2 November, 2024
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La spiga d’oro della 70ª Cavalcata Sarda è andata al “civraxiu nieddu” del gruppo folk Nuraghe di Settimo San Pietro, prodotto dal panificio “Arca dei sapori” di Anna Rita Fadda. La comunità di Settimo sale così per la seconda volta sul gradino più alto del podio di Pani di Sardegna, equiparando il risultato ottenuto nel 2015 con il “modditzosu”. Un doppio trionfo finora eguagliato solo da Villaurbana, prima classificata nel 2014 e nel 2018 grazie al suo ottimo “civraxiu”.

Ma in questa settima edizione del concorso, il successo di Settimo San Pietro non si è fermato qui. Il gruppo Nuraghe si è aggiudicato anche il secondo posto con il “civraxiu di semola” prodotto da “Le antiche tradizioni di Lory” di Lorena Farci.

A ritirare i premi domenica sera sul palco di Piazza D’Italia è stato il presidente Fabrizio Ligas, accompagnato dalle due panificatrici. Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato dalle mani del sindaco Nicola Sanna durante la serata folk presentata da Giuliano Marongiu. Al fianco di Sanna sono intervenuti l’assessore della Cultura e Turismo, Emanuela Palitta, la coordinatrice del concorso, Sonia Martinelli ed il direttore tecnico e coordinatore della giuria, Tommaso Sussarello.

Terzo classificato ancora un “civraxiu”, quello del gruppo Città di Villacidro prodotto dal panificio “Briciole di semola” di Elisabetta Scano. Al gruppo Città di Villacidro è andata anche una menzione speciale per il “pane con le olive nere” elaborato da Anna Casti.

La giuria di esperti ha iniziato il lavoro di selezione diverse settimane fa in Promocamera, dove ha analizzato le caratteristiche organolettiche e sensoriali dei numerosi campioni pervenuti da tutta l’isola. «Il concorso della Cavalcata è un’occasione straordinaria per risvegliare la cultura del pane a lievitazione naturale – ha affermato Tommaso Sussarello – e sensibilizzare i consumatori al riavvicinamento verso le migliori tradizioni gastronomiche. La crescita constante di questi anni è la dimostrazione che stiamo seguendo la strada giusta».

Il premio Pani di Sardegna è la ciliegina sulla torta di un’iniziativa che, a corollario della Cavalcata, da ben sette edizioni porta in Piazza Castello il Villaggio del Gusto, cuore pulsante di una tradizione antica che amplia i suoi orizzonti a tutte le specialità enogastronomiche dell’isola, attraendo e affascinando migliaia di visitatori.

Eli

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Saporito, fragrante e appena sfornato, il pane a lievitazione naturale è ormai indiscutibilmente uno dei grandi protagonisti della Cavalcata Sarda. Un pane antico realizzato con farine di grano duro macinate a pietra, impastato dal vivo per essere cotto nei due forni a legna predisposti all’ombra del grattacielo. A partire da venerdì, con il suo Villaggio del Gusto in Piazza Castello, “Pani ed Eccellenze di Sardegna” è divenuto il cuore pulsante di questa tradizione antica, che amplia i suoi orizzonti a tutte le altre specialità dell’enogastronomia isolana. Un fenomeno capace di attrarre migliaia di visitatori desiderosi di scoprire, gustare e portare a casa un ottimo prodotto, magari con la speranza di carpire qualche segreto della preparazione.

Fin dal primo mattino, donne e uomini della Pro Loco di Olmedo – grande protagonista dell’evento fin dalla prima edizione – hanno impastato le farine di fronte a un pubblico numeroso e incuriosito, dando prova di una maestria che è frutto di un’esperienza ultragenerazionale.

Dopo alcune ore di lievitazione all’interno degli stand, fumanti covatzas (focacce) sono sbucate dai forni incandescenti, infarcite su richiesta di ottima purpuza. Il menù, fra tradizione e innovazione, si è impreziosito delle gustose “carasanzas”, ottime lasagne di carasau e melanzane ideate dallo chef Massimo Meloni, bagnate da buon vino locale.

Oltre ai pani della migliore produzione sarda, tra decine di postazioni sarà possibile acquistare le altre “eccellenze” della tradizione come panadas, seadas, matza frissa, focacce, pasta fresca e secca, pane fratau, birre artigianali, vini, torrone, formaggi, salumi, miele, liquori, dolci ed altro ancora.

