22 November, 2024
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Si è svolta nei giorni scorsi l’assemblea costituente della Copagri Federazione Sassari Olbia Tempio, alla presenza del vice presidente nazionale Alessandro Ranaldi, del presidente regionale Ignazio Cirronis e di numerosi imprenditori agricoli.

Fra i temi discussi, le problematiche legate alle difficoltà della spendita dei fondi previsti dal PSR 2014/2021 da parte della regione (Piano di sviluppo rurale), al prezzo del latte ovino, ai rapporti con la Regione e alla siccità che ha investito buona parte della Sardegna. Tutti concordi nel ritenere che in Sardegna l’agricoltura e  l’allevamento del bestiame, ovino, caprino e bovino, sono attività fondamentali per la ripresa economica della regione.

«Non ci sarà ripresa  economica  in Sardegna se non si sosterrà l’agricoltura – afferma Paolo Ninniri, neo presidente della Copagri del Nord Sardegna -. Mi impegnerò per vedere un giusto riconoscimento sia economico che sociale a chi dalla mattina alla sera lavora nel settore agricolo, con grandi sacrifici e senza conoscere giornate di festa.»

L’assemblea costituente ha inoltre nominato la dr.ssa Enrica Pezzoni, direttore dell’organizzazione ed un consiglio direttivo che affiancherà il presidente Paolo Ninniri formato d : Massimiliano Desole, Tore Piana, Antonello Pani, Marco Satta.

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Si è riunito ieri sera, a Sassari, l’ufficio di Presidenza regionale di Italia Attiva, sotto la presidenza del coordinatore Tore Piana, per analizzare la situazione politica regionale e locale, con uno sguardo alla situazione nazionale. Dopo la relazione introduttiva del coordinatore, all’unanimità è stato deciso di approvare diverse nomine in varie località dell’isola, chiamando a dirigere i coordinamenti di importanti comuni alcuni consiglieri comunali e personalità provenienti dal mondo del lavoro. Elena Vidili, già coordinatrice provinciale di Sassari, è stata nominata responsabile regionale del movimento femminile mentre Massimo Tammaro è il nuovo responsabile regionale dell’ufficio elettorale, incarico che reggerà ad interim. E’ stata poi esaminata la grave situazione politica che si è creata in seno alla maggioranza della regione.

L’ufficio di presidenza ha deliberato di organizzare per il mese di settembre un’assemblea regionale programmatica per completare le idee ed il programma del partito, in vista delle prossime elezioni regionali del 2019, nelle quali Italia Attiva Sardegna sarà presente con proprie liste nella coalizione di centrodestra. Infine, è stato chiesto al coordinamento di Sassari guidato da Alessio Paganini, di promuovere iniziative politiche del partito e di iniziare a formare la lista per le prossime elezioni comunali, ritenendo che la tenuta del sindaco Sanna e della sua maggioranza siano oramai arrivati al capolinea, con dubbi sulla possibilità di terminare il mandato amministrativo alla scadenza naturale. E’ stato deciso, infine, di focalizzare l’azione politica regionale su Sanità-Agricoltura-Trasporti e Continuità territoriale – Turismo e Urbanistica – Fiscalità di vantaggio ed Immigrati.

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«Per combattere il tracollo del prezzo del latte ovicaprino occorrono soluzioni strutturali e non spot inefficaci come quelli proposti finora dalla politica regionale. Altrimenti sarà la fine di un’intera categoria e di tutto l’indotto.» A dirlo è Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva che, per dare un’inversione di marcia alla crisi del pecorino, propone una soluzione sul modello già adottato con successo dal Consorzio Dop del Parmigiano Reggiano.

«Si tratta di un modello ben sperimentato – sostiene Tore Piana – che prevede l’introduzione di quote latte per gli allevatori al fine di evitare l’accumulo di eccedenze. Ma il tetto limite nella produzione sarà coperto da un congruo indennizzo in relazione alla quantità non più prodotta rispetto al passato.»

