FSAM e CONFSAFI: «Le Istituzioni facciano tutto quanto è necessario per evitare la chiusura di Casa Serena»
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La segretaria generale FSAM Stefy Lochi ed il segretario CONFSAFI Sardegna Fabio Enne, intervengono nuovamente, con una lettera aperta, sulla situazione di crisi della Casa Serena di Iglesias, a forte rischio chiusura per problemi economici legati ai costi di gestione.
«La vicenda riguardante l’imminente chiusura della residenza per anziani Casa Serena, ha bisogno, per essere affrontata e risolta, di atti concreti e veloci attraverso un percorso di tutela per gli stessi anziani che per i lavoratori – scrivono Stefy Lochi e Fabio Enne – La battaglia è di civiltà, di spirito sociale e assistenziale, quello che in tanti utilizzano sotto le spoglie della solidarietà verso le persone che ne hanno bisogno, in altri casi, senza badare alle spese, anzi quest’ultima considerazione è stata per tutti questi anni, elemento di forti contrapposizioni tra chi si definisce portatore sano di qualità solidali e chi invece non viene considerato portatore di questa virtù. Oggi stiamo parlando dei nostri anziani, stiamo parlando dei nostri Padri e Madri, stiamo decidendo per noi stessi, per una nostra prospettiva di vecchiaia, inserita in un contesto sociale che deve essere assolutamente dignitoso e destinatario delle massime attenzioni istituzionali.»
«Gli errori commessi devono essere rimossi, e purtroppo ne sono stati compiuti troppi, causando questa spiacevolissima situazione – aggiungono Stefy Lochi e Fabio Enne -. Avere una Residenza, considerata negli anni, un gioiello socio assistenziale, ma trascurato fino a non possedere più il requisito dell’accreditamento, significa che la stessa Casa Serena, oggi non fruisce del requisito necessario per l’utilizzo delle varie risorse finanziarie sulla non autosufficienza né di quelle derivanti da capitoli economici nel contesto socio sanitario. D’altronde, si fa riferimento all’alternativa Margherita di Savoia, ad oggi, anch’essa, sprovvista di queste credenziali. Di cosa si sta parlando allora? Del solito epilogo disastroso, che travolgerà un servizio indispensabile per responsabilità della gestione pubblica di un patrimonio che non può fare utili di bilancio, ma arrivare, almeno vicino all’autosostegno, semmai si raggiungesse una consapevolezza di “servizio indispensabile” e una “gestione consapevole”.»
«Per quanto ci riguarda, eviteremo le solite danze illusorie e, quindi, rinunceremo ai sit-in o abitazioni inutili, preferendo un’interlocuzione con i livelli istituzionali regionali e locali, previsti della necessaria volontà risolutiva del problema – rimarcano Stefy Lochi e Fabio Enne -. Abbiamo già sollecitato il sindaco di Iglesias, nel promuovere una fitta interlocuzione con tutti i soggetti imprenditoriali che si occupano del settore, per costruire un assetto futuro nella struttura Casa Serena, integrando ad essa, anche quella della Margherita di Savoia, rinunciando quindi ai disagi a svantaggio degli anziani, attraverso trasferimenti, senza finalità, degli stessi, verso altri lidi, che segnerebbero l’abbandono definitivo di un progetto sociale importantissimo, con conseguenze immaginabili che violano ogni caratteristica di solidarietà e pregiudicano l’occupazione.»
«Sarà anche nostra cura, peraltro già in atto, sensibilizzare la Regione Sardegna e ogni Rappresentante del Governo, la Chiesa, affinché sia confermato un impegno sul mantenimento in esercizio della Residenza, chiedendo nel contempo, la massima vigilanza per assicurare un immediato intervento con finalità di conservazione nel lungo termine – concludono Stefy Lochi e Fabio Enne -. Utilizzeremo il nostro tempo per diffondere fra i cittadini un’adeguata informazione che riesca a coinvolgere tutta l’opinione pubblica per ricavarne un accorato appello e supporto di forte e reale coesione sociale.»