Ad intrigare gli appassionati è stata nondimeno la preparazione dal vivo di una pasta unica al mondo come “su filindeu”, una specialità tutta sarda, realizzata in questo caso dalle mani di Gianfranca Dettori.  Per tutta la giornata, l’esperta ha curato i laboratori dedicati a grandi e piccoli nello stand centrale della piazza. I partecipanti, soprattutto i bambini, hanno potuto osservare per poi cimentarsi con infinito divertimento, a pochi passi dalla mostra dei pani: una selezione rappresentativa di alcune tipologie tradizionali  e cerimoniali sarde, accostata a una miniatura del Castello di Sassari realizzata in pasta di pane dal pizzaiolo Matteo Sanna.

I laboratori sono proseguiti per tutto il pomeriggio, senza trascurare la preparazione della pasta decorata e i dolci tipici. A grande richiesta continueranno oggi a partire dalle 10.00 al mattino e nel pomeriggio a partire dalle 15.00, dedicati in particolare al filindeu e ai papassini. È possibile iscriversi in loco.

All’iniziativa è legato anche il concorso per il Premio per il miglior Pane di Sardegna, conteso tra i gruppi aderenti alla Cavalcata. Domenica, sul Palco di Piazza d’Italia, il prestigioso riconoscimento sarà consegnato dal sindaco e dall’assessora alla Cultura e Turismo, affiancati dalla coordinatrice Sonia Martinelli. Il concorso riveste un ruolo importante in termini di stimolo per la ricerca di una panificazione di alta qualità, sana e fedele alle tradizioni dell’isola. Da alcune settimane, una giuria di esperti guidata da Tommaso Sussarello, si è impegnata in Promocamera ad analizzare i pani provenienti dai diversi territori dell’isola attraverso l’esame visivo, gustativo e organolettico.

Ad aggiudicarsi il primo premio lo scorso anno era stato il civraxiu dell’Associazione culturale “Biddobrana” di Villaurbana, unico paese a svettare per ben due volte alla Cavalcata Sarda sui migliori pani da mensa, eguagliando il risultato del 2014. A trionfare nel 2017 era stato l’ammoddigadu del gruppo folk “Nostra Signora di Talia” prodotto dal panificio Madrigosas di Olmedo, nel 2016 il civraxiu del Gruppo folk Santa Vitalia di Serrenti, e nel 2015 il modditzosu del Gruppo Folk Nuraghe di Settimo San Pietro.

L’iniziativa è organizzata dal team Pani di Sardegna in collaborazione con il comune di Sassari e la Camera di Commercio del Nord Sardegna.

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Si è svolto ieri a Budapest “Sardegna, un mare di emozioni”, seminario di presentazione organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con l’Istituto nazionale per il Commercio estero (ICE), l’assessorato regionale del Turismo e UnionCamere Sardegna. 

I principali obiettivi sono quelli di rafforzare la destinazione Sardegna sul mercato ungherese ed aprire nuove opportunità commerciali alle nostre produzioni artigianali ed enogastronomiche.

«L’iniziativa – dice l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas – rientra nel calendario di eventi promozionali previsti dall’accordo stipulato lo scorso anno con UnionCamere Sardegna, grazie al quale, in questi mesi, abbiamo fatto conoscere la Sardegna e i suoi prodotti nei nostri mercati di riferimento come Germania e Francia ed in altri emergenti in tutta Europa. L’Ungheria appartiene a questa seconda categoria: lo scorso anno abbiamo registrato quasi 29mila presenze, con una permanenza media di 4,4 notti. Sono numeri che hanno ampi margini di crescita se sostenuti da un’adeguata azione di promozione perché la Sardegna ha molti motivi di interesse per i turisti ungheresi. Infatti, secondo le analisi pubblicate dall’ENIT, cercano il mare e nutrono forte interesse per cultura, enogastronomia e turismo attivo: tutti segmenti nei quali abbiamo un’offerta di qualità, soprattutto nei periodi di bassa stagione, particolarmente ricercati dai viaggiatori magiari. Per questa ragione abbiamo accolto l’invito a essere presenti a Budapest, portando anche un piccolo esempio delle nostre produzioni enogastronomiche e dei nostri pani.»