L’iniziativa infatti stabilisce Piani produttivi all’interno della Dop sulla base delle produzioni degli ultimi cinque anni. In rapporto alla parte eccedente, cioè alla parte fuori quota, a ciascun allevatore sarà assegnata un’integrazione sul mancato reddito, stabilendo di inserire nel Psr 2014-2020 della Sardegna, al Primo pilastro del Premio Unico, una quota di compensazione nel mancato reddito per singolo produttore. Il prezzo sarà riconosciuto per quintali di latte.

Secondo l’esponente IAS, il piano è attuabile con decreto del ministero delle Politiche agricole di concerto con la Regione Sardegna, senza ulteriore approvazione da parte dell’Unione Europea.

«A differenza di ciò che avviene nel Reggiano – specifica Tore Piana – noi proponiamo che le quote siano applicate agli allevatori e non ai caseifici. In tal modo gli indennizzi andrebbero direttamente ai produttori, che risultano l’anello più debole dell’intera filiera. Questo è un vero intervento strutturale che ha visto già l’esperienza di una struttura consolidata, e che la Giunta regionale può far applicare direttamente. Se ciò non avvenisse, il prezzo del latte nel 2018 potrebbe non avere più valore, con il rischio di trovarlo a 40 o addirittura a 30 centesimi/litro.»

Per il rappresentante di Italia Attiva è risibile la soluzione proposta in Regione, con lo stanziamento di 14 milioni di euro inseriti in Finanziaria per il ritiro del pecorino Romano da distribuire agli indigenti, con il tramite di bando Agea. I dati forniti evidenziano un’eccedenza di Romano corrispondente a 170mila quintali (100mila per il 2016 e 60-70mila stimati per il 2017), a fronte dei quali si ritirerebbe una quantità che non supera i 20mila quintali. La convinzione è che il problema non solo non si risolva, ma si creino delle aspettative fasulle che non fanno altro che complicare la situazione.

Un’ultima frecciatina sulle recenti posizioni animaliste di alcuni esponenti politici nazionali: «Sono posizioni pericolose che rischiano l’aggravio del comparto. Per quanto mi riguarda, io per Pasqua mangerò l’agnello sardo – conclude Tore Piana – nella certezza di gustare un prodotto di qualità e di dare un aiuto concreto agli allevatori sardi e all’intera economia dell’isola».

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Le opposizioni esultano per il clamoroso successo del NO al referendum costituzionale in Sardegna.

«Il risultato referendario del 4 dicembre pone la Sardegna come la più anti-renziana d’Italia, e rappresenta una bocciatura politica netta, chiara e lampante dell’attuale Giunta regionale» dice Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva Sardegna. Secondo Tore Piana, è in particolare una sconfitta dell’operato politico del presidente Pigliaru che, con le sue scelte di appiattimento al governo nazionale, ha accettato di mortificare la Sardegna: «È una sconfitta a doppio binario: da una parte è stata determinante la modifica del Titolo V, che intendeva negare il valore di autonomia della nostra Regione; dall’altro un risultato che è da interpretare come un No deciso all’inadempienza dimostrata a tutto campo sulla Vertenza entrate, sui trasporti e la continuità territoriale, sulle servitù militari e in particolare, sulle politiche di immigrazione e accoglienza».

«Ora si dovrà aprire quanto prima un tavolo regionale per creare un programma alternativo alla mala politica intrapresa finora dal Pd – afferma Piana – un programma semplice, chiaro e incisivo per riaprire subito la Vertenza entrate, rivedere la legge sul turismo, alleggerire il Ppr e fare una politica seria dei trasporti interni ed esterni». Infine, il segretario punta il dito contro le anomalie nell’avviamento del bando Psr in agricoltura, di cui nei giorni scorsi Italia Attiva aveva denunciato la presenza di anomalie, e propone la modifica integrale del Piano di rimodulazione della rete ospedaliera proposta da Pigliaru. Italia Attiva Sardegna  si colloca con decisione nel centro-destra, alleata con Forza Italia e Fratelli d’Italia.

