22 December, 2024
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Un incontro di grande intensità con due protagonisti della fusion a Neoneli al diciannovesimo festival Dromos. Domani (giovedì 10 agosto), il piccolo borgo in provincia di Oristano ospita un chitarrista del calibro di Stanley Jordan e un’autentica icona della batteria, Billy Cobham, in concerto alle 21.30 in piazza Barigadu (anziché in piazza Italia, come inizialmente previsto). Con loro sul palco, a completare il progetto, il cileno Christian Gálvez, virtuoso del basso elettrico dal curriculum invidiabile.

Oltre a essere un musicista dal talento innato, Cobham è anche un raffinato ed originale compositore che ha saputo spaziare da un genere all’altro senza porre alcun limite alla sua musica. Lo dimostrano la sua vasta discografia e le numerose collaborazioni con artisti provenienti da tutto il mondo. Dalla fine degli anni sessanta il musicista di Panama, classe 1944, ha rivoluzionato il modo di concepire le parti destinate alla batteria, apportando una forza creativa all’ambito ritmico e assegnando ad esso una centralità senza precedenti. Ha raggiunto l’apice della fama a metà degli anni settanta divenendo uno dei musicisti più imitati nell’ambito jazz, fusion e rock.

 In una carriera che ha preso il volo nel 1985, Stanley Jordan, classe 1959, ha sempre mostrato una personalità camaleontica, anticonformista, fantasiosa e del tutto originale, lasciando la sua indelebile impronta su ogni sua interpretazione. Figura tra le più originali della storia della chitarra, il musicista di Chicago rinnova e porta ai massimi livelli una tecnica marginale, “Touch” o “Tapping” che gli permette un uso pianistico dello strumento. Jordan non usa il plettro e non “pizzica”, ma ora “percuote” ora “tira” le corde fino a creare un sound unico ormai universalmente riconosciuto. 

Conosciuto ai suoi esordi come il “Pat Martino del basso”, Christian Gálvez fa parte della generazione dei bassisti elettrici “post Pastorius”. Influenzato da colleghi come John Patitucci e Stanley Clarke, esplora il suo universo personale grazie ad un originale stile virtuosistico, dove l’uso di armonie e accordi a livello più alto è una parte fondamentale del suo linguaggio; uno stile che si avvicina a quello dei grandi geni della “chord melody” come Joe Pass, Tal Farlow, George Benson e Pat Martino.

Ingresso a 10 euro più diritti di prevendita. La serata si arricchisce con un’anteprima del festival enogastronomico e culturale Licanìas, organizzato dal Comune: una cena con prodotti del territorio (fregula, pecora e vino di Neoneli) a cura dello chef Roberto Serra del ristorante “Su Carduleu” di Abbasanta.

Venerdì 11 agosto Dromos torna nella sua casa base, a Oristano, per la proiezione, alle 21.30 in piazza Corrias, del film “Nel mondo grande e terribile”. Scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria, il lungometraggio racconta la vita e il pensiero negli anni del carcere di Antonio Gramsci (di cui ricorre l’ottantesimo anniversario della morte), interpretato dall’attore Corrado Giannetti. Il film è presentato da Enrica Vidali e dal produttore Tore Cubeddu, con letture di Alessandro Melis. L’ingresso alla proiezione, organizzata in collaborazione con la biblioteca comunale di Oristano, è libero.

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La II commissione del Consiglio regionale ha concluso il ciclo di audizioni sul testo unificato in materia di lingua sarda (proposte di legge nn. 6, 167 e 228) e non è escluso che già dalla prossima settimana proceda con la discussione generale e l’esame degli articoli. «L’obiettivo – ha detto il presidente della commissione Cultura, Gavino Manca – resta quello di approvare una proposta condivisa prima della pausa estiva, così da consentirne la discussione in Aula a partire da settembre».

Questa mattina la commissione ha ascoltato l’operatore culturale Ivo Murgia; il presidente della società cooperativa “l’altra cultura”, Antonio Garau; il direttore editoriale del periodico on line in lingua sarda “Boxis”, Manuela Ennas; il direttore di “Eja tv”, Tore Cubeddu; il docente dell’Università di Sassari, Dino Manca; il direttore di Rai Regione, Giovanni Maria Dettori; il consigliere di amministrazione della Rai, Franco Siddi ed il direttore della comunicazione della Regione sarda, Michela Melis.

Ivo Murgia e Antonio Garau hanno svolto considerazioni con riferimento alle parti del provvedimento che trattano, principalmente, gli sportelli linguistici, l’agenzia per la lingua ed anche le cosiddette arti proprie ed entrambi hanno dichiarato una sostanziale condivisione per i contenuti presenti nel testo unificato.  Il presidente della coop “Altra cultura”, per ciò che attiene l’insegnamento nelle scuole, ha inoltre rimarcato il favore per la limba sarda comuna («ma è chiaro che campidanese e logudorese continueranno ad esistere»).

Manuela Ennas e Tore Cubeddu hanno invece incentrato i rispettivi interventi sugli aspetti legati alla comunicazione (articolo 19, informazione e editoria) auspicando maggiori opportunità per le aziende portatrici di innovazione ed interventi mirati per incentivare la comunicazione in limba dei grandi eventi patrocinati dalla Regione ed in generale dagli enti pubblici.

Il professore associato dell’Ateneo turritano, Dino Manca, nel corso del suo articolato intervento ha invece confermato contrarietà per l’utilizzo della limba comuna ma ha salutato con favore la proposta di legge ribadendo “la centralità della scuola” per la valorizzazione e la tutela delle lingue della Sardegna. Il rappresentante dell’Università ha quindi evidenziato l’assenza di un linguista e di un esperto in letteratura e poesia nell’istituendo comitato tecnico scientifico (art. 15) ed ha sollecitato una misura immediata per il “controllo” del materiale didattico in lingua sarda («in via transitoria si potrebbero istituire apposite commissioni nelle università di Cagliari e Sassari che valutino testi e altri materiali didattici») nonché la previsione in legge di un congruo numero di assegni di ricerca finanziati dalla Regione.

Il consigliere di amministrazione della Rai, Franco Siddi, ha insistito sulle questioni attinenti l’inserimento del sardo nella convenzione nazionale, siglata di recente tra  la Rai e lo Stato («è la prima volta che accade ed è un fatto di rilevanza storica per la valorizzazione e la promozione della lingua») a cui seguirà, presumibilmente entro la fine dell’anno in corso, la firma del contratto di servizio nel quale sono indicate le risorse e le azioni. «È opportuno – ha dichiarato Franco Siddi – che la Regione si attivi per aprire il negoziato con il Governo,  perché siano garantite, nel contratto di servizio, le risorse per sostenere e finanziare la lingua sarda nelle produzioni Rai». Il consigliere di amministrazione Rai ha quindi illustrato le opportunità che ne deriverebbero alla Sardegna non solo sotto il profilo culturale e identitario ma, soprattutto, sotto l’aspetto economico ed occupazionale, ad incominciare dal recupero dell’autonomia della sede Rai della Sardegna e per la possibilità di richiedere la “riserva” nelle assunzioni per i giornalisti sardofoni.