L’iniziativa, ospitata nella sala Federico Fellini dell’Istituto italiano di Cultura, si è aperta con i saluti dell’ambasciatore italiano in Ungheria Massimo Rustico, del direttore dell’Istituto Gian Luca Borghese e del direttore dell’ICE Marco Bulf. Poi è stato proiettato un video promozionale sulla Sardegna realizzato dall’assessorato del Turismo, che verrà introdotto dall’intervento di Ninni Chessa, capo di gabinetto dell’assessore Barbara Argiolas. La mattina è proseguita con gli ulteriori interventi di Francesco Mari, presidente della Camera di Commercio italiana per l’Ungheria e di Tonino Casu, presidente regionale dell’Associazione italiana tutela famiglie emigrati (AITEF), che ha inaugurato anche un nuovo Circolo dei sardi nella capitale ungherese. Infine, in chiusura una degustazione di prodotti tipici sardi e la presentazione dei pani artigianali sardi a cura di Tommaso Sussarello, enogastronomo.

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Giornata fitta di appuntamenti, sabato 30 settembre, a Neoneli, per l’ottava edizione di “Licanìas”, il festival culturale ed enogastronomico in corso da ieri (giovedì 28) e fino a domenica (primo ottobre) nel piccolo paese del Barigadu, in provincia di Oristano.

Si comincia alle 11.00, a Casa Cherchi, con una riflessione sul tema dello spopolamento dei piccoli paesi nell’incontro dal titolo “Culle vuote, scenari possibili futuri”, con Giulia Rivellini, professore associato di Demografia e Statistica Sociale presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano, a colloquio con la giornalista Simonetta Fiori, inviata del quotidiano la Repubblica. Autrice di numerosi articoli pubblicati su volumi e riviste nazionali e internazionali, Giulia Rivellini ha rivolto la sua più recente attività di ricerca principalmente allo studio integrato tra i comportamenti demografici individuali e la dimensione del contesto territoriale e relazionale, con riferimento alle tematiche dell’invecchiamento, del supporto sociale, dell’instabilità coniugale e della life satisfaction. 

Tiene banco nel pomeriggio “sa fregulada”, l’immancabile gara di cucina, uno dei momenti più attesi di “Licanìas”, che vedrà sfidarsi alcuni tra i migliori chef della Sardegna nella preparazione di ricette originali a base di fregula, la caratteristica pasta sarda di semola di grano duro. In lizza a partire dalle 16.00, nella competizione culinaria promossa con il coordinamento del Grande Maestro della ristorazione Guido Murtas e dal presidente regionale dell’Unione Cuochi Elia Saba, sette chef: Roberto Paddeu (delle Botteghe Frades di Porto Cervo), Daniele Sechi (del Blu Restaurant di Golfo Aranci), Leonardo Marongiu (del ristorante HUB di Macomer), Sara Congiu (dell’Antica Dimora “Il Gruccione” di Santu Lussurgiu), Marco Norio (del birrificio-osteria Horo di Sedilo), Francesco Murtas (del ristorante Al Gambero Rosso di Bosa) e Daniele Tanda (del ristorante La Rosa dei Venti di Porto Torres). Presenta la giornalista Alessandra Addari.

I piatti preparati passeranno al vaglio della giuria presieduta dall’enogastronomo Paolo Zaccaria e composta dal delegato ONAV Sardegna Quirico Mura, dallo chef del ristorante “Su Carduleu” di Abbasanta Roberto Serra, dall’enogastronomo Tommaso Sussarello e dai giornalisti Dario Cappelloni, Roberto Ripa e Pasquale Porcu. Dopo la degustazione dei piatti in gara, a partire dalle 17.00, il vincitore viene incoronato alle 20.00 nella cerimonia di proclamazione e premiazione e di consegna degli attestati agli chef partecipanti.

Tre diversi appuntamenti scandiscono la serata in piazza Italia: il primo, alle 19.00, è l’incontro “Culture e sapori dei paesaggi rurali”, con Marco Bolasco, direttore area enogastronomica di Giunti Editore e consigliere di amministrazione di Slow Food, e con il coordinatore della guida I vini d’Italia de L’Espresso Maurizio Valeriani; dialoga con loro la critica enogastronomica Erica Battelani, amministratore delegato e responsabile dei contenuti del sito Via dei Gourmet.

