24 November, 2024
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Il lungo tour europeo (34 date) di Sting 3.0 2024 si è concluso ieri notte con un concerto straordinario alla Forte Arena. La prima è stata Dresda, in Germania, seguita da quelle in Croazia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Lituania, Estonia, United Kingdom, Irlanda, Francia, Grecia, Netherlands, Svizzera, Belgio. Ieri sera è andata in scena una vera e propria masterclass in un’atmosfera da sogno, sotto il cielo stellato di Pula. Sting ha incantato i 5.000 della Forte Arena per circa un’ora e quaranta. Sting è una perla rara del panorama musicale mondiale, con le sue bellezze, scenica, acustica, vocale, una presenza semplice ma straordinaria, con una voce di velluto che accarezza l’anima del pubblico.

Sting si è esibito in trio, con il chitarrista argentino Dominic Miller, classe 1960, musicista di eccelse capacità tecnica e interpretativa, con Sting dal 1991; e con il batterista Chris Mass, lussemburghese che vive a Londra dal 2005 e che durante la pandemia è stato coinvolto da Sting. Lui grato ed eccitato, ha subito accettato di partecipare a questo tour e ha suonato con un entusiasmo travolgente.

Questo tour è stato una reminiscenza della lunga carriera dell’artista, un viaggio straordinario per uno Sting che ha saputo coinvolgere il pubblico che, pure essendo comodamente seduto, ha saputo trovare spazio nella grande Arena per ballare. A 72 anni Sting rimane particolarmente performante, ha superato se possibile se stesso, tra un brano e l’altro salutava il pubblico, interagiva descrivendo qualche brano e coinvolgendo gli spettatori delicatamente tra un brano e l’altro in italiano, muovendosi sul palco con una grazia felina e ammaliante, una performance precisa, semplice e ricca allo stesso tempo, degna di un’incisione live. Hanno suonato tutti e tre creando un’atmosfera indimenticabile, i suoni erano puliti e per i 5.000 spettatori della Forte Arena è stato come vivere un sogno.

Nella parte finale del concerto, Sting ha salutato e ringraziato il pubblico, inchinandosi a lui, e ha suonato come ultimo brano “Fragile” suonando la chitarra.

Manola Cirronis

 

 

C’è grande attesa per il concerto di Sting alla Forte Arena, in programma sabato 3 agosto, alle 21.00.

L’artista, vincitore di 17 Grammy Award, si esibirà nel ‘teatro sotto le stelle’ di Santa Margherita di Pula in una performance esuberante e dinamica, proponendo i suoi successi più amati che attraversano la sua
illustre carriera sia come membro dei Police che come artista solista. Il concerto proporrà classici senza tempo come “Fields of Gold”, “Roxanne”, “Every Breath You Take”, “Message in a Bottle” e molte altre sue canzoni iconiche.
Le recenti esibizioni di Sting sono state acclamate e definite una “masterclass” dal Times (Regno Unito); “Sting rimane un interprete innegabilmente abile con un repertorio d’oro”. Descritto come una “rara delizia” dal The Telegraph, Sting stesso è stato lodato come “quasi impareggiabile” dal The Guardian per la sua sublime alchimia pop.

 

Giorgio Serci & Friends” in concerto venerdì 18 agosto, alle 21.30, alla Corte di Casa Mereu di San Gavino Monreale per l’ultimo appuntamento dell’Estate 2023 firmata CeDAC Sardegna nel Medio Campidano: quasi un (auto)ritratto d’artista in musica con il recital dell’affermato chitarrista, arrangiatore e compositore sangavinese, docente all’Academy of Contemporary Music di Guildford e alla Royal Holloway University di Londra nonché visiting professor alla Guildhall School of Music & Drama nella capitale britannica. Sul palco insieme con Giorgio Serci (chitarra) e con Pierpaolo Sedda (percussioni), si alterneranno gli Specials Guests della serata: la cantante Irene Serra, il famoso suonatore di launeddas Bruno Loi e il violinista Simone Pittau, alle prese con un programma che include, accanto alle composizioni originali di Giorgio Serci, tra cui “Primavera”, “Campidano”,“Momentum”, “Kite” e “Samba Di Else”, anche le cover di brani celebri da “English Man in NY” di Sting a “Corcovado” di Tom Jobim, l’aria pucciniana “Nessun Dorma” e “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André, oltre a pezzi dei Led Zeppelin e dei Beatles, di Michael Jackson, Cyndi Lauper e Pino Daniele.