«La Sardegna conquista finalmente il titolo di campione d’Italia dimostrando con la scelta sul referendum una forte impronta identitaria e autonomistica – sottolinea il capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu – con una valanga di no, pari al 72,22 per cento, che porta gli elettori sardi a primeggiare nella classifica contro la riforma costituzionale. Il rappresentante dei centristi analizza i riflessi politici sulla Sardegna. Il risultato indica chiaramente che gli elettori hanno manifestato il loro disappunto per un governo distante rispetto ai reali problemi della nostra Isola e sordo riguardo i disagi sociali ed economici. Con questo responso si boccia inoltre la politica della giunta Pigliaru, che sinora ha smontato i servizi sanitari sui territori, devastato il settore dei trasporti, contribuito a smantellare il sistema scolastico e portato all’epilogo finale dei grandi poli industriali.»

Il capogruppo Udc conclude con un auspicio: «Concluso il periodo delle promesse elettorali la speranza è che le risorse destinate per la Sardegna non si rivelino il solito bluff a fini elettorali, ma abbiano subito concreta attuazione».

«Il verdetto delle urne come la riscossa della Sardegna – dice il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) -. Non ci sono dubbi che il risultato sia una svolta epocale per Cagliari, con una grande dimostrazione di democrazia, e per la Sardegna. Uno scatto d’orgoglio dei cittadini contro lo stravolgimento dell’architettura istituzionale, con una riforma che avrebbe prodotto l’indebolimento delle prerogative speciali dell’Isola. In Sardegna il verdetto certifica come il governo non abbia saputo dare risposte adeguate ai problemi dell’Isola e deve senza dubbio mettere in discussione l’attività della giunta Pigliaru, incapace sinora di attuare dei provvedimenti risolutivi alla crisi economica che attanaglia la Sardegna – conclude Tocco -. E’ un segnale chiaro che i cittadini isolani chiedano all’esecutivo un cambio di passo.»

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Il coordinatore regionale di Italia Attiva Sardegna, Tore Piana, denuncia gravi anomalie nella procedura di attivazione del bando regionale Psr 2014/2020 alla misura 4.1 posta in essere dall’assessorato regionale all’Agricoltura. Tore Piana chiede l’annullamento immediato e totale del procedimento e la riapertura entro i prossimi quindici giorni per tutti gli agricoltori. Ma in una giornata lavorativa e in orari d’ufficio.

«Dopo numerosi annunci a vuoto, il bando è stato aperto alla mezzanotte del 28 novembre, mentre il manuale di procedura per l’inserimento delle domande è stato pubblicato solo nel pomeriggio del giorno prima, una domenica – afferma Piana – cosa mai vista in nessun’altra regione italiana. Un orario inusuale quanto assurdo che potrebbe far pensare a un gesto orchestrato volutamente per favorire qualcuno e danneggiare qualcun altro. Peraltro, con una procedura farraginosa e la richiesta di passaggi di codici tra agricoltori e tecnici, anche alle tre del mattino, mentre il sistema online dell’assessorato risultava lento e quasi sempre bloccato.»

«Queste anomalie hanno creato non poco caos e confusione, con un tempo palesemente insufficiente per l’approfondimento della normativa da parte dei tecnici – spiega il coordinatore – causando errori nella presentazione delle domande. Basti considerare che il 50 per cento di queste è stato annullato per inesattezze o mancanza di allegati, con una perdita di circa quindici milioni di euro su un plafond totale di trenta».

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«Se si dovesse confermare il prezzo del latte ovino a 50 centesimi al litro, in Sardegna fallirebbero 9.000 aziende agricole ovicaprine. Come mai la Regione è completamente assente? L’assessorato dell’Agricoltura esiste ancora? Appare come un esterno e disinteressato al dibattito della problematica, figuriamoci  ad essere il risolutore dei problemi.»

A dirlo è Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Attiva Sardegna e componente dell’ufficio politico nazionale di Italia attiva.

«Con la legge regionale 15 del 2010 la Regione ha affidato all’Agenzia regionale Laore il compito di monitorare le produzioni del latte ovino dei formaggi e seguirne i prezzi sui mercati, perché conoscere questi dati diventa basiliare per impostare strategie per la soluzione delle problematiche che il comparto attraversa – aggiunge Tore Piana -. Come mai il lavoro dell’agenzia LAORE non viene preso in considerazione? LAORE sta svolgendo il compito affidatogli con la LR 15/2010?»

