare, in modo rapido ed efficace, ai propri cittadini che versano in condizioni di disagio economico acuito dal persistere dello stato di emergenza determinato dal diffondersi del Covid-19.»

Il consigliere regionale del PSd’Az Fabio Usai ritorna oggi sulla proposta di concedere fondi straordinari in favore dei Comuni e svincolare le somme a residuo dei fondi REIS 2018-2019, per l’erogazione sotto forma di aiuti immediati ai cittadini in difficoltà.
«A tal proposito, due sono le soluzioni da adottare contemporaneamente e nel più breve tempo possibile aggiunge Fabio Usai -. La prima è quella che consenta di trasferire ai Comuni risorse immediatamente spendibili, mediante forme di sostegno ai cittadini per l’acquisto di beni di prima necessità. La seconda riguarda invece la giacenza nei bilanci dei Comuni dei residui di fondi REIS relativi alle annualità 2018-2019. Tali risorse, se svincolate, potrebbero costituire un ulteriore validissimo strumento per arginare le situazioni di disagio economico-sociale determinato dalla straordinaria situazione di emergenza, che sta affliggendo le fasce più deboli e bisognose della popolazione delle nostre comunità.»
«Questa proposta già girata informalmente al presidente della Giunta regionale che, a sua volta sta verificando in queste ore tutte le procedure necessarie per rendere utilizzabili queste risorse, consentirebbe l’approntamento di immediati interventi finalizzati a fronteggiare la crescente situazione di emergenza che, non è solo più sanitaria, ma anche economicaconclude il consigliere regionale sardista -. In questo un momento molto difficile per tutti, gli Enti e le Istituzioni devono collaborare fattivamente per imprimere una svolta decisiva in favore dei cittadini.»

La proposta dell’on. Fabio Usai è condivisa dai colleghi del gruppo sardista Franco Mula, Piero Maieli, Nanni Lancioni, Giovanni Satta e Stefano Schirru.

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«Il Parlamento della Sardegna non può permettersi il lusso di rimanere chiuso proprio nel momento in cui c’è il massimo bisogno della sua azione. La Giunta regionale, che ha affrontato con capacità e prontezza la primissima fase dell’emergenza, deve avere il sostegno del Consiglio regionale per approntare nuove misure economiche, indispensabili e non differibili.»
La proposta arriva da cinque consiglieri regionali del PSd’Az: Stefano Schirru, Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli e Fabio Usai.
«La crisi che ha paralizzato il nostro già debole sistema produttivo provocherà, secondo il Rapporto Cerved, un calo del 53% dei fatturati delle imprese e avrà effetti anche nel 2021 e si trascinerà al 2022aggiunge Stefano Schirru. Uno sfacelo al quale dobbiamo prontamente porre un argine. Il Consiglio regionale deve essere pronto a reagire ed immediatamente. I settori produttivi sono in ginocchio, dal turismo al commercio al comparto edile. Il disegno di legge c.d. Piano Casa è pronto, giusto per fare un primo esempio. Dobbiamo approvarlo immediatamente e cominciare a dar fiato ad un comparto da sempre trainante per la Sardegna. Così come vanno immediatamente studiate misure di largo respiro, che vedano oltre le poche settimane di blocco totale  e offrano aiuti concreti e straordinari. Il rischio che il 70% delle piccole  e medie imprese sarde fallisca è concreto.»
«Chiediamo con forza che il Consiglio regionale, con tutte le misure di protezione individuale e di precauzione sanitaria del caso, sia da subito riunito in permanenza e avvii una sessione straordinaria per l’economia sarda – concludono Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli e Fabio Usai -. Non c’è tempo da perdere.»