La Forte Arena di Santa Margherita di Pula si appresta ad accendersi con gli spettacoli della Stagione 2023 del “Teatro sotto le stelle”. La sua programmazione variegata e di altissimo livello, una location straordinaria, immersa nella magica bellezza di Santa Margherita di Pula e la sua atmosfera, unica sono gli elementi che hanno permesso alla Forte Arena, sin dalla sua apertura nel 2016, di affermarsi come una delle destinazioni più prestigiose e apprezzate per gli eventi live nel panorama sardo.

La riconferma arriva anche per l’estate 2023 con un palinsesto d’eccezione che spazia dalla musica d’autore di Tiziano Ferro e Gigi D’Alessio, all’inconfondibile ironia di Checco Zalone, passando per il musical con La Leggenda di Belle e la Bestia.

Tiziano Ferro | Domenica 16 luglio 2023 alle 21.30

Lo straordinario cantautore italiano, che ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo, salirà sul palco della Forte Arena per una serata indimenticabile, unica in Sardegna.

Uno spettacolo appositamente studiato per la suggestiva location, dove l’artista regalerà al pubblico le sue melodie coinvolgenti e la sua potente voce, accompagnate dalla sua travolgente energia.

A 6 anni di distanza dall’ultimo tour, a partire dal 7 giugno, prenderà il via il “TZN 2023” che riporterà il cantautore negli stadi delle principali città. Dal 5 maggio è inoltre disponibile per la programmazione radiofonica e negli store digitali “DESTINAZIONE MARE”, il nuovo singolo inedito dell’artista, nato dall’inedita collaborazione con ITACA, la casa di produzione fondata da Merk & Kremont insieme a Eugenio Maimone e Leonardo Grillotti, edito da Virgin Records/Universal music Italia.

Gigi D’Alessio, Dove c’è il Sole Tour | Sabato 29 luglio alle 21.30

Il concerto, unica tappa in Sardegna del “Dove c’è il sole tour”, è il nuovo viaggio live che porterà l’artista sui palchi delle principali arene estive.

Con una scaletta che racchiude oltre 30 anni di successi Gigi abbraccerà il pubblico del teatro sotto le stelle di Santa Margherita di Pula con la grande passione che lo contraddistingue per cantare insieme le sue canzoni più amate: dai brani storici come “Non mollare mai”, “Il cammino dell’età”, “Mon amour”, “Quanti amori”, “Como suena el corazon”, “Non dirgli mai”, fino a quelli più recenti come “La prima stella” e “Benvenuto amore”, fino a “Noi due”, “L’ammore”, “Come me”, “Mentre a vita se ne va”, e tanti altri ancora.

La Leggenda di Belle e la Bestia – Il Musical | Sabato 5 agosto alle 21.00

Un’avventura magica prende vita a Santa Margherita di Pula con la rappresentazione del musical “La Leggenda di Belle e la Bestia”. I personaggi amati di questo classico racconto si esibiranno in uno spettacolo coinvolgente e suggestivo, in cui musica, danza e scenografie mozzafiato si fonderanno insieme per creare un’esperienza teatrale indimenticabile. Il musical, liberamente ispirato alla favola di Jeanne-Marie Leprince De Beaumont, portato in scena dalla Compagnia dell’ORA, sarà un viaggio emozionante attraverso una nuova storia di amore e di avventura, dall’epilogo inaspettato, che conquisterà il cuore di grandi e piccini. Testi e regia sono di Luca Cattaneo, musiche di Enrico Galimberti, mentre coreografia, costumi e scene sono rispettivamente di Silvia de Petri, Silvia Pedretti e Fabrizio Cattaneo.

Checco Zalone,  AMORE + IVA Tour | Sabato 12 agosto alle 21.00

Uno degli artisti più caleidoscopici e amati dal pubblico italiano, Checco Zalone si prepara a stupire la Sardegna con uno show spettacolare, totalmente inedito, scritto con Sergio Maria Rubino e Antonio Iammarino e prodotto da Arcobaleno Tre e MZL. Undici anni dopo il Resto Umile World Tour e dopo aver battuto tutti i record della storia del cinema italiano, l’artista pugliese farà tappa alla Forte Arena con Amore + Iva, un tour straordinario della durata di un anno che ha debuttato a Firenze nel mese di novembre, grazie all’organizzazione generale di Lucio e Niccolò Presta. Musica, racconti, imitazioni e parodie e la straordinaria ironia di Checco Zalone promettono di regalare momenti di puro svago e ilarità.

