22 November, 2024
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Ieri è scomparso Francesco Martani, presidente e creatore della prestigiosa Fondazione Cà la Ghironda di Arte contemporanea a Bologna. Nel 2009 regalò a Carbonia, senza alcun corrispettivo, una straordinaria mostra con 45 maestri del ‘900, da Picasso a Mondrian, da Guttuso a Bacon, Klee, Morandi, Balla, Warhol, Magritte, Chagall, Basquiat e altri grandi presenti nel catalogo della Fondazione. Senza la passione di Francesco Martani per la Cultura e l’impegno generoso per la sua diffusione, non sarebbe  stato possibile avere a Carbonia una mostra di quel valore. Gli fummo riconoscenti allora. Lo vogliamo ricordare oggi.

Tore Cherchi

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E’ in programma lunedì 17 ottobre 2016, dalle ore 17,30, nei locali della Grande Miniera di Serbariu Sezione di Storia Locale, a Carbonia, la presentazione del libro “Il cugino comunista”, di Walter Piludu. Sono previsti di Stefania Piredda, Nico Grillo, Mariano Cabras, Antonangelo Casula, Tore Cherchi e Walter Piludu con un messaggio. Coordina e introduce Anna Lai.

La vicenda personale di Walter Piludu si intreccia con la storia del Partito comunista italiano, il protagonista si guarda indietro e racconta senza rimpianti,  talvolta con ironia critica ed autoironia: con la sincerità di chi non dice tutto ma non racconta niente che non sia vero. E un’autobiografia che ha sullo sfondo la storia del Partito Comunista dalla fine degli anni ’60 alla nascita del Pds, attraverso i ricordi di chi è stato protagonista: Walter Piludu è stato militante, funzionario ed amministratore pubblico, dopo la Bolognina ha fatto la sua scelta sofferta e a lungo meditata, durante il congresso di Rifondazione comunista del 1994 abbandona, a 43 anni, la politica attiva. Oggi, malato di Sla, continua la sua lotta per le idee, vuole poter decidere quando morire, e vuole che tutti lo possano fare, se si trovano in situazioni di sofferenza e di dipendenza, L’ultima parte del suo libro testimonianza è per una legge sul fine vita che sia di libertà e di dignità, che condanni l’accanimento terapeutico e che contempli la possibilità del ricorso all’eutanasia.

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Nuovo incontro sulla vertenza Alcoa, ieri sera, tra la Giunta regionale, il coordinatore del Piano Sulcis e i Sindacati. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori del Lavoro Virginia Mura e dell’Industria Maria Grazia Piras e il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi, hanno incontrato nella sede di Viale Trento a Cagliari, i rappresentanti sindacali. La riunione è stata convocata per esaminare la questione Alcoa e, più in generale, affrontare le problematiche legate alla messa in sicurezza dei lavoratori che hanno perso o stanno per perdere gli ammortizzatori sociali.

Nel corso dell’incontro, è emerso che va avanti la procedura prospettata nell’ultimo incontro di Roma con il ministro Carlo Calenda, cioè l’intervento di Invitalia in merito all’iter per evitare lo smantellamento degli impianti da parte di Alcoa e per trovare un possibile investitore disposto a far ripartire lo smelter di Portovesme. Alcoa invierà un precontratto, da sottoporre al ministero e Invitalia. Il termine indicato dal Ministro per questa fase è fine ottobre. Si stanno affrontando alcuni nodi legati al risanamento ambientale, i cui costi resteranno comunque tutti in capo alla multinazionale statunitense. Invitalia si è organizzata per effettuare la due diligence nello stabilimento. Sul fronte delle iniziative per trovare un nuovo investitore, è emerso che un gruppo industriale ha confermato il suo interesse. Si sta anche procedendo con i contatti preliminari con altri soggetti industriali potenzialmente interessati.
Nel corso della riunione la Regione ha illustrato le linee guida di un progetto, articolato in una serie di misure di politica attiva del lavoro, destinato ad integrare quelle che saranno messe a disposizione dal Governo nel decreto interministeriale delle cosiddette “Zone di crisi complesse”. Lo schema preciso delle singole misure sarà messo a punto nel dettaglio, ed illustrato nei prossimi incontri, non appena il governo adotterà il nuovo decreto sulle Aree di crisi complessa, in modo da consentire interventi coerenti ed adeguati.

Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 4

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Qualche giorno fa la segreteria della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario ha attaccato duramente Tore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis sull’annuncio della riforma del Parco Geominerario; oggi Tore Cherchi risponde con toni altrettanto duri.

«E’ una notizia che non prendiamo neppure in considerazione in quanto si tratta dell’ennesimo annuncio che la stessa persona diffonde periodicamente da quattro anni senza nessun risultato – ha attaccato la segreteria della Consulta delle associazioni -. Il primo annuncio lo diffuse proprio 4 anni fa in occasione della sottoscrizione del così detto “Piano Sulcis” nel quale, solo dopo le proteste della Consulta delle Associazioni, fu costretto a rimediare alla dimenticanza con l’inserimento all’ultimo momento del seguente impegno mai mantenuto”… dare piena operatività in tempi stretti al Parco Geominerario”.

In realtà non si trattò di una dimenticanza ma di una scelta premeditata in quanto per sollecitare la riforma del Parco Geominerario la Consulta delle Associazioni proprio in quel periodo mantenne per 400 giorni il presidio di Villa Devoto dove tutti i giorni sfilavano i veri padri di quel piano, Cappellacci, Cherchi e Oppi, con l’ex sindaco di Villamassargia a fare da megafono propagandistico ad un piano-farsa che si rivelò ben presto la minestra riscaldata delle vecchie scelte fallimentari da finanziare con fondi riciclati che non erano riusciti a spendere negli anni precedenti.

In quella logica non poteva trovare posto il Parco Geominerario la cui istituzione era finalizzata ad aprire un nuovo orizzonte per il futuro del territorio attraverso la valorizzazione dell’immenso patrimonio storico, culturale e ambientale della millenaria epopea mineraria della Sardegna.

Ma questa scelta proposta 20 anni prima dalle Associazioni di volontariato e da tanti illustri e illuminati cittadini non fu recepita con facilità dall’attuale Coordinatore del Piano “Cappellacci-Cherchi-Oppi” che, dopo tante inutili sollecitazioni, fu costretto ad inserire nella legge finanziaria 2001 la norma istitutiva del Parco Geominerario, solo dopo la drammatica occupazione di Pozzo Sella e la mobilitazione popolare che sostenne quella lotta condotta sottoterra per 365 giorni.

Per queste ragioni non possono essere credibili gli annunci delle stesse persone che hanno finora impedito che il Parco acquisisse un ruolo strategico per contribuire concretamente alla rinascita culturale, sociale ed economica del territorio come è stato fatto concretamente negli altri bacini minerari europei con la creazione di migliaia di posti di lavoro.»

Fin qui, testualmente, l’attacco della segreteria della Consulta delle associazioni.

Oggi Tore Cherchi ha replicato con una nota che riportiamo pure integralmente.                                                                

«Il decreto di riforma del Parco Geominerario della Sardegna firmato dai Ministri dell’Ambiente, dell’Economia, dei Beni Culturali e dello Sviluppo Economico e con l’Intesa del Presidente della Regione Sardegna, munito del bollino del Direttore generale del Ministero dell’ambiente, è stato registrato il 8 settembre 2016 nel Registro dei Decreti con il numero 0000244.

Il mio è stato l’annuncio di un lavoro preso in mano e concluso e che altri hanno agitato a vuoto per due lustri – aggiunge l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias -. Questo resta un fatto quale che sia l’opinione della segreteria della Consulta delle associazioni. Per il resto ho il costume di non rispondere agli attacchi personali. Non lo farò neanche ora verso il coordinatore della segreteria delle associazioni, sempre pronto alla fatwa ma ahinoi, già Amministratore e Commissario di lungo ed inconcludente corso del Parco Geominerario. Un po’ di umiltà e di autocritica non guasterebbero – conclude Tore Cherchi – ma so di chiedere troppo.»

Tore Cherchi 12 copia

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Stamane è tornata la quiete in Piazza Roma, a Carbonia, dopo la tempesta a 5 stelle! La tempesta scatenata dal Movimento 5 stelle ha scritto una pagina di storia della città di Carbonia che verrà raccontata dai nostri figli e dai nostri nipoti con una vicenda politico-amministrativa davvero straordinaria!

