4 November, 2024
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Dopo le anteprime, al via il XXXVI festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. Concerti “Jazz Around” dal 27 sino al 30 agosto nel borgo medievale di Tratalias, Sant’Antioco, Masainas (Is Solinas) e Carloforte. Dal 31 al 4 settembre: laboratori e spettacoli tra piazza del Nuraghe, spiaggia di Porto Pino e località Candiani. Sempre in piazza, la mostra dedicata a Basilio Sulis, in collaborazione con Luciano Rossetti.

Le numerose presenze per i primi due spettacoli di anteprima del festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” testimoniano l’affetto che il pubblico nutre per la manifestazione targata Punta Giara, arrivata alla 36ª edizione.

Nonostante le restrizioni, la forza trainante della musica e della cultura è riuscita a portare sull’isola appassionati e amanti del genere, creando un precedente che fa ben sperare per le prossime date del festival che prenderà il via ufficialmente il 27 agosto.

A rinnovare questa prima edizione senza il suo fondatore Basilio Sulis, come anticipato dagli organizzatori, saranno gli spettacoli diffusi, i quali caratterizzeranno la prima tranche del festival (dal 27 al 31 agosto) e la coda (dal 5 all’8 settembre).

Prima tappa, venerdì 27 agosto, Borgo Medievale di Tratalias, dove dalle 21,00, si esibirà la formazione di Gabriele Mitelli O.N.G. “Crash” (Gabriele Mitelli – pocket tromba, genis russo, elettronica; Enrico Terragnoli – chitarra elettrica; Gabrio Baldacci – chitarra elettrica baritono; Mark Sanders – batteria).

Sabato 28 agosto il festival approderà a Sant’Antioco, a Is Pirixeddus, sempre con Gabriele Mitelli, stavolta in trio, insieme a John Edwards al contrabbasso e Mark Sanders alle percussioni.

Gabriele Mitelli è uno dei più giovani e interessanti trombettisti e compositori italiani. In pochi anni ha suonato con alcuni dei più importanti musicisti della musica jazz e di confine tra cui Ralph Alessi, Markus Stockhausen, Gianluca Petrella e Giovanni Guidi, Cristiano Calcagnile, Beppe Scardino, Tino Tracanna.

Lo spettacolo è ad ingresso gratuito (prenotazioni presso Infopoint, via Roma 47, Sant’Antioco, telefono +39 3701115900, Email welcometosantantioco@gmail.com).

Il 29 agosto, al tramonto nella splendida spiaggia di Is Solinas (Masainas), alle 19,00, il polistrumentista Dudù Kouate in solo, con un set di strumenti tipicamente africani, tra cui percussioni, flauti e liuto berbero, guidati dalla voce del griot senegalese.

Tiene seminari sulla storia degli strumenti tradizionali africani cercando di tracciare i confini territoriali delle popolazioni e divulgando la tradizione culturale africana attraverso racconti di fiabe musicate.

Il musicista sarà anche impegnato, dal 31 agosto al 4 settembre, con i seminari “Percussion for Kids” per i bambini dal 5 ai 10 anni che si svolgeranno con il maestro Dudu Kouatè presso la spiaggia di Porto Pino, dalle ore 10.00 alle 12.00, con un’esibizione finale il 4 settembre. Il seminario si svolge con la collaborazione della Associazione ANSPI di Sant’Anna Arresi. Iscrizioni già disponibili contattando i numeri 3385931627 e 3400764611.

La prima parte dei concerti si chiuderà il 30 agosto al Parco Urbano del Generale a Carloforte, Isola di San Pietro.

Alle 21,00 saliranno sul palco Paolo Angeli e Hamid Drake. Uno dei più grandi percussionisti del jazz contemporaneo, accompagnato alla chitarra-cello dal musicista gallurese, che porta dentro di sé una Sardegna che scalpita e cerca di emergere sotto ogni nota.

Dal 31 agosto il festival tornerà alle origini, in piazza del Nuraghe, sino al 4 settembre per poi ricominciare con i concerti itineranti sino all’8 settembre. Tutte le informazioni e gli appuntamenti di questa seconda parte della manifestazione saranno comunicati nel fine settimana.

In piazza del Nuraghe, come già accennato, sempre dal 31 agosto al 4 settembre. verrà installata una mostra fotografica con alcuni ritratti di Basilio Sulis scelti e curati dal fotografo Luciano Rossetti.

«Un omaggio per ricordare il fondatore, il visionario ispiratore, l’anima del festival che ha portato i migliori musicisti jazz al mondo in un piccolo paese alla periferia dell’impero, come lui amava dire. Trentasei pannelli come le edizioni del festival.»

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Doppio appuntamento, domani (martedì 29), con la rassegna di concerti che fa da pendant alla ventinovesima edizione dei Seminari Jazz in corso a Nuoro. Il primo è in programma alle 19 al Museo Ciusa, in piazza Santa Maria della Neve, dove sono di scena Tino Tracanna e Roberto Cecchetto. Reduci dal concerto della sera prima con il quintetto Acrobats, il sassofonista e il chitarrista si ripropongono al pubblico nuorese, stavolta nella dimensione più intima del duo. E sarà anche un’occasione per visitare le sale e le opere ospitate nello spazio dedicato al grande artista Francesco Ciusa (1883-1949), considerato l’iniziatore della scultura moderna in Sardegna.

Classe 1956, Tino Tracanna ha attraversato la storia del jazz italiano degli ultimi trent’anni, contribuendo alla sua crescita, insieme a grandi musicisti e interpreti come Franco D’Andrea, Giorgio Gaslini, Paolo Fresu, Maria Pia De Vito, Gianluigi Trovesi, Pino Minafra, Enrico Rava, Roberto Gatto – solo per citarne alcuni – ed ha conquistato importanti premi nazionali e internazionali grazie ai propri progetti discografici (una ventina gli album a suo nome o come co-leader) e ai dischi incisi con il quintetto di Fresu, nelle cui file milita fin dagli esordi nel 1984. Numerosissime sono anche le sue collaborazioni con musicisti europei e americani. Ha fatto parte del corpo docente dei Seminari Jazz di Nuoro fino al “cambio della guardia” di quattro anni fa.

Chitarrista eclettico e dalla forte identità musicale, inizia il suo viaggio musicale nel 1993 nel gruppo Electric Five di Enrico Rava con cui gira a lungo, fino al 2001, in Europa e altrove. Allo stesso tempo inizia una serie di collaborazioni con varie formazioni e registrazioni con musicisti come Patrizio Fariselli, Gak Sato, Hector Zazou, Gianluigi Trovesi, Maria Pia De Vito, Eivind Aarset, Lionel Loueke, solo per citarne alcuni. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo album come leader, “Downtown”, seguito da “Memories” “Mantra” e “Soft Wind“, catturando l’attenzione dei critici come uno dei musicisti più interessanti e innovativi della scena jazzistica italiana ed europea. Nel 2007 e nel 2010 ha vinto il premio Top Jazz della rivista Musica Jazz.  

In serata la rassegna di concerti va in trasferta per la sua terza tappa fuori città: dopo Posada e Orosei è la volta di Onanì, piccolo borgo nell’Alto Nuorese, che ospita l’omaggio a Fats Waller, uno dei più importanti musicisti della storia del jazz, di un quartetto capeggiato da Gianni Cazzola, il “padre” della batteria del jazz italiano, sulla cui scena è in azione da sessant’anni. Assente per motivi di salute l’altro artefice del progetto, il chitarrista Sandro Gibellini, spetterà a lui il compito di rendere tributo al grande pianista, cantante e compositore afroamericano (1904-1943), in compagnia del sassofonista Claudio Chiara, di Nico Menci al pianoforte (al posto di Gibellini) e di Roberto Piccolo al contrabbasso. Si comincia alle 21.00 in piazza Funtana Manna con ingresso gratuito.

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Giornata intensa, domani lunedì 28 agosto, a Nuoro, per la ventinovesima edizione dei Seminari Jazz , in pieno svolgimento da martedì scorso e fino a venerdì 1 settembre nel capoluogo barbaricino. Alla Scuola Civica di Musica, dove proseguono le lezioni secondo i consueti orari, prende il via uno degli appuntamenti didattici più importanti: la masterclass internazionale di Kenny Barton. Il grande pianista americano sarà in cattedra ogni pomeriggio a partire dalle 15.00 fino a giovedì 31 agosto) con l’unica eccezione di mercoledì 30 quando è atteso in concerto al Teatro Eliseo, momento clou della rassegna collegata ai seminari.

Rassegna che intanto propone domani sera, lunedì 28 agosto, alle 21.00, nel consueto spazio dei cortili del Museo del Costume, il progetto Acrobats di una vecchia conoscenza di Nuoro Jazz: il sassofonista Tino Tracanna, docente dei corsi nuoresi dagli esordi e fino a quattro anni fa. Con lui in concerto il trombonista Mauro Ottolini, il chitarrista Roberto Cecchetto, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Giovanni Giorgi alla batteria, a completare i ranghi del quintetto nato sei anni fa, una delle formazioni più originali apparse ultimamente sulla scena jazzistica italiana, e che conta due dischi all’attivo: l’omonimo “Acrobats”, del 2011, e “Red Basics”, del 2016. Jazz contemporaneo, libero da precisi riferimenti stilistici, dove il dialogo tra i musicisti, ciascuno con uno stile inconfondibile e una forte personalità, gioca ad affrescare l’impossibile rappresentazione del terzo millennio, tra frammenti d’Africa, spasimi elettronici, melodie eteree e grooves sanguigni.

Ma il buon jazz, domani (lunedì 28) a Nuoro, si vede già dal mattino. Alle 9.00 ecco, infatti, un nuovo appuntamento con le “Colazioni Jazz” al Caffè “I Grani”, al civico 3 di via Fratelli Bandiera: di scena un duo composto dal contrabbassista Pierluigi Manca e, al vibrafono, dal percussionista Olmo Chittò, vincitore di una borsa di studio offerta dal Conservatorio di Trento per frequentare i corsi nuoresi.

Poi, alle 19.00, altro momento musicale in programma con la seconda “sortita”, dopo quella di mercoledì, nel Corso Garibaldi: protagonista anche in questa occasione una pattuglia di allievi del ventinovesimo Seminario jazz.

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Ancora una giornata particolarmente intensa al festival “Time in Jazz” edizione numero trenta, in pieno svolgimento da martedì scorso fino a mercoledì 16 agosto, tra Berchidda e gli altri quattordici centri del nord Sardegna che fanno parte quest’anno del suo circuito. 

La musica ha preso il via, come sempre, a metà mattina: alle 11 tappa a Olbia, nella chiesa di San Paolo, per riascoltare Tomasz Stanko e David Virelles, stavolta in duo, dopo il concerto che la sera prima li avrà visti in azione a Berchidda con il New York Quartet intestato al trombettista polacco. 

Nel tardo pomeriggio, alle 18.00, il festival si sposta a L’Agnata, la tenuta vicino a Tempio Pausania che fu uno dei principali luoghi di ritiro di Fabrizio De André e che ha ospitato momenti memorabili di sette edizioni di Time in Jazz. E sarà un evento decisamente in tema a sancire questo ritorno, proposto in collaborazione con la Fondazione De André: “Le Rondini e la Nina”, questo il titolo, è infatti un omaggio musicale tra jazz e canzone d’autore a Fabrizio De André e a un altro grande cantautore scomparso, Lucio Dalla, attraverso una rilettura originale dei loro repertori. Un progetto nato proprio a Berchidda, nel giugno di cinque anni fa (con il titolo “Laber per Lucio e Faber”), e poi ripreso in qualche altra occasione (come lo scorso dicembre a Orvieto per Umbria Jazz Winter), che vede insieme Gaetano Currei e Fabrizio Foschini, rispettivamente voce storica e pianista degli Stadio (band “pop-rock d’autore” per auto-definizione), con Paolo Fresu (tromba e flicorno) e Raffaele Casarano (sax) uno dei più promettenti astri del nuovo jazz italiano.

Ma “Le rondini e la Nina” è più di un semplice concerto: è un tributo a due uomini e artisti, Lucio Dalla e Fabrizio De André, che, pur provenendo da contesti differenti, hanno toccato le stesse corde dell’anima, portando con la musica, la poesia e la loro stessa vita, messaggi universali spesso “scomodi”, con una grande capacità di osservazione e apertura al nuovo, come sottolinea Gaetano Curreri: «[…] Non sarà solo una contaminazione tra jazz ed esperienza cantautorale, ma si proseguirà un percorso in cui i vari linguaggi e generi dell’arte trovino nuove direzioni di sperimentazione, creazione e ricerca, ecco sarà proprio cosi, anzi… sarà vera Improvvisazione, come sarebbe piaciuto a Lucio e a Faber…».

Il riconoscimento di Curreri come uno dei più autorevoli cantautori italiani (sua la firma di molti grandi successi musicali degli ultimi trent’anni, da Vasco Rossi a Patty Pravo) e il suo stretto rapporto umano e artistico con Lucio Dalla, iniziato nel 1979 con la partecipazione al celebre tour Banana Republic di Dalla e De Gregori, ne fanno l’interprete perfetto per questo tributo alla musica d’autore e al genio di questi grandi artisti.

Lucio e Faber sono anche stati portatori di una serie di valori umani e artistici di cui, pur non avendoli conosciuti personalmente, si sente permeato anche Paolo Fresu: «La canzone di De André è sempre di più la canzone di tutti noi e travalica il senso generazionale. Perché è in grado di parlare a tutti e arriva dritta alla mente e al cuore […] e c’è un parallelismo tra la sua figura e quell’altra amatissima di Lucio Dalla […] perché anche le canzoni di Dalla hanno dato parola agli umili e ai perdenti […]. Parafrasando ancora De André, se ‘dal letame nascono i fiori’ una semplice canzone potrà suggerirci una via luminosa in questo momento buio e Gaetano Curreri, estimatore di Fabrizio e vicino a Lucio più di chiunque altro, lo saprà fare come solo lui sa: con la leggerezza di chi volerà alto sul nostro immaginario, per molto tempo. Voleranno le rondini dunque. Quelle di Lucio con la Nina di Faber».

Altri suoni e atmosfere attendono il pubblico al rientro a Berchidda con la consueta parata per le vie del paese degli Huntertones con le loro sonorità funk, jazz e rhythm & blues a precedere il doppio concerto serale in programma sul “Palco centrale” del festival, in Piazza del Popolo.

Il primo set, alle ore 21.30, propone le atmosfere elettrizzanti del Pipon Garcia Trio, progetto d’avanguardia in arrivo dalla Francia, frutto dell’incontro di musicisti provenienti dalle scene jazz, hip-hop e electro, che mette in comunicazione universi sonori differenti, giocando con le convenzioni e riferimenti alla musica dagli anni Sessanta a oggi. Al timone del trio Philippe “Pipon” Garcia, figura emblematica della sperimentazione e batterista di grande esperienza, che torna a calcare le scene di Berchidda dopo otto anni dalla sua esibizione con il duo “electro-drum’n’jazz” Cosmik Connection, questa volta con un nuovo progetto di fusione all’insegna della sperimentazione estrema e dell’improvvisazione, in cui lo affiancano il cantante senegalese Sir Jean e il contrabbassista Thibaud Soulas.

L’eclettico Philippe Garcia ha trascorso sei anni in Turchia nei ranghi dell’Orchestra Sinfonica di Istanbul, ha collaborato con Don Cherry, Barre Philips, e accompagnato anche alcune coreografie di Carolin Carlson e Carine Wener. Nel 1994 è stato tra i fondatori del Collectif MU con il sassofonista Gaël Horellou, col quale ha poi dato vita, nel 1997, alla Cosmik Connection, con cui ha realizzato tre album, collaborando parallelamente con Erik Truffaz, Michel Benita, Laurent de Wilde, sviluppando inoltre un progetto dal vivo sotto il nome di Kpt’n Planet.

Artista poliedrico, non stupisce che Thibaud Soulas abbia messo il suo contrabbasso al servizio di questo progetto; cantante, trombettista e tanto altro ancora, si è dedicato alla totale sperimentazione dei più diversi generi musicali, spaziando dal jazz delle radici a quello più moderno, dal fado alla musica gnawa, dalla classica al sound painting. Tra le sue collaborazioni spiccano quelle con Enrico Rava, Gary Bartz, Stephane Belmondo, Bruno Ruder e Vincent Le Quang, quella con il pianista bulgaro Mario Stanchev e le incursioni nella musica africana con l’Imperial Quartet del Mali o afro-cubana con il trio “Belem”.

Nato a Dakar, Sir Jean ha iniziato a suonare reggae – zouk a 17 anni con la band The Messengers, trasferendosi poi a studiare in Francia nel 1991, e entrando nei Crazy Skankers, band a base di reggae, ska e rocksteady. Per otto anni entra nei ranghi del gruppo cult Meï Teï Sho, lasciando spazio anche a numerose altre collaborazioni come quelle con Le peuple de L’Herbe, Zenzile, JMPZ, Ezekiel, Grosso Gadgetto, Simeo, e prendendo parte all’album “African Legacy” del collettivo hip hop Dokhandeme. Voce unica e riconoscibile, apprezzato in tutta la Francia, grazie anche ai suoi testi impegnati, Sir Jean è forse la figura più emblematica della scena meticciata di Lione.

Come già annunciato, Enrico Rava, che da programma avrebbe dovuto suonare nel secondo set della serata di lunedì 14 con il suo gruppo Tribe, non potrà partecipare al festival per motivi di salute. In alternativa, a salire sul palco di piazza del popolo sarà, dunque, l’2enfant du pays” Paolo Fresu, ideatore e direttore artistico di Time in Jazz, alla testa del suo quintetto “storico”, la stessa formazione ad aver acceso la scintilla del festival nel 1988: Tino Tracanna ai sassofoni tenore e soprano, Roberto Cipelli al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso e Ettore Fioravanti alla batteria, oltre allo stesso Fresu, naturalmente, alla tromba e al flicorno. Ospiti d’eccezione, due membri del gruppo di Rava Tribe: il trombonista Gianluca Petrella e, al piano Fender, Giovanni Guidi. Nel corso della serata è previsto un collegamento telefonico con Enrico Rava al quale il festival di Berchidda tributerà un premio alla carriera.

Paolo fresu 5th © Roberto Cifarelli

 

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Nuova giornata all’insegna della musica, giovedì 10 agosto, a Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda, ma con tappe anche in altri centri del nord Sardegna, che martedì 8 agosto ha salpato le ancore della sua Trentesima edizione a bordo del traghetto della Sardinia Ferries e che prosegue fino al 16 agosto con un calendario fitto di eventi.

Si comincia in mattinata con una produzione originale che chiama in azione due musicisti salentini legati da tempo da proficua collaborazione: il sassofonista Raffaele Casarano e il contrabbassista Marco Bardoscia. Il titolo, “Locomotive”, allude al contesto ferroviario in cui si svilupperà l’evento: le stazioni di Oschiri e Berchidda. Un treno straordinario, in partenza da Olbia alle 10.20, con fermate intermedie a Monti/Telti (ore 10.38) e Berchidda (ore 10.50), trasporterà il pubblico alla stazione di Oschiri, con arrivo alle 10.59, dove sosterà per circa tre quarti d’ora per la prima parte della performance. Il treno ripartirà quindi in direzione opposta alle 11.49 alla volta di Berchidda, dove alle 11.56 inizia la seconda parte, prima di riprendere la corsa alla volta di Olbia (arrivo alle 13.16, con fermata a Monti/Telti alle 12.58).

L’evento è realizzato nell’ambito del progetto “Italian Jazz Express – viaggio (musicale) tra le suggestioni dei paesaggi storici d’Italia” (che rientra nella rete nazionale I Luoghi del Jazz sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali): coinvolte in partenariato cinque realtà associative no profit operanti nel settore della promozione del jazz in Italia – Ancona Jazz, Locomotive di Sogliano Cavour, Novara Jazz, Musica Moderna di Thiene e Time in Jazz (capofila) – con la Fondazione FS Italiane come partner tecnico. 

Il programma musicale della giornata prosegue invece verso il tramonto sulla spiaggia di Porto Taverna, nei pressi di Loiri Porto San Paolo, sempre sulla costa orientale, dove alle 18 ritorna in scena Giovanni Guidi già impegnato ventiquattr’ore prima insieme al trombonista Gianluca Petrella nel progetto SoupStar, stavolta in compagnia del suo solo pianoforte.

Si resta in riva al mare anche per quello che si annuncia come uno dei concerti più interessanti: protagonisti Uri Caine e Paolo Fresu in duo di scena alle 21.00 alla Torre di San Giovanni, a Posada.

Per motivi di salute, intanto, Enrico Rava non potrà partecipare al festival nel secondo set della serata di lunedì 14 con il suo gruppo Tribe. Già pronta l’alternativa: a salire sul palco di piazza del popolo a Berchidda sarà l’enfant du pays Paolo Fresu, ideatore e direttore artistico di Time in Jazz, alla testa del suo quintetto “storico”, la stessa formazione ad aver acceso la scintilla del festival nel 1988: Tino Tracanna ai sassofoni tenore e soprano, Roberto Cipelli al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso ed Ettore Fioravanti alla batteria, oltre allo stesso Fresu, naturalmente, alla tromba e al flicorno. Ospiti d’eccezione, due membri del gruppo di Rava Tribe: il trombonista Gianluca Petrella e, al piano Fender, Giovanni Guidi.

Nel corso della serata è previsto un collegamento telefonico con Enrico Rava al quale il festival di Berchidda, come già annunciato, tributerà un premio alla carriera.

Paolo Fresu Uri Caine 09 (©roberto cifarelli)

Paolo fresu 5th © Roberto Cifarelli

 

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Franca Masu (foto Francesco Truono) (m) Franca Masu (foto Marta Pich)

Spicca il nome di Franca Masu nel palinsesto di domani (mercoledì 31) a Nuoro Jazz. Alla cantante di Alghero, voce della cultura e della lingua catalana ancora vive nella sua cittadina, spetta infatti il compito di condurre in mattinata la masterclass che ogni edizione del Seminario Jazz nuorese dedica ai molteplici aspetti della musica popolare sarda. Franca Masu salirà dunque in cattedra alle 11.00, alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina), per testimoniare la canzone in algherese come patrimonio del panorama culturale tradizionale della Sardegna e la sua rinnovata produzione nei primi vent’anni di carriera artistica.

Poi, in serata, sarà al centro dei riflettori del Museo del Costume a partire dalle 21.15 per esibirsi in concerto nell’ambito della rassegna che affianca le attività didattiche del Seminario Nuoro Jazz: in programma “Azulejos”, un live in cui si coglie l’aspetto più intimo della sensibilità e della forza femminile dell’artista algherese che con il suo canto tiene stretto il legame con le sue radici, prima sarde e poi catalane, senza dimenticare di essere naturalmente italiana. Accompagnata da Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Alessandro Girotto alla chitarra, Salvatore Maltana al contrabbasso e Andrea Ruggeri alla batteria, con “Azulejos” Franca Masu torna ad addentrarsi in antiche e nuove melodie della sua Alghero, ma apportando anche alcuni tra i temi più noti in lingua sarda, portoghese e castigliana che fanno ormai parte del suo repertorio, per affrontare un viaggio su nuovi territori sonori vicini al jazz ma conservando il senso predominante della tradizione.

Un altro momento musicale scandisce la giornata di domani (mercoledì 31) a Nuoro Jazz: al Museo Ciusa, da poco riaperto, suona il duo di Bebo Ferra e Paolino Dalla Porta. È un sodalizio artistico quasi ventennale quello del chitarrista cagliaritano e il contrabbassista mantovano (il debutto risale infatti al 1997), che nel corso del tempo hanno affinato un’intesa perfetta, apprezzabile anche attraverso le tracce di dischi come “Bagatelle” (2002) e “Aria” (2006). La ricerca e lo scambio di ruoli fra i due strumenti sono gli elementi portanti di un’idea musicale che cerca di trasformare la dimensione cameristica del duo acustico in una proposta ricca di soluzioni ritmiche. I due musicisti, entrambi docenti al Seminario jazz di Nuoro, condividono esperienze anche con altri gruppi e progetti, in particolare il Devil Quartet di Paolo Fresu.

Alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” proseguono intanto le attività didattiche anche in vista del concerto-saggio finale di venerdì sera (2 settembre) a Oliena (con inizio previsto alle 19.00) che suggellerà questa edizione numero ventotto del Seminario Nuoro Jazz. Oltre alle lezioni teoriche e strumentali, le prove aperte di gruppo e le classi di musica d’insieme, il programma della giornata di domani (mercoledì 31) prevede alle 15.45 il terzo dei “Quattro passi nel jazz”, la serie di conferenze aperte al pubblico del musicista e musicologo Enrico Merlin, che si completerà l’indomani (stessa ora) con il quarto e ultimo incontro. Giovedì sera (1 settembre) ultimo appuntamento anche per la rassegna di concerti al Museo del Costume: protagonista Attilio Zanchi, che torna a Nuoro dopo essere stato parte del corpo docente dei Seminari di jazz per venticinque edizioni. Il contrabbassista milanese sarà alla testa di un quintetto che schiera un’altra vecchia conoscenza dei corsi nuoresi, il sassofonista Tino Tracanna, Max De Aloe alla fisarmonica e all’armonica, Massimo Colombo al pianoforte e Tommy Bradascio alla batteria.

Adri e Antonio

Domenica 16 novembre 2014, alle ore 19.00, all’Arco Studio di via Portoscalas 17, Cagliari, per la stagione di Musica da camera de Il Crogiuolo, si terrà il concerto Experiment 2, con Adriano Orrù al contrabbasso e Antonio Pinna alle percussioni.

Adriano Orrù e Antonio Pinna collaborano dal 2011 quando insieme a Mario Faticoni e Clara Murtas diedero vita a “Isola di Pietra” sonorizzando le poesie di alcuni dei più significativi poeti sardi. In seguito hanno collaborato al progetto “Geometrie Variabili” insieme a Silvia Corda ed Elia Casu. Questo quartetto ha prodotto nel 2013 il CD “The Breath”. Experiment 2, che viene presentato per la prima volta all’Arco Studio, è un duo atipico (contrabbasso e percussioni) in cui l’essenza del progetto è il dialogo tra due strumenti emancipati finalmente dal ruolo subalterno di “accompagnatori” per assumere, a turno o insieme, quello di solisti.

Adriano Orrù è un contrabbassista che si occupa di jazz, di improvvisazione radicale, di musica da camera e progetti multimediali. Ha collaborato in varie formazioni con Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Tony Oxley, Lenka Zupkova, AN MOKU, Ettore Fioravanti, Roberto Cipelli, Marco Tamburini, Tino Tracanna, Andy Gravish, Tim Hodkinson, Paulo Chagas, Joao Pedro Viegas, Mauro Sambo, Marcello Magliocchi, Victor Nubla, White Noise Generator, Moex, Simon Balestrazzi, Silvia Corda, Takatsuna Mukai, Henning Frimann, Renato Ciunfrini, Guro Skumsnes Moe, Håvard Skaset, Angelo Contini, G.P. Campus, Corrado Altieri, Monica Serra, Mauro Cossu, Clara Murtas, Stella Veloce, Sebastiano Meloni, Alessandro Garau, Alessandro Olla, Paolo Angeli, Manuel Attanasio, Elia Casu, Mauro Usai, Paolo Sanna, Roberto Pellegrini, Carla Onni, Giacomo Calabrese, Enrica Spada, Sara Marasso, Mario Faticoni, Rita Atzeri.

Antonio Pinna dal 2002 inizia ad avvicinarsi al mondo del Teatro collaborando come percussionista a diversi reading musicali e spettacoli teatrali. Nel 2006 frequenta i seminari estivi di Nuoro jazz con Ettore Fioravanti, e nel 2007 frequenta i seminari di Sant’Anna Arresi con Roberto Dani, Butch Morris, Umberto Petrin. Partecipa ai seminari di canto difonico dei maestro vietnamita Tran Quang Hai, e alle masterclass di tecnica per Zarb di Francois Bedel e Mohsen Kasirossafar. Attualmente prosegue il lavoro di ricerca del suono, sonorizzazione di reading e di improvvisazione radicale.