Forte Arena

Un vero e proprio anfiteatro naturale a Santa Margherita di Pula, a meno di 40 minuti da Cagliari, inaugurato nel 2016 dal Forte Village Resort per ospitare fino a 5.000 persone. Uno spazio unico nel suo genere, dove le infrastrutture di supporto – palco e aree tecniche – sono state realizzate applicando i più avanzati principi della bio-edilizia nel totale rispetto dell’ambiente circostante, che negli anni ha ospitato star di fama internazionale come Sting, Andrea Bocelli, Mika, Anastacia e Roberto Bolle per citarne solo alcuni. Aperta al pubblico esterno, la Forte Arena nasce con l’obiettivo di inserire a pieno titolo cultura e spettacolo tra gli elementi chiave dell’offerta turistica isolana.

 

Narcao Blues ai nastri di partenza: mercoledì 20 luglio prende il via la trentaduesima edizione di uno degli appuntamenti più attesi dell’estate isolana; e per quattro sere, fino a sabato 23, il blues torna a fare rima con Narcao.

Il compito di aprire le danze nella serata inaugurale di mercoledì 20 spetta alle 22.00 a Bai Kamara Jr & The Voodo0 Sniffers. Chitarrista e cantautore impegnato che rivela le sue origini africane, figlio dell’ex ambasciatrice della Sierra Leone in Belgio, cresciuto nel Regno Unito e in Belgio da ormai venticinque anni, nella sua musica Bai Kamara Jr fonde blues, roots, soul e influenze jazz. Voce calda, funky ma al tempo stesso sobria ed intima, ha condiviso il palco con artisti internazionali del calibro di Habib Koité, Cassandra Wilson, Rokia Traoré, ha aperto tutti i concerti di Vanessa Paradis durante il tour mondiale in supporto all’album “Love Songs”, e il suo coinvolgimento con varie ONG l’ha portato a collaborare con Youssou N’Dour. Cinque gli album al suo attivo: molto personale e blues il più recente, “Salone”, uscito a gennaio 2020, segna una nuova fase nella sua carriera. Con Bai Kamara Jr, mercoledì a Narcao, ci saranno Tom Beardslee alla chitarra e Boris Tchango alla batteria.
Un’altra voce tiene banco nel secondo set della serata: quella intensa e ribelle della cantautrice haitiana Moonlight Benjamin, affiancata sul palco di piazza Europa da Matthis Pascaud e Matthieu Vial-Collet alle chitarre, Quentin Rochas al basso e Bertrand Noël alla batteria. Si intitola “Simido”, il suo album più recente, risultato di due anni di intense tournée; un progetto voodoo rock uscito alla fine del 2019 facendo seguito al successo internazionale di “SiIltane”, dell’anno prima. La “Patti Smith caraibica”, come l’ha definita il quotidiano britannico The Guardian, si esprime esclusivamente in creolo, evidenziando le speranze e le paure del popolo di Haiti, e denunciandone la condizione di difficoltà politica e socio economica.   Spetterà invece a uno degli astri nascenti del blues di matrice britannica il compito di accendere gli amplificatori giovedì 21 luglio: alle 22.00, a infiammare il pubblico di Narcao Blues ci penserà Toby Lee, diciassette anni compiuti a gennaio, chitarrista che, nonostante la giovanissima età, ha condiviso il palco con nomi del calibro di Buddy Guy, Billy Gibbons, Peter Frampton, Slash, Lukas Nelson e Kenny Wayne Shepherd, e ha suonato alla Royal Albert Hall di Londra spalla a spalla con il suo idolo Joe Bonamassa, che l’ha definito “una futura superstar del blues”. Originario dell’Oxfordshire, Toby Lee ha rappresentato il Regno