Alle 21.00 riflettori puntati sul poeta e performer Guido Catalano di scena con il reading dei versi racchiusi nel suo ultimo libro “Ogni volta che mi baci muore un nazista” (Rizzoli): sono versi che fanno ridere, surreali e fulminanti, quelli che questo artista della parola (“Per essere un poeta son troppo di buon umore”, si legge nella pagina BIO del suo sito) propone nelle sue divertenti e stralunate performance sui palchi dei centri sociali e dei festival letterari come negli spazi più raccolti di circoli, bar e librerie. Torinese, classe 1971, Guido Catalano è autore di sette libri di poesie (circa trentamila copie vendute per “Ti amo ma posso spiegarti”, del 2012, e “Piuttosto che morire m’ammazzo”, del 2013, pubblicati da Miraggi Edizioni) e di un romanzo, “D’amore si muore ma io no” (Rizzoli), uscito l’anno scorso con l’emblematico sottotitolo “Il primo romanzo dell’ultimo dei poeti”.

Chiusura di serata, alle 22.00, con Ginevra Di Marco accompagnata da Francesco Magnelli alle tastiere e Andrea Salvadori alla chitarra in un live del suo ultimo album, “La Rubia canta la Negra”, dedicato a Mercedes Sosa, la grande voce folk argentina (1935-2009), simbolo della lotta per i diritti civili della sua terra. Un disco che rappresenta la tappa più recente (è uscito lo scorso maggio) del percorso artistico che la cantante fiorentina, già prima voce accanto a Giovanni Lindo Ferretti nei gruppi CSI e PGR, porta avanti dal 1999 con la collaborazione di Francesco Magnelli: una carriera solista sempre più aperta verso le altre culture, a partire dal progetto Stazioni Lunari, un evento che ogni volta si rinnova di artisti diversi. Canti dai margini del mondo e della storia, dai Balcani all’America Latina, dagli italiani del Sud a quelli della sua terra, la Toscana: un mondo in cui la voce di Ginevra Di Marco si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità la vitalità delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi e complementari dell’amore.

A Ginevra Di Marco spetta anche il compito di aprire domenica, 1 ottobre, la giornata conclusiva di Licanìas: accompagnata ancora da Andrea Salvadori alla chitarra, proporrà alle 10.30 una serenata mattutina dal balcone della biblioteca in via san Pietro.

Alle 11.00 a Casa Cherchi è invece in programma un incontro dal titolo “Felicità d’Italia”, paesaggio, arte, musica e cibo, con la giornalista Simonetta Fiori e Piero Bevilacqua, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Roma La Sapienza. La conversazione è seguita da un aperitivo con prodotti locali. Dalle 11.30 alle 13.00, a Sa ‘omo ‘e Bona, spazio a un laboratorio sulla preparazione manuale della fregula.  

Nel pomeriggio due appuntamenti in contemporanea alle 16.00: nel centro storico si snoda un concerto con i cori a tenores S’Angelu di Neoneli, Sa Niera di Pattada e Gonare di Sarule; a Casa Cherchi si tiene invece la tavola rotonda “Industria Culturale e Festival Letterari” con la partecipazione del giornalista e scrittore Romano Cannas (direttore della sede Rai della Sardegna dal 2003 al 2013), dell’operatrice culturale Mattea Lissia, ideatrice del festival letterario “Pazza Idea”, dello storico dell’arte Christian Caliandro e dell’archeologa Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale all’Istruzione e ai Beni culturali nella giunta Soru, negli anni in cui ha visto la luce la legge regionale sarda sui festival e i progetti di promozione della lettura.  

In piazza Barigadu, alle 17.30 un momento di festa e convivialità con la degustazione (al costo di dieci euro) dei due piatti tipici della tradizione culinaria neonelese: “Sa fregula istuvada” e “sa cassola”. Accompagna gli assaggi la musica di Salvatore Corda all’organetto e alla fisarmonica. Poi, a partire dalle 20.30 in piazza Italia, sipario sull’ottava edizione di Licanìas con Nada in concerto con brani del suo repertorio accompagnata dalla A Toys Orchestra.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito, ma attraverso il ricavato dalle vendite del merchandising si punta a colmare la parte scoperta delle spese di viaggio degli studenti pendolari di Neoneli che frequentano le scuole superiori.

