Alessandra Zedda: «L’incontro di ieri a Carbonia è una fuga all’indietro per grave e totale assenza di leale collaborazione istituzionale».
L’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, oggi rappresentante del ministero dello Sviluppo economico per l’attuazione del Piano Sulcis, ha ricostruito in una breve nota l’analisi dei principali programmi di intervento che – sottolinea – prevedono l’assegnazione di risorse pubbliche per un totale di 624 milioni di euro.
Riportiamo integralmente la nota di Tore Cherchi:
«Stato attuazione piano Sulcis come registrato nella riunione del 13/11/2013
Analisi dei principali programmi.
Totale risorse pubbliche assegnate 624 milioni di euro
1) Fiscalità di vantaggio per le piccole e micro imprese della ex provincia. 124,4 milioni di euro. Il bando in fase di pubblicazione. Le imprese potranno presentare la domanda per le agevolazioni fiscali a partire dal 15 dicembre e sino al 15 marzo. L’ottanta per cento delle risorse è riservato alle imprese esistenti, il venti per cento a quelle di nuova costituzione.
2) Infrastrutture. Totale 72 milioni di euro interamente assegnate dallo Stato alla Regione, così ripartite. 30 milioni di euro per strade: nel primo semestre dell’anno saranno spesi 3,5 milioni di euro sulla provinciale 77, il resto è gestito da ANAS, progettazione non ancora fatta. Porto industriale di Portovesme, la Regione deve ancora fare la delibera di Giunta per mettere a disposizione del Consorzio, i 7 milioni di euro, progettazione da rimettere a posto e bando da fare. Porti di Calasetta, Carloforte, Sant’Antioco compreso collegamento nell’istmo, assegnati 32 milioni di euro, tutto in Regione; un milione di euro assegnato alla Regione per la delimitazione della zona franca doganale.
3) Call for Ideas. Bando concluso con ritardo di quattro mesi. Invitalia deve gestire l’attuazione delle idee selezionate.impegnati 55,7 milioni di euro.
4) Collegamento diga Monte Pranu con sistema idrico regionale, 50 milioni di euro, progettazione e realizzazione intervento affidata a Ente Flumendosa. La Regione ha parzialmente disimpegnato le risorse e ora deve ripristinare la dotazione originaria.
5) Fondi per iniziative imprenditoriale. Totale 100 milioni di euro, di cui 10 milioni a disposizione della Regione per bando per imprese turismo e agroalimentare, bando fatto, sono residuati 4 milioni di euro che saranno rimessi a bando. 90 milioni di euro sono gestiti da Invitalia per contratti di sviluppo, Eurallumina ha presentato domanda, un altro progetto riguarda il Biofuel.
6) Bonifiche. Il giorno 20 sarà firmato il protocollo fra Governo e Regione, per la semplificazione delle procedure concernenti le bonifiche minerarie di competenza pubblica che coinvolgono oltre 150 milioni di euro. Nello stesso giorno si avrà la conferenza decisoria per le bonifiche Alcoa e Sardamag. Si dovrebbe esaminare nello stesso giorno anche la questione del bacino dei fanghi rossi.
7) Politiche attive del lavoro concernenti la ricollocazione dei lavoratori espulsi dal processo produttivo. Interventi di competenza di Italia lavoro che ha analizzato le potenzialità occupazionali dei programmi più prossimi al decollo (esempio bonifiche) e che valgono almeno 600 posti di lavoro. Per passare alla operatività occorre che i programmi entrino effettivamente in attuazione.
8) Industria. Su Eurallumina Governo e Regione hanno riferito che il protocollo per la ripartenza sarà rispettato. Su Alcoa ha fatto riferimento ai contatti in corso.»
Dal 7 al 10 ottobre scorsi a Carbonia si è tenuto il secondo appuntamento nell’ambito del progetto Minher (Mining Heritage = Eredità Mineraria) per la valorizzazione del patrimonio minerario di sei città e cittadine dell’Europa che, con le loro miniere dismesse di carbone, o di altro minerale, condividono insieme le proprie esperienze delle loro realtà. L’interessante Incontro Internazionale a Carbonia ha garantito rilevante visibilità europea alla nostra città e al suo territorio; ha dato la possibilità ai diversi partner europei del Progetto “Europe for citizen” (Europa per i cittadini), che erano ospiti in città, di mettere a disposizione, con dibattiti e visite nella nostra zona, percorsi di cooperazione condivisi, lo studio di iniziative già avviate, confrontando esperienze, e lo scambio di idee sui programmi già realizzati, come il recupero e il riutilizzo dei beni minerari dismessi (nella trasformazione dei siti bonificando le aree estrattive e nella riconversione delle attività valorizzando l’archeologia industriale), mirati al rilancio delle identità minerarie e proiettati verso il futuro ai fini culturali, turistici e produttivi. Le miniere dismesse e i loro centri abitati, quindi, rinascono con nuove attività, viste come opportunità, nell’organizzarsi in una rete europea sui siti minerari e di archeologia industriale, dentro un progetto finanziato dall’Unione Europea, in grado di determinare sviluppo e nuova occupazione, con punti di riferimento per una nuova economia, che guarda, soprattutto, ai giovani.
Alcune risposte, anche sulle modalità per ottenere i fondi comunitari, sono state fornite agli oltre cinquanta rappresentanti presenti in città, costituenti la delegazione dei seguenti centri già minerari: Carbonia, comune ospitante; Albona (in croato Labin) e Arsia (in croato Raša), i due municipi già carboniferi dell’Istria gemellati dal 2010 con la nostra città; i due centri sloveni di Idria (in sloveno Idrija, con le miniere dismesse di mercurio, già appartenente alla vecchia Provincia di Gorizia, oggi parte del Goriziano in Slovenia; che prende nome dall’omonimo fiume Idria in sloveno Idrijca) e Velenje (cittadina di fondazione jugoslava con attive miniere di lignite, costruita nella Slovenia centrale nel periodo del regime di Tito, con la sua morte nel 1980 fu denominata Titovo Velenje, Velenje di Tito, fino al 1991 con l’indipendenza slovena); Rybnik (città polacca del vasto bacino carbonifero della Slesia che aveva ospitato il primo incontro di lavoro nell’ambito del sunnominato progetto). Banovići (Bosnia-Erzegovina), cittadina carbonifera bosniaca, non ha potuto essere presente a Carbonia per l’incontro tra i partner minerari. Tutte queste città, diverse per storia e collocazione geografica in Europa, ma simili per sviluppo industriale nel settore minerario e successivo declino, intendono cooperare con una scelta condivisa ai suddetti progetti economici per fare assieme una rete europea di siti archeologici industriali e delle miniere. Le Miniere dismesse, dunque, intese non solo come opportunità culturale ma soprattutto economica, questo è l’obiettivo fondamentale del Progetto “Minher: patrimonio minerario generatore dello sviluppo economico e turistico”, che, con Albona comune capofila e altre città partner, ha ottenuto il finanziamento del Programma “Europa per i cittadini”. Occorre, infatti, ricordare che dal febbraio 2013 era stata promossa l’iniziativa con la quale era stata candidata la Città di Albona a questo Progetto, che durerà fino al settembre 2014, al quale è stato già concesso un contributo di 142.000 euro.
Il progetto Minher ha consentito a Carbonia di accogliere nelle sue strutture ricettive e di ristorazione un folto gruppo di rappresentati di diverse città europee. La riscoperta delle nostre radici minerarie, la cultura dell’accoglienza ed anche le peculiarità gastronomiche del nostro territorio possono fare la differenza per permettere alla nostra città di affermarsi sempre più nel settore del turismo convegnistico e come punto nevralgico delle rotte turistiche dedicate alle miniere e all’archeologia industriale, tenuto conto anche del fatto che la Grande Miniera di Serbariu con i suoi musei ha già superato, dal 2006 ad oggi, oltre 100.000 visitatori quest’anno, tanto che è considerato come uno dei musei della tecnica più visitati in Europa. Sono attese come partner futuri del progetto le altre due città carbonifere, gemellate con Carbonia, Behren-lès-Forbach (nel Bacino della Lorena, Francia) e Oberhausen (nel Bacino della Ruhr, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, Germania). Ma anche Iglesias gemellata alla città tedesca con Carbonia. Nello stesso bacino della Slesia, che si estende dalla Polonia meridionale oltre i confini della Repubblica Ceca, nella Regione della Moravia-Slesia si trova un’altra città carbonifera, Ostrava, che fu gemellata per ragioni sportive con la nostra frazione già mineraria di Cortoghiana e la sua discreta squadra del Cortoghiana Calcio. Legame di amicizia e scambio interculturale promossi dal Partito Comunista Italiano (Federazione del Sulcis e Sezione PCI di Cortoghiana) con l’omologo partito Cecoslovacco e il Football Club Baník Ostrava, una delle squadre più importanti nella storia del calcio ceco, rivale accesa dello Sparta Praga, che gioca nella prima divisione avendo avuto vittorie o lodevoli piazzamenti nei campionati o nei tornei internazionali. Legami attivi, grazie ai dinamici e generosi militanti locali del partito comunista di Cortoghiana che furano anche appassionati dirigenti sportivi, ormai perduti e mai ripristinati.
Il primo giorno, nella sala polifunzionale del Consiglio comunale di Piazza Roma, il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha accolto i rappresentanti delle città partner, tra le quali la delegazione istriana (composta dal sindaco di Albona, Tulio Demetlika, e dalla giovane vicesindaco di Arsia, Tajana Kovač) e altri ospiti come Bojan Režun, vicesindaco del Comune di Idria. Nella conferenza sono state messe in rilievo le realtà minerarie dei centri sopra indicati insieme alle proprie esperienze con possibilità di accedere, in un utilizzo opportuno, ai fondi dell’Unione Europea per i progetti di riqualificazione e adattamento del patrimonio minerario a scopi turistici e culturali, presentando le iniziative, in corso o programmate, di rivitalizzazione delle proprie aree estrattive dismesse. Il sindaco di Carbonia ha confermato che tra le esperienze presentate, va tenuta in considerazione quella del Comune di Velenje, con l’istituzione di un ufficio specifico nella compilazione dei progetti per ottenere la concessione dei fondi dell’Unione Europea. Nei giorni successivi i lavori si sono spostati presso la Grande Miniera di Serbariu con il dibattito sul tema delle “possibilità di impiego per i giovani nell’Unione europea”, e la presentazione del Museo del Carbone – CICC (Centro Italiano della Cultura del Carbone) quale esempio di buona prassi a livello europeo, che, riqualificando città e miniera, hanno permesso a Carbonia di diventare vincitrice del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. I rappresentanti di Carbonia, il sindaco Giuseppe Casti e l’assessore Fabio Desogus, hanno illustrato agli altri partner minerari i risultati ottenuti con gli investimenti concessi. Le delegazioni hanno potuto osservare e visitare due gioielli del Parco Geominerario, quali lo stesso Museo del Carbone e la galleria didattica. Gli ospiti delle città minerarie hanno visitato poi altri siti già minerari nella provincia di Carbonia Iglesias: la Miniera di Rosas e l’omonimo villaggio minerario a Narcao. Successivamente i partecipanti hanno visitato Carbonia e le sue frazioni già minerarie di Bacu Abis e di Cortoghiana, luoghi che per le loro caratteristiche urbanistiche e architettoniche assomigliano: la prima ad Arsia e la seconda Piedalbona, sobborgo albonese. Gli ospiti, inoltre, hanno partecipato alla visita guidata del Parco Archeologico di Monte Sirai e, infine, hanno visitato la bellissima località balneare di Porto Pino.
I rappresentanti del Centro per l’inclusione sociale e per il sostegno di Albona, accompagnati dall’assessore ai Servizi sociali, Maria Marongiu, hanno incontrato i rappresentanti del Centro per le persone con esigenze speciali di Carbonia. Demetlika e Casti sono rimasti molto soddisfatti ed entusiastici sull’andamento dei lavori sul progetto Minher. Alla delegazione del Comune di Idria è stata donata una mappa di Bacu Abis, dove sulla stessa si sono evidenziate la Via e la Piazza Idria, denominazioni presenti nella nostra frazione mineraria. Secondo Dean Zahtila, presidente dell’associazione albonese “Labin Art Express” e uno dei promotori del progetto della “Città sotterranea”, a differenza di quanto visto in Sardegna, le gallerie dell’Albonese possono offrire ai visitatori un percorso di oltre 10 chilometri, per cui il loro allestimento esige un’attività un po’ diversa da quella realizzata a Carbonia. Egli vorrebbe vedere nel sottosuolo albonese un “museo vivo”, in situ, interattivo, adatto al terzo millennio, in cui i visitatori potrebbero anche improvvisarsi minatori se vogliono. A suo avviso, il progetto della città sotterranea potrà iniziare ad operare nel 2017, quando potrebbe essere costruito nel Piazzale (che sarà presto denominata Piazza Carbonia, secondo l’idea del sindaco Demetlika), antistante la vecchia miniera carbonifera di Pozzo Littorio d’Arsia, oggi Piedalbona, l’ascensore che porterà i visitatori a una profondità di 150 metri. Così non sarà forse realizzato lo scambio di denominazioni nella piazzale antistante il Palazzo o la Casa “Ce.Va” di Piazza Albona / Trg. Labin nella nostra città, modificando l’attuale Piazza Iglesias, con Piazza Carbonia / Trg. Karbonia nel centro albonese, sostituendo l’esistente Trg. Labinski Rudara (Piazza dei Minatori di Albona). Bisogna sottolineare che in questa realizzazione di “museo vivo”, vissuto non solo dai visitatori esterni ma anche degli stessi abitanti dei centri già minerari, Albona è favorita dalla posizione, nel senso che la vecchia e grande miniera carbonifera, con la magnifica lampisteria chiamata lamparna, si trova al centro e a metà strada tra l’antico abitato di Albona Alta e il nuovo centro abitato di fondazione autarchica di Albona Bassa o Piedalbona, già Pozzo Littorio d’Arsia. Infatti, la Grande Miniera di Serbariu, nonostante i suoi prestigiosi musei e le nuove strade di accesso e di avvicinamento, risulta ancora “distante” dal centro urbano di Carbonia e scarsamente coinvolge la maggior parte degli abitanti e della cittadinanza, perché forse manca proprio un luogo di attrazione vissuto dai residenti come, ad esempio, i quartieri periferici della nostra città più vissuti della Grande Miniera.
Secondo alcuni il restauro della vecchia centrale elettrica (l’unico importante edificio abbandonato in attesa di riqualificazione) potrebbe rappresentare un’opportunità come centro di aggregazione per tutti i cittadini e, in particolare, per i giovani, adattandola a Mediateca e nuova Biblioteca civica e territoriale, con Laboratori musicali, teatrali e della danza, con ritrovi, caffetterie e trattorie, autogestite dagli stessi giovani. Tutto ciò in modo che sia frequentato, tutto il giorno anche a tarda notte, dagli abitanti e dai visitatori di Carbonia. Devo riconoscere che l’amicizia tra Carbonia, Arsia e Albona ha superato tutte le mie aspettative. Quando proposi all’amministrazione comunale di Carbonia (già dal 2000 con la Giunta di Antonangelo Casula, che sponsorizzò una mia mostra fotografica sui bacini carboniferi dell’Istria e del Sulcis, le cui foto si trovano nell’Archivio Storico cittadino) la collaborazione con le cittadine già carbonifere istriane, pensavo semplicemente a uno scambio culturale, con il recupero di un antico legame tra i due bacini minerari originati e attivi durante il periodo dell’Autarchia fascista. E invece oggi, grazie soprattutto a Tore Cherchi che ha dato un forte impulso a un gemellaggio attivo e dinamico, si presentano per il futuro la possibilità di proseguire in un’amicizia con enormi prospettive economiche per i nostri centri già minerari gemellati.
Mauro Pistis
Il Commissario straordinario della Provincia di Carbonia Iglesias, Roberto Neroni, ha presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, la pubblicazione“Sulcis Iglesiente, Emozioni da Gustare”, prodotto editoriale realizzato nell’ambito delle attività di promozione turistica curate dall’Ente, dedicato al mondo dell’enogastronomia locale e ai suoi protagonisti. Una pubblicazione di grande fascino pensata per dare voce e risalto agli aspetti più gustosi di una terra autentica, che custodisce la sapienza e la saggezza di antiche tradizioni e si racconta attraverso i suoi prodotti d’eccellenza e le migliori interpretazioni che di essi ci regalano gli chef locali.
La pubblicazione offre uno spazio di rilievo ad alcuni fra i più caratteristici prodotti locali (tonno rosso, vino Carignano, formaggi, carciofi, miele, pane, olio e dolci) che vengono presentati e trovano spazio nelle interpretazioni magistrali che gli chef locali soci dell’associazione Strada del Carignano del Sulcis, hanno proposto nella seconda parte.
Alle ricette degli chef che da anni esportano i segreti della cucina locale nel resto del mondo, è dedicata la seconda parte del libro. Per ogni chef una mini biografia e le relative referenze.
L’ultima parte del libro propone quattro itinerari che accompagnano il lettore alla scoperta della varietà dei luoghi e paesaggi che contraddistingue la nostra terra. Sono itinerari del gusto, proposti dall’associazione Strada del vino Carignano del Sulcis, che ci invitano a scoprire questo angolo di Sardegna in cui si mescolano sapientemente natura, cultura, storia e vacanza attiva, unite dai sapori, dai profumi e dalle tradizioni.
La collaborazione dell’associazione Strada del vino Carignano del Sulcis è stata fondamentale nella realizzazione del progetto, offrendo supporto tecnico ed organizzativo funzionale al coinvolgimento degli attori locali e mettendo a disposizione i contenuti della parte relativa agli itinerari. Il Commissario straordinario, Roberto Neroni, ha sottolineato il ruolo svolto dal presidente dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, e dall’assessore alla Cultura nonché presidente dell’associazione Strada del vino Carignano del Sulcis, Marinella Grosso, che hanno fortemente voluto la realizzazione del progetto editoriale ed ha inoltre auspicato che i soci dell’associazione, anche senza il sostegno della parte pubblica, trovino modo di continuare il lavoro avviato, tanto utile e prezioso per la valorizzazione del Carignano e quindi del territorio.
La progettazione grafica e contenutistica è stata curata dall’agenzia di comunicazione Riganera (il suo responsabile, Luca Melis, ha partecipato alla presentazione), i reportage fotografici sono stati realizzati dai fotografi Ales&Ales. Il coordinamento editoriale è stato curato dall’Ufficio Turismo della Provincia di Carbonia Iglesias.
La progettazione della pubblicazione è stata finanziata con i fondi garantiti dal progetto ACCESSIT, iniziativa nell’ambito del Progetto Italia Francia Marittimo, mentre i costi della stampa sono stati sostenuti con i fondi di bilancio dell’Amministrazione provinciale.
«Le alleanze delle mie amministrazioni, questo è un fatto, sono state tutte discusse e approvate in federazione… Alle illazioni non rispondo, non avendolo mai fatto neppure con gli avversari». E’ il passaggio più significativo della replica di Tore Cherchi al deputato Emanuele Cani che, in una nota diffusa qualche giorno fa, aveva attaccato pesantemente l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias (suo compagno di partito) di «essersi inserito in maniera tardiva ed inopportuna in una discussione (le polemiche scatenate dalle dichiarazioni del deputato Francesco Sanna circa le modalità di svolgimento delle elezioni primarie a Domusnovas, e dalla successiva replica dell’assessore al Bilancio del Comune di Domusnovas, Massimo Ventura, ndc), dimostrando di non conoscere i fatti e il modo con cui in questi anni hanno operato i rappresentanti della federazione. Vorrei ricordare a Tore Cherchi – aveva aggiunto Emanuele Cani – che le primarie non sono state organizzate dalla Federazione del Partito Democratico ma dal centro sinistra e che il presidente del seggio di Domusnovas è comunque un esponente del Partito Democratico che bene potrà lavorare in prospettiva con i dirigenti storici locali del Partito Democratico a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per il loro costante impegno in questi anni.» «Tore Cherchi lasci fuori il partito provinciale da questa vicenda – aveva concluso Emanuele Cani – e non si permetta a fare insinuazioni attribuendo responsabilità a chicchessia seguendo metodi obsoleti di becera politica. Se vuole, il partito provinciale è pronto a una discussione approfondita sul tema delle primarie, le ultime e le passate, e sul rispetto delle decisioni in tema di alleanze politiche assunte nelle elezioni locali e sul rapporto del Partito e di alcuni suoi dirigenti con ambienti del centrodestra. Indipendentemente dalla sua volontà mi sento in dovere di promuovere una discussione su questi argomenti. Cosa che farò entro breve tempo.»
«Considero utile l’apertura di una discussione sul partito nel Sulcis – ha sottolineato nella sua replica Tore Cherchi -. Spero in un dibattito costruttivo. A richiederlo sono innanzitutto i risultati elettorali delle politiche, pessimi seppure archiviati. Su Domusnovas mi è sufficiente l’opinione di un vecchio compagno, minatore a San Giovanni, per sapere dove stia il giusto. Mi tengo quella opinione e sto in quel campo, con Francesco Sanna. Come detto, episodi di malcostume e di segno opposto, si sono verificati anche in queste primarie, come in altre. Questi episodi rischiano di appannare la grande prova di democrazia delle primarie e l’impegno serio di migliaia di partecipanti. Il mio invito alla federazione era ed è per reprimerli comunque, dovunque, sempre e da chiunque siano promossi. In questo senso – ha aggiunto Tore Cherchi – la federazione ha un dovere. La reiterazione significa che non si fa o non facciamo abbastanza e che anzi si tende a considerare una compensazione e non un’aggravante, il fatto che si verifichino da più parti. Questa è la mia posizione, ferma, trasparente e non condizionabile da chicchessia. Conosco la destra solo per il Commissariamento della Provincia anche con una forte e diretta motivazione contro la mia persona e la mia amministrazione che per la destra erano da eliminare dal territorio. Le alleanze delle mie amministrazioni, questo è un fatto, sono state tutte discusse ed approvate in federazione. Lo si faccia sempre e per tutte le situazioni. Contribuirò alle decisioni. Alle illazioni non rispondo non avendolo mai fatto neppure con gli avversari.»
La polemica era stata accesa dal deputato Francesco Sanna che, a seggi ancora aperti, domenica 29 settembre ha diffuso un comunicato stampa nel quale denunciava che «numerose e convergenti segnalazioni riferiscono a Domusnovas di una pesantissima attività di voto organizzato da forze inequivocabilmente estranee al centrosinistra nelle primarie per la candidatura a Presidente della Regione Sardegna. Stanno prendendo parte al voto persone che non lo riconfermeranno nelle elezioni vere, indirizzate da amministratori locali già candidati in liste a sostegno dell’onorevole Cappellacci nella precedente elezione – ha aggiunto Sanna -. Penso che tale fatto non solo disturba e inquina la libera e volontaria espressione democratica dei cittadini di quella comunità, ma altera – qualunque esso sarà – il risultato della consultazione. Per questo – ha concluso Sanna – mi appresto a chiedere agli organi di garanzia delle primarie di bloccare l’attività del seggio e di non procedere allo spoglio delle schede».
A Francesco Sanna aveva replicato Massimo Ventura, assessore al bilancio del Comune di Domusnovas che, dopo aver ribadito l’assoluta regolarità delle operazioni di voto, ha affermato che, ad intaccare lo spirito delle primarie, è stato piuttosto il deputato iglesiente che, dopo aver perso le primarie, è stato ripescato e candidato alla Camera dei deputati dalla Direzione nazionale del partito.
A difesa di Francesco Sanna è quindi intervenuto Tore Cherchi che, dopo aver sottolineato che Francesco Sanna è stato legittimamente candidato al Parlamento dalla Direzione nazionale del partito, ha dichiarato che «reagire al malcostume è un dovere di tutti e in particolare della federazione del Partito Democratico che deve scegliere a Domusnovas e altrove fra l’evidente ambiguità e la sperimentata serietà». Da lì la durissima presa di posizione di Emanuele Cani contro Tore Cherchi e la successiva replica dell’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias.
Per la cronaca, a Domusnovas l’europarlamentare Francesca Barracciu, sostenuta tra gli altri da Francesco Sanna e Tore Cherchi, ha ottenuto 20 voti; il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, sostenuto tra gli altri da Emanuele Cani, ha ottenuto 95 voti.
Le polemiche trovano terreno fertile, lo sottolineiamo ancora una volta, nell’ambiguità del regolamento delle primarie che, all’articolo 7, apre la partecipazione al voto a “tutte le elettrici e gli elettori in possesso dei requisiti previsti dalla legge” e “ai giovani che, alla data del voto delle primarie, abbiano compiuto il sedicesimo anno di età”e “alle cittadine/i dell’Unione Europea residenti in Sardegna e le cittadine/i di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno e di carta di identità”. E’ evidente che con questo regolamento non si può vietare a nessuno, neppure a quanti abitualmente non votano i partiti del centrosinistra e quindi alle prossime elezioni voteranno partiti e candidati antagonisti del centrosinistra, di partecipare alle primarie; così come lo stesso regolamento apre la strada alle discussioni con la partecipazione al voto delle primarie di giovani minorenni che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e che alle prossime elezioni regionali non potranno replicare il voto per le liste dei partiti del centrosinistra. Nel centrosinistra la discussione è sempre accesa tra i sostenitori di questo regolamento e quanti, viceversa, sostengono la tesi di un regolamento che ponga paletti più precisi sulla partecipazione al voto, riservata ai tesserati ai partiti del centrosinistra e ai maggiorenni.
Le primarie del centrosinistra domenica 29 settembre hanno designato l’europarlamentare Francesca Barracciu candidata alla carica di Governatore alle elezioni regionali del 2014 e, a distanza di cinque giorni, non si sono ancora spente le polemiche accese dal deputato Francesco Sanna che, a seggi ancora aperti, domenica ha diffuso un comunicato stampa nel quale denunciava che «numerose e convergenti segnalazioni riferiscono a Domusnovas di una pesantissima attività di voto organizzato da forze inequivocabilmente estranee al centrosinistra nelle primarie per la candidatura a Presidente della Regione Sardegna. Stanno prendendo parte al voto persone che non lo riconfermeranno nelle elezioni vere, indirizzate da amministratori locali già candidati in liste a sostegno dell’onorevole Cappellacci nella precedente elezione – ha aggiunto Sanna -. Penso che tale fatto non solo disturba e inquina la libera e volontaria espressione democratica dei cittadini di quella comunità, ma altera – qualunque esso sarà – il risultato della consultazione. Per questo – ha concluso Sanna – mi appresto a chiedere agli organi di garanzia delle primarie di bloccare l’attività del seggio e di non procedere allo spoglio delle schede».
Sulla vicenda hanno presso posizione altri esponenti del centrosinistra, tra i quali l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, le cui parole hanno scatenato una durissima reazione di Emanuele Cani, deputato e segretario della federazione del Sulcis Iglesiente, compagno di partito di Tore Cherchi.
«Reagire al malcostume è un dovere di tutti e in particolare della federazione del Partito Democratico che deve scegliere a Domusnovas e altrove fra l’evidente ambiguità e la sperimentata serietà.»
«Con questa dichiarazione – tuona Emanuele Cani – Tore Cherchi si inserisce in maniera tardiva e inopportuna in una discussione, dimostrando di non conoscere i fatti e il modo con cui in questi anni hanno operato i rappresentanti della federazione. Vorrei ricordare a Tore Cherchi che le primarie non sono state organizzate dalla Federazione del Partito Democratico ma dal centro sinistra e che il presidente del seggio di Domusnovas è comunque un esponente del Partito Democratico che bene potrà lavorare in prospettiva con i dirigenti storici locali del Partito Democratico a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per il loro costante impegno in questi anni.»
«Tore Cherchi lasci fuori il partito provinciale da questa vicenda – aggiunge Emanuele Cani – e non si permetta a fare insinuazioni attribuendo responsabilità a chicchessia seguendo metodi obsoleti di becera politica. Se vuole, il partito provinciale è pronto a una discussione approfondita sul tema delle primarie, le ultime e le passate, e sul rispetto delle decisioni in tema di alleanze politiche assunte nelle elezioni locali e sul rapporto del Partito e di alcuni suoi dirigenti con ambienti del centrodestra. Indipendentemente dalla sua volontà mi sento in dovere di promuovere una discussione su questi argomenti. Cosa che farò entro breve tempo.»
Le dichiarazioni di Emanuele Cani aprono una lacerazione interna al Partito Democratico che rischia di avere ripercussioni difficilmente prevedibili. Non è la prima volta, come evidenzia lo stesso Emanuele Cani, che le primarie sono motivo di scontro interno e, anziché elemento di unione, rischiano ancora una volta di trasformarsi in motivo di divisione se non addirittura di lacerazione. Martedì scorso, commentando i risultati delle primarie, abbiamo sottolineato che è lo stesso regolamento delle primarie a creare i presupposti per polemiche e divisioni, dal momento che all’articolo 7 apre la partecipazione al voto a “tutte le elettrici e gli elettori in possesso dei requisiti previsti dalla legge” e “ai giovani che, alla data del voto delle primarie, abbiano compiuto il sedicesimo anno di età” e “alle cittadine/i dell’Unione Europea residenti in Sardegna e le cittadine/i di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno e di carta di identità”.
E’ evidente che con questo regolamento non si può vietare a nessuno, neppure a quanti abitualmente non votano i partiti del centrosinistra e quindi alle prossime elezioni voteranno partiti e candidati antagonisti del centrosinistra, di partecipare alle primarie; così come lo stesso regolamento apre la strada alle discussioni con la partecipazione al voto delle primarie di giovani minorenni che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e che alle prossime elezioni regionali non potranno replicare il voto per le liste dei partiti del centrosinistra. Nel centrosinistra la discussione è sempre accesa tra i sostenitori di questo regolamento e quanti, viceversa, sostengono la tesi di un regolamento che ponga paletti più precisi sulla partecipazione al voto, riservata ai tesserati ai partiti del centrosinistra e ai maggiorenni.
Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso, è il nuovo presidente del Consorzio industriale provinciale di Carbonia Iglesias. La sua elezione, come previsto già da alcune settimane, è maturata nel corso della riunione del Consiglio d’amministrazione svoltasi questa mattina nella sede del Consorzio, nell’area industriale di Portovesme, preceduta dalle dimissioni volontarie del presidente uscente, Giuseppe Casti. Il sindaco di Carbonia aveva dato la propria disponibilità a lasciare la carica per consentire l’elezione di Giorgio Alimonda, con la quale il Comune di Portoscuso esprime nuovamente il presidente come concordato tre anni fa, dopo il rinnovo del Consiglio provinciale e l’elezione alla presidenza della Provincia di Tore Cherchi. Allora venne eletto Adriano Puddu, sindaco rimasto in carica sino alle note vicende giudiziarie che portarono anche alla sua decadenza in Comune. Il Cda sostituì Adriano Puddu con Giuseppe Casti che da allora ha guidato il Consorzio fino a stamane, con l’interruzione di cinque mesi determinata dal commissariamento deciso dalla Giunta regionale, poi annullato dal Tar, a seguito del ricorso presentato dalla Provincia di Carbonia Iglesias e dal Comune di Carbonia.
Dopo l’elezione a sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda era entrato recentemente nel Cda al posto di Federico Palmas, sindaco di San Giovanni Suergiu, dimessosi anch’egli volontariamente per consentire al collega di arrivare poi all’elezione alla presidenza.
Alla riunione di stamane erano presenti tutti i componenti del Consiglio d’amministrazione: Roberto Neroni, commissario della Provincia di Carbonia Iglesias, subentrato nel corso della precedente riunione all’ex presidente della Provincia, Tore Cherchi; Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia; Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso; Sergio Ciccu, rappresentante del Comune di Gonnesa, subentrato proprio nell’occasione al dimissionario Pietro Cocco; e, infine, Iosto Puddu, rappresentante della Camera di Commercio di Cagliari.
Giorgio Alimonda, 50 anni, è sindaco di Portoscuso dal 23 maggio 2012. In precedenza è stato consigliere comunale e assessore ai lavori pubblici e vicesindaco del Comune di Portoscuso nella prima parte della precedente consiliatura.
Il 23 settembre, salvo imprevisti, Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso, verrà eletto nuovo presidente del Consorzio industriale provinciale di Carbonia Iglesias. L’avvicendamento tra l’attuale presidente, il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, ed il primo cittadino di Portoscuso, nell’aria ormai da alcuni mesi, è stato confermato nel corso dell’ultima riunione del Consiglio d’amministrazione, svoltasi lunedì mattina nella sede di Portovesme. Alla riunione ha partecipato anche il commissario della Provincia di Carbonia Iglesias, Roberto Neroni, subentrato all’ex presidente della Provincia, Tore Cherchi.
Nella prossima riunione del Cda Giuseppe Casti dovrebbe rassegnare le dimissioni, volontarie, per consentire l’elezione di Giorgio Alimonda, con la quale il Comune di Portoscuso tornerà ad esprimere il presidente come concordato tre anni fa dopo il rinnovo del Consiglio provinciale e l’elezione alla presidenza della Provincia di Tore Cherchi. Allora venne eletto Adriano Puddu, sindaco rimasto in carica sino alle note vicende giudiziarie che portarono anche alla sua decadenza in Comune. Il Cda sostituì Adriano Puddu con Giuseppe Casti che da allora guida il Consorzio con l’interruzione di cinque mesi determinata dal commissariamento deciso dalla Giunta regionale, poi annullato dal Tar a seguito del ricorso presentato dalla Provincia e dal Comune di Carbonia.
Dopo l’elezione di Giorgio Alimonda a sindaco di Portoscuso, Giuseppe Casti ha dato la sua disponibilità a restituire al Comune di Portoscuso la guida del Consorzio ed il 23 settembre si dovrebbe arrivare all’ufficializzazione del cambio alla presidenza. Giorgio Alimonda è entrato recentemente nel Cda al posto di Federico Palmas, sindaco di San Giovanni Suergiu, dimessosi volontariamente per consentire al collega di arrivare all’elezione alla presidenza.
Saranno cinque i candidati che si confronteranno il 29 settembre alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato Governatore alle elezioni regionali del 2014. E’ il risultato emerso dalla verifica delle firme presentate entro il termine fissato, in base al quale è rimasto escluso dalla competizione Maurizio Piras, ex consigliere IDV della Provincia dell’Ogliastra, che non è riuscito a raggiungere il numero minimo di firme previsto dal regolamento, fissato in 5.000 (si è fermato a circa 2.000).
I cinque candidati ammessi non hanno avuto alcun problema a raccogliere le firme, anzi in diversa misura sono andati molto oltre, anche se poi, sempre per regolamento, non hanno potuto depositarne più di 5.500.
Ad aver raccolto il maggior numero di firme è stata l’europarlamentare del Partito Democratico Francesca Barracciu, che ha raggiunto quota 24.221, mentre il sindaco PD di Sassari Gianfranco Ganau ed il presidente della Provincia di Nuoro nonché presidente dell’Unione delle Province Sarde Roberto Deriu (PD) si sono attestati sulle 10.000 firme; l’economista Andrea Murgia (PD) ha raggiunto quota 8.000. In campo per le primarie del centrosinistra c’è anche il socialista Simone Atzeni,
Tutti i candidati sono già in campagna elettorale. Simone Atzeni si è già presentato nel Sulcis il 31 agosto, nella sezione di San Giovanni Suergiu. Il 7 settembre Francesca Barracciu sarà a Carbonia, alle ore 17.00, nella sala convegni del Lù Hotel.
La campagna elettorale vede impegnati anche tutti i rappresentanti dei partiti nelle istituzioni. Nel Sulcis è forte la competizione tra i sostenitori di Francesca Barracciu, tra i quali ci sono l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, ed il presidente del Consiglio comunale di Carbonia, Ignazio Cuccu; e di Gianfranco Ganau, tra i quali ci sono il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ed il presidente della Fondazione Banco di Sardegna, Antonello Cabras.
A distanza di poco più di due mesi dal commissariamento deliberato lo scorso 30 giugno dal Consiglio regionale, l’ex presidente Tore Cherchi interviene sulle conseguenze prodotte della soppressione della Provincia, con un intervento che ricalca quello fatto sul n° 260 del “La Provincia del Sulcis Iglesiente” del 25 luglio 2013 e che riportiamo integralmente.
«I mesi di luglio e agosto sono trascorsi senza che il Consiglio regionale, responsabile la maggioranza di centrodestra, abbia deliberato la riforma degli enti locali sardi. Altri mesi trascorsi invano cosi come l’intero precedente anno. I fatti confermano che il Commissariamento non è funzionale alla riforma ma all’occupazione di istituzioni contro il voto popolare.
Diradato il polverone delle polemiche sulle poltrone, è bene che i cittadini abbiano chiare le conseguenze della soppressione della Provincia. Questa era innanzitutto un ente che produceva ed erogava servizi ai cittadini e investiva nel territorio, nelle materie di competenza (programmi di sviluppo , ambiente,protezione civile, trasporti, istruzione, servizi per il lavoro, cultura etc).
Con la soppressione della nostra Provincia, il territorio ritornerà come prima, un luogo di consumo di servizi prodotti altrove, a Cagliari verosimilmente. L’impatto sull’occupazione diretta, indiretta e indotta è stimabile in non meno di 400 unità di lavoro. L’effetto del bilancio provinciale sull’economia locale, considerando i normali moltiplicatori, è stimabile in non meno di 80 milioni euro /anno. Non basta: i servizi consumati nel Sulcis ma prodotti altrove, saranno pagati con le tasse dei cittadini del Sulcis; per esempio le tasse sull’autotrasporto e sulle assicurazioni non resteranno più nel territorio ma finiranno nelle casse cagliaritane o romane.
Questi sono gli effetti diretti più facilmente misurabili. Ma c’è qualcosa di più complesso da misurare di maggiore valore. Mi riferisco al ruolo di rappresentanza politica. In una situazione di grave emergenza sociale, la Provincia non è stata solo a fianco del mondo del lavoro ma ha proposto e presentato nei modi dovuti un Piano di sviluppo che è diventato la base per il Piano Sulcis, finanziato con 575 milioni di euro di risorse pubbliche che muoveranno altre risorse per investimenti privati. Il Piano Sulcis non è merito esclusivo della Provincia ma questa ha svolto il ruolo cruciale di programmazione e di iniziativa politica.
Si dice che i costi della politica sono elevati e che bisogna tagliare. Questo è giusto ma ristabiliamo la verità. Secondo la Corte dei Conti, la nostra Provincia ha avuto i costi più bassi in Sardegna per la gestione degli organi (costi onnicomprensivi della politica). L’ultimo anno certificato (2011) dalla Corte dei Conti, indica per il totale dei costi, questa situazione: Sulcis Iglesiente, 618.653 euro; Ogliastra, 778.953 euro; Medio Campidano, 878.713 euro; Nuoro, 874.666 euro; Gallura 1.161.234 euro; Oristano,1.910.554 euro; Sassari, 1.784.968 euro; Cagliari, 2.781.879 euro. Se questi costi a fronte dei benefici per il territorio, fossero ritenuti eccessivi, esisteva il modo per azzerarli lasciando in piedi la Provincia. Bastava adottare il modello spagnolo, dove il Consiglio provinciale è formato da Sindaci dei Comuni. Attenzione la Provincia è cosa diversa da un’Unione comunale che gestisce in forma associata funzioni e servizi comunali. Parliamo dunque di Provincia e non di Unione comunale.
Quando vi dicono che le Province saranno tutte soppresse, vi raccontano una cosa non vera. Le Province sono, infatti, in Costituzione. Per sopprimerle tutte non basterà cambiare lo Statuto sardo. Bisognerà cambiare la Costituzione. Ammesso che nel tempo minimo di un anno, si cambi la Costituzione, al posto delle Province si inventerà un altro Ente poiché non sono sopprimibili i bisogni, i servizi e i piani alla scala di area vasta. Non è un caso che le Province esistano in tutti gli Stati europei, tranne in quelli di piccola dimensione. In Spagna si chiamano Province; in Francia, Dipartimenti; in Gran Bretagna, Contee; in Germania, Landkreis. Ma sempre di Province si tratta.
La conclusione di questo processo sarà l’accentramento su Cagliari.
Attenzione, l’accentramento su Cagliari non riguarderà solo i servizi provinciali. La soppressione delle Province faciliterà la smobilitazione di altri servizi. Così è per i Tribunali e i Giudici di Pace. I Servizi sanitari sono già depotenziati e si annuncia la soppressione della Asl. Si inizia a discutere anche della riduzione dei servizi di sicurezza. Si perde di ruolo. Sarà mica un caso se la proposta di candidatura a Capitale europea della cultura dal Sulcis Iglesiente è finita a Cagliari?
Il territorio e i cittadini sono penalizzati due volte: la prima perché si perdono aziende di servizi importanti (economia e lavoro) e la seconda perché dovranno sostenere maggiori costi per recarsi a Cagliari.
Da Sindaco di Carbonia con tutta l’Amministrazione, ci siamo battuti perché nascesse la Provincia. Con Olbia siamo stati in prima fila. Oggi si ritorna indietro per rappresentanza istituzionale e servizi e investimenti prodotti nel territorio. Non sono un pentito di quelle battaglie. Bisogna non disperderne il senso più profondo anche nella situazione presente.
In concreto significa che il nuovo ordine istituzionale che dovrà nascere, dovrebbe potenziare e non ridurre i servizi nel territorio e organizzare la rappresentanza istituzionale in modo tale che la specificità del Sulcis Iglesiente non sia cancellata.
Spetta innanzitutto a chi ha voluto questa situazione, dimostrare che dalla cancellazione di rappresentanza provinciale e di servizi, derivi un concreto e misurabile beneficio ai cittadini. Spetta innanzitutto al centro-destra che governa la Regione, produce Commissari e non riforme, spreca risorse e mortifica territori. Ma spetta anche al Centrosinistra (a dire il vero piuttosto confuso sulla materia, almeno a livello regionale) inchiodare il Consiglio regionale sulle contraddizioni della maggioranza , imponendo un‘agenda di lavoro che porti alla riforma senza ulteriori indugi. Almeno questo è dovuto al territorio.»
Tore Cherchi
2/09/2013