«Se Laore ha raccolto i dati certi, come è possibile che alcuni importanti attori della filiera affermano ipotetiche produzioni di latte stimate in 440 milioni di litri quando poi altri attori della stessa filiera non meno importanti affermano con certezza che le produzioni sono pari a 286 milioni di litri? Si capisce che dare numeri come questi risulta pericoloso e anche lesivo per il mercato. A chi conviene questo gioco? La Regione pur avendo lo strumento operativo, Laore perché non interviene e mette ordine alle notizie incontrollate?

La Regione deve mettere ad un unico tavolo l’intera filiera produttiva e commerciale (allevatori-trasformatori e anche commercianti) tutelando l’anello debole della filiera che è il Pastore/allevatore – aggiunge Tore Piana -. Deve fornire i dati certi sulle produzioni sia di latte che di formaggio e l’andamento dei prezzi, cosi come stabilito dalla L.R. 15/2010. Deve farsi da garante del patto di produzione proposto dal consorzio DOP pecorino romano per la quota massima di produzione quantificata in 225.000 quintali annui Deve riportare le OP (Organizzazioni di Produttori) previste da legge nazionale, dove la Regione può modificare i parametri e riportarli a 30 milioni anziché agli attuali 1,5 milioni attuali. Chiedere e farsi promotrice di interventi presso i ministeri delle Politiche Sociali e del Lavoro per estendere, attraverso bandi pubblici il ritiro, tramite acquisto di formaggio pecorino, come è stato fatto con il parmigiano Reggiano. Bandire dei progetti a bando che finanzino la promozione pubblicitaria alla vendita del pecorino romano in mercati esteri (Giappone). Bandire, attraverso la SIRS e Consorzi Fidi dei finanziamenti per finanziare/rifinanziare le scorte in eccedenza di formaggio accumulate sino alla campagna di produzione 2015/2016 pare quantificati in circa 100mila quintali. Promuovere azioni strutturali, che non siano a spot per coprire solamente le emergenze come sino ad adesso si è fatto, Per far riprendere il comparto considerato strategico per la Sardegna, la Regione del presidente Francesco Pigliaru dovrebbe contattare con il Governo nazionale strumenti e azioni strutturali seri e non di soli annunci come troppo spesso sta accadendo in questi mesi, dovrebbe: Chiedere con forza la diminuzione del costo dell’Energia Elettrica del 30% sia alle aziende agricole sia alle aziende di trasformazione.(immaginate il costo nelle stalle per i macchinari di mungitura che funzionano ad energia elettrica).»

Tore Piana propone, infine, una riduzione del 30% del costo dei carburanti attraverso le accise sia per le aziende agricole che per i mezzi di trasporto del latte dalle stalle ai caseifici.

Pecore 1 copia

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Dure critiche di Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Unica Sardegna, al Consiglio regionale: «Poche leggi, di cui il 50% impugnate dal Governo».

«I numeri parlano chiaro – denuncia Tore Piana -: nel 2016, sino al 30 agosto, si sono fatte 20 leggi e di queste ben 8 sono state impugnate da parte del Governo. Si deve tenere in considerazione che una buona parte di queste sono costituite da leggi finanziarie obbligatorie,  perché si tratta di bilanci, finanziarie e variazioni in corso d’opera, altre proroghe di commissariamenti vari ( ASL e Consorzi). Questo dimostra la scarsissima produttività del Consiglio regionale.»

Tore Piana elenca le leggi regionali impugnate:

L.R. 5  bilancio 2016

L.R. 6 sempre mod Bilancio 2016

L.R. 8 Finanziaria 2016

L.R. 12 disposizioni in materia di LL.PP.