Dal dopoguerra a ieri, Carbonia è stata sempre amministrata dalla sinistra e dal centrosinistra. Solo una volta, nel 2001, si è arrivati ad un passo dal rovesciamento di equilibri politici consolidati dei decenni, quando il centrodestra, favorito nei sondaggi della vigilia, fece letteralmente harakiri, facendo di tutto per non arrivare unito alla sfida con il centrosinistra guidato dall’ex parlamentare Tore Cherchi che, nonostante tutti gli accordi più o meno ufficiali, si impose comunque con un margine contenuto sul giovane Alberto Floris, “mandato al sacrificio” dal centrodestra: 10.362 voti, il 54,82%, contro 8.539 voti, il 45,18%. La coalizione di centrodestra si annullò ancora di più nei cinque anni di consiliatura, portando il centrosinistra alla rielezione plebiscitaria di Tore Cherchi, nel 2006, con la percentuale “bulgara” del 79,80%!

Anche in un’occasione precedente, nel 1993, l’allora PDS arrivò ad un passo dalla sconfitta, con Antonangelo Casula, ma allora l’avversario era un altro esponente della sinistra, Renato Monticolo, candidato del partito della Rifondazione Comunista, che si impose nettamente in città, chiudendo con un margine di 800 voti, ribaltato clamorosamente nei due seggi di Bacu Abis, con un’altra percentuale superiore all’80%, ed un margine finale di 159 voti!

La vittoria del Movimento 5 Stelle appare clamorosa nelle proporzioni, ma per molti era prevedibile, nonostante il netto margine maturato al primo turno a favore di Giuseppe Casti e della coalizione di centrosinistra.

Giuseppe Casti, eletto sindaco cinque anni fa con 12.020 voti, il 62,36%, il 5 giugno 2016 sostenuto da una coalizione di cinque liste del centrosinistra, ha ottenuto 6.074 voti, il 36,15%, mentre Paola Massidda, sostenuta dalla sola lista del Movimento 5 Stelle, ha ottenuto 3.688 voti, il 21,95%, con un divario tra i due di 2.386 voti, il 14,20%,

Le liste della coalizione che sosteneva Giuseppe Casti hanno ottenuto 6.737 voti, il 40,10%; la lista del Movimento 5 Stelle 3.009 voti, il 17,91%.

Tra i candidati delle liste e coalizioni non arrivate al ballottaggio, solo alcuni hanno annunciato ufficialmente il loro sostegno ad uno dei due candidati, Paola Massidda, tra questi Francesco Cicilloni, candidato a sindaco non eletto della lista civica “Dipende da noi“, consigliere uscente eletto nella lista del Partito Democratico e passato all’opposizione nel corso della consiliatura, insieme a Luisa Poggi e Ignazio Cuccu, la prima candidata come capolista di “Carbonia Rinasce”, a sostegno della candidatura a sindaco di Ugo Piano, il secondo non candidato, schieratisi entrambi a sostegno della candidata del Movimento 5 Stelle, contro l’ex compagno di partito Giuseppe Casti.

Giuseppe Casti, nonostante il consistente vantaggio di partenza, conosceva molto bene le insidie del ballottaggio e temeva l’avversario, soprattutto per il fortissimo vento, che cammin facendo ha assunto le caratteristiche di una vera e propria tempesta, che spirava alle sue spalle. Per tentare di attenuarne la forza, ha cercato di serrare le fila all’interno della sua coalizione (si sa che nei ballottaggi, inevitabilmente, si verifica un disimpegno generalizzato, soprattutto tra quanti sono stati “bocciati” al primo turno e perdono stimoli nell’opera di convincimento dei loro elettori) ed ha cercato di acquisire consensi tra quanti al primo turno, soprattutto quelli provenienti dall’area del centrosinistra, avevano fatto altre scelte.

I risultati maturati nel segreto delle urne dicono chiaramente che, al di là dell’apertura di credito manifestata da alcuni, collocati politicamente nel centrosinistra, al sindaco uscente, quest’ultimo ha con fatica mantenuto per buona parte i consensi del primo turno (5.748, il 38,40% dei votanti, contro 6.074, il 36,15% dei votanti), ma quasi tutti coloro che il 5 giugno avevano votato candidati alternativi alla coalizione di maggioranza uscente, ieri hanno fatto convergere i loro voti sul candidato del Movimento 5 Stelle Paola Massidda. In questo modo si spiega la lievitazione dei consensi, passati da 3.688, il 21,95%, a 9.219 voti, il 61,60% dei votanti del ballottaggio (l’affluenza è scesa dai 17.341 votanti del primo turno, il 61,72%, ai 15.167 votanti del ballottaggio, il 53,98%).