Unito all’International Blues Challenge di Memphis nel 2018, e nello stesso anno ha vinto il premio Young Blues Artist of The Year agli UK Blues Awards. È comparso anche nel documentario televisivo “Child Prodigies – Bambini Prodigio”, nel popolarissimo talk show americano “Ellen Degeneres Show”, e ha superato 400 milioni di visualizzazioni nei social.
Nel secondo set, il festival calerà uno dei suoi assi: Samantha Fish, cantante, autrice e virtuosa della sei corde, capace di riff infuocati, ritmi viscerali e una voce dal timbro caldo e pulito. Classe 1989, nativa di Kansas City (nel Missouri), cresciuta immersa nella musica di Bonnie Raitt, Stevie Ray Vaughan, Tom Petty e dei Rolling Stones, ha ottenuto molto presto importanti riconoscimenti internazionali grazie all’aiuto del suo mentore, Mike Zito, tra i quali quello di Migliore Artista Emergente ai Blues Music Awards nel 2012. Sette gli album al suo attivo: nell’ultimo, “Faster”, uscito lo scorso settembre per la Rounder Records, ha unito le forze con il produttore Martin Kierszenbaum (che lavora con Lady Gaga, Sting e Sheryl Crow), portando maggiore intensità al suo già elettrizzante stile fatto di un’esplosiva commistione di blues e rock and roll.
Serata all’insegna del blues d’autore, venerdì 22 luglio: aprirà (come sempre alle 22.00) il cantautore statunitense Anders Osborne, tra i musicisti più apprezzati e celebrati da pubblico e critica a livello internazionale. Le sue grandi doti di songwriter risuonano anche nelle note dei musicisti per i quali ha scritto, come in “Slow Down” di Keb’ Mo’, che nel 1999 ha ottenuto il Grammy come miglior album blues contemporaneo. Di origine svedese (è nato a Uddevalla nel 1966), Anders Osborne ha condiviso lo studio e il palco con prestigiosi musicisti, da Derek Trucks a Warren Haynes, passando per Phil Lesh dei Grateful Dead a Jackie Greene. I suoi brani sono apparsi in tv, come colonna sonora, ed è stato acclamato da importanti testate come USA Today, Guitar Player, Relix e Offbeat. Capace di riflettere attentamente sui dilemmi esistenziali, Osborne è un poeta dei tempi moderni che ha scelto la musica come mezzo per esprimere ciò che ha dentro, come testimoniano i suoi ultimi lavori discografici, “Buddha and the Blues”, del 2019, e “Orpheus and the Mermaids”, scritto in piena pandemia.
Alle 23 la piazza Europa verrà illuminata dal bluesman e cantante inglese Matt Schofield, tra i più illustri esponenti dell’attuale British Blues, con collaborazioni con artisti del calibro di Robben Ford e Buddy Guy, tra gli altri. Membro della British Blues Hall of Fame, Schofield ha lasciato il segno nel panorama blues internazionale, collocandosi tra i migliori interpreti nella nuova classe dei prodigi della sei corde. Importanti magazine come il Los Angeles Daily News e Guitar & Bass Magazine ne hanno intessuto le lodi, posizionandolo tra i primi dieci chitarristi blues britannici di tutti i tempi, al fianco di icone del calibro di Eric Clapton e Peter Green. Nato e formatosi a Manchester, Schofield ha iniziato a suonare la chitarra all’età di dodici anni, imparando a muoversi tra la sei corde da autodidatta, grazie alla forte ispirazione ereditata dalla grande collezione di dischi del padre di passaporto statunitense. A diciotto anni si è trasferito a Londra e nella capitale è stato in grado di affinare le sue abilità come supporto di una grande varietà di artisti di spicco della scena blues inglese, collaborando con musicisti statunitensi e iniziando a fare tournée a livello internazionale. Introspettivo, curioso ed estremamente colto (amante della scienza, della storia e della filosofia) Schofield è un musicista a tutto tondo, in possesso di una personalissima cifra stilistica, partita dallo studio delle proprie radici, dalle quali si è mosso per esplorare nuove e molteplici frontiere musicali.
L’ultima serata, sabato 23 luglio, vedrà di scena nel primo set delle 22.00 la Kris Barras Band, tra le più sorprendenti realtà emergenti del panorama rock/blues britannico. Capitanata dal chitarrista e cantante nativo del Devon, membro del tour europeo della Supersonic Blues Machine al fianco del leggendario Billy Gibbons (ZZ Top) nel 2018, la formazione sarà a Narcao sull’onda dell’ultimo disco, “Death Valley Paradise” (Mascot Records), dato alle stampe lo scorso marzo, un lavoro che profuma di consacrazione, grazie all’importante collaborazione con il produttore di fama mondiale Dan Weller. Riff grintosi, chorus coinvolgenti e assoli esplosivi sono le caratteristiche del quartetto che vede accanto al suo leader Josiah J. Manning alla chitarra e cori, Kelpie Mackenzie al basso e Billy Hammett alla batteria. Il singolo di lancio dell’album, “Dead Horses”, è stato un grande successo sia per i fan di vecchia data che per i nuovi: il brano più trasmesso, lo scorso settembre, da Planet Rock, la più grande stazione radio dedicata al rock del Regno Unito.
Il compito di calare il sipario sulla trentaduesima edizione di Narcao Blues spetterà infine a quello che può essere indubbiamente definito uno degli attuali chitarristi più originali e influenti nella scena mondiale: Eric Gales, cantante e strumentista mancino di straordinario talento. Classe 1974, nativo di Memphis, il musicista afroamericano ha sviluppato uno stile tutto suo, un sound blues/rock che attinge da diverse fonti, tra le quali cita Albert King e Frank Gambale. Il primo disco arriva quando ha ancora sedici anni, ed è stato un successo immediato, acclamato dalla stampa specializzata e dal pubblico, come testimonia anche il riconoscimento di miglior artista emergente nel 1991 da parte dei lettori del Guitar World Magazine. Nel corso degli anni Eric Gales ha collezionato la presenza ai suoi spettacoli di vere proprie leggende della chitarra, come Carlos Santana, Eric Johnson, B.B. King ed Eric Clapton, che hanno assistito con interesse alle sue performance, lodando la sua capacità di infiammare il pubblico con la sei corde tra le dita: c’è da aspettarsi che accada anche a Narcao nell’ultimo atto del festival, sabato 23 luglio.