L.R. 13 proroga commissari ASL

L.R. 14 trasferimento personale EE.LL

L.R. 15 composizione consiglio Autonomie Locali

L.R. 16 modifiche alla L.R. 8  Legge forestale

«Se si considera l’esiguo numero delle leggi approvate dal Consiglio regionale si può considerare una vera disfatta – aggiunge Tore Piana – il penultimo Consiglio dei ministri il numero 125 ha deliberato l’impugnativa di ben 5 leggi della Sardegna. Certamente in una situazione di disastro amministrativo di questa maggioranza PD a guida del del presidente Pigliaru la Sardegna continua a perdere peso politico decisionale, vedasi la situazione nella gestione dei trasporti, della Sanità, della campagna antincendi, della crisi dell’agricoltura, delle bonifiche ai siti Industriali che non decollano, alle numerose incompiute che ancora esistono in Sardegna.»

«Se la Sardegna e la sua classe politica non avranno un sussulto di orgoglio nei prossimi mesi – conclude Tore Piana -, ci allontaneremo sempre più dall’Europa per andare verso un’economia povera ed del Nord Africa.»

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

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«La Regione del presidente Francesco Pigliaru è inadeguata a gestire la crisi del comparto agricolo». A irlo è Tore Piana, coordinatore regionale di Italia Unica.

«Sarà un autunno caldissimo per l’agricoltura in Sardegna, i nodi irrisolti verranno tutti al pettine e tutti insieme, dal prezzo del latte ovino  che si prospetta a 50 centesimi litro, ai bandi PSR in ritardo e peggiorati nella loro burocrazia, oggi solo  tre pubblicati su 16, al premio Unico che viene pagato con forti ritardi e con regolamenti che vengono cambiati in corsa, sino al prezzo dell’olio di oliva che subirà ribassi mai visti a causa degli accordi dell’Italia su importazione dell’olio tunisino senza dazi – dice Tore Piana -. Saranno le ricette del passato senza idee e strategie straordinarie per l’agricoltura sarda, attuate dal presidente Pigliaru, a proiettarci nel futuro?»

«La politica della Regione Sardegna – aggiunge Tore Piana – non è efficace per superare le difficoltà che il mondo agricolo Sardo dovrà affrontare. C’è voglia di rivoluzione, di cambiare, di sovvertire. Il ruolo del mondo agricolo non sarà secondario e la Sardegna a oggi si trova impreparata a rilanciare lo sviluppo servono nuove  Idee e strategie innovative e straordinarie.»

Italia Unica nei giorni scorsi ha costituito un gruppo di lavoro con esperti nel settore, chiamato “Centro studi agricoli sardi” con il compito di raccordarsi con dirigenti esperti in agricoltura anche di altre regioni e trovare cosi soluzioni per rilanciare lo sviluppo agricolo in Sardegna, Italia Unica è fermamente convinta che il rilancio dell’economia sarda passi attraverso le due direttrici produttive che sono agricoltura e turismo.

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Italia Unica lancia una campagna di sensibilizzazione per il NO al referendum costituzionale previsto per ottobre: «Dobbiamo informare i cittadini sardi –  dice il coordinatore regionale Tore Piana – e spiegare loro cosa succederà con la nuova Costituzione voluta da Renzi. La maggiore riforma che interessa la Sardegna quale regione a statuto speciale riguarda la modifica del titolo V della Costituzione – aggiunge Tore Piana -. Oggi tutti i partiti autonomistici Sardi sono silenziosi in  difficoltà essendo in maggioranza alla regione, alleati del PD, questo è il nostro punto di forza nelle piazze per far capire di votare No. Sappiamo che non è una battaglia solo nostra, riguarda l’Italia intera e tante forze politiche. Noi però dobbiamo, innanzitutto, informare i cittadini sardi di cosa succederà con la nuova Costituzione voluta da Renzi. Oggi abbiamo in Sardegna un governo a guida Pigliaru, interamente dipendente dal Governo nazionale (vedasi vertenza entrate, trasporti, patto stabilità, pareggio bilancio, finanziamento grandi opere) e per questo i diritti dei sardi restano là, inutilizzati, in attesa che qualcuno possa difenderli. Con la controriforma costituzionale di Renzi questi diritti vengono soppressi per sempre. E’ molto di più dell’abrogazione dello Statuto speciale, che per beffa resta là dov’è: è la soppressione di ogni democrazia e autonomia nel nostro Paese.»