Oggi è iniziata  una nuova pagina della storia politica ed amministrativa di Carbonia. Giuseppe Casti e gli assessori della sua Giunta hanno già lasciato i rispettivi usciti nel Palazzo di Piazza Roma che nelle prossime ore avranno i loro nuovi “inquilini” scelti dai cittadini di Carbonia. Tutti sono attesi da un impegno severo, al quale si presentano con l’entusiasmo tipico degli esordienti. Il primo impegno che li aspetta è la scelta degli assessori, presumibilmente sei e, a breve, il debutto nella sala polifunzionale di Piazza Roma.

Il tempo per festeggiare il risultato storico raggiunto finirà presto, perché Carbonia ha bisogno di una guida per affrontare sia i problemi dell’amministrazione ordinaria quotidiana sia quelli della prospettiva di comune guida della nascente Unione dei comuni e della nascente provincia del Sud Sardegna, della quale, in applicazione delle disposizioni della nuova legge di riordino degli enti locali, le spetta il ruolo di capoluogo, in quanto comune più popoloso!

Paola Massidda 10 giugno 2016 copia

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Fanghi rossi Iglesias

 

Quale vita dare alle miniere dopo le bonifiche e i diversi processi di risanamento e riqualificazione delle aree lasciate dalle aziende che hanno operato nelle diverse parti dell’isola con una maggiore attenzione ai tempi, alla burocrazia e alla necessità di procedere in maniera sinergia e senza ostacoli. Questo il senso dell’iniziativa “Ambiente e miniere 2.0” che si è svolto a Montevecchio, promosso dalla Filctem Cgil del Medio Campidano, in collaborazione con il comune di Guspini e a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni e sindacali.

«L’obiettivo è dare una nuova vita alle miniere. Partendo dall’eredità, troppo spesso amara e pericolosa che ci hanno lasciato, e che diventano un punto di partenza – ha spiegato Emanuele Madeddu, coordinatore della Filctem Cgil -. Ossia le bonifiche per ripartire e dare un futuro ai siti minerari, alle aree alle strutture che hanno accompagnato quella che è stata definita l’epopea mineraria. Sicuramente le bonifiche sono un punto fondamentale e necessario per ripartire e far funzionare un sistema che in questi anni ha dovuto fare i conti con le mille difficoltà rappresentate da norme non sempre attuali (basti l’esempio della legge che regola l’attività mineraria: è un regio decreto), o la legge sulle miniere che non aveva a cuore il benessere del territorio ma la produzione.»

Il sindaco di Guspini, Giuseppe De Fanti, ha rimarcato la necessità di intervenire per avviare il percorso di risanamento ambientale e i ritardi dovuti molto spesso alla burocrazia.

«Si pone la necessità, per quanto riguarda Iglesias – ha detto il sindaco Emilio Gariazzo – di far convivere la tutela dell’ambiente con lo sviluppo e quindi la valorizzazione turistica dei siti”. Antonello Acca, sindaco di Arbus, ha rimarcato la necessità di procedere con le bonifiche rapidamente. Il ritardo delle bonifiche ritarda sicuramente lo sviluppo turistico.»

«C’e’ un dato di partenza importante – ha rimarcato Tore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis -: Igea era una società in liquidazione pur avendo un portafoglio da 180 milioni di euro per fare le bonifiche. Igea è stata sottratta dalla liquidazione e oggi ha una capacità operativa che vede iniziare i lavori a Sant’Antioco. Rispetto allo scorso anno, sono stati compiuti passi concreti. A Iglesias è stato costituito il centro competenza e riciclo materiali.»

Rossella Pinna, consigliere regionale ed ex sindaco di Guspini, dopo un passaggio su progetti e finanziamenti ha posto l’accento sulle nuove iniziative che riguardano Montevecchio.

Vincenzo Tiana ha posto l’attenzione sulla questione delle bonifiche. «La Regione dovrebbe fare un progetto strategico sulle mille discariche dismesse».