 

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Spicca il nome di Nils Petter Molvaer nel palinsesto di martedì 13 agosto al festival Time in Jazz, ideato e diretto da Paolo Fresu tra il suo paese natale, Berchidda, e altri centri e località del nord Sardegna, in pieno svolgimento fino a venerdì 16. Il trombettista norvegese è, infatti, il protagonista del concerto in programma in serata sul “palco centrale” del festival, quello allestito in piazza del Popolo, che torna a calcare diciotto anni dopo la sua partecipazione alla memorabile edizione di Time in Jazz dedicata alle trombe, nel 2001. Insieme a lui, al centro dei riflettori a partire dalle 21.30, i tre componenti del suo gruppo: Johan Lindstrøm alla chitarra, Jo Berger Myhre al basso ed Erland Dahlen alla batteria.

Classe 1960, pioniere, profeta e ambasciatore nel mondo delle nuove tendenze del jazz nordico, Nils Petter Molvaer sa come unire generi e stili differenti – jazz, ambient, house, elettronica, hip hop, rock – e rimodellarli con naturalezza in originali paesaggi sonori di profonda intensità, con l’inconfondibile suono della sua tromba: un suono capace di evocare algidi paesaggi polari così come le sabbie roventi del deserto, la folla in movimento o la più completa solitudine; un suono personalissimo, influenzato sia dalla poesia della natura scandinava, sia dall’elettronica, e, ultimo, ma non meno importante, da illustri colleghi come Miles Davis e Jon Hassell. E, ascoltandolo suonare, è facile dimenticare che quello strumento è una tromba.

Ma la musica, domani (martedì 13) come in tutte le giornate di Time in Jazz, comincia già a mezza mattina. Alle 11.00, alla chiesetta campestre di San Bachisio in agro di Telti, ecco dunque il piano solo di Omar Sosa, reduce dal concerto della sera a Berchidda con Yilian Cañizares e Gustavo Ovalles. Poliglotta musicale, capace con la sua arte di unire i continenti, il pianista cubano, nato a Camagüey cinquantaquattro anni fa, si esprime in un linguaggio jazzistico globale, che celebra la diversità delle anime della musica delle Americhe e oltre, coltivando sempre un’intima connessione con le sue radici afrocubane.

