22 November, 2024
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Anche i giovani di Libera, arrivati da tutta Italia all’Asinara per partecipare in questi giorni ad un campo di formazione sui temi della legalità e della lotta alla criminalità organizzata, hanno voluto condannare l’atto intimidatorio ai danni dell’imprenditore a cui ignoti hanno distrutto nei giorni scorsi il trenino turistico, attivo nell’isola. «Non basta commuoversi, bisogna muoversi. Noi giovani di Libera non restiamo indifferenti davanti a questi atti deplorevoli. L’unico incendio che deve ardere è quello delle idee che ispirano il nostro impegno. Non spegnerete mai la nostra voglia di reagire». Sono queste le parole che si leggono in un cartellone che ieri i giovani hanno lasciato nei pressi del mezzo distrutto, «un gesto simbolico di ribellione ad un atto che colpisce l’Asinara e che ci ricorda che in Sardegna se non esiste la mafia, esiste di sicuro una mentalità mafiosa che danneggia la nostra società e contro cui tutti dobbiamo mobilitarci», spiega Giampiero Farru, referente regionale di Libera Sardegna.

Come ogni anno, l’associazione Libera contro la mafie, fondata da don Luigi Ciotti nel 1995, organizza centinaia di campi estivi in tutta Italia, aperti a giovani che vogliono approfondire i temi della legalità e della giustizia. Il campo che si tiene all’Asinara è particolarmente significativo perché nell’Isola nel 1985 i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si “autoreclusero” per preparare il maxi processo a Cosa Nostra, ed è nel supercarcere che fu anche condotto dopo la sua cattura nel 1993 il “capo dei capi” Totò Riina. È quindi un luogo simbolo della lotta alla criminalità nel nostro paese, che viene rievocata anche nella mostra allestita da Libera negli spazi dell’ex bunker e che ricorda le tante vittime innocenti della mafia.

A condurre i visitatori nella struttura penitenziaria dismessa sono proprio i giovani partecipanti al campo, in un percorso che propone pannelli, fotografie, manifesti esplicativi delle realizzazioni dell’associazione, insieme alle sagome che ricordano coloro che hanno pagato con la vita il loro impegno a favore della democrazia, della giustizia e della legalità.

La mostra, organizzata nell’ambito dei campi “Solitudini, memorie, narrazioni” e guidata dai volontari di Libera, sarà visitabile dalle 10.00 alle 17.00 tutti i giorni fino al 12 agosto e poi ancora tra il 19 ed il 25 agosto.

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Un incontro-dibattito con don Luigi Ciotti arricchirà l’esperienza dei volontari che dallo scorso mese di luglio stanno partecipando nell’isola dell’Asinara ai campi di impegno e formazione organizzati dall’associazione Libera in collaborazione con Sardegna Solidale 

Don Ciotti, che di Libera è presidente e fondatore, sarà venerdì 26 agosto nell’ex isola bunker: appuntamento a partire dalle ore 16.00 nella chiesa di Cala d’Oliva per un incontro sul tema “Asinara: da Falcone e Borsellino a Estate Liberi!”.

“Estate Liberi” è l’iniziativa che da anni consente a migliaia di giovani di approfondire i temi della legalità e dell’antimafia nel corso di campi di formazione che si svolgono in tutt’Italia all’interno di strutture sottratte alla criminalità. I campi dell’Asinara hanno una forte valenza simbolica in quanto l’isola, a lungo sede di un supercarcere che nel quale è stato detenuto anche Totò Riina, conserva ancora la memoria dei giudici Falcone e Borsellino nell’agosto del 1985, minacciati dalla mafia, trascorsero con le loro famiglie un breve periodo sull’isola per scrivere il dispositivo di rinvio a giudizio degli imputati del maxiprocesso contro Cosa Nostra (e i due giudici dovettero pagare allo Stato le spese sostenute da loro stessi sull’isola per il loro soggiorno nella foresteria nuova di Cala d’Oliva).

Nel corso dei campi (che hanno come tema “Asinara, solitudini, memorie e narrazioni”), insieme ai momenti di formazione ci sono anche quelli dedicati all’impegno: nell’ex bunker di Cala d’Oliva (voluto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per contrastare terrorismo e criminalità organizzata), i volontari sono impegnati a fare da guide ai visitatori, accompagnandoli alla scoperta di due mostre dedicate alla memoria delle vittime innocenti delle mafie (con circa cinquanta sagome realizzate dagli studenti della Facoltà di Architettura di Cagliari) e ai beni confiscati alle mafie.

Nel bunker sono inoltre esposti pannelli, fotografie, manifesti esplicativi delle realizzazioni di Libera e vengono offerti materiali pubblicitari, prodotti, libri e gadget. Le narrazioni dei volontari hanno lo scopo di trasmettere ai visitatori il patrimonio di cultura e di attività portato avanti da Libera in Italia dal 1995 ad oggi.

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Entra nel vivo “I cento passi verso il 21 marzo”, l’iniziativa proposta da Libera Sardegna in collaborazione con il Centro di Servizio per il Volontariato “Sardegna Solidale”, che in sedici centri dell’Isola rilancia il tema della lotta alla mafia in vista della grande manifestazione in programma a Bologna il 21 marzo 2015, primo giorno di primavera, in occasione della ventesima edizione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Venerdì 6 e sabato 7 marzo approda in Sardegna Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, il parlamentare comunista autore della legge antimafia che porta il suo nome e che introdusse nel nostro codice penale il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni della criminalità organizzata. Pio La Torre fu ucciso in un agguato nel 1982 (i quali mandanti sono stati condannati all’ergastolo, tra gli altri Totò Riina, Pippo Calò e Bernardo Provenzano) e da allora il figlio Franco tiene viva la sua memoria e il suo impegno.

Franco La Torre sarà venerdì 6 marzo a Porto Torres e sabato 7 a Cagliari, protagonista dell’incontro con gli studenti dell’ITIS “Buccari-Marconi”, nell’aula magna di via V. Pisano, alle ore 11,00.