«Italia Unica lancia un forte appello a tutte le forze politiche presenti in Sardegna – conclude Tore Piana -, affinché si avvii in tempi strettissimi la revisione dello Statuto della Regione autonoma della Sardegna con l’elezione di una Costituente sarda, unico strumento per mettere al riparo l’autonomia della nostra Sardegna.»

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DirezioneRegionaleItaliaUnica

Prende forma anche in Sardegna Italia Unica, il movimento politico guidato a livello nazionale dall’ex ministro Corrado Passera che si colloca in un’area liberale, moderata e alternativa al “Renzismo”.

La Direzione regionale riunita a Tramatza venerdì pomeriggio, ha nominato i coordinatori provinciali (il partito è strutturato localmente sugli otto collegi elettorali regionali) che affiancheranno il coordinatore regionale Tore Piana e gli altri quadri dirigenti nella gestione del partito sul territorio.

Il coordinamento di Sassari sarà guidato dall’avvocato Gianfranco Meazza, ex assessore e consigliere comunale di Sassari; per la Gallura il coordinatore è Massimiliano Deledda, ingegnere, consigliere comunale di Monti; per Oristano è stato nominato Piero Casula, ex sindaco di Bosa, consigliere comunale, funzionario dell’Arst; per Nuoro Umberto Puggioni, impegnato nel sociale; per l’Ogliastra Giacomo Usai, geometra, consigliere comunale di Tortolì; per il Medio Campidano Giuseppe Tatti, consigliere comunale di Sanluri, funzionario amministrativo dell’Inps; per il Sulcis Carlo Murru, direttore medico e sanitario dei presidi ospedalieri di Iglesias, già consigliere provinciale a Cagliari (2000-2005) ed ex sindaco di Quartucciu dove attualmente è consigliere comunale; per Cagliari l’ingegner Fiorenzo Fiori, libero professionista. È stato inoltre deciso che faranno parte della direzione regionale il vice segretario vicario Mauro Oggiano, ex assessore al Comune di Sassari, che ricoprirà anche l’incarico di responsabile amministrativo regionale, Gigi Morittu, sindaco di Silanos, e Titino Cau, già vicesindaco di Illorai.

La direzione si è inoltre soffermata su alcuni punti del programma regionale di Italia Unica e che verranno meglio definiti nelle prossime settimane, con l’obiettivo di sottoporre all’attenzione degli elettori una serie di proposte strutturate. In particolare, è stato deciso di prendere una ferma posizione sul progetto di riforma degli enti locali che viene discusso in Consiglio regionale: il giudizio sull’iter che si sta seguendo ma anche sui contenuti che stanno emergendo, dallo scontro sulla seconda città metropolitana richiesta da Sassari ai criteri per la creazione delle unioni dei comuni, è negativo.»

«Siamo preoccupati per la confusione presente nei partiti che sostengono la Giunta Pigliaru, che con le loro idee anziché unire i territori della Sardegna li dividono – dice il coordinatore Tore Piana -. La nostra proposta è invece quella di una Sardegna unica e unita, non con territori di serie a, b e c, come invece vorrebbe il centrosinistra. Non ci limitiamo alle “città metropolitane”, ma preferiamo parlare di tre macroaree, a nord, al centro e al sud, in cui suddividere la nostra isola e che trovano già un riconoscimento nella nuova legge elettorale nazionale. Macroaree che rispondono ad esigenze di carattere amministrativo nonché economico e sociale.»

Contestualmente, si introdurrebbero parametri più alti per le unioni dei comuni, per le quali verrebbe richiesta una soglia minima di 45-50 mila abitanti complessivi.

La Direzione regionale ha espresso critiche anche relativamente all’altra riforma che il Consiglio regionale sta definendo, quella sanitaria. Infine, è stata confermata la presenza in Sardegna a fine novembre del leader nazionale Corrado Passera, che compirà un tour che comprenderà assemblee nelle principali città dell’isola.

Corrado Passera 17