Dalla Cuba di Omar Sosa al Brasile di Jaques Morelenbaum, in concerto alle 18.00 nel Convento dei Cappuccini a Ploaghe. Tra i più importanti rappresentanti della musica brasiliana nel mondo, il violoncellista conta una miriade di collaborazioni con artisti di fama internazionale, testimoniate dai tanti dischi in cui risulta di volta in volta arrangiatore, produttore, compositore o strumentista: collaborazioni con grandi musicisti brasiliani come Antonio Carlos Jobim, Caetano Veloso, Gal Costa, Gilberto Gil, Maria Bethania, Chico Buarque, Milton Nascimento, ma anche con altri artisti come la compianta Cesaria Evora, Ryuichi Sakamoto, Sting.

Di rientro a Berchidda, prima del concerto di Nils Petter Molvaer, intorno alle 19.45, parte la consueta parata musicale per le strade del paese della Funky Jazz Orkestra diretta dal trombettista Antonio Meloni; con loro anche i percussionisti Afro Giembe, guidati da Jacopo Cadeddu e Michèle Kramers, nell’ambito del progetto “Babel – Migrant Reloaded”, mirato all’inclusione dei cittadini stranieri attraverso laboratori di espressione artistica e performativa, e l’Armoniciclo, una delle macchine teatrali storiche del mondo visionario della compagnia sassarese Theatre en vol.

E dopo il concerto di Nils Petter Molvaer, ancora musica in piazza del Popolo con il dj set di DJ Rocca.

 

 

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Sabato 3 agosto nell’ex miniera di Porto Flavia, a Iglesias, proseguono gli appuntamenti con I tramonti di Porto Flavia, rassegna musicale organizzata dall’associazione Anton Stadler.

Alle 20,30 sale sul palco il Maurizio Di Fulvio Quartet (composto da Maruzio Di Fulvio, chitarra, Alessia Martegiani, voce, Ivano Sabatini, contrabbasso, e Bruno Marcozzi, percussioni e batteria), gruppo d’avanguardia tra i più imporatanti della scena internazionale, che proporrà un concerto dal titolo “Latin-jazz and pop songs”.

La serata proporrà brani, tra gli altri, di Sting, E. Nazareth, D. Ellington, D. Gillespie e dello stesso Di Fulvio. Un mosaico musicale versatile ed eclettico in cui la saudade swing si unisce al jazz nero, latino, al rock, in bilico tra tradizione e innovazione.

Come ormai da tradizione, prima del concerto sarà possibile partecipare a delle visite guidate al sito minerario a prezzi scontati, curate dal Consorzio Turistico per l’Iglesiente (info e prenotazioni al numero 0781 274507 – 348 3178065). Da Iglesias al sito minerario è inoltre disponibile un servizio di bus navetta.

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Dal 28 luglio al 17 agosto ritornano gli appuntamenti con I tramonti di Porto Flavia, terza edizione della rassegna (inserita sotto l’effige di Iglesias Classica) realizzata dall’associazione Anton Stadler sotto la direzione artistica del compositore e bandoneonista Fabio Furìa. Ogni sera, all’ora del tramonto (ciascun appuntamento comincia alle 20,30) davanti a uno dei siti in cui è stata scritta gran parte della storia mineraria sarda sarà un tuffo in generi musicali diversi, per un’esperienza carica di emozione.

Domenica 28 luglio a inaugurare l’edizione 2019 dei Tramonti di Porto Flavia sarà il Duo noir, composto da Floraleda Sacchi, arpista considerata tra le più interessanti a livello internazionale, e Damiano Grandesso, giovane sassofonista che ha già suonato in alcune delle più prestigiose sale da concerto al mondo. La formazione proporrà un concerto dal titolo “Cinemotion”. Musiche di W. Kilar, M. Ritcher, P. Glass sino ad A. Piazzolla per un viaggio tra le colonne sonore più celebri e le sigle delle serie TV più gettonate degli ultimi tempi.

Si prosegue sabato 3 agosto con il Maurizio Di Fulvio Quartet (composto da Maruzio Di Fulvio, chitarra, Alessia Martegiani, voce, Ivano Sabatini, contrabbasso, e Bruno Marcozzi, percussioni e batteria) protagonista del concerto “Latin-jazz and pop songs”. Brani, tra gli altri, di Sting, E. Nazareth, D. Ellington, D. Gillespie e dello stesso Di Fulvio. Un mosaico musicale versatile ed eclettico in cui la saudade swing si unisce al jazz nero, latino, al rock, in bilico tra tradizione e innovazione.

