22 November, 2024
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Il pianista francese Etienne Manchon con il suo trio, le catalane Escarteen Sisters e tre formazioni italiane: il trio sardo Trikáranos, Camilla Battaglia e Sara Battaglini e con i rispettivi progetti. Questi i cinque finalisti della seconda edizione di JazzAlguer Mediterrani, il concorso per giovani band inserito, anche quest’anno, nel più ampio cartellone di JazAlguer la rassegna organizzata ad Alghero dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu. A partire dalle 21.00 e con ingresso gratuito al pubblico, si sfideranno a suon di musica sul palcuo allestito nel Largo San Francesco. In quindici minuti, ogni bandz dovrà esprimere il meglio della propria proposta artistica per conquistare le preferenze della giuria del contest; con Nick The Nightfly, musicista, deejay e voce storica della radio, Paolo Fresu ed il contrabbassista Salvatore Maltana,coordinatore artistico di JazzAlguer e fanno parte quest’anno altri due volti noti del panorama jazzistico: il pianista Roberto Cipelli e la cantante Francesca Corrias. Al termine della serata, completate le esibizioni, i giurati trarranno le valutazioni e decreteranno i vincitori: in palio c’è una borsa di studio del valore di cinquemila euro da destinare ad attività di formazione e crescita artistica, come corsi di specializzazione, la produzione e/o la pubblicazione di un disco o di un altro progetto musicale. Come già nella prima edizione, il concorso è riservato a giovani formazioni provenienti da paesi dell’area mediterranea, di età media (sommando quella dei singoli membri) non superiore ai trentacinque anni e con non più di due album già pubblicati. Nessuna restrizione riguardo ai generi musicali ammessi, ma requisito indispensabile è l’originalità dei brani proposti. Quarantuno le formazioni iscritte (due in più rispetto all’anno scorso), tra le quali la giuria ha selezionato le cinque finaliste in gara domenica sera. Il progetto Dalia della cantante fiorentina Sarà Battaglini, con Federico Pierantoni al trombone e Enrico Ronzani al pianoforte, si presenta come un un trio che cerca di mettere in primo piano uno spazio circoscritto fra i diversi modi di interpretare la propria musica da parte dei suoi componenti. Emit è invece la band che vede accanto a Camilla Battaglia l’altosassofonista Michele Tino, Andrea Lombardini al basso e Bernardo Guerra alla batteria. La cantante e compositrice nata a Milano nel 1990, ha rilasciato lo scorso ottobre il suo secondo album, “EMIT: RotatoR TeneT”: un disco che celebra in musica il concetto di “tempo” attingendo apertamente dalla scienza, dalla letteratura, dalla filosofia. Trikáranos, che in greco antico significa “mostro a tre teste”, è il nome scelto da Andrea Cocco (pianoforte), Matteo Marongiu (contrabbasso) e Roberto Migoni (batteria) per il loro sodalizio artistico; un nome che sintetizza la filosofia di questo trio che, attingendo alle diverse esperienze artistiche dei suoi componenti, ha elaborato negli anni un proprio linguaggio espressivo in cui si fondono sonorità mediterranee con atmosfere più intime. Altro piano trio in gara quello in arrivo dalla Francia, intestato al giovane pianista di Tolosa Etienne Manchon, con Clément Daldosso al contrabbasso e Théo Moutou alla batteria. Nonostante il suo nome, l’Etienne Manchon Trio – che conta già un disco all’attivo – è sempre stato pensato come un’esperienza di gruppo, con un repertorio che riflette diverse influenze, dal jazz contemporaneo al progressive rock, ma senza dimenticare la musica classica del ventesimo secolo, Ravel, Debussy. Arrivano invece da Barcellona, le Escarteen Sisters, ovvero Laia e Flavia: due voci femminili che cantano mentre una suona il violino e l’altra il violoncello. Per questo dicono in realtà di essere un quartetto: due voci e due strumenti per una musica che, anche in questo caso, è un insieme di suoni eclettici che vengono da ispirazioni diverse: il jazz, il blues, la musica folk mediterranea. A precedere la serata finale del contest per giovani band, un altro appuntamento da non perdere, ospitato nel pomeriggio alle Tenute Sella & Mosca, tra i principali partner della rassegna, in località I Piani, a una decina di chilometri da Alghero: alle 17.00, anche in questo caso con ingresso gratuito, verrà presentato un docufilm di Marco Antonio Pani sulla passata edizione di JazzAlguer. “Raccontare la prima edizione di una grande manifestazione che avrebbe portato il jazz ad Alghero in un grande happening diluito nell’arco di un anno solare“, spiega il regista, “significava per noi raccontare come si sarebbe sviluppata l’esperienza, che luoghi avrebbe attraversato, e quali sensibilità artistiche avrebbe coinvolto. Ma anche, e forse più, rendere conto di quello speciale rapporto che la città di Alghero, i suoi luoghi e i suoi abitanti hanno con la musica e della sensibilità con cui gli organizzatori di JazzAlguer hanno saputo intercettare questo tratto distintivo della città. Oltre a intervistare Paolo Fresu e Salvatore Maltana, rispettivamente direttore artistico e coordinatore del festival, e a filmare i concerti, il backstage, e i musicisti nella loro fugace presenza in città“, aggiunge Marco Antonio Pani, “abbiamo voluto raccontare il rapporto di alcuni algheresi – noti musicisti, ma anche appassionati e cultori del jazz – con la musica e con la città. Ne viene fuori, crediamo, un piccolo inedito ritratto della città e della sua speciale inclinazione per accogliere grandi eventi di spettacolo, arte e cultura“.