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Il consigliere regionale e capogruppo del PSd’Az, on. Franco Mula ed i consiglieri regionali del gruppo PSd’AZ Piero Maieli, Nanni Lancioni, Giovanni Satta, Stefano Schirru e Fabio Usai, a seguito della possibilità che si è paventata in queste ultime ore di vietare la conduzione hobbistica di orti, vigneti ed ortofrutticole in genere, hanno diffuso una nota nella quale ringraziano il presidente della Regione, Christian Solinas, il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Antonio Casula, il direttore generale della Protezione civile, Antonio Belloi e l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, per la sensibilità dimostrata al fine di risolvere la situazione suesposta. L’attività che viene svolta nelle campagne, infatti, non è assolutamente in contrasto con il recente D.P.C.M. adottato il 22 ultimo scorso che consente le coltivazioni agricole; non solo, i terreni non possono essere abbandonati in quanto si determinerebbe una grave perdita per chi con costanza e passione svolge il proprio lavoro curando la terra ed impedendo che si creino situazioni di degrado. In più non verrebbero violate le disposizioni riguardanti l’obbligo della distanza sociale in quanto i lavoratori si recano singolarmente presso i propri terreni non determinando alcuna situazione di assembramento.

«Restiamo in attesa della nota ufficiale che a breve verrà comunicata dal Presidente della Regione al fine di fugare qualsiasi dubbio sull’argomento», concludono i consiglieri regionali del gruppo sardista.

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La fortissima denuncia fatta dall’ex presidente della Regione, Mauro Pili, sul traffico dei fanghi fognari dalla Campania e dalla Puglia alla Planargia, nel territorio di Magomadas, sta avendo un’eco sempre più vasta che ha valicato fin da ieri i confini regionali, sui media nazionali e sui social, ed ha raggiunto anche il Palazzo del Consiglio regionale. Stamane, 6 consiglieri regionali del Partito Sardo d’Azione, Stefano Schirru, Nanni Lancioni, Franco Mula, Piero Maieli, Giovanni Satta e Fabio Usai, hanno presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta all’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, relativa «allo sversamento di fanghi fognari nella pianura di Magomadas».

«Nella pianura di Magomadas nel 2017 è stata autorizzata l’installazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti speciali per 80.000 tonnellate di fanghi da essiccare, ossia per un quantitativo ben superiore a quello che produce l’intera Sardegna – spiega l’on. Fabio Usai, uno dei sei sottoscrittori dell’interrogazione -. Nella piana di Magomadas, situata a pochi km da Bosa, una delle zone turistiche più rinomate della costa nord-occidentale, sono presenti aziende agricole che vedono nella pastorizia e nelle pregiate vigne la loro attività principale.»

«Di fatto, la Sardegna è entrata a pieno titolo, nel circuito dello smaltimento illegale di rifiuti – si legge nell’interrogazione -; in questo momento storico in cui milioni di ragazzi di tutto il mondo manifestano per la difesa dell’ambiente, i cittadini sardi devono avere la certezza che, in nessuna zona dell’Isola, avvengano illeciti di questo tipo e chiedono, oggi più che mai, di poter far crescere i propri figli senza dover temere per la loro incolumità e la loro salute; considerato che tali discariche risultano essere autentiche bombe ecologiche che violentano il nostro splendido territorio, la Regione, per quanto di competenza, si deve attivare al fine di ridare alle popolazioni che hanno subito l’inquinamento di quei terreni la sicurezza che in quei luoghi non vengano più sversati fanghi fognari o nessun altro tipo di sostanza tossica.»

«Abbiamo chiesto all’assessore della Difesa dell’Ambiente – conclude Fabio Usai – se sia a conoscenza della situazione descritta e quali azioni intenda porre in essere, al fine di trovare una soluzione a tale problematica.»

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«E’ necessario sentire in audizione il coordinamento del Centro Trapianti dell’ospedale Brotzu per portare a conoscenza della Commissione Sanità le problematiche che sta affrontando in seguito alle nuove disposizioni.»
Lo ha detto il consigliere regionale del Psd’Az, Stefano Schirru, che, questa mattina, ha chiesto al presidente della Commissione, Domenico Gallus, di inserire all’ordine del giorno del Parlamentino l’audizione del Coordinamento del Centro Trapianti e di tutti gli attori coinvolti.

«Sarà l’occasione per valutare in che modo la commissione Sanità e tutto il Consiglio regionale possano intervenire per migliorare le condizioni lavorative delle équipe del Centro, che rappresenta un’eccellenza del nostro sistema sanitario e che, ogni giorno, opera per migliorare le condizioni di vita dei pazienti sardi.»