Il 17 agosto, chiusura di sipario nel segno del tango con il Novafonic Quartet (Fabio Furìa, bandoneon, Walter Agus, pianoforte, Gianmaria Melis, violino, Giovanni Chiaramonte, contrabbasso) che regalerà una serata costruita sulle note di F. Otero, L. Teruggi, J. Mosalini, A. Piazzolla e dello stesso Fabio Furìa. Un repertorio trasversale capace di trascendere dal tango stesso, proiettandolo verso una dimensione contemporanea e priva di etichette.

Non solo musica in questa terza edizione dei Tramonti di Porto Flavia: prima di ogni concerto sarà possibile partecipare a delle visite guidate al sito minerario a prezzi scontati, curate dal Consorzio Turistico per l’Iglesiente (info e prenotazioni al numero 0781 274507 – 348.3178065). Da Iglesias al sito minerario è inoltre disponibile un servizio di bus navetta.

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Prosegue a Baratili San Pietro il cammino della ventesima edizione di Dromos, il festival ideato ed organizzato dall’omonima associazione che fino alla prima metà d’agosto tiene banco tra Oristano e diversi centri della sua provincia. Questa sera, alle 21.30, la manifestazione approda in Pratza de ballusu (ingesso gratuito) per il concerto del Pedrito Martinez Group. L’appuntamento, con ingresso gratuito, vedrà il percussionista e cantante originario di L’Avana (dove è nato nel 1973) alla testa del suo gruppo composto da Jhair Sala (percussioni e cori), Sebastian Natal (basso, percussioni e cori) e Jassac Delgado Jr. (tastiere e cori). Da quando si è stabilito a New York, nell’autunno del 1998, Pedro Pablo “Pedrito” Martinez ha registrato e suonato con artisti del calibro di Wynton Marsalis (che non ha esitato a definirlo un “genio”), Paquito D’Rivera, Paul Simon, Bruce Springsteen, Sting e partecipato a oltre cinquanta album. La sua voce perfettamente intonata combina agevolmente influenze popolari e folcloristiche con un’energia e un carisma contagiosi che lo fanno apprezzare tanto come front-man quanto come percussionista. Tra i membri fondatori della band afro-cubana/afro-beat Yerba Buena, ha ricevuto il Thelonius Monk Award, Sphinx Award for Excellence ed è stato nominato più volte “Percussionista dell’anno” dalla Jazz Journalists Association. Abbinata alla serata, un’esposizione e un assaggio di vini e prodotti locali promossi dall’agenzia Laore Sardegna nell’ambito delle iniziative che sta portando avanti già da qualche anno per valorizzare e far conoscere le principali produzioni tipiche regionali a marchio, in questo caso in particolare la vernaccia baratilese.

Domenica 4 agosto, un doppio appuntamento (in entrambi i casi con inizio alle 21.30 e ingresso gratuito) caratterizzerà la giornata di Dromos: a San Vero Milis proseguono gli appuntamenti della rassegna cinematografica “Gli anni ’68” a cura dall’Associazione Lampalughis: nel Giardino del Museo Archeologico verrà proiettato “Qualcosa nell’aria” (“Après mai”), film del 2012 del regista francese Olivier Assayas. A Morgongiori, in piazza Chiesa, sarà invece di scena Guy One, il cantante e suonatore di kologo (un liuto a due corde) con una formazione che vede Florence Adooni e Lizzy Amaliyenga ai cori, Claudio Jolowicz e Bastian Duncker ai sassofoni e ai flauti, Johannes Wehrle alle tastiere e Max Weissenfeldt alla batteria.

A Oristano, intanto, è possibile visitare tutti i giorni (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30) la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii” aperta alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” fino al prossimo 7 ottobre. Curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna, la mostra propone un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68, interrogandosi sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME, Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero, SS), Roberto Follesa (Donori, CA), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti, NU). Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra in corso a Oristano propone un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

 

2017 Detroit Jazz Festival2017 Detroit Jazz Festival2017 Detroit Jazz Festival

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Una fitta serie di appuntamenti caratterizza anche la quarta giornata di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in corso da martedì 8 fino a mercoledì 16 tra Berchidda e gli altri quattordici centri del nord Sardegna coinvolti in questa edizione numero trenta. Giornata con tanta musica, naturalmente, quella di domani, venerdì 11 agosto, ma non solo.