«Grazie ai lavoratori per il lavoro e l’impegno – ha detto Michele Caria, amministratore di Igea -. Oggi Igea è in grado di affrontare tutti i lavori, non c’è bisogno di fare arrivare aziende da fuori.»

Ha parlato del salvataggio di Igea e delle numerose proteste che si sono registrate prima del salvataggio dell’azienda in house l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras. «Quella di oggi è un’occasione per ascoltare cose che nei nostri uffici non si sentono. Igea è una società pubblica che  può lavorare con efficienza. Una società che si regga e sia un valore aggiunto nel territorio.»

Michele Carrus, segretario regionale della Cgil ha posto l’attenzione sulla necessità di rivedere la legge sul settore estrattivo in Sardegna, di formulare una legge quadro sulle bonifiche dei  siti minerari e di salvaguardare le professionalità e le esperienze positive dell’Ati Ifras.

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Movimento Zon Franca

Grande partecipazione popolare giovedì sera, nella sala conferenze del Lù Hotel, a Carbonia, all’incontro organizzato dal Movimento Sardegna Zona Franca. Sala piena e acceso dibattito sullo sviluppo delle potenzialità insite nello strumento della zona franca aperta, da poco avviata nel Sulcis.

Il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, si è congratulato apertamente per la fruttuosa collaborazione con i vertici del Movimento che ha portato alla realizzazione delle delibere attuative della zona franca del Sulcis che danno applicazione all’art. 12 dello Statuto Sardo, dopo un’attesa durata ben… 68 anni.

«Il Movimento Sardegna Zona Franca, dopo aver collaborato alla revisione dell’articolo 10 del predetto statuto – si legge in una nota -, adesso può ben dire di aver fattivamente determinato, con la collaborazione dell’attuale Giunta regionale, l’applicazione concreta dell’articolo 12. Ciò dimostra che non conta il colore della Giunta al Governo pro tempore ma soltanto l’effettivo impegno che si profonde.»

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Si è svolto questa mattina, all’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, un incontro per l’esame della procedura per il riavvio della produzione nello stabilimento Eurallumina. All’incontro hanno partecipato il presidente della Regione, Francesco Pigliaru; gli assessori dell’Industria e dell’Ambiente, Maria Grazia Piras e Donatella Spano, con i rispettivi staff; l’amministratore straordinario dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, Giorgio Sanna; il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi; la direttrice dell’assessorato regionale dell’Ambiente, Paola Zinzula; e, infine, la RSU Eurallumina.

L’incontro, previsto in un primo momento venerdì 6 maggio, al rientro della delegazione dei lavoratori da Roma, dove hanno tenuto un presidio durato alcuni giorni ed hanno incontrato il Premier Matteo Renzi, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti con la responsabile del ministero del Lavoro Rita Camusso, e i sottosegretari Luca Lotti e Claudio De Vincenti, in concomitanza con le iniziative di mobilitazione messe in campo dai lavoratori, è stato spostato ad oggi per concomitanti impegni già calendarizzati dal presidente Pigliaru e dagli assessori interessati.

«L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, – scrive in una nota la RSU Eurallumina – ha confermato la condivisione del progetto di ripartenza della fabbrica, già ratificato dall’inserimento nel Piano energetico del Piano energetico regionale, della realizzazione del nuovo impianto di cogenerazione per l’autoproduzione.

L’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, ha ribadito il massimo livello di attenzione degli uffici dell’assessorato, che hanno accolto la richiesta dell’azienda di un ulteriore lasso di tempo per completare le risposte alle integrazioni richieste ed il confronto costante e collaborativo con il ministero dell’Ambiente che ha fornito pieno supporto e disponibilità.»

L’amministratore straordinario dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, Giorgio Sanna, ha testimoniato che l’azienda proponente sta operando e mettendo in atto tutte le richieste del Servizio ambientale dell’ente, dal completamento della barriera idraulica, all’emungimento e trattamento delle acque, alla messa in sicurezza operativa, con ottimi risultati, come documentato dalle ultime analisi certificate all’interno dei parametri richiesti dalle norme.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha evidenziato la sinergia e il contatto diretto con il Governo per una vertenza considerata di interesse nazionale, seguita direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, supportato dal confronto costante con il capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio Nicola Centrone ed il sottosegretario Claudio De Vincenti, tutti impegnati affinché all’interno delle regole che tutelano il lavoro, l’ambiente e la salute, possano finalmente partire gli investimenti propedeutici alla ripresa produttiva di Eurallumina, che hanno una strategica valenza per il sistema industriale italiano insieme ad una imprescindibile ed importante valenza sociale, economica ed occupazionale, per il Sulcis Iglesiente e la Sardegna.

«La RSU Eurallumina, le lavoratrici e i lavoratori – conclude la nota della RSU Eurallumina – monitoreranno con sempre maggiore determinazione ogni passaggio della restante parte dell’iter autorizzativo, sino al raggiungimento dell’obiettivo che li ha visti impegnati senza sosta in anni di lotta e sacrifici.»

Eurallumina a Roma 1

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Tore Cherchi 79

Domani, mercoledì 27 aprile, il Centro Regionale di Programmazione pubblicherà sul sito internet della Regione Autonoma della Sardegna il – Piano Sulcis Area di intervento Incentivi – Delibera CIPE n. 31/2015”. Lo strumento opera con procedura valutativa a sportello, nei limiti della dotazione finanziaria.

La dotazione iniziale di risorse ammonta a 6.480.000 euro.

«Si tratta del finanziamento del bando destinato alle sole nuove imprese e a investimenti nella fascia 15.000/800.000 €; seguono a breve distanza temporale, altri bandi finalizzati alle imprese esistenti e a investimenti di varia fascia, esempio sopra i 5 milioni €, o all’altro estremo, sotto i 150mila €, o di fascia intermedia. Gli incentivi destinati a questo insieme di bandi, ammontano appunto a 32,5 milioni €. È utile spiegare che non c’è stata riduzione degli stanziamenti e riservare la discussione ad altro.»

Il chiarimento arriva direttamente dal coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, in risposta all’interrogativo sollevato nei giorni scorsi dal consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci («A fronte dei 36,5 milioni di euro stanziati dal Piano Sulcis per incentivi alle imprese, dopo un’interminabile attesa – aveva detto Locci – solo 6,5 milioni vengono messi a disposizione: la montagna partorisce il topolino.Come mai una cifra così esigua rispetto alla somma iniziale?»

Destinatarie di questo primo intervento, lo ricordiamo, sono le imprese che operano nei comuni dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, micro o piccole imprese (MPI), costituite da meno di 5 anni e imprese ancora da costituire che intendono realizzare un Piano per la creazione di impresa o sviluppo aziendale.

Settori ammissibili: Sono ammissibili tutti i settori purché orientati a favorire il rilancio e lo sviluppo su nuove basi della tradizione industriale del Sulcis Iglesiente di cui ai seguenti codici ATECO2007:

Sezione A – limitatamente alla divisione 03
Sezione C – tutte le divisioni
Sezione F – limitatamente alle categorie 43.99.02 e 43.99.09
Sezione H – limitatamente alla classe 52.10 e categoria 52.29.22 Sezione J – limitatamente alle categorie 59.11.00, 59.12.00, 59.14.00 Sezione N – limitatamente alle categorie 77.21.01, 77.21.09, 79.90.20 Sezione R – limitatamente alle divisioni 90, 91 e alla categoria 93.29.20 Sezione S – limitatamente alle divisioni 95, 96

Interventi ammessi: Piani per la creazione d’impresa o lo sviluppo aziendale di valore compreso tra 15.000 e 800.000 euro, coperti per almeno il 25% con mezzi propri e/o finanziamenti di terzi.

Forma dell’aiuto: Finanziamento pubblico e sovvenzione a fondo perduto.

Ripartizione della dotazione complessiva tra i settori

Settori prioritari (delibera CIPE n. 31/2015)

Settori non prioritari

Industria sostenibile (edilizia, energie, biotecnologie)

Turismo

Agroindustria (vitivinicolo, ittico, erbe officinali)

Altri settori ammissibili

1.784.000

961.000

752.000

2.983.000

Buggerru

Giba

Nuxis

Sant’Anna Arresi

Calasetta

Gonnesa

Perdaxius

Sant’Antioco

Carbonia

Iglesias

Piscinas

Tratalias

Carloforte

Masainas

Portoscuso

Villamassargia

Domusnovas

Musei

San Giovanni Suergiu

Villaperuccio

Fluminimaggiore

Narcao

Santadi

Regime di aiuto:

– Finanziamento pubblico diretto, a condizioni di mercato, fino al 75% del valore del Piano per la creazione di impresa o sviluppo aziendale con il Fondo Competitività;

– Condizioni privilegiate sui finanziamenti concessi dalle banche alle MPI a valere sui Plafond di Cassa depositi e prestiti S.p.A. per le finalità di cui all’articolo 3, comma 4 – bis, del D.L. 5/2009 (concessione di finanziamenti, rilascio di garanzie);

– Sovvenzione a fondo perduto per l’abbattimento della quota capitale dei finanziamenti, nella misura del 50%, incrementata di un ulteriore 10% in presenza un finanziamento bancario, o di altro intermediario finanziario privato, calcolato sul valore del Piano approvato.

Gli aiuti all’avviamento o allo sviluppo, sotto forma di regime, sono concessi ai sensi dell’articolo 22 del Regolamento (UE) n. 651/2014.

Presentazione: dalle ore 12,00 del 12.05.2016; saranno istruite tutte le domande validamente trasmesse con l’apposito sistema informatico.

Info Bando: INVITALIA – Unità di assistenza tecnica, Sviluppo progetti di impresa nel Sulcis Iglesiente, Palazzo Bellavista Monteponi – 09016 Iglesias (CI) – Tel. +39 345 8858080 – Indirizzo email: info.sulcisincentivi@invitalia.it

Documentazione: Consultabile a partire dal 26.04.2016 agli indirizzi

www.regionesardegna.it , www.sardegnaprogrammazione.it , www.regione.sardegna.it/pianosulcis,www.sfirs.it.

Informazioni sul procedimento possono essere richieste all’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Centro Regionale di Programmazione, Via Cesare Battisti snc, crp.urp@regione.sardegna.it

 

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Il via libera della Giunta regionale al procedimento per l’attivazione delle zone franche con natura doganale in diverse aree della Sardegna, è salutato con grande soddisfazione dai movimenti che da anni si battono in Sardegna per il progetto delle zone franche.

L’avvocato Francesco Scifo esulta insieme a tutti i zonafranchisti per il lavoro del Movimento Sardegna Zona Franca, «premiato da una Giunta regionale che dietro una grande spinta e il fiato sul collo, ha alla fine deliberato ciò che Maria Rosaria Randaccio ha predicato fin dal 2012».

«E’ bello, dopo tanto lavoro, poter celebrare la vittoria della Sardegna: le zone franche della Sardegna sono oggi realtà. Il lungo cammino iniziato nel 1948, con l’approvazione dello Statuto autonomistico, è oggi arrivato ad un punto di svolta positivo e decisivo per lo sviluppo dell’Isola. Finalmente! Anche la Giunta regionale ha compreso l’importanza di questo strumento di politica economica: oggi le zone franche della Sardegna sono state attivate e con tre delibere adottate in accordo con lo Stato Italiano. Noi abbiamo fondato il Movimento Sardegna Zona Franca ed, a giusto diritto, possiamo dire di aver sollevato e portato avanti questo vessillo di indipendenza economica che era caduto nell’oblio fino al 2012.»

«La Giunta Pigliaru ha preso una decisione storica e, con lungimiranza non comune, si è avvalsa di tutte le competenze tecniche che noi potevamo fornirle, volentieri e gratuitamente, per il benessere di tutti. La svolta storica è stata la manifestazione del 16 febbraio 2016 quando, insieme ai valorosi lavoratori del Sulcis che da soli ci hanno accompagnato a manifestare, ci siamo recati dal presidente Pigliaru a chiedergli di portare a termine il lavoro iniziato da noi nel 2012: il Governatore ha accolto la nostra richiesta e ora, per la Sardegna, si apre una nuova era di prosperità e di lavoro. Un grande “Grazie” al Governatore Pigliaru che non si è fatto condizionare dai colori politici ed all’ing. Tore Cherchi che ha creduto alla nostra scommessa di progresso.»

«Adesso dovremo imprescindibilmente vigilare sul prosieguo della procedura – conclude Francesco Scifo -, cioè D.P.C.M. della Presidenza del Consiglio dei ministri e successiva comunicazione all’UE.»

Francesco Pigliaru 3321