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La V commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale ha concluso questa mattina il ciclo di audizioni sulle proposte di legge presentate dai consiglieri Daniela Forma (Pd) e Luigi Crisponi (Pd) in materia di panificazione e tutela dei pani tipici della Sardegna.

Il parlamentino presieduto da Luigi Lotto ha sentito i  docenti universitari Costantino Palmas e Antonio Farris e il presidente dell’Associazione “Pane al pane” Tommaso Sussarello.

Il prof. Farris ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione e offerto alcuni spunti di riflessione: «Questa norma rappresenta un passo in avanti per tentare di mettere ordine in un settore senza regole e garantire il consumatore – ha detto Farris – introdurre una distinzione netta tra pane fresco e pane congelato contribuirà a fare chiarezza. La legge però potrebbe osare di più prevedendo una tutela più marcata per le produzioni tipiche. Se si vuole salvare la tipicità dei nostri pani, occorre incentivare la coltivazione del grano sardo e puntare sulle produzioni a lievitazione naturale».

Antonio Farris ha poi smentito che in Sardegna non esista una produzione cerealicola sufficiente per coprire la richiesta dell’industria del pane: «In Sardegna si coltivano attualmente 35mila ettari a grano, in passato la superficie seminata arrivava a 90mila ettari. Oggi si può incentivare il ritorno alla terra, ci sono realtà che già lo fanno con le filiere corte. Non è necessario produrre grano duro per tutti i tipi di pane, è sufficiente farlo per quelli tipici».

Sulle tipologie di pane da tutelare, il docente dell’Università di Sassari ha ricordato che la Regione ha a disposizione un lavoro fatto nel 2002 con i disciplinari di produzione di sei pani tipici: carasau, cocoi, modditzosu, pistocu, tzichi e spianata. «Questo lavoro potrebbe essere utilizzato in legge – ha concluso Farris – basterebbero alcune piccole modifiche».

Il prof. Costantino Palmas ha invece puntato l’attenzione sui risultati della ricerca condotta dall’Università di Cagliari sulle proprietà del pane tipico. «Gli studi effettuati su 50 pazienti diabetici hanno dimostrato che il consumo di pane a lievitazione naturale “aggiusta” la mucosa intestinale e riduce il consumo di insulina – ha spiegato Palmas – i risultati sono straordinari: oltre a migliorare salute dei pazienti, un’alimentazione corretta consente di ridurre notevolmente i costi a carico del sistema sanitario». Palmas ha poi citato come esempio l’esperienza virtuosa portata avanti a Settimo San Pietro dove i panificatori locali si sono consorziati per la produzione del civraxiu. «Qualche anno fa è nato il “Borgo del Pane”, un esempio di filiera corta che ha creato reddito consentendo ai piccoli produttori di proporsi sul mercato con un prodotto di altissima qualità».

Sulla necessità di valorizzare le produzioni tipiche ha insistito anche il presidente dell’Associazione “Pane al pane” Tommaso Sussarello che ogni anno, in collaborazione con la Camera di Commercio di Sassari, valuta e seleziona i pani tipici presentati dai produttori locali in occasione della Cavalcata Sarda. «Sono produzioni che hanno un grande valore sul mercato – ha detto Sussarello – le tipicità possono rappresentare la Sardegna nel mondo. La legge non può non tenerne conto».

Il presidente Luigi Lotto ha spiegato che l’orientamento della Commissione è quello di arrivare in tempi rapidi a un Testo Unico. «Le due proposte in discussione possono essere integrate e ampliate – ha detto Lotto – obiettivo primario è arrivare a una disciplina organica dell’attività di panificazione che tuteli produttori e consumatori. Grande attenzione sarà riservata anche ai pani tipici e alla valorizzazione delle filiere corte. La speranza è quella di arrivare ad individuare almeno un marchio Dop e a definire 4 o 5 disciplinari di produzione».

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Penultima giornata, a Neoneli, per la sesta edizione de “Sa festa de sa fregula istuvada e de sa cassola – Licanìas de Barigadu”. In programma una serie di appuntamenti enogastronomici, accompagnati da esposizioni di prodotti tipici e di artigianato sardo, incontri letterari, spettacoli e musica.

Il via al terzo capitolo della quattro giorni promossa dal Comune è alle 10.00, con l’apertura di alcune case storiche del paese e degli stand allestiti nelle strade del centro che ospitano una trentina di espositori di prodotti tipici e di artigianato provenienti dalle diverse regioni della Sardegna.

A mezzogiorno a Casa Cherchi si apre una finestra sulla poesia in limba, in un incontro con il giornalista Paolo Pillonca dedicato alla figura di Gavino Contini, il grande poeta estemporaneo di Siligo, di cui ricorre quest’anno il centenario della scomparsa.

Nel pomeriggio, alle 16.00, in piazza Barigadu, arriva uno dei momenti più attesi: la gara di cucina che ha come protagonista sa fregula, la tradizionale pasta di semola. Coordinata da Elia Saba (chef e presidente dell’Unione Cuochi Regione Sardegna) e da Guido Murtas (Gran Maestro della ristorazione), con la conduzione affidata a Lucia Cossu, la sfida culinaria vede in lizza dodici cuochi con le rispettive ricette: Gianfranco Pulina (dell’hotel ristorante Golden Gate di Bortigiadas), Maurizio Falchi (ristorante Cocco & Dessì di Oristano), Roberto Bertin (ristorante Da Armando di Sedilo), Carlo Masia (responsabile della mensa universitaria ERSU di Sassari), Riccardo Porceddu (albergo diffuso Antica Dimora del Gruccione di Santu Lussurgiu), Angela Poropat (ristorante S’Angelu di Neoneli), Tonino Delrio (ristorante Il Corallo di Alghero), Daniele Tanda (ristorante La Rosa dei Venti di Porto Torres), Giovanni Ferrando (ristorante The White Horse di Norwich, in Gran Bretagna), Roberto Paddeu (bottega Frades di Porto Cervo), Salvatore Ticca (Ristorantino Shardana di Parigi) e Mauro Ladu (ristorante Sant’Andrea di San Pantaleo).

Il compito di decretare i piatti vincitori è affidato alla giuria composta dal giornalista enogastronomico Gilberto Arru, dallo storico della gastronomia Giovanni Fancello, da un referente dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino (Onav), da un rappresentante dell’agenzia regionale Laore Sardegna e dal sindaco di uno dei paesi del Barigadu.

Le ricette, rigorosamente a base di fregula, saranno esaminate tenendo conto anche della loro originalità e innovatività, e della capacità dei concorrenti di utilizzare prodotti “poveri”. I piatti preparati saranno messi in vendita a prezzi modici per essere degustati (dalle 18.00), con il giusto accompagnamento di vini locali, sotto la guida di Dario Cappelloni e Giuseppe Carrus, esperti del “Gambero Rosso”. Alle 19.00 la proclamazione dei vincitori e la cerimonia di premiazione. In palio per ciascuno dei primi tre classificati una ceramica artistica firmata dalla bottega Terrapintada, di Bitti.

Mentre la gara di cucina è in corso, alle 16.30 si tiene un secondo appuntamento nel segno del gusto: un laboratorio di analisi sensoriale dei pani tradizionali a cura di Tommaso Sussarello, esperto in pani a fermentazione naturale e componente della Confraternita Gastronomica Nord-Ovest Sardegna.

Non mancano i momenti dedicati allo spettacolo, nella densa giornata di domani (sabato 3) a Neoneli. Alle 18.00, ecco dunque di scena nelle strade del centro l’attore acrobata Mirko Ariu con lo spettacolo comico “Precario in equilibrio”. Alle 21.30, in piazza Italia, ritorna invece Il diario di Lalla Careddu. A seguire, “Attenti al gorilla! Viaggio nell’Italia di Fabrizio De Andrè”, della compagnia di Ivrea Le voci del tempo: Marco Peroni (storico del costume e scrittore), Mario Congiu (musicista e produttore) e Mao Gurlino (cantante e attore) propongono uno spettacolo fatto di musica, immagini e letture che restituiscono lo spirito dell’epoca in cui le canzoni sono nate, allontanandosi quanto più possibile dall’idea di “tributo”.

Chiudono la serata, alle 23.00, i balli in piazza sulle note della fisarmonica e dell’organetto del musicista di Neoneli Salvatore Corda.

Neoneli - La gara di cucina Neoneli - La gara di cucina (2) Le Voci Del Tempo