Il primo appuntamento in scaletta è come sempre a metà mattina: alle 11.00 la serie dei concerti fa tappa a San Teodoro con Gianluca Petrella e Marco Bardoscia. Reduci dai rispettivi impegni dei giorni precedenti, il trombonista barese e il contrabbassista salentino daranno vita nella chiesa di San Teodoro a un inedito duo che si annuncia carico di groove e con ampio ricorso all’elettronica.

Per Marco Bardoscia altra sortita in programma nel tardo pomeriggio, alle 18.00, stavolta in compagnia di altri due artisti già di scena nei giorni scorsi: la cantante Ada Montellanico e il sassofonista Raffaele Casarano. Il Pozzo nuragico di “Sa Testa” a Pittulongu, nei pressi di Olbia, è la preziosa e suggestiva cornice della loro esibizione, che si presenta come un omaggio alle trenta edizioni di Time in Jazz attraverso le note di un celebre incontro musicale fra jazz e rock di trent’anni fa: quello di Gil Evans e Sting al festival Umbria Jazz del 1987 (poi consegnato alle tracce del disco “Last Session”. 

Alle 21.30, si accendono per la prima volta in questa edizione i riflettori sul “palco centrale” del festival, quello allestito in Piazza del Popolo a Berchidda. Il compito di inaugurare la serie di concerti spetta a Francesco Bearzatti con il Tinissima Quartet, ovvero Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria, con il repertorio di “This Machine Kills Fascists”, l’album pubblicato due anni fa che rende omaggio a Woody Guthrie, il grande e radicale cantautore popolare americano. Dopo Tina Modotti (2008) e Malcom X (2010, album pluripremiato con il Top Jazz ed altri riconoscimenti), il sassofonista e clarinettista friulano ritorna a raccontare in musica la vita, l’arte e i tempi di un altro ribelle e irregolare, che ha cantato l’America delle Grande Depressione, delle lotte sindacali, delle speranze del New Deal. L’altra America del folk e del blues. Intellettuale, romanziere e attivista politico, Woody Guthrie ha raccontato gli operai e gli emarginati, schierandosi contro le ingiustizie di politici e capitalisti, lasciando un’eredità che ha influenzato tutta la canzone popolare e di protesta venuta dopo, da Bob Dylan a Joan Baez, a Bruce Springsteen, fino a Billy Bragg e ai Clash. Tra blues dolenti e brani frenetici, “This Machine Kills Fascists” è un viaggio in musica che parte dal paese natale di Guthrie in Oklahoma per muoversi tra tempeste di sabbia, vagabondaggi in treno, abiti stracciati, New York, Sacco & Vanzetti.

Nel secondo set della serata il pubblico di Time in Jazz ritrova Uri Caine (già protagonista la sera prima alla torre di San Giovanni a Posada del concerto in duo con Paolo Fresu); il pianista di Filadelfia si presenta in trio sul palco di piazza del Popolo con due compagni di viaggio del calibro di Mark Helias al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria, con cui ha firmato, lo scorso settembre, il cd “Calibrated Thickness”. Con uno sguardo che ruota a 360 gradi sul mondo musicale, trenta album e svariati premi all’attivo, tante e prestigiose collaborazioni con protagonisti del jazz e della musica classica internazionali, il pianista è da iscrivere tra le figure che hanno contribuito maggiormente ad ampliare e ridefinire il linguaggio jazzistico degli ultimi trent’anni: un geniale alchimista che compone in modo originale ripartendo dal passato prossimo del grande jazz come da quello più remoto della musica classica, capace di rileggere i repertori di ogni epoca con intelligenza, cultura e humour.

Con la prima serata sul palco di Piazza del Popolo si inaugurano anche gli appuntamenti dopoconcerto nello spazio jazz club allestito nella “piazzetta degli incontri”, davanti al Centro Culturale “Pietro Casu”: protagonista una formazione ad hoc, il Rent A Trio composto da Matteo Cara (pianoforte, tastiere), Edoardo Meledina (basso) e Vito Cauli (batteria), più ospiti di volta in volta differenti.