Andrea Cosentino presenta giovedì sera, alla Fucina Teatro – Vetreria di Pirri, lo spettacolo “Not here not now”.
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“Not here not now” è il titolo dello spettacolo che Andrea Cosentino, uno dei profili più interessanti della scena italiana, presenta domani, giovedì 21 settembre, alle 21.00, nello spazio Fucina Teatro per la rassegna del Crogiuolo “Settembre il mese azzurro” – il teatro interpreta l’arte visiva. La regia è di Andrea Virgilio Franceschi, il video di Tommaso Abbatesciani, una produzione di Pierfrancesco Pisani (in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival – E45 Napoli Fringe Festival, con il sostegno del progetto Perdutamente del Teatro di Roma).
Dove è e che cosa è davvero l’arte? Cosentino, con ironia e sfrontatezza, come nel suo stile, porta sul palco una riflessione sull’opera di vere e proprie icone dell’arte contemporanea, da Marina Abramović a Marcel Duchamp.
Ha ancora senso parlare di una finzione che si tramuti in esperienza? Basta mettersi in una teca e lasciarsi guardare per essere oggetti artistici? É più vero il sangue di una performer o il ketchup dell’attore? Oppure, ancora, è sufficiente credere a qualsiasi idiozia pur di apparire colti, aggiornati, caparbiamente contemporanei? Sono gli interrogativi che si pone e pone l’attore abruzzese, risolvendoli nello sberleffo, nello stupidario voluto della sua recitazione. Ecco allora, per esempio, un grande naso finto per fare il verso alla Abramović, presa di mira da Sorrentino in una famosa scena de La Grande Bellezza o, ancora più recentemente, da Virginia Raffaele in una delle sue esilaranti imitazioni mentre va ripetendo la parola “performance”. Il “performare” di Cosentino non vuole altro che prendere le distanze dal dover essere visti per dover essere: “Not here not now”, appunto.
L’attore di Chieti, nei suoi lavori come autore-attore, si distingue per una comicità colta e diretta che mescola impegno, paradosso, intrattenimento e cultura popolare. Oscillando da anni tra la scena off e i circuiti nazionali, ha creato un suo personalissimo modo di fare teatro, a cavallo tra affabulazione e nonsense.