La direttrice della comunicazione della Regione sarda, Michela Melis, ha esplicitato ai commissari le “conseguenze” che l’approvazione della legge produrrebbe sul sistema regione  in relazione alle attività dell’Urp, della pubblicità istituzionale, della cosiddetta comunicazione diffusa e della formazione del personale dell’amministrazione. La dottoressa Melis ha quindi evidenziato la necessità di una congrua dotazione finanziaria per sostenere e attuare le misure previste nel testo unificato.

Sul tema delle risorse e sulla opportunità di un testo organico è intervenuto, tra gli altri, il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che ha auspicato «la fine dei meccanismi che hanno portato, nel corso degli anni, ad una spesa disorganica nelle attività di promozione della lingua e della cultura sarda» per realizzare una programmazione “seria” delle risorse e delle azioni «per affermare una efficace politica linguistica in Sardegna».    

 

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Giovedì 20 aprile, alle ore 21.00, nei locali dello Spazio Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, nella Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, verrà ospitata l’anteprima provinciale del film “Nel mondo grande e terribile”.

Il film, diretto da Daniele Maggioni Maria Grazia Perria e Laura Perini e prodotto da Tore Cubeddu con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, la Società Umanitaria – Cineteca Sarda, Terra De Punt, Istituto Gramsci Sardegna, Sardegna Teatro, Casa Museo di Antonio Gramsci, Casa Natale di Antonio Gramsci, racconta la vita e le idee di Antonio Gramsci attraverso le parole che ha scritto nelle Lettere e nei Quaderni dal Carcere.

Vengono mostrati gli ultimi dieci anni della sua vita in carcere. Un carcere duplice: materiale, concreto ma anche intangibile, immaginario. Un periodo duro e faticoso.

Ciononostante, le sue riflessioni durante il carcere, hanno lasciato una traccia indelebile nel pensiero filosofico contemporaneo.

Lo spazio scenico del presente carcerario è mostrato anche come uno spazio mentale, quasi astratto che si allarga e si restringe a seconda del suo stato d’animo. Il prigioniero Gramsci lotta, dibatte, rievoca. Nella sua cella si materializzano i suoi ricordi e i suoi fantasmi.

Il film si articola in una struttura a più livelli che si intersecano e si ritrovano in rimandi e assonanze reciproche.

Alla serata, organizzata dal Centro servizi culturali Carbonia della Società Umanitaria, ad ingresso libero e gratuito, parteciperà il regista Daniele Maggioni che si intratterrà per la discussione con il pubblico al termine della proiezione.

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Andrea Parodi L1 copia

Il “Premio Andrea Parodi” si prepara ad accogliere per la sua unica data italiana una leggenda vivente della musica, Al Di Meola, che riceverà il Premio Albo d’oro e insieme ad altri grandi ospiti come Riccardo Tesi, Massimo Donno, Alessia Tondo ed il Trio Correnteza omaggerà il grande talento di Andrea Parodi, di cui ricorre il 10° anniversario della scomparsa (il 17 ottobre) proprio in prossimità del festival. Parodi, dopo l’avventura con i Tazenda, era diventato un personaggio di rilievo nella scena world music internazionale.

Un cast di altissimo livello, che, insieme ai finalisti del concorso fra i quali compaiono nomi altrettanto importanti, animerà la nona edizione della manifestazione, in programma dal 13 al 15 ottobre a Cagliari al Teatro Auditorium Comunale di Piazza Dettori, con anteprima il 12 al live-club Jazzino e vari appuntamenti collaterali.

La direzione artistica è affidata a Elena Ledda, mentre a presentare saranno Ottavio Nieddu e Gianmaurizio Foderaro.

Al Di Meola non ha voluto mancare alla manifestazione che ogni anno ricorda Andrea Parodi, un artista con cui il leggendario chitarrista aveva intrecciato una intensa collaborazione, con molti concerti e con il disco “Midsummer Night in Sardinia” del 2005, e di cui aveva detto: «La voce di Andrea Parodi, unica, genera emozioni che toccano le più nascoste profondità dell’animo. Penso che Andrea sia una delle voci più importanti e originali del nostro tempo!»Al Di Meola si esibirà accompagnato dal chitarrista Peo Alfonsi, che suonava all’epoca con Parodi ed ora è in tour con lui da diversi anni.

A contendersi la vittoria del Premio Andrea Parodi, l’unico in Italia riservato alla world music, saranno: Paolo Carrus & Manuela Mameli Quartet (brano “Sa stella”, lingua sarda), Claudia Crabuzza (brano “L’altra Frida”, lingua algherese), Domo Emigrantes (brano “Leucade”, lingua salentina), Lamorivostri (brano “Lamorivostri”, lingua calabrese), Mau Mau (brano “8.000 km”, lingua piemontese), Parafone’ (brano “Amistà”, lingua calabrese, arabo-egiziana), Pupi di Surfaro (brano “Li me paroli”, lingua siciliana, italiana, inglese), Il tempo e la voce (brano “Meravigliusa-menti”, lingua siciliana medievale), Vesevo (brano “O ‘ Rre Rre”, lingua napoletana). Non sarà invece presente Mela (brano “Story of Inconsequence”, lingua inglese) per indisponibilità.

Il programma completo:

Il 12 ottobre alle 21.30 il Jazzino (Cagliari, Via Carloforte 76) ospiterà l’anteprima del Festival, con un recital di Davide Casu.

Il 13 ottobre alle 20.30 ci sarà la prima esibizione dei finalisti (con il brano in gara ed un altro brano del proprio repertorio) e la proiezione del video live di Giuliano Gabriele Ensemble (Vincitore del Premio nel 2015).

Il 14 ottobre alle 20.30 la seconda esibizione dei finalisti, che proporranno il brano in gara e uno del repertorio di Andrea Parodi, del quale verrà anche proiettato un video. Nella serata ci sarà spazio anche per i primi due ospiti, Riccardo Tesi e Massimo Donno.

Il 15 ottobre, alle 20.30, prenderà avvio la serata finale, con l’esibizione dei concorrenti, che presenteranno il brano in gara. A seguire saliranno sul palco il Trio Correnteza, Alessia Tondo con Massimo Donno. Si passerà poi alla consegna del Premio Albo D’oro ad Al Di Meola e al suo set con Peo Alfonsi. Infine la proclamazione dei vincitori del Premio assoluto, del Premio della Critica e delle menzioni e l’ormai tradizionale jam session finale che coinvolgerà tutti gli ospiti, Elena Ledda e gli artisti presenti in giuria e in sala.

EVENTI COLLATERALI

Il 14 ottobre nella Sala Conferenze Search (in Largo Carlo Felice 2), alle 10.00, si terrà un seminario sui diritti degli artisti interpreti ed esecutori a cura di Andrea Marco Ricci, Membro del Consiglio di Amministrazione del Nuovo IMAIE. Alle 11.30 sarà la volta di una conferenza sul contratto di edizioni musicali curata da Maria Grazia Maxia. Alle 17.30 toccherà alla presentazione del libro autobiografico “Una vita a bottoni” (Squilibri editore) di Riccardo Tesi, che sarà affiancato da Andrea Del Favero e Francesco Pintore.

Il 15 ottobre, sempre alla Sala Conferenze Search, alle 10.30 prenderà il via la giornata di studi “La musica che girerà intorno. Immaginare la World Music fra vent’anni”, a cura di Jacopo Tomatis, realizzata in collaborazione con Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio.

Si tratta della 2ª edizione del dibattito internazionale sulla World Music. Interverranno: Ciro De Rosa, Dario Zigiotto, Thorsten Bednarz, Riccardo Tesi, Marco Lutzu e Ignazio Macchiarella. Accesso libero e gratuito.

Premi per gli artisti

Il vincitore del concorso avrà diritto ad una bonus di 2.500 euro per spese musicali, che sarà erogato a copertura di costi di masterclass, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, entro un anno dallo svolgimento del festival. Il vincitore inoltre avrà la possibilità di esibirsi nella prossima edizione del Premio Andrea Parodi, al Festival European Jazz Expo di Cagliari, al Negro Festival delle Grotte di Pertosa (Campania) e a Folkest in Friuli.

Al vincitore del Premio della Critica sarà invece offerta la produzione di un videoclip professionale.

Gli oggetti d’arte del Premio Andrea Parodi 2016 saranno realizzati per l’occasione da Maria Conte.

Giurie

Giuria tecnica (Premio assoluto): Elena Ledda, Riccardo Tesi, Gabriele Mirabassi, Alessia Tondo, Peo Alfonsi, Gino Marielli, Gigi Camedda, Cathrine Rysst, Kaballà, Gigi Marras, Silvano Lobina, Andrea Ruggeri, Gianluca Dessi’, Simone Pittau, Gisella Vacca, Lia Careddu, Marco Lutzu, Salvatore Corona, Annamaria Loddo, Michele Palmas, Dario Zigiotto, Gaetano d’Aponte, Andrea Del Favero.

Giuria critica: Flavia Corda, Giorgio Galleano, Franz Coriasco, Matteo Bruni, Tore Cubeddu, Francesco Pintore, Giacomo Serreli, Walter Porcedda, Piersandro Pillonca, Claudia Mura, Daniela Deidda, Marco Mangiarotti, Jacopo Tomatis, Ciro De Rosa, Felice Liperi, Juan Antonio Vázquez, Andrew Cronshaw, Thorsten Bednarz, Petr Doruzka, Duccio Pasqua, Valerio Corzani, Sergio Albertoni, Stefano Carboni, Claudio Agostoni, Simone Cavagnino, Monica Magro, Luigi Mameli, Andrea Marco Ricci, Maria Grazia Maxia.

Partner e sponsor

Il Premio Andrea Parodi è realizzato grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna (fondatore), la Fondazione di Sardegna, il Comune di Cagliari (che concede anche il patrocinio).

Partner del Premio sono: European Jazz Expo, Premio Bianca d’Aponte, Negro Festival, Folkest, Nuovo Imaie, Federazione degli Autori, Consorzio Cagliari Centro Storico, Jazzino – Jazz Club Cagliari, Boxoffice Sardegna.

Media Partners: Radio Rai Live 7, Radio Popolare, Radio Sintony, Unica Radio, Sardegna1, Tiscali, Il Giornale della Musica, BlogFoolk, Mundofonias.

Vincitori edizioni precedenti

2015 – Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio)

2014 – Flo (Campania)

2013 – Unavantaluna (Sicilia)

2012 – Elsa Martin (Friuli)

2011 – Elva Lutza (Sardegna)

2010 – Compagnia Triskele (Sicilia)

2009 – Francesco Sossio (Puglia)

Premio della critica

2015 – Marina Mulopulos (Grecia / Toscana)

2014 – Tamuna (Sicilia)

2013 – Francesca Incudine (Sicilia)

2012 – Elsa Martin (Friuli)

2011 – Elva Lutza (Sardegna)

2010 – Yasmin Bradi (Sardegna)

2009 – Dario Piga (Sardegna/Spagna)

STORICO PREMIO ALBO D’ORO

2015 – TOTORE CHESSA (Sculture di FRANCESCO CAU, Assemini)

2014 – SU CUNCORDU ‘E SU ROSARIU DE SANTU LUSSURGIU (Quadri di MARIANO CHELO, Bosa, ceramiche di MASSIMO BOI, Quartu Sant’Elena)

2013 – FRANCESCO DEMURO (Artigianato di ROBERTA SOTGIU, Porto Torres)

2012 – LUIGI LAI (Artigianato di ANNA MARIA LAURO, Alghero, Creazioni in Pasta di Pane)

2011 – MARIO CERVO – Ad Memoriam (Artigianato di LUIGI NIOI, Assemini, Ceramista)

2010 – MAURO PAGANI (Artigianato di PINUCCIO SCIOLA, S.Sperate, Pietre Sonore)

2009 – BERNARD LORTAT JACOB (Artigianato di GIANPAOLO MARRAS, Ottana, Maschere tradizionali di legno)

2008 – DON GIOVANNI DORE (Artigianato Oreficeria di Cagliari)

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foto-di-mario-murgia1-300x300Barrakha Epos foto

Seconda giornata densa di appuntamenti nella dodicesima edizione del Cabudanne de sos poetas, diretto da Roberto Magnani e organizzato dall’associazione Perda Sonadora. Venerdì 2 settembre ad aprire la mattina alle 10.00 è stato Paolo Nori, sotto il pergolato dell’antico frantoio Prentza de Murone. Tra i più amati al festival di Seneghe di cui è grande amico, per cinque anni consecutivi dal 2006 al 2010 è stata una figura costante. Nel volume “La matematica è scolpita nel granito” edito da Perda Sonadora ha raccolto i suoi diari del Cabudanne de sos poetas. Nato a Parma abita a Casalecchio di Reno e scrive libri, come dice a chi gli chiede che mestiere fa. Ma fa anche altro: è autore e interprete di teatro, ha tradotto diverse antologie (Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj), collabora con diverse testate giornalistiche. Un grande ritorno per un doppio appuntamento: stamane ha presentato “Repertorio dei Matti della Città di Cagliari”, il libro scritto a più mani risultato del laboratorio di scrittura “senza sentimento”, che lui stesso ha ideato e condotto in dodici città, mentre alle 21.00, nella Partza de sos ballos, leggerà alcuni brani del suo libro, “La Svizzera”, quasi un monologo teatrale il cui personaggio principale è Benito, il meccanico di biciclette, già co-protagonista del precedente romanzo dell’autore di Parma “A Bologna le bici erano come i cani” (Ediciclo, 2010).
La poesia sarda ha un ruolo fondamentale nella filosofia del tradizionale appuntamento “La poesia sarda incontra il mondo”, colonna portante del programma del Cabudanne de sos poetas che sostiene e promuove la circolazione delle opere e le attività dei poeti sardi. Poesia sarda in sardo, prima di tutto. Per il 2016 il poeta ospite a sa Prenza de Murone alle 11.30 è uno dei più noti e premiati, Giovanni Piga, nuorese che nella sua opera ha affrontato una varietà di temi,
 dalla poesia civile all’intimità degli affetti familiari, con uno sguardo sempre attento alla realtà umana e sociale della Sardegna contemporanea. A dialogare con lui il giornalista e esperto di cinema e cultura sarda Tore Cubeddu.

Lezione di storia alle 18.30 in Piazza dei Balli nell’incontro dal titolo “Processo alla grande guerra“: la poesia e la letteratura dei paesi occidentali coinvolti nel periodo drammatico del 1914-18, tema centrale di questa edizione e delle Anteprime del festival. Interventi di Luciano Marroccu, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Cagliari e autore di saggi e romanzi, Salvatore Cubeddu, sociologo, esperto di cultura e storia della Sardegna e autore di diverse pubblicazioni e Mario Cubeddu, presidente di Perda Sonadora e grande intenditore di storia locale. Non solo poesia e letteratura di guerra ma anche musica. Ricordate gli Stormy Six di “Un biglietto del tram“, “Stalingrado”, “Arrivano gli Americani”? Con lo spirito di quei tempi e la maturità odierna di un grande poeta e di un grande musicista è nato “A rapporto” il concerto-racconto per voce, basso, violino, fisarmonica e chitarra, ideato da Bàrrakha Epos di Umberto Fiori e Pino Martini (voce e basso degli Stormy Six), ispirato dall’opera di Emilio Lussu che verrà presentato in prima nazionale alle 22,30 in Piazza dei Balli. Il duo porterà a Seneghe dieci canzoni ispirate a episodi tratti dai libri di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano” e “Marcia su Roma e dintorni”. Lo spettacolo vede Umberto Fiori alla voce e Pino Martini al basso) con la collaborazione di Maurizio Dehò (violino), Francesco Zago (chitarra) e Nadio Marenco (fisarmonica). «L’epica di Lussu, la sua finissima satira, i suoi personaggi, le sue amare considerazioni, il suo sdegno e la sua ironia, si traducono in canzoni dense e leggere, ruvide e commoventi, che spingeranno chi ascolta a ripercorrere la storia di quegli anni e a scoprire (o a riscoprire) la scottante attualità dei libri da cui sono nati» spiegano gli autori.

Non solo guerra, tema ricorrente in questa dodicesima edizione e oggi più che mai di grande attualità, ma anche fiaba. Alle ore 17.00 nel suggestivo angolo tra le casette di pietre scure di basalto di Putzu Arru arriva Francesca Matteoni, poetessa fiorentina, che porterà (e leggerà) il tema affascinante della fiaba, nella sua ultima raccolta di poesie “Acquabuia” a metà fra il buio onirico e la luce. A condurre la chiacchierata Azzurra D’Agostino, cha ha curato lo scorso anno la direzione artistica. 

Alle 24.00 il Racconto della Buonanotte al Giardino di Su Lare con gli Antiphone e il nuovo progetto elettronico “Disappear” di e con Massimo Giangrande, tastiere, laptop, effetti, e Andrea Biagioli, voce, chitarra elettrica, basso. Due grandi musicisti con un importante percorso di ricerca alle spalle e una notevole esperienza. Andrea, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e poi a Firenze in composizione sperimentale. Si avvicina alla musica elettronica attraverso un percorso di ricerca che lo porta in Austria e a Berlino a contatto con le realtà dei club dai quali elabora i beat e le ambientazioni più moderne. Massimo, cantante, musicista, polistrumentista, produttore, autore a una carriera di prestigiose collaborazioni live e in studio. Tra queste Daniele Silvestri a Niccolò Fabi e Paolo Benvegnù fino ad Awa Ly, Greg Cohen (Tom Waits) e Vincent Segal (Sting, Elvis Costello). Strumenti pulsazioni, ricerca sonora, ma anche «melodie e silenzi che lasciano spazio a una terra sonora in cui sia bello perdersi, vagare nel tempo, lasciar spaziare la mente».

 

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Con un incontro con la scrittrice turca Esmahan Aykol si è chiusa ieri a Macomer la XV Mostra regionale del Libro in Sardegna, una manifestazione voluta dall’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, organizzato dal Comune di Macomer con la collaborazione progettuale dell’AES (Associazione Editori Sardi) e la direzione artistica di Saverio Gaeta, che ha curato la programmazione insieme a Simonetta Castia, presidente degli editori sardi..

Intervistata da Michele De Mieri, l’autrice del recente “Tango ad Istanbul”, edito da Sellerio, ha parlato dei personaggi dei suoi libri ma anche della situazione interna turca, sempre più difficile per intellettuali e giornalisti. «Oggi chiunque cerca di scappare dalla Turchia ed io, che da anni vivo a Berlino, sono invidiata dai miei amici – ha spiegato -. Il mio paese ha conosciuto una involuzione incredibile, eravamo quasi arrivati ala democrazia e invece siamo tornati indietro agli anni ’50 e questo è inaccettabile. Molti giornalisti sono rimasti disoccupati solo per avere osato criticare il presidente Erdogan e il suo partito. Per il momento gli scrittori non sono ancora stati colpiti ma non sappiamo ancora per quanto questo durerà. Di sicuro io non penso alle conseguenze di quello che scrivo, non mi faccio molte domande su quello che mi potrebbe succedere perché questo potrebbe essere un freno. Se non facessi così non potrei più andare avanti con la scrittura».

Esmahan Aykol ha parlato anche del personaggio protagonista dei suoi noir, la libraia tedesca Kati Hirsche trapiantata a Istanbul. «Mi piaceva provare a raccontare col paradosso ciò che ho vissuto in Germania. I tedeschi hanno molti pregiudizi nei confronti dei turchi e li trattano tutti allo stesso modo. In questo modo volevo in un certo senso vendicarmi e dimostrare che anche Istanbul può essere una città molto più accogliente di Berlino».

L’altro incontro che ha caratterizzato l’ultima giornata della Mostra è stato quello che nel pomeriggio ha visto gli scrittori Milena Agus e Giulio Angioni parlare di Sergio Atzeni e del suo rapporto con la città di Cagliari.

«Raccontare Cagliari è stato uno dei motivi che mi ha spinto a scrivere racconti, perché non c’era una descrizione della città nella nostra letteratura. In questa dichiarazione di Atzeni mi ci ritrovo, così nei suoi intenti» ha spiegato Milena Agus, che ha proseguito: «Così come per Atzeni, anche per me la Sardegna va raccontata tutta, anche io come lui ho questo obiettivo».

«Qual è lo spirito di Cagliari che Atzeni ha capito per primo? La città ha una dote che forse non hanno tantissime altre città: è leggera, perché alleggerisce la vita dei suoi abitanti. Perché ha il mare dentro. E dopo la guerra ha mostrato di voler rivivere», ha aggiunto Agus.

«Sono contento di essere qui in un anno che segna per la Mostra un rinnovamento che spero continui» ha esordito Sergio Atzeni. «Già nel suo primo libro l’”Apologo del giudice bandito”, Atzeni raffigura Cagliari come una città plurietnica e plurilinguistica. Sulla città Atzeni aveva però anche uno sguardo paesano. Era, dunque, in grado di guardare a Cagliari in due modi differenti e complementari».

A lungo si è preso atto che Cagliari non era una delle realtà sarde più raccontate dalla letteratura, «ma dopo Mannuzzu e Atzeni la vita in tutti i centri dell’isola si è equiparata, ogni paese è un po’ periferia di Cagliari. Trovare distinzioni non ha senso, neanche nei nostri libri», ha concluso Angioni.

La mattinata si era aperta con Diego Corraine che ha presentato “Su printzipeddu” di Antoine de Saint Exupery, tradotto dalla casa editrice Papiros in sardo, tabarchino, algherese e maltese, per poi proseguire con “Francesco Dore. Un medico dalla Barbagia al Parlamento”, edito da Ilisso e presentato da Francesco Dore e Bachisio Porru.

Mario Puddu e Massimo Pittau hanno legato il loro nome di studiosi alla redazione di due opere monumentali quali “Su Ditzionàriu de sa Limba e de sa cultura sarda” (giunto alla sua seconda edizione ed edito da Condaghes) e il “Nuovo dizionario della Lingua Sarda”, edito da Domus De Janas. Nell’incontro, moderato da Antonio Ignazio Garau, Puddu ha confermato la sua concezione di lingua sarda onnicomprensiva di ogni variante mentre Pittau ha riportato l’attenzione sul tema della difesa dalle lingua soprattutto a partire dai banchi di scuola, «dove gli insegnanti dovrebbero obbligatoriamente conoscere una variante del sardo e usarla insieme all’italiano nel corso delle loro lezioni».

Massimo Pittau è stato anche protagonista dell’incontro successivo, la presentazione del libro “Credenze religiose degli antichi sardi” (edito da Della Torre). Lo studioso ha affascinato la platea rievocando le antiche simbologie dei nuragici, comuni a quelle dei popoli del bacino del Mediterraneo. «Dal punto di vista etnografico la nostra è un’isola antichissima ed è sorprendente che qui ancora si ritrovino segni di un passato remoto. La Sardegna è un esempio chiarissimo di museo all’aperto», ha concluso.

La figura dell’accabadora è tornata d’attualità negli ultimi anni ma a smontarne ogni pretesa di veridicità è Italo Bussa, autore de “L’accabadora immaginaria” (Della Torre). Sollecitato dalle domande del giornalista Antonio Rojch, l’autore ha rievocato la nascita di questo vero e proprio mito (nato nel Settecento con l’Angius e rilanciato nell’Ottocento con il romanziere Carlo Varese) di cui però non ci sono prove storiche di alcun genere. «E anche l’accabadora di cui parla la studiosa Dolores Nurchi» ha specificato Bussa, «mette in pratica un rituale magico non certamente violento».

Nel pomeriggio il programma di presentazioni è proseguito con il libro “Manuale di indipendenza nazionale” (Edizioni Della Torre) di Franciscu Sedda. «Internamente allo stato italiano la Sardegna e pochi altri hanno titolo per reclamare l’indipendenza» ha spiegato l’autore. «L’idea di Italia non è recente ma nasce con l’imperatore Ottaviano Augusto per il quale però la Sardegna era solo una provincia. Nella storia italiana noi sardi ci troviamo solo da 150 anni. La nostra dimensione è di essere nazione e ce l’hanno detto i nostri dominatori per primi. Il mondo è in fermento, non è vero che l’indipendenza ci può essere solo con la violenza, e l’esempio scozzese è evidente. Guardare agli altri che ce la fanno può darci il coraggio, essere indipendentisti non è essere in contrasto con l’europeismo ma anzi è un modo per riformare l’idea di un continente unito. Non è un caso che in Europa oggi ci sono dieci stati più piccoli della Sardegna e nel mondo cinquanta più piccoli di noi. Il Manuale vuole far scaturire un dibattito su argomenti sui quali dovremmo confrontarci con costanza».

«Questo sentimento legato alla Sardegna sta crescendo ed è un fatto positivo», ha commentato il sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu. «L’isola sta soffrendo il fallimento di una stagione autonomistica. Un popolo come il nostro non può essere rappresentati in Europa dall’Italia con scarsi parlamentari e spesso inadeguati».

Il pane in Sardegna è sempre stato molto più che un alimento. A raccontarne storie e segreti è stata Antonietta Dettori che al Padiglione Tamuli ha presentato il volume “La sacralità del pane in Sardegna” di Marisa Iamundo De Cumis (Carlo Delfino Editore). “Il pane è sempre stato il fulcro della vita comunitaria, presente in tutte le feste” ha spiegato la studiosa. «A partire dagli anni sessanta però molti tipi di pane hanno iniziato a scomparire e con essi la ricchezza culturale delle nostre comunità. Ora queste ricerche ci restituiscono un patrimonio che altrimenti rischiava di andare disperso definitivamente».

Dalla tradizione alla contemporaneità, con i drammi dei sardi rimasti senza lavoro. Daniela Murgianu e Marco Siddi hanno condotto sul campo un’indagine sfociata nel volume “Senza futuro. Storie vere di chi ha perso il lavoro e la speranza” (Cuec Editrice). Un racconto impietoso, «fatto di tante storie di ragazzi costretti a lasciare l’università per aiutare le loro famiglie di provenienza o cinquantenni obbligati all’emigrazione» ha spiegato Murgianu. «Questa è la tragedia che io nostri politici non vogliono vedere»ha proseguito Siddi. Cosa si può fare? «Serve un sostegno psicologico per chi perde il lavoro, perché chi è in difficoltà spesso rimane isolato anche all’interno della sua stessa famiglia», ha concluso Siddi.

Realizzato nel 2011, ha vinto tanti premi in molti festival nazionali e internazionali. Il film “Sos mortos de Alos” del regista Daniele Atzeni ha emozionato il pubblico del Padiglione Filigosa. Ispirato a “Il Dio petrolio” di Francesco Masala, il film è in realtà un finto documentario che racconta la storia di una comunità isolana che passa da una economia agropastorale ad una industriale, fino ad essere sterminata da una nube tossica fuoriuscita dalla fabbrica. L’unico sopravvissuto a distanza di tanti anni ricorda e racconta. «La voce narrante e il materiale d’archivio girato da Fiorenzo Serra a Gairo vecchia danno vita ad un cinema di confine, un ibrido tra diverse forme espressive, cinema e letteratura», ha spiegato il regista, intervistato da Tore Cubeddu. «Il film è certamente un omaggio all’opera di Francesco Masala ma altri due romanzi lo hanno ispirato Passavamo sulla terra leggeri di Sergio Atzeni e Il giorno del giudizio di Salvatore Satta». Il film è stato accolto ottimamente fuori dalla Sardegna, «dove in tanti hanno creduto che si raccontasse una storia vera. Anche nella nostra isola le reazioni sono state buone, forse anche perché i danni prodotti dall’industrializzazione selvaggia sono sotto gli occhi di tutti».

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Un finale nel nome di Sergio Atzeni e della scrittrice turca Esmahan Aykol, ospite d’eccezione della quindicesima edizione della Mostra regionale del Libro in Sardegna che si chiude domenica 22 maggio a Macomer. Lo scrittore cagliaritano sarà ricordato da due autori del calibro di Milena Agus e Giulio Angioni che, in un incontro coordinato da Paolo Lusci alle ore 16.00 al Padiglione Filigosa, interverranno sul tema “Sergio Atzeni: uno sguardo su Cagliari”.

La giornalista e scrittrice Esmahan Aykol è nata invece a Edirne e oggi vive tra Istanbul e Berlino. Nel nostro paese è conosciuta per i romanzi “Hotel Bosforo” (2010), “Appartamento a Istanbul” (2011), “Divorzio alla turca” (2012) e “Tango a Istanbul” (2014), tutti editi da Sellerio. Con lei, a partire dalle ore 20.30, Michele De Mieri dialogherà non soltanto sul suo personaggio letterario (la libraia Kati Hirsche, sempre alle prese con misteriosi delitti) ma anche della attuale situazione di un paese come la Turchia, oggi è al centro di dinamiche complesse legate alla crisi mediorientale, alla libertà di stampa e alla lotta al fondamentalismo islamico. Aykol interverrà sul tema “Radici come storie”, scelto per connotare questa edizione della Mostra voluta dall’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, organizzato dal Comune di Macomer con la collaborazione progettuale dell’AES (Associazione Editori Sardi) e la direzione artistica di Saverio Gaeta, che ha curato la programmazione insieme a Simonetta Castia, presidente degli editori sardi.

L’ultima giornata della quindicesima edizione della Mostra del Libro in Sardegna, proporrà ben dieci appuntamenti. I primi quattro avranno luogo in mattinata al Padiglione Tamuli delle Ex Caserme Mura. Si inizia alle ore 10.30 con Diego Corraine che presenta “Su printzipeddu” di Antoine de Saint Exupery, tradotto dalla casa editrice Papiros in sardo, tabarchino, algherese e maltese. Modera l’incontro Tore Cubeddu.

“Francesco Dore. Un medico dalla Barbagia al Parlamento” è invece edito da Ilisso che sarà presentato alle ore 11.00 dal suo autore Francesco Dore e da Bachisio Porru.

Il programma prosegue alle ore 11.30 nel segno della lingua sarda e di due dei suoi più importanti studiosi: Mario Puddu (che presenterà la seconda edizione rivista e ampliata del suo “Ditzionàriu de sa Limba e de sa cultura sarda”, edito da Condaghes) e Massimo Pittau (autore del “Nuovo dizionario della Lingua Sarda”, edito da Domus De Janas). Modera l’incontro Antonio Ignazio Garau.

Alle ore 12.30 l’ultimo appuntamento della mattinata vedrà protagonisti, presentati da Antonio Rojch, Massimo Pittau e Italo Bussa, autori dei volumi “Credenze religiose degli antichi sardi” e “L’accabadora immaginaria” (entrambi editi da Della Torre).

Dopo l’incontro delle 16.00 dedicato a Sergio Atzeni, il programma prosegue al Padiglione Tamuli con due incontri alle ore 17.00 e alle ore 17.30: nel primo Franciscu Sedda, insieme ad Antonio Onorato Succu, presenterà il suo “Manuale di indipendenza nazionale” (Edizioni Della Torre); nel secondo Daniela Murgianu e Marco Siddi illustreranno “Senza futuro. Storie vere di chi ha perso il lavoro e la speranza” (Cuec Editrice). Entrambe le presentazioni saranno coordinate da Paolo Lusci.

Gli appuntamenti delle ore 18.00 e ore 19.00 al Padiglione Tamuli vedranno invece protagonisti Antonietta Dettori che presenterà “La sacralità del pane in Sardegna” di Marisa Iamundo De Cumis (Carlo Delfino Editore) e il regista Daniele Atzeni, di cui verrà proiettato il film “Sos mortos de Alos”, ispirato all’opera di Francesco Masala “Il Dio petrolio”. Moderano Tore Cubeddu e Giancarlo Zoccheddu.

Inoltre anche domenica, dalle ore 16.30 alle 19.30, sarà possibile effettuare un Tour nel centro storico e nei luoghi della mostra con carrozza a cavalli, con sosta presso il museo etnografico “Le arti antiche” e letture a cura di Rita Atzeri della compagnia teatrale “il Crogiuolo”.

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Torna a Macomer la Mostra regionale del Libro in Sardegna e per la sua quindicesima edizione allarga gli orizzonti nel segno del tema “Le radici come storie”. Appuntamento da giovedì 19 a domenica 22 maggio negli spazi delle Ex Caserme Mura con il tradizionale appuntamento voluto dall’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, organizzato dal comune di Macomer con la collaborazione progettuale dell’AES (Associazione Editori Sardi) e la direzione artistica di Saverio Gaeta, che ha curato la programmazione insieme a Simonetta Castia, presidente degli editori sardi.

In quattro giorni saranno oltre trenta gli appuntamenti in programma: a catalizzare l’attenzione non saranno soltanto le presentazioni delle più interessanti novità editoriali isolane e gli incontri con gli autori (per il format “Tra Isola e Mondo”), ma anche spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche, senza dimenticare i laboratori per i ragazzi e le scuole, questi ultimi nell’ambito della sezione “Adotta un libro sardo” e “Cineforum sardo”. Un cartellone che sarà arricchito dalla presenza di due nomi importanti del panorama editoriale italiano e internazionale come quelli di Piergiorgio Odifreddi e della giornalista e scrittrice turca Esmahan Aykol. A loro il compito di aprire e chiudere con una riflessione sul rapporto tra radici e storie la Mostra del Libro. Il matematico, popolare presso il grande pubblico per i suoi saggi e gli interventi sui quotidiani, parlerà giovedì de “Le nostre radici reali e immaginarie”, mentre la scrittrice turca (conosciuta nel nostro paese per i romanzi “Hotel Bosforo” e “Tango a Istanbul”, editi da Sellerio), dialogherà domenica con Michele De Mieri sul tema cardine della Mostra, “Radici come storie”.

Ma la Mostra sarà anche occasione per fare il punto sulle prospettive di crescita della cultura in Italia con Flavia Cristiano (direttrice del Centro per il libro e la lettura del ministero dei Beni e le Attività Culturali), per discutere delle lingue minoritarie con la friulana Carla Marcato, per fare il punto sull’edizione nazionale delle opere di Grazia Deledda con i critici Aldo Maria Morace e Duilio Caocci e per ricordare Sergio Atzeni e il suo rapporto con la città di Cagliari insieme agli scrittori Milena Agus e Giulio Angioni.

La quindicesima edizione della Mostra del Libro in Sardegna verrà inaugurata giovedì 19 alle ore 17.30 presso il Padiglione Tamuli. Una cerimonia che proseguirà alle 18.00, al Padiglione Filgosa, con i saluti del sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu e gli interventi dell’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Claudia Firino, dell’assessore alla Cultura di Macomer Tiziana Atzori, del consigliere regionale Gianfranco Congiu e del presidente dell’Aes Simonetta Castia.

Subito dopo si entrerà nel vivo della prima giornata, con quattro appuntamenti tutti in programma nel Padiglione Filigosa.

Si inizia alle 18.15 con “L’albero della poesia”, un incontro sull’editoria poetica in Sardegna, coordinato da Tore Cubeddu e fortemente voluto dall’AES d’intesa con il Festival Cabudanne de sos Poetas di Seneghe, durante il quale interverranno il grande poeta Giovanni Dettori e Mario Cubeddu, presidente del Festival.

Si proseguirà alle 18.55 con la presentazione la quinta edizione del Premio internazionale Ennio Zedda, a cura del Centro Internazionale del fumetto di Cagliari, Aes e comune di Macomer.

Alle 19.30 il matematico Piergiorgio Odifreddi sarà protagonista dell’incontro dal tema “Le nostre radici reali e immaginarie”. Capace di sorprendere con la ricchezza delle sue argomentazioni e per il coraggio delle sue posizioni, Odifreddi proporrà al pubblico di Macomer una riflessione sulle radici che, pur rappresentando il passato e nutrendosi del presente, Rappresentano l’innovazione e l’originalità, rappresentando il nostro il futuro e andando verso di esso.

La prima giornata della Mostra del Libro in Sardegna si chiuderà alle 21.00 all’insegna dello spettacolo teatrale “Glass duo”, proposto dal Cedac nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello spettacolo Sardegna.

La seconda giornata della Mostra, venerdì 20, si apre in mattinata con due appuntamenti in programma nel padiglione Tamuli, che inaugurerano la sezione Tra Isola e Mondo. Alle 11.30 Tonino Oppes presenta “Il Ballo con le Janas” (Edizioni Domus De Janas) mentre alle 12.00 il tema della Mostra torna nel dibattito, già proposto al Salone del libro di Torino, dal titolo “Migrazioni e contaminazioni. Il senso delle radici in Francesco Masala e altri visionari sardi”, con gli interventi, moderati da Salvatore Tola, di Ugo Collu, Giovanni Manca e Natalino Piras.

Ricchissimo il programma pomeridiano di venerdì 20 con ben sette appuntamenti.

Si inizia alle 16.30 al Padiglione Tamuli con la presentazione del libro edito da Ilisso “Issu e Issa” di Antonello Cuccu. L’autore interverrà insieme a Ivo Serafino Fenu e Anna Pau, in un incontro che anticipa la mostra dedicata al centenario della nascita di Salvatore Fancello in programma a Dorgali.

Alle ore 17.00, il programma dedicato al libro sardo sarà intervallato da un breve appuntamento organizzato presso il piazzale Santa Croce (Casa Attene) per Gli incompresi… storie e vite di ragazzi e genitori”, un reading per adulti e bambini di e con Lorenzo Braina e le musiche di Donato Cancedda.

Alle 17.30 si torna al Padiglione Tamuli per , un appuntamento che propone la presentazione dei libri “Pietre su pietre” di Andrea Gambula (Carlo Delfino Editore) e “Celesti notturni. Antichità in luce” di Tore Serra e a cura di Simonetta Castia (Mediando Edizioni). Quest’ultimo volume verrà presentato da Michele Forteleoni e Gian Nicola Cabizza.

Quattro libri sono invece protagonisti dell’incontro dal tema “Sardegna per immagini” (ore 18.30, Padiglione Tamuli):Blue Sardinia, Cuore Mediterraneo” di Enrico Spanu, “La costa delle miniere” di Lino Cianciotto (entrambi Edizioni Enrico Spanu), “Mogoro. I luoghi raccontano” e “Mogoro. Il fiume racconta” di Ivo Piras presenta (SguardiSardi).

Da sempre la Mostra del Libro è un importante momento di dibattito e di confronto sullo stato di salute della cultura e della promozione del libro. Quest’anno a trattare il tema “Cultura: quali prospettive reali di crescita?” saranno Flavia Cristiano (direttrice del Centro per il libro e la lettura del ministero dei Beni e le Attività Culturali), i librai Aldo Addis e Davide Ruffinengo e l’editore-libraio Paolo Sorba (membro del Direttivo AES). Si inizia alle 19.30 al Padiglione Filigosa, conduce l’incontro Paolo Lusci.

La lunga serata di venerdì proseguirà alle ore 20.30 (Padiglione Tamuli) con la presentazione del libro “Gonario II di Torres e Sigismondo Arquer” di Gabriele Colombini e Sergio Arangino (che saranno presentati da Antonio Meloni) e si concluderà alle 21.30 al Padiglione Filigosa con “Tributo ai visionari sardi” (Grazia Deledda, Sergio Atzeni e Francesco Masala), il reading, reduce dal grande successo torinese, che vedrà protagonisti il musicista Gavino Murgia e l’attore Gianni Cossu.

Programma ricchissimo anche quello della giornata di sabato 21 che si aprirà alle ore 11.00 al Padiglione Tamuli con un dibattito dedicato all’opera dell’’architetto Vico Mossa e a cui parteciperanno Guido Carcangiu, Alessandra Mocci e Enrico Pinna del comune di Serramanna.

Sono sei invece gli appuntamenti pomeridiani. Si parte alle ore 16.00 al Padiglione Filigosa con la presentazione del libro “Zente de Macumere” di Salvatore Murgia, con gli interventi (moderati da Sandro Biccai) di Salvatora Miscali, Salvatore Sechi e Salvatore Tola.

Alle 16.30 sarà invece Paolo Lusci a coordinare nel Padiglione Tamuli la presentazione di tre novità editoriali: Marinella Caocci proporrà “Lunaesole” (Aipsa), Tiziana Ballicu “Colpo di coda” di Luisella Sassu (Condaghes) e Ilario Carta “I giardini di Leverkusen” (Arkadia).

La Sardegna è ancora protagonista nei due incontri centrali della giornata di sabato, dedicati a Grazia Deledda e alla lingua sarda. Alle ore 17.30 al Padiglione Tamuli i critici Duilio Caocci e Aldo Maria Morace, insieme al sindaco di Nuoro Andrea Soddu, saranno protagonisti del dibattito “Omaggio al Nobel. Verso l’Edizione Nazionale delle opere di Grazia Deledda”, mentre alle 18.30 al Padiglione Filigosa, il giornalista Paolo Pillonca modererà il dibattito su “Lingue locali e varietà di italiano. Ricerche, usi, bisogni”, a cui parteciperanno i docenti universitari Cristina Lavinio e Maurizio Virdis e la studiosa friulana Carla Marcato.

Si continua a parlare di lingua sarda dalle 19.30 al Padiglione Tamuli. Gianni Muroni è il traduttore del capolavoro di Cervantes “Don Chisciotte de sa Màntzia”, edito da Condaghes. Conduce l’incontro Giuseppe Corongiu.

Alle 20.00 (Tamuli) spazio invece al teatro in Sardegna con il volume “Un delitto fatto bene”. L’autore, il regista e attore Mario Faticoni, sarà presentato da Natalino Piras.

La terza giornata della Mostra del Libro si chiuderà con lo spettacolo “La Festa del Cristo” di Grazia Deledda, con Ludovica Cadeddu e Andrea Congia, una produzione dell’associazione “Tra Parola e Musica”. Si inizia alle 21.30 al Padiglione Filigosa.

L’ultima giornata della quindicesima edizione della Mostra del Libro in Sardegna, domenica 22, proporrà ben dieci appuntamenti. I primi quattro avranno luogo in mattinata al Padiglione Tamuli delle Ex Caserme Mura.

Si inizia alle 10.30 con Diego Corraine che presenta “Su printzipeddu” di Antoine de Saint Exupery, tradotto dalla casa editrice Papiros in sardo, tabarchino, algherese e maltese. Modera l’incontro Tore Cubeddu.

“Francesco Dore. Un medico dalla Barbagia al Parlamento” è invece edito da Ilisso che sarà presentato alle ore 11 da suo autore Francesco Dore e da Bachisio Porru.

Il programma prosegue alle ore 11.30 nel segno della lingua sarda e di due dei suoi più importanti studiosi: Mario Puddu (che presenterà la seconda edizione rivista e ampliata del suo “Ditzionàriu de sa Limba e de sa cultura sarda”, edito da Condaghes) e Massimo Pittau (autore del “Nuovo dizionario della Lingua Sarda”, edito da Domus De Janas). Modera l’incontro Antonio Ignazio Garau.

Alle 12.30 l’ultimo appuntamento della mattinata vedrà protagonisti, presentati da Antonio Rojch, Massimo Pittau e Italo Bussa, autori dei volumi “Credenze religiose degli antichi sardi” e “L’accabadora immaginaria” (entrambi editi da Della Torre).

Il pomeriggio di domenica si aprirà alle 16.00 al Padiglione Filigosa con uno degli appuntamenti più attesi della Mostra: gli scrittori Milena Agus e Giulio Angioni renderanno omaggio ad uno dei più importanti autori sardi del novecento e alla sua città. “Sergio Atzeni: uno sguardo su Cagliari” è il tema dell’incontro che sarà condotto da Paolo Lusci.

Sempre Paolo Lusci condurrà anche i due appuntamenti seguenti, in programma al Padiglione Tamuli alle 17.00 e alle 17.30: nel primo Franciscu Sedda, insieme ad Antonio Onorato Succu, presenterà il suo “Manuale di indipendenza nazionale” (Edizioni Della Torre); nel secondo Daniela Murgianu e Marco Siddi illustreranno “Senza futuro. Storie vere di chi ha perso il lavoro e la speranza” (Cuec Editrice).

Gli ultimi appuntamenti alle ore 18.00 e 19.00 al Padiglione Tamuli vedranno protagonisti Antonietta Dettori che presenterà “La sacralità del pane in Sardegna” di Marisa Iamundo De Cumis (Carlo Delfino Editore) e il regista Daniele Atzeni, di cui verrà proiettato il film “Sos mortos de Alos”, ispirato all’opera di Francesco Masala “Il Dio petrolio”. Moderano Tore Cubeddu e Giancarlo Zoccheddu.

La quindicesima edizione della Mostra del Libro in Sardegna di Macomer si chiuderà alle 20.30 al Padiglione Filigosa. Qui Michele De Mieri incontrerà la giornalista e scrittrice turca Esmahan Aykol. Al centro il tema della Mostra “Radici come storie”. Nata a Edirne, Aykol oggi vive tra Istanbul e Belino. In Italia è conosciuta per i romanzi (editi da Sellerio) “Hotel Bosforo” (2010), “Appartamento a Istanbul” (2011), “Divorzio alla turca” (2012) e “Tango a Istanbul” (2014) che vedono protagonista la libraia Kati Hirsche alle prese con misteriosi delitti. Con Esmahan Aykol la Mostra del Libro in Sardegna si apre anche al dibattito internazionale, focalizzando l’attenzione su un paese, la Turchia, che si trova oggi al centro di dinamiche come quelle relative alle migrazioni, alla libertà di stampa e alla lotta al fondamentalismo islamico, che riguardano tutti noi.

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Si terrà domani, 26 febbraio alle ore 9.30, nella Sala Anfiteatro di via Roma 253, a Cagliari, l’iniziativa promossa dall’assessorato della Cultura “Limba faeddada, limba bia”. I lavori verranno aperti dall’assessore regionale della Cultura, Claudia Firino, a seguire interverranno l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, il direttore de L’Unione Sarda Anthony Muroni ed esperti di lingua sarda coordinati da Antonio Ignazio Garau, tra i quali Bachisio Bandinu, Carlo Sechi, direttore de l’Obra cultural de l’Alguer, Michele Ladu, operatore dello Sportello linguistico regionale, e ancora insegnanti, dirigenti scolastici ed esponenti del mondo accademico. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno alle 15.30, e sarà Tore Cubeddu a coordinare i rappresentanti della politica comunale, regionale e nazionale.